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Serial Killer di Aprile 2021: le serie che dovete guardare e quelle che potete continuare a ignorare

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Anche questo mese, come lo scorso, ho iniziato facendo il musone iper-critico di turno. Pensando: "Questo mese le serie le metto tutte tra i flop!". E poi all'improvviso sono uscite delle cose davvero niente male. In questo appuntamento mensile della rubrica di Pensieri Cannibali dedicata alla serie TV c'è quindi una sezione dei flop bella corposa, ma quella dei top per fortuna alla fine non è da meno.



Serie Top del mese

Anna
(miniserie)

Nel 2015 Nostradamus Ammaniti ha pubblicato Anna, un romanzo in cui parla di una pandemia che nel 2020 colpisce l'intera popolazione mondiale, risparmiando però i bambini. Le conseguenze nel suo caso sono un po' più estreme, visto che gli adulti spariscono quasi del tutto dalla faccia della Terra, però le similitudini con l'attuale pandemia da Covid-19 sono impressionanti. E inquietanti.

Io a uno come Ammaniti capace di prevedere come andranno le cose nel futuro un posto nel comitato tecnico-scientifico o nel governo lo darei. Magari anche il posto di un primo ministro che si è laureato con una tesi in cui sosteneva che non ci fossero le condizioni per una moneta unica europea, per dire.

"Ma di chi starà parlando?"

Dal suo stesso libro Ammaniti ha ora tratto una serie TV, girata 6 mesi prima che in Italia arrivasse il Coronavirus, che un tempo si sarebbe definita fantascientifico-distopica, mentre oggi appare quasi neorealista. Devo dire che, a parte lo spunto tristemente profetico, all'inizio non mi ha convinto un granché. Mi è sembrata un The Walking Dead con i bimbi famelici al posto degli zombie famelici.


Poco a poco però questa serie ambientata in una Sicilia post-apocalittica diventa sempre più personale, originale e devastante. Il terzo episodio è una mazzata come contenuti e uno splendore a livello visivo. Riesce persino a rendere poetica una canzone di Andrea Bocelli.


Oltre che come scrittore e come chiaroveggente, Nostradamus Ammaniti sta diventando sempre più bravo anche come regista e showrunner televisivo. Anna rischia di essere la serie dell'anno? A voler fare proprio i critici a tutti i costi, si può dire che, come in molte altre produzioni TV italiane, il livello di recitazione degli attori più grandi non è altezza di quello dei più piccoli, meno impostati e maggiormente istintivi, come la fenomenale protagonista Giulia Dragotto, ma, come si può intuire dall'idea iniziale della trama, tanto non è che qui di adulti ce ne siano tanti.

Unica avvertenza: dopo Anna, potreste non vedere più i bambini allo stesso modo.



Cruel Summer
(stagione 1, episodi 1-2)

Cruel Summer mi ha ricordato perché amo così tanto le serie TV. Non saremo a livelli eccelsi e non è uno show destinato a cambiare la storia del piccolo schermo, ma sa coinvolgere e far venire voglia che venga rinnovata per 10 stagioni. Anche se magari tra 2 o 3 episodi mi sarò già stufato e sarò passato ad appassionarmi a un'altra serie.

Cruel Summer parte da uno spunto narrativo forte: racconta la storia attraverso 3 anni, 3 estati differenti: quella del 1993, quella del 1994 e quella del 1995. Le tematiche sono tipicamente anni '90. Ci sono le tipiche dinamiche da teen drama di quel decennio, c'è la ragazza “sfigata” che poi diventa popolare, c'è la ragazza scomparsa misteriosamente, e la cosa figa è che il mistero da risolvere è diverso da quello che ci si potrebbe aspettare. Per non parlare di una colonna sonora che, tra Cranberries e Garbage, è così spettacolare che c'è da sborrarsi nelle mutande.


Poteva una serie adolescenziale ambientata negli anni '90 non piacermi?
Sì. C'è all'incirca la stessa probabilità che da un dialogo tra Matteo Salvini e Beppe Grillo esca una frase che non sia un'offesa per l'intelligenza e la dignità umana, ma c'è. O no?

Al di là del piccolo dettaglio che questa serie sembra scritta apposta per me, tanto che mi domando perché non ho avuto io l'idea di scriverla, il continuo saltare tra 3 piani narrativi differenti rende la visione di una serie altrimenti piuttosto semplice come un'esperienza oserei dire quasi impegnativa. Sai che stai vedendo un guilty pleasure, ma allo stesso tempo hai l'illusione di guardare qualcosa di complicato. E dopo un solo episodio, non puoi già più farne a meno.


