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Poli opposti: Cannibal Kid e Mr. Ford

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Settimana piena di roba, nei cinema italiani.
Roba buona? Questo non posso garantirvelo e anzi, a dare una rapida occhiata preliminare, mi pare siano in arrivo un sacco di pellicole potenzialmente più diludenti che ecceziunali.
Non facciamoci scoraggiare comunque dai pregiudizi, soprattutto da quelli del co-conduttore di questa rubrica Mr. James Ford, e diamo una possibilità a tutti questi (forse) bellissimi film. O almeno a 1 o 2.

Hotel Transylvania 2
"Questa sera sono costretto a vedere un film consigliato da Ford, sigh!"


Cannibal dice: I miei nipotini saranno in prima fila per vedere questo atteso (?) sequel di Hotel Transylvania, filmetto che era anche quasi carino, ma io sinceramente non sentivo un gran bisogno di un secondo episodio. Al contrario del piccolo James Ford, che starà tra i bimbi in prima fila.
Ford dice: il primo Hotel Transylvania, nonostante le aspettative basse, mi sorprese in positivo. Di questo sequel non sentivo gran bisogno, un po' come del mio scomodo rivale, e l'impressione è quella di uno di quei titoli d'animazione che si esauriscono con il trailer.
Speriamo di venire contraddetti per la seconda volta.

Black Mass - L'ultimo gangster
"Cercavate qualcuno invecchiato peggio di Ford?
Eccomi qua, ahahah!"

Cannibal dice: Pare che con questo film Johnny Depp sia tornato a essere un attore. Un attore vero, intendo. Dopo gli ultimi mortificanti e sconcertanti ruoli da lui interpretati, qualche dubbio io continuo ad averlo ma, ripensando al suo glorioso passato, sono certo che abbia se non altro saputo fare di meglio rispetto a Mortdecai o Transcendence o Into the Woods. Al di là della relativa curiosità che posso avere di vedere Depp in versione pelata, il film comunque non mi ispira un granché. Mi sembra una roba gangster vecchio stile trita e ritrita, dunque una visione fordiana perfetta.
Ford dice: la fiducia del sottoscritto in Johnny Depp è ormai ai minimi storici, neanche si trattasse di Cannibal Kid. Questo film, però, pare essere stato accolto piuttosto bene, e dunque, considerata la materia molto fordiana, penso proprio avrà una chance da queste parti, nella speranza che non si riveli l'ennesimo buco nell'acqua di un attore che ormai pare la copia non troppo bella di De Niro.

Poli opposti
"Facciamo finta di odiarci, ma in realtà ci amiamo...
proprio come Ford e Cannibal."

Cannibal dice: Romcom all'italiana con protagonisti il prezzemolino del nostro cinema Luca Argentero, lanciato dal Grande Fratello - ma chi glielo rinfaccia più? - e Sarah Felberbaum, che è una tipa famosa per... boh, non so sinceramente per cosa. Negli ultimi mesi i film tricolore ai botteghini non è che stiano facendo sfracelli e questo potrebbe essere uno dei pochi successi commerciali italiani dell'anno. Qui nella blogosfera è però meglio concentrarsi su due altri poli opposti: me e Ford.
Ford dice: da mesi - se non da anni - il mio rapporto con il Cinema italiano è perfino peggiore di quello con Peppa Kid. Le proposte tricolori che continuano ad affacciarsi in sala sono tendenzialmente roba evitabile come questa commediola che non lascia presagire nulla di buono, e che salterò senza ritegno o rimorso alcuni.

Life
"Ti sarebbe piaciuto se la parte di James Dean l'avessero data a te...
E invece no, vampirello!"

Cannibal dice: Film incognita della settimana e forse dell'anno. Il regista Anton Corbijn ha saputo passare dallo splendido Control all'orripilante The American, per arrivare al noiosetto La spia - A Most Wanted Man, quindi è parecchio imprevedibile. Nel cast c'è il promettente Dane DeHane accanto agli spromettenti (passatemi il termine) Robert Pattinson e Alessandra Mastronardi (ma che davero?). Nel film si parla di James Dean e quando si affronta il tema personaggi mitici si rischia sempre di fare qualche scivolone. Life potrebbe quindi essere un filmone, così come una notevole vaccata. Unica garanzia: non fidatevi della recensione di WhiteRussian, se mai la farà.
Ford dice: James Dean è stato senza dubbio una Leggenda del Cinema, anche se per quanto mi riguarda e come sempre nei casi di morte prematura il dubbio rispetto a quello che sarebbe diventato resta. Chissà, se non ci fosse stato quello schianto in macchina, magari ora saremmo qui a criticarlo come un Johnny Depp o un Cannibale qualsiasi.
Ad ogni modo, questo film mi sa di sòla a un miglio di distanza.

The Program
"Ho vinto!
Stasera per festeggiare doppia razione di doping!"

Cannibal dice: Altra grandissima incognita della settimana. Il film sul dopat... ehm, controverso ciclista Lance Armstrong potrebbe essere non solo e non tanto un biopic, ma anche un thriller piuttosto avvincente. Nella parte del protagonista c'è Ben Foster, attore finora sottovalutato e che qui potrebbe avere il ruolo della svolta. Un consiglio: prima di leggere la recensione che farà Ford, dopatevi pure. Per una volta è concesso.
Ford dice: probabilmente, il mio film della settimana. Sono molto curioso di vedere all'opera non solo Ben Foster, attore fin troppo sottovalutato, ma anche di veder raccontata la storia di Lance Armstrong, uno dei corridori più vincenti della Storia del Ciclismo privato di tutto nonostante, di fatto, abbia fatto quello che tanti hanno fatto prima e dopo di lui. Il tanto celebrato - almeno in Italia - Pantani compreso.
Confido che possa regalarmi materia interessante per un post magari legato al documentario ispirato proprio alle "gesta" di Armstrong.

Reversal - La fuga è solo l'inizio
"E' vero, sono vestita come Donnie Darko.
D'altra parte, di chi credete sia il sangue sul mio volto?"

Cannibal dice: Nella miriade di horror che arrivano nelle nostre sale, e che in genere non sono i film più interessanti di questo genere, Reversal potrebbe meritare una possibilità. Sarà che il tema della fuga mi piace. Soprattutto la fuga da Ford.
Ford dice: proprio in questi giorni mi è capitato di incrociare il trailer in tv con Julez, che ha dichiarato: "Questo lo voglio vedere, pare una di quelle stronzate che piacciono tanto a me". Per una volta, non sono io la pecora nera della famiglia.

Janis
"Io doppiata da Gianna Nannini?
Ahahah, che risate!
E Ford pensa di intendersene di musica?
Ahahahaaah, ancora più divertente!"

Cannibal dice: E dopo James Dean, un altro mito dei tempi in cui Mr. James Ford era un giovanotto. La voce di Janis Joplin devo dire che non mi ha mai entusiasmato molto, però sapere che nella versione italiana sarà doppiata da Gianna Nannini rende d'obbligo una cosa: la visione in lingua originale.
Ford dice: tralasciando ogni commento rispetto alla scandalosa decisione del doppiaggio, resto dubbioso a proposito del biopic legato alla figura della mitica Janis Joplin, così come lo fui - a torto o a ragione, ancora devo scoprirlo - rispetto a quello dedicato a Jimi Hendrix.
Staremo a vedere.

La vita è facile ad occhi chiusi
"La vita è facile...
quando Ford chiude quella boccaccia!"

Cannibal dice: Settimana dedicata ai miti. No, non sto parlando di me. Oltre a James Dean e a Janis Joplin, arriva nei cinema italiani anche questo film spagnolo su un tizio che vuole incontrare John Lennon. Un on the road movie ambientato negli anni '60 che non promette di essere affatto male. Oltre a consigliarvi di dargli una possibilità, ho un altro prezioso consiglio per voi: non andate su WhiteRussian ma, se proprio vi capita di finirci, visitatelo a occhi chiusi.
Ford dice: non una visione da affrontare ad occhi chiusi, ma neppure qualcosa da buttare, almeno potenzialmente.
Quello che, invece, potete tranquillamente destinare alla raccolta del secco, è la miriade di pareri improbabili che fornisce il mio rivale Cannibal Kid ogni giorno su Pensieri Cannibali.

Viva la sposa
"Nooo, ma perché non ho chiamato il mio film Viva la figa?
Sai quanto incassava?"

Cannibal dice: Ecco il nuovo film di e con Ascanio Celestini...
Confesso di non aver mai visto nessun suo lavoro e di non sapere nulla su di lui e sul suo stile. Potrebbe anche piacermi, eh, però così a pelle mi ispira tanta simpatia quanta Mr. Ford. Quindi proprio tanta.
Ford dice: Celestini è sempre stato molto stimato e celebrato. Eppure ho sempre avuto l'impressione che fosse un radical chic mascherato da proletario. Dunque, per il momento, salto.

Much Loved
"Al cinema con Ford?
Ecco la mia risposta."

Cannibal dice: Dal Marocco arriva questo film sulla prostituzione che, a meno che non scada nel facile moralismo fordiano, potrebbe anche essere interessante. Potrebbe. Così come Ford potrebbe essere un grande eroe, se solo ci facesse il favore di chiudere WhiteRussian.
Ford dice: film potenzialmente interessante, che, comunque, non credo potrà essere much loved di tanti altri prodotti "etnici" alternativi o pseudo tali. E con pseudo tali mi riferisco, ovviamente, al mio antagonista.

Film bonus
Nausicaä della valle del vento
"Altri 30 anni e arrivo anche in VHS...
dite che ormai ci sono i Blu-ray?
E che cosa sono?"

Cannibal dice: Con appena quei 31 anni di ritardo, è arrivato nelle sale italiane questo film del maestro Hayao Miyazaki del 1984. E, giusto per restare sulla stessa lunghezza d'onda della distribuzione nostrana, anche io e Ford ve lo proponiamo nella nostra rubrica in ritardo, visto che è stato programmato nei cinema solo il 5, 6 e 7 ottobre e quindi ormai ciao, se ve lo siete persi mi sa che dovrete aspettare altri 31 anni.
Altrimenti c'è la rete...
Ford dice: la distribuzione italiana continua la sua sfida all'insanità mentale del Cannibale, proponendo uno dei titoli più significativi dello Studio Ghibli a più di trent'anni dalla sua uscita. Niente male, bravi, bis.

Santo cielo delle Hawaii

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Sotto il cielo delle Hawaii
(USA 2015)
Titolo originale: Aloha
Regia: Cameron Crowe
Sceneggiatura: Cameron Crowe
Cast: Bradley Cooper, Emma Stone, Rachel McAdams, John Krasinski, Bill Murray, Alec Baldwin, Danny McBride, Michael Chernus, Ivana Milicevic
Genere: hawaiano
Se ti piace guarda anche: Paradiso amaro, Non mi scaricare, 50 volte il primo bacio

Breve bignamino delle divinità hawaiiane (fonte Wikipedia Italia, quindi credeteci a vostro rischio e pericolo):

Haumea : dea della fertilità
Kaulu : uccisore di Haumea
Pele : dea del fuoco
Aumakua : dio della famiglia
Kāne: padre di Pele (dea) e creatore del mondo
Kamapua'a : semi-dio della fertilità
Māui : eroe mitico attribuito alla creazione delle Hawaii
Namaca : figlia di Haumea
Nu'u : Uomo sopravvissuto al diluvio
Lono : dio principale delle isole Hawaii
Wākea : ha creato la pioggia, il sole e la luna.
Ukupanipo : divinità invocata per favorire la pesca dalle sembianze di squalo

Breve bignamino delle divinità di Pensieri Cannibali:

Rachel McAdams: dea della bellezza
Emma Stone: dea della simpatia
Bradley Cooper: dio della recitazione... seeeh, ma neanche per sogno!
Cameron Crowe: almost dio del cinema grazie a un paio di film, Almost Famous e Vanilla Sky
Terrence Malick (anche se con questa pellicola non c'entra niente): il Creatore di tutto l'universo conosciuto

Cameron Crowe era uno dei miei idoli adolescenziali. Il merito? Tutto di due pellicole che adoro: Vanilla Sky, all'apparenza un thriller new-age, in realtà un geniale sguardo alla pop culture di inno millennio, e poi Almost Famous - Quasi famosi, almost la pellicola più bella sulla passione per la musica mai girata. E togliamo pure l'almost. Dopo quella formidabile doppietta di pellicole, Cameron Crowe aveva almost assunto per me lo status di divinità. Il successivo Elizabethtown, film parecchio sottovalutato, si era poi rivelato un discreto flop e non era piaciuto granché ad almost nessuno. Tranne a me.
Il suo ultimo film La mia vita è uno zoo segnava la sua svolta nel cinema per famiglie e, benché fosse parecchio modesto, ancora ancora ero riuscito a digerirlo. Almost. Adesso però basta!

"Agli ordini, Cannibal!"

Cameron, che diavolo ti è successo?
Una volta eri il regista più rock'n'roll di Hollywood e adesso ti metti a girare una commediola romantica ambientata alle Hawaii con una delle trame più assurde e meno interessanti dell'intera decade?
Sotto il cielo delle Hawaii, banale titolo italiano che va a sostituire l'altrettanto banale titolo originale Aloha, è un condensato di miti & stereotipi sulle Hawaii. Nella prima parte però, benché abbia uno sguardo molto turistico, sembra un genuino omaggio nei confronti dell'arcipelago e della sua cultura. Si limitasse a questo, non sarebbe nemmeno troppo male.

Il tragico problema di Sotto il cielo delle Hawaii sta nella sua trama (sempre presa da Wikipedia Italia):

Il militare Brian Gilcrest si reca a Honolulu per supervisionare un satellite armato ideato dal miliardario Carson Welch. Arrivato sull'isola incontra il suo vecchio amore Tracy e fa la conoscenza di Allison, pilota della Air Force, che lo coinvolgerà nel suo tentativo di fermare il lancio del nuovo programma spaziale.

Ma a chi diavolo gliene frega di 'sto satellite e di tutta la vicenda che gli ruota attorno?
Tolta questa parte, che fa andare giù le mutande ed è ancor meno interessante del caso dell'omicidio di Caspere nella seconda stagione 2 di True Detective, e non è impresa facile, tutto quello che rimane è una romcom banalissima e scontatissima, che arriva a un finale che più stucchevole non si potrebbe, in cui ATTENZIONE SPOILER tutto, ma proprio tutto, si risolve per il meglio, manco fossimo in una fiaba Disney d'altri tempi. FINE SPOILER

A salvare la baracca, o meglio la palafitta hawaiiana, ci pensa allora, proprio come in True Detective 2, Rachel McAdams, ancora una volta in splendida forma fisica e recitativa. Dovendo scegliere, comunque, direi più in forma fisica che recitativa.


Così così invece Emma Stone. Negli Usa si è creata una forte polemica, che è anche stato l'unico motivo per cui si è parlato di questo filmetto, riguardo alla scelta di assumere una pallidona come lei per un personaggio per un quarto hawaiano e per un quarto cinese. Una decisione tanto assurda quanto presa per i fondelli in rete dall'altra parte dell'Oceano, almost quanto Miss Italia 2015 Alice Sabatini qui da noi. Al punto che pure la stessa Emma Stone è arrivata a scusarsi nei confronti di chi ha ritenuto la scelta di casting un epic fail. Un peccato perché il suo personaggio, almeno all'inizio, è anche piuttosto simpatico e l'attrice sembra persino calata nella parte. Se solo non fosse che della tipa hawaiano/cinese la lentigginosa rossa almost ariana Emma Stone non ha davvero un granché...

"Ma che c'è di strano? Sono la tipica cino-hawaiana, non si vede?"

Quanto a Bradley Cooper, non ci posso fare niente. A recitare non è mai stato un fenomeno, ma se non altro una volta mi stava simpatico. Prima di girare American Sniper. Dopo American Sniper sono arrivato a detestarlo. Qui alle Hawaii Bradley Cooper non ha comunque un ruolo odioso quanto quello di Chris “American Killer” Kyle, ha solo un ruolo del tutto anonimo. Anonimo quanto questo film che si lascia anche guardare piacevole quanto una romcom media, almeno fino a quando non parla di satelliti o di balle spaziali, e lì si sprofonda nella noia più totale.

