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Cannibal Music Awards 2015 - Il meglio e il peggio dell'anno

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Dopo il mondo del cinema e quello della televisione, oggi tocca a quello musicale essere premiato con i premi meno ambito dello showbiz: i Cannibal Music Awards.
Senza sparare altre cacchiate, partiamo subito con i riassuntoni delle classifiche degli album più amati e delle canzoni preferite qui su Pensieri Cannibali durante il 2015. E poi spazio a un sacco di premi dedicati al meglio, ma pure al peggio, dell'ultima annata in musica. Are you freaking ready?


Album 2015 - La Top 20 di Pensieri Cannibali

1. Grimes “Art Angels”
2. Kendrick Lamar “To Pimp a Butterfly”
3. Blur “The Magic Whip”
4. Florence + the Machine “How Big, How Blue, How Beautiful”
5. Adele “25”
6. Wolf Alice “My Love Is Cool”
7. Jamie xx “In Colour”
8. Libertines “Anthems for Doomed Youth”
9. BØRNS “Dopamine”
10. Lana Del Rey “Honeymoon”

11. Tame Impala “Currents”
12. Years & Years “Communion”
13. Miguel “Wildheart”
14. CHVRCHES “Every Open Eye”
15. Sleater-Kinney “No Cities to Love”
16. Sufjan Stevens “Carrie & Lowell”
17. Courtney Barnett “Sometimes I Sit and Think, and Sometimes I Just Sit”
18. Alabama Shakes “Sound & Color”
19. Calcutta “Mainstream”
20. Miley Cyrus “Miley Cyrus & Her Dead Petz”

Menzione d'onore
Father John Misty “I Love You, Honeybear”
Maccabees “Marks to Prove It”
Foals “What Went Down”
Kacey Musgraves “Pageant Material”
Marina & the Diamonds “FROOT”
Tobias Jesso Jr. “Goon”
Julia Holter “Have You in My Wilderness”
A$AP Rocky “At.Long.Last.A$AP”
Pale Honey “Pale Honey”
Circa Waves “Young Chasers”
Susanne Sundfør “Ten Love Songs”

Canzoni 2015 - La Top 20 di Pensieri Cannibali

1. M.I.A. “Borders”
2. Major Lazer & Dj Snake feat. Mo “Lean On”
3. The Weeknd “Can't Feel My Face”
4. Adele “Hello”
5. Drake “Hotline Bling”
6. Petite Meller “Baby Love”
7. Chemical Brothers “Go”
8. Bluvertigo “Andiamo a Londra”
9. Leonard Cohen “Nevermind”
10. Ministri “Idioti”

11. Elle King “Ex's & Oh's”
12. Bring Me the Horizon “Happy Song”
13. Sturgill Simpson “The Promise”
14. Rita Ora “Poison”
15. Wiz Khalifa feat. Charlie Puth “See You Again”
16. Chris Stapleton “Tennessee Whiskey” e
Nathaniel Rateliff & the Night Sweats “S.O.B.”
17. Rihanna feat. Kanye West & Paul McCartney “FourFiveSeconds”
18. Prodigy “The Day Is My Enemy”
19. Ellie Goulding “Love Me Like You Do”
20. Mark Ronson ft. Bruno Mars “Uptown Funk”

Menzione d'onore
Best Coast “Feeling Ok”
Beck “Dreams”
Halsey “New Americana”
Missy Elliott feat. Pharrell Williams “WTF (Where They From)”
Carly Rae Jepsen “I Really Like You”
Yogi & Skrillex Ft. Pusha T, Moody Good & TrollPhace “Burial”
Jenny Hval “That Battle Is Over”
Slaves “Cheer Up London”
Alessia Cara “Here”
Duke Dumont “Ocean Drive”

LA BANDA DEL PAESE AWARD (MIGLIOR BAND)
1. Blur
2. Wolf Alice
3. Years & Years
4. Libertines
5. CHVRCHES

I Blur sono tornati e l'hanno fatto alla grande. Woo-hoo!



IT'S RAINING MEN HALLELUJAH AWARD (MIGLIOR ARTISTA MASCHILE)
1. Kendrick Lamar
2. Sufjan Stevens
3. BØRNS
4. Tobias Jesso Jr.
5. Jamie xx

Non c'è storia. Il 2015 è stato il suo anno. Come, di chi?
Di Kendrick Lamar, of course.



IT'S RAINING WOMEN HALLELUJAH AWARD (MIGLIOR ARTISTA FEMMINILE)
1. Grimes
2. Adele
3. Florence + the Machine
4. Lana Del Rey
5. Kacey Musgraves

Doveva essere l'anno di Adele e infatti è stato il suo anno.
Qui su Pensieri Cannibali c'è però qualcuno, o meglio qualcuna, che è riuscita a fare ancora meglio: Grimes.



FORZA ITALIA AWARD (MIGLIOR ARTISTA/GRUPPO ITALIANO)
1. Calcutta
2. Dumbo Gets Mad
3. Bronson
4. Ministri
5. Jovanotti

Se i nomi più celebrati dell'anno in ambito italiano, almeno dalla stampa specializzata, sono stati soprattutto quelli di Iosonouncane, Verdena e Colapesce, che in passato mi piacevano ma a questo giro non mi hanno convinto più di tanto, il mio cantante italiano dell'anno è stato invece la rivelazione indie Calcutta.



SEX, DRUGS & ROCK’N’ROLL AWARD (MIGLIOR ARTISTA/GRUPPO ROCK)
1. Wolf Alice
2. Tame Impala
3. Ash
4. Eagles of Death Metal
5. Noel Gallagher's High Flying Birds

Come se la passa il caro vecchio rock'n'roll?
Mica tanto bene, a dirla tutta, però se non altro quest'anno qualche segnale di risveglio l'ha dato. Soprattutto grazie agli allupati Wolf Alice e agli psichedelici Tame Impala.



VIVA LE POPPE (MIGLIOR ARTISTA/GRUPPO POP)
1. Carly Rae Jepsen
2. Marina & the Diamonds
3. Ellie Goulding
4. Halsey
5. Jess Glynne

Tra le popstar dell'anno, quella che più I really really really really really really like è Carly Rae Jepsen.



HIP-HOP HURRAH AWARD (MIGLIOR ARTISTA/GRUPPO HIP-HOP/RAP)
1. Kendrick Lamar
2. Vince Staples
3. A$AP Rocky
4. Drake
5. Dr. Dre

L'annata hip-hop è stata dominata da Kendrick Lamar, su questo pochi dubbi. Visto che un suo video lo trovate già più su, diamo però spazio a un altro rapper super cool e super yo del 2015: Vince Staples.



FUNK YOU VERY MUCH AWARD (MIGLIOR ARTISTA/GRUPPO R&B/FUNK/SOUL)
1. Miguel
2. The Weeknd
3. Shamir
4. Jamie Woon
5. Ciara

In ambito R&B quest'anno ci sono stati due principi a contendersi la corona: The Weeknd e Miguel. Nonostante la spettacolare “Can't Feel My Face” di The Weekend, alla fine il re per me è... Miguel.



UNZ UNZ AWARD (MIGLIOR ARTISTA/GRUPPO ELECTRO/DANCE)
1. Jamie xx
2. Hudson Mohawke
3. Major Lazer
4. Chemical Brothers
5. Skrillex and Diplo

Tanta roba interessante in ambito elettronico quest'anno, ma a spuntarla su tutti c'è Jamie xx del gruppo The xx al suo primo album solista. Ma tranquilli che i The xx non si sono sciolti e nel 2016 dovrebbero tornare con un nuovo lavoro.



SONO COSÌ INDIE AWARD (MIGLIOR ARTISTA/GRUPPO INDIE)
1. Maccabees
2. Courtney Barnett
3. Panda Bear
4. Kurt Vile
5. Deerhunter

Sono così indie... che quest'anno ho ascoltato meno musica indie del solito, ma comunque ne ho ascoltata parecchia e a trionfare in questa sezione è l'indie-pop-rock degli inglesi Maccabees.



MATRICOLA AWARD (MIGLIOR NUOVO ARTISTA/BAND)
1. Years & Years
2. Wolf Alice
3. BØRNS
4. Circa Waves
5. Pale Honey

Tra gli esordienti dell'anno, i miei favoriti sono stati gli inglesi electro-pop Years & Years capitanati dal talentuoso cantante-attore Olly Alexander. Non so se dureranno years & years, però nel 2015 hanno suonato alla grande.



DA TENERE D’OCCHIO E SOPRATTUTTO D'ORECCHIO NEL 2016 (MIGLIORI ARTISTI/BAND EMERGENTI)
1. Jasmine Thompson
2. Fussy Puss
3. Petite Meller
4. LEISURE
5. Vic Mensa

Nomi nuovi. Nomi nuovissimi. Talmente freschi che ancora devono pubblicare un album. Tra gli emergenti da tenere d'occhio nel 2016 segnalo l'inglese quindicenne (ebbene sì, quindi non fate troppi pensieri impuri su di lei) Jasmine Thompson, che negli scorsi mesi ha conquistato le radio italiane con il singolo “Adore”, le Fussy Puss che si sono viste nella serie tv Transparent, la modella ormai cantante Petite Meller, l'indie-pop dei LEISURE (scritto tutto maiuscolo) e il new rapper Vic Mensa.



COOL MAN AWARD (ARTISTA MASCHILE PIÙ FIGO)
1. Calvin Harris
2. Dave Grohl
3. Miguel
4. Drake
5. James Bay

Come uomo più cool dell'anno va a vincere il dj e producer Calvin Harris, capace nel 2015 non solo di tirare fuori qualche singolo di successo come “How Deep Is Your Love” e di mettere su dischi nei locali più ah yeah del mondo, ma anche di conquistare l'ambitissimo cuore dell'ambitissima Taylor Swift.




COOL WOMAN AWARD (ARTISTA FEMMINILE PIÙ FIGA)
1. Rita Ora
2. Selena Gomez
3. Taylor Swift
4. Ariana Grande
5. Demi Lovato

Dopo lunghe e attente riflessioni, la cantante più sexy dell'anno risulta essere... Rita Ora.
Era ora che dessi un premio pure a lei!
E sarebbe anche ora che la smettessi di fare battutacce sul suo cognome.




VIVA LA MUSICA DAL VIVO AWARD (MIGLIOR ESIBIZIONE LIVE)
Foo Fighters a Göteborg

Dave Grohl durante un concerto in Svezia dei Foo Fighters si rompe una gamba. Nessun problema, perché poco dopo torna sul palco a suonare e cantare.
Una mossa da supereroe più ancora che da superockstar che gli permette di assicurarsi il titolo per l'esibizione live dell'anno. Andando a superare persino quella dei Rockin1000, mille musicisti che si sono esibiti sulle note di “Learn to Fly” per chiedere proprio ai Foo Fighters di esibirsi a Cesena. E Dave Grohl naturalmente poi ha accettato.



REMAKE AWARD (MIGLIOR COVER)
Miley Cyrus & Ariana Grande “Don't Dream It's Over” (Crowded House)

Per la cover dell'anno, a sorpresa vince l'accoppiata formata dalle popstar Miley Cyrus e Ariana Grande che, vestite da animali, hanno improvvisato una sognante versione di “Don't Dream It's Over” dei Crowded House. Sì, quella che in Italia è diventata “Alta marea” di Antonello Venditti. Io personalmente preferisco loro due.



MAI GIUDICARE UN LIBRO DA UNA COPERTINA, MA UN DISCO SÌ AWARD (MIGLIOR COPERTINA)
Weezer “Thank God for Girls”


Copertina più geniale dell'anno: quella dei Weezer per il singolo “Thank God For Girls”.
E thank God for this cover.

PAROLE PAROLE PAROLE AWARD (MIGLIOR VERSO)
1. “It was just like a movie/it was just like a song/when we were young” Adele, “When We Were Young”
2. “You can take me out of the country, but you can't take the country out of me” Kacey Musgraves, “Dime Store Cowgirl”
3. “La tua tipa ha visto più uccelli di Hitchcock”. Marracash, “Bentornato”
4. “Farai molti più like quando pubblicherai un post mortem” Nitro, “Suicidol”
5. “Voglio non crescere mai/citando Brunetta/no, in questa ero stronzo aspetta” Fedez in “Bimbiminkia4life” di J-Ax

Un premio ad Adele non glielo vogliamo dare?
Eddai, e diamoglielo, visto che non sta già vendendo abbastanza miliardi di copie del suo ultimo album “25” e del singolo “Hello”. Il premio per la mia frase preferita in una canzone dell'anno va alla sua “When We Were Young”, scritta insieme a Mogol...
volevo dire insieme a Tobias Jesso Jr.



FIUMI DI PAROLE AWARD (VERSO SCULT)
Smettila di smettere” Marco Masini, “Che giorno è?”
ex aequo
Silenzi per cena” Malika Ayane, “Adesso e qui (Nostalgico presente)”

Tra i versi scult dell'anno, a pari merito ci sono due brani del Festival di Sanremo 2015: Marco Masini con il suo “Smettila di smettere” e Malika Ayane con i suoi ormai mitici e richiestissimi “Silenzi per cena”.


CANZONE VERGOGNA AWARD (CANZONE CHE MI VERGOGNO MI SIA PIACIUTA)
1. Baby K feat. Giusy Ferreri “Roma - Bangkok”
2. Justin Bieber “What Do You Mean?”
3. Serebro “Kiss”
4. Britney Spears feat. Iggy Azalea “Pretty Girls”
5. Francesca Michielin “Battito di ciglia”

Qui su Pensieri Cannibali non si ascolta solo musica alternativa e ricercata... Va beh, si fa per dire.
Qui si ascolta anche un sacco di musica “commerciale”. Con un po' di vergogna, però la si ascolta. Il brano più guilty pleasure e per cui andare a nascondere la testa sotto la sabbia, ancor più del contagioso “What Do You Mean?” di Justin Bieber, è stato “Roma - Bangkok”, il tormentone estivo di Baby K con Giusy Ferreri.



DISCO VERGOGNA (ALBUM CHE MI VERGOGNO MI SIA PIACIUTO)
1. J-Ax “Il bello d'esser brutti”
2. Marracash “Status”
3. Guè Pequeno “Vero”
4. Miley Cyrus “Miley Cyrus & Her Dead Petz”
5. Demi Lovato “Confident”

Su Pensieri Cannibali i generi guilty pleasure che si ascoltano con più vergognoso piacere sono soprattutto due: l'altrove odiatissimo rap italiano e il pop commerciale, meglio se adolescenziale. Quest'anno a dominare è stato l'hip-hop ai confini col pop made in Italy, grazie in particolare ai dischi di J-Ax, Marracash e Guè Pequeno.



PISTOLINI DURI AWARD (CANZONE E VIDEO PIÙ SEXY)
Selena Gomez “Good for You”

Il brano e soprattutto il video più hot dell'anno?
“Good for You” di Selena Gomez, ex stellina Disney dopo Spring Breakers sempre più muchacha troppo sexy, che quest'anno tra l'altro ha cantato pure quel nuovo grande inno alla masturbazione femminile che è “Hands to Myself”.



MEH AWARD (DISCO PIÙ SOPRAVVALUTATO)
1. Iosonouncane “DIE”
2. Benjamin Clementine “At Least for Now”
3. Kamasi Washington “The Epic”
4. Bjork “Vulnicura”
5. Joanna Newsom “Divers”

Tra i dischi più sopravvalutati dell'anno, almeno da riviste e siti specializzati in musica alternativa nostrana, c'è “DIE” di Iosonouncane, giudicato all'unanimità o quasi miglior album italiano dell'anno. Per quanto il suo disco d'esordio ai tempi mi fosse piaciuto, questo suo secondo celebrato lavoro continua a non dirmi niente.
Parecchio sopravvalutato pure Benjamin Clementine, che con il suo virtuosistico jazz-pop pseudo impegnato ha immeritatamente conquistato il Mercury Prize Award per il miglior disco britannico dell'anno.


TAPPI D'ORO PER LE ORECCHIE AWARD (PEGGIOR ARTISTA/BAND)
1. Il Volo
2. Laura Pausini
3. Benji & Fede
4. Eros Ramazzotti
5. The Kolors

Non potevano che vincere loro. Spiace per l'abbonata a questo premio Laura Pausini e per i bimbominkiosissimi Holly & Benji Benji & Fede, ma quest'anno Il Volo nello schifezzometro volano più in alto di tutti.

"Vogliamo mandare ai lettori di Pensieri Cannibali tutto il nostro grande amoooooooooooore!"

RIDAMMI I SOLDI DEL DISCO CHE HO SCARICATO GRATIS AWARD (PEGGIOR ALBUM)
1. Papa Francesco “Wake Up!”
2. Laura Pausini “Simili”
3. Madonna “Rebel Heart”
4. Kurt Cobain “Montage of Heck: Home Recordings”
5. Coldplay “A Head Full of Dreams”

Un disco del Papa poteva suonare peggio di così?
Sì, poteva. Però sfido chiunque ad arrivare alla fine dell'ascolto di questo lavoro spoken word senza tirare almeno un paio di bestemmie.
Un peccato dover inserire nella categoria del peggio anche un altro nome “religioso” come quello della sempre più spenta Madonna e dei sempre più bolliti Coldplay, e soprattutto quello di Kurt Cobain, di cui hanno riesumato una serie di registrazioni casalinghe che sarebbe stato meglio non tirare fuori.



SONG OF A BITCH AWARD (PEGGIOR CANZONE)
1. Il Volo “Grande Amore”
2. Anna Tatangelo “Libera”
3. Negramaro “Sei tu la mia città”
4. Clementino “Luna”
5. Sam Smith “Writing's on the Wall”

Grande Amore, ovvero la canzone che ha fatto scoppiare il mio Grande Odio per Il Volo.



SPACCAMARONI AWARD (CANZONE CHE PIÙ HA STUFATO)
1. The Kolors “Everytime”
2. OMI “Cheerleader”
3. Alvaro Soler “El mismo sol”
4. Max Gazzè “La vita com'è”
5. Enrique Iglesias feat. Nicky Jam “El perdon”

Tra tanti tormentoni estivi come quelli di OMI, Alvaro Soler ed Enrique Iglesias, e uno invernale, quello di Max Gazzè con un pezzo troppo sanremese persino per Sanremo, a vincere il titolo di canzone che più mi ha rotto le palle nel 2015 è stato un tormentone andato avanti praticamente senza sosta per tutto l'anno ed è stato riproposto pure dalla pubblicità: la fastidiosa “Everytime” dei The Kolors.



FABIO FAZIO AWARD (CANZONE PIÙ BUONISTA)
1. Nesli “Allora ridi”
2. Marco Mengoni “Esseri Umani”
3. Max Pezzali “Niente di grave”
4. Alex Britti “Perché?”
5. CeeLo Green “Robin Williams”

Non solo le persone o i film possono essere buonisti, pure le canzoni.
A vincere in questa categoria è la super positiva e ruffianissima “Allora ridi” di Nesli, il fratello ottimista di Fabri Fibra. Io personalmente la reintitolerei: “Cazzo ridi?”.



DILUDENDO AWARD (DELUSIONE MUSICALE DELL'ANNO)
1. Bjork
2. Faith No More
3. Verdena
4. Muse
5. Disclosure

Una delusione cocente è arrivata da Bjork, uno dei miei miti musicali che quest'anno ha proposto un disco mattonazzo davvero pesante come "Vulnicura". Tornare a scrivere delle semplici belle canzoni è troppo semplice?
Male pure il ritorno dei Faith No More, diludendo per la prima volta i Verdena con due album pubblicati in un anno quando forse era meglio farne uscire solo uno o forse nessuno, i Muse che ormai sono sempre più lontani dai livelli dei primi 3 ottimi album e il duo elettronico dei Disclosure che alla seconda prova non sono riusciti a replicare la magia dell'esordio.


VALIUM AWARD (DISCO PIÙ NOIOSO)
1. Enya “Dark Sky Island”
2. David Gilmour “Rattle That Lock”
3. Papa Francesco “Wake Up!”
4. Chris Cornell “Higher Truth”
5. Dave Gahan and Soulsavers "Angels and Ghosts"

ROOOOONF FIUUUUUUU
Non ce la faccio a commentare. Mi sono addormentato.
Di nuovo.
ROOOOOOOONF FIUUUUUUUUUUUUU



ANVEDI CHE ROBBA AWARD (MIGLIOR VIDEO MUSICALE)
1. Taylor Swift ft. Kendrick Lamar “Bad Blood”
2. Kendrick Lamar “Alright”
3. M.I.A. “Borders”
4. Run the Jewels feat. Zach de la Rocha “Close Your Eyes (And Count to Fuck)”
5. Tame Impala “The Less I Know the Better”

Belli, impegnati socialmente e girati alla grande i video di Kendrick Lamar, M.I.A. e Run the Jewels, però a trionfare come miglior video musicale dell'anno è la fig... volevo dire la bellezza femminile. O meglio, il video con più belle fanciulle in un colpo solo nella storia dell'umanità: “Bad Blood” di Taylor Swift, che vede la partecipazione tra le altre di Selena Gomez, Gigi Hadid, Jessica Alba, Ellie Goulding, Cara Delevingne, Hayley Williams dei Paramore e Cindy Crawford. Una squadra del genere non la batte nessuno. Manco il Barcellona.



Golden Globe 2016, vi dico già chi vincerà

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I Golden Globe 2016 si terranno questa notte, ma Pensieri Cannibali vi svela già chi vincerà.
O, almeno, chi potrebbe vincere. Trattandosi di previsioni, proprio come quelle del tempo non è che ci si azzecca sempre. Diciamo pure che il grado di attendibilità è piuttosto bassino. In pratica questi sono solo dei miei pronostici improvvisati e stasera potrebbero essere smentiti del tutto.

