Maicol Jecson
(Italia 2014)
Regia: Enrico Audenino, Francesco Calabrese
Sceneggiatura: Enrico Audenino, Francesco Calabrese
Cast: Vittorio Gianotti, Tommaso Maria Neri, Remo Girone, Cristina Marino, Stefania Casini, Vittorio Gianotti, Niccolò Gentili, Ivan Nick Kapalala, Francesca Calabrese
Genere: tin
Se ti piace guarda anche: American Pie, Suxbad - Tre menti sopra il pelo, Little Miss Sunshine, Ken Park
Quasi tutti da ragazzini hanno affrontato, prima o poi, una “fase Michael Jackson”.
Io no.
Per quanto mi piacesse qualche suo pezzo, ad esempio “Scream” in duetto con la sorella Janet con quel fighissimo e costosissimo video spaziale, non mi ha mai fatto impazzire. Non sono mai stato un suo fan. Non come molti miei coetanei che da ragazzini avevano la cassetta di “Thriller”, o quella tarocca con scritto “Triller” come il bimbetto del film Maicol Jecson. Magari è per questo che non ho mai abbandonato del tutto la mentalità adolescenziale. Non essendo stato un fan di Michael Jackson da piccolo non ho vissuto in pieno la mia infanzia e sono rimasto bloccato, un eterno Peter Pan proprio come lui.
Maicol Jecson è un film che parla del periodo pre-adolescenziale, quella terra di mezzo in cui ti trovi a metà strada tra l'essere un bambino e un uomo. Nessuno meglio di Michael Jackson quindi come simbolo di quell'età ed è proprio lui l'idolo assoluto di uno dei protagonisti della pellicola, un bambino che crede di essere suo figlio e indossa sempre un'inquietante maschera come Blanket Jackson, l'erede più giovane dell'impero del padre.
Il protagonista principale è però il suo fratellastro maggiore, un ragazzo di 16 anni che pensa solo a ciulare. Ovvio. Il suo teenage dream è Eva, nome oltremodo simbolico, una biondazza che è tipo la tipa più figa della scuola e che, non si sa bene per quale ragione, ha intenzione di ciulare proprio con lui. Lui che non è esattamente un Adone, non a caso il giovane attore Vittorio Gianotti è il protagonista dell'ultimo video di J-Ax intitolato “Il bello d'esser brutti”, e sembra più che altro una versione de' noantri di Nathan dei Misfits.
Maicol Jecson è un road movie in cui seguiamo le peripezie di questo benedetto ragazzo che cerca di raggiungere il suo scopo, che è appunto scopare. Un road movie che viaggia a metà strada tra Little Miss Sunshine e Tre uomini e una gamba, in cui i suoi compagni di viaggio sono il fratellino fratellastro simil Blanket e un vecchio che crede di essere suo nonno e invece non lo è interpretato da Remo Girone. Remo Girone, sì, quello de La piovra.
Maicol Jecson è un road movie in cui seguiamo le peripezie di questo benedetto ragazzo che cerca di raggiungere il suo scopo, che è appunto scopare. Un road movie che viaggia a metà strada tra Little Miss Sunshine e Tre uomini e una gamba, in cui i suoi compagni di viaggio sono il fratellino fratellastro simil Blanket e un vecchio che crede di essere suo nonno e invece non lo è interpretato da Remo Girone. Remo Girone, sì, quello de La piovra.
Per quanto riguarda la tematica adolescenziale, Maicol Jackson si piazza invece tra American Pie e un film di Larry Clark alla Ken Park o alla Kids, soltanto con meno droghe e disagio e tanta leggerezza in più. I due promettenti registi esordienti Enrico Audenino e Francesco Calabresi di cinema indie americano ne hanno visto di certo un sacco e ciò si vede da ogni fotogramma. La provincia italiana è fotografata proprio come quella dei film a stelle e strisce. Un sapore di America che traspare dai sobborghi alla Desperate Housewives così come dallo skate park in stile Paranoid Park di Gus Van Sant. Così come fa molto indie-pop-rock ammeregano pure la colonna sonora originale firmata dai mitici Amari, con l'aggiunta di un paio di pezzi di un'altra ottima alternative band italiana, i Canadians. Il tutto senza dimenticare un'italianità che appare evidente fin dal titolo in cui il nome di Michael Jackson è storpiato. A dispetto della sua denominazione, Maicol Jecson però non è un film che appare una storpiatura di una pellicola americana, quanto una cover italiana molto piacevole e frizzante.
Maicol Jecson è un film adolescenziale perfetto. Una visione leggerissima da spararsi nella stagione primavera/estate. Una pellicola priva della presunzione di dare lezioni di morale, come invece fanno un sacco di lavori americani, e priva anche di uno scontato romanticismo alla Moccia/Sparks, così come è priva pure della bimbominkiosità tipica di molte altre pellicole teen. Maicol Jecson è insomma una gita spensierata nell'estate del 2009, quella in cui è successo che...
Beh, dai, vi ricordate cos'è successo quell'estate, vero?
Che lo ricordiate o meno, il consiglio è di regalare un'ora e venti del vostro tempo a questo delizioso film indie italiano. Vi farà sentire come se aveste ancora 16 anni. A me non è che serva una pellicola per sentirmi così, ma va beh, io non faccio testo. Io sono un eterno Piter Pan. Come Maicol Jecson.
(voto 7+/10)