"Bradley, volevo farti i miei complimenti per la tua interpretazione in American Sniper."
"Davvero?"
"Certo, la parte dell'American Idiot ti riesce davvero bene, ahahah!"

Il tocco un tempo magico e oggi molto meno di Cameron Crowe si fa sentire giusto nella colonna sonora, come al solito molto curata, che passa dalle musiche originali di Jonsi dei Sigur Ros al rock di Who e Rolling Stones, passando per brani tradizionali hawaiani e un accenno di suono 80s con Tears for Fears e Hall & Oates. Anche in questo caso il mix che ne esce è però un pasticciaccio privo di una sua coerenza ed omogeneità e, ancor di più, privo di senso. Come Emma Stone che fa la tipa di origini hawaiane e cinesi.
(voto 5/10)

Viaggo negli anni '80

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I Corsi Corsari ormai sono di casa, qui su Pensieri Cannibali. No, contrariamente a quanto si possa pensare non sono dei corsi per diventare pirati, né niente del genere. Si tratta invece di una serie di lezioni dedicate al mondo del cinema. Tenuta non da gente incompetente come me, tranquilli, ma da delle persone che ne sanno.


L'appuntamento previsto per quest'autunno in quel di Milano è con un corso su un decennio cui sono particolarmente legato, gli anni '80. Le lezioni saranno tenute da Massimo Zanichelli lunedì 2, 9, 23 e 30 novembre dalle ore 19.30 alle 21.30. Per ulteriori informazioni e dettagli vi rimando al sito dei Corsi Corsari e vi ricordo che, se specificate che siete fidi lettori di Pensieri Cannibali, avrete il 10% di sconto sul prezzo d'iscrizione.
Buon viaggio negli anni '80, allora, e senza nemmeno aver bisogno di salire su una DeLorean e, soprattutto, avere a disposizione del plutonio.

Reversal - La fuga da questo film è il solo consiglio

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Reversal - La fuga è solo l'inizio
(USA 2015)
Titolo originale: Bound to Vengeance
Regia: José Manuel Cravioto
Sceneggiatura: Rock Shaink Jr.
Cast: Tina Ivlev, Richard Tyson, Kristoffer Kjornes, Bianca Malinovski, Amy Okuda, Dustin Quick
Genere: da far scappar via lontani
Se ti piace guarda anche: Big Bad Wolves, Saw - L'enigmista, Hostel

Ti hanno rapito. Tenuto segregato per mesi in una stanzetta merdosa, con un televisore che prende solo Rete 4. Legato, incatenato come un animale pericoloso. Ti hanno seviziato, infilato cetrioli nel sedere e Dio solo sa cos'altro. Un giorno riesci a liberarti. Con tanta fatica sei riuscito a procurarti un mattone non si sa da dove e non si sa come con cui puoi finalmente colpire il tuo carceriere.
Lo colpisci. Gli fai male. Riesci a fregargli le chiavi, a liberarti e a incatenarlo a sua volta. Sei libero. A questo punto non ti resta che una sola cosa da fare: scappare, scappare il più lontano possibile. Peccato che fuori dalla casa in cui eri tenuto nascosto ci sia il nulla, quindi che fare?
A questo punto puoi tornare indietro e uccidere il tuo carceriere, così sei sicuro che non ti prenderà più. Oppure puoi fare un'altra cosa, ancora più intelligente: chiamare la polizia.


ATTENZIONE SPOILER
Il film Bound to Vengeance, ovvero “legata alla vendetta”, in Italia è stato chiamato con una certa dose di fantasia Reversal - La fuga è solo l'inizio. In realtà avrebbero dovuto intitolarlo: “Chiamare la polizia, no?”.
La storia della ragazza che, dopo una lunga prigionia, riesce a liberarsi è una lunga serie di momenti in cui uno non può fare a meno di continuare a ripeterle: “Chiama la polizia, sciocca! Cosa aspetti?”.
La sceneggiatura della pellicola prova a spiegarci perché non lo fa, ma non è convincente abbastanza. Chiunque, al posto della protagonista, avrebbe chiamato la polizia. Se non subito, almeno dopo, in una delle diecimila occasioni che le sono capitate.

Una volta che la protagonista si è liberata e si accorge che è in mezzo al nulla, poteva inoltre scappare a piedi. Invece no. Si fa un giro tranquilla per la casa in cui è stata sequestrata e trova le foto di altre ragazze rapite come lei. Decide così di tornare dal suo carceriere pazzo maniaco per scoprire dove sono tenute queste altre tipe. Gesto eroico, gesto generoso, e va bene, nella realtà 99 volte su 100 non succede, ma questo è un film e quindi ci sta che la protagonista voglia fare l'eroina di turno. A questo punto però la cosa più intelligente da fare è sempre: “Chiamare la cazzo di polizia!”. Se ne occuperanno gli agenti di interrogare il carceriere pazzo maniaco e scoprire dove si trovano le ragazze. È la scelta più ovvia, quindi la protagonista decide di non prenderla e decide di fare tutto da sola.

"Ti prego, sparami, e metti fine a questo supplizio!"

Si porta dietro il carceriere al guinzaglio, facendolo diventare il suo schiavo in un classico ribaltamento di ruoli, il reversal del titolo italiano. La fuga è così solo l'inizio di un tutto in una notte in cui la protagonista continua a fare tutto di testa sua e a NON chiamare la polizia. Cosa ottiene facendo così?
Riesce a liberare una ragazza. Evvai, brava!
Peccato che questa tipa, che già si pregustava la libertà, in un momento di sfiga suprema fuggendo inciampa e finisce trafitta... cose che capitano.
Nonostante questo “piccolo” inconveniente, la protagonista sempre più calata nella parte della Supergirl decide di continuare comunque nella sua missione eroica e, visto il successone della prima operazione, cerca di salvare anche la seconda ragazza. "Anche" per modo di dire, considerando che la prima è morta...
Solo che c'è un problema: questa seconda ragazza non vuole essere liberata. È una tipa affetta da sindrome di Stoccolma acuta e quindi è ben felice di essere alla mercé sadomaso del suo carceriere. Mi sa che ha guardato Cinquanta sfumature di grigio un po' troppe volte...

"Che nessuno mi liberi. Io mi diverto così!"

E così, dopo che la protagonista supereroina la libera, questa tipa cerca di ucciderla e a questo punto la protagonista le spara e la ammazza.
Cosa volete che faccia ora, dopo che 2 ragazze su 2 sono morte? Lascia finalmente spazio alla polizia, oppure no?

No. Certo che no. Questo film è davvero un horror per il povero spettatore, che non fa il tifo perché la protagonista si salvi, ma perché si decida a chiamare i cazzo di sbrirri e far fare loro il lavoro per cui sono pagati. Invece no, niente, la protagonista va avanti nella sua catastrofica missione eroica e, tra le altre cose nonsense che succedono, c'è pure l'uso della canzone “Love Hurts” dei Nazareth (quella che avrete sentito anche nella pubblicità di Zurich assicurazioni) in versione spagnola...
Perché in spagnolo?
Probabilmente perché lo scarso regista José Manuel Cravioto è messicano. Peccato che all'interno del film una scelta del genere non sia giustificabile, visto che in quella scena non c'è nessun latino e la protagonista è un'attrice russa, Tina Ivlev, che sarebbe per altro anche piuttosto promettente, non fosse che il personaggio che interpreta è uno dei più stupidi di sempre. Questa tizia non è “legata alla vendetta”, come dice il titolo originale, è legata solo all'idiozia e la banale "rivelazione" finale non serve certo a giustificare tutte le sue azioni da cogliona.
Quanto alla pellicola, io vi consiglio di non guardarla: oltre a essere piena SOLO di personaggi idioti, la protagonista così come gli altri, è pure parecchio irritante e fastidiosa. Se invece decidete di vederla comunque e magari vi piace pure, attenti perché io, a differenza della protagonista, la polizia non mi faccio problemi a chiamarla.
(voto 4/10)

"Minacciami finché vuoi, ma io questo film col cavolo che lo guardo!"

Black Depp - L'ultimo gang-star

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Black Mass - L'ultimo gangster
(USA 2015)
Titolo originale: Black Mass
Regia: Scott Cooper
Sceneggiatura: Mark Mallouk, Jez Butterworth
Tratto dal libro: Black Mass: The True Story of an Unholy Alliance Between the FBI and the Irish Mob di Dick Lehr e Gerard O'Neill
Cast: Johnny Depp, Joel Edgerton, Benedict Cumberbatch, Kevin Bacon, Dakota Johnson, Jesse Plemons, Peter Sarsgaard, Corey Stoll, Rory Cochrane, David Harbour, Adam Scott, Julianne Nicholson, Juno Temple, W. Earl Brown, Luke Ryan
Genere: gangsta
Se ti piace guarda anche: The Iceman, Mystic River, Nemico pubblico, Chi è senza colpa

C'è una cosa che tutti sanno: i brutti sognano di essere belli.
C'è però anche un'altra cosa che non tutti conoscono: i belli sognano di essere brutti. Neanche troppo segretamente. Il caso più evidente è quello di Charlize Theron. Pur di dimostrare di essere un'attrice valida e non solo un bel pezzo di manza, si è letteralmente trasformata in un monster.
Tra gli altri che si sono sempre divertiti a imbruttirsi c'è Johnny Depp. Una buona parte della sua carriera l'ha giocata sul trasformismo e sul fare il freak, meglio se per Tim Burton, però negli ultimi tempi si è davvero superato. Se in Mortdecai si è mortificato con dei baffetti che lo hanno reso inchiavabile anche agli occhi delle più accanite tra le sue fan, con Black Mass - L'ultimo gangster ha cercato di fare ancora di meglio. O meglio, diciamo di peggio. In Black Mass è un pelatone con degli occhi chiari inquietanti. Il risultato è un incrocio tra Pippo Baudo per la (non) capigliatura e il suo Cappellaio Matto di Alice in Wonderland per lo sguardo da pazzo.
Bello, vero?

"Non avrò molti capelli, però in compenso posso puntare su un gran bel sorriso!"

Non contento di ciò, all'ultimo Festival di Venezia si è presentato in vesti forse ancora peggiori e forse nemmeno per esigenze cinematografiche.


Johnny Depp in pratica adora fare il brutto. Per quanto poi si possa discutere sul fatto che un Johnny Depp brutto è pur sempre un omino nemmeno così brutto, l'attore negli ultimi tempi ha comunque fatto preoccupare i suoi fan e soprattutto le sue fan per essere stato colpito dalla “Sindrome di Marlon Brando”. Il problema è che, oltre a voler apparire brutto lui, si è messo anche a girare esclusivamente o quasi film brutti. L'elenco dei suoi lavori recenti è spaventoso: Alice in Wonderland, The Tourist, Jack e Jill, The Lone Ranger, Transcendence, Into the Woods, Mortdecai...
Manco Enrico Brignano può vantare tante schifezze nella sua filmografia. Anche perché spero non gli abbiano fatto girare così tante pellicole.
Black Mass sarà riuscito a mettere fine a questa lunga serie di porcherie?

La risposta è sì e no.
Sì, perché la pellicola non fa schifo e, per il Depp recente, è già cosa non da poco. In più l'attore tira fuori la sua interpretazione migliore da tipo una decade a questa parte, o giù di lì.
No, perché il film è un'enorme occasione sprecata e non resterà impresso nella memoria come uno dei migliori nella carriera di Depp che, una volta, era piena di ottimi lavori. Diciamo anche che non resterà impresso nella memoria, punto.

Black Mass è un tipico gangster movie, di quelli come ne sono stati già fatti, e di migliori, in passato. È un classico biopic criminale che non aggiunge nulla di nuovo al genere e che ricorda in particolare il recente The Iceman con Michael Shannon e va beh, la mancanza di originalità per un tipo di storia già così ampiamente trattata può essere messa in conto. Alla pellicola manca però anche una benché minima tensione thriller. Lo scopo del regista Scott Cooper, già autore del valido Crazy Heart e del soporifero Il fuoco della vendetta - Out of the Furnace, non era quello di girare un thriller, ma un po' di tensione non avrebbe guastato. Il ritmo inoltre latita parecchio, tanto quanto il coinvolgimento emotivo. Un vero peccato, visto che nella prima parte il film sembra voler essere qualcosa di più della solita vicenda gangsta con i buoni da una parte e i cattivi dall'altra. Black Mass sembra voler scavare nell'intimità del protagonista, il boss della malavita irlandese James “Whitey” Bulger interpretato da un Depp in versione belli capelli.


Il film ci mostra il rapporto di Whitey con il figlio, con la madre e con l'amico dell'FBI, senza però riuscire mai andare davvero in profondità. Nella seconda parte il lavoro si concentra invece sul lato più “mostruoso” del rinomato criminale irlandese (si dice rinomato per un gangster? o forse è meglio famigerato?) che tanto odia noi mangiaspaghetti italiani, solo che non c'è mai un vero crescendo e il film anzi si ammoscia parecchio, procede in maniera banale e stravista, senza manco un guizzo nemmeno nella colonna sonora che tra musica 70s e 80s avrebbe potuto offrire molto di più, dirigendosi verso un finale già scritto. Il tutto con uno stile più da servizio cronachistico di telegiornale che non da grande Cinema.

Una pellicola non malvagia, ma incapace di segnalarsi nel minimo modo per sceneggiatura o regia. A tenerla a galla ci pensano allora una serie di interpretazioni più che valide. Al di là di un Johnny Depp tornato finalmente a recitare come sapeva e non più solo come il fantasma di se stesso, sorprende Dakota Johnson, sì, proprio la zoccoletta zoccolona di Cinquanta sfumature di grigio, per quanto relegata in un ruolo tropposacrificato.

"Allora quando inizi a frustarmi? ...Ehm, scusa, mi sa che ho sbagliato copione."

Grandioso, sebbene pure lui purtroppo in una piccola parte, Peter Sarsgaard, uno degli attori più sottovalutati dei nostri tempi.

"Oh, finalmente qualcuno si è reso conto che sono un attore grandioso!"

Fanno un'ottima figura anche Joel Edgerton, Julianne Nicholson, Juno Temple e Jesse Plemons, mentre appare più in ombra il tanto osannato Benedict Cumberbatch, complice anche un personaggio merdoso ben poco interessante.

"Giusto Pensieri Cannibali poteva mettere in discussione la mia sublime recitazione..."

Un gran cast all-star per un film su un gang-star dalla vita criminale notevole, che sembra più un big mess che una Black Mass, e di cui al termine della piatta visione non resta un bel niente. Questo sì che è un crimine.
(voto 5,5/10)

Lo spettatore inaspettato

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Attenzione, gente, perchè questa settimana arrivano una manciata di film ad alto potenziale.
Quali?
Scopritelo nella consueta rubrica sulle uscite settimanali realizzata da Pensieri Cannibali, il sito di cinema più divertente d'Italia e forse del mondo, con la collaborazione di WhiteRussian, il sito di cinema curato da Mr. James Ford, l'uomo che ambisce al titolo di blogger con più figli d'Italia e forse del mondo.
E tranquilli che, per bilanciare i film ad alto potenziale, ne sono in arrivo anche un sacco a basso potenziale. Bassissimo potenziale.

Suburra
(da mercoledì 14 ottobre)
"Ma che le è successo?"
"Normale routine: è finita in coma guardando un film che WhiteRussian ha definito entusiasmante."

Cannibal dice: Stefano Sollima merita tutta la mia stima per la grandiosa Gomorra - La serie. Al cinema invece mi ha convinto di meno con l'ambizioso ma non troppo riuscito ACAB - All Cops Are Bastards. Questo Suburra, la pellicola su Mafia Capitale, si preannuncia comunque come uno dei (pochi) filmoni italiani dell'anno, e potrebbe anche essere uno dei casi mediatici del 2015, visto che negli ultimi tempi non si parla altro che di Roma. E di Ford che diventa di nuovo papà.
Purtroppo per l'umanità uahahah! ;)
Ford dice: Sollima è uno da tenere d'occhio, anche se per ora il suo meglio l'ha dato più rispetto alla dimensione televisiva, che non cinematografica. Questo Suburra, attesissimo da tutti i fan di Gomorra e non solo, promette di essere uno dei pochi titoli italiani degni di nota di questa parte finale dell'anno: speriamo che non deluda.
E soprattutto speriamo non piaccia al Cannibale: quella sì, che è garanzia di bottigliate!