Vediamo comunque chi potrebbe forse eventualmente magari o magari no vincere, e chi secondo Pensieri Cannibali merita di portarsi a casa i Golden Globe, premi dati sia ai film, fornendo una specie di antipasto di quelli che potrebbero essere i protagonisti dei prossimi Oscar, e pure alle serie tv.

Premi per il cinema
"Se Pensieri Cannibali dice che vinco, NON vinco di sicuro!"


Miglior film drammatico
Carol, regia di Todd Haynes
Mad Max: Fury Road, regia di George Miller
Revenant - Redivivo (The Revenant), regia di Alejandro González Iñárritu
Room, regia di Lenny Abrahamson
Il caso Spotlight (Spotlight), regia di Tom McCarthy

Il grande favorito per i bookmakers è Il caso Spotlight, davanti a Revenant - Redivivo e Carol. Io dico però che il premio se lo porta a casa quest'ultimo. Poco probabili invece le vittorie di Mad Max: Fury Road e Room ma, in un'annata in cui non sembra esserci un dominatore assoluto, mai dire mai.

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Carol
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: anche se non l'ho ancora visto, faccio il tifo per l'outsider di turno, Room.

Miglior film comedy o musical
La grande scommessa (The Big Short), regia di Adam McKay
Sopravvissuto - The Martian (The Martian), regia di Ridley Scott
Joy, regia di David O. Russell
Spy, regia di Paul Feig
Un disastro di ragazza (Trainwreck), regia di Judd Apatow

Qui il favorito dei bookmakers sembra sia Sopravvissuto - The Martian davanti a La grande scommessa e Joy. Meno quotata la vittoria di Un disastro di ragazza e quasi impossibile un trionfo di Spy. Io scommetto sul marziano, ma tifo per La grande scommessa. Oppure dovrei scommettere sulla scommessa così se vince vinco alla grande?

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Sopravvissuto - The Martian
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: La grande scommessa

Miglior regista
Todd Haynes – Carol
Tom McCarthy – Il caso Spotlight (Spotlight)
George Miller – Mad Max: Fury Road
Ridley Scott – Sopravvissuto - The Martian (The Martian)
Alejandro González Iñárritu – Revenant - Redivivo (The Revenant)

Nella categoria di miglior regista la lotta è apertissima. Iñárritu credo si possa portare a casa il Golden Globe, ma potrebbe arrivare anche un premio ai “vecchietti” Miller o Scott, e pure Todd Haynes ha le sue possibilità. Persino Tom McCarthy potrebbe vincere, nel caso fosse la grande serata di Spotlight. In pratica, non ne ho idea.

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Alejandro González Iñárritu
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Alejandro González Iñárritu

Migliore attrice in un film drammatico
Cate Blanchett – Carol
Brie Larson – Room
Rooney Mara – Carol
Saoirse Ronan – Brooklyn
Alicia Vikander – The Danish Girl

4 attrici che adoro e una che invece il resto del mondo adora, ma a me sta abbastanza indifferente e sarà proprio quest'ultima molto probabilmente a vincere: Cate Blanchett. Io invece faccio il tifo per le altre 4 e in particolare per l'attrice del momento, Alicia Vikander. Occhio anche a Brie Larson, che zitta zitta a sorpresa si potrebbe portare a casa il Globe.

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Cate Blanchett
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Alicia Vikander

Miglior attore in un film drammatico
Bryan Cranston – L'ultima parola - La vera storia di Dalton Trumbo (Trumbo)
Leonardo DiCaprio – Revenant - Redivivo (The Revenant)
Michael Fassbender – Steve Jobs
Eddie Redmayne – The Danish Girl
Will Smith – Zona d'ombra (Concussion)

Leo, Leo, Leo!
Dai che il Golden Globe anche quest'anno lo vinci, come già capitato con The Aviator e The Wolf of Wall Street. Quanto al maledetto Oscar, là sarà ancora una volta tutta un'altra storia...

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Leonardo DiCaprio
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Leonardo DiCaprio

Migliore attrice in un film commedia o musicale
Jennifer Lawrence – Joy
Amy Schumer – Un disastro di ragazza (Trainwreck)
Melissa McCarthy – Spy
Maggie Smith – The Lady in the Van
Lily Tomlin – Grandma

La rivelazione potrebbe essere Amy Schumer, ma Jennifer Lawrence dovrebbe vincere facile.
Oops, mi sa che gliel'ho tirata...

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Jennifer Lawrence
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Jennifer Lawrence

Miglior attore in un film commedia o musicale
Christian Bale – La grande scommessa (The Big Short)
Steve Carell – La grande scommessa (The Big Short)
Matt Damon – Sopravvissuto - The Martian (The Martian)
Al Pacino – La canzone della vita - Danny Collins (Danny Collins)
Mark Ruffalo – Teneramente folle (Infinitely Polar Bear)

Tra i 5 il mio attore preferito è Christian Bale e ne La grande scommessa si conferma un grande. C'avrei scommesso. A portarsi a casa il Globe, salvo sorprese tipo il redivivo Al Pacino, dovrebbe però essere il sopravvissuto alla sua stessa inespressività Matt Damon.

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Matt Damon
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Christian Bale

Miglior film d'animazione
Anomalisa, regia di Charlie Kaufman
Il viaggio di Arlo (The Good Dinosaur), regia di Bob Peterson
Inside Out, regia di Pete Docter
Snoopy & Friends - Il film dei Peanuts (The Peanuts Movie), regia di Steve Martino
Shaun, vita da pecora - Il film (Shaun the Sheep Movie), regia di Mark Burton e Richard Starzak

Vittoria facile qui per Inside Out. Da non sottovalutare comunque l'outsider Anomalisa di Charlie Kaufman.

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Inside Out
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Inside Out (ma devo ancora vedere Anomalisa, che chissà potrebbe persino superarlo in cima alle mie preferenze animate)

Miglior film straniero
Dio esiste e vive a Bruxelles (Le tout nouveau testament), regia di Jaco Van Dormael (Belgio)
El club, regia di Pablo Larraín (Cile)
Miekkailija, regia di Klaus Härö (Finlandia)
Mustang, regia di Deniz Gamze Ergüven (Francia)
Il figlio di Saul (Salu fia), regia di László Nemes (Ungheria)

Tra i candidati ho visto il francese Mustang e il belga Dio esiste e vive a Bruxelles e tra i due ho preferito il primo. Attenti però all'ungherese Il figlio di Saul, che è uno dei film stranieri più forti dell'anno anche in prospettiva Oscar.

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Il figlio di Saul
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Mustang

Migliore attrice non protagonista
Jane Fonda – Youth - La giovinezza (Youth)
Jennifer Jason Leigh – The Hateful Eight
Alicia Vikander – Ex Machina
Helen Mirren – L'ultima parola - La vera storia di Dalton Trumbo (Trumbo)
Kate Winslet – Steve Jobs

Lo scontro qua sembra essere tra Alicia Vikander e Jennifer Jason Leigh. Mi spiace per la seconda, ma il mio tifo da stadio con tanto di tamburi e vuvuzela è tutto per Alicia.

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Alicia Vikander
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Alicia Vikander

Miglior attore non protagonista
Paul Dano – Love & Mercy
Idris Elba – Beasts of No Nation
Mark Rylance – Il ponte delle spie (Bridge of Spies)
Michael Shannon – 99 Homes
Sylvester Stallone – Creed - Nato per combattere (Creed)

Tra i non protagonisti sarà l'anno di Sylvester Zalone. Gli americani amano le storie di rivincita e quindi non vedono l'ora di premiare un attore spesso criticato che questa sera probabilmente troverà il suo riscatto. L'uomo copertina dei Golden Globe 2015 è già servito su un piatto d'argento, ma io farò il tifo per gli ottimi Paul Dano e Idris Elba.

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Sylvester Stallone
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Paul Dano o Idris Elba

Migliore sceneggiatura
Emma Donaghue – Room
Tom McCarthy, Josh Singer – Il caso Spotlight (Spotlight)
Charles Randolph e Adam McKay – La grande scommessa (The Big Short)
Aaron Sorkin – Steve Jobs
Quentin Tarantino – The Hateful Eight

Qui la lotta sembra essere tra Il caso Spotlight e Steve Jobs, ma io supporto il buon Quentin Tarantino.

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Il caso Spotlight
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: The Hateful Eight

Migliore colonna sonora originale
Carter Burwell – Carol
Alexandre Desplat – The Danish Girl
Ennio Morricone – The Hateful Eight
Daniel Pemberton – Steve Jobs
Ryūichi Sakamoto e Alva Noto – Revenant - Redivivo (The Revenant)

Ottime colonne sonore, grandi compositori, solo che non dovrebbe esserci gara. Il Maestro Morricone trionferà.

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: The Hateful Eight
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: The Hateful Eight

Migliore canzone originale
Love Me Like You Do (Max Martin, Savan Kotecha, Ali Payami, Tove Nilsson, Ilya Salmanzadeh) – Cinquanta sfumature di grigio (Fifty Shades of Grey)
One Kind of Love (Brian Wilson, Scott Bennett) – Love & Mercy
See You Again (Justin Franks, Andrew Cedar, Charlie Puth, Cameron Thomaz) – Fast and Furious 7 (Furious 7)
Simple Song#3 (David Lang) – Youth - La giovinezza (Youth)
Writing's on the Wall (Sam Smith, Jimmy Napes) – Spectre

Le mie preferite sono “Love Me Like You Do” di Ellie Goulding e “See You Again” di Wiz Khalifa feat. Charlie Puth, che però sono troppo moderne e ggiovani e non vinceranno mai. La sfida sarà invece tra le due più brutte canzoni in concorso, lo spento tema bondiano cantato da Sam Smith e quella palla di pop lirico sentita in Youth - La giovinezza.

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Simple Song#3
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Love Me Like You Do


Premi per la televisione

Miglior serie drammatica
Empire
Il Trono di Spade (Game of Thrones)
Mr. Robot
Narcos
Outlander

I Globe sul fronte televisivo tendono spesso a differenziarsi rispetto agli Emmy, ricordo ad esempio la vittoria lo scorso anno di The Affair. Non credo quindi che ci sarà un trionfo di Game of Thrones, che rimane comunque la serie favorita, ma potrebbe essere premiata una delle rivelazioni dell'anno, come Narcos, Mr. Robot o magari la seguitissima, almeno negli Usa, Empire.

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Narcos
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Mr. Robot

Migliore attrice in una serie drammatica
Caitriona Balfe – Outlander
Viola Davis – Le regole del delitto perfetto (How to Get Away With Murder)
Eva Green – Penny Dreadful
Taraji P. Henson – Empire
Robin Wright – House of Cards - Gli intrighi del potere (House of Cards)

Spero in un trionfo della scoppiettante Taraji P. Henson di Empire, ma temo una vittoria di Caitriona Balfe, visto che i babbioni e le babbione dei Globe (seppure meno numerosi rispetto a quelli dell'Academy) orfani come sono di Downton Abbey un premio ad Outlander ho il cattivo presagio che vogliano darlo. La vittoria però potrebbe anche andare a Viola Davis, più difficilmente a Eva Green o a Robin Wright.

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Caitriona Balfe
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Taraji P. Henson

Miglior attore in una serie drammatica
Jon Hamm – Mad Men
Rami Malek – Mr. Robot
Wagner Moura – Narcos
Bob Odenkirk – Better Call Saul
Liev Schreiber – Ray Donovan

Sento che potrebbe essere l'annata buona per premiare un giovane di talento come Rami Malek, folgorante protagonista di Mr. Robot. Però i Globe potrebbero anche optare per una più conservatrice vittoria di Bob Odenkirk. Se invece vincesse Jon Hamm, naturalmente non mi lamenterei.

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Rami Malek
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Rami Malek

Miglior serie commedia o musicale
Casual
Mozart in the Jungle
Orange Is the New Black
Silicon Valley
Transparent
Veep - Vicepresidente incompetente (Veep)

Tra le comedy, Transparent lo/la vedo molto forte, anche se personalmente io preferisco la versione indie della musica classica di Mozart in the Jungle.

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Transparent
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Mozart in the Jungle

Migliore attrice in una serie commedia o musicale
Rachel Bloom – Crazy Ex-Girlfriend
Jamie Lee Curtis – Scream Queens
Julia Louis Dreyfus – Veep - Vicepresidente incompetente (Veep)
Gina Rodriguez – Jane the Virgin
Lily Tomlin – Grace and Frankie

Julia Louis Dreyfus alle serate di premiazione va sempre alla grande, ma io sogno un premio alla rivelazione Rachel Bloom della spassosa Crazy Ex-Girlfriend e accetterei di buon grado pure un award a Scream Queens con Jamie Lee Curtis. La vittoria mi sa che però potrebbe andare alla vecchia anziana Lily Tomlin.

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Lily Tomlin
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Rachel Bloom

Miglior attore in una serie commedia o musicale
Aziz Ansari – Master of None
Gael García Bernal – Mozart in the Jungle
Rob Lowe – The Grinder
Patrick Stewart – Blunt Talk
Jeffrey Tambor – Transparent

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Jeffrey Tambor
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Aziz Ansari o Gael García Bernal

Qui sono davvero combattuto tra il tifo per l'idolo Gael García Bernal di Mozart in the Jungle e l'ottimo Aziz Ansari della recentemente scoperta Master of None. Poco importa, tanto la vittoria probabilmente andrà al comunque ottimo Jeffrey Tambor in versione trans.

Miglior mini-serie o film per la televisione
American Crime
American Horror Story: Hotel
Fargo
Flesh and Bone
Wolf Hall

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Fargo
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Flesh and Bone

Credo che nemmeno un mio pellegrinaggio a Lourdes potrebbe portare a una vittoria della mia amata Flesh and Bone. Fargo è davvero duro da battere.

Migliore attrice in una mini-serie o film per la televisione
Lady Gaga – American Horror Story: Hotel
Sarah Hay – Flesh and Bone
Felicity Huffman – American Crime
Queen Latifah – Bessie
Kirsten Dunst – Fargo

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Lady Gaga
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Sarah Hay

Tifo spudorato pure qua per Flesh and Bone e la sua magnifica protagonista Sarah Hay. La vittoria potrebbe invece andare alla non eccezionale Lady Gaga di American Horror Story: Hotel, che a livello mediatico sarebbe la scelta più forte, o magari alla mia beniamina Kirsten Dunst, sempre sottovalutata dai grandi premi, la cui vittoria mi farebbe un enorme piacere.

Miglior attore in una mini-serie o film per la televisione
Idris Elba – Luther
Oscar Isaac – Show Me a Hero
David Oyelowo – Nightingale
Mark Rylance – Wolf Hall
Patrick Wilson – Fargo

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Mark Rylance
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Oscar Isaac

Categoria davvero incerta. Tra i 5, il mio attore preferito è Oscar Isaac, benché la mini-serie della HBO Show Me a Hero mi sia sembrata noiosissima e l'abbia abbandonata subito. Su chi conquisterà il Globe ho davvero molti dubbi e sparo, un po' a caso, il nome di Mark Rylance, visto di recente anche nel sopravvalutatissimo Il ponte delle spie.

Migliore attrice non protagonista in una serie, mini-serie o film per la televisione
Uzo Aduba – Orange Is the New Black
Joanne Froggatt – Downton Abbey
Regina King – American Crime
Judith Light – Transparent
Maura Tierney – The Affair

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Maura Tierney
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Maura Tierney

La seconda stagione di The Affair è stata dominata da Maura Tierney e spero che i Globe le rendano giustizia.

Miglior attore non protagonista in una serie, mini-serie o film per la televisione
Alan Cumming – The Good Wife
Damian Lewis – Wolf Hall
Ben Mendelsohn – Bloodline
Tobias Menzies – Outlander
Christian Slater – Mr. Robot

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Tobias Menzies
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Ben Mendelsohn

Ben Mendelsohn in Bloodline è grandioso. Basterà ciò a fargli vincere il Golden Globe?
Ho qualche dubbio in proposito.


Già che ho indossato i panni del Nostradamus menagramo di turno e mi sento in vena di previsioni, faccio che fare un pronostico pure sulle pellicole che saranno candidate all'Oscar di miglior film del 2016.
Le nomination verranno rese note soltanto giovedì 14 gennaio alle ore 14:30, ma questi secondo me sono i titoli che potrebbero spuntarla:

Carol
Creed – Nato per combattere
Il caso Spotlight
Il ponte delle spie
Mad Max: Fury Road
Revenant – Redivivo
Sicario
Sopravvissuto – The Martian
Star Wars: Il risveglio della Forza


Blackday

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Avrei dovuto e avrei voluto scrivere due cacchiate sui Golden Globe, sulle tette di Katy Perry, sullo sguardo di Leonardo DiCaprio al passaggio di Lady Gaga, e magari fare un po' di polemiche gratuite, sebbene i premi mi abbiano lasciato piuttosto soddisfatto.
E invece è arrivata la notizia della morte di David Bowie e l'unica cosa che voglio fare in questo momento è riascoltarmi tutti i suoi dischi dal primo fino all'ultimo, l'ottimo “Blackstar” appena pubblicato, e piangere. Piangere tanto.
Poi ci sarà tempo di parlare dei Golden Globe e delle tette di Katy Perry e di come sopravvivere senza lo starman Bowie. Adesso è meglio lasciar parlare la musica, la sua musica. Quella che resterà per sempre e che è una stella capace di illuminare persino un giorno nero come questo. Addio, Duca Bianco.

David Bowie
(1947 – 2016)

Golden Globe 2016: vincitori, vinti e soprattutto red porchet

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The show must go on, diceva il gruppo con cui ha cantato “Under Pressure” e così deve fare anche questo sito. Pensieri Cannibali must go on e riprende dopo la bruttissima notizia della morte di David Bowie, sperando di riuscire a commentare con un minimo di sorriso sulle labbra, o se non altro mettendo da parte le lacrime, i Golden Globe 2016 che si sono tenuti domenica notte.

Com'è andata già lo sapete. È stata la grande serata di Leonardo DiCaprio, vincitore del premio di miglior attore drama e protagonista pure del vero momento clou della serata, la sua occhiata a Lady Gaga.


In attesa della notte degli Oscar, che si terrà il 28 febbraio, DiCaprio parte quindi come grande favorito per mettere le mani su quella maledetta statuetta dorata che fino ad ora gli è sempre sfuggita dalle mani come una saponetta nella doccia di un carcere. Così come diventa il titolo da battere Revenant - Redivivo per l'Oscar di miglior film, tallonato da Sopravvissuto - The Martian. Riprendono quota pure le quotazioni di Steve Jobs che, zitto zitto, si è portato a casa due globi. Escono invece ridimensionati lavori favoriti alla vigilia come Carol, Il caso Spotlight e La grande scommessa, anche se c'è da scommettere che agli Oscar potrebbe essere tutta un'altra storia e potrebbero rientrare in corsa pure pellicole come Il ponte delle spie o Sicario.

Altro protagonista della serata: il Messico. Alejandro González Iñárritu ha completato il triplete di Revenant con il premio personale alla regia, mentre l'attore messicano Gael Garcia Bernal ha trionfato come miglior protagonista in una serie tv comedy per la sua interpretazione di un direttore d'orchestra idolesco in Mozart in the Jungle, che a sorpresa ha vinto pure come miglior serie comedy. Nelle categoria televisive devo dire che le cose sono andate persino meglio di quanto potessi sognare alla vigilia con il trionfo, oltre che di Mozart, pure di Mr. Robot, e premi meritatissimi a Jon Hamm di Mad Men, Maura Tierney di The Affair, Taraji P. Henson di Empire e Rachel Bloom di Crazy Ex-Girlfriend.
Premiare Lady Gaga e Sylvester Stallone per la recitazione invece a me continua a sembrare un'idea bislacca un po' come pensare di dare il Nobel per la Pace a Putin ma, hey, in queste serate di premiazioni non si può mica essere d'accordo su tutto e nel complesso non mi posso affatto lamentare di come sono andate le cose.

Adesso vediamo chi ha conquistato i vari premi, anche se già li conoscete, ma magari qualcosa vi è sfuggito, e poi via alla parte del Red Porchet.
Per quanto riguarda i miei pronostici, in quelli cinematografici ci ho preso parecchio (9 su 14), mentre in quelli televisivi molto meno (appena 2 su 11), ma in molti casi sono ben contento di essermi sbagliato.

Premi per il cinema

Miglior film drammatico
Carol, regia di Todd Haynes
Mad Max: Fury Road, regia di George Miller
Revenant - Redivivo (The Revenant), regia di Alejandro González Iñárritu
Room, regia di Lenny Abrahamson
Il caso Spotlight (Spotlight), regia di Tom McCarthy

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Carol
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: anche se non l'ho ancora visto, faccio il tifo per l'outsider di turno, Room.
Il Golden Globe alla fine l'ha vinto: Revenant - Redivivo

Revenant è il miglior film dell'anno?
Secondo la stampa estera di Hollywood che decide i Golden Globe sì. Anche se Room...

Miglior film comedy o musical
La grande scommessa (The Big Short), regia di Adam McKay
Sopravvissuto - The Martian (The Martian), regia di Ridley Scott
Joy, regia di David O. Russell
Spy, regia di Paul Feig
Un disastro di ragazza (Trainwreck), regia di Judd Apatow

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Sopravvissuto - The Martian
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: La grande scommessa
Il Golden Globe alla fine l'ha vinto: Sopravvissuto - The Martian

Sopravvissuto è un film godibile, però non così memorabile. Avrei preferito di gran lunga una vittoria de La grande scommessa, ma non si può avere tutto dalla vita. E dai Globe.

