Ritorna qui su Pensieri Cannibali la rubrica che saltuariamente appare dedicata al riepilogo delle visioni telefilmiche.
Quali sono le serie tv che nelle ultime settimane mi hanno convinto di più, e quali quelle di meno?
In attesa di parlare del ritorno di Twin Peaks, che meriterà più avanti (almeno) un post tutto suo, andiamo a scoprirlo dando spazio a quelli che a mio giudizio personale sono stati i Top e i Flop dell'ultimo periodo.
Top
5. Girlboss
Guardando i primi due episodi di Girlboss, mi è venuto da pensare (me infedele!) che per una volta Netflix avesse toppato. Come serie comedy non è che faccia rotolare dalle risate e la protagonista interpretata da Britt Robertson, attrice che in genere trovo adorabile, non è che sia poi il massimo della simpatia.
Se però si ha un po' di pazienza, con gli episodi successivi la qualità delle sceneggiature migliora e le puntate diventano dei piccoli gioiellini che non fanno gridare al miracolo, però sanno essere piacevoli quel tanto che basta per far venire voglia di binge-watchare l'intera serie, magari non in un giorno solo, ma in tempi comunque abbastanza rapidi. Girlboss ha inoltre la capacità di parlare ai 20enne di oggi, così come a chi era 20enne una decina d'anni fa e, tra richiami a cult dell'epoca come Myspace e The O.C., riesce a far venire nostalgia persino per i primi anni zero. Per la serie: non è mai troppo presto per un sano revival.
4. American Gods
Dopo aver visto la puntata pilota ho pensato: American Gods is the new Westworld. Una serie con alcune scene spettacolari, dei momenti esaltanti, qualche personaggio promettente, però nel complesso non il Capolavoro venduto da molti. Bellina, ma pure sopravvalutata.
Dopo aver visto la seconda (noiosa) puntata ho pensato: American Gods is the new Preacher. Ovvero una serie che qualcuno troverà geniale e fichissima, ma che a me invece appare assurda e senza senso.
Dopo aver visto la terza puntata, a tratti interessante a tratti meno, in biblioteca mi sono imbattuto nel libro American Gods di Neil Gaiman da cui la serie è tratta e ho deciso di cominciare a leggerlo. Risultato: il romanzo mi sembra meglio dell'adattamento tv. Più chiaro, più lineare, con al suo interno un sacco di elementi folli e vari passaggi che non convincono del tutto, okay, ma nel complesso è intrigante e quasi comprensibile. Più della serie, se non altro.
Dopo aver visto la quarta puntata, penso che la serie possa diventare meglio del libro. Merito di un episodio notevole tutto incentrato sulla notevole Emily Browning. Merito suo e del suo personaggio, oppure di una serie che potrebbe finalmente aver mostrato il suo potenziale?
Dopo la quinta puntata, non male e in cui ATTENZIONE SPOILER compare persino una Gillian Anderson in doppia versione David Bowie e Marilyn Monroe FINE SPOILER, sono ancora più indeciso: vado prima avanti con il romanzo, o continuo con la discontinua stagione 1 di questa serie?
3. Master of None
Master of None è una di quelle serie comedy che cominci a vedere perché hai voglia e soprattutto bisogno di disimpegno, però vuoi pur sempre un disimpegno made in Netflix, non un disimpegno made in Vanzina o, peggio ancora, made in Ruffini. Cominci così a guardare Master of None anche perché è creata, scritta, interpretata e a volte diretta da Aziz Ansari, simpatico comico di origini indiane che hai cominciato a seguire nel geniale show di MTV Human Giants (chi se lo ricorda? Io sì!). Con calma ti vedi i primi episodi e poi ti viene voglia di guardarne sempre di più e in men che non si dica la prima stagione è finita.
Adesso è arrivata la seconda stagione ed è... ancora meglio!
Tra le tante idee e tra le tante cose, c'è pure un piacevole tuffo in Italia in stile Ladri di biciclette e compare persino la sempre più bella, brava e internazionale Alessandra Mastronardi!
