Ecco alcune serie TV viste sotto l'ombrellone. È solo un modo di dire. Non è che le ho proprio viste fisicamente sotto l'ombrellone. Al massimo sotto l'Umbrella Academy. Ahahah, che battuta!
Serie top del mese
Lovecraft Country
(stagione 1, episodi 1-2)
“Le storie sono come le persone. Il fatto che ti piacciano non le rende perfette. Provi solo ad amarle, trascurando i difetti.”
“Sì, ma i difetti rimangono.”
Questo è uno dei primi dialoghi di Lovecraft Country, la nuova serie TV di HBO. Non priva di difetti, ma io sto provando solo ad amarla. E ci sto riuscendo. Il pilot è uno dei più promettenti visti di recente.
Lovecraft Country ha tutto quello che una buona storia deve avere. Racconta un'avventura on the road. Uno di quei viaggi stile Il Signore degli Anelli, ambientato però non in un mondo fantasy, bensì negli Usa degli anni '50 ancora nel periodo della segregazione. C'è una tematica impegnata e impegnativa come quella razziale, affrontata in maniera originale e avvincente. C'è uno sguardo al passato che porta riflessioni sul presente. Ci sono dei rapporti famigliari conflittuali. C'è una potenziale storiona d'amore, forse anche un triangolo sentimentale. Ci sono dei contorni horror da brivido. C'è l'influenza delle opere dello scrittore H. P. Lovecraft rilette in modo personale. O almeno credo. A parte aver visto il film Il seme della follia, di Lovecraft non so nulla.
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"Al cinema con i popcorn e senza mascherina? Sono proprio un folle." |
Ci sono personaggi per cui fare il tifo e c'è un ottimo cast, capitanato dall'attore rivelazione Jonathan Majors...
...da Jurnee Smollett, che adoro dai tempi della serie TV Friday Night Lights, in cui recitava insieme a Michael B. Jordan, e che quest'anno tra Birds of Prey e Lovecraft Country rischia finalmente di fare il botto...
...e da Courtney B. Vance, già grandioso in American Crime Story nella parte dell'avvocato di O.J. Simpson.
E poi a un certo punto compare Abbey Lee, modella e attrice vista brevemente in Mad Max: Fury Road e The Neon Demon, ed è difficile non rimanere folgorati dal suo sguardo.
La serie qua e là ricorda vagamente Watchmen, Preacher e pure True Blood. Si sente anche il tocco da horror a tematica razziale stile Scappa - Get Out e Noi del produttore Jordan Peele e il senso del mistero stile Lost dell'altro produttore J. J. Abrams. Il tutto però proposto in maniera originale e imprevedibile. Al punto che è difficile prevedere se questa sarà la serie rivelazione dell'anno o se, dopo il suo scoppiettante esordio e un secondo episodio affascinante ma parecchio differente, si perderà per strada. Intanto c'è una gran voglia di scoprirlo, proseguendo il viaggio.
Biohackers
(stagione 1)
È una serie tedesca e va su Netflix. No, non è Dark. Si chiama Biohackers ed è umanamente comprensibile. Non che si capisca proprio tutto tutto, visto che è ambientata nel mondo della biotecnologia e delle sperimentazioni genetiche e quindi ok, un sacco di cose non sono molto chiare a dire la verità. Per fortuna, ci sono anche complotti thriller in ambiente universitario alla How to Get Away with Murder, un leggero tocco teen e comedy di accompagnamento, e pure un bel triangolo sentimentale.
Tra le altre cose si parla anche di virus, quindi è una serie attualissima, però non si parla di lockdown, quindi non fa prendere troppo male. Inoltre Biohackers è già stata rinnovata per una seconda stagione, quindi non bestemmierete troppo dopo il finale aperto.
La protagonista della serie è Luna Wedler, giovane emergente vista nei film Blue My Mind e Vicino all'orizzonte. L'attrice svizzera migliore dai tempi di Michelle Hunziker in Alex l'ariete... Ok, fate finta che non abbia mai detto quest'ultima cosa.
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"Michelle Hunziker è un'ottima attrice! Ah no, scusate. L'ho confusa con il Gabibbo." |
Hoops
(stagione 1, episodi 1-6)
Hoops...I did it again. Alle serie animate sboccate in stile South Park e Big Mouth non riesco proprio a resistere. Hoops rischia di essere il cartone animato più volgare di sempre. Cazzo, per numero di parolacce al minuto credo possa competere con The Wolf of Wall Street di Martin Scorsese, porca troia!
Avete presente Tornare a vincere, il recente film con Ben Affleck? Hoops è in pratica la sua versione animata e priva di buonismo. Il protagonista è un tipo irascibile e ubriacone che fa il coach di basket in un liceo. Per lui però la redenzione è ben lontana, e per fortuna. Hoops sconfigge il politically correct non a suon di tiri da tre bensì di battute e di momenti comici. Non avrà la profondità di un BoJack Horseman, almeno non ancora, ma è oggi una delle cose più divertenti in cui ci si può imbattere.