Miglior regista
Todd Haynes – Carol
Tom McCarthy – Il caso Spotlight (Spotlight)
George Miller – Mad Max: Fury Road
Ridley Scott – Sopravvissuto - The Martian (The Martian)
Alejandro González Iñárritu – Revenant - Redivivo (The Revenant)

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Alejandro González Iñárritu
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Alejandro González Iñárritu
Il Golden Globe alla fine l'ha vinto: Alejandro González Iñárritu

Bien. Muy bien.

Migliore attrice in un film drammatico
Cate Blanchett – Carol
Brie Larson – Room
Rooney Mara – Carol
Saoirse Ronan – Brooklyn
Alicia Vikander – The Danish Girl

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Cate Blanchett
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Alicia Vikander
Il Golden Globe alla fine l'ha vinto: Brie Larson

Io un trionfo di Alicia Vikander non l'avrei visto male, però tanto love va anche a Brie Larson e quindi non posso che essere felice per la vittoria di questa strepitosa giovane attrice.


Miglior attore in un film drammatico
Bryan Cranston – L'ultima parola - La vera storia di Dalton Trumbo (Trumbo)
Leonardo DiCaprio – Revenant - Redivivo (The Revenant)
Michael Fassbender – Steve Jobs
Eddie Redmayne – The Danish Girl
Will Smith – Zona d'ombra (Concussion)

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Leonardo DiCaprio
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Leonardo DiCaprio
Il Golden Globe alla fine l'ha vinto: Leonardo DiCaprio

Eddai che non c'erano dubbi sulla vittoria di Leonardo DiCaprio. E ora via verso l'infinito e l'Oscar.

Migliore attrice in un film commedia o musicale
Jennifer Lawrence – Joy
Amy Schumer – Un disastro di ragazza (Trainwreck)
Melissa McCarthy – Spy
Maggie Smith – The Lady in the Van
Lily Tomlin – Grandma

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Jennifer Lawrence
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Jennifer Lawrence
Il Golden Globe alla fine l'ha vinto: Jennifer Lawrence

Qualche tempo fa Jennifer Lawrence piaceva a tutti. Adesso sta vivendo quel periodo in cui la sovraesposizione mediatica le ha attirato addosso un sacco di odio, un po' come DiCaprio dopo aver girato Titanic. Nonostante questo, JLaw si è portata a casa il premio di miglior attrice comedy, dove la concorrenza a parte la sua simpatica BFF Amy Schumer  non è che fosse formidabile, e per me non può esserci che tanta joy.

Miglior attore in un film commedia o musicale
Christian Bale – La grande scommessa (The Big Short)
Steve Carell – La grande scommessa (The Big Short)
Matt Damon – Sopravvissuto - The Martian (The Martian)
Al Pacino – La canzone della vita - Danny Collins (Danny Collins)
Mark Ruffalo – Teneramente folle (Infinitely Polar Bear)

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Matt Damon
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Christian Bale
Il Golden Globe alla fine l'ha vinto: Matt Damon

Christian Bale e Matt Damon per me non stanno nemmeno sullo stesso pianeta, a livello cinematografico. E infatti Damon per vincere ha dovuto recitare da Marte.

Miglior film d'animazione
Anomalisa, regia di Charlie Kaufman
Il viaggio di Arlo (The Good Dinosaur), regia di Bob Peterson
Inside Out, regia di Pete Docter
Snoopy & Friends - Il film dei Peanuts (The Peanuts Movie), regia di Steve Martino
Shaun, vita da pecora - Il film (Shaun the Sheep Movie), regia di Mark Burton e Richard Starzak

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Inside Out
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Inside Out (ma devo ancora vedere Anomalisa, che chissà potrebbe persino superarlo)
Il Golden Globe alla fine l'ha vinto: Inside Out

Si sapeva. In ogni caso meritato. Almeno fino a che non vedrò pure Anomalisa...

Miglior film straniero
Dio esiste e vive a Bruxelles (Le tout nouveau testament), regia di Jaco Van Dormael (Belgio)
El club, regia di Pablo Larraín (Cile)
Miekkailija, regia di Klaus Härö (Finlandia)
Mustang, regia di Deniz Gamze Ergüven (Francia)
Il figlio di Saul (Salu fia), regia di László Nemes (Ungheria)

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Il figlio di Saul
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Mustang
Il Golden Globe alla fine l'ha vinto: Il figlio di Saul

L'Ungheria si porta a casa credo per la prima volta il Globe per il film straniero. A questo punto questo figlio di Better Call Saul una visione se la merita tutta.

Migliore attrice non protagonista
Jane Fonda – Youth - La giovinezza (Youth)
Jennifer Jason Leigh – The Hateful Eight
Alicia Vikander – Ex Machina
Helen Mirren – L'ultima parola - La vera storia di Dalton Trumbo (Trumbo)
Kate Winslet – Steve Jobs

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Alicia Vikander
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Alicia Vikander
Il Golden Globe alla fine l'ha vinto: Kate Winslet

Uno dei premi più imprevedibili della serata. Kate Winslet non solo si è resa protagonista di una titanica rimpatriata sul red carpet con DiCaprio, ma come non protagonista ha battuto tutte. E con tutte intendo Alicia Vikander, mannaggia a lei!

"Leo, ma allora sei sopravvissuto al disastro del Titanic!"

Miglior attore non protagonista
Paul Dano – Love & Mercy
Idris Elba – Beasts of No Nation
Mark Rylance – Il ponte delle spie (Bridge of Spies)
Michael Shannon – 99 Homes
Sylvester Stallone – Creed - Nato per combattere (Creed)

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Sylvester Stallone
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Paul Dano o Idris Elba
Il Golden Globe alla fine l'ha vinto: Sylvester Stallone

Stallone in Creed reciterà anche un cicinin meglio del suo solito, ma recita comunque sempre peggio di qualunque altro attore medio. Solo che questo era l'anno del suo ritorno nei panni di Rocky Balboa, il primo (e ultimo) personaggio che l'aveva portato alla vittoria per la miglior pellicola drammatica ai Golden Globe nel lontano 1977, e il suo riscatto si è completato. Alla faccia dei critici che per quasi 40 anni lo hanno (giustamente) snobbato. E pure alla faccia mia.

Migliore sceneggiatura
Emma Donaghue – Room
Tom McCarthy, Josh Singer – Il caso Spotlight (Spotlight)
Charles Randolph e Adam McKay – La grande scommessa (The Big Short)
Aaron Sorkin – Steve Jobs
Quentin Tarantino – The Hateful Eight

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Il caso Spotlight
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: The Hateful Eight
Il Golden Globe alla fine l'ha vinto: Steve Jobs

Dopo quello finito a Kate Winslet, lo sfavorito Steve Jobs ha conquistato pure un secondo premio, mentre altri film più quotati sono rimasti clamorosamente a bocca asciutta. Spiace per Quentin Tarantino ma, considerando il valore della penna di Aaron Sorkin, non credo ci sia da recriminare troppo.

Migliore colonna sonora originale
Carter Burwell – Carol
Alexandre Desplat – The Danish Girl
Ennio Morricone – The Hateful Eight
Daniel Pemberton – Steve Jobs
Ryūichi Sakamoto e Alva Noto – Revenant - Redivivo (The Revenant)

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: The Hateful Eight
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: The Hateful Eight
Il Golden Globe alla fine l'ha vinto: The Hateful Eight

L'Italia si è portata a casa un premio e l'ha fatto con il suo nome di punta. Checco Zalone?
No, il Maestro Morricone.

Migliore canzone originale
Love Me Like You Do (Max Martin, Savan Kotecha, Ali Payami, Tove Nilsson, Ilya Salmanzadeh) – Cinquanta sfumature di grigio (Fifty Shades of Grey)
One Kind of Love (Brian Wilson, Scott Bennett) – Love & Mercy
See You Again (Justin Franks, Andrew Cedar, Charlie Puth, Cameron Thomaz) – Fast and Furious 7 (Furious 7)
Simple Song#3 (David Lang) – Youth - La giovinezza (Youth)
Writing's on the Wall (Sam Smith, Jimmy Napes) – Spectre

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Simple Song#3
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Love Me Like You Do
Il Golden Globe alla fine l'ha vinto: Writing's on the Wall

La canzone di Sam Smith per Spectre è stata scandalosamente preferita a una dei Radiohead, è poi risultata il peggior pezzo bondiano nella storia di 007 e nonostante tutto questo si è aggiudicata il Golden Globe. Ingiustizia totale.

Premi per la televisione

Miglior serie drammatica
Empire
Il Trono di Spade (Game of Thrones)
Mr. Robot
Narcos
Outlander

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Narcos
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Mr. Robot
Il Golden Globe alla fine l'ha vinto: Mr. Robot

Aaah, che bella ventata di freschezza che si è abbattuta sui Globi grazie a Mr. Robot. E poco importa sapere se dietro c'è lo zampino di qualche hacker come il protagonista della serie, o se i voti li ha ottenuti per davvero.

Migliore attrice in una serie drammatica
Caitriona Balfe – Outlander
Viola Davis – Le regole del delitto perfetto (How to Get Away With Murder)
Eva Green – Penny Dreadful
Taraji P. Henson – Empire
Robin Wright – House of Cards - Gli intrighi del potere (House of Cards)

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Caitriona Balfe
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Taraji P. Henson
Il Golden Globe alla fine l'ha vinto: Taraji P. Henson

Idola in Empire e idola pure sul palco. Taraji P. Henson è scatenata e tamarra come Cookie Lyon, più di Cookie Lyon.

Miglior attore in una serie drammatica
Jon Hamm – Mad Men
Rami Malek – Mr. Robot
Wagner Moura – Narcos
Bob Odenkirk – Better Call Saul
Liev Schreiber – Ray Donovan

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Rami Malek
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Rami Malek
Il Golden Globe alla fine l'ha vinto: Jon Hamm

Il premio all'ultima stagione di Mad Men e all'ancora una volta sublime Jon Hamm ci sta.
Ci sta tutto.

Miglior serie commedia o musicale
Casual
Mozart in the Jungle
Orange Is the New Black
Silicon Valley
Transparent
Veep - Vicepresidente incompetente (Veep)

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Transparent
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Mozart in the Jungle
Il Golden Globe alla fine l'ha vinto: Mozart in the Jungle

Questa proprio non me l'aspettavo. La novità Mozart in the Jungle si è portata a casa il premio di miglior serie tv comedy e la seconda stagione, che ho cominciato a guardare da poco, rischia di essere pure superiore...

Migliore attrice in una serie commedia o musicale
Rachel Bloom – Crazy Ex-Girlfriend
Jamie Lee Curtis – Scream Queens
Julia Louis Dreyfus – Veep - Vicepresidente incompetente (Veep)
Gina Rodriguez – Jane the Virgin
Lily Tomlin – Grace and Frankie

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Lily Tomlin
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Rachel Bloom
Il Golden Globe alla fine l'ha vinto: Rachel Bloom

Premio davvero pazzesco. Pazzesco e inaspettato e pure giusto. La spassosissima Rachel Bloom, rivelazione della comedy Crazy Ex-Girlfriend ha battuto tutte. Follia pura. Follia bellissima.

Miglior attore in una serie commedia o musicale
Aziz Ansari – Master of None
Gael García Bernal – Mozart in the Jungle
Rob Lowe – The Grinder
Patrick Stewart – Blunt Talk
Jeffrey Tambor – Transparent

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Jeffrey Tambor
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Aziz Ansari o Gael García Bernal
Il Golden Globe alla fine l'ha vinto: Gael García Bernal

Jeffrey Tambor stellare in Transparent, però la carica di Gael García Bernal ha avuto la meglio. Bueno!


Miglior mini-serie o film per la televisione
American Crime
American Horror Story: Hotel
Fargo
Flesh and Bone
Wolf Hall

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Fargo
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Flesh and Bone
Il Golden Globe alla fine l'ha vinto: Wolf Hall

Peccato per Flesh and Bone, la mia serie dell'anno, e pure per l'ottima season 2 di Fargo. Wolf Hall però non l'ho mai visto, quindi non saprei proprio dire se ci sono gli estremi per gridare al lupo o gridare allo scandalo.

Migliore attrice in una mini-serie o film per la televisione
Lady Gaga – American Horror Story: Hotel
Sarah Hay – Flesh and Bone
Felicity Huffman – American Crime
Queen Latifah – Bessie
Kirsten Dunst – Fargo

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Lady Gaga
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Sarah Hay
Il Golden Globe alla fine l'ha vinto: Lady Gaga

Il premio scandalo della serata. Lady Gaga come cantante mi piace, o meglio mi piaceva prima del deludente "Artpop", ma a livello recitativo mi sembra abbia ancora ampissimi margini di miglioramento prima di poter essere considerata un'attrice vera e propria. In American Horror Story: Hotel a tratti se la cava, però non è nemmeno tutta 'sta rivelazione. Meritavano infinitamente di più le pazzesche Kirsten Dunst di Fargo e Sarah Hay di Flesh and Bone.

Miglior attore in una mini-serie o film per la televisione
Idris Elba – Luther
Oscar Isaac – Show Me a Hero
David Oyelowo – Nightingale
Mark Rylance – Wolf Hall
Patrick Wilson – Fargo

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Mark Rylance
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Oscar Isaac
Il Golden Globe alla fine l'ha vinto: Oscar Isaac

Show Me a Hero l'ho abbandonata per noia, ma Oscar Isaac è davvero un attore da Oscar. O almeno da Globe.

Migliore attrice non protagonista in una serie, mini-serie o film per la televisione
Uzo Aduba – Orange Is the New Black
Joanne Froggatt – Downton Abbey
Regina King – American Crime
Judith Light – Transparent
Maura Tierney – The Affair

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Maura Tierney
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Maura Tierney
Il Golden Globe alla fine l'ha vinto: Maura Tierney

E' andata proprio come doveva andare. Maura Tierney in passato non mi era mai piaciuta, però ha fatto sua la stagione 2 di The Affair e quindi che vuoi fare, se non premiarla?

Miglior attore non protagonista in una serie, mini-serie o film per la televisione
Alan Cumming – The Good Wife
Damian Lewis – Wolf Hall
Ben Mendelsohn – Bloodline
Tobias Menzies – Outlander
Christian Slater – Mr. Robot

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Tobias Menzies
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Ben Mendelsohn
Il Golden Globe alla fine l'ha vinto: Christian Slater

Christian Slater non è mai stato un attore formidabile e non è lo è manco in Mr. Robot. Lungi da me osare contestare un qualunque premio dato a questa serie, in ogni caso.

Golden Globe alla carriera
Denzel Washington

Pensavo fosse più giovane, e invece il Denzellone Washington ha già passato quota 61 anni. Il premio alla carriera, sebbene qualche interpretazione degna di nota se la smette di fare pessimi action ce la possa regalare ancora, ci sta quindi bene. Anche se la lunga presentazione di un Tom Hanks più noioso ancora dei suoi soliti personaggi cinematografici io l'avrei volentieri saltata. E forse pure Denzel.


Il Red Porchet dei Golden Globe 2016

La vertigine suicida award
Kirsten Dunst

Kirsten Dunst si è presentata sul red carpet dei Golden Globe 2016 con una scollatura vertiginosa. Io in genere soffro di vertigini, ma in questo caso le adoro.
(voto 8,5/10)

Che globi award
Katy Perry

Katy Perry non era nominata per niente, però con questa scollatura ha vinto tutto.
(voto 8/10)

Siamo quasi la coppia più bella del mondo award
Jason Statham e Rosie Huntington-Whiteley

In qualunque altra serata o in qualnque altro posto del mondo sarebbero risultati la coppia più figa in giro. Ai Golden Globe 2016 non hanno però fatto i conti con un'altra coppia...
(voto 7,5/10)

Siamo la coppia più bella del mondo e ce ne sbattiamo degli altri award
Michael Fassbender e Alicia Vikander

Le voci di gossip li davano già per separati, ma a quanto pare stanno ancora insieme. Il loro affiatamento e la loro carica sexy non sono comunque bastati a fargli portare a casa un Globo, nonostante lei avesse due nomination e lui una. Ma sono sicuro che avranno trovato un modo per consolarsi a vicenda.
(voto 9/10)

Perché questa è così famosa è un giallo award
Jennifer Lopez

Ma quanto se la tira questa?
E soprattutto: perché?
(voto 4/10)

Look normale e a lei il normale non sta bene award
Lady Gaga

Lady Gaga molto classica, molto tradizionale, molto sobria.
Che palle, rivogliamo gli abiti in carne!
(voto 5/10)

Flesh and Bona award
Sarah Hay

 ...e hanno fatto vincere Lady Gaga, hanno fatto!
(voto 9/10)

Award per non essere caduta
Jennifer Lawrence

Jennifer Lawrence molto classica, molto tradizionale, molto sobria, tanto che questa volta non è manco scivolata da nessuna parte. Che palle.
A differenza di Lady Gaga, lei comunque fa sempre la sua figura, anche se la prossima volta la vogliamo, o almeno io la voglio, più coatta del paese.
(voto 7/10)

Ma che t'ha vestita tua nonna? award
Emilia Clarke

Khaleesi, io ti voglio sempre bene, però questa volta come diavolo ti sei vestita?
(voto 5,5/10)

Senza Johnny Depp stai meglio award
Amber Heard

Amber Heard è sempre stata una bella sventolona, ma da quando si presenta al fianco di un sempre più sciupato Johnny Depp ha perso qualche punto in figosità. Subito riguadagnati se Johnny Depp non rientra con lei negli scatti.
(voto 7,5/10)

Anvedi Cenerentola award
Lily James

In Cenerentola l'avevo odiata.
Da ieri sera invece comincio ad amarla un pochino.
(voto 7+/10)

Diludendo award
Rachel McAdams

Sempre affascinante, eh, ma questo look floreale era proprio necessario?
E 'sti capelli sparati all'indietro?
Rachel, non potevi presentarti con il look sciatto da true detective che non si lava da una settimana? Io avrei preferito.
(voto 5,5/10)

MILF award
Julianne Moore

Con Julia Roberts fuori dalle scatole, il MILF award se lo aggiudica senza troppa concorrenza la still hot Julianne Moore.
(voto 6,5/10)

Sei cresciuta proprio bene award
Saoirse Ronan

Sempre più Amabile Ronan.
(voto 8+/10)

Più bona del brie award
Brie Larson

Più bella o più brava?
Nel dubbio, ce la facciamo andare bene così com'è.
(voto 8/10)

Ghetto chic award
Taraji P. Henson

Sul red carpet Taraji si è presentata più sobria di quanto ci si potesse aspettare, almeno a livello di look, perché poi sul palco a parole non si è certo frenata.
(voto 6,5/10)

Dark chic award
Rooney Mara

Che style!
(voto 7,5/10)

Emma Marrone award
Amy Schumer

Amy Schumer non è certo una bellona, ma così imbellettata farebbe più o meno la sua discreta figura. Se solo non avesse un portamento da scaricatore di porto. O da Emma Marrone.
(voto 5/10)

Carlo Conti award
Sylvester Stallone

Lampadatissimo e coattissimo, Stallone, con tanto di famiglia al seguito, crede di essere ancora nel 1977.
D'altra parte con i nuovi film di Rocky e di Star Wars nelle sale, come dargli torto?
(voto 6-/10)


David Bowie, the man who changed the world

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Se penso a un cantante che ha influenzato il mondo e la pop culture contemporanea, il primo nome che mi viene in mente è quello di David Bowie. Non lo dico perché è venuto a mancare e la tendenza generale è quella di denigrare il più possibile le persone quando sono in vita e poi celebrarle a dismisura quando sono decedute. È una convinzione che ho da parecchio tempo e che negli ultimi anni si è rafforzata sempre più.
Bowie è famosissimo, ma probabilmente non è l'artista musicale più noto del mondo. Beatles, Rolling Stone, Elvis Presley, Michael Jackson e Madonna a livello di pura popolarità, di “fame”, sono più conosciuti. Eppure credo che, a livello di impatto culturale, il Duca Bianco abbia esercitato un peso maggiore di chiunque.


David Bowie ha cambiato come penso nessun altro il mondo musicale, ma non solo. Partiamo innanzitutto dalla musica. Difficile immaginare come potrebbero suonare senza di lui il rock, il pop, forse ancora di più l'elettronica di oggi. Bowie è poi un nome di riferimento per un sacco di generi e sottogeneri come il glam, il punk, il post-punk, la new-wave, il grunge, il britpop e persino l'hip-hop, basti sentire il campionamento di “Let's Dance” in “Been Around the World” di Puff Daddy, giusto per citarne solo uno. Da teenager non me ne rendevo del tutto conto, poi in seguito andando a sentire per bene la sterminata discografia di Bowie ho scoperto come un sacco dei miei gruppi e cantanti preferiti, dai Blur ai Nirvana passando per Oasis, Beck, Radiohead, Joy Division, Cure, Sonic Youth, Pixies,  Nine Inch Nails, Smashing Pumpkins, Placebo e pure Daft Punk, giusto per citarne alcuni, a lui devono tantissimo. David Bowie nel corso della sua carriera a sua volta è stato influenzato da un sacco di generi differenti, dalla disco al jazz, dal soul al funk, ma è sempre riuscito a rielaborarli in una maniera personale, che ha dato vita a qualcosa di nuovo. Senza di lui, sul serio, come suonerebbe la musica adesso?

David Bowie ha però cambiato per sempre anche la moda, il look (da Marilyn Manson fino a Lady Gaga), le arti visive in generale, e con il suo look trasgressivo e androgino ha cambiato la concezione di sessualità. Chi ha vissuto gli anni '70 in prima persona l'avrà visto con i suoi occhi, per chi invece come me è cresciuto negli anni '90 a raccontarlo, in maniera splendida quasi come se fosse una fiaba, c'è stato Velvet Goldmine. Uno di quei 3 o 4 film che più hanno cambiato la mia visione del mondo. Non avete mai visto Velvet Goldmine? Ma che siete pazzi?
Recuperatelo subito. Velvet Goldmine di Todd Haynes con Jonathan Rhys-Meyers, Ewan McGregor e Christian Bale non è solo un film sul glam-rock e su Bowie. È il film definitivo su Bowie, per quanto per una questione di diritti non sia utilizzato il suo nome bensì quello di un suo fittizio alter-ego: Brian Slade.


