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Gold: chi trova un amico, trova una miniera d'oro

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Gold – La grande truffa
Regia: Stephen Gaghan
Cast: Matthew McConaughey, Édgar Ramírez, Bryce Dallas Howard, Toby Kebbell, Corey Stoll, Bruce Greenwood, Rachael Taylor


Pensate che per fare un film interessante, ci sia per forza bisogno di parlare di un argomento interessante?



Contrariamente a ciò che si potrebbe pensare subito subito, a pensarci bene no. Non è così.

Credete forse che io sia un appassionato di economia & finanze, solo perché mi hanno coinvolto ed entusiasmato pellicole come The Wolf of Wall Street e La grande scommessa?
Guardate che io sono proprio come voi: appena vedo le pagine ingiallite de Il Sole 24 Ore vengo preso da un'improvvisa voglia di scappare a gambe levate. O di usarle al massimo come carta igienica, che così sì diventano utili.


Credete forse che, solo perché sono nato a Casale Monferrato come il grande Roberto Bolle e ho amato il film Il cigno nero e la serie tv Flesh and Bone, me ne freghi qualcosa del balletto classico?
E invece rabbrividisco al solo pensiero di assistere a un'opera di balletto per intero e preferisco non immaginarmi nemmeno in tutù.


Credete che mi piaccia il jazz perché sono impazzito per La La Land e Whiplash?
A dirla tutta io e il jazz siamo sempre andati d'accordo quanto la Juve con le finali di Champions League.


Credete che i viaggi nel tempo mi affascinino, solo perché tra i miei film preferiti ci sono Donnie Darko, Ritorno al futuro e L'esercito delle 12 scimmie?
Beh, in effetti questo sì. Allo stesso tempo ci sono però pellicole sui viaggi nel tempo che ho trovato noiosissime, come Primer, e altre parecchio sopravvalutate, come Terminator, Predestination e Looper.


Cosa sto cercando di dire?
Che non è importante cosa si racconta, ma come lo si racconta.
Tutta questa lunga introduzione, per giungere a una simile banalità?

Esatto. Sarà pure una banalità, però è anche una grande verità. Ulteriore riflessione in merito arriva con la visione di Gold – La grande truffa, una pellicola che parla di caccia all'oro. Un argomento che a me interessa proprio zero. E anche meno. Le uniche cose che so sulla ricerca dell'oro le ho imparate dalla lettura delle origini di Zio Paperone e pure da bambino erano le parti delle sue vicende che ritenevo più pallose.

Del tema affrontato quindi non me ne importava un fico secco, eppure avevo notevoli aspettative nei confronti di questo film, che immaginavo come una specie di variante sull'oro di The Wolf of Wall Street. Così non è. I ritmi sono del tutto diversi. Gold procede in maniera più lenta rispetto al film di Scorsese e la prima parte, a metà strada tra avventura e discorsi tecnici sui metalli, m'è sembrata sfiancante.

Più in là le cose per fortuna procedono meglio. Si fa da parte il tema della caccia ossessiva all'oro da parte del protagonista, interpretato da un Matthew McConaughey come al solito da applausi, capace di diventare un tutt'uno con il suo personaggio, e non solo a livello di imbruttimento fisico.

"Imbruttimento fisico?
Ma se non sono mai stato più sexy di così!"

A sorpresa nella seconda parte del film entra in gioco una storia d'amicizia, quella che si crea tra Matthew McGoldaughey e il latinoamericano Édgar Ramírez, che danno vita a un'accoppiata di successo nel mondo delle miniere d'oro quanto Luis Fonsi con Daddy Yankee nel campo dei tormentoni musicali. Anche loro procedono despacito, pian pianino, e poquito a poquito si fanno i $oldi, quelli veri.

"Ho avuto un'idea per fare tanti, ma proprio tanti soldi!"
"Incidere una banale canzoncina latinoamericana capace di far bailare il mondo intero?"
"Pensavo più a trovare una miniera d'oro, però anche quella è un'idea che potrebbe funzionare."

A questo punto il film ci propone la classica parabola rock'n'roll di ascesa e declino al successo, tra soldoni che danno alla testa, una cotta per l'affascinante biondazza Rachael Taylor che emerge, una relazione pluriennale con la bella Bryce Dallas Howard che va in frantumi, e insomma: mo' money mo' problems.

"Bryce, smettila di ballare sensuale sulle note di Despacito. Tanto a me fa eccitare soltanto Édgar Ramírez.
E inoltre quella canzone mi fa cagare!"

È qui che la pellicola regala i suoi momenti migliori anche a livello di sceneggiatura, con un gigantesco McCoso che ci regala un paio di perle di saggezza da rubare e fare proprie:

L'ultima carta che giri è l'unica che ha importanza

Se vendi i tuoi sogni, cos'altro ti rimane?


Nella parte finale il film procede poi in un'altra direzione ancora, che non vi sto a spoilerare visto che l'ho già fatto fin troppo fino a qui, ma dico solo che mi è sembrata meno avvincente...
Ok, è un modo diplomatico per dire che mi ha quasi fatto finire tra le braccia di Morfeo.

Nel complesso Gold è quindi un lavoro molto discontinuo, che viaggia tra alti e bassi, tra successi esaltanti e tonfi clamorosi. In questo rispecchia alla perfezione la vita del protagonista Kenny Walsh, un personaggio liberamente ispirato all'uomo d'affari canadese David Walsh. Per essere un film su un argomento ben poco interessante, almeno per me, all'inizio conferma l'impressione che si tratta proprio di un argomento... ben poco interessante.


Una volta che ci si rassegna a una visione potenzialmente mortale, ecco che invece la pellicola sa come catturare l'attenzione e creare empatia nei confronti di un personaggio in parte intrigante e che in parte sembra invece giusto un viscido opportunista con la mania di trovare l'oro per farci il bagno dentro come Paperon de' Paperoni.


Alla fine del viaggio è difficile capire se prevale il senso di soddisfazione, per aver scongiurato due ore soporifere e aver trovato se non l'oro almeno qualche motivo d'interesse, oppure se a prevalere è la delusione, perché questo film poteva essere grande, grandissimo, un The Gold of Wall Street, e invece non riesce a esserlo. Tutta colpa della regia un po' troppo anonima e tradizionale di Stephen Gaghan (quello di Syriana e Abandon), di una sceneggiatura che butta dentro temi e personaggi intriganti per poi tenerli ai margini della narrazione, così come di una colonna sonora notevole ma sottoutilizzata.
Come dice il sottotitolo italiano, spoileroso quanto per una volta azzeccato, questo film è insomma per davvero una grande truffa.
(voto 6+/10 o 6-/10 a seconda dei punti di vista)


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