Chiara Ferragni - Unposted
Regia: Elisa Amoruso
Cast: Chiara Ferragni, Fedez, Paris Hilton
Ci sono cose che non capisco. Non ne capisco di cinema, lo dico subito. Il fatto che fossi più curioso di guardare Chiara Ferragni - Unposted rispetto a The Irishman, l'ultimo (presunto) capolavoro di Martin Scorsese, la dice lunga in proposito. Perdonatemi ma, in quanto blogger, personalmente mi interessa di più un lavoro che parla della carriera di una blogger di oggi, per quanto fashion blogger, rispetto a un film che parla della carriera di un gangster a cavallo tra gli anni '50 e '70, per quanto di Martin Scorsese.
Il fatto poi che io abbia un blog di cinema, che per la cronaca è quello che state leggendo in questo momento, non significa per forza che debba anche possedere un buon gusto in fatto di cinema. Così come il fatto che Chiara Ferragni sia una fashion blogger non significa per forza che abbia un buon gusto in fatto di moda, ahahah.
Ci sono altre cose che non capisco. Non capisco ad esempio quelli che prendono per il culo, o addirittura che odiano Chiara Ferragni. Così. Senza una vera ragione. Quelli che la considerano un'idiota, una bionda senza cervello, e poi su Instagram pubblicano gli stessi selfie che fa lei: con il figlio, con il marito/compagno/compagna, con un piatto davanti, mentre si provano un abito nuovo, un taglio di capelli nuovo, un look nuovo... cose del genere. L'unica differenza è che lei ci guadagna a quanto pare 12 mila dollari e forse anche di più a ogni scatto postato, loro niente. Chi è l'idiota adesso?
Ok, quello del fashion blogger e dell'influencer non sarà magari il lavoro intellettualmente più elevato che si possa fare, però tante professioni non lo sono. Chessò, il muratore. Qualcuno di voi si sogna di andare a insultare una persona soltanto perché fa il muratore e non scrive trattati filosofici?
Non penso. Ogni lavoro è a suo modo rispettabile, soprattutto quando lo si fa con passione. Ed è innegabile che Chiara Ferragni faccia con passione la fashion blogger, la influencer, ma anche l'imprenditrice digitale. Quello che più emerge dalla visione del docufilm Chiara Ferragni - Unposted è proprio la sua fissazione nei confronti dei social. Per certi versi è persino preoccupante, però se ad esempio un pilota è patito di motori, nessuno ci vede niente di male. Perché allora la mania per i social di una persona che sui social ci lavora dev'essere qualcosa di tanto negativo?
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"Sbaglio o questa potrebbe essere la prima recensione più o meno positiva nel mondo del mio film?" |
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"Cannibal, vuoi farmi commuovere?" |
Chi accusa Chiara Ferragni di superficialità, e poi si rifiuta di vedere il docufilm su di lei, non è una persona ancora più superficiale?
Non dico che Chiara Ferragni - Unposted sia una visione fondamentale. Le vostre vite possono proseguire benissimo anche senza. Per chi vuole capire qualcosa in più su un fenomeno della pop culture di oggi, e anche un ottimo esempio di imprenditoria 2.0, io credo comunque che un'occhiata vada data. Dopodiché ci si può esprimere. E il giudizio non deve essere per forza positivo.
Chiara Ferragni - Unposted risulta interessante soprattutto quando prova a parlare dell'evoluzione del web, e dei modi di fare moda e non solo, negli ultimi 10 anni. Può essere inoltre utile vedere come una ragazza di Cremona sia riuscita a trasformare il suo blog personale, The Blonde Salad ideato nel 2009, e l'abbia trasformato in un trampolino di lancio per un vero e proprio impero mediatico ed economico. Io con il mio blog creato nel 2008, il qui presente Pensieri Cannibali, mi sono anche preso qualche soddisfazione, ma niente di paragonabile a quanto raggiunto dalla Ferragni, quindi tanto di cappello a lei. Sarà anche la Elle Woods della blogosfera (e se non capite il riferimento forse pure voi qualche lacuna cinematografica ce l'avete), però onore per quello che è riuscita a fare.