E così siamo arrivati al cinema. David Bowie come attore ha recitato in varie pellicole, dall'horror vampiresco Miriam si sveglia a mezzanotte al fantasy Labyrinth, passando per Furyo e Basquiat, dove aveva la parte di Andy Warhol, senza dimenticare Fuoco cammina con me di David Lynch, The Prestige di Christopher Nolan, Zoolander e pure l'italiano Il mio West al fianco di Leonardo Pieraccioni (ma che davvero?). Okay, quest'ultimo magari è meglio dimenticarlo.


Il suo contributo più importante al cinema è comunque con le sue canzoni, a dir poco usatissime all'interno di un sacco di pellicole.
Penso a Christiane F. - Noi i ragazzi dello zoo di Berlino, in cui giocava anche un ruolo all'interno della storia.
Penso poi al piano sequenza di Shosanna (Mélanie Laurent) che prepara la sua vendetta in Bastardi senza gloria sulle note di “Cat People (Putting Out Fire)”.
Penso alla protagonista di Frances Ha (Greta Gerwig) che corre e balla in strada insieme a “Modern Love”.
Penso ai titoli di coda di Dogville di Lars von Trier sulle note di “Young Americans”.
Penso alla splendida scena di The Runaways in cui Dakota Fanning in un talent-show (non X Factor) propone “Lady Grinning Soul”.
Penso a Jessica Lange che canta “Life on Mars?” nella serie tv American Horror Story: Freak Show.
Penso a “Heroes” che in Noi siamo infinito viene suonata come se venisse suonata per la prima volta nella Storia.

E poi i brani di David Bowie rivestono una parte importante in un sacco di altre pellicole anche molto differenti tra loro come I sogni segreti di Walter Mitty, Bandslam, Shrek 2 (con “Changes”), Rush (“Fame”) e il recente Sopravvissuto - The Martian (“Starman"), più gli italiani Radiofreccia (“Rebel Rebel”), Educazione siberiana (“Absolute Beginners”) e Io e te di Bernardo Bertolucci, in cui viene usata “Ragazzo solo, ragazza sola”, la versione italiana di “Space Oddity” con testo curato da Mogol. Per non parlare di “Under Pressure” cantata con i Queen proposta in una miriade di film, da La ragazza della porta accanto a Nemiche amiche passando per 5 giorni fuori, o ancora i suoi brani rivisitati in portoghese nella soundtrack di Le avventure acquatiche di Steve Zissou di Wes Anderson. E ho citato solo una piccola, minuscola parte delle pellicole che propongono in qualche modo i suoi pezzi.

Non è per fare l'elogio del “morto del giorno”, come è di moda nella stampa generalista, ma davvero nessun altro artista musicale è presente nei film tanto, e in maniera tanto rilevante, quanto David Bowie. Sui film, sulla musica, in generale su tutta la cultura di oggi, o almeno in quella che piace a me, nessuno ha avuto la sua stessa influenza.
Eravamo partiti per cambiare il mondo... e abbiamo cambiato solo noi stessi” si diceva nel film Velvet Goldmine. Non è proprio così. David Bowie con la sua arte il mondo l'ha cambiato. Eccome se l'ha cambiato.

La top 10 di Pensieri Cannibali delle canzoni di David Bowie

Spazio adesso a una Top 10, una tipica Top 10 di Pensieri Cannibali. Negli ultimi giorni ho riascoltato una parte della sua discografia. Una parte, perché un paio di giornate non sono sufficienti per recuperarla per intero, talmente è vasta. In circa 50 anni sulle scene musicali, David Bowie ha tirato fuori talmente tanti brani memorabili, che un sacco di pezzi stupendi e mitici come “Space Oddity”, “Starman”, “Young Americans”, “Sound and Vision”, “Absolute Beginners”, “D.J.”, “Velvet Goldmine”, “Rebel Rebel”, "All the Young Dudes" e parecchi altri sono dovuti a malincuore restare fuori. D'altra parte questa non pretende di essere la Top 10 delle sue canzoni necessariamente migliori o di quelle più note o importanti per il mondo. Sono solo quelle che hanno avuto più importanza per me.

10. “Little Wonder”
Se il mio primo approccio indiretto alla musica di Bowie avverrà come raccontato nella posizione numero 2 di questa classifica, quello diretto capita con questo brano. Avevo 15 anni e “Little Wonder” era il primo singolo da “Earthling”, lavoro molto elettronico e drum'n'bass che aveva fatto storcere il naso a qualche suo fan di vecchia data ma a me, che lo scoprivo allora, gasava parecchio. Non sarà uno dei suoi pezzi più storici, ma di certo è uno di quelli a cui io personalmente sono più legato. E poi “Earthling” è uno degli album più fighi degli anni '90, diciamolo.



9. “Thursday's Child”
Così come “Little Wonder”, non uno dei brani del repertorio storico dello Starman, però uno dei primi che mi hanno fatto conoscere e innamorare della sua musica. Una canzone da brividi, che ha pure il (de)merito di aver prestato il titolo alla rubrica sulle uscite cinematografiche settimanali che co-conduco su WhiteRussian, il sito del mio blogger rivale Mr. James Ford.



8. “Ziggy Stardust”
Uno degli attacchi più belli nella storia del rock. E non solo l'attacco, ma pure il resto della canzone e il resto dell'album “The Rise And Fall Of Ziggy Stardust And The Spiders From Mars” sono una bomba. Ooooh, yeah.



7. “Modern Love”
La definizione stessa di pezzo irresistibile. Ogni volta che viene suonata, c'è da mettersi a correre & ballare come fa Frances Ha.



6. “Life on Mars?”
Ci può essere vita su Marte?
Matt Damon ha dimostrato che sì, è un pianeta vivibile. Più o meno.
E poi, da dove credete provenisse David Bowie?



5. “Lady Grinning Soul”
“Aladdin Sane” è il mio album di Bowie preferito. Non so, c'è qualcosa in questo disco, dalla copertina a ogni singola nota presente al suo interno, che gli fa occupare un posto speciale nel mio cuoricino, ancor più dei suoi altri lavori. Non poteva quindi mancare un suo pezzo e tra i tanti splendidi vado con quello da pelle d'oca piazzato in chiusura, “Lady Grinning Soul”.



4. “Ashes to Ashes”
Non saprei nemmeno da che parte iniziare, per descrivere la grandezza di questa canzone. Suona stramba, eppure allo stesso tempo è clamorosamente accessibile e pop. Al suo interno David Bowie cita la sua vecchia “Space Oddity”, eppure suona del tutto nuova. Io non credo ai miracoli, ma questo brano mi fa pensare che invece possano esistere.



3. “Heroes”
C'è chi può essere eroe just for one day, e chi forever and ever.
Indovinate un po' David Bowie per quanto tempo lo resterà?



2. “The Man Who Sold the World”
Il mio primo approccio con il mondo di David Bowie da teenager è stato non direttamente con lui, bensì con Kurt Cobain, che propose il suo pezzo del 1970 “The Man Who Sold the World” dal vivo nell'Mtv Unplugged dei Nirvana. È stato da lì che poi è partito il mio viaggo alla scoperta della musica del Duca Bianco.



1. “Changes”
Ognuno nel suo cuore porta una canzone in particolare di David Bowie. Non per forza solo una e non per forza sempre la stessa per tutta la vita. La mia, almeno al momento, è “Changes”. Forse il pezzo che meglio descrive lui e la sua arte, in costante mutamento. Domani però magari la mia preferenza cambierà, anche perché il Duca Bianco ci ha lasciato così tanta grande musica, così tanti grandi brani, che c'è solo l'imbarazzo della scelta.
Viva i changes, viva chi non si accontenta della stessa minestra riscaldata, viva chi ha il coraggio di fare cose sempre nuove e differenti e insomma viva il simbolo di tutto questo: David Bowie.

I film redivivi e nati per combattere del weekend

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Questa settimana nei cinema italiani arrivano 5 film tutti potenzialmente da vedere. Ed è una notizia rara. Tra questi ci sono poi due delle pellicole più celebrate Oltreoceano negli ultimi tempi e una terza che potrebbe concorrere anch'essa agli Oscar. Sembra esserci inoltre materiale a sufficienza per dividere i due co-conduttori di questa rubrica come si deve, quindi diamo loro la parola: Cannibal Kid del qui presente grandioso blog Pensieri Cannibali e Mr. James Ford del misero WhiteRussian.

Creed - Nato per combattere
"Hey Cannibal, ma chi ti creedi di essere?
Non me ne frega niente della tua opinione, io leggo solo WhiteRussian!"

Cannibal dice: Vi posso già svelare in anteprima mondiale come sarà la recensione di Creed - Nato per combattere, lo spinoff della saga di Rocky. La mia? No, la mia sarà una sorpresa. Vi posso rivelare quella di WhiteRussian, in cui il film si beccherà 3 bicchieri, o più probabilmente 3 e mezzo, o magari se Ford vorrà esagerare persino 4, e in cui si parlerà con toni nostalgici del tempo che passa, del rapporto padre/figlio più ancora di quello allievo/maestro, di come Sylvester Zalone sia secondo Ford l'attore più sottovalutato della Storia del Cinema e il tutto sarà accompagnato da un nuovo header realizzato per l'occasione.
Chissà se, dopo questa rivelazione in anteprima, Ford stanotte correrà a modificare la sua recensione giusto per smentirmi...
Ford dice: il buon Peppa Creed, allievo di Sylvester Fordone, avrà azzeccato la sua predizione rispetto alla recensione fordiana dell'attesissimo nuovo film dedicato a Rocky Balboa mascherato da film dedicato al figlio del mitico Apollo?
Qualche giorno di pazienza, e lo saprete.
Nel frattempo, continuo i miei festeggiamenti per la vittoria meritatissima del Globe da parte di Sly.

Revenant - Redivivo
"Sembra che Cannibal non sia rimasto particolarmente impressionato dalla scena in cui combatto con un orso.
Lui ogni settimana deve combattere con un Ford."

Cannibal dice: Se Creed - Nato per combattere è senza dubbio la visione fordiana della settimana, Revenant - Redivivo diretto da Alejandro González Iñárritu e interpretato da Leonardo DiCaprio, due beniamini dalle mie parti, dovrebbe essere una visione parecchio più cannibale. L'ambientazione western e la storia di sopravvivenza potrebbero però pure in questo caso rivelarsi più fordiane...
Chissà quali reazioni avrà provocato la visione del film trionfatore dei Golden Globe 2016 nei due blogger pseudo rivali?
Lo scopriremo presto con le loro recensioni.
Ford dice: per quanto firmato da Inarritu ed interpretato da DiCaprio, Revenant racconta una vicenda decisamente fordiana, fatta di uomini duri, West, ferite aperte e tutte quelle cose che non c'entrano un bel nulla con quel pusillanime di Cannibal.
Dopo la diatriba legata a Birdman, riuscirà Inarritu a mettere finalmente d'accordo i due bloggers più nemici della blogosfera?
A breve la risposta.

La corrispondenza
"Ford, mentre mi guardi potresti smetterla di toccarti, per favore?"

Cannibal dice: Se c'è un italiano sopravvalutato quello non è Ford, lui arriva dal vecchio West americano o almeno così crede e poi non può essere considerato sopravvalutato, visto che nessuno gli dà più valore di due lire. L'italiano più sopravvalutato, almeno tra i registi, di cui parlo è Giuseppe Tornatore. Questo nuovo film con un cast internazionale magari non sarà nemmeno troppo malvagio, ma quasi certamente sarà molto... sopravvalutato.
Ford dice: ho sempre considerato Tornatore un regista tremendamente sopravvalutato, il classico cineasta italiano che tanto piace all'Academy e che di norma da queste parti si prende fior di bottigliate.
Eppure, l'ultimo La migliore offerta non mi era dispiaciuto, dunque potrei addirittura concedere una visione, considerato che Creed e Revenant sono già passati dal Saloon.

Il labirinto del silenzio
"Stupido io che pensavo che, quando Ford mi ha detto di andare a cercare tra i suoi file,
intendesse quelli del computer..."

Cannibal dice: Il candidato tedesco agli Oscar quest'anno sarebbe dovuto essere l'ottimo Victoria che però è stato squalificato dal rigido regolamento dell'Academy, poiché contiene molti dialoghi in inglese e quindi non può essere considerato tecnicamente un film in lingua straniera. E così si è optato per il più tradizionale Il labirinto del silenzio, pellicola storica sulla Germania post Seconda Guerra Mondiale diretta dall'italo-tedesco Giulio Ricciarelli. Il rischio è quello di trovarsi di fronte a un film troppo perfettino e accademico, ma una visione credo la meriti comunque.
Ford dice: considerato l'argomento, una visione ci starebbe comunque, specie ora che siamo nel periodo del Giorno della Memoria.
Peccato, però, che qui si senta puzza di ruffianata quasi quanto su Pensieri Cannibali si sente di radical chic.

Daddy's Home
"Combattere contro Sylvester Fordone? Ma lo faccio a pezzi, quel vecchietto.
L'orso di DiCaprio? Quella sì che sarebbe una sfida alla pari!"

Cannibal dice: A completare una settimana dai toni molto fordiani, arriva pure una commedia potenzialmente da WhiteRussian con Mark Wahlberg e Will Ferrell. Sperando si possa rivelare meglio de I poliziotti di riserva e augurandomi che Ferrell si sia ripreso dopo le ultime pellicole non troppo entusiasmanti, chissà che non si riveli anche una bella cannibalata come si deve.
Ford dice: a chiudere una settimana inaspettatamente fordiana una commedia da neuroni spentissimi che potrebbe rinverdire i fasti de I poliziotti di riserva, e che da queste parti potrebbe regalare momenti spassosi in compagnia di una bella dose di White Russian.
Alla facciazza di Peppa Creed, che potrà sempre e soltanto essere l'allievo incapace di superare il maestro Fordone.


Nomination Oscar 2016: Carol alt, spazio a Room e Brooklyn

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Sono uscite le nomination agli Oscar 2016 e sembrava andato tutto più o meno come da copione, senza stravolgere troppo le previsioni della vigilia mentre poi, a guardare bene, c'è un nome in particolare che manca. Carol non è stato nominato tra i migliori film dell'anno. Sul serio?
Io non l'ho ancora visto, però lo immaginavo come uno dei titoli più forti per la vittoria finale e invece non s'è beccato la nomination nella categoria principale, dovendosi accontentare di quelle a Cate Blanchett e Rooney Mara, più alcune in sezioni “minori”.


Altro grande escluso è Quentin Tarantino, fuori dai giochi da regia, sceneggiatura e miglior film. In compenso The Hateful Eight si può consolare con le candidature a Jennifer Jason Leigh tra le attrici non protagoniste e al nostro Ennio Morricone per la colonna sonora.
Ah, se non ci fosse l'Italia a tenere in piedi il povero Quentin!
Altra candidatura per il cinema italiano è arrivata con la fastidiosa “Simple Song #3” sentita in Youth - La giovinezza di Paolo Sorrentino tra le migliori canzoni. Nomination regalata, però accontentiamoci.

Le grandi rivelazioni di queste tornata di nomination sono stati Room e Brooklyn, entrati un po' a sorpresa, soprattutto il secondo, tra i candidati per il miglior film dell'anno, insieme a pezzi grossi come il super favorito Revenant - Redivivo e Sopravvissuto - The Martian, Mad Max: Fury Road, La grande scommessa, Il caso Spotlight (l'unico degli 8 che ancora devo vedere), e il sopravvalutatissimissimo ma troppo pensato apposta per gli Oscar per essere escluso Il ponte delle spie.
Fuori dalla categoria principale sono invece rimasti oltre a Carol anche The Hateful Eight, Sicario, Star Wars: Il risveglio della Forza e Inside Out.

Tra i registi parecchie sorprese: fuori Quentin Tarantino, ma anche Ridley Scott e Steven Spielberg, e dentro nomi nuovi come Lenny Abrahamson, Adam McKay e Tom McCarthy. Tra gli attori protagonisti Leonardo DiCaprio dovrebbe finalmente battere la maledizione, ma la concorrenza non è niente male. Tra le attrici protagoniste il nome meno atteso è quello di Charlotte Rampling, che però non stupisce più di tanto considerato l'amore dell'Academy per i “nonnetti”. :)

Nella categoria di miglior attore non protagonista si preannunciano fuochi d'artificio e se Sylvester Stallone dovesse mettere al tappeto pezzi da 90 come Christian Bale e Tom Hardy ci sarebbe da gridare allo scandalo. Molto bella anche la gara tra le non protagoniste, dove sarà dura scegliere per chi fare il tifo.

Per decidere da che parte stare, e per completare la visione delle pellicole nominate, c'è comunque ancora tempo. Gli Oscar 2016 ci danno appuntamento alla notte del 28 febbraio, con una cerimonia presentata da Chris Rock. Nel frattempo beccatevi e studiatevi per bene, mi raccomando, tutte le nomination.

Miglior film
La grande scommessa
Il ponte delle spie
Brooklyn
Mad Max: Fury Road
Sopravvissuto - The Martian
Revenant
Room
Il caso Spotlight

Miglior regia
Adam McKay - La grande scommessa
George Miller - Mad Max: Fury Road
Alejandro Gonzales Inarritu - Revenant
Lenny Abrahamson - Room
Tom McCarthy - Il caso Spotlight

Miglior attore protagonista
Bryan Cranston - Trumbo
Matt Damon -The Martian
Leonardo DiCaprio - Revenant
Michael Fassbender - Steve Jobs
Eddie Redmayne - The Danish Girl

Miglior attrice protagonista
Cate Blanchett - Carol
Brie Larson - Room
Jennifer Lawrence - Joy
Charlotte Rampling - 45 anni
Saoirse Ronan - Brooklyn

Miglior attore non protagonista
Christian Bale - La grande scommessa
Tom Hardy - Revenant
Mark Rylance - Il ponte delle spie
Mark Ruffalo - Spotlight
Sylvester Stallone - Creed

Miglior attrice non protagonista
Jennifer Jason Leigh - The Hateful Eight
Rooney Mara - Carol
Rachel McAdams - Spotlight
Alicia Vikander - The Danish Girl
Kate Winslet - Steve Jobs

Miglior sceneggiatura originale
Il ponte delle spie
Ex Machina
Inside Out
Spotlight
Straight Outta Compton

Miglior sceneggiatura non originale
La grande scommessa
Brooklyn
Carol
The Martian
Room

Miglior film straniero
El abrazo del serpiente (Colombia)
Mustang (Francia)
Il figlio di Saul (Ungheria)
Theeh (Giordania)
A War (Danimarca)

Miglior film d'animazione
Anomalisa
Boy and the World
Inside Out
Shaun the Sheep Movie
When Marie Was There

Miglior montaggio
La grande scommessa
Mad Max Fury Road
Revenant
Spotlight
Star Wars: il risveglio della Forza

Miglior scenografia
Il ponte delle spie
The Danish Girl
Mad Max: Fury Road
Sopravvissuto - The Martian
Revenant

Miglior fotografia
Carol
The Hateful Eight
Mad Max Fury Road
Revenant
Sicario

Migliori costumi
Carol
Cinderella
The Danish Girl
Mad Max Fury Road
Revenant

Miglior trucco e acconciature
Mad Max: Fury Road
The 100-Year-Old Man Who Climbed out the Window and Disappeared
Revenant

Migliori effetti speciali
Ex Machina
Mad Max: Fury Road
Sopravvissuto - The Martian
Revenant
Star Wars: il risveglio della Forza

Miglior sonoro
Il ponte delle spie
Mad Max: Fury Road
Sopravvissuto - The Martian
Revenant
Star Wars: il risveglio della Forza

Miglior montaggio sonoro
Mad Max: Fury Road
Sopravvissuto - The Martian
Revenant
Sicario
Star Wars: il risveglio della Forza

Miglior colonna sonora originale
Il ponte delle spie
Carol
The Hateful Eight
Sicario
Star Wars: il risveglio della Forza

Miglior canzone
Earned It - 50 sfuature di grigio
Manta Ray - Racing Extinction
Simple Song #3 - Youth
Til It Happens To You - The Hunting Ground
Writing's On the Wall - Spectre

Miglior documentario
Amy
Cartel Land
The Look of Silence
What Happene, Miss Simone?
Winter of Fire: Ukraine's Fight for Freedom

Miglior corto documentario
Body Team 12
Chan, beyond the Lines
Claude Lanzmann: Spectres of the Shoah
A Girl in the River: The Price of Forgiveness
Last Day of Freedom

Miglior cortometraggio
Ave Maria
Day One
Everything Will Be OK
Shok
Stutterer

Miglior cortometraggio d'animazione
Bear Story
Prologue
Sanjay's Super Team
We Can't Live without Cosmos
World of Tomorrow


Puntate i soldi su La grande scommessa, invece di metterli in banca

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La grande scommessa
(USA 2015)
Titolo originale: The Big Short
Regia: Adam McKay
Sceneggiatura: Adam McKay, Charles Randolph
Tratto dal libro: The Big Short - Il grande scoperto di Michael Lewis
Cast: Christian Bale, Steve Carell, Ryan Gosling, Brad Pitt, John Magaro, Finn Wittrock, Marisa Tomei, Hamish Linklater, Rafe Spall, Jeremy Strong, Karen Gillan, Max Greenfield, Billy Magnussen, Melissa Leo, Heighlen Boyd, Margot Robbie, Selena Gomez
Genere: economia for dummies
Se ti piace guarda anche: Margin Call, The Wolf of Wall Street, Wall Street

Se non puoi battere le banche, fagliela pagare” recita la frase di lancio sul manifesto promozionale de La grande scommessa.