Se aggiungiamo una colonna sonora variegata sempre azzeccata in ogni situazione ed episodi uno differente dall'altro ma sempre divertenti e che fanno anche riflettere, cosa volere di più da una semplice (ma in fondo mica tanto semplice) comedy?
2. The Leftovers
The Leftovers ormai può essere considerato il nuovo Nuovo Testamento e inoltre resta sempre la serie più assurda e (genialmente) folle in circolazione.
In attesa che mi metta a parlare del ritorno di Twin Peaks, se non altro...
1. The Handmaid's Tale
“This is a man's world, this is a man's world / But it wouldn't be nothing, nothing without a woman or a girl”. Vengono in mente, o almeno a me vengono in mente, le parole della canzone di James Brown guardando The Handmaid's Tale. Una serie in cui le donne...
No, non ve lo dico.
The Handmaid's Tale, tratta dal romanzo Il racconto dell'ancella di Margaret Atwood del 1985, è una serie che propone una visione distopica che inquieta e angoscia. E lo fa con me che sono un uomo, posso solo immaginare cosa possa provare a livello psicologico e pure fisico una donna guardando una scarica di episodi come questi che sono una mazzata una più forte dell'altra. Perché alle donne qui presenti capita che...
No, ho detto che non ve lo dico e quindi non ve lo dico.
The Handmaid's Tale è una serie che fa male, che picchia duro, ma che vi tocca vedere. Tra i suoi punti di forza ci sono l'interpretazione potentissima della lanciatissima protagonista Elisabeth Moss (già mitica Peggy Olson di Mad Men), ma anche una sorprendente Alexis Bledel (sì, proprio Rory Gilmore), una colonna sonora straniante, un'atmosfera generale ancora più straniante, e una spietatezza che fa soffrire, ma anche pensare.
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"Lo sapevo che, a forza di parlare sempre in Una mamma per amica, prima o poi avrei fatto questa fine..." |
Tra i punti di debolezza invece mi viene in mente solo Joseph “Peggior attore del mondo o se non altro del Regno Unito” Fiennes, che però è meno pessimo del solito. E poi la sua presenza rende la visione ancora più dolorosa. Una scelta forse voluta dagli autori di questa serie, che in quanto a perfidia nulla hanno da invidiare a Shonda Rhimes o George R. R. Martin. Anzi.
Flop
2. Iron Fist
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"Okay, faccio coming out: la mia serie è del tutto inutile." |
Il mio rapporto con la Marvel è sempre stato conflittuale. Diciamo pure che mi è sempre stata abbastanza sulle palle. Negli ultimi tempi, grazie allo spassoso Deadpool e alle valide serie Legion, Daredevil e Jessica Jones, stavo a sorpresa cambiando idea.
A farmi tornare sui miei passi ci hanno pensato – per fortuna o purtroppo – le ultime due serie tv sui Defenders, gli Avengers dei poveri del piccolo schermo, ovvero il noiosetto Luke Cage e adesso l'evitabile Iron Fist.
Sono tornato a non sopportare la Marvel?
Per il momento sembrerebbe di sì. Mi sento di nuovo me stesso.
1. The Son
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"Cannibal, ti lascio 10 secondi di vantaggio per scappare..." |
Già solo l'idea di una serie tv western con protagonista un attore che non reggo come Pierce Brosnan sarebbe dovuta bastare per farmi girare al largo da The Son. E non parlo di metri, ma di chilometri e chilometri di distanza. Il fatto però che negli Usa sia trasmessa da AMC (fino a qualche tempo fa il canale di Mad Men e Breaking Bad) mi ha convinto a dargli una possibilità. E ho fatto male. È ancora peggio di quanto potessi immaginare.
Morale della favola: certo che a volte è meglio fermarsi ai pregiudizi.
Morale della favola: certo che a volte è meglio fermarsi ai pregiudizi.