Arcade Fire: The Reflektor Tapes
(nei cinema solo mercoledì 14 e giovedì 15 ottobre)
"E' con enorme dispiacere che vi annuncio il nostro nuovo nome: Arcade Ford."

Cannibal dice: Gli Arcade Fire sono dei grandi. Non rientrano tra i miei gruppi preferitissimi in assoluto, però rappresentano un ottimo punto di congiunzione tra radical-chicchismo e arte pop. Questo documentario sulla lavorazione del loro ultimo album potrei quindi anche spararmelo volentieri. Anche se prima ci sarebbe da sparare agli spermatozoi di Ford...
Ford dice: gli Arcade Fire non sono niente male, nonostante non rientrino nei miei ascolti di tutti i giorni. Purtroppo, però, ho diversi recuperi tra film e serie che mi interessano più di un documentario sulla realizzazione del loro primo disco, dunque lascerò le danze al mio pusillanime rivale, che in pista con le sue delicate movenze fa sicuramente una figura migliore di me.

Lo stagista inaspettato
(da giovedì 15 ottobre)
"Ebbravo Robert, finalmente sei riuscito a imparare a usare il computer."
"Se c'è riuscito Ford, mi sono detto: ce la posso fare anch'io."

Cannibal dice: Una commediola lavorativa a metà strada tra Il diavolo veste Prada e Gli stagisti che sulla carta sembrerebbe pane buono per una visione disimpegnata delle mie. Peccato che i protagonisti siano una Anne Hathaway che mi sta abbastanza sulle palle e un Robert De Niro che pare sempre più bollito e più desideroso di un lavoro di uno stagista. E così per magia (nera) una potenziale commediola cannibale si trasforma in una probabile commediola della terza età perfetta per Ford.
Ford dice: commediola con l'ennesima versione bollita di De Niro che pare proprio una di quelle che più del trailer non possono dare. A meno che non mi cada letteralmente addosso, penso proprio che la lascerò al finto giovane Peppa Kid.

The Lobster
(da giovedì 15 ottobre)
"Bravo Ford, fai il bravo."

Cannibal dice: Attenzione a quello che potrebbe essere il film sorpresa non solo della settimana, ma pure dell'anno. Il regista greco Yorgos Lanthimos, quello di Kynodontas, è alle prese con un cast internazionale capeggiato da Colin Farrell e Rachel Weisz, in un comedy-drama-fantascientifico che ha vinto il Premio della Giuria all'ultimo Cannes, che potrebbe rivelarsi una stramba genialata e che potrebbe infastidire parecchio uno spettatore conservatore come Ford.
Ford dice: Kynodontas è stato uno dei film che ho più detestato negli ultimi anni, eppure, allo stesso tempo, uno dei più geniali.
Ora Lanthimos si cimenta con una prima opera internazionale ottimamente accolta anche all'ultimo Cannes.
Sarà l'ennesima occasione di lotta per me e il mio antagonista, o questa volta la potenza del cattivissimo regista riuscirà a mettere d'accordo perfino noi?
Solo l'aragosta conosce la risposta.

Maze Runner - La fuga
(da giovedì 15 ottobre)
"No, nemmeno visti a testa in giù i film consigliati da WhiteRussian diventano più interessanti."

Cannibal dice: Benché io sia notoriamente un fan delle cose teen, o young adult, o bimbominkiose che dir si voglia, ho trovato il primo Maze Runner il peggior inizio di una saghetta di questo genere in circolazione. Derivativo, insulso, idiota... Davvero pessimo. Partendo da simili premesse, il secondo episodio non può che essere migliore. Anche se a vedere il trailer sembra una robaccia troppo poco teen e troppo tanto avventuroso/schi-fi/fordiana. Quindi sì, potrebbe essere ancora peggio del primo.
Ford dice: il primo Maze Runner mi era parso l'ennesimo filmetto teen come se ne trovano a mazzi che tanto piacciono a Cannibal, tanto da averlo già quasi dimenticato e non ricordare nulla della vicenda alla vista del trailer di questo secondo.
Onestamente non mi frega più di tanto di vederlo, ma se dovessi essere in vena di bottigliare qualcosa che non sia la testa del mio esimio collega qui presente, potrei anche spolverarlo.

Fuck You, Prof!
(da giovedì 15 ottobre)
"Hey, che ci fa Ford ancora tra i banchi di scuola?
Quello ha già 150 anni e 20 figli per gamba."

Cannibal dice: Per una volta applaudo alla scelta del titolo italiano. Fuck You, Prof! È fantastico, anche se d'altra parte pure l'originale Fack Ju Göhte non era male. Questa commedia tedesca si preannuncia parecchio cattiva e (forse) divertente e una visione mi sa che da queste parti potrebbe spuntarla. Anche perché mi offre l'occasione per lanciare un del tutto gratuito: Fuck You, Ford!
Ford dice: in una settimana che pare purtroppo tutta fumo e poco arrosto ecco qualcosa che potrebbe rivelarsi insolito ed interessante. Sempre che il Cannibale non ci metta lo zampino e cominci ad esaltarlo, perché in quel caso ci sarebbe davvero materia per preoccuparsi.
Nel frattempo, lancio anch'io un nuovo grido di battaglia: Fuck You, Cannibal!

Woman in Gold
(da giovedì 15 ottobre)
"Oh, finalmente abbiamo trovato qualcuno più vecchio di Ford: applausi!"

Cannibal dice: Pellicola storica con la coetanea di Ford Helen Mirren?
Potrei addormentarmi già solo sui titoli di testa.
Ford dice: Helen Mirren non mi ha mai fatto impazzire. Anche se mai ai livelli di Katniss Kid.

La nostra quarantena
(da giovedì 15 ottobre)
"Hey, ma te non ti ho già visto nella serie Braccialetti Rossi?"
"Hai ragione, Francesca."
"Stai attento allora che se ti becca Cannibal ti chiede l'autografo e pure un selfie."

Cannibal dice: Per un Suburra che si preannuncia parecchio promettente, ecco che a bilanciare arriva un'italianata con Francesca Neri di cui nessuno sentiva il bisogno. Così come a bilanciare la scintillante presenza di Cannibal Kid ci deve pensare il deprimente Mr. Ford.
Ford dice: in quarantena andrebbero messe tutte le proposte inutili del Cinema italiano. Che sono un buon novantacinque per cento.
Per quanto riguarda le stronzate che spara Cannibal, beh, siamo al cento per cento garantito.

Leone nel Basilico
(da giovedì 15 ottobre)
"Di chi è quel bambino?"
"Mio!"
"Ah, pensavo fosse di Ford. Ormai ne sforna così tanti che sono ovunque..."

Cannibal dice: Pellicola che tratta il tema della maternità. Può tornare utile alla futura (di nuovo) mamma Ford.
Ford dice: come il mio antagonista ha prontamente sottolineato nel suo post omaggio al sottoscritto dedicato a Ruderless, ormai dovrei saperne una più delle mamme anche se sono un papà, quindi direi che posso saltare.

Rosso mille miglia
(da giovedì 15 ottobre)
"Ho superato Ford, evvai!
Certo che quello va più lento di una lumaca..."

Cannibal dice: Film interessante. Tra Martina Stella e Francesca Rettondini si preannuncia infatti una sfida molto interessante a chi recita peggio. Giusto uno Stallone dei tempi d'oro potrebbe riuscire a competere con loro.
Ford dice: penso che neppure se mi promettessero di correre la mille miglia sdraiato sul sedile posteriore di una limo con Rita Ora e Rihanna potrei vedere questo film. Forse.

Il bambino che scoprì il mondo
(da giovedì 15 ottobre)
"Per favore, possiamo vedere un film meno violento, babbo Ford?"
"Perché, per caso Rambo ti sembra un film violento?"

Cannibal dice: Bambinata d'animazione in arrivo dal Brasile, la lascio tranquillamente a Ford. E ai suoi 12 figli.
Ford dice: nonostante il mio ormai sempre più attivo ruolo di spettatore di film d'animazione, preferisco continuare a rivedere un paio di milioni di volte Il libro della giungla con il Fordino, piuttosto che questa apparentemente dimenticabile brazileirata d'animazione.

Mission: Impossible - Rogue Nation Rogue Station

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Mission: impossible del giorno: scrivere una recensione di Mission: Impossible - Rogue Nation in appena 3 minuti di tempo e senza prendere fiato.
Non vi sembra una mission: così impossible? Allora per aumentare il coefficiente di difficoltà la realizzerò in apnea sott'acqua. Esatto: questa sarà la prima recensione scritta sott'acqua della Storia. Per aiutarmi a compiere l'impresa, mi servirò di una speciale tastiera subacquea. Voi ovviamente non potete vedere mentre la scrivo, però fidatevi: la realizzerò per davvero da sott'acqua.

"Oh mio Dio! Neanch'io mi cimenterei in una mission del genere."

Il mio record massimo nel riuscire a trattenere il fiato è intorno ai 3 minuti, ehm... forse, quindi dovrò cercare di terminare la recensione in questo lasso di tempo. E ora fatemi prendere un bel respiro e...
via!

"Non può farlo davvero. E' troppo pericoloso!"

Mission: Impossible - Rogue Nation
(USA, Hong Kong, Cina 2015)
Regia: Christopher McQuarrie
Sceneggiatura: Christopher McQuarrie
Cast: Tom Cruise, Rebecca Ferguson, Simon Pegg, Jeremy Renner, Sean Harris, Ving Rhames, Alec Baldwin, Tom Hollander, Jens Hultén, Hermione Corfield
Genere: action
Se ti piace guarda anche: gli altri Mission: Impossible, 24, Skyfall, Spy

I dati tecnici del film avrei potuto anche prepararli prima di immergermi e invece no, mi sono dimenticato. Ho così sprecato i primi 30 secondi e ora ne sto sprecando altri per lamentarmi.
Basta così!
Mettiamoci a parlare della pellicola. Quale pellicola?
Qui sott'acqua non è mica così facile pensare, cosa credete?
Ah, già. Mission: Impossible. Ma quale Mission: Impossible?
L'ultimo. E a quale numero siamo arrivati?
Dev'essere il quinto capitolo della saga. Sì, è il quinto, anche se non è poi così differente dal quarto, che era quello in cui avevano provato a lanciare Jeremy Renner come nuovo action hero, però aveva fallito miseramente e quindi in Rogue Nation l'hanno messo dietro la scrivania a svolgere lavoro d'ufficio. D'altra parte Jeremy Renner è, tra gli attori hollywoodiani strapagati protagonisti di blockbusteroni commerciali, quello più sfigato. Si veda anche la serie degli Avengers dove ha la parte di Occhio di Falco.
E chi ca##o è, Occhio di falco?
In questo momento proprio non mi viene in mente. Non è mica facile concentrarsi per scrivere una recensione intelligentissima e preparatissima come questa e pensare pure a Jeremy Renner e ai suoi cacchio di ruoli sfigati.

"Pensavo di essere un action hero... e invece mi hanno messo a fare il corriere."

Se il contributo di Jeremy Renner per fortuna in questo nuovo episodio è stato ridimensionato, il mattatore assoluto resta sempre lui, Ethan Hunt ovvero Tom Cruise. Fin dalla prima scena, in cui si regge a mani nude al fianco di un aeroplano in volo, è un one-man show e, in questo nuovo episodio, le sue imprese sono diventate ancora più impossible rispetto al passato.

"Volete dirmi che voi l'aereo non lo prendete così?"
"E nemmeno così?"

Va però detto che Tom non è più er ghepardo de 'na vorta. Per quanto se la cavi ancora, e pure alla grande, qualche colpetto comincia a perderlo. Si veda la scena sott'acqua, dove a un certo punto perde i sensi. Lì per lì durante la visione ci sono rimasto un po' male, anche se ora che mi trovo immerso pure io comincio a comprendere la difficoltà di un'operazione del genere.


Dopo aver ripreso i sensi, Tom Cruise si mette al volante e ne esce la scena più spettacolare e divertente, in cui la pellicola dà il massimo sia in termini di action che di umorismo. Un difettuccio è però quello di aver inserito un inseguimento in auto e poi subito dopo un inseguimento in moto e l'uno in fila all'altro è troppo. È una cosa che non si fa. Come in un disco rock, due pezzi super tirati di seguito non si mettono. In mezzo ci va una ballatona o comunque un brano midtempo e lo stesso vale per i film d'azione. Tra i due inseguimenti ci sarebbe stata bene una scena più tranquilla, giusto per riprendere il fiato.


Riprendere il fiato...
una cosa che farei volentieri io ora. Solo che non posso, devo ancora finire la recensione e ci sarebbero tante altre cose da dire, solo che ora non mi vengono in mente. Tipo che Sean Harris, già visto nella miniserie made in Britain Southcliffe, ha una face troppo inquietante e come cattivone ci sta tutto.


O tipo che la protagonista femminile di turno è Rebecca Ferguson ed è alle prese in una duplice veste: da una parte è una action hero tosta quasi quanto e forse pure più di Tom Cruise, dall'altra è invece la Bond Girl Hunt Girl sexy di turno. Nella prima parte la Ferguson se la cava alla grande, complice anche la sua atletica controfigura, perché molto probabilmente l'ha usata in varie sequenze. Mica sono tutti pazzi spericolati come Tom Cruise, visto che lui - leggenda vuole - la controfigura non la utilizza quasi mai. Come bomba sexy invece Rebecca Ferguson funziona già di meno. Sì, non è male, però personalmente non mi entusiasma troppo. Sarà che la ricordo ancora nella terribile serie britannica The White Queen in cui era insopportabile e ancora non l'ho perdonata per quello. Potrei perdonarla solo se mi venisse a salvare in questo momento.


Mi sta mancando il fiato.
Riesco ancora a scrivere, perché ormai ho preso il ritmo, ma a tenere gli occhi aperti invece comincio a fare fatica. Mi sento mancare. Non sarebbe male se Rebecca Ferguson mi salvasse, proprio come fa con Tom Cruise nel film.
Hey, un momento: Tom Cruise che si fa salvare, e pure da una donzella?
Non è davvero più er ghepardo de 'na vorta. Gli anni passano anche per lui. E pure per me. Devo ricordarmi di non fare mai più mission: impossible del genere.
Non ce la faccio più manco a scrivere...
Rebecca Ferguson, salvami tu!
Oppure mandami un'altra action hero che preferisco: magari una Jennifer Lawrence o una Emilia Clarke, grazie.
Adesso chiudo gli occhi...
Ah no, prima devo mettere il voto al film
(voto 6,5/10)
perché Rogue Nation è un ottimo prodotto d'intrattenimento ed è una pellicola d'azione esaltante e coinvolgente, solo che non è che rivoluzioni il genere oppure sia qualcosa di così indimenticabile e ho come l'impressione che tempo un paio di giorni e sarà difficile distinguerlo dagli episodi precedenti della serie e in particolare dal quarto e anzi io non riesco già più a distinguere niente e ora fatemi perdere i sensi per un momento...
Giusto un momento.

"Bravo Cannibal, sono fiero di te... Cannibal? Ci sei ancora?"