Con un claim del genere, il film sarebbe potuto diventare il più visto dalle vittime del Salva Banche, tutte quelle persone che hanno perso i soldi investiti in Banca Etruria e negli altri istituti falliti negli ultimi mesi. Avrebbe potuto incassare più di Quo Vado?, peccato solo che le persone interessate non hanno più manco il denaro per comparsi il biglietto del cinema e quindi il film ai botteghini nostrani sta racimolando un pochino meno rispetto all'ultimo lavoro con Checco Zalone.
Non avete ancora capito bene cos'è successo con Banca Etruria e gli altri istituti?
Ce lo spiega apposta per Pensieri Cannibali l'ex Miss Italia Miriam Leone.


Grazie Miriam, sei stata molto chiara.
La grande scommessa comunque affronta un caso che ha delle analogie, ma non parla direttamente del caso Salva Banche. Innanzitutto perchè è ancora una questione troppo recente. E poi perché agli americani non gliene frega nulla del caso Salva Banche italiano. Anche se, nel caso venissero presi Leonardo DiCaprio nella parte di Matteo Renzi, Robert De Niro in quella del padre di Maria Elena Boschi e Sasha Grey nel ruolo di Maria Elena Boschi, forse il pubblico andrebbe a vederlo lo stesso.
La grande scommessa parla invece della Crisi dei Subprime.


Un film sulla Crisi economica (così va meglio?) del 2008 era già stata girata: si chiamava Margin Call, era un ottimo film, ma il grande pubblico aveva reagito così...


Guardando Margin Call, i produttori de La grande scommessa hanno però avuto un'intuizione. Hanno preso una frase del film, forse l'unica che hanno compreso, e l'hanno messa in pratica. Mi riferisco a quando Jeremy Irons nella pellicola dice: “Può dirmi che cosa sta succedendo? E per favore parli come se lo spiegasse a un bambino piccolo... o a un golden retriever.

Se non capite nulla di economia e, credetemi, io sono messo proprio come voi, tranquilli. La grande scommessa è un film che spiega la Crisi economica del 2008 come se lo facesse con un bambino piccolo o un golden retriever. Lo fa con un cast di volti rassicuranti come quelli dell'ex comico Steve Carell, o come il divo Brad Pitt, o come il figaccione Ryan Gosling. O quello un po' meno rassicurante, ma comunque parecchio noto, di Christian “Batman” Bale. Lo fa inoltre usando un ritmo indiavolato vicino a quello di The Wolf of Wall Street. Per parlare al grande pubblico, meglio comunque non prendere un regista come Martin Scorsese, troppo autoriale. Meglio impiegarne uno che finora aveva fatto solo commedie parecchio leggere.
No, non Gennaro Nunziante, già impegnato a elaborare la complessa sceneggiatura del prossimo film con Checco Zalone, bensì Adam McKay. Chi è Adam McKay?
È il Gennaro Nunziante di Will Ferrell, visto che ha diretto molti suoi celebri lavori come Anchorman - La leggenda di Ron Burgundy, Ricky Bobby - La storia di un uomo che sapeva contare fino a uno, Fratellastri a 40 anni, I poliziotti di riserva e Anchorman 2 - Fotti la notizia. Tutti film piuttosto divertenti, ma non certo considerabili come impegnati.

I produttori de La grande scommessa hanno così fatto come i protagonisti del loro film: puntato su qualcosa che nessuno avrebbe creduto possibile. Ovvero girare una commedia leggera e seguibile dal pubblico generalista che parla della Crisi economica del 2008. Un tema di interesse pubblico, visto che ha toccato in maniera più o meno pesante la vita di tutti noi, ma anche un tema di cui nessuno c'ha mai capito una mazza. Finora. Dopo la visione di questo film non è che sia proprio tutto tutto chiaro, però qualcosa in più la si capisce. La grande scommessa dei producer è vinta, perché la pellicola funziona. Viaggia che è una meraviglia, ha una sua profondità, pur mantenendo sempre dei toni da comedy, e si fa seguire dall'inizio alla fine nonostante la notevole durata e l'argomento complesso.Lo fa perché spiega le origini della crisi e del crollo del mercato immobiliare negli Stati Uniti, come se a farlo ci fosse...
il più volte citato Checco Zalone.



La grande scommessa è un film ottimamente interpretato, soprattutto da un ancora una volta stellare Christian Bale alle prese con un personaggio idolesco. Uno dell'ambiente finanziario molto lontano dallo yuppie Patrick Bateman da lui stesso interpretato in American Psycho. Uno che, nonostante abbia un occhio di vetro, è quello che ci vede più lontano di tutti.


Inoltre la pellicola vanta una colonna sonora variegata e ben utilizzata e una sceneggiatura davvero brillante con una manciata di cameo geniali e con alcune trovate originali, nonostante nel complesso il film si muova a metà strada tra i citati Margin Call, ma è meno complicato, e The Wolf of Wall Street, ma è un po' meno figo.

L'elemento che rende il lavoro vincente è però forse un altro. Paradossalmente quello che colpisce di meno: per quanto abbia un montaggio serrato, qualche momento più documentaristico e qualcun altro più videoclip style alla Mtv sulle note di "Money Maker" di Lucadris e Pharrell, la regia di Adam McKay non colpisce più di tanto. Non è autoriale. Eppure fa il suo dovere alla grande, perché riesce a rendere il tema accattivante e accessibile a tutti. O quasi. La grande scommessa riesce a raccontare la crisi economica del 2008, una delle pagine più importanti della Storia recente, come se la spiegasse a un bambino piccolo o a un golden retriever e la sua scommessa azzardata può quindi dirsi vinta in pieno. Se invece non avete capito niente nemmeno da una pellicola come questa, allora il consiglio è quello di tenere i vostri soldi sotto il materasso, che i banchieri non vedono l'ora che entriate nel loro edificio per spennarvi alla grande.

Peccato solo che chi ha dato fiducia ai fidati consiglieri di Banca Etruria e degli altri tre istituti falliti non abbia visto questo film prima di investire tutti i suoi risparmi. E peccato che adesso non potrà vederlo forse mai più. Almeno fino a che non passerà gratis sulla tv in chiaro. Sempre che le vittime del Salva Banche lo possiedano ancora, un televisore.
(voto 7,5/10)



Chi fa Il ponte delle spie non è figlio di Marie, non è figlio di Gesù, vadavialcù

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Il ponte delle spie
(USA! USA! USA!, Germania, India 2015)
Regia: Steven Spielberg
Sceneggiatura: Matt Charman, Ethan Coen, Joel Coen
Cast: Tom Hanks, Mark Rylance, Alan Alda, Billy Magnussen, Amy Ryan, Eve Hewson, Jesse Plemons, Michael Gaston, Austin Stowell
Genere: spione
Se ti piace guarda anche: La talpa, La spia - A Most Wanted Man, The Americans

A volte può capitare di definire un film una “barba”. Cosa che non significa che sia letteralmente una barba. Anche se sarebbe un'immagine divertente. Provate a pensare a una pellicola con una barbona alla Babbo Natale...
E che da qui ai prossimi 11 mesi nessuno pronunci più la parola Natale.

A volte può capitare pure di affermare che un film ci ha fatto dormire. È un modo di dire. Non significa che ci abbia fatto addormentare per davvero. Quando invece dico che Il ponte delle spie mi ha fatto fare una delle più clamorose dormite della mia vita dico sul serio. In senso letterale.
Mi è capitato altre volte di appisolarmi durante la visione di una pellicola. Quando sono stanco, può capitare che mi abbiocchi per magari 10 minuti o mezz'oretta, poi me ne rendo conto, stacco tutto e vado a nanna. Con Il ponte delle spie invece mi sono addormentato dopo circa un'ora, e vi assicuro che ho resistito già abbastanza a lungo, e poi sono finito in coma profondo fino ai titoli di coda. Cosa che significa che questo film accompagna il sonno in maniera perfetta. È una cosa che non tutte le pellicole, soprattutto quelle con botti ed esplosioni, possono garantire. Se avete problemi di sonno, quindi, vi consiglio una bella dose de Il ponte delle spie. Può far miracoli.

Da grande professionista quale sono, ma più che altro da grande masochista quale sono, per dovere di cronaca ho comunque voluto dare una seconda possibilità al film, per vederlo fino alla fine. Armato di caffé + red bull + qualche sostanza illegale che è meglio non specificare + uno schiavo personale pagato apposta per darmi un pizzicotto ogni tanto, ho ripreso la visione da dove l'avevo lasciata e devo dire che Il ponte delle spie è un film impeccabile. Di impeccabile noia, certo, ma anche di impeccabile fattura. Non si può dire che Steven Spielberg diriga male. Le riprese sono parecchio curate. Ci sono giochi di ombre che richiamano il cinema espressionista tedesco, così come Orson Welles. Ci sono delle dissolvenze nel montaggio che fanno tanto pellicola di una volta. In generale è tutto un omaggio al passato, a un cinema classico che Spielberg cita in maniera accurata, quanto fredda, senza uno slancio di passione. Un film impeccabile, ok, ma anche impersonale e privo di emozioni.

"Scusa tanto Steven, ma una tazza di caffé me la bevo anch'io, che non si sa mai."

Sì, emozioni, proprio quelle che provocava in abbondanza ad esempio E.T - l'extra-terrestre e che invece gli ultimi film di Spielby non regalano manco per sbaglio. Qualcuno, anzi in molti hanno detto che questa è la pellicola migliore del regista statunitense da diverso tempo a questo parte. Sarà pure vero, anche perché toccare i vertici di atrocità raggiunti da War Horseè dura, sebbene tra questo e Lincoln non saprei dire quale mi abbia annoiato di meno. Però è un po' la stessa cosa che si dice quando esce un nuovo disco degli U2: è il loro migliore da un sacco di tempo a questa parte. Chissenefrega. Solo perché sia Spielberg che gli U2 sono anni che campano sul loro nome prestigioso e tirano fuori una ciofeca dietro l'altra, non significa che, se anche hanno realizzato qualcosa di un pochino meglio rispetto alle loro ultime robette, abbiano tirato fuori un Capolavoro.
Mi sono spiegato bene?
No, non credo. Penso di essere risultato pesante e noioso, proprio come Il ponte delle spie.

"Il caffè non è bastato. Me cala la palpebra lo stesso."

Per farla breve e non continuare a rompervi le palle come ha fatto questo film con me, dico che un discorso simile va fatto per il protagonista Tom Hanks, perfetto nella sua parte da avvocato super buonista - che quando mai lo si è visto nella realtà un avvocato così? - tanto quanto insopportabile come suo solito. Stessa cosa per i fratelli Coen, che hanno scritto un copione classico che più classico non si può, in cui tutti gli elementi funzionano alla perfezione ma, salvo un paio di passaggi caricaturali dedicati a una serie di personaggi tedeschi e russi ultra stereotipati, anch'esso è privo di una personalità o di un'anima. Come già successo con lo script del pessimo Unbroken girato da Angelina Jolie, i Coen si sono limitati al compitino e hanno intascato il presumibilmente lauto assegno dei produttori. Niente di male in questo, sia chiaro.

"Confessa, spia: pure tu ti sei addormentato guardando 'sto film!"
"Sì, ma guarda che lo ammetto senza problemi, Forrest Gump."

E non c'è niente di male in generale in questo film, salvo un patriottismo esagerato che, nella sua volontà di celebrare i valori dei veri USA! USA! USA!, pare come l'equivalente democratico del repubblicano American Sniper. Va notato che l'American Hero esaltato da Spielberg rispetto a quello di Eastwood preferisce sparare parole anziché proiettili, ed è questa una differenza fondamentale. Sono però le due facce della stessa medaglia, quella di un americanismo sfrenato e di cui sinceramente il mondo non ha più bisogno. O, almeno, non io.
Il patriottismo de Il ponte delle spie, nel suo buonismo tipicamente spielberghiano/tomhanksiano, concede comunque l'onore delle armi anche agli avversari. Il film ci dice infatti che non tutti i russi sono cattivoni assurdi, ma uno, attenzione però soltanto uno, si salva: l'agente del KGB interpretato da Mark Rylance in maniera discreta, ma la nomination ai Golden Globe e quella agli Oscar mi paiono un tantino esagerate.

"Sempre più meritata la mia nomination del Globe a Stallone, comunque."

Nella sua impeccabile perfezione formale, Il ponte delle spie è un film che farà andare in brodo di giuggiole gli amanti del cinemone americano classico. Personalmente, un tipo di cinema così io lo lascerei nel cassetto del passato anche perché un film del genere, più freddo della Guerra Fredda, con il suo stile asettico anziché un sincero e appassionato omaggio alla tradizione, sembra la sua sepoltura.
Tranquilli, adesso ho finito di attaccare il vostro caro amato vecchio Nonno Spielberg. Rimetto su Il ponte delle spie e me ne torno a dormire.
(voto 5/10)


Cannibal Creed - Nato per farsi battere

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Creed - Nato per combattere
(USA 2015)
Regia: Ryan Coogler
Sceneggiatura: Ryan Coogler, Aaron Covington
Cast: Michael B. Jordan, Sylvester Stallone, Tessa Thompson, Phylicia Rashad, Tony Bellew, Ritchie Coster, Fedez Gabe Rosado
Genere: nostalgico
Se ti piace guarda anche: gli altri Rocky, Southpaw - L'ultima sfida, Kingdom

Buonasera gentili lettori di Pensieri Cannibali.
Gentili?
No, qui non vogliamo lettori gentili. Vogliamo lettori assetati di sangue, perché questa sera ne verrà versato parecchio. Il main event della nottata di boxe prevista sul ring di Pensieri Cannibali è infatti tra l'autore del blog Cannibal Kid e l'ultimo film interpretato da uno dei suoi più acerrimi nemici: Sylvester Stallone.
Che poi saranno davvero rivali, o sono destinati a diventare amiconi, proprio come Rocky Balboa e Apollo Creed nella saga pugilistica più celebre di tutti i tempi?
Andiamo a scoprirlo con questa nuova appassionante sfida, dopo quella combattuta per Southpaw. In un angolo del ring troviamo Cannibal Kid. Nell'altro angolo il film Creed - Nato per combattere. Chi avrà la meglio?

Round 1
Cannibal Kid vs La saga di Rocky
"Quel Cannibal Kid pesta più forte di quanto immaginassimo..."
"In realtà non mi ha colpito manco una volta. E' solo che soffro di epistassi."

L'autore di questo blog non è mai stato un grande fan della saga di Rocky. Non che l'abbia mai nemmeno odiata. Più che altro non glien'è mai fregato un granché. Più di recente si è anche appassionato alle storie di lottatori, grazie ad esempio all'ottima serie tv Kingdom, ma in generale non l'hanno mai entusiasmato più di tanto. Come un pugile che si è appena beccato dei colpi in testa ben assestati, dei film della serie di Rocky ha giusto dei ricordi sparsi e piuttosto vaghi. Dei flash. Sarà che la sua memoria non è mai stata eccezionale, o sarà che non li ha mai visti tutti, non per intero e forse soltanto qua e là. Ricorda però di aver visto addirittura al cinema il sesto e più recente episodio della saga, Rocky Balboa, che, se andiamo a vedere da vicino, non è che sia poi troppo distante da questo nuovo capitolo.

And the winner is... Nessuno, visto che non c'è stato un vero e proprio scontro diretto.

Round 2
Cannibal Kid vs Sylvester Stallone
"Certo che mi divertirei proprio tanto a salire su un ring con Cannibal Creed."

Creed - Nato per combattere è lo spinoff della saga di Rocky e questa volta Sylvester Stallone non figura né come regista né come sceneggiatore, ma si limita a un ruolo da comprimario. Un ruolo importante, ma da comprimario. Va riconosciuto all'attore di recitare meno peggio rispetto al suo solito. Allo stesso tempo il Golden Globe assegnatogli e il probabile Oscar in arrivo appaiono parecchio esagerati, visto che le sue qualità come interprete restano sempre limitate. Limitatissime. Cannibal Kid quindi lo spernacchia e lo mette al tappeto. Anche perché in questo nuovo film non è che sia messo fisicamente benissimo. Anzi, è messo peggio persino di lui.

And the winner is... Cannibal Kid

Round 3
Cannibal Kid vs Michael B. Jordan
"Qual è il punto debole di Cannibal?"
"Basta che lo colpisci in un qualunque punto e quello va a terra."
"Grazie, Rocky! Come farei senza i tuoi fondamentali insegnamenti?"

La notizia è che in Creed - Nato per combattere, come si può evincere fin dal titolo, il vero protagonista principale non è più Rocky/Sylvester Stallone, bensì Creed. Non Apollo Creed, il nemicoamico storico di Rocky che, non per spoilerare, ma era già morto in Rocky IV, sotto i violenti colpi di Ivan “Ti spiezzo in due” Drago/Dolph Lundgren. Il Creed questa volta è Adonis Creed, un giovane pugile sconosciuto che decide di seguire le orme del genitore morto ancor prima della sua nascita. Riuscirà a essere all'altezza del padre, considerato il pugile migliore di tutti i tempi, persino più di Rocky, Mike Tyson e Muhammad Alì?
A interpretarlo c'è un attore dal nome altrettanto impegnativo: Michael B. Jordan, che a quanto pare però non è il figlio dell'ex campione NBA Michael Jordan. Michael B. Jordan è un attore che è sempre piaciuto a Cannibal Kid, fin dai tempi in cui ha cominciato a farsi notare nella splendida serie tv sul football americano Friday Night Lights. Di lì in poi il Michael Jordan del cinema si è segnalato anche nell'ottimo Sundance film winner Prossima fermata Fruitvale Station, nel singolare sci-fi Chronicle e pure in una manciata di pellicole meno riuscite come Quel momento imbarazzante e Fantastic 4 - I fantastici quattro, in cui lui comunque riusciva a fare ancora la sua porca figura. I colpi sferrati da Cannibal Kid appaiono quindi deboli e il round va facilmente a favore di Michael B. Jordan.

And the winner is... Michael B. Jordan

Round 4
Cannibal Kid vs La colonna sonora

Le colonne sonore dei precedenti capitoli di Rocky sono mitiche, almeno per un sacco di gente, tra cui l'altro acerrimo rivale di Cannibal Kid, Mr. James Ford. Pure in questo caso, così come per i film, a Cannibal Kid non hanno invece mai entusiasmato. No, nemmeno la tamarrissima “Eye of the Tiger” dei Survivor.
Cannibal parte così convinto più che mai in questo quarto round, pronto a mettere KO Creed - Nato per vincere una volta per tutte. E poi iniziano le note della soundtrack e...
Che figata!
Cannibal Kid infila le cuffiette nelle orecchie e comincia a muoversi (malissimo) sulle note hip-hop dell'esaltante colonna sonora di Creed, in cui sfilano un sacco di nomi nuovi della scena rap americana come Future e Meek Mill, oltre a qualche rapper storico come 2Pac e Nas, con l'aggiunta di una spruzzata di soul old-school fornita da “Wake Up Everybody” di Harold Melvin & the Blue Notes, in una scena del film ballata (pure in questo caso malissimo) dal vecchio Stallone.

And the winner is... La colonna sonora



Round 5
Cannibal Kid vs Tessa Thompson

Quinto round. Questa volta a salire sul ring è la protagonista femminile di Creed - Nato per combattere. Cannibal Kid la vede e...
se ne innamora istantaneamente. Proprio come capita ad Adonis Creed/Michael B. Jordan nella pellicola. È a questo punto che tutte le sue resistenze nei confronti dello spinoff della saga di Rocky cadono e si abbandona alla visione della pellicola facendosi coinvolgere sempre di più.
In una maniera analoga a quanto successo con Star Wars: Il risveglio della Forza, Creed riesce a omaggiare il passato e la ormai decrepita - e diciamolo - saga di Rocky con rispetto, ma contemporaneamente andando a tirare fuori uno spirito e dei personaggi nuovi, attuali, moderni. Creed, così come Il risveglio della Forza, tiene un occhio sullo specchietto retrovisore, ma ha l'altro ben piantato sulla strada di fronte a sé.
Per quanto i nostalgici della serie apprezzeranno soprattutto l'apparizione di un Rocky/Stallone sempre più malinconico, però ancora con la voglia di combattere e tirare avanti, Cannibal Kid è rimasto invece convinto soprattutto dalla parte più nuova della vicenda. Va detto che la sceneggiatura di Creed è parecchio prevedibile e segue tutti gli ingredienti classici di questo tipo di pellicole pugilistiche e più in generale sportive. L'aspetto centrale è il rapporto allievo/maestro quasi da padre/figlio tra Adonis Creed e Rocky Balboa, il tutto con l'aggiunta di un'immancabile storia d'amore con la meravigliosa Tessa Thompson. Attrice già vista anni fa in Veronica Mars e che poi era un po' scomparsa dai radar, per tornare in un piccolo ruolo in Selma e ora più in evidenza con Creed, un film che la lancia tra le attrici più lanciate del momento. Non solo attrice, perché Tessa Thompson dimostra di essere anche una cantante dal potenziale notevole.

And the winner is... Tessa Thompson

Round 6
Cannibal Kid vs Il regista Ryan Coogler
"Dimmi un altro segreto per sconfiggere Cannibal."
"Te l'ha già detto Rocky: basta che lo sfiori e quello finisce KO."