The Nevers
(stagione 1, episodi 1-3)

Joss Whedon è una persona di merda? Non lo so, può darsi. Da quel che si dice in giro, non dev’essere proprio un’esperienza piacevole lavorare con lui.

"Adesso che abbiamo fatto lo scatto in cui sembriamo felici insieme, tornate subito al lavoro, sfaticate!"


Joss Whedon sa come si crea una serie? Questo lo so: di sicuro sì. Il “papà” di Buffy l’ammazzavampiri, ma anche di Angel, Dollhouse, Firefly, Agents of S.H.I.E.L.D. e della webserie sperimentale Dr. Horrible’s Sing-Along Blog, l’ha fatto di nuovo. A parte infastidire qualcuno dei suoi attori sul set, intendo. Ha ideato una nuova serie, The Nevers, ambientata nella Londra vittoriana e che racconta le vicende di gruppo di metaumani, per lo più donne, chiamati “i Toccati”, dotati di abilità speciali.


Il risultato? Sembra un assurdo incrocio tra Miss Peregrine - La casa dei ragazzi speciali e Bridgerton, ma soprattutto ricorda Buffy. Per l’ironia, perché ha una protagonista badass, per la capacità di inventarsi un universo narrativo tutto suo più che una semplice serie, per i lampi di poesia che arrivano inaspettati tra una scena action e una battuta. Nel bene e nel male, Joss Whedon sa sempre come spiazzarti, come lasciarti lì come se fossi Morgan mollato sul palco da Bugo. 



Made for Love
(stagione 1)

Avete presente i profili di coppia? Sono una delle più grandi aberrazioni della società contemporanea, l'equivalente social di un Human Centipede, ma c'è di peggio. Made for Love porta il concetto di profilo di coppia a un livello superiore: la connessione totale di due persone. Due cervelli al posto di uno. Due cuori e una capanna, anzi un corpo solo. Pur partendo da uno spunto horror agghiacciante venuto all'Elon Musk di turno, questa è una serie comedy. Una dark comedy che all'inizio può ricordare alcuni episodi di Black Mirror, o le recenti Soulmates e La coppia quasi perfetta, ma ben presto sa trovare la sua strada. Protagonista è la nuova regina del distopico, Cristin Milioti, già vista nell'episodio in stile Star Trek del citato Black Mirror e nel film sui loop temporali Palm Springs.


Con questa serie non è scoppiato l'amore assoluto, quello che ti fa venire voglia di mettere su un profilo di coppia per dire, ma un'infatuazione è comunque scattata.



Serie Flop del mese

Clarice
(stagione 1, episodi 1-2)

Avete presente Il silenzio degli innocenti?

"Sì, credo di averlo sentito nominare una o due volte."

Ecco, Clarice non c'entra niente. Cioé sì, Clarice è proprio quella Clarice, Clarice Starling, ma le analogie si fermano qui. Il confronto con Jodie Foster e l'interpretazione più grandiosa della sua carriera, giustamente premiata con l'Oscar, sarebbe impetuoso per chiunque. La protagonista della serie Rebecca Breeds quindi ha deciso di non provare manco a sforzarsi di essere anche solo lontanamente alla sua altezza. C'ha proprio rinunciato, e almeno di questo le va dato atto.


Al di là dei suoi tentativi di connettersi al film del 1991 di Jonathan Demme è una serie procedural crime piuttosto nella norma, senza infamia e senza lode. Chi spera di trovarci qualcosa di più però resterà parecchio deluso.


Shameless
(stagione 11, episodio 12 - series finale)

Shameless è una delle serie che ho seguito più a lungo nella mia vita. Se non ricordo male, sono arrivato fino all'ottava stagione. L'unica altra serie cui sono arrivato fino all'ottava stagione credo sia 24. Le altre o sono finite prima, o sono finito io prima.

Anche se non la guardavo più da qualche anno, mi sono comunque visto l'ultimissimo episodio della serie, arrivata all'undicesima stagione, e mi sono ritrovato come se non me fossi mai andato di casa. I Gallagher sono sempre gli stessi di come li ricordavo ed è stato un piacere rivederli. L'episodio però si trascina stancamente, ricordandomi perché a un certo punto avevo abbandonato la visione: le idee ormai erano finite e non c'era più niente da dire. Inoltre senza Fiona, interpretata dalla grandiosa Emmy Rossum, la serie non aveva davvero più senso di esistere e la sua mancata partecipazione all'ultimo episodio, manco per un cameo, è una grande delusione.


La buona notizia è che la scena conclusiva fa onore allo show ed è assolutamente in linea con lo spirito della famiglia Gallagher. Per il resto non si può certo dire sia stato un season finale particolarmente fenomenale.


Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino
(stagione 1, episodi 1-3)

Titolo alternativo: Noia, i ragazzi dello zoo di Berlino.

