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Matilda De Angelis ha messo all'asta su Internet la sua verginità.
Scusatemi tanto, ma devo scappare. Devo andare a fare la mia offerta all'asta?
Certo, ma prima ho un'altra cosa da fare. Devo procurarmi un bel malloppo per poter fare un'offerta decente. Solo che al momento, tanto per cambiare, sono al verde e quindi ho bisogno di racimolare soldi in fretta. Come fare?
Potrei mettermi a cucinare cristalli di metanfetamina come Walt White di Breaking Bad, solo che mi sono appena ricordato di non essere un professore di chimica e, anzi, io di chimica al liceo avevo 4. Quando la mia prof di chimica non era troppo impegnata a darmi 3. Oppure a cucinare cristalli di metanfetamina.
Potrei letteralmente andare a dare via il culo, ma questa lasciamola come ultima possibilità, ok?
Potrei invece dare via qualcos'altro di mio che non sia il culo... Cosa possiedo di prezioso?
Ci sarebbe la mia fantastica collezione di CD e di musicassette anni '90, che spazia dai Nirvana alle Spice Girls, ma non credo che oggi come oggi abbiano un gran valore. Sono tutti fissati con la musica in streaming, al limite con i vinili, mentre i CD così come le musicassette poverette non se li fila più nessuno.
Mi sa quindi che mi tocca dare via un'altra parte del mio corpo. Il fegato?
Non lo so. Quest'estate ho bevuto qualche birretta di troppo e non credo sia molto onesto vendere un prodotto chiaramente fallato, spacciandolo per buono. Dai, ho deciso: vendo un rene, che tanto se non ho fatto male i calcoli me ne resta pur sempre uno, e poi i reni sono sempre molto richiesti al mercato. Nero.
DUE MESI DOPO...
Ciao ragazzi. Volevo farvi sapere che sono ancora vivo dopo aver venduto un rene. Anche se non sto troppo bene. A tirarmi su il morale c'è comunque il fatto che ho fatto su 100 mila euri e ora posso offrirli all'asta per la preziosa verginità di Matilda, che scade giusto oggi.
Vediamo un po' come va l'asta. In testa in questo momento c'è una certa Asia A con 90 mila euri offerti. Credo di sapere chi è. Pensavo le piacessero soltanto i ragazzini, gli uomini attempati e gli artisti maledetti, ma evidetemente non riesce a resistere nemmeno alle giovani attrici di talento come la De Angelis. Buon per lei, comunque non c'è problema. La supero offrendo tutti i miei splendenti 100 mila euri ricavati dalla vendita del rene.
Dai che mancano pochi minuti allo scadere dell'asta, pochi secondi e...
NOOOOOOO!
Qualcuno all'ultimo ha offerto 101 mila euri e io non ho 102 mila euri per poter rilanciare. Dannazione, mi ha superato... ma chi è?
Si tratta di un certo Silvio B. Chissà chi è?
Non ne ho proprio idea. Vabbé, vorrà dire che, anche se non è la stessa cosa, mi consolerò guardando il film di finzione liberamente ispirato a questa vicenda che ha come protagonista la stessa Matilda De Angelis e che si chiama...
Youtopia
Regia: Berardo Carboni
Cast: Matilda De Angelis, Alessandro Haber, Donatella Finocchiaro, Federico Rosati, Pamela Villoresi, Lina Bernardi
Finalmente mi guardo questo Youtopia, pellicola massacrata e spernacchiata un po' ovunque e devo dire che, al termine della visione, posso capire il perché. Youtopia è un film che a tratti cerca di spiccare il volo con scatti artistici e autoriali, che però finiscono per risultare non necessari e sul ridicolo andante. Per il resto comunque il regista Berardo Carboni, già autore di Shooting Silvio, non ha un occhio malvagio.
Ci sono ad esempio le discrete parti ambientate nel mondo della realtà virtuale, quello in cui Matilda De Angelis si rifugia per evadere dai problemi della sua vita, realizzate con animazioni che non fanno certo gridare al miracolo, tutt'altro, ma che a me non sono sembrate poi peggiori ad esempio di quelle ben più costose e pompate del sopravvalutato e avatariano Ready Player One di Steven Spielberg, tanto per dire.
A livello di interpretazioni cominciano ad arrivare le note dolenti. Non mi riferisco certo a Matilda, che convince in pieno. Non parlo solo delle scene in cui si esibisce davanti alla web cam senza veli, nonostante quelle da sole valgano la visione dell'intero film. È bello il modo in cui, con grande naturalezza, è riuscita a caratterizzare il suo personaggio. E anche a differenziarlo rispetto ad altre sue interpretazioni. Per quanto quello della ragazza un po' tormentata e problematica sia diventato il personaggio in cui è incasellata, si vedano il suo folgorante debutto Veloce come il vento e la piacevole serie Rai Tutto può succedere, qui lo propone con una sfumatura differente. Più disperata, ma non deprimente. Così come il film. Per quanto regali una visione della vita, e in particolare della sessualità, tutt'altro che positiva, possiede comunque un abbozzo di luce, di speranza che lascia ben sperare anche per il regista Carboni e soprattutto per la protagonista De Angelis.
Meno, molto meno bene gli altri membri del cast. Complice un personaggio così sessuomane e malvagio da apparire (volontariamente?) caricaturesco, Alessandro Haber fa una figura davvero barbina che rischia di affossargli la carriera. E sì che ha lavorato pure con Leonardo Pieraccioni.
Donatella Finocchiaro poi, nella parte della madre di Matilda, una donna che affoga nell'alcol i suoi problemi economici e famigliari, è tragica. Non in senso buono.
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"Grazie Cannibal per aver menzionato anche me e non solo Matilda." |
C'è anche la novità di non belle speranze Federico Rosati, nel ruolo del farmacista precario che lavora per Haber, che pure lui scade nel tragicomico. Colpa del personaggio? Colpa di dialoghi onestamente bruttini? Colpa della sceneggiatura?
Ecco, la sceneggiatura non è esattamente il massimo della vita, ma spesso nemmeno la vita è il massimo della vita. Non quando ti trovi costretto a mettere all'asta su Internet una parte importante di te. Lì capisci di aver toccato davvero il fondo.
E a proposito di fondo, adesso che siamo arrivati al termine del post vi segnalo che ho aperto un'asta sul dark web per vendere i miei servigi come recensore cinematografico a pagamento. Stranamente non è ancora arrivata alcuna offerta. Manco da Asia A o da Silvio B. Chissà perché?
(voto 6-/10)