The Face of an Angel - La faccia di un Angelo (di Victoria's Secret)

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The Face of an Angel
(UK, Italia, Spagna 2014)
Regia: Michael Winterbottom
Sceneggiatura: Paul Viragh
Ispirato al libro: Angel Face di Barbie Latza Nadeau
Cast: Daniel Brühl, Kate Beckinsale, Cara Delevingne, Valerio Mastandrea, Genevieve Gaunt, Sai Bennett, Rosie Fellner
Genere: imprevisto
Se ti piace guarda anche: Amanda Knox: Murder on Trial in Italy

Si può dire quello che si vuole, sulla Giustizia italiana, ma non che sia noiosa o prevedibile. Si può infatti essere giudicati colpevoli, quindi assolti, poi di nuovo colpevoli però se all'ultimo livello batti il mostro finale vieni considerato innocente per sempre e nessuno ti può più dire niente.
È quanto capitato nel processo per l'omicidio di Meredith Kercher, la studentessa inglese uccisa la notte di Halloween del 2007, ad Amanda Knox e Raffaele Sollecito. Condannati nel 2009, quindi assolti e scarcerati nel 2011, poi di nuovo giudicati colpevoli nel 2014 e quindi assolti in via definitiva lo scorso 27 marzo 2015 dalla quinta sezione penale della Suprema Corte di Cassazione.
Ora Amanda è tornata nella sua Seattle, dove se vuole può fondare una grunge band. Fossi in lei comunque starei lontano dal Seattle Grace Hospital. Lì entri che sei sano come un pesce e va a finire che ti trovano una qualche malattia assurda, peggio che dal Dr. House.
Raffaele invece ha appena pubblicato un libro, Un passo fuori dalla notte, uscito il 6 ottobre, in cui racconta le sue verità. Tra queste non vi è la rivelazione che lui è il vero Harry Potter, come sembrava dalle foto ai tempi dell'assassinio, che lui e Amanda comunque non hanno commesso, almeno per la Legge italiana. Meglio ribadirlo, perché se no arrivano le querele.


Una vicenda da film e infatti sull'omicidio di Meredith Kercher era già stato realizzato un film, e che film! Un film tv della Lifetime: Amanda Knox: Murder on Trial in Italy. Roba di alta qualità, lo so.
The Face of an Angel rilancia sullo stesso tema, questa volta con una produzione della BBC Films e un cast di primo, o se non altro di secondo livello, che comprende il crucco Daniel “Niki Lauda” Brühl, una star in discesa ma sempre sgnacchera come Kate Beckinsale e una star in fortissima ascesa come Cara Delevingne.
Non sapete ancora chi è Cara Delevingne?
Presto lo saprete, perché ve lo sto per dire io.

"Daniel, non sarai il vero Niki Lauda, però vuoi premerlo quel dannato pedale dell'acceleratore?"

"Lascia perdere, cara Cara. Pure io guido meglio di Daniel."

Cara Delevingne è una modella inglese che si è fatta conoscere sulle passerelle mondiali grazie a quel fascino strano che emana, con quelle sopracciglione ancora più folte di quelle di Lily Collins che sono a loro modo irresistibili. Inoltre è paparazzatissima per via della sua storia d'amore lesbo con la cantante indie St. Vincent. Cara poi è apparsa nei video “Ugly Boy” dei mitici Die Antwoord (quelli comparsi anche nel film Humandroid), di "Donatella" di Lady Gaga e di “Bad Blood” di Taylor Swift, è stata un Angelo di Victoria's Secret e di recente ha detto addio alle passerelle all'età di 23 anni salvo poi farsi vedere alla Fashion Week di Milano con Kate Moss, mentre intanto sui set cinematografici è sempre più richiesta. È stata la protagonista part-time di Città di carta e sarà presto nell'attesa (persino da me) pellicola fumettistica Suicide Squad e pure in Pan - Viaggio sull'isola che non c'è, più un sacco di altri lavori attualmente in lavorazione. Insomma, la stella di quest'anno e ancor di più dei prossimi è e sarà lei. Anche perché, a differenza di molte altre supermodelle bellissime ma antipatiche (qualcuno ha detto Naomi Campbell?), lei ha una faccia che fa troppa simpatia.


Dopo aver avuto una mini particina in Anna Karenina, questo in The Face of an Angel rappresenta il secondo impegno recitativo per Cara Delevingne e che parte avrà?
Scommetto che tutti voi scommettete che faccia Amanda Knox, dopo tutto un po' le assomiglia, e invece no. Questo non sarà un bel film, diciamolo subito, però è una visione che qualche sorpresa la riserva.

La prima scena non fa certo ben sperare: si va subito di stereotipi sull'Italia, con un pezzo di musica vagamente lirica e una citazione della Divina Commedia. Per il prosieguo ci dobbiamo aspettare 'O Sole mio, un omaggio a La dolce vita, gente che mangia solo pizza e un brano cantato dai tenorini de Il Volo?
No. Invece no. The Face of an Angel qualche altro luogo comune sul nostro paese lo spara, ma nemmeno troppi. Non quanti Amanda Knox: Murder on Trial in Italy, il precedente film dedicato ad Amanda Knox con protagonista Hayden Panettiere. L'altro aspetto sorprendente è che questo fondamentalmente non è un film su Amanda Knox. Al di là del fatto che i nomi sono stati cambiati e quindi Amanda Knox è diventata Jessica Fuller, mentre Raffaele Sollecito qui si chiama Carlo Elias, o del fatto che l'ambientazione è passata da Perugia a Siena, la coppia di fidanzatini che erano stati accusati dell'omicidio della studentessa Meredith Kercher (qui diventata Elizabeth Pryce) è quasi assente.

È come se il regista Michael Winterbottom e lo sceneggiatore Paul Viragh avessero voluto mandare a quel paese Amanda & Raffaele. Hanno avuto la commissione di fare un film sull'omicidio di Meredith Kercher e loro hanno cercato di fare qualcosa di totalmente differente. Le parti che convincono meno sono proprio quelle dedicate alle ricostruzioni degli eventi e del processo. Queste sono cose già note e non aggiungono molto a quanto si poteva sapere dai telegiornali.
L'aspetto più interessante di The Face of an Angel è il voler raccontare qualcosa d'altro rispetto alla Amanda Knox story. Questo non è un film su Amanda Knox, che è presente pochissimo e a sorpresa non ha la face di Cara Delevingne bensì di tale Genevieve Gaunt.


La storia è incentrata su un regista nei cui panni troviamo Daniel Brühl che deve girare un film sull'omicidio Kercher e invece si trova al centro di un viaggio esistenziale personale ispirato alla Divina Commedia di Dante. Ad accompagnarlo in questo trip nell'Inferno & Paradiso della movida notturna di Siena non c'è Virgilio, bensì ci sono una giornalista americana interpretata da Kate Beckinsale, che più che recitare figheggia come suo solito, un losco Valerio Mastandrea con un personaggio che più che ambiguo sembra solo ridicolo, e la citata Cara Delevingne.
Perché continuo a parlare di Cara Delevingne? Perché:
1) Non so se si era capito, ma mi piace.
2) È lei il vero punto di forza del film.


The Face of an Angel più che una pellicola è un pasticciaccio. È un lavoro che si rifiuta di essere una sterile ricostruzione dell'omicidio di Perugia, e ciò è un bene, ma nel suo cercare altre direzioni narrative e nel suo provare a gettare uno sguardo autoriale alla vicenda fallisce piuttosto miseramente, e ciò è un male. A salvare la baracca ci pensa allora Cara Delevingne, con la sua recitazione istintiva e spontanea, e che in più ci regala una bella scena in cui canta “Mi fido di te” di Jovanotti (proprio così!).
Dopo aver vagato per un'ora e mezza in maniera confusa e senza meta, nella parte finale The Face of an Angel riesce a suo modo a risollevarsi e ad arrivare a destinazione. E pure questa è un'altra sorpresa di un film che è tutto fuorché riuscito, ma se non altro è anche tutto fuorché prevedibile. Proprio come la Giustizia italiana.
(voto 5+/10)


Magic Mike XXL vs Showgirls

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I muscoli al vento di Magic Mike XXL contro le tette al vento di Showgirls: chi vincerà?
La risposta non è così scontata, in questa supersfida tra film di enorme impegno sociale sulla dura vita degli spogliarellisti entertainer qui su Pensieri Cannibali.

I protagonisti

Elizabeth Berkley non mi è mai piaciuta granché. Ai tempi di Bayside School, la simpatica serie tv anni '90 che l'ha resa famosa, ammesso e non concesso sia mai stata famosa, le ho sempre preferito Tiffani-Amber Thiessen. Immaginate un po' Showgirls interpretato da Tiffani-Amber Thiessen: sarebbe stato il più grande Capolavoro cinematografico di tutti i tempi.


Invece no. Hanno deciso di prendere Elizabeth Berkley e le cose sono andate un pochino diversamente. C'è comunque da dire che la Berkley in questo film si impegna un casino, sia a ballare che a scopar... pardon a fare all'ammore. Si impegna persino troppo e non riesce a cancellare la sua cagnitudine recitativa. Sempre meglio comunque di Cagning Tatum, che già non è un interprete della Madonna e in più in Magic Mike XXL non è che si sforzi nemmeno più di tanto per cercare di rendersi credibile come attore, e non solo come stripper.
And the winner is... Elizabeth Berkley

I comprimari

Joe Manganiello, il lupo mannaro steroidato di True Blood contro Kyle MacLachlan, l'attore feticcio di David Lynch, l'indimenticato Agente Dale Cooper di Twin Peaks. Questa è facile. Vince MacLachlan a occhi chiusi...
Oppure no?
Kyle MacLachlan in Showgirls ha il ruolo del bello & stronzo di turno e non se la cava nemmeno troppo male. Solo che Joe Manganiello in Magic Mike XXL è una vera rivelazione. Uscito dall'ombra ingombrante di quel gigante della recitazione di Matthew McConaughey presente nell'episodio precedente, il gigante dei muscoli Joe Manganiello è il vero mattatore del sequel della pellicola e riesce a non far rimpiangere, non troppo almeno, la mancata presenza di Dallas/McCoso. In più, ci consegna una divertentissima scena di strip sulle note di “I Want It That Way” dei Backstreet Boys la cui musica ormai, si vedano e si sentano anche il film Facciamola finita e la serie Scream Queens, è sempre più riabilitata da cinema e tv.
And the winner is... Joe Manganiello

La figa

Anche qui le cose sembrerebbero scontate. Un film che punta tutto su dei gigol... no, dei manzi da competizion... volevo dire dei tamarri palestrat... ehm, degli intrattenitori maschili come Magic Mike XXL non sembra possedere molte chance contro una pellicola intitolata Showgirls che ha per protagonista una putt... escor... pardon, una spogliarellis... pardon di nuovo, una intrattenitrice femminile. Dal canto suo Magic Mike XXL vanta però nel cast una certa Amber Heard, una delle attrici più affascinanti in circolazione.
Peccato che in questo film la neo signora Depp abbia il ruolo della fotografa hipster dal look non troppo sexy e che probabilmente non si lava troppo spesso e quindi vada a perdere la sfida contro...
Elizabeth Berkley?
Nah, Elizabeth Berkley per quanto mi riguarda in Showgirls è sexy quanto una canzone dei Coldplay, ovvero molto poco. A battere la giovane Amber Heard ci pensa allora la stagionata Gina Gershon, una delle mie sex symbol supreme degli anni '90. Una donna che, più che bella, è proprio sessuale.
And the winner is... Gina Gershon

"Un brindisi a Pensieri Cannibali... ma soprattutto a me!"

Il sesso

Magic Mike XXL e Showgirls sono due pellicole che puntano forte sul sesso. Quello che per entrambe dovrebbe essere il punto di forza, in realtà è ciò che rischia di affossarle.
Magic Mike XXL è un on the road movie divertente, una pellicola dai toni quasi esistenzialisti, a tratti, ebbene sì. Solo che nella seconda parte e soprattutto nel finale si fa prendere troppo la mano dalle scene di strip. Capisco che questo sia un film su degli spogliarellisti e quindi una sequenza o due di questo tipo, facciamo anche tre, ci possano stare, però incentrare tutta la mezz'ora finale sullo spettacolone di fine carriera dei protagonisti mi sembra un tantino troppo. Almeno per me, poi magari le donzelle che vorrebbero infilare i dollarini nelle mutande di Matt Bomer sono di un altro avviso, ecco.
In Showgirls, oltre a varie scene di nudo, ci sono un sacco di scenone di sesso. Uno a questo punto pensa: “Figata!”. Invece no. I momenti di sesso di Showgirls sono qualcosa che va oltre il pornografico e finiscono dritto nella categoria del ridicolo. Kyle MacLachlan che viene nelle mutande durante lo strip privato di Elizabeth Berkley e poi la scena in cui se la fa in piscina sono semplicemente oltre. Non possono nemmeno essere descritte. Dovete vederle con i vostri occhi. Se poi vi passerà la voglia di fare sesso per un mese o due, o magari per sempre, tranquilli, è normale.
And the winner is... Nessuno

La musica

Channing Tatum come attore non è un granché, lo sappiamo, ma come ballerino va detto che se la cava. È più snodato lui della Carla Fracci dei tempi migliori. Se avesse fatto Il cigno nero, Natalie Portman con lui come rivale avrebbe sul serio avuto del filo da torcere. Elizabeth Berkley invece, per quanto si sforzi, e pure tanto, come ballerina è decisamente tragica.
A far trionfare Magic Mike XXL in questa categoria è però soprattutto la colonna sonora. Al di là della simpatica scelta dei citati Backstreet Boys, c'è una selezione musicale accurata e che si adatta alla perfezione alle varie scene: “Closer” dei Nine Inch Nails, quella che fa “I wanna fuck you like an animal”, per una scena sadomaso calza a dir poco a pennello e gli addetti alla playlist di Cinquanta sfumature di grigio possono solo mordersi le mani (in maniera sadomaso) per non averci pensato loro. Pure il resto della soundtrack, tra pezzi dubstep e R&B come l'immancabile cavallo di battaglia (è proprio il caso di dirlo) di Magic Mike, ovvero “Pony” di Ginuwine, non è affatto malvagia. Senza dimenticare l'ottimo Matt Bomer che rispolvera la ballatona “Heaven” di Bryan Adams. Parecchio più anonime per non dire penose invece le scene e le scelte musicali di Showgirls.
And the winner is... Magic Mike XXL

I film
Magic Mike XXL
(USA 2015)
Regia: Gregory Jacobs
Sceneggiatura: Reid Carolin
Cast: Channing Tatum, Joe Manganiello, Matt Bomer, Adam Rodriguez, Kevin Nash, Amber Heard, Jada Pinkett Smith, Donald Glover, Gabriel Iglesias, Andie MacDowell, Elizabeth Banks
Genere: s-trip
Se ti piace guarda anche: Priscilla - La regina del deserto, Magic Mike, Full Monty, Pitch Perfect 2

Il film che Magic Mike XXL mi ha ricordato di più è... Priscilla - La regina del deserto. Sul serio. In apparenza, è difficile immaginare qualcuno di più distante dai protagonisti belli e muscolosi e desiderati di MMXXL dei trans sbeffeggiati di Priscilla. In realtà entrambi i gruppi sono a loro modo degli entertainer nonché dei loser vittime dei pregiudizi della gente ed entrambi partono per uno s-trip on the road che rappresenta per loro un'ultima occasione di riscatto. Magic Mike XXL in pratica è un Priscilla con meno trucco e più muscoli. Poi, va beh, il primo non riesce a raggiungere i vertici di miticosità del secondo, ma si rivela comunque un sequel più riuscito di quanto si poteva immaginare. D'altra parte, se c'è una cosa che entrambe le pellicole insegnano è proprio quella di andare oltre i pregiudizi.
(voto 6+/10)

Showgirls
(USA, Francia 1995)
Regia: Paul Verhoeven
Sceneggiatura: Joe Eszterhas
Cast: Elizabeth Berkley, Gina Gershon, Kyle MacLachlan, Glenn Plummer, Alan Rachins, Gina Ravera, William Schockley, Rena Riffel
Genere: strappone
Se ti piace guarda anche: Basic Instinct, Striptease, Il cigno nero

Come Magic Mike XXL, Showgirls è anch'esso un film vittima dei pregiudizi. Facile bollarlo come una pellicola oltre i confini del trash. D'altra parte non fa niente per evitare le critiche, anzi se le va proprio a cercare. Le scene di ballo e ancor di più quelle di sesso come detto sono ridicole, non c'è niente da fare. È obiettivamente così. Se però si cerca di andare oltre alla sua superficie super superficiale, il film di Paul Verhoeven ha anche qualcosa, o meglio qualcosina da dire.
Trionfatore assoluto ai Razzie Awards del 1995 nonché considerato dalla critica uno dei peggiori lavori cinematografici di tutti i tempi, di recente è stato pure rivalutato e c'è chi lo considera (succede ad esempio nella pellicola francese Eden) un capolavoro assoluto. Ecco, va bene che c'è persino chi come Quentin Tarantino ha riabilitato le pellicole con Lino Banfi e l'intera categoria di commedie (pseudo) sexy all'italiana, però adesso non è che si deve per forza rivalutare tutto e passare dal bollare una cosa come “merdaccia totale” al gridare al “Capolavoro totale”. Esistono anche le vie di mezzo. Non starò allora a sostenere che Showgirls sia una pellicola fenomenale, ma forse è stato preso troppo di mira. Nella sua feroce rappresentazione del mondo dello spettacolo può essere letta una critica neanche troppo velata alla spietatezza di Hollywood. Lo scontro Elizabeth Berkley vs Gina Gershon non è poi da buttare e sembra quasi un'anticipazione de Il cigno nero, solo in chiave trash, molto più trash.
Certo, Showgirls resta uno show troppo kitsch per essere vero, i dialoghi sono così tragicomici che quelli di Cinquanta sfumature di grigio al confronto sembrano scritti da Shakespeare, e il film è indubbiamente brutto. Ma è un brutto così brutto da diventare quasi bello.
(voto 5+/10)
And the winner is... Magic Mike XXL

"Battuti persino da Magic Mike XXL? Ma non è possibile!"

