Il vegetale
Regia: Gennaro Nunziante
Cast: Fabio Rovazzi, Paola Calliari, Ninni Bruschetta, Luca Zingaretti, Barbara D'Urso
C'era una ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones, e poi è finito a fare le canzoni con Rovazzi.
Beh, d'altra parte la vita non va mai come ce la aspettiamo.
Ciao ragazzi, mi avete riconosciuto?
Sono Gianni Morandi. Quello di fatti mandare dalla mamma, a prendere il latte.
Non la conoscete?
Se siete molto giovani probabilmente no. Le vostre nonne di sicuro se la ricorderanno. Alzheimer permettendo. In fondo io ero il loro Justin Bieber. La frangetta da chi credete l'abbia copiata, quello?
Se non mi conoscete per le mie famosissime canzoni, può darsi mi conosciate come web celebrity. Si scrive così?
Sui social sono seguito quasi quanto quella neo MILF della Ferragni.
Quasi, ho detto.
In ogni caso, perché sono qui ospite su Pensieri Cannibali?
Perché sono stato chiamato a recensire Il vegetale, il primo film da attore del mio amico Fabio Rovazzi, che grande onore!
Amico... diciamo conoscente, che è meglio. Insieme abbiamo fatto una canzone che è stata un discreto successo la scorsa estate. Si chiama "Volare". Non "Volare" quella bella, quella di Domenico Modugno, che poi il suo vero titolo è "Nel blu dipinto di blu". "Volare" quella brutta. Scommetto che 'sta cagata la conoscete, anche e soprattutto se avete 12 anni o meno.
Diciamolo subito così tolto il dente, tolto il dolore: Il vegetale non è un filmone. È recitato maluccio. Ha una sceneggiatura scritta da Gennaro Nunziante banalotta che unisce una comicità non esattamente innovativa con una storiella dai risvolti sociali pseudo impegnati sulla situazione lavorativa dei giovani d'oggi. La trama sembra quasi quella de Il ragazzo di campagna con Renato Pozzetto, solo ribaltata al contrario: in questo caso abbiamo un ragazzo milanese che se ne va a lavorare in campagna.
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"Col trattore in tangenziale, andavo a comandare. Taac." |
La regia poi è di stampo televisivo, intendo stile fiction di Canale 5 di quelle in cui recito io tipo L'isola di Pietro, non le robe ricercate che vi guardate voi giovani su Netflix, ed è curata sempre dallo stesso Nunziante, che è quello dei film di Checco Zalone.La differenza principale, e scusate non è una roba da poco, è che il protagonista in questo caso non è Checco Zalone, uno che, piaccia o meno, è a suo modo un fenomeno. Il protagonista è l'esordiente Rovazzi, il mio amichetto, quello con 'sti inguardabili capelli sparati all'indietro, uno che è del tutto inespressivo e quindi nella parte del vegetale ci può stare. Diciamolo sottovoce, così non mi sente, che è anche l'unica parte che può e potrà mai fare. A meno che non prenda lezioni di recitazione per qualcosa come venti o trent'anni e poi magari ne riparliamo.
Comunque come vegetale il ragazzo se la cava, dai, voglio essere buono. Ogni tanto mi piace mangiare la merda, è vero, lo confesso, sono un coprofago, però fondamentalmente sono un tipo buono. Anche perché mica bisogna discriminare le persone in base a ciò che mangiano. Il tizio che mi ha invitato qui su questo blog ad esempio è cannibale, e cavoli suoi. Ci sono poi i vegetariani, i vegani, e c'è anche Il vegetale.
Sarà che a me piace la merda, ma sinceramente da questo film mi aspettavo di peggio. Certo, riesce a far sorridere a malapena giusto in qualche occasione, e senza mai far scoppiare una risata vera e propria. Certo, la presenza della parte romantica è davvero stiracchiata e forzata e si sente la presenza alla produzione dietro di Walt Disney Studios Motion Pictures, visto che la storiella d'amore procede senza manco mezzo riferimento sessuale.
Eppure nonostante tutti questi limiti come commedia leggera leggera si lascia guardicchiare, scivola via senza infastidire troppo, e non è la schifezza assoluta che era lecito attendersi. Quindi in un certo senso a pensarci bene è un poco deludente, eh.
Ah già, dimenticavo – dannato Alzheimer – che c'è un'apparizione di Barbara D'Urso. Quindi un po' trash questo film riesce a esserlo.
Nel complesso comunque voglio essere incoraggiante nei confronti del mio pseudo amico Rovazzi. Dai, Fabio, uno su mille ce la fa e tu, tra tutti i giovani di talento che ci sono, anche se non sai né cantare né rappare né recitare e in pratica non sai fare un ca', ce l'hai fatta. Stai avendo un buon successo. Non è una cosa da tutti essere così mediocri e fare strada. Io però voglio darti un consiglio. Di canzoni per un po'è meglio se non ne fai più, che stiamo bene senza. Recitare poi basta, anche perché come detto a parte il ragazzo vegetale non so che altri ruoli potresti ottenere. In questo film ho però visto che in campagna te la cavi davvero bene, sei proprio a tuo agio. Col trattore in tangenziale, mio caro Rovazzi, la terra vai a zappare.
Alternativa: un posto nel nuovo governo, magari al ministero dell'Agricoltura, vuoi che non te lo trovino?
Alternativa: un posto nel nuovo governo, magari al ministero dell'Agricoltura, vuoi che non te lo trovino?
(voto 5/10)