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"Sì, è vero. Io e Chiara ci siamo conosciute ad Harvard. Non si direbbe?" |
Unposted risulta invece meno riuscito quando, più che un DocuFilm, comincia a sembrare un DocuSelfie. Un'autocelebrazione eccessiva di un personaggio che, come notato sopra, ha trasformato un blog in un'azienda e che ce l'ha fatta a imporsi in un ambiente chiuso ed elitario come quello della moda. Detto questo, allo stesso tempo non è che stiamo parlando di una persona che sta salvando il mondo. Alcuni momenti risultano quindi una marchetta esagerata. Uno spot ingiustificato del suo brand. Un film PER Chiara Ferragni, più che un film SU Chiara Ferragni.
Peccato, perché la regista Elisa Amoruso per una parte del lavoro riesce a giocare bene con il materiale che ha a disposizione, dai filmati amatoriali della Chiara bambina/ragazzina fino alle riprese esclusive del suo matrimonio con Fedez, che tra l'altro quando compare in scena è la vera rivelazione del film e che quasi quasi si meriterebbe uno spin-off solista Fedez - Unposted tutto per lui.
La Amoruso riesce inoltre a dare al tutto un buon ritmo, usando uno stile molto MTV, molto social, molto figoso (altro riferimento cinematografico alto), perfetto per il personaggio di cui parla, sfruttando tra l'altro in maniera efficace la colonna sonora. Nella parte finale si corre il rischio di emozionarsi, o quasi, sulle note di Daydreaming dei Radiohead. Proprio così: nella colonna sonora di Chiara Ferragni - Unposted c'è spazio per i Radiohead e non per i Backstreet Boys, non ve l'aspettavate questa?
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"Io di questa cosa veramente non ne sapevo niente..." |
A mancare a questo film è un conflitto. Un lato oscuro. Qua e là, molto brevemente, si menziona la figura di Riccardo Pozzoli, il suo ex che ha giocato un ruolo importante nei primi passi della sua carriera e che a un certo punto è scomparso dalla sua vita. Per essere un documentario davvero completo, davvero imparziale, ci sarebbe dovuta essere anche la sua voce. La sua versione dei fatti. Manca un contraddittorio. Sarebbe stato interessante anche dare voce a qualcuno dei suoi haters, per capire cos'hanno tanto da odiare della Ferragni. Avrebbero contribuito a rendere più sfaccettato il racconto.
Nel film biopic Bohemian Rhapsody, che pure a molti è sembrato troppo celebrativo nei confronti della figura di Freddie Mercury, a un tratto il cantante con il suo comportamento distruttivo diventa quasi il villain del lavoro. Questo non succede assolutamente in Unposted. Sarà perché la 32enne Chiara Ferragni non ha, non ha ancora almeno, mai sviluppato un lato così negativo. Parlare di film “propaganda, di quelle che pensavamo adatte a Kim Jong-un”, come fatto da Paolo Mereghetti sul Corriere della Sera, mi sembra però francamente eccessivo, una provocazione gratuita giusto per fare parlare di sé, un espediente da influencer furbetto per avere più views e più like. Solo che un numero tanto elevato di interviste entusiastiche che parlano di lei come di una figura innovativa nell'ambiente fashion degli ultimi anni, senza che nessuno abbia la benché minima parola di critica nei suoi confronti, aggiunte ai momenti in cui la stessa fashion blogger si commuove parlando di se stessa, impediscono al documentario di risultare vero al 100%. Un paradosso per chi, come Chiara Ferragni, ha sempre costruito la sua immagine sulla spontaneità, reale o meno che possa essere, e sull'apparire senza filtri. Instagram e non solo.
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Ooh, che immagine poetica, naturale e spontanea..." |
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...ok, forse non proprio del tutto spontanea. |
Ci sono cose che non capisco. E poi ci sono cose che probabilmente voi non capirete. Tipo come si fa a dare la sufficienza a Chiara Ferragni - Unposted. A ognuno i suoi dilemmi.
(voto 6/10)