La sfida finale
Magic Mike XXL vs Magic Mike

Allora, è finito questo post infinito?
No. Non ancora. C'è ancora spazio per un ultimo scontro. La sfida finale.
Magic Mike XXL è un sequel inutile?
Sulla carta sì. Il primo Magic Mike aveva avuto un successo superiore alle aspettative e si era trasformato in un discreto caso mediatico. Allo stesso tempo non era comunque riuscito a diventare un cult assoluto e un seguito ad appena 3 anni di distanza, tra l'altro senza Steven Soderbergh alla regia e Matthew McConaughey nel cast, poteva apparire del tutto evitabile. In realtà, giocando la carta della pellicola on the road e puntando molto sull'umorismo, la versione XXL riesce a essere un prodotto di onesto intrattenimento, in particolare nella prima parte. Se non fosse che nel secondo tempo il film svacca parecchio, potrebbe competere con l'originale. Solo che svacca e allora il primo sottovalutato Magic Mike resta un gradino sopra.
Le due pellicole nel loro complesso riescono in ogni caso a proporre il ritratto di un gruppo di personaggi superficiali, ma meno di quanto potrebbe apparire, in una maniera non superficiale. Non troppo, almeno.
Magic Mike, oltre ai muscoli c'è di più.
Forse.
And the winner is... Magic Mike

Tema in classe: Si fotta, Prof!

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Nome e cognome: Cannibal Kid
Data: 19/10/'15
Tema in classe

Svolgimento 1, tema di attualità: Spiega in breve le cause della Terza Intifada e illustra quali sono, a tuo parere, le possibili risoluzioni al conflitto israelo-palestinese.

Svolgimento 2, tema religioso/scientifico: Dio esiste? Supporta la tua teoria con tanto di dati scientificamente provabili.

Svolgimento 3, tema letterario: Prendi il tuo pezzo preferito dal Canzoniere del Petrarca e adattalo al tuo sentire componendo un nuovo brano in chiave dubstep.

Svolgimento 4, tema cazzaro artistico: Parla dell'ultimo film che hai visto.



Svolgimento 4

Fuck You, Prof!
Sono cinque anni che sognavo di dirlo e finalmente posso. Così infatti si chiama l'ultimo film che ho visto e no, non me lo sono inventato. Esiste per davvero. Se non ci crede, vada a controllare le pellicole uscite lo scorso weekend sul sempre ben informato sito di cinema Pensieri Cannibali.
Visto? Non le sto mentendo. Fuck you, prof! per aver pensato male di me.
Fuck you, prof! quale dolce suono hanno queste tre parole. Suonano molto meglio di I love you.
Fuck you, prof! me lo faccia ripetere ancora una volta, visto che mi è consentito e ora dai, basta, facciamo i seri e parliamo di questo film molto serio.

Fuck You Prof!
(Germania 2013)
Titolo originale: Fack ju Göhte
Regia: Bora Dagtekin
Sceneggiatura: Bora Dagtekin
Cast: Elyas M'Barek, Karoline Herfurth, Katja Riemann, Alwara Höfels, Jana Pallaske, Jella Haase, Max von der Groeben
Genere: cruccata pazzesca
Se ti piace guarda anche: Bad Teacher - Una cattiva maestra, Classe di ferro, Class Enemy

Non ci sono più i crucchi di una volta. Una volta erano quelli tutti precisini e perfettini. Adesso si mettono a truccare le auto peggio che i nostri concessionari di (s)fiducia.

"Oh, io con il Diesel Gate non c'entro un cazzo!"

Non solo, sembra anche che i tedeschi abbiano comprato dei voti della Fifa per ottenere i Mondiali del 2006, quelli che poi ha vinto l'Italia...
Io non starei comunque a indagare troppo, che se no va a finire che ci annullano la vittoria.
Adesso i solitamente seriosi crucchi si sono messi pure a fare una commedia, ed è pure una commedia maledettamente divertente. Fuck You, Prof! fa ridere, parecchio e di gusto, e può essere considerato tra i film più spassosi dell'anno. Io consiglierei una gita di classe per andare al cinema a vederlo tutti insieme, prof. Se non altro si rischia di meno la vita che ad andare in gita all'Expo.

Se vogliamo andare ad analizzare il film a un livello di trama, non è certo niente di nuovo o di originale. Un delinquentello appena uscito di galera deve recuperare i soldi della rapina che aveva compiuto e che sono accidentalmente finiti tra le mura di una scuola. Un pretesto per far diventare il delinquentello il nuovo supplente di una classe di tizi che più indisciplinati non si potrebbe immaginare. Delle vere e proprie menti criminali. Come Piccola peste che incontra Don Vito Corleone che incontra Patrick Bateman. E chi meglio di un delinquentello come loro, più di loro, per metterli in riga?


Ovviamente poi c'è anche una storia d'amore. Pensava davvero non ci sarebbe stata una cazzo di storia d'amore?
Ma allora fuck you, prof! Anzi, glielo dico in italiano così il concetto le arriva più chiaro: si fotta, prof!
La prevedibilità della sottotrama romcom è comunque mitigata dalla cattiveria delle situazioni, da una serie di volgarità da far invidia a un cinepanettone a caso e da una alta dose di parolacce, quindi se anche io in questa recensione non sono stato educatissimo è solo per adattarmi allo stile del film e perciò non mi rompa il cazzo, prof!
Se poi andiamo ad osservare la pellicola da un punto di vista registico, il livello è sul medio-basso andante e ci sono un sacco di scene stile videoclip per allungare il minutaggio che si sarebbero anche potute tagliare. La colonna sonora poi non è che sia così fenomenale, d'altra parte i crucchi non è che abbiano mai avuto tutto questo gran gusto musicale e, almeno su questo, anche questa volta non si sono smentiti. Nel complesso però il film ha una freschezza notevole, superiore a molte delle commedia americane e italiane in circolazione. A funzionare molto bene sono inoltre i due promettenti protagonisti: lei, Karoline Herfurth, è la classica tipa che all'inizio fanno apparire come una sfigata solo perché ha gli occhiali. Una volta tolti, si trasforma per magia in una strafiga da cinema.

"Mi spiace, tipa, hai gli occhiali. Non mi ti farei mai."

"Hey, non hai più gli occhiali. Mi ti farei troppo!"

L'idolo del film dall'inizio alla fine è comunque il protagonista maschile, Elyas M'Barek, attore già visto anche nella serie tv Kebab for Breakfast, nel teen-politico L'onda e nell'hacker-thriller Who Am I - No System Is Safe, che fisicamente sembra un incrocio tra Luca Argentero e un giovane Adriano Celentano e che fin dal nome direi che non è proprio un tedesco ariano al 100%.
È anche e soprattutto grazie a lui e al suo personaggio, oltre che alla sua originale rilettura di Romeo + Giulietta e a una serie di riusciti comprimari come Chantal, che questa pellicola si rivela uno spasso ed è con lui che i crucchi mettono a segno un clamoroso goal sul campo delle commedie romantiche e pure vagamente esistenziali, considerando che il messaggio di fondo del film (anche se non sono bene sicuro di aver capito quale sia) è molto bello e positivo. E sono pronti a fare pure doppietta, visto che in patria è da poco uscito anche il sequel Fack ju Göhte 2, che spero arrivi presto anche dalle nostre parti.
Chi l'avrebbe detto che i tedeschi sanno far ridere e hanno pure un po' di cuore? O, almeno, così sembra. Avranno mica truccato pure questo film?
(voto 6,5/10)

Se io fossi regista... e non un blogger incapace

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C'è una cosa che ho imparato al liceo. Non sono tante, ma questa l'ho appresa dal mio prof di ginnastica, pardon di educazione fisica.
Lui diceva sempre, e la prima volta andava bene ma alla decima faceva la figura dell'arterioslerotico, che: "Chi sa fa, chi non sa fare insegna, e chi non sa insegnare insegna educazione fisica".
Diciamo che qualcosa del genere può valere anche in ambito cinematografico. Chi sa fare cinema dirige, chi non sa dirigere fa degli schifo di film come Michael Bay, e chi non sa manco fare degli schifo di film come Michael Bay ha un blog di cinema.
In quest'ultima categoria rientro io. Chissà, se fossi in grado di fare cinema, magari non scriverei di cinema. Oppure sì. D'altra parte sui Cahiers du Cinéma ci scrivevano pure François Truffaut e Jean-Luc Godard, mica i primi pirletti che passavano.

Tutta questa premessa per dire che oggi noi blogger di cinema che non sappiamo (o forse non vogliamo?) fare cinema ci siamo dedicati a un giochino particolare, a partire da un'idea di Stefano AccorsiSolaris.
L'idea è semplice da spiegare. Così semplice che preferisco rubare utilizzare le parole dello stesso Kris Kelvin del blog Solaris:

Avete mai provato a sognare quali film avreste voluto dirigere se per mestiere aveste fatto il regista? Io sì, un sacco di volte... e ho pensato che sarebbe stato carino proporvelo: che ne direste se ognuno di noi compilasse la propria playlist? E' un'idea semplice e poco impegnativa, non ci sono recensioni da scrivere ma solo classifiche dettate dalle proprie passioni, e sarebbe un modo per conoscerci meglio e svelare i nostri gusti.

Attenzione: non sto parlando dei vostri film preferiti in assoluto, ma di quelli che vi sarebbe piaciuto dirigere e che rientrerebbero nelle vostre corde se aveste la fortuna di fare questo lavoro. Ad esempio, io adoro "Il Signore degli Anelli" e "Incontri ravvicinati del terzo tipo", ma non sarei mai capace di dirigerli perché, ahimé, la mia mente non è abituata ai voli di fantasia... mentre invece preferisco altri generi, tipo i film d'inchiesta, storici, drammatici, ecc.
Se volete partecipare pure voi a questo giochino, anche se non avete per forza un blog di cinema, potete farlo sui vostri siti, pagine Facebook, Twitter, Instagram, diari personali (esistono ancora?), o dove diavolo volete. Queste sono le mie 5 scelte.

I film che avrei voluto girare
by Cannibal Kid

L'arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat

Il celebre cortometraggio dei fratelli Lumière ha segnato la Storia del Cinema. Bisogna però ammettere che è un tantinello scarno. Io avrei aggiunto un po' di trama e di personaggi in più e così avrei inventato il moderno Cinema di fiction.

Basic Instinct

Da ragazzino Basic Instinct è stato uno dei primi film che mi ha fatto venire voglia, tra le altre cose, di diventare un regista, e non un blogger cinematografico. Soprattutto per poter girare la scena dell'accavallamento di gambe di Sharon Stone.
E poi anche perché all'epoca i blog manco esistevano ancora...

The Blair Witch Project

Spunto di partenza geniale, operazione di marketing grandiosa, ma il risultato finale è parecchio scarso.
Per quanto le mie capacità cinematografiche si possano rivelare limitate, The Blair Witch Project è uno dei pochi film di cui sono sicuro al 100% che non avrei potuto fare peggio rispetto ai registi originali.
E poi non mi sarebbe spiaciuto per niente guadagnare $250 milioni con un lavoro dal budget di appena $22.500.

Birdman

L'idea di girare un film tutto senza stacchi in piano-sequenza l'avevo avuta fin da bambino. A rubarmela sono arrivati prima Aleksandr Sokurov con Arca Russa e Alejandro González Iñárritu con Birdman poi. Il primo è un'opera sulla Storia russa che non avrei voluto dirigere manco sotto tortura, mentre il secondo è un trip mentale-esistenziale all'interno della vita di un attore ex famoso a cui avrei lavorato volentieri. Per quanto il risultato nelle mie mani avrebbe rischiato di essere “leggermente” inferiore rispetto a quanto fatto dal premio Oscar Iñárritu.


Devo anche stare a spiegare perché avrei voluto girarlo io?

Riturbo al futuro

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Turbo Kid
(Canada, Nuova Zelanda, USA 2015)
Regia: François Simard, Anouk Whissell, Yoann-Karl Whissell
Sceneggiatura: François Simard, Anouk Whissell, Yoann-Karl Whissell
Cast: Munro Chambers, Laurence Leboeuf, Michael Ironside, Edwin Wright, Aaron Jeffery, Edwin Wright, Romano Orzari
Genere: retrofuturistico
Se ti piace guarda anche: Kung Fury, Donnie Darko, Drive, Mad Max, Ritorno al futuro

Bella raga, benvenuti a una nuova puntata di Deejay Television che si preannuncia davvero entusiasmante. Cos'abbiamo in serbo per voi, amici paninari?
Un menù più ricco di quello del Burghy, ecco cosa. Quindi allacciatevi le cinture, o se non le avete allacciatevi i bomber, che si parte.
Tra poco trasmetteremo in anteprima mondiale il nuovo video di Madonna, che abbiamo in esclusiva prima di quelli di Mtv e persino di quelli di Videomusic, pensate un po'. Quindi andremo a scambiare quattro chiacchiere con il collega Jovanotti, fresco reduce dal suo ultimo grande successo: “La mia moto”. Dopodiché andremo a parlare un po' anche di attualità, ma niente di noioso tranqui, con i nostri inviati live from Germany che ci porteranno a spasso per Berlino dopo la caduta del Muro.
Prima però cominciamo a parlarvi di un film: Turbo Kid. Vai col video!



Turbo Kid è una pellicola ambientata nel futuro, nel lontano 1997. Come pensate che sia, il 1997?
Ci saranno già le macchine volanti come immaginato da Ritorno al futuro - Parte II? Io spero di sì. O mi auguro almeno che ci siano gli skate volanti. In Turbo Kid il protagonista invece va ancora in BMX. Non a caso il film è stato definito un “Mad Max sulle BMX”. Definizione che lascia un po' il tempo che trova, visto che qui non è che ci siano troppi inseguimenti o corse. Anche perché sai che fatica fare inseguimenti pedalando sulla BMX?

"Beh, che avete da guardare? Mai visto uno su una BMX?"

In comune con Mad Max comunque c'è l'ambientazione post-apocalittica e il futuro immaginato da Turbo Kid è davvero deprimente. Altroché Ritorno al futuro 2. Le persone vivono in povertà, sono sottomesse a una specie di tiranno locale di nome Zeus, nei cui panni troviamo il cattivissimo Michael Ironside, proprio quello di Top Gun.


I personaggi del film si muovono in un mondo in cui tutti si scannano per avere un goccio d'acqua. Io lo dico sempre: l'acqua è preziosa, raga, non sprecatela. Bevete birra!
O se no Coca-Cola, il nostro sponsor. Oh yeah, enjoy Coke, guys!


Il protagonista di Turbo Kid è un ragazzino un po' sfigatello, assomiglia a Sean Astin dei Goonies, ma in realtà proprio come lui rivela una grande forza interiore.


Oltre che sfigatello è pure un orfanello e a interrompere la sua solitudine ci pensa una ragazzetta bionda parecchio stramba, ma alquanto idolesca nella sua stramberia.


