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A casa Muccino tutti bene, ma non benissimo

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A casa tutti bene
Regia: Gabriele Muccino
Cast: Stefano Accorsi, Carolina Crescentini, Elena Cucci, Tea Falco, Pierfrancesco Favino, Claudia Gerini, Massimo Ghini, Sabrina Impacciatore, Gianfelice Imparato, Ivano Marescotti, Giulia Michelini, Sandra Milo, Giampaolo Morelli, Renato Raimondi, Stefania Sandrelli, Valeria Solarino, Gianmarco Tognazzi, Elisa Visari


Gabriele Muccino is back in Italy!

Aò, ma come sto a parlà? Gabriele Muccino è finalmente tornato in Italia dopo aver fatto il figo, o cercato di fare il figo a Hollywood, li mortacci sua. Per qualche tempo gli è anche andata bene, a sto fijo de na... ma non benissimo. Ha girato il film peggiore e più ruffiano della sua intera carriera, e forse dell'intera storia del mondo, ovvero La ricerca della felicità, con cui ha ottenuto un grande successo di pubblico, il plauso della critica e pure una nomination agli Oscar per l'interpretazione del principe de Tor Vergata... volevo dire de Bel-Air. Poi con Sette anime la gente ha cominciato a rendersi conto che i film ammericani di Muccino erano delle gran fregnacce e la fortuna ha cominciato a voltargli le spalle.

Con la coda tra le gambe, e qualche chiletto addosso di più perché negli Usa è impossibile non ingrassare, Gabriele ha cominciato timidamente a rimettere i piedi sul suolo italiano. O meglio, un solo piede. Prima con L'estate addosso, produzione made in Italy che però è stata girata in gran parte tra San Francisco e New Orleans, e quindi il ritorno del figliol prodigo si poteva definire parziale. A casa tutti bene segna invece il suo totale comeback...

Comeback? Aò, la devo smettere de vo' fa l'ammericano-mericano-mericano come Muccino un tempo. A casa tutti bene è un ritorno alle origini. Alle atmosfere del suo film più celebre e celebrato, L'ultimo bacio. È una muccinata coi fiocchi!


A vedere la prima parte non si direbbe. Sembrerebbe un Muccino più dolce, più docile, più domato dalla lezione del cinema politically correct a stelle e strisce. Un Muccino dai toni misurati, quasi British, what the fuck? Scusate, translation: e che cazzo?
A metà visione però la pellicola esplode con una deflagrazione e da lì si riconosce il Muccino de 'na vorta, quello più urlante. Quello più DRAMA!


Fuck yeah!
Intendevo dire: cazzo sì!

Nella seconda parte il film si trasforma in una Muccinata totale, una di quelle che una volta era tanto bravo a cucinare, prima di trasferirsi a Hollywood e cucinare all'americana, anziché all'italiana. Invece di provare a scimmiottare i registi e lo stile d'Oltreoceano, qui Gabriele torna a metterci se stesso. Ha girato un lavoro molto personale, piaccia o meno. Questo è un film che parla di tornare a casa, proprio come ha fatto lui. E parla di problemi famigliari. Chissà da dove ha preso ispirazione?





Tra una prima parte leggera come i suoi primi lavori, Ecco fatto e Come te nessuno mai, e una seconda più intensa e corale, come L'ultimo bacio e Ricordati di me, Muccino rielabora insomma il suo cinema, il suo migliore cinema, e lo propone in una veste leggermente rinnovata, più consapevole dei propri mezzi. Un ritorno al passato gradito, che dimostra come cambiare aria per un po' possa far bene, ma "there's no place like home" [Dorothy cit.].



Adesso, dato che da poco è finito l'anno scolastico, è l'ora delle pagelle. A casa tutti bene presenta un cast all-star, anzi diciamo di tutte-stelle visto che sono tutte italiane. E allora diamo un voto a ognuno di loro, come fa La Gazzetta dello Sport (e qualsiasi altro giornale sportivo) con i calciatori, visto che, oltre che periodo di pagelle scolastiche, è pure periodo di Mondiali.


Stefano Accorsi: voto 7+


Nella parte del 40enne scrittore tormentato in fuga da una vita ordinaria è semplicemente perfetto. Sembra la versione cresciuta dell'Alex interpretato in Jack frusciante è uscito dal gruppo. Se fossi una tipa a un tipo così gli spalancherei subito le gambe davanti, proprio come fa Elena Cucci nel film. Eterno Peter Pan.


Carolina Crescentini: voto 7

La parte della nevrotica sclerata iper-gelosa le calza a pennello. Spero per lei di no, ma è destinata a diventare la nuova Margherita Buy. Nevrotica.


Elena Cucci: voto 7+

Prima d'ora non la conoscevo. Sarà perché nel curriculum “vantava” cose come Un medico in famiglia, Centovetrine e il film Mister Felicità di e con Alessandro Siani. Dai che con il film di Muccino e in versione bionda ha svoltato. Rivelazione.