Stupisce che una pellicola parecchio simile a questa come Southpaw - L'ultima sfida, splendidamente interpretata da Jake Gyllenhaal, sia stata presa a pugni e messa al tappeto dalla critica, mentre Creed ha ricevuto molte lodi e apprezzamenti. Entrambe non vantano certo sceneggiature rivoluzionarie. Il colpo vincente di questo Creed, oltre all'incantevole apparizione di Tessa Thompson, sta allora probabilmente nella regia dell'ottimo Ryan Coogler, classe 1986, alla sua seconda prova dopo il citato Prossima fermata Fruitvale Station. Il giovane regista sa tenere il ritmo sostenuto dall'inizio alla fine, come un pugile che pesta senza sosta, ma che sa conservare i colpi migliori verso la fine. Coogler dà il suo meglio in particolare nel mini piano sequenza dell'entrata sul ring di Adonis Creed e nell'ingresso spettacolare del suo rivale.

And the winner is... Il regista Ryan Coogler

Round 7
Cannibal Kid vs Creed - Nato per combattere
Il rapper Fedez in una scena del film.

Se all'inizio Cannibal Kid era convinto di poter sconfiggere l'armata capitanata da Sylvester Stallone, le sue intenzioni di scrivere una stroncatura con i fiocchi si sono dovute arenare contro la valida realizzazione della pellicola. Creed - Nato per combattere non è il capolavoro che i fan della saga di Rocky galvanizzati vogliono spacciare. La sua storia è molto prevedibile e il tema della malattia viene affrontato in una maniera meno coraggiosa e originale rispetto a pellicole che gli appassionati stalloniani considerano troppo poco macho come Colpa delle stelle e Quel fantastico peggior anno della mia vita. E persino rispetto alla serie di Rai 1 Braccialetti rossi. Creed è però un film di solido intrattenimento, che sa sferrare i suoi bei colpi a livello emotivo e sportivo, qua e là esagera nel suo voler essere epico a tutti i costi, eppure nel complesso è un buon modo per riportare in piedi una vecchia saga. Non esaltante quanto Star Wars: Il risveglio della Forza o Mad Max: Fury Road, ma comunque abbastanza da convincere anche i più scettici. Come Cannibal Kid che adesso giace KO al tappeto.

And the winner is... Creed - Nato per combattere
(voto 6,5/10)

"Non ci posso creedere: ho messo Cannibal al tappeto."
"Ma guarda che ci riusciva anche un moscerino!"

Revenant - Redivivo: botte da orsi

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Revenant - Redivivo
(USA 2015)
Titolo originale: The Revenant
Regia: Alejandro González Iñárritu
Sceneggiatura: Alejandro González Iñárritu, Mark L. Smith
Ispirato in parte al libro: Revenant di Michael Punke
Cast: Leonardo DiCaprio, Tom Hardy, Will Poulter, Domhnall Gleeson, Forrest Goodluck, Paul Anderson, Kristoffer Joner, Joshua Burge, Lukas Haas, Grace Dove
Genere: western survival
Se ti piace guarda anche: The New World - Il nuovo mondo, Balla coi lupi, Into the Wild, 127 ore

Sono stato attaccato da un orso.
A dirla tutta, era un orsetto di peluche. Il mio orsetto di peluche. Uno di quelli fisicamente ben piazzati, specifico. Avevamo avuto una tremenda litigata perché io avevo deciso di dormire, oltre che con lui, anche con un pupazzetto di Rey di Star Wars: Il risveglio della Forza. A lui la cosa non andava bene. Diceva che non voleva fare ménage à trois, soprattutto non con quella “sciacquetta senza tette”, parole sue. Non voleva che andassi a letto con nessun altro pupazzo. Voleva un rapporto esclusivo e a me la cosa non stava bene. Non più. Mi ero stufato della solita minestra riscaldata. Quando glielo dissi, lui perse la ragione e mi saltò addosso con violenza. Cominciò a colpirmi. A trascinarmi per le gambe da una parte all'altra. Sferrò degli attacchi terribili con quelle sue mani solo in apparenza soffici e tenerose. Chiunque sarebbe morto, sotto quei colpi mostruosi. Non io. Non so come, ma continuai a respirare. Io sopravvissi all'attacco del mio orsetto di peluche.

Dopo un lungo periodo di degenza in ospedale, ho voluto raccontare la mia drammatica esperienza in un libro che presto è diventato un best-seller mondiale ed è stato inoltre preso a modello da tante persone. Tanti che, dopo averlo letto, hanno trovato il coraggio di denunciare le violenze subite dai propri animali di pezza. Dopo avermi fatto vincere il Premio Pulitzer e pure il Nobel per la pace, il mio libro venne trasposto in una pellicola per il cinema, diretta dal Premio Oscar Alejandro González Iñárritu, non so se avete fatto caso alla mia perfetta pronunciación española muchachos, e con protagonista il premio Oscar Leonardo DiCaprio...

Hey, un attimo: non ha mai vinto il premio Oscar?
Siete sicuri?
Ce la farà questa volta?
Se non ce la fa questa volta, non ce la fa davvero più.


ATTENZIONE: DA QUI IN POI SONO PRESENTI ALCUNI SPOILER

Nella versione cinematografica devo dire che hanno modificato leggermente alcuni piccoli dettagli della mia storia. La vicenda hanno deciso di ambientarla nel passato. Nel passato remoto. Non stiamo parlando della Swingin' London anni '60 yeah yeah. Da quando Mad Men è terminato i 60s non vanno più così tanto. Adesso va di moda il vecchio West, per colpa di quel Tarantino. Un West diverso però da com'era rappresentato in passato con i cowboy da una parte e gli indiani dall'altra. Qui le cose si fanno più complesse. DiCaprio ha un figlio meticcio, mezzo indiano e mezzo ammeregano. Lui combatte dalla parte degli ammeregani contro gli indiani, però come potrete immaginare la situazione è per lui piuttosto complicata. C'è un conflitto d'interessi.

Ecco il figlio di DiCaprio in Revenant...

...ah no, scusate, quello era il sosia grasso e russo di DiCaprio. Suo figlio è questo qua... Ma ne siamo sicuri?

Per sfruttare il fatto che il West è diventato fashion, hanno deciso di ambientare la storia nel 1823, credo anche per far vedere come il dramma delle violenze degli orsetti di peluche contro gli uomini sia universale, sia un problema che esiste già da decenni, da secoli. Hanno poi esteso il discorso pure alla violenza degli uomini contro altri uomini. Non solo i dolci orsetti del cuore possono rivelarsi delle creature brutali. Tutti noi siamo dei selvaggi. Anche se alcuni più di altri.


Alejandro González Iñárritu ha messo in scena questa drammatica vicenda in maniera molto cruda. Ci sono scene davvero impressionanti, dagli scontri iniziali che sembrano un sequel dello sbarco in Normandia di Salvate il soldato Ryan (o forse è meglio dire un prequel?) a momenti più intimi e riflessivi che ricordano il Terrence Malick in particolare di The New World - Il nuovo mondo, più qualche eco di film come L'ultimo dei Mohicani e Balla coi lupi, fino naturalmente alla scena clou dello scontro tra DiCaprio e l'orso in computer grafica.

"Chi si crede di essere, quell'Iñárritu?
Orso Welles?"

È venuto fuori un film che è un viaggio esistenziale. Una lotta alla sopravvivenza, respiro dopo respiro. A tratti si dilunga un po', ma il suo bello è che riesce a trascinarti lì in mezzo alle montagne. Poche pellicole riescono a fare una cosa del genere. Mi viene in mente giusto il primo Vacanze di Natale dei fratelli Vanzina, che ti faceva sentire come se fossi pure tu lì sulle nevi di Cortina insieme ai protagonisti. Ed era un'esperienza anch'essa drammatica.

Revenant - Redivivo ti getta in mezzo all'azione, perché questo è anche un grande film d'azione. Io non sono certo un fan degli action, ma questo è molto lontano dai soliti action. È però anche e soprattutto una vicenda di sopravvivenza e io devo ammettere di non essere un appassionato nemmeno di questo genere di pellicole. Per fortuna qui siamo più dalle parti di Into the Wild che di Cast Away. Allo stesso tempo Revenant è pure qualcos'altro ancora. A tratti è una pellicola bellica e a tratti un western, o un quasi western, e io non amo neppure questi altri due generi. Revenant - Redivivo è insomma quanto di più lontano ci sia dai miei gusti cinematografici, eppure è riuscito a coinvolgermi parecchio, anche se non mi ha convinto al 100%.

"Se qua in mezzo trovo una doccia, giuro che ci faccio all'amore, ci faccio!"

Pur non rientrando tra i miei cult personali, di Iñárritu continuo a preferire nettamente Birdman e con DiCaprio continuo a preferire altrettanto nettamente The Wolf of Wall Street, questo lavoro conferma in pieno entrambi ai vertici dell'arte cinematografica attuale e per tutti e due è un'altra grande prova. Anche se DiCaprio, a dirla tutta, l'Oscar l'avrebbe meritato più per The Aviator e il Balla coi lupi di Wall Street, la statuetta comunque qui dimostra di essersela guadagnata. Sempre se la vincerà per davvero. Non solo per quanto fatto in passato, ma per tutto l'impegno fisico che ha messo in questa pellicola, ed è una cosa che l'Academy in genere apprezza particolarmente. Dopo tutto, chi glielo ha fatto fare di andarsene per mesi al freddo e al gelo, rischiando più volte la vita, per girare questo film, anziché starsene su uno yacht al calduccio circondato da supermodelle, se non l'amore per l'arte, l'amore per il cinema?


"Non sei una supermodella???
Mi spiace, tipa, ma non ci possiamo più frequentare."

Più che da amare, Revenant - Redivivo è allora un film da rispettare. Più che bella o piacevole, è una visione impressionante. Non è il capolavoro assoluto ritratto da quelli dell'Academy, ma non è nemmeno il freddo esercizio di stile dipinto dai suoi detrattori.
Questa, più di altre, è una di quelle pellicole che vanno vissute sulla propria pelle. Qualcosa di duro, di forte, di impatto, che non si dimentica in fretta. Qualcosa che si ama e che si odia allo stesso tempo. Un film che ti strapazza. Ti trascina da tutte le parti. Ti fa male e alla fine ti rende più forte. Proprio come lo scontro con un orso. Vero, di peluche o in computer grafica che sia.
(voto 7+/10)


Sopravvissuto a una chat con Matt Damon

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Nel corso di una missione su Marte, l'astronauta e botanico Matt Damon ebbe un terribile incidente e venne abbandonato sul pianeta dai suoi compagni, che fuggirono codardamente auto convincendosi che era morto. Qualche tempo più tardi Matt Damon, sopravvissuto per miracolo all'incidente, riuscì a ripristinare le comunicazioni con la NASA e pure con i suoi ex colleghi. Questa è la conversazione che hanno avuto in chat in versione integrale. Non quella censurata che poi hanno inserito nella pellicola tratta dalla vicenda.



Michael Peña
Hey Matt!
Allora, come va su Marte?


Matt Damon
Come va???
Ah brutti infami!
Ah brutti fiji de 'na mignotta!
Come vuoi che vada?
M'avete lasciato su Marte da solo.
Di te non me ne frega niente, però potevate far rimanere con me Jessica Chastain.
O almeno Kate Mara, suvvia.

Michael Peña
Ci spiace, Matt, ma tanto non te la davano.
La Chastain c'ha un tipo/marito, mentre Kate Mara è lesbica.


Matt Damon
Mi sa che ti confondi con Rooney Mara.
O, almeno,così sembra dai suoi film...



Michael Peña
E poi credevamo che tu fossi morto.
Sei stato colpito da un sasso lanciato da un cavalcavia dal solito marziano teppista.
Di solito un umano non sopravvive a un'esperienza del genere.


Matt Damon
Ma io non sono un umano qualunque.
Ce l'ho fatta a sopravvivere.
Sono meglio di Superman!


Michael Peña
Sei rimasto solo su Marte da poco, ma noto che hai già perso la testa...
Andiamo bene, andiamo.
Come passi il tempo lì?


Matt Damon
Ho sfruttato le mie conoscenze da botanico per coltivare qualcosa.



Michael Peña
Che cosa?




Matt Damon
Ho messo su una mia piantagione personale di marijuana.
Raga, riempire il casco di fumo dà una botta pazzesca, dovreste provare.
Peccato che debba razionare le canne. Ho calcolato che, se voi per venire a salvarmi ci mettete 4 anni, posso fumarne solo mezza al giorno. Non so se riuscirò a sopravvivere in queste condizioni.

"Mi sa che oggi mi sono fumato qualche canna di troppo..."

Michael Peña
Oh, non fare l'egoista come tuo solito!
Vedi di lasciarcene un po' anche per noi, altrimenti col cavolo che veniamo a prenderti.
A parte sballarti con la ganja, comunque, che altro fai?


Matt Damon
Da quando sono passato da Tim a Fastweb, finalmente la linea wi-fi è tornata a funzionare. Adesso passo un sacco di tempo su Tinder, in cerca di appuntamenti. Il problemino è che la donna disponibile più vicina è a 54,6 milioni di km da me.
A forza di ascoltare la disco music di Jessica Chastain mi è però venuta una strana voglia di uscire anche con un uomo, ma pure quelli sono tutti troppo distanti. L'unico essere vivente vicino è un marziano, ma non è molto il mio tipo. Vi invio la sua foto profilo.


Michael Peña
Jessica Chastain dice che è un sacco affascinante e lei ci uscirebbe volentieri, se non avesse già un tipo/marito.



Matt Damon
Ma quella ha proprio dei gusti terribili.
A quanto pare non solo in fatto di musica...



Michael Peña
Anche a Kate Mara piace.
Dice che è un figo spaziale. Allora non è omosessuale. Magari è alienosessuale.
Secondo noi quindi dovresti dargli una possibilità.


Matt Damon
Ok, allora vedo di organizzare una serata pizza + serie tv da me.
Potremmo vederci Happy Days, solo che ormai conosco tutti gli episodi a memoria e mi ha stufato, oppure la seconda stagione di True Detective, che l'ho vista cento volte e ancora non sono riuscito a capire di cosa diavolo parla.

Michael Peña
Immagina se un giorno facessero una serie tv su di te.
O magari un film...
Io vorrei che nella mia parte ci fosse Antonio Banderas.

Matt Damon
E io vorrei che a interpretarmi ci fosse Leonardo DiCaprio. Magari riuscirebbe finalmente a prendere l'Oscar.
Come regista vedrei invece bene un Quentin Tarantino, o comunque basta solo che non prendano qualcuno bollito come Ridley Scott...
Nella colonna sonora ci starebbe bene “Starman” di David Bowie, anche se usarla significherebbe vincere troppo facile... Per avere un effetto straniante, si potrebbero poi usare i brani disco tanto amati da Jessica Chastain. Suonare “I Will Survive” di Gloria Gaynor sui titoli di coda sarebbe una scelta davvero geniale.
Certo, solo nel caso io alla fine sopravviva... E un film che quei geni di titolisti italiani spoileroni potrebbero chiamare Sopravvissuto, chissà mai come potrà andare a finire?

Michael Peña
Tranquillo, Matt.
Noi e la NASA stiamo facendo tutto il possibile per riportarti a casa.
Sano e salvo.


Matt Damon
Ah, beh.
Allora sto proprio in una botte di ferro!



ATTENZIONE SPOILER
Qualche anno più tardi...

Michael Peña
Hey, Matt!
Allora, come va sulla Terra?


Matt Damon
Abbastanza bene, dai.
Anche se, ti dirò, ci sono giorni in cui rimpiango la quiete di Marte.
La Terra è bella, è piena di figa... volevo dire piena di vita, come canta Jovanotti.
Però c'è anche un sacco di gente davvero di merda.
Non faccio cognomi, ma nomi sì: Matteo S, Marine LP, Vladimir P, Donald T...
Quasi quasi me ne stavo meglio su Marte.

Michael Peña
Va beh, consolati con il film che hanno girato su di te: Sopravvissuto - The Martian.
L'hai visto?
T'è piaciuto?


Matt Damon
Sì, l'ho visto, e diciamo che non mi dispiaciuto.
Però quell'attore che han preso... boh, secondo me non mi assomiglia tanto. La regia di Ridley Scott poi non è che mi abbia entusiasmato molto. Ha girato in maniera professionale e tutto, però nessun colpo di classe.
Del film ho apprezzato soprattutto il tocco leggero e ironico dato dalla sceneggiatura di Drew Goddard tratta dal romanzo di Andy Weir. Per essere il racconto su un uomo rimasto tutto solo è piuttosto divertente e d'intrattenimento. Molto più di robe come Cast Away o quella boiata soporifera con Robert Redford. Però non è che ci siano nemmeno dei momenti così esilaranti come si diceva in giro. Al massimo si sorride.
A voler fare il pignolo, per quanto sia apprezzabile il tono comedy dato alla vicenda, mi sembra manchi una vera profondità. Stare da soli nello spazio è un'esperienza che ti cambia dentro e questo il film non è che lo mostri più di tanto. Inoltre, mancano le emozioni. Quelle forti, quelle vere. Per quanto io quest'esperienza l'abbia vissuta sulla mia pelle, mi è sembrata una pellicola fredda, troppo fredda.
Un film brillante? Sì, assolutamente.
Un film degno di 7 nomination agli Oscar, tra cui quella per la miglior pellicola dell'anno? Decisamente no.
E poi il finale...
Il salvataggio finale è davvero assurdo. Ci manca solo che arrivi Bruce Willis a sacrificare la sua vita per me. In realtà le cose non sono andate così. Voi non siete mai tornati indietro a salvarmi!

Michael Peña
Già, Matt.
Per quello volevo chiederti scusa.
Comunque alla fine ti è andata bene anche così.
È stato quel marziano a riportarti sulla Terra con la sua astronave.
Se non ti avessimo consigliato noi di uscirci insieme, tu non l'avresti mai fatto.
E adesso siete pure sposati!

Matt Damon
Su questo hai ragione.
Comunque com'è che stiamo parlando ancora via chat?
Che c'è, hai paura ad incontrarmi di persona?


Michael Peña
No...
Beh...
Matt, guarda, è solo che sono molto impegnato, in questi giorni, sai com'è...


Matt Damon
Michael, se sei preoccupato perché possa farti del male, non devi.
Non ce l'ho affatto con te e con gli altri per avermi abbandonato su Marte.
Due volte.
Passo io a trovarvi e vi presento il mio neo marito.
E puoi stare sereno, Michael: veniamo in pace!


Sopravvissuto - The Martian
(USA, UK 2015)
Titolo originale: The Martian
Regia: Ridley Scott
Sceneggiatura: Drew Goddard
Tratto dal libro: L'uomo di Marte (The Martian) di Andy Weir
Cast: Matt Damon, Jessica Chastain, Jeff Daniels, Kristen Wiig, Chiwetel Ejiofor, Michael Peña, Kate Mara, Aksel Hennie, Sebastian Stan, Sean Bean, Mackenzie Davis, Donald Glover, Benedict Wong
Genere: marziale
Se ti piace guarda anche: Moon, Interstellar, Gravity
(voto 6,5/10)


Andare al cinema è sempre meglio che lavorare

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Settimana all'insegna delle incertezze. Sono in arrivo dei grandi film, oppure delle grandi cacchiate?
Può darsi entrambe le cose. Come d'altra parte in questa rubrica sulle uscite cinematografiche settimanali c'è sempre spazio per gli opposti: da una parte gli spunti di riflessione di una profondità disarmante forniti dal sottoscritto Cannibal Kid, dall'altra una marea di baggianate che non stanno né in cielo né in terra regalate dal mio blogger enemy Mr. James Ford.

Steve Jobs
"Adesso risponderò alle domande di tutti, tranne a quelle di Ford.
Mi rifiuto di provare a spiegargli ancora una volta cos'è un computer."

Cannibal dice: Sono un po' dubbioso, su Steve Jobs. Non sul fondatore di Apple. Intendo sul film. Da una parte mi aspetto che possa essere quasi un nuovo The Social Network, complice la sceneggiatura del buon Aaron Sorkin. Dall'altra sospetto che possa rivelarsi un biopic valido, spero più di Jobs con Ashton Kutcher, ma non fenomenale. Se non altro l'antitecnologico Ford potrà finalmente scoprire chi era Steve Jobs.
Ford dice: nutro parecchi dubbi, su questa nuova versione cinematografica di Steve Jobs, che potrebbe rivelarsi un cult totale - Boyle+Sorkin+Fassbender - o una delusione su tutta la linea.
Sinceramente, spero che non si riveli una cannibalata sopravvalutata qualsiasi ma, al contrario, una fordata con i fiocchi.

Piccoli brividi
"Hey, ma quello è Ford che limona con Stallone?!?"
"AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!"

Cannibal dice: La saga letteraria di Piccoli brividi (che non ho mai letto) approda sul grande schermo. Occhio Ford a non fartela addosso!
Spero che questo film si riveli una pellicola d'intrattenimento fanciullesco di buon livello magari alla Jumanji, ma mi vengono dei brividi, nemmeno tanto piccoli, che possa essere la solita bimbostronzata che va di moda oggi. Una possibilità però quasi quasi gliela darei...
Ford dice: non ho mai letto nulla della saga dei Piccoli brividi, che ricordo furono una delle prime passioni di mio fratello quando faceva le elementari. Onestamente, ho dubbi anche in questo caso, in bilico tra l'impressione di una bambinata inutile ed un Jack Black sempre interprete della parte di Jack Black.
Eppure a Julez ha ricordato Jumanji, e dunque qualche speranza finisco per nutrirla anche io.

Il figlio di Saul
"Con 'sta puzza, meglio coprirsi il naso. Ford, sei tu che l'hai sganciata?"