Inoltre il nostro protagonista sfigatello incontra pure un tipo cazzutissimo che pare la copia sputata di Indiana Jones.


Questo particolare trio si metterà contro il cattivone Zeus/Michael Ironside per salvare il mondo, ma più che altro per salvare loro stessi. V'è venuta voglia di andarlo a vedere?
Dai, non aspettate che esca il VHS. Correte subito nei cinema! Da questo weekend, in tutte le migliori sale.
E adesso, in attesa del nuovo fenomeno musicale del momento Jovanotti, guardiamoci insieme in anteprima mondiale, o se non altro italiana, o perlomeno piemontese, l'ultimissimo video di Madonna: “Like a Prayer”. Check it out!
(voto 6,5/10)

Nei cinema oscuri

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Questa settimana arrivano un sacco di film e incredibilmente anche un sacco di filmoni.
O potenziali filmoni.
Ecco tutto quello che esce nelle sale italiane (c'è anche Viva la sposa di Ascanio Celestini, ma ne avevamo appena parlato un paio di settimane fa e poi chissene), con tanto di commenti miei e di quelli di Mr. Ford del bloggaccio WhiteRussian. E se quelli di quest'ultimo non li leggete, io non mi offendo di certo.

Crimson Peak
"Fatemi fare luce nelle tenebre fordiane."


Cannibal dice: Grande, grandissima incognita della settimana. Mr. Ford non ne capisce nulla di cinema?
No, quella è una certezza di tutte le settimane. L'incognità è rappresentata da Crimson Peak, nuovo horror gotico di Guillermo Del Toro, regista che ho sempre considerato sopravvalutatissimo. Dopo il pessimo Pacific Rim avrà tirato fuori qualcosa di se non altro guardabile?
L'ottimo cast formato da Jessica Chastain, Mia Wasikowska, Charlie Hunnam e Tom Hiddleston suggerisce di sì.
Ford dice: incognita totale.
Del Toro mi è sempre piaciuto, che si parli dei più che discreti Hellboy o dell'ottimo Il labirinto del fauno.
Pacific Rim, dal canto suo, si è rivelato una mezza delusione, dunque i dubbi a proposito di questo titolo - che, a giudicare dal trailer, se non fosse stato firmato dal buon Guillermo non avrei neppure preso in considerazione, avrei bellamente saltato - sono molti.
Speriamo possano essere fugati e soprattutto mettere a tacere Cannibal Kid, che quest'anno è tornato ai minimi storici per quanto riguarda il gusto cinematografico.

The Walk
"Questa è una cosa che potrebbe fare anche Cannibal Kid.
Se solo non soffrisse leggerissimamente di vertigini..."

Cannibal dice: Sarò sempre grato a Robert Zemeckis per averci regalato uno dei film più mitici di sempre, Ritorno al futuro, ma un po' mi starà sempre sulle balle per averci anche offerto una delle pellicole più paracule di sempre, Forrest Gump. Questo nuovo The Walk che parla del funambolo Philippe Petit interpretato dalla garanzia Joseph Gordon-Levitt cammina, proprio come il suo protagonista, in bilico tra grande film e grande ruffianata.
Sempre meglio di Ford, comunque, le cui visioni oscillano per lo più tra porcherie action e porcherie finto autoriali.
Ford dice: Zemeckis merita sempre e comunque un certo rispetto, non fosse altro che per aver creato Ritorno al futuro. Eppure continuo a pensare che, piuttosto che lanciarsi in una visione di questo tipo, sia meglio recuperare l'ottimo documentario Across a wire legato alla reale vicenda di Philippe Petit.

Dheepan - Una nuova vita
"Quest'anno voglio un altro Cannibal Award!
Di 'sta palmetta non so che farmene..."

Cannibal dice: Il precedente lavoro del regista francese Jacques Audiard si era aggiudicato addirittura il prestigiosissimo titolo di film dell'anno di Pensieri Cannibali nel 2012. Attendo quindi con grande curiosità questo suo nuovo Dheepan, per altro vincitore della Palma d'Oro all'ultimo Festival di Cannes, che sarà un riconoscimento meno importante del Cannibal Award, me ne rendo conto, ma comunque non è proprio da buttar via. Non è mica un Ford Award.
Ford dice: al contrario di Peppa Kid, Audiard non sbaglia un colpo. Dunque, nonostante la Palma d'oro ricevuta all'ultimo Cannes, questo Dheepan finisce per risultare a man bassa il film da seguire della settimana.
Un po' come White Russian, che per gli intenditori di Cinema è da seguire decisamente più del suo blog antagonista Pensieri Cannibali.

Dark Places - Nei luoghi oscuri
"Pronto? Agenti, sono a casa di Ford, venitemi a salvare.
No, non sta cercando di violentarmi. Peggio: mi ha proposto una maratona di film action!"

Cannibal dice: Nei luoghi oscuri mi capita di farci una visita al giorno.
No, non mi riferisco al bagno quando vado a fare la cacca, ma a WhiteRussian...
Che poi è un po' un'esperienza molto simile uahahah.
Sono già stato anche nei luoghi oscuri di questo thriller con Charlize Theron tratto da un romanzo di Gillian Flynn, l'autrice di L'amore bugiardo - Gone Girl, quindi nei prossimi giorni toccherà visitarli anche a voi, grazie alla mia recensione del film.
Ford dice: i miei luoghi oscuri preferisco non stuzzicarli, mentre adoro stuzzicare il Cannibale e spero vivamente che questo film possa dividerci come si conviene e segnare un altro punto a favore della rivalità più accesa del web cinefilo, che nel corso di questo duemilaquindici ha conosciuto una vera e propria seconda primavera.

Io che amo solo te
"Laura, vuoi subito avere 2 figli?
Dammi tempo, siamo mica i Ford!"

Cannibal dice: Commedia romantica con Riccardo Scamarcio e Laura Chiatti che cerca di risollevare gli incassi di un cinema italiano commerciale sempre più in crisi, reduce pure dal flop del recente Poli opposti. Questo film andrà meglio ma, soprattutto, ce ne frega qualcosa?
Io spero vada bene, perché ho già il sequel pronto: Io che odio solo te, con me e Ford.
Ford dice: a parte il sequel Io odio solo te, con me e Cannibal, credo che a nessuno sano di mente possa interessare questa roba.

Game Therapy
"Noi sì che siamo delle web celebrities. Altroché Ford e Cannibal!"
"Hey, tu: come hai detto che ti chiami?"
"Favij."
"Chiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii???"

Cannibal dice: Pellicola italiana dedicata al mondo dei videogiochi con protagonisti due star del web. Cannibal Kid e Mr. Ford?
Purtroppo no. Si tratta di Favij e Clapis. Devo ammettere di non conoscerli ma, da questo trailer che puzza di amatorialità lontana un miglio, direi che sono tutto fuorché degli attori. A questo punto un film con me e Ford potrebbe davvero uscire meglio. Se non altro ci sarebbe un maggiore spargimento di sangue.
Ford dice: ho visto il trailer di questa porcheria. E mi sono profondamente pentito.
Figurarsi cosa accadrebbe con l'intero film.

Sei tutto quello che voglio
Sei tutto quello che voglio, il film scritto da Mr. Ford...
pensando a Cannibal Kid.

Cannibal dice: A proposito di film amatoriali italiani... eccone un altro. E due pellicole del genere nella stessa settimana sono come due post di WhiteRussian nello stesso giorno: un evento tragico presagio di un'imminente Apocalisse.
Ford dice: tutto quello che voglio è un mondo libero dal pessimo Cinema italiano. E da Pensieri Cannibali.

Ed Sheeran - Jumpers for Goalposts
Mr. Ford cerca di farsi largo, senza successo, tra le groupie di Ed Sheeran.

Cannibal dice: Cinedocumentario dedicato al rosso Ed Sheeran, cantautorino che non mi dispiace nemmeno troppo, non fosse che ogni volta che lo ascolto mi fa venire sonno. Proprio come i cantautorini tanto amati da Ford.
Ford dice: Ed Sheeran mi sta simpatico. Ma non abbastanza da schiaffarmi un intero documentario sulla sua vita.
Cannibal, invece, potrebbe essere un ottimo soggetto per un documentario girato dal sottoscritto e dedicato al mondo del wrestling lottato. Come vittima sacrificale.

The Wolfpack
"Acconciati così, più che il Wolfpack sembriamo il Fordpack."

Cannibal dice: Documentario che racconta una singolare storia un po' alla Kynodontas, solo che a quanto pare è successa per davvero. Non fosse che il documentario è un genere troppo fordiano per i miei gusti, quasi quasi gli darei una possibilità.
Ford dice: se non fosse che, probabilmente, questo documentario finirà per essere introvabile sia in rete che in sala, una visione l'avrei concessa anche volentieri.

La bugia bianca
"Dire che WhiteRussian è un bel sito non è una bugia bianca.
E' una balla colossale!"

Cannibal dice: Pellicola che ritorna sul tema della guerra nell'ex Jugoslavia. Una white lie seriosa e impegnata che lascio volentieri alla visione del serioso e (pseudo) impegnato WhiteRussian.
Ford dice: non potrei mai mentire a proposito del mio antagonista Cannibal Kid. Di Cinema non capisce davvero un cazzo di niente. Ahahahahahah!

San The Rock

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San Andreas
(USA, Australia, Canada 2015)
Regia: Brad Peyton
Sceneggiatura: Carlton Cuse
Cast: Dwayne Johnson, Alexandra Daddario, Carla Gugino, Ioan Gruffudd, Hugo Johnstone-Burt, Art Parkinson, Paul Giamatti, Archie Panjabi, Kylie Minogue, Colton Haynes
Genere: terremotato
Se ti piace guarda anche: Sharknado, The Day After Tomorrow, Deep Impact


C'è un terremoto in arrivo dalle vostre parti?
Anzi, c'è uno sciame sismico senza precedenti nella Storia dell'umanità in arrivo dalle vostre parti?
Volete essere salvati, rigorosamente all'ultimo istante?
E allora dite una preghiera.
A chi?
A The Rock, ovvio.



Padre nostro ma più che altro di Alexandra Daddario
che sei nei cieli di Hollywood con il tuo elicottero
sia santificato il tuo nome The Rock, o se preferisci Dwayne Johnson, oppure ti va bene essere chiamato daddy?
venga il tuo regno nel cinema trash catastrofico (in tutti i sensi) inverosimile che al confronto la saga di Sharknadoè neorealismo puro
sia fatta la tua volontà, altrimenti sono botte
come in cielo, dove con il tuo elicottero voli a salvare tutti quelli che ne hanno bisogno, persino le ragazzine che ascoltano Taylor Swift


così in terra, dove riesci a mettere in salvo decine di persone indicando loro quali sono i posti in cui ripararsi durante un terremoto di magnitudo 9.6, dimostrando così che sei pure intelligente e non il classico tipo tutto muscoli e niente cervello. Certo, come no?
Dacci oggi il nostro pane quotidiano e fai anche un Crispy McBacon menù large, grazie
e rimetti a noi i nostri debiti, e già che ci sei concedici anche un mutuo
come noi li rimettiamo ai nostri debitori, tranne ai cattivoni egoisti come l'odioso Ioan Gruffudd che lascia Alexandra Daddario a morire, dico: “Ma si può?”
e non ci indurre in tentazione, anche se non rimanere indotti in tentazione da quel ben di Dio delle placche tettoniche di Alexandra Daddario non è mica facile, e scusa se ho nominato il nome di Dio invano, ma quando ci vuole, ci vuole
ma liberaci dal male, così come dai terremoti e soprattutto dai tuoi filmacci sui terremoti.
Amen.
(voto 4/10)


P.S. Avevo deciso di scrivere la mia preghierina già dopo la prima scena, quando San The Rock compie il primo miracoloso salvataggio. A fine pellicola poi arriva pure un gruppetto di persone che intona proprio il Padre nostro. Se non è un segno divino questo...

"Alexandra, sarò anche tuo padre, però fammi dare una sbirciatina!"

'71: Odissea nell'Irlanda

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'71
(UK 2014)
Regia: Yann Demange
Sceneggiatura: Gregory Burke
Cast: Jack O'Connell, Sam Reid, Sean Harris, Charlie Murphy, Paul Popplewell, Adam Nagaitis, Barry Keoghan, Martin McCann
Genere: surviwar
Se ti piace guarda anche: Eden Lake, Unbroken

'71 è l'horror survival dell'anno.
Ma come, non è un film di guerra?
No, non proprio e per fortuna. Io infatti le pellicole belliche, salvo qualche splendida eccezione come Apocalypse Now o La sottile linea rossa, non le reggo più di tanto e questa è una cosa che credo di aver raccontato parecchie volte. Come i vecchi che ripetono sempre le stesse storie. Storie di guerra, in genere.
Ho quindi patito parecchio la prima ventina di minuti di questa pellicola, che preannunciavano un classico film sulla vita militare e sull'addestramento. Non un addestramento fico (almeno da vedere) come quello di Full Metal Jacket o del recente The Fighters - Addestramento di vita, solo un addestramento palloso. Sono stato coraggiosamente in trincea, resistendo ai bombardamenti di questo inizio non proprio esaltante e ho fatto bene, perché il film presto cambia pelle. Subito dopo veniamo scaraventati in mezzo alle strade della Belfast indovinate un po' di che anno?
Esatto: il 1971. Lo scenario è quello del conflitto nordirlandese anche noto come The Troubles, che ha visto contrapposti cattolici contro protestanti, IRA contro governo inglese, tutti contro tutti e chi non è molto familiare con questi scenari, e io non lo sono, dalla visione di questa pellicola non è che ne uscirà capendoci molto di più.


'71 non punta granché a spiegare le ragioni di un tale conflitto, quanto piuttosto la sua insensatezza, che è poi l'insensatezza di tutte le guerre. Il protagonista è un soldato dell'esercito inglese che non sa manco se è cattolico o protestante. Lui fa parte dell'esercito e basta. Esegue gli ordini. Perché?
Boh. Possiamo immaginare lo faccia per soldi, oppure per un qualche misterioso senso del dovere, ma le sue motivazioni personali non sono molto approfondite all'interno del film. Nonostante il lavoro non scavi a fondo a livello storico o psicologico, ci troviamo di fronte a una visione estremamente potente. '71 come detto assume toni quasi da survival horror, o se preferite da surviwar, in cui il protagonista è ricercato da tutti e deve cercare di sopravvivere in una Belfast devastata dagli attentati e segnata da profondi conflitti sociali. E, credetemi, sopravvivere in Irlanda non è facile. Io sono stato un sabato sera a Dublino una manciata di anni fa e sembrava di stare in guerra. Figuriamoci nella Belfast del 1971.

"Eppure a me sembra una città così tranquilla..."

"...ok, come non detto!"

A reggere bene in questo scenario mica da ridere è l'interprete principale Jack O'Connell. Nonostante la sua performance sia parecchio valida, ho comunque come l'impressione che il ragazzo possa dare ancora di più. Nella serie tv Skins ha mostrato un potenziale maggiore rispetto a quanto fatto finora su grande schermo in pellicole come questa o il pessimo Unbroken firmato da Angelina Jolie, quindi il ragazzo può ulteriormente crescere.