Tea Falco: s.v.

Appare giusto in una breve scena di ambientazione parigina e poi non si vede più. Per fortuna. Se si attivano i sottotitoli quando parla, comunque, non è così male. Incomprensibile.


Pierfrancesco Favino: voto 6-

Sinceramente quest'anno ho apprezzato di più Favino al Festival di Sanremo. E io quest'anno Sanremo non l'ho praticamente visto. Sarà anche un attore decente, ma non è certo il fuoriclasse che si dice in giro, proprio come Messi. Sopravvalutato. Molto.


Claudia Gerini: voto 4

Non so perché, ma non ce la faccio a sopportare la Gerini. E pensare che ai tempi dei suoi esordi cinematografici con Carletto Verdone, in Viaggi di nozze e soprattutto Sono pazzo di Iris Blond, mi piaceva parecchio. Adesso però, che sia qui o in Suburra - La serie o persino nell'inspiegabilmente osannato Ammore e malavita, la trova davvero pessima. Scandalosa.


Massimo Ghini: voto 5

Il suo è forse il ruolo più complicato della pellicola. Un uomo malato di Alzheimer che ogni due secondi si scorda le cose (peggio di me!). Difficile non trasformare un personaggio simile in una macchietta ridicola e diciamo che Massimo Ghini non riesce nell'impresa. Non all'altezza.


Sabrina Impacciatore: voto 6,5

Sabrina Impacciatore sarebbe un'attrice davvero niente male. Peccato che, a parte Muccino e pochi altri, se la filino in pochi. Per me è un po' la nostra Juliette Lewis. Sottovalutata. Molto.


Ivano Marescotti: voto 6,5

Il suo personaggio tira fuori le battute più divertenti. Adesso non sto a ripeterle, fate meglio a recuperarvi il film che non è così male come credete. Spassoso.


Giulia Michelini: voto 8

Tutti a dire di quanto Giulia Michelini fosse brava in Rosy Abate e io a domandarmi: “Qualcuno che recita bene in una fiction Mediaset? Certo, come no?”. E invece questa è brava sul serio. A un certo punto il suo personaggio sclera e in una scena si divora tutti gli altri attori dell'intero ricchissimo e prestigiosissimo cast. Come si dice nel basket: è lei l'MVP della partita. Fenomena.


Sandra Milo: voto 5

Dal ritorno sulle scene, se non altro in un film visto da più di 2 persone, della diva anni '60 che lavorava con Federico Fellini mi aspettavo di più. Il suo invece è il personaggio più anonimo e incapace di lasciare il segno. Colpa sua, o della sceneggiatura? Rifatta... volevo dire, da rifare.


Giampaolo Morelli: voto 4
"Voto 4, oh yeah!"

Attore che non capisco. Non capisco proprio quando parla. Peggio di Tea Falco. Incomprensibile - Parte II.


Stefania Sandrelli: voto 5,5

Ha la rassicurante parte della madre che ha una parola buona per tutti. Peccato che in un DRAMA mucciniano come questo un personaggio e un'interpretazione così miti finiscano per rimanere inevitabilmente in disparte. Sottoutilizzata.


Valeria Solarino: voto 6

Attrice che non mi ha mai fatto impazzire, ma che qui tutto sommato riesce a sfangarla nelle non troppe scene che Muccino le concede. Caparbia.


Gianmarco Tognazzi: voto 7,5

Fantastico nel ruolo della pecora nera della famiglia. E pure al piano non se la cava niente male e riesce a far cantare tutti, regalando con i suoi pezzi molto nazional-popolari un tocco emotivo in più al film. Mattattore.


Elisa Visari: voto 6,5

L'altra rivelazione del film. La giovane interprete della figlia di Favino e Solarino ha una recitazione ancora acerba, ma è caruccia e di lei è probabile che sentiremo parlare ancora. Muccino ha già trovato la nuova Matilda Lutz, l'ormai quasi star hollywoodiana da lui lanciata con il precedente sottovalutato L'estate addosso? Da tenere d'occhio.


Allenatore Gabriele Muccino: voto 7

L'aria di casa fa bene all'allenatore locale, che riesce a tenere unito un gruppo ricco di "primedonne". E con primedonne intendo soprattutto Accorsi e Favino, più che le donne del cast. Da alcuni dei suoi giocatori riesce a ottenere il massimo, da altri meno, ma tutto sommato non era impresa facile trasformare in una squadra vera un elenco di nomi celebri del genere. Inoltre riesce a tenere il ritmo di gara alto per tutti i 90 minuti (e forse pure qualcuno in più) della durata della partita e ci regala qualche bella inquadratura, che ci ricorda perché Hollywood a un certo punto si era invaghita del suo stile. Rinato. E pure dimagrito.

(voto al film A casa tutti bene 7/10)



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