Cannibal dice: Il grande favorito all'Oscar di miglior film straniero dell'anno approda nei cinema italiani. Sarà la solita pellicola sul tema della Seconda Guerra Mondiale ruffianotta, quindi perfetta per WhiteRussian, oppure una visione originale e coraggiosa, quindi una roba molto cannibale?
Ford dice: superfavorito nella corsa all'Oscar come miglior film straniero, Il figlio di Saul potrebbe rivelarsi il primo film importante del duemilasedici a creare una spaccatura tra il sottoscritto e Cannibal, fino ad ora fin troppo concordi rispetto ai grandi nomi visti in sala nel corso di questo gennaio.
Sarà davvero così? C'è solo da sperarlo.

Ti guardo
"Hai guardato un film consigliato da Ford??? Ma che ti volevi suicidare?"

Cannibal dice: …e io invece no, non ti guardo.
O magari sì?
Considerando che ha vinto il Leone d'Oro all'ultimo Festival di Venezia, una visione molto radical-chic se la potrebbe guadagnare.
Ford dice: sinceramente, sarei più sul "non ti guardo". Anche perchè il Leone d'oro mi puzza di radicalchiccata cannibalata lontano un miglio. E in questo periodo di Creed-dipendenza io voglio solo tamarrate pane e salame fordiane.

The Pills - Sempre meglio che lavorare
"Aahahah, Ford pensa che Stallone meriti davvero l'Oscar...
Come? Non è una battuta?"

Cannibal dice: Dei The Pills ho visto poco o niente, quindi non ho ancora capito se mi stiano simpatici o meno. Da quel poco che ho capito di loro comunque mi sembrano dei cazzari eterni Peter Pan come me, quindi bravi! Sui fenomeni di YouTube che sbarcano al cinema rimango scettico, ma magari una visione al loro filmetto prima o poi ci potrebbe stare. Sempre meglio vedere il loro film che lavorare. O leggere il blog di Ford.
Ford dice: dei The Pills non conosco nulla, e non sento certo il bisogno di colmare questa mia lacuna.
Come se non bastasse, i fenomeni web mi solleticano più dubbi perfino di Cannibal Kid. Che è tutto dire.

Se mi lasci non vale
"Vincenzo, ma chi te li dà tutte le volte i soldi per girare un nuovo film?"
"Non lo so, io ringrazio solo San Gennaro!"

Cannibal dice: Ford, se mi lasci a condurre questa rubrica da solo, vale. Vale eccome.
Quanto al film di e con Vincenzo Salemme, ovviamente, lo lascio lì dov'è.
Ford dice: se Cannibal lasciasse la blogosfera, varrebbe eccome.
Quanto al film di e con Vincenzo Salemme, lo lascio dov'è. E non lo sfioro neppure con il pensiero.

The Lobster: se trovo la donna giusta, me la ciuccio come un'aragosta

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The Lobster
(Grecia, Irlanda, UK, Francia, Olanda, USA e poi basta 2015)
Regia: Yorgos Lanthimos
Sceneggiatura: Yorgos Lanthimos, Efthymis Filippou
Cast: Colin Farrell, Rachel Weisz, Léa Seydoux, Olivia Colman, Jessica Barden, John C. Reilly, Ben Whishaw, Angeliki Papoulia, Ariane Labed
Genere: animalesco
Se ti piace guarda anche: The Leftovers, Black Mirror, Mood Indigo - La schiuma dei giorni, Kynodontas, Alps, Fahrenheit 451

Se vi capitasse, cosa probabile, di dovervi reincarnare in un animale, quale scegliereste?
Io vorrei essere un gatto. Sono i miei animali preferiti. Sono indipendenti. Fanno la pipì e la popò senza aver bisogno di qualcuno che li accompagni. Dormono quasi sempre. Gli piace la pussy. Non combinano un cavolo tutto il giorno e vanno a zonzo per discoteche, bar e locali la notte. Si godono la vita alla grande e, in più, se la godono per 9 volte. Chi se la passa meglio di loro?

Di sicuro non sceglierei l'aragosta, come invece fa il protagonista del film chiamato appunto The Lobster. Certo che per sognare di voler essere un'aragosta bisogna essere proprio delle personcine strane e in effetti il tipo interpretato da un ottimo Colin “panzetta” Farrell in questa pellicola è strano. Più ancora è strano il mondo in cui vive. Un mondo in cui se sei single e hai più di 40 anni, la società ti mette in un angolino...
Okay, forse non è un mondo poi così strano e differente da quello in cui ci troviamo.

"Vietato essere single"è un po' il motto dell'universo in cui è ambientato il film. Anziché usare Meetic o Badoo o Tinder o il nuovo Lovoo, i single vengono messi in un hotel e qui hanno 45 giorni di tempo per accoppiarsi. Se non riescono a trovare un partner, che dev'essere un partner non causale ma quello giusto per loro, vengono trasformati in un animale. In un animale a propria scelta, meglio sottolinearlo. Può sembrare un mondo rigido e invece c'è un'enorme libertà di scelta. Sì, più o meno come in Corea del Nord, dove la gente può dilettarsi con giochi divertenti come questo.


In questo ambiente distopico molto alla Fahrenheit 451 ci fa una sega, Colin Farrell riuscirà a trovare la sua anima gemella, oppure verrà trasformato in un'aragosta?
La prima parte della pellicola procede in maniera molto interessante, quasi comica, seppure non alla Checco Zalone, ma un comico parecchio più grottesco e allucinato. Lo spunto fantascientifico - ma non troppo - ricorda i futuri distopici immaginati dalla serie Black Mirror, per quanto in questo caso l'attenzione non è rivolta all'aspetto tecnologico, e per la disperazione che pervade la sua umanità va in una direzione non troppo distante pure da The Leftovers. Il tutto presenta anche qualche eco dell'immaginario della Sacra Triade Michel Gondry/Spike Jonze/Charlie Kaufman. Il problema è che non riesce a raggiungere i livelli di poesia toccati da questi ultimi, forse perché non vuole farlo. Non è quella la sua intenzione. L'autore è infatti quel bastardone di Yorgos Lanthimos, uno dei registi più spietati del globo insieme a Lars von Trier.


Il regista greco riprende la cattiveria dei suoi precedenti lavori Kynodontas - Dogtooth e Alpeis, portando però questa volta nel suo cinema un pochino di maggiore accessibilità. The Lobster è il suo primo lavoro girato in lingua inglese, con un cast internazionale che, oltre a Colin Farrell, vanta una Rachel Weisz che offre il contributo più “molto umano” al film, le algide Léa Seydoux e Olivia Colman (quella della serie Broadchurch), più altri volti più o meno noti come quelli di John C. Reilly e Ben Whishaw, oltre alla sua interprete feticcio Angeliki Papoulia e a una delle giovani attrici più da tener d'occhio in circolazione, Jessica Barden, già vista in Tamara Drewe, Hanna e Via dalla pazza folla, che qui interpreta la ragazza con l'epistassi...

Episcooosa?

Ok, la ragazza che perde sangue dal naso, capito adesso?


Ogni single dell'hotel ha un tratto distintivo che lo caratterizza, che può essere l'epistassi, pardon il perdere sangue dal sangue, come la miopia, l'essere mezzo zoppo o il non provare alcun sentimento umano. Cose di questo tipo. Per trovare un partner è necessario avere un tratto in un comune con l'altro. C'è però qualcuno che si oppone a questo dogmatico e animalesco rito di accoppiamento?
Sì, e nella seconda parte del film scopriamo chi.

ATTENZIONE SPOILER
Il problema della pellicola, o più che altro il problema mio con la pellicola, è che nel secondo tempo sembra volersi dirigere per forza verso la storia d'amore. Verso quell'accoppiamento obbligato proposto nell'hotel. La love story tra Colin Farrell e Rachel Weisz è molto particolare e fuori dagli schemi, proprio come tutto il film, peccato che non riesca a emozionare. O almeno con me non è riuscita a farlo. Lanthimos non è uno da storia d'amore e qui lo conferma. Il suo è un cinema troppo freddo. Con The Lobster ha cercato di essere più comunicativo, si veda ad esempio l'uso della voce fuori campo che è utilissimo, altrimenti si farebbe davvero fatica a capirci qualcosa di questo folle mondo, ma allo stesso fa perdere un po' di fascino e di mistero al lavoro.


Con The Lobster Lanthimos ha cercato anche di essere un pochino più romantico, ma senza riuscire ad abbandonarsi del tutto ai sentimenti. Il regista continua a restare un gran figlio di buona donna, sia detto con tono amichevole, e preferisce non concedere molto allo spettatore. Preferisce giocare sul non detto, sul non sentito (la scena in cui viene suonata pianissimo “Where the Wild Roses Grow” di Nick Cave & Kylie Minogue) e sul non visto (il finale). Un finale che ognuno può leggere nella maniera che preferisce, ma che a mio parere è meno spietato di quanto possa sembrare a prima vista, visto che non vedere la merda di mondo in cui vivono può rappresentare per i protagonisti una liberazione, più che una punizione.
FINE SPOILER

"Hey, ma queste sono le Spice Girls... alza un po' il volume!"

Per quanto mi riguarda, il miglior lavoro di Yorgos Lanthimos resta Kynodontas - Dogtooth. Questo The Lobster è comunque un buon tentativo di rivolgersi a un pubblico più ampio, senza perdere la propria folle e perversa visione. Un tentativo ricchissimo di spunti interessanti, più della maggior parte delle pellicole in circolazione (ma non delle serie tv), a cui eppure per poter essere considerato riuscito in pieno manca qualcosa. Cosa?
Forse il cuore. Quando Lanthimos riuscirà a farlo battere all'interno del suo cinema, senza snaturarsi, allora ci consegnerà il suo capolavoro assoluto. Se proprio non ce la farà, la punizione per lui è già pronta: verrà trasformato in un'aragosta.
(voto 7/10)


Non essere cattivo con il cinema italiano

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Non essere cattivo
(Italia 2015)
Regia: Claudio Caligari
Sceneggiatura: Claudio Caligari, Francesca Serafini, Giordano Meacci
Cast: Luca Marinelli, Alessandro Borghi, Silvia D'Amico, Roberta Mattei, Valentino Campitelli, Alice Clementi
Genere: romano de Roma
Se ti piace guarda anche: Trainspotting, Amore tossico, L'odore della notte

Il cinema italiano fa schifo!
Lo so, fa fico dire così, però non è vero. Anzi, scusatemi, ma è una grandissima stronzata!
Certo, ogni anno escono un sacco di film italiani. Quanti? 100? Forse anche di più? È ovvio che non tutti sono dei capolavori o anche solo dei lavori degni di nota. Ci sono un sacco di produzioni al limite dell'amatoriale, o al massimo semi-professionali, che fin dal trailer fanno mettere le mani tra i capelli.
Certo, ci sono anche un sacco di commediole romantiche che si basano più che altro sul nome del protagonista, in genere Raoul Bova o Luca Argentero, oppure... no, basta. Tutte le commediole romantiche oggi le girano loro due. D'altra parte in Italia il duopolio va sempre di moda.
Certo, ci sono ancora i cinepanettoni o simil-cinepanettoni. E qualcuno ha menzionato Checco Zalone?
No, non io.


Certo, di schifezza in giro ce n'è tanta, cosa che però vale anche per le altre cinematografie, solo che spesso dalle nostre parti ci arrivano più che altro le pellicole più acclamate, e quindi c'è una selezione di partenza alla base. Oddio, ci sono pure un sacco di film stranieri notevoli che dalle nostre parti non arrivano mai, se non sottotitolati in rete, ma questo è un altro discorso...

Certo, tutte queste cose sono vere. Ciò nonostante, il cinema italiano secondo me è al momento tra i più vitali del mondo, addirittura. O almeno, considerando che le giornate sono pur sempre fatte di 24 ore e che non si può guardare tutti i film provenienti da tutte le parti del mondo, tra le pellicole più meritevoli che ho visto negli ultimi tempi, ce ne sono diverse made in Italy. Non lo dico per fare il discorso entusiastico alla Matteo Renzi, o quello patriottico alla Giorgia Meloni/Matteo Salvini. Sono italiano, ma il campanilismo non è mai stata una roba mia. Dico solo che se, su 10 pellicole americane viste magari me ne sono piaciute 2 o 3, su 10 pellicole italiane viste me ne sono garbate 4 o 5. Il rapporto quantità/qualità è quindi a favore del nostro cinema, non so se mi sono spiegato.

Al di là del mio gusto personale, a testimoniare un buon stato di forma da parte del cinema italiano ci sono i riconoscimenti internazionali. Per quanto non possano valere quanto il mio gusto personale, sia chiaro. Paolo Sorrentino, tanto per fare un nome a caso, ancora fresco di Oscar portato a casa nel 2013 per La grande bellezza, quest'anno zitto zitto con il suo nuovo Youth - La giovinezza ha trionfato agli European Film Awards e s'è pure guadagnato un paio di nomination ai Golden Globe, più una agli Oscar, seppure nella categoria di miglior canzone con un pessimo pezzo di pop lirico. E questo nononostante le critiche più feroci ai suoi ultimi lavori siano arrivate proprio dall'Italia. Invidia? O solito atteggiamento provinciale che quando uno ce la fa all'estero, bisogna per forza di cose smerdarlo?


Nanni Moretti con sua madre, volevo dire con il suo Mia madre ha ottenuto il prestigioso riconoscimento di film dell'anno dagli snobbissimi francesissimi Cahiers du Cinéma, e non è mica impresa facile visto che hanno dei gusti molto selettivi e particolari. Sorrentino & Moretti hanno inoltre tenuto alta la bandiera del cinema nostrano a Cannes, pur non avendo preso alcuna Palma. Insieme a loro c'era anche Matteo Garrone che, per quanto il suo ultimo Il racconto dei racconti - Tale of Tales non mi sia piaciuto per niente, è uno dei diversi registi italiani apprezzati all'estero e capaci di lavorare con cast internazionali, insieme a Luca Guadagnino, Giuseppe Tornatore, Bernardo Bertolucci, Gabriele Salvatores o allo spernacchiato al discusso Gabriele Muccino, mentre intanto Stefano Sollima si appresta a girare una serie Netflix tratta da Suburra e l'italo-tedesco Giulio Ricciarelli è finito quasi in corsa agli Oscar con il suo Il labirinto del silenzio.

Il cinema italiano ha i suoi problemi, che possono essere il budget, una carenza di sceneggiatori validi, un livello recitativo non ancora all'altezza di quello di altri paesi come, tanto per dire, la Gran Bretagna. Oltre ad avere degli ottimi compositori di colonne sonore, nel nostro paese i buoni registi però non ci mancano di certo. Ce ne sono parecchi validi, in giro, e ce n'erano ancora di più. Parlo al passato non riferendomi tanto ai grandi del passato, quanto a un regista scomparso pochi mesi fa: Claudio Caligari, venuto a mancare il 26 maggio 2015, poco dopo aver ultimato le riprese del suo ultimo film, Non essere cattivo, uscito postumo lo scorso settembre.


Non essere cattivo è stato selezionato per rappresentare l'Italia quest'anno nella corsa agli Oscar, preferito anche a Mia madre di Nanni Moretti, mentre Youth di Sorrentino è stato girato in inglese, quindi non era tra i papabili per la categoria di miglior film in lingua straniera. Alla fine Non essere cattivo non è riuscito a entrare nella rosa dei candidati, forse perché non è un lavoro dal respiro abbastanza internazionale. In ogni caso non so se sia in effetti il miglior lavoro italiano dell'anno, però ha un qualcosa in più. È un film vivo. Ha il valore di un testamento spirituale, ma è privo di retorica.
A volerlo descrivere in maniera veloce, è la storia di due tossici splendidamente interpretati da Luca Marinelli e Alessandro Borghi nella Ostia del 1995.
A volerlo descrivere in maniera ancora più sintetica, ve posso dì: abbrutti, sta robba è 'na bomba!


Lo si potrebbe vendere come un Trainspotting de' noantri, ma sarebbe una definizione limitativa, visto che Non essere cattivo è un'opera estremamente personale. Un film “piccolo” e locale, eppure dotato di una forza grande e universale, in cui Caligari racchiude tutta la sua filmografia. Filmografia che poi è limitata a tre lungometraggi: Amore tossico del 1983, L'odore della notte del 1998 e questo Non essere cattivo. Meno prolifico del Terrence Malick dei tempi d'oro, forse, o forse è solo che in Italia non è semplice trovare i finanziamenti per girare film del genere. D'altra parte ve l'ho detto, non è che nel nostro paese funziona tutto in maniera perfetta. Eppure è comunque un paese in cui una pellicola come questa alla fine, pur tra mille difficoltà, viene realizzata ed esce, magari in sordina però esce. E ci ricorda che Claudio Caligari è morto, ma il cinema italiano è più vivo che mai.
(voto 7,5/10)

Questo post partecipa all'iniziativa organizzata da alcuni blogger in difesa degli animalidell'ambientedelle unioni civili del cinema italiano.
Ecco qui di seguito gli altri siti che aderiscono alla giornata del "Cinema Italiano I Love You".



Solaris: Io sono l'amore
White Russian: Non essere cattivo
Director's Cult: Il volto di un'altra
Mari's Red Room: Shadow
Non c'è paragone: Basilicata Coast to Coast
In Central Perk: Maicol Jecson
Bollalmanacco: Almost Blue
Delicatamente perfido: Italiano medio


Che brutta persona che era Steve Jobs

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Steve Jobs
(USA, UK 2015)
Regia: Danny Boyle
Sceneggiatura: Aaron Sorkin
Tratto dal libro: Steve Jobs di Walter Isaacson
Cast: Michael Fassbender, Kate Winslet, Seth Rogen, Jeff Daniels, Katherine Waterston, Michael Stuhlbarg, Perla Haney-Jardine, Ripley Sobo, Mackenzie Moss, John Ortiz, Sarah Snook
Genere:informativo informatico
Se ti piace guarda anche: Halt and Catch Fire, The Social Network, The Newsroom

Steve Jobs era un brutto figlio di buona donna. Era egoista. Egocentrico oltre ogni misura, tanto che non esitava a paragonarsi a Dio. Era un sociopatico, o qualcosa del genere. Amava farsi odiare dalle gente o, semplicemente, non gliene fregava niente di ciò che pensava la gente, salvo poi cercare il loro consenso attraverso le sue popolari creazioni. Il suo contributo al mondo dei computer è stato più a livello estetico che non pratico. I meriti delle sue invenzioni più geniali forse non è che fossero tutti suoi. Lui, di suo, probabilmente non ha creato un bel niente. Può essere considerato un genio semmai del marketing, più che dell'informatica. Le persone a lui vicino le trattava per lo più da schifo e come padre è stato davvero così così. Per non dire pessimo.

"Bambina, questo computer non è un giocattolo, ma un'opera d'arte. Quindi tieni giù quelle zampe!"

Questo è il ritratto di Steve Jobs che esce dal film Steve Jobs. Non proprio l'esaltazione di una figura da American Hero o da uomo da amare e rispettare che gli iPhighetti Apple si sarebbero aspettati. Sarà per questo che agli Oscar è stato per lo più ignorato, a parte le nomine a Michael Fassbender e Kate Winslet, preferendogli pellicole ruffiane in cui si esaltano i valori genuini a stelle e strisce, come Il ponte delle spie. O sarà per questo che il grande pubblico, che magari avrebbe preferito un biopic classico incentrato su infanzia complicata + creazione dell'Apple I e dell'Apple II + discorso stay hungry, stay foolish + lancio dell'iPhone + morte, l'ha per lo più ignorato alla grande, almeno negli Usa.


Steve Jobs è un biopic bastardo. Non una celebrazione della vita di Steve Jobs, quanto un ritratto bello crudo. Veritiero o meno, questo possono stabilirlo le persone che l'hanno conosciuto di persona. Di certo quella diretta da Danny Boyle non è una pellicola-Santino e non gli concede sconti, né strizzatine d'occhio. Quella che ne esce è una figura estremamente complessa. Un genio, un rivoluzionario, un uomo che ha cambiato il mondo moderno, eppure anche una persona un pochino di merda. Non del tutto, perché i suoi lampi di umanità ce li ha, però certo che Steve Jobs, o almeno lo Steve Jobs di questo film, era un gran bel bastardone.

"Ma andiamo, io non ero come vuole far credere il film... ero peggio!"

Per quanto non ne venga fuori il ritratto di un uomo del tutto ripugnante come il pittore Turner nell'omonimo film di Mike Leigh, Steve Jobs non ne esce benissimo dalla pellicola a lui dedicata che, per fortuna, non ha niente a che vedere con il banale e dimenticabile biopic del 2013 con protagonista un inverosimile Ashton Kutcher. Questa volta a impersonare il paparino della Apple è Michael Fassbender che, più che puntare su una sterile imitazione, cerca, riuscendoci, di dare vita a un personaggio sfaccettato e finisce per somigliargli più di qualunque semplice sosia. È un approccio a un personaggio realmente esistito vicino al Johnny Cash portato sul grande schermo da Joaquin Phoenix in Quando l'amore brucia l'anima - Walk the Line, o più di recente dal Brian Wilson dei Beach Boys reso da Paul Dano e John Cusack in Love & Mercy. Fisicamente Fassbender non è che somigli tantissimo a Jobs, eppure il suo calarsi nel personaggio è talmente immersivo che via via che il film procede si smette di vedere l'attore tedesco e di fronte si ha l'informatico californiano. Una performance recitativa così convincente da farmi venire qualche dubbio sulla notte degli Oscar: farò il tifo per lui, oppure per il DiCaprio sventurato e malconcio di Revenant - Redivivo?

Va sottolineato che anche il cast di comprimari non è da meno: Kate Winslet non è da statuetta, quella deve andare solo e soltanto alla girlfriend nella vita reale di Fassbender Alicia Vikander, però la nomination per lei ci sta tutta.