Il grande pregio della pellicola, ancor più che in Jack O'Connell, sta allora nella regia spettacolare di Yann Demange, esordiente al cinema dopo qualche esperienza in serie tv britanniche come Dead Set. Il promettente regista francese riesce a mescolare tensione da film dell'orrore con adrenalina action, realizzando un paio di scene di inseguimento tra le più emozionanti degli ultimi tempi, e lo dice uno che odia gli inseguimenti quasi quanto i film bellici. A questo punto Demange dovrà stare attento alle lusinghe dei produttori di Hollywood, che probabilmente vorranno abbordarlo per dirigere qualche pellicolaccia action e/o ricca di effetti speciali. Se eviterà le trappole dei blockbusteroni, Yann Demange in futuro potrà regalarci qualcosa di grandioso, soprattutto se verrà supportato da una sceneggiatura di maggiore spessore rispetto a quella esilina di questo '71. Il regista è destinato a far esplodere una vera e propria bomba, ma per adesso possiamo accontentarci di questo esordio che è già un discreto petardo.
BOOM!
(voto 6,5/10)


Suburra - Ma fija de 'na miggnotta Capitale

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Suburra
(Roma 2015)
Regia: Stefano Sollima
Sceneggiatura: Sandro Petraglia, Stefano Rulli, Giancarlo De Cataldo, Carlo Bonini
Tratto dal roma-nzo: Suburra di Carlo Bonini e Giancarlo De Cataldo
Cast: Pierfrancesco Favino, Elio Germano, Claudio Amendola, Alessandro Borghi, Giulia Elettra Gorietti, Greta Scarano, Antonello Fassari, Adamo Dionisi, Jean-Hugues Anglade
Genere: romano de Roma
Se ti piace guarda anche: Gomorra - La serie, 1992, La grande bellezza

Aò, 'a stronzi!
'A bbrutti fiji de 'na miggnotta!
Lo so che avete fatto. Avete visto Suburra, ma nù l'avete vvisto ar cine. L'avete visto a scrocco senza pagà sur l'Internette ed è 'na cosa che nù se fa'. Manco li Casamonica lo farebbero. Dovete sostenere er cine itajano. Er cine finanziato dà reggione Lazio. Basta che nù siate da' Lazio.
Mejo 'n fijo che guarda I Cesaroni, che 'n fijo da' Lazio!
E a proposito de Cesaroni, ma che l'avete visto Amendola, porcoddue?


"Prova incóra a dì che I Cesaroni fan cagà e te manno li zingari, te manno!"

In Suburra Amendola sembra quasi 'n attore. 'N attorone davéro, nù ve sto a cojonà. Er sù personagggio poi pare 'n incrocio tra Buzzi e Carminati e lo dico come 'n compriménto, visto che come cattivone ce sta alla granne, ce sta. Er bello der filme è che pure 'n fijo de 'na miggnotta come a lui c'ha 'n lato umano. Pure lui c'ha 'na mammà che glie vole tanto bè.
Pierfrancesco Favino poi pare er Pupone der cine. Anvedi 'sto qua, 'tacci sua, ce fa dimenticà co''na 'nterpretazione della Madonna le su parti demmerda ne' filme 'mericani come quelo co li morti de fame viventi cor Brad Pitte.


E a proposito della Madonna, ce sta pure er Papa. No er Papa de adesso. Er Paparatzo ce sta. Quello che s'è dimesso come Marino. In 'sto filme però nù ce sta Marino, pe' via che è 'mbientato ner passato, ner 2011, e già 'na vorta Roma stava piazzà demmerda. Se stava mejo quanno se stava pejo, ma co' Alemagno cor cazzo che se stava mejo.
Ce sta poi puranche Elio Germano, però lui che era bravo già se sapeva.

E ce stanno pure li Rom de Roma, li mortacci loro.


E ce sta puranche la fregna. Anzi, le fregne. Una è pròpio 'na patonzona: Giulia Elettra Gorietti, che già solo dar nome me fa venì er durello. Er su' probblema è che è troppo vulva e quindi me sa che glie daranno sempre le parti da' miggnottona d'alto bordo o ar massimo da' Velina miggnottina in quarche poracciata de fiction.


L'artra meno fregna ma comunque bona come la matriciana è Greta Scarano. In 'sto filme è 'n po''na tossica demmerda, però er ras de Olbia, er Numero 8 (er bravo Alessandro Borghi), se la bumba lo medémo mentre se fa de bamba. 'sta Greta Scarano comunque è 'na granne. Nù ve dico che sta a fa', ve dico solo che è 'na granne ai livelli de' Cesare o der Bernabucci.


Granne cusì come la colonna sonora 'ndo ce stanno tutti pezzi degli M83, che nù so''n gruppo de Roma, so' de fiji de 'na miggnotta francesi, ma mortacci loro se so' bravi. Mejo pure der Venditti o der Califano. Er regista Stefano Sollima, che qua se dimostra fórze pure mejo che in Romanzo Criminale - La serie e Gomorra - La serie, nù l'ha mica scelti accaso. Er loro “Hurry Up, We're Dreaming” è stato 'no de' disconi der 2011, quinni quale sòno mejo der loro per 'n film ambientato ner 2011? La loro musica synth-pop-rock fa mórto anni '80 e mórto Drive e defatti Sollima pare er Nicolas Winding Refn de 'noantri e 'sti cazzi. Che volete de più da lui, er sangue?
Nù date retta ai tanti criticoni itajani e puranche de Roma cui nù è piaciuto. 'sta manica de stronzi! Me sa che se nù gliè annato a genio è perché nù è er classico filme de sinistra o de destra e nù sta manco ar centro. E nù è nemmeno 'na robba che guarda ar passato, ar cine de 'na vorta. E nù è manco 'na ricostruzione da servìzzio der tiggì de Mentana de Mafia Capitale, così come 1992 nù era 'na ricostruzione documentaristica de Tangentopoli. È 'n filme apolitico antipolitico apocalittico co' controcojoni de livello internazionale e allo stesso tempo co' li piedi ben piantati ner locale che ce mostra 'na Roma da paura in 'n lavoro girato da paura. Come La granne bellezza, mejo de La granne bellezza.
Suburra è 'n filme così fregno che m'ha fatto sburrà, quinni per Stefano Sollima hip hip urrà!
(voto 8/10)

Dark Places - Nei posticini oscuri di Charlize Theron

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Dark Places - Nei luoghi oscuri
(USA, UK, Francia 2015)
Titolo originale: Dark Places
Regia: Gilles Paquet-Brenner
Sceneggiatura: Gilles Paquet-Brenner
Tratto dal romanzo: Nei luoghi oscuri di Gillian Flynn
Cast: Charlize Theron, Nicholas Hoult, Christina Hendricks, Tye Sheridan, Chloë Grace Moretz, Sean Bridgers, Corey Stoll, Drea de Matteo
Genere: dark
Se ti piace guarda anche: Devil's Knot - Fino a prova contraria, Rectify, Cold Case

Signora Gillian Flynn, lei è condannata. Condannata a saper scrivere dei buoni thriller. Lo dico senza manco aver mai letto una pagina dei suoi lavori. Mi è bastato vedere L'amore bugiardo - Gone Girl per capirlo e con Dark Places ne ho avuto la conferma. Dark Places quindi è un nuovo giallo della Madonna?
No. Poteva tranquillamente esserlo se sulla sedia da regista si fosse seduto di nuovo David Fincher, o un nome analogo. Ammesso e non concesso siano in circolazione nomi analoghi a David Fincher e ne dubito. Forse giusto Brian De Palma oggi come oggi può essere considerato un thrilleraro degno del confronto. Di certo non lo è Gilles Paquet-Brenner, l'autore francese di questa trasposizione cinematografica che aveva già girato il valido La chiave di Sara e il ridicolo Walled In - Murata viva e che qui dirige in maniera anonima, una volta si sarebbe detto “televisiva” in senso dispregiativo, ma al giorno d'oggi risulterebbe semmai un complimento.


Se a livello registico Dark Places non lascia il segno, allora perché accuso comunque lei, Signora Gillian Flynn, di essere una grande autrice thriller?
Perché la storia da lei imbastita è anche in questo caso molto ben imbastita, cattura l'attenzione fin dal primo istante, presenta diversi colpi di scene e svolte non del tutto prevedibili e riesce a creare un nuovo caso parecchio accattivante. Non tanto quanto la vicenda di L'amore bugiardo, ma insomma, comunque non è male. A peccare nell'intreccio narrativo è giusto la parte finale, che diventa troppo assurda e inverosimile.

ATTENZIONE SPOILER
Nella stessa sera, nella stessa casa, avvengono tre omicidi per mano di due assassini differenti, che entrano in azione per motivi del tutto indipendenti e separati. Ma che razza di congiunzione astrale di sfiga dev'esserci perché si verifichi una cosa del genere?
Ed è possibile che, in mezzo ai due colpevoli litiganti, venga messa in prigione una terza persona innocente, solo perché si tratta di un metallaro satanista?

...Beh, a pensarci bene quest'ultima cosa è già più probabile.
FINE SPOILER

Gillian Flynn, nel finale lei ha esagerato con la voglia di stupire e di tirare fuori la “shyamalanata” a ogni costo, ma tutto sommato ha realizzato una bella storia thriller. Un “cold case” in cui si alternano il 1985, anno in cui una donna e le sue due figlie sono state massacrate in maniera misteriosa, e il presente, in cui vediamo l'unica figlia sopravvissuta ripercorrere il caso e cercare di capire se il colpevole è davvero suo fratello, come ha sempre creduto, oppure no.
Nella parte della survivor troviamo Charlize Theron, alle prese con un'interpretazione non del tutto convincente e alle prese di nuovo con Nicholas Hoult, qui in versione psyco nerd e poi ritrovato in versione psyco albino in Mad Max: Fury Road.


Se all'inizio l'aspetto più interessante della pellicola è vedere come è cresciuta una reduce di un fatto di cronaca nera tanto inquietante, nella seconda parte questo aspetto perde un po' di fascino e le attenzioni si concentrano soprattutto sul passato, sul vedere cos'è successo tra il ragazzino metallaro Tye Sheridan, quello di Mud e The Tree of Life, e una Chloë Grace Moretz parecchio calata nella parte della rebel girl.


Nonostante l'alternarsi tra due piani temporali, la vicenda prosegue in maniera fin troppo lineare e la parte conclusiva scivola un po' troppo nei territori dello “spiegone”. Rispetto alla cattiveria di L'amore bugiardo, in Dark Places si preferisce invece terminare su sentieri meno dark e più positivi. Con una dose maggiore di bastardaggine e soprattutto con un grande regista dietro la macchina da presa ne sarebbe potuta uscire una pellicola parecchio più tesa e convincente. Così è uscito un film riuscito solo a metà, ma in cui si nota in maniera chiara che lei, cara Gillian Flynn, ha un talento innato per il thriller. E per questo la condanno a scrivere almeno un'altra decina di gialli su questo livello. O anche meglio.
(voto 6+/10)

Cannibal Music - I dischi di ottobre 2015

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Questo mese sono arrivati un sacco di album e per altro quelli di cui sono riuscito a parlare sono solo una piccola parte dei lavori usciti sugli scaffali fisici e virtuali dei negozi. Non perdiamo quindi altro tempo in intro inutili e passiamo ad ascoltarli.

Disclosure “Caracal”

Dopo il successo del disco d'esordio i Disclosure si trovavano di fronte a un bivio: diventare i nuovi Chemical Brothers, e magari addirittura i nuovi Daft Punk, oppure diventare il sottofondo musicale ideale per un aperitivo fighetto.
Il nuovo album ci dice che hanno scelto la seconda opzione. Scelto, oppure è solo che manca loro il talento dei nomi citati, chissà?
“Caracal” non è nemmeno un brutto disco, nient'affatto, soprattutto per merito di ospiti vocali come Lorde e The Weeknd, e di pezzi quasi tutti piacevoli e prodotti alla grande. È solo che nei momenti migliori suona come una spenta replica del disco di debutto, mentre nei momenti peggiori suona come un remix di Mario Biondi. E non è una bella cosa. Inoltre, suona tutto come una collezione di singoli fatta apposta per le radio, anziché un album vero e proprio. Insomma, potevano osare di più.
Di...sclosure?
No, di...ludendo.
(voto 6-/10)



New Order “Music Complete”
Ritorno al futuro, o meglio al passato. C'è chi lo fa con stile e chi non tanto. Alla seconda categoria appartengono i Duran Duran, tornati sulle scene con un nuovo disco che non rende onore alle belle poppate (o se preferite canzoni-pop) che ci avevano regalato negli 80s. Temevo che un destino del genere sarebbe capitato anche ai New Order e invece per fortuna non è successo. Il gruppo nato dalle ceneri dei Joy Division che ha fatto la storia dell'electro-pop anni '80 ha realizzato un nuovo album che non farà gridare al miracolo, ma comunque un po' sì, visto che c'è del miracoloso nel riuscire a bilanciare sonorità del passato con un'attitudine moderna, senza suonare jurassici da una parte o finti ggiovani dall'altra. Dimenticando il poco memorabile “Waiting for the Sirens' Call” del 2005, i New Order riprendono il discorso interrotto con “Get Ready” del 2001, che a mio parere rimane comunque un gradino sopra, e dimostrano di avere ancora qualcosina da dire. Mission: complete.
(voto 7/10)



CHVRCHES “Every Open Eye”

Il disco d'esordio dei CHVRCHES (occhio che se non lo scrivete tutto maiuscolo si incazzano) è stato una bella botta di vita, soprattutto per il genere electro-pop di cui i sopra citati New Order sono, e restano, paladini. Le aspettative per la loro opera seconda erano quindi parecchio altine. Per fare un paragone montanaro, se il nuovo disco di Adele è l'Everest, il nuovo dei CHVRCHES è il più modesto ma comunque rispettabile Monte Bianco. Una volta scalato, è difficile dire se le aspettative siano state rispettate. L'aria che si respira in cima è ottima, una manciata di canzoni come “Leave a Trace”, “Playing Dead” e “Bury It” toccano vertici di bellezza purissima, eppure c'è la sensazione che manchi ancora qualcosa per completare l'avventura della loro vita. Per ora bene, quindi, ma per la prossima volta pretendo l'Everest. O almeno il K2.
(voto 7+/10)



Negramaro “La rivoluzione sta arrivando”
Attenta. Stai attenta. Che ad ascoltare la voce di Giuliano Sangiorgi dei Negramaro a un volume troppo elevato rischi di perdere l'udito.
La rivoluzione sta arrivando, proclamano i Negramaro, e hanno ragione. Da qualche parte, nel mondo, la rivoluzione sta arrivando. Di certo però non dalle parti del loro disco, che di rivoluzionario non ha niente. “La rivolzuone sta arrivando” rappresenta semmai un ritorno alle origini, per la band pugliese, quelle dei primi 2 validi album. Dimenticate le fallimentari contaminazioni dubstep/electro tentate con il precedente lavoro, i Negramaro puntano qui su canzoni pop-rock essenziali e dirette. Non sarebbero nemmeno troppo male, se solo non ci fosse un piccolo, fastidiosissimo dettaglio: la voce di Giuliano. Una volta mi piaceva anche, e non chiedetemi come sia possibile, ma adesso faccio davvero fatica ad ascoltarlo. Non senza che mi venga voglia di picchiare fortissimo la testa contro il muro, almeno. Oppure senza che mi venga voglia di andare ad ascoltare una compilation di gente che passa le unghie su una lavagna, che al confronto è ancora un suono soave. La voce di Giuliano Sangiorgi dovrebbe essere considerata inquinamento acustico e credo che in alcune regioni stiano cercando di metterla al bando.
È un peccato. Un peccato non che si stia cercando di bandirla. È un peccato che questa voce rovini un album che cantato da una persona normale potrebbe anche essere discreto. Chissà?
Tra un gorgheeeeeeggioooooooooooooo, un vooooooooooooocaliiiiizzzooooooo e un virtuoooooooosismooooooooo voooooooooooocaaale di Giuuuuuuuuuuuuliaaaaaaaaaaaaaaanooooooooo a questo punto temo non lo scopriremo mai.
(voto 5-/10)



Ministri “Cultura generale”
Io e la musica italiana non andiamo molto d'accordo. Ho detto che mi fa schifo?
No, non l'ho detto. Magari l'ho solo pensato. Ogni anno comunque riesco a scovare, soprattutto nella scena indie, qualche dischetto nostrano interessante. In questo 2015 che sta già volgendo al termine non era ancora capitato. Persino artisti che in passato ho apprezzato parecchio come Verdena, Colapesce o Iosonouncane quest'anno mi hanno deluso parecchio. I Ministri no. In passato mi erano solo piaciucchiati, adesso invece con questo nuovo cazzuto album “Cultura generale” mi hanno convinto di più e con un paio di pezzi persino esaltato di brutto: “Cronometrare la polvere” e “Idioti”... quest'ultima forse perché mi chiama in causa in prima persona?
(voto 6,5/10)



BØRNS “Dopamine”
Rivelazione assoluta. Garrett Borns in arte BØRNS è un nuovo cantautore indie-rock statunitense, con un album d'esordio prodotto da gente che ha lavorato con Lana Del Rey e Kanye West, che ho scoperto così per caso, soprattutto per il fascino cinematografico della copertina.