The Umbrella Academy
(stagione 2, episodi 1-8)
Riassunto delle puntate precedenti: The Umbrella Academy è quella serie supereroistica che può piacere anche a chi i supereroi li schifa, un po' come The Boys, ed è ispirata all'omonimo fumetto di Gabriel Bà e Gerard Way, quest'ultimo anche cantante dei My Chemical Romance. La prima stagione era molto figa, e la seconda?
Forse lo è ancora di più. A rendere il tutto più affascinante ci pensa l'ambientazione negli anni '60. Fondamentalmente, la novità fondamentale è questa. Hanno cambiato la collocazione temporale e poco altro. Il cast è rimasto invariato, c'è giusto un gradito maggiore spazio alla scatenata cattivona Kate Walsh, attrice che venero fin dai tempi in cui era la rivale dell'insopportabile Meredith Grey in Grey's Anatomy e che poi ha dimostrato di essere fenomenale in Tredici e Bad Judge.
Mentre la new-entry principale, anch'esse gradita, è la letteralmente pazzesca Ritu Arya.
Ci si potrebbe lamentare del fatto che la trama è in pratica uguale identica a quella della stagione 1. C'è sempre una fine del mondo da sventare e sembra esserci di mezzo sempre Vanya. I personaggi però sono così idoleschi, su tutti Klaus (Robert Sheehan) in versione guru hippie, e ci sono un sacco di scene figose, accompagnate da una colonna sonora variegata e sorprendente, che tutto funziona ancora alla grande. Per la stagione 3 suggerirei qualche maggiore variazione nella storia, ma per ora va bene così.
Serie così così del mese
Get Even
(stagione 1, episodi 1-2)
Get Even è la risposta britannica a Pretty Little Liars. Non lo dico per semplificare le cose. È proprio così. Basta sentire la sigla, “Secrets and Lies” di Ruelle. Anzi, basta solo leggerne il titolo per capire che anche qui è tutto giocato su segreti e bugie. La britannicità del tutto basta per renderla abbastanza differente?
Dopo i primi due episodi non l'ho ancora capito. Non escludo comunque la possibilità che la serie con gli episodi successivi possa trovare una via sua e possa anche diventare un godurioso guilty pleasure, ma non ditelo in giro. Got a secret, can you keep it?
Guilty Pleasure del mese
Teenage Bounty Hunters
(stagione 1, episodi 1-6)
Teenage Bounty Hunters. Come si può intuire dal titolo, le protagoniste sono due sorelle gemelle diverse teenager che si mettono a fare le cacciatrici di taglie. Il fatto che siano gemelle diverse non si capisce dal titolo, il resto sì. La serie è quindi un light crime alla Veronica Mars. La cose migliore di Teenage Bounty Hunters è però l'aspetto teen-comedy. Le due protagoniste sono delle autentiche idole. Sono superficiali e non prendono mai niente sul serio, come una Buffy Summers divisa in due parti. Nei loro panni ci sono Maddie Phillips, che ha una faccia buffa alla Cara Delevingne...
...e Anjelica Bette Fellini, una che con un cognome del genere ha il cinema nel sangue, anche se per il momento si deve accontentare della televisione.
Il loro "Giles" in questo caso è Bowser (Kadeem Hardison), un esperto cacciatore di taglie brontolone che fa loro da mentore, oltre a offrire loro un lavoro di copertura in una yogurteria.
Un po' come Warrior Nun, in cui si parlava di suore guerriere, anche in questo caso lo spunto di partenza può far pensare a una cazzata. Grazie all'ironia presente in dosi massicce, il risultato è invece così irresistibile che la visione scivola con enorme piacere. Chi ha voglia di vedere delle serie serie, quando in giro ci sono delle assurdità divertenti come queste?
Cotta del mese
Quintessa Swindell (Trinkets)
Trinkets è una serie adolescenziale che racconta di tre ragazze con un problema: hanno le mani lunghe. C'è chi va agli alcolisti anonimi, loro invece si conoscono a un gruppo di taccheggiatori anonimi. Che poi a fare i moralisti non dovrebbero restare anonimi, bensì i loro nomi dovrebbero essere fatti alle forze dell'ordine, ma questa è un'altra storia. Trinkets non sarà una serie fenomenale o una di quelle che cambiano per sempre la serialità, però io la adoro. Mi sono affezionato alle tre protagoniste: Brianna Hildebrand, già Testata Mutante Negasonica in Deadpool 1 e 2, Kiana Medeira, idola totale, e in questa seconda stagione mi sono preso una cotta in particolare per Quintessa Swindell, che con il suo nuovo look con le treccine spacca tutto.
Elle Fanning e Nicholas Hoult (The Great)
The Great è una serie molto valida. È una serie storica, sì più o meno, ma riesce a essere anche divertente. Ricorda come stile La favorita e Marie Antoinette, eppure ha una personalità sua. Nonostante tutto ciò, non riesce a prendermi del tutto e non sono ancora riuscito a finire la prima stagione. Non ho quindi capito se la serie sia davvero grande, però di una cosa sono sicuro. Elle Fanning e Nicholas Hoult sono grandi.
Lei è un'ottima Caterina la grande, fragile e forte allo stesso tempo.
Lui è l'imperatore Pietro III di Russia, esilarante e folle allo stesso tempo. Huzzah!