Bravissimi poi anche Michael Stuhlbarg, Katherine Waterston, un sorprendente Seth Rogen, e le giovani interpreti della figlioletta di Steve Jobs, che sono 3...
La figlia nella pellicola è una (sebbene poi Jobs abbia avuto altri 3 eredi), ma le attrici sono 3, visto che il film si sviluppa attraverso 3 differenti periodi temporali: 1984, 1988 e 1998. Un film tripartito che però riesce a non essere frammentario. Sono infatti 3 capitoli di un libro solo, di una vita sola. Un grande merito della pellicola è quello di non voler raccontare tutta l'esistenza di Steve Jobs dalla nascita alla morte, bensì di scegliere intelligentemente di concentrarsi su tre momenti fondamentali, non solo della sua carriera, ma anche della sua vita personale: i preparativi delle presentazioni di 3 sue creature.


Sì, le presentazioni. Quelle che l'hanno trasformato in una vera e propria icona dei nostri giorni, come e più dei prodotti stessi che ha lanciato. Sintetizzare la vita di un uomo attraverso 3 soli spezzoni può risultare un'impresa impossibile, ma lo sceneggiatore Aaron Sorkin non si è fatto scoraggiare. Seguendo come modello proprio Steve Jobs, uno che aveva fatto della sfida all'impossibile la sua missione di vita, il film riesce a tirare fuori la storia di un uomo in maniera coerente, concentrandosi su pochi personaggi che gli girano intorno e che ritornano tutti proprio prima delle 3 presentazioni fondamentali della sua carriera. Ovvio che ci sia qualche forzatura narrativa, però l'impianto della sceneggiatura di Aaron Sorkin funziona così alla perfezione che non si può fare altro se non alzarsi in piedi e applaudirlo, manco fossimo di fronte a una presentazione proprio di Steve Jobs. In pieno stile Sorkin (lo sceneggiatore tra l'altro delle serie The Newsroom e West Wing e dei film The Social Network e L'arte di vincere - Moneyball, ma anche di quel piccolo cult di Malice - Il sospetto) i dialoghi sono incalzanti e senza sosta. Chi non ama i film molto parlati è quindi avvisato e si prepari a 2 ore di parole parole parole.

"Stay hungry, stay foolish."
"Hai ragione, Steve, sto davvero hungry. Adesso infatti vado a farmi un bell'hamburger."

A voler fare i pignoli, a voler fare i precisini perfettini rompini come Steve Jobs, se interpretazioni e sceneggiatura sono impeccabili, qualche mancanza la si può trovare nella regia. Danny Boyle conferma le sue doti camaleontiche, quelle che l'hanno portato a girare pellicole diversissime tra loro come il cult assoluto Trainspotting, i sottovalutati Una vita esagerata e The Beach, i sopravvalutati The Millionaire, 28 giorni dopo e Sunshine, oltre all'interessante survival 127 ore e al pasticciato recente In trance. Lavori che tra loro hanno poco in comune, se non un gran senso del ritmo, spesso concitato e frenetico, e un uso accurato della colonna sonora, tra pop, rock ed elettronica. A parte il ritmo sostenuto, il nuovo Steve Jobs con i suoi precedenti non ha molto a che fare. Persino l'utilizzo delle canzoni questa volta è parecchio contenuto, ed è messo in risalto più che altro con l'emozionante brit-rock di “Grew Up at Midnight” dei Maccabees suonata in chiusura. Danny Boyle qui gioca a nascondersi. A far sentire la sua mano il meno possibile, e forse non fa nemmeno male. È quasi come se volesse riservare i riflettori solo agli straordinari attori e alla sceneggiatura perfetta. E poi naturalmente a Steve Jobs. Uno Steve Jobs stronzo, antipatico, pieno di sé, così facile da odiare che alla fine non si può che amare.
(voto 7,5/10)


Un Crispy Macbeth con una Coca-Noia grande e un MilkShakespeare piccolo

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Macbeth
(UK, Francia, USA 2015)
Regia: Justin Kurzel
Sceneggiatura: Jacob Koskoff, Michael Lesslie, Todd Louiso
Tratto dall'opera teatrale di: William Shakespeare
Cast: Michael Fassbender, Marion Cotillard, Sean Harris, Paddy Considine, David Thewlis, Elizabeth Debicki
Genere: tragico
Se ti piace guarda anche: Valhalla Rising, Coriolanus, Vikings, Game of Thrones

Guardando il film Macbeth, che riprende con estrema fedeltà i dialoghi scritti da Shakespeare nel 1600, ogni volta che qualche personaggio apre bocca, mi è venuta voglia di gridare: “Ma parla come mangi!”.
Non è certo la prima volta che al cinema si sentono le parole del Bardo riprese pari pari. Nel caso di Romeo + Juliet di Baz Luhrmann i vecchi dialoghi trasportati in un contesto moderno, o meglio post-moderno, creavano però uno splendido effetto straniante. Discorso simile per il curioso, seppure non altrettanto riuscito, adattamento di Joss Whedon di Molto rumore per nulla.


Oltre alle parole di Shakespeare, Macbeth riprende in maniera accurata anche le ambientazioni storiche e viene quindi da chiedersi se ci fosse effettivamente necessità di una versione “nuova”, anche se sarebbe meglio definirla l'ennesima versione classica, della celebre tragedia, oppure se ce n'era bisogno quanto di un nuovo film sui Fantastici 4.
La scena iniziale lascia ben sperare. Per quanto girata con un'epicità a metà strada tra i Wachowski e uno spot della Nike anni '90, fa immaginare di trovarsi di fronte a una lettura moderna, con echi di serie come Game of Thrones e Vikings, del Bardo. Non è così. In mezzo alle pur fascinose sequenze iniziali e finali del film ci sono quasi due infinite ore di tedio totale. Una lunga sequela di dialoghi teatrali seicenteschi e, se volevo vedere qualcosa del genere, anziché al cinema andavo a teatro. Oppure vivevo nel 1600.


Non bastano un paio di scene spettacolari. Non basta una fotografia curata. Non basta nemmeno un ottimo cast. Michael Fassbender è ancora una volta bravissimo ed è parecchio calato nella parte, eppure non riesce a fare del tutto suo il personaggio di Macbeth, almeno non quanto fatto in maniera egregia con Steve Jobs. Marion Cotillard invece appare più sottotono rispetto al suo solito, però è pur sempre Marion Cotillard e quindi fa la sua figura. Così come se la cava più che bene anche il resto del cast, in particolare Sean Harris, già visto nella serie Southcliffe e in Mission: Impossible - Rogue Nation.
Non basta comunque tutto questo bell'insieme, con l'aggiunta delle belle parole di Shakespeare, per fare un bel film. Se, come è questo il caso, non c'è una vera rielaborazione personale e sentita del materiale di partenza, tutto quello che ne esce è una revisione fredda, impersonale, oltre che priva di ritmo e noiosa, noiosissima dell'opera originale.


Incapace di creare anche il solo minimo coinvolgimento, Macbeth risulta interessante quanto una partita di golf trasmessa in ssssssloooooooooooowwwwwwww-mmmmmmmmoooooooooootiiiooooooooooooonnnnnnnnnnnnnnnn, per di più accompagnata da una colonna sonora piacevole quanto un concerto de Il Volo alle prese con le canzoni di Gigi D'Alessio. Con i suoi eccessi di epicità, Macbeth vorrebbe emozionare e invece finisce solo per essere un epic fail. Più che sembrare una tragedia di Shakespeare, è una tragedia per lo spettatore e basta.
Per non tediarvi oltre, io che, a differenza dei personaggi della pellicola parlo come mangio, aggiungo soltanto una cosa: questo film è una pizza.
(voto 5-/10)


Il labirinto del silenzio - Nazi vostri

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Il labirinto del silenzio
(Germania 2014)
Titolo originale: Im Labyrinth des Schweigens
Regia: Giulio Ricciarelli
Sceneggiatura: Elisabeth Bartel, Giulio Ricciarelli
Cast: Alexander Fehling, Friederike Becht, André Szymanski, Johannes Krisch, Robert Hunger-Bühler, Hansi Jochmann
Genere: olocaustico
Se ti piace guarda anche: Il segreto del suo volto, La chiave di Sara, Storia di una ladra di libri

Oggi è il Giorno della Memoria e io quasi quasi me ne stavo per dimenticare. Colpa della mia, di memoria, che definire difettosa è dire poco. Presente la protagonista di Still Alice?
Ecco, sono quasi a quei livelli. Cosa stavo dicendo?

Ah sì, il Giorno della Memoria. Quello in cui tutti i giornali, telegiornali e pure i blog come questo si lavano la coscienza affrontando il tema dell'Olocausto per un giorno, per poi tornare a dimenticarsene quello seguente. È la stampa, bellezza! Non possiamo mica occuparci sempre delle stesse cose, se no chi ci segue più? Sul fatto poi che Pensieri Cannibali possa far parte della stampa o meno ci sarebbe da aprire un capitolo a parte, ma lasciamo perdere.

Per non sfuggire da quello che è il discorso principale di questo post, di questo giorno, che già stavo per dimenticarmene, sembra che sull'Olocausto sia stato già detto di tutto. Sono stati fatti film, fiction, serie, credo persino videogame, e scritti diari, libri, fumetti, canzoni. Come si può trovare qualcosa che non sia già stato detto?

Andando ad avventurarsi all'interno del labirinto di pellicole a tematica Olocausto, c'è qualcosa che forse era fino ad ora passato sotto silenzio. Si è parlato spesso di cos'è successo prima e durante, ma più di rado si è affrontato il poi. Il film Il labirinto del silenzio mette fine a quest'omertà e ci trascina nella Germania post Seconda Guerra Mondiale. Cos'è successo dopo che Hitler è morto?
Tutti i nazisti sono spariti nel nulla e tutti i tedeschi sono diventati buoni?

"Hey tipa, tu sei nazista?"
"Che te sembro 'na nazi? So' de Tor Vergata, io!"

Questo è quello che la Germania pseudo denazificata ha cercato per un po' di far credere al mondo, ma soprattutto a se stessa. Per andare avanti, ha cercato di dimenticare. Come se non fosse mai successo nulla. Nel 1958, un giovane procuratore/avvocato, quindi uno studiato, uno imparato, non sapeva cosa fosse capitato ad Auschwitz. Nessuno gliene aveva mai parlato. Nei libri di Storia, quel capitolo non era mica stato scritto. Non ancora. C'era bisogno che qualcuno lo rendesse noto. Qualcuno con le palle.

"Prima di quest'esterna con te stavo facendo una cosa importantissima, però non ricordo più cosa...
Ah, già: devo dare la caccia ai nazisti!"

Peccato che a livello cinematografico Il labirinto del silenzio, per quanto diretto in maniera ordinata e diligente dall'italo-crucco Giulio Ricciarelli, non dimostri lo stesso coraggio del suo protagonista, interpretato dal promettente Alexander Fehling, visto di recente nell'ultima stagione di Homeland (è il tipo che si fa Carrie). Nonostante un paio di momenti onirici, la pellicola procede in maniera molto standard e patinata, quasi come una fiction Rai. Se a livello registico non c'è molto da segnalare, in compenso tutta l'attenzione si concentra su una vicenda potente e capace di offrire qualche spunto di riflessione piuttosto originale e non del tutto scontato sul nazismo e sull'Olocausto e sulla Seconda Guerra Mondiale e più in generale sul concetto di Giustizia e sul sottile confine tra Bene e Male e di cosa stavo parlando?

"Ma non potevano archiviare tutto su computer, 'sti pezzi di nazi?"

Ah, è vero, del Giorno della Memoria e di come, pur non essendo un capolavoro cinematografico degno di nomination agli Oscar che infatti alla fine gli è sfuggita, un film come questo Il labirinto del silenzio sia importante per non dimenticare quanto sia facile dimenticare, fare finta di niente, chiudere gli occhi e starsene in silenzio. Quando invece certe cose vanno gridate ad alta voce e tirate fuori: RAUS!!!
(voto 6,5/10)


I film che (forse) vi daranno la Joy questo weekend

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Jennifer Lawrence, Carlo Verdone, il remake di Point Break, film per bambini e film sull'Olocausto.
Questa settimana ce n'è veramente per tutti i gusti, nei cinema italiani. Quindi non rompete le scatole dicendo che tutte le sale sono occupate da Checco Zalone.
Se volete saperne qualcosa di più, o forse qualcosa di meno, sui titoli in arrivo, ecco qua cosa vi dico io e cosa vi dice il co-conduttore di questa rubrica, che potete anche tranquillamente ignorare: Mr. James Ford.

Joy
"Sparare nelle chiappe a Mr. Ford sì che mi darebbe un'enorme joy!"

Cannibal Kid dice: C'è Jennifer Lawrence e ciò basta per rendere Joy una visione imperdibile. E infatti l'ho già visto. Il responso arriverà a breve. Nel frattempo vado a pulire con il mio mocio vileda questo blog dalla presenza nefasta di Mr. Ford.
Ford dice: Jennifer Lawrence è un argomento che un film dovrebbe sempre avere, per assicurarsi la visione del sottoscritto. Russell, invece, pare essere arrivato all'ultima possibilità, dopo le recenti delusioni.
Joy si rivelerà dunque un richiamo per le bottigliate delle grandi occasioni o un rilancio per un autore che ha finito forse troppo spesso per mettere d'accordo, nel bene o nel male, il sottoscritto e Cannibal?

Point Break
"Sono il nuovo Patrick Swayze!"

"Mi sto già rivoltando nella tavola da surf... volevo dire nella tomba."

Cannibal Kid dice: Point Break nuova versione si candida a titolo di remake meno necessario dell'anno. E forse di sempre. Le possibilità che riesca a essere mitico anche solo lontanamente quanto l'originale sono parecchio basse. Le possibilità che sia una porcatona fordiana in piena regola sono invece molto alte.
Ford dice: Point break è inimitabile. E solo il pensiero di poterne girare un remake dovrebbe essere considerato un reato. Una cosa perfino peggiore di avere gusti simili a quelli del mio compare di rubrica.

L'abbiamo fatta grossa
"L'abbiamo fatta grossa."
"Quasi quanto Ford in bagno."

Cannibal Kid dice: Carletto Verdone negli ultimi tempi sembra essere entrato nella fase discendente della sua carriera, però se c'è da vedere un suo nuovo filmetto, me lo sparo senza problemi. Il problema è che qui è affiancato da Antonio Albanese che, dopo il curioso Uomo d'acqua dolce, ha presto finito per annoiarmi. Spero che qui non prenda il sopravvento sulla componente verdoniana, così come spero che Ford non prenda mai il sopravvento in questa rubrica. Altrimenti ci sarebbe davvero da sbadigliare.
Ford dice: Verdone e Albanese, nonostante le loro poco interessanti produzioni recenti, sono due volti del Cinema e non solo italiani cui non posso fare a meno di voler bene. Dunque, se dovesse capitare, una visione a questo L'abbiamo fatta grossa la darò.
Quella di Cannibal Kid, invece, me la risparmio volentieri.

Una volta nella vita
"Pure Ford s'è messo ad ascoltare gli One Direction?
Allora basta, io non li sento più!"

Cannibal Kid dice: Pellicola francese di ambientazione scolastica che affronta il tema della Shoah. Sarà una frizzante visione adolescenzial-cannibale, oppure una noiosa lezione di Storia per professorini alla Mister James Ford?
Ford dice: in piena Road to the Oscars, sinceramente, faccio a meno dei recuperi forzati e scolastici.
Li lascio volentieri a Cannibal Creed, che pensa ancora di essere ai bei tempi del liceo.

The Eichmann Show
"E sarebbero queste le nuove tecnologie di cui parlava Ford???"

Cannibal Kid dice: In occasione del Giorno della Memoria, è approdato nei cinema italiani questo film di stampo storico-documentaristico che sembra tanto una roba buona per Ford. Io mi sa che passo.
Ford dice: una cosa che mi infastidisce della cultura italiana è lo sfruttamento selvaggio di occasioni come il Giorno della Memoria. Può starci, per carità, ma penso che neppure il Cannibale riuscirebbe ad essere così figlio del marketing. Passo.

Doraemon il film: Nobita e gli eroi dello spazio
"Ford chiude il blog e si mette a fare il papà a tempo pieno?"
"Evvai!"

Cannibal Kid dice: Doraemon e Nobita li lascio volentieri ai miei nipotini. E a quell'eterno bambinone di James Ford. O altrimenti che rimangano pure nello spazio. Sia loro che Ford.
Ford dice: Doraemon è un personaggio che ho sempre ben accolto da queste parti, ma considerato che la passione per il gatto del futuro del Fordino si è spenta presto, direi che posso tranquillamente passare la mano.
E spedire il mio antagonista nello spazio per un viaggio di sola andata.

Victoria che bello

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Victoria
(Germania 2015)
Regia: Sebastian Schipper
Sceneggiatura: Sebastian Schipper, Olivia Neergaard-Holm, Eike Frederik Schulz
Cast: Laia Costa, Frederick Lau, Franz Rogowski, Burak Yigit, Max Mauff, André Hennicke
Genere: notturno
Se ti piace guarda anche: Collateral, Birdman, Prima dell'alba, Enter the Void


Cannibal Kid
Ciao, Victoria.
Cos'hai fatto ieri sera?


Victoria
Cazzotene?
No, dai, scherzo... È solo che non ho fatto niente di che. Sono andata in un locale, ma sono tornata presto.
Ho fatto giusto due salti in pista, però la musica non mi piaceva troppo e poi c'era casino, e così sono rincasata.
Tu invece che hai fatto?

Cannibal Kid
Io sono andato a vedere un film.



Victoria
Sì?
E quale?
Il film con Checco Zalone?

Cannibal Kid
Certo che no!
Lo sai che io sono più per il cinema alternativo: Vacanze di Natale, American Pie, Scary Movie, Cinquanta sfumature di grigio...


Victoria
Ah, vuoi dire alternativo al buon gusto?




Cannibal Kid
Proprio così, ragazza. Proprio così.
Comunque ieri ho visto una pellicola davvero alternativa: Victoria. È un film tedesco ambientato a Berlino, con protagonista una ragazza spagnola che si chiama come te e incontra dei tipi che vivono lì ma sono immigrati dalla Polonia e da altre parti e insieme parlano inglese. Un inglese non proprio impeccabile, aggiungerei.

Victoria
E magari il tutto era accompagnato da sottotitoli in giapponese?




Cannibal Kid
No, quello no.
L'ho visto con sottotitoli in italiano, per fortuna.In più si tratta anche di una pellicola girata con un unico pianosequenza e in pratica in tempo reale, visto che veniamo accompagnati nella nottata della protagonista Victoria dalle 4.30 fino alle 6.54 del mattino. Due ore abbondanti in cui gliene capitano delle belle. Il tutto girato in presa diretta e certe scene, tipo i vari passaggi in automobile, non so bene come abbiano fatto a realizzarli. Al punto che nei titoli di coda il nome del fenomenale operatore delle riprese, Sturla Brandth Grǿvlen, viene persino prima di quello del regista, Sebastian Schipper, visto che senza di lui col cavolo che riusciva a mettere in pratica un'idea del genere. Non a caso è proprio a Grǿvlen che al Festival di Berlino hanno assegnato l'Orso d'Argento per la “Outstanding Artistic Contribution for Cinematography”.

Victoria
Un'idea simile a quella di Birdman, mi pare di capire...




Cannibal Kid
Sì, però laddove lì qualche stacco c'era, sebbene camuffato attraverso un geniale montaggio invisibile, qui invece è tutto e del tutto live. “One city. One Night. One take.” Come dice il cartellone della pellicola. Buona la prima. Un film al 100% punk, girato con pochi soldi, attori che se la cavano, soprattutto i due protagonisti principali Laia Costa e Frederick Lau, ma dalla recitazione molto istintiva e naturale e uno spirito di improvvisazione che però danno vita a un'opera realizzata in maniera mai amatoriale, ma anzi molto curata. E poi è stato inserito da Pensieri Cannibali nella Top 10 dei film migliori del 2015. E sarebbe pure stato il candidato tedesco agli Oscar di quest'anno, se solo non fosse stato “squalificato”, visto che presenta troppi dialoghi in inglese per avere la nomination di miglior film in lingua straniera.

Victoria
Ok, tutto ciò è interessante, però sembra un po' una palla autoriale...
O un esperimento buono giusto per una scuola di cinema.



Cannibal Kid
Beh, detto così potrebbe anche sembrarlo. Invece no. Victoria è una delle visioni più adrenaliniche ed entusiasmanti degli ultimi tempi, con un inizio che sembra portare dalle parti di una pellicola romantica girl meets boy alla Prima dell'alba e poi invece scaraventa dentro un action-thriller incalzante. Un film che tiene incollati dall'inizio alla fine allo schermo e alla sua protagonista e riesce a rendere in maniera splendida le sue sensazioni. È come se fossimo lì con lei, a bere e a sballarci e ad andare in giro per la Berlino by night. Crea un coinvolgimento così alto che a un certo punto provoca persino un fastidio fisico. Proprio ciò che si prova dopo una ciucca e subentra l'hangover.
Quante pellicole riescono a ricreare un'esperienza del genere?

Victoria
Wow!
Mi sa proprio che devo vederlo.



Cannibal Kid
Assolutamente sì, Victoria.
Anche perché la protagonista ti assomiglia parecchio.
Sei sicura che ieri sera sei davvero tornata presto?
Non è che per caso sei stata seguita da una videocamera, mentre facevi follie nella notte di Berlino?

Victoria
Chi?
Io???
Una ragazza tranquilla come me?
E se anche fosse, cosa mai potrebbe combinare?

Cannibal Kid
A vedere il film Victoria, potrebbe fare di tutto.
Davvero di tutto.
(voto 8/10)


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