La sua è una musica sognante e accattivante, un po' retrò e allo stesso tempo attuale. Più che da discuterne, comunque, c'è da ascoltarlo. Se poi non vi piace, oh, non c'è mica alcun problema. Solo secondo me avete qualcosa che non va.
(voto 8/10)



Editors “In Dream”
Il mio rapporto con i dischi precedenti degli Editors è stato conflittuale. Ci ho sempre messo un po' di tempo e diversi ascolti per amarli, ma alla fine riuscivano a conquistarmi, soprattutto i loro primi due lavori. Succederà lo stesso anche con questo nuovo “In Dream”, dal suono meno Joy Division e più rilassato (per non dire moscio) che in passato? Per il momento non è ancora capitato, ma l'obiettivo del titolo se non altro è stato già centrato. Ogni volta che lo ascolto, mi fa chiudere gli occhi e mi manda nel mondo dei sogni.
(voto 6-/10)



Sexwitch “Sexwitch”
Lo sapevate che Bat for Lashes ha fatto un nuovo disco?
Probabilmente no, visto che il suo nuovo progetto non è a nome Bat for Lashes. Natasha Khan insieme alla rock band inglese Toy ha dato vita a una band dal nome fighissimo di Sexwitch, la strega del sesso, e insieme hanno registrato un disco di cover di pezzi degli anni '70 provenienti da differenti parti del mondo. Da Roma a Bangkok? Quasi: dal Marocco alla Thailandia. Il risultato è un viaggio sia fisico, attraverso sonorità di paesi culturalmente e geograficamente lontani tra loro come Iran e Stati Uniti, che mentale, visto che è l'album più ipnotico uscito negli ultimi mesi. Il trip definitivo? I quasi 8 minuti della grandiosa “Kassidat El Hakka”.
(voto 7+/10)



John Newman “Revolve”
Il giovane cantante inglese John Newman un paio d'anni aveva spaccato alla grande con “Love Me Again”, un pezzo che ancora adesso risulta parecchio irresistibile. Con questo suo secondo album cerca di bissare la precedente hit con 14 pezzi dal tiro retrò in cui il suono della sua voce così particolare alla lunga si fa parecchio fastidioso. Le canzoni comunque pure questa volta spaccano alla grande. Ma solo i maroni.
(voto 5/10)



Wavves “V”
“V” è il quinto album dei californiani Wavves. Questo forse potevate capirlo dal titolo anche da soli. Quello che aggiungo io è che sembra di sentire un disco pop-punk degli Offspring suonato da una band indie-rock stile Pavement. O, se preferite, sembra un disco dei Pavement suonato dagli Offspring. Il risultato in ogni caso è uno dei dischetti più freschi e divertenti sentiti negli ultimi tempi. Peccato solo non sia arrivato nel corso dell'estate, quando sarebbe suonato ancora più perfetto.
(voto 6,5/10)



David Gilmour “Rattle That Lock”
Dopo il disco di scarti, pardon di “registrazioni inedite” dei Pink Floyd dello scorso anno, David Gilmour si prenota anche per il Valium Award 2015.
Esiste sul serio gente che non si addormenta ascoltando un disco del genere?
Se sì, vi faccio i miei migliori complimenti!
(s.v.)

P.S. David Gilmour fisicamente somiglia a Vasco Rossi sempre più, ogni giorno che passa. E non è un complimento.

"Eh già, pure io sono ancora qua."



Canzone del mese
Adele “Hello”
Dite hello ad Adele, che è tornata tra noi più forte che mai, non solo con una grandissima canzone, ma pure con un grandissimo video diretto dal giovane fenomeno Xavier Dolan.
Dite invece goodbye a tutte le altre cantanti che, dopo aver sentito questo pezzo, hanno subito presentato la richiesta per la pensione anticipata. Solo che non è così facile. Non avete fatto i conti con la Riforma Fornero, mie care!


"Abbelle, ritiratevi che sono tornata io!"


L'ultimo cacciatore di film

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Con l'Expo ormai giunto agli sgoccioli, è ancora possibile effettuare un giro del mondo. Per altro con code che si preannunciano parecchio inferiori. L'occasione è offerta dalle sale cinematografiche, dove sono in arrivo pellicole provenienti da un sacco di nazioni differenti: Stati Uniti, Italia, Francia, Germania, Austria e persino Australia.
No, qui niente Nepal o Turkmenistan. In compenso ci sono i miei commenti, live from Hollywood o meglio Casale Monferrato, e quelli del mio blogger nemico Mr. James Ford, direttamente dalla nazione degli Anticinema.

The Last Witch Hunter: L'ultimo cacciatore di streghe
"Hey Frodo, ma dove sono finito e dove sono le auto tuningate?"

Cannibal dice: La caccia alle streghe pensavo fosse passata da un bel pezzo, un po' come l'effimera moda del wrestling e degli action trash. A quanto pare però certe cose spiacevoli per gran parte del mondo, tranne che per Ford, a volte ritornano. Vin Diesel riuscirà a salvare questa probabile pagliacciata che pare arrivata fuori tempo massimo, o si rivelerà un nuovo disastroso Van Helsing?
Ford dice: non ho mai amato le rivisitazioni delle favole, soprattutto in chiave action. Da Van Helsing a Hansel e Gretel, mi sono sempre parsa robetta.
Un po' come questo pseudo film con un Vin Diesel che con le fiabe c'entra quanto Stallone con un film intimista.

Hitman: Agent 47
"Giusto con le manette Ford può costringermi a guardare un film con Stallone."

Cannibal dice: Il videogame Hitman raggiunge i cinema per la seconda volta, con un film che - credo - sia indipendente dal precedente. Il primo l'avevo evitato senza problemi, ce la farò anche con questo?
Considerando che si preannuncia un action fordiano e che per di più il protagonista è l'inespressivo Rupert Friend di Homeland in inguardabile versione pelata, penso proprio di sì.
Ford dice: non mi sono mai interessato al videogioco Hitman, ho felicemente ignorato il primo capitolo di questo inutile franchise, e continuerò la tradizione con il secondo. Anche perchè passerò il weekend a festeggiare il compleanno.

Tutto può accadere a Broadway
"Cos'è 'sta roba? Il Cucciolo Eroico?"

Cannibal dice: Commedia corale dal sapore di Woody Allen che potrebbe essere radical-chic abbastanza da piacermi e soprattutto da irritare a dovere Mr. Ford. Anche se il motivo per cui mi incuriosisce di più è l'annunciato cameo di Mr. Tarantino.
Ford dice: commedia che, nonostante il sapore radical, potrebbe quasi incuriosirmi, se non fosse per i festeggiamenti e per i numerosi recuperi in lista. Attenderò di sapere che ne pensa il mio rivale, e se dovesse fargli schifo, allora correrò in prima fila.

Belli di papà
"Qua è ora di fare un altro figlio, che se no Ford mi supera!"

Cannibal dice: La storia di un anziano riccone che decide di costringere a lavorare i suoi figli viziati.
No, non è la storia di Ford. Lui non è un riccone, almeno che io sappia. Nel caso lo sia, dovrei cominciare a farmi pagare per la nostra rubrica insieme...
Quanto al film, sembra faccia davvero ridere.
E non intendo in senso comico.
Ford dice: a me Abatantuono è sempre stato simpatico. Ma questo film pare proprio la solita merdina italiana peggiore anche delle merdine che Cannibal esalta come filmoni.

Mustang
"Guida Ford???"
"Anche se nessuna ha la patente, meglio che una di noi lo sostituisca subito al volante!"

Cannibal dice: Questa settimana arrivano nei nostri cinema ben 3 pellicole francesi. Magari non ne escono per mesi e poi così, tre in un colpo. Comunque, non lamentiamoci troppo. La più promettente, almeno per i miei gusti teen, sembra questa opera prima giovanile e dal sapore estivo. Farla uscire d'estate no, eh?
Ford dice: seconda uscita potenzialmente radical (teen) della settimana, e stranamente seconda pellicola in grado di incuriosirmi. L'autunno mi starà dando alla testa? O sento già in anticipo l'alcool dei brindisi?
Quello che è certo, è che brinderei volentieri con una serie di bottigliate in testa al mio rivale.

La legge del mercato
"Il mio unico compito è impedire l'accesso a Ford.
Lo so: ho il lavoro più bello del mondo."

Cannibal dice: Altro lavoro francese, questa volta siamo in territori più impegnati, più fordiani, però potrebbe non essere del tutto trascurabile. Anche se la legge del mercato non credo premierà questo film dallo scarso appeal commerciale.
Ford dice: la legge del mercato mi fa pensare che questo film finirà in una o due sale in tutta Italia per un paio di giorni al massimo, eppure la logica mi suggerisce che sarà nettamente migliore di Belli di papà. che infesterà l'intera penisola. La legge del mercato è più intricata della mente di Peppa Kid.

Tutti pazzi in casa mia
"Aaah, adesso mi guardo un film consigliato da Cannibal,
e subito la giornata svolta."

Cannibal dice: Poco importa se pure questo arriva dalla Francia. Già devo avere a che fare con Ford tutte le settimane, di pazzi direi che ne ho abbastanza!
Ford dice: in casa mia di pazzo ci sono già io, e direi che basto. Qui, poi, si aggiunge Cannibal. Quindi siamo a posto così.

Kreuzweg - Le stazioni della fede
"Ho confessato di leggere WhiteRussian e tutti mi hanno crocifisso... letteralmente."

Cannibal dice: Non solo Francia. Questa settimana c'è anche questo film tedesco che potrebbe essere la visione più interessante della settimana. È già da un po' che c'ho messo gli occhi sopra, ma in rete si trova solo una versione con dei sottotitoli italiani che sembrano scritti da Ford sott'acido e pure sott'aceto. Spero quindi che questa sia la volta buona per recuperarlo, a costo di vederlo doppiato.
Ford dice: nonostante il sottoscritto e la Fede vivano su due pianeti perfino più distanti rispetto a quelli del sottoscritto e di Cannibal Kid, questo film promette molto, molto bene. Speriamo solo che non deluda rivelandosi la solita robetta radical noiosa.

Ghosthunters - Gli acchiappafantasmi
"Un film esaltato da WhiteRussian?"
"Argh! Che schifo!"

Cannibal dice: Pellicola austriaco-tedesca mix tra attori live action e animazione, sembra una bambinata crucca di quelle che giusto Ford si può guardare. Con la scusa del Fordino o di qualche altro suo figlio... A quanti siamo arrivati?
Ford dice: di Ghost-qualcosa ci sono stati solo i Ghostbusters. Il resto è nulla. Giusto un pelo sopra il Cannibale.

Giotto, l'amico dei pinguini
"Mr. Pinguino, con lei sì che si possono fare delle belle conversazioni sul cinema.
Mica come con Mr. Ford..."

Cannibal dice: Un cane amico dei pinguini? Inverosimile, quasi quanto un Cannibal amico di un Ford. In ogni caso questo film si preannuncia, oltre che una bambinata, pure un'animalata pazzesca in arrivo dall'Australia. Abbiamo quindi trovato il possibile film di WhiteRussian dell'anno?
Ford dice: io adoro l'Australia, e questo è risaputo. Ma anche con tutto l'amore del mondo, non penso potrei sciropparmi questa roba a meno che non sia il Fordino a chiedermelo ottenendo la mia immediata risposta affermativa.

Final Girl, la fortunella che sopravvive nei film horror

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Final Girl
(Canada, USA 2015)
Regia: Tyler Shields
Sceneggiatura: Adam Prince
Cast: Abigail Breslin, Wes Bentley, Alexander Ludwig, Cameron Bright, Logan Huffman, Reece Thompson, Francesca Eastwood
Genere: vintage horror
Se ti piace guarda anche: Barely Lethal, Hanna, American Horror Story, The Final Girls

Lo sapete cos'è una Final Girl?
Immaginate che sia una ragazza di Finale Ligure?
Sbagliato! Con l'espressione Final Girl nel gergo cinematografico che usiamo noi appassionati (veramente io è la prima volta che la uso) viene definita la ragazza che sopravvive a un horror, in genere a uno slasher o a un survival. Quella in pratica che vede tutti i suoi amici, fidanzati, parenti e un po' tutti i suoi conoscenti morire uno dietro l'altro, ma alla fine lei mica muore. Che ragazza fortunata!
Volete qualche esempio di fortunella Final Girl sopravvissuta a qualche film, o addirittura a qualche saga horror?

Marilyn Burns in Non aprite quella porta è stato probabilmente il primo caso di Final Girl nella storia del cinema horror. Tra gli altri esempi di "vecchiette" della categoria ci sono anche Jamie Lee Curtis di Halloween , Sigourney Weaver di Alien ed Heather Langenkamp di Nightmare.


Negli anni '90, il premio di Final Girls supreme va ex aequo a Neve Campbell di Scream e a Jenniferona Love Hewitt di So cosa hai fatto.


Negli ultimi anni abbiamo poi avuto un sacco di belle fanciulle che possono vantare di essere state Final Girls in qualche pellicola horror più o meno valida, come Jennifer Lawrence in Hates - House at the End of the Street, Sarah Bolger in The Lazarus Effect, Addison Timlin in The Town That Dreaded Sundown e Alexandra Daddario in Non aprite quella porta 3D.


Alle Final Girls è dedicata anche una pellicola con Taissa Farmiga di American Horror Story, Nina Dobrev di The Vampire Diaries e Alexander Ludwig di Vikings, intitolata proprio The Final Girls, di cui parleremo qui su Pensieri Cannibali presto. Molto presto. Nell'attesa, oggi è il turno del quasi omonimo Final Girl, con protagonista Abigail Breslin. La bambinetta di Little Miss Sunshine è ormai cresciuta, ha girato film più (Benvenuti a Zombieland, I segreti di Osage County, Haunter) o meno (Contagious - Epidemia mortale) validi, e qui in versione bionda ossigenata mostra un fascino maggiore del solito. Proprio come in Scream Queens, la divertentissima e geniale nuova serie di Ryan Murphy che la conferma tra le idole horror del momento. E nel cast c'è pure Wes Bentley, attuale protagonista di American Horror Story: Hotel, segno che probabilmente Ryan Murphy a questo film deve avere dato un'occhiata e deve pure essergli piaciuto parecchio.


Abigail Breslin è qui una Final Girl piuttosto tipica: da una parte è una verginella innocente, dall'altra è però anche una guerriera cazzuta, pronta a dare del filo da torcere ai cattivoni di turno. In questo caso non si trova di fronte a un unico psicopatico, ma a un vero e proprio branco animalesco di giovani killer, capitanato da Alexander Ludwig, che a quanto pare con le Final Girls pare ormai aver fatto l'abbonamento.


A questo punto ci si potrebbe aspettare un teen horror tradizionale, invece no. Final Girl è tutto fuorché una pellicola pienamente riuscita, o con una sceneggiatura dotata di un vero e proprio senso, però se non altro ha il merito di stupire per una messa in scena piuttosto inconsueta, per lo meno per i canoni delle pellicole di paura in circolazione oggi. Final Girl è un noir adolescenziale con velleità autoriali ambientato fuori dal tempo. Possiamo immaginarlo collocato negli Usa degli anni '50, considerati abiti e musiche, però è quasi come se fosse una vicenda che vive in una dimensione parallela, un po' come i film di Quentin Tarantino. Final Girl può inoltre vantare un'atmosfera onirica parecchio affascinante. La storia che racconta è invece parecchio più scontata e ben poco approfondita, ma hey, non si può mica avere tutto dalla vita.


Se si chiude un occhio su uno script tutt'altro che fenomenale, Final Girl sa come farsi volere bene e stupire, almeno un pochino. Il regista esordiente totale Tyler Shields, già fotografo parecchio talentuoso e specializzato in scatti controversi, ha ancora ampi, ampissimi margini di miglioramento, ma dimostra di possere una buona personalità e una certa dose di originalità che in futuro potrebbero portare a qualcosa di davvero notevole.


Si rivelerà lui il Final Boy capace di sopravvivere alla non troppo entusiasmante scena horror attuale?
(voto 6+/10)

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