Due donne - Passing
Du donn is megl che uan. Come si può intuire dal titolo italiano, questo film parla di due donne. Una è di colore e fiera di esserlo, l'altra è di colore ma si spaccia per bianca. Come faceva Michael Jackson. A questo punto intuirete anche che la pellicola tratta la tematica razziale.
La regista esordiente Rebecca Hall, già affermata attrice vista in film come Vicky Cristina Barcelona e The Town, in maniera molto intelligente ha deciso di affrontare l'argomento optando per il bianco e nero, che così non è solo una scelta stilistica fine a se stessa. Se a ciò aggiungiamo che la vicenda è ambientata negli anni '20, dello scorso secolo e non di questo, il b/n ci sta alla grande. Oh, poi invece magari si scopre che Rebecca Hall ha deciso di girarlo così soltanto per fare la figa, un po' come Kevin Smith ai tempi di Clerks - Commessi.
"Ma non l'ho mica girato così solo per fare il figo... Ehm, forse." |
Per quanto debuttante, Rebecca Hall dimostra di possere già una notevole maturità dietro la macchina da presa. Il resto lo fanno le due grandiose protagoniste, Tessa Thompson e Ruth Negga, con i loro sguardi, con i loro dialoghi e i loro silenzi.
Oltre a ciò che viene mostrato, sembra ugualmente importante ciò che non si vede, ciò che rimane solo immaginato. Cosa che lascia con l'impressione di essersi persi qualcosa. D'altra parte così è la vita, dove non c'è un narratore onnisciente che sa spiegare tutto. Nonostante tutti i tuttologi presenti sui social, quelli che un giorno sono virologi quello dopo sismologi e quello dopo ancora CT della Nazionale, possano far credere il contrario.
Giusto per indossare i panni del critico severo, posso dire che il finale mi ha lasciato un po' perplesso. Due donne quindi è un buon film, ma io ho un'idea per un'eventuale sequel/remake/reboot/spin-off che può essere ancora meglio, fin dal titolo: Tre donne. Perché tri donn is megl che du.
(voto 7/10)
"Sì, ok. Bella idea girare Tre donne, ma se poi qualcuno realizza Quattro donne ci frega alla grande." |