Nonostante qualche raro momento ispirato, in cui la serie lascia intravedere delle cose abbastanza buone, i primi due episodi mi sono sembrati parecchio confusi e pasticciati. La serie vorrebbe essere uno sguardo nostalgico e moderno allo stesso tempo della Berlino degli anni '70. Vuole farci avvicinare ai suoi personaggi, e contemporaneamente ci tiene a una distanza di sicurezza.

Magari con gli episodi successivi le cose si fanno più interessanti, e ho intenzione di proseguire nella visione, ma per adesso queste prima tre dosi non m'hanno dato la botta e la dipendenza che speravo.


Nudes
(stagione 1, episodi 1-2)

La serie di RaiPlay sul "revenge porn" parte in maniera banalotta e poco interessante. Proprio come questa mini-recensione. Se non ho capito male, la prima stagione è composta da 3 storie differenti. La prima non è un granché. Sembra una lunga pubblicita progresso sull'argomento. Le altre due mi auguro che la vendichino.

Che poi di 'sti nudi tanto sbandierati nel titolo della serie, per il momento manco l'ombra.


The Falcon and the Winter Soldier
(miniserie)

Che porcheria!
La mia reazione alla fine della visione di The Falcon and the Winter Soldier è stata questa. Che poi non so bene come ce l'ho fatta ad arrivare fino all'ultimo episodio. Sarà che è composta da appena 6 episodi, o sarà che speravo che prima o poi arrivasse quel lampo di genio che ha illuminato WandaVision. Invece niente, manco per sbaglio, manco quando sbuca fuori un personaggio che sembra più Patriota che il nuovo Captain America.

"Non sono il nuovo Captain America. So' Lillo."

Pure il discorso socio-politico, che sembrava essere la cosa più interessante, naufraga miseramente tra banalità, battutine da buddy movie già strasentite e americanate varie, più un monologo finale del protagonista così populista che sembra gliel'abbia scritto Beppe Grillo.
E poi 'sto scudo: ma ficcatevelo su per il...

"Mi sa che Pensieri Cannibali non intendeva di ficcarlo in un albero."


Unica cosa degna di nota della miniserie: Erin Kellyman, attrice molto promettente che credo rivedremo ancora. Spero lontana dalle grinfie malefiche delle produzioni Marvel.




Guilty Pleasure del mese
Zero
(stagione 1)

Ancora supereroi?
In Zero, o se non altro nei primi episodi, la componente supereroica non dico stia a zero, ma è per fortuna limitata, e comunque è trattata in una maniera che ricorda più Misfits e Lo chiamavano Jeeg Robot, piuttosto che i prodotti Marvel e DC da me ben poco amati. WandaVision e soprattutto Elizabeth Olsen a parte.

La storia di un ragazzo italiano di seconda generazione di origini senegalesi che scopre di possedere un superpotere non raggiunge i livelli di sopracitati titoli. Né di Misfits, né di Lo chiamavano Jeeg Robot, né di WandaVision. Zero ha un sacco di difetti, i giovani protagonisti devono ancora crescere parecchio come attori, gli effetti speciali sono ben poco speciali, la sua trama è ben poco originale e alcune svolte narrative arrivano così, de botto, senza senso. Eppure, come intrattenimento leggero, dal sapore fumettistico e adolescenziale, fa il suo dovere e non sono riuscito a volerle male. Non varrà un granché, ma più di zero sì.



Cotta del mese
Katheryn Winnick (Big Sky)

Big Sky è una serie parecchio pasticciata. A tratti vedi che vorrebbe essere un nuovo Twin Peaks, ma per lo più si limita a essere un crime con dentro diversi personaggi strambi e vagamente lynchiani. Uno dei suoi due pregi è proprio quello di non sapere che direzione voglia prendere e ti fa venire voglia di continuare a seguirla soltanto per vedere dove andrà a parare.

Il secondo pregio è la bellezza impressionante del cast, in cui svetta Katheryn Winnick, che già svettava in Vikings. Sempre un piacere rivederla e sarebbe ora che anche al cinema le dessero più spazio.



Episodio del mese
Foodie Love, S01E08, "Una ofrenda de tabaco, cerveza y chocolate" 


Il finale di Foodie Love, che roba magnifica!
Giusto per non fare quello che esagera - io? quando mai? - è una delle cose più belle che io abbia mai visto. Mi ha fatto ridere e piangere e sorprendere, tutto nello stesso istante. La serie nel complesso è notevole e l'ho amata più di quanto avrei mai potuto immaginare di amare una serie sul cibo, che poi non è che sia proprio una serie sul cibo. Il finale poi è la classica ciliegina su una torta davvero squisita.





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