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What We Did on Our Holiday - Un tranquillo weekend di sepoltura

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What We Did on Our Holiday
(UK 2014)
Regia: Andy Hamilton, Guy Jenkin
Sceneggiatura: Andy Hamilton, Guy Jenkin
Cast: David Tennant, Rosamund Pike, Ben Miller, Billy Connolly, Emilia Jones, Amelia Bullmore, Bobby Smalldridge, Ron Donachie
Genere: vacanziero
Se ti piace guarda anche: Wish I Was Here, Come ti spaccio la famiglia

Cosabbiamo fatto cuestestate?
Boh. Non melo ricordo +...

A gia, siamo andati al mare!
Credo...

Sì sì sì. Siamo andati al mare. Abbiamo giocato in spiaggia e abbiamo fatto il bagno. Sono diventato bravo a nuotare. O cuasi. Non o + manco usato i braccioli dei Minions. O cuasi.
E stata una vacanza divertente e tutto, pero non e stata una cosa memorabile come cuella di cuel film ke mi a fatto vedere mio zio.
Mio zio di cinema non ne capisce niente! Non a mai visto per intero Cars. E, incredibile ma vero, non gli e piaciuto Gli Incredibili, ke e tipo il mio film preferito di sempre. Eppure cià un blog di cinema, cià.
Visto ke gli piace fare cuello ke propone sempre film strani, anke se cuesto dice ke gliela consigliato il suo amico Massimo, mi a fatto vedere cuesto film mai sentito dal titolo inglese ke non mi ricordo + bene comera. Cuestanno o imparato un po dinglese ma solo cose tipo: yes, no (ke è uguale allitaglano), hello, gudbai e robe del genere. Il titolo di sto film invece e + complicato. Tradotto initaglano cmq significa “Quel ke abbiamo fatto nella nostra vacanza” o cualcosa di simile e mi e piaciukkiato abbastanza. Mio zio a detto ke a tratti e un film un po stile Giffoni e non o capito bene cosa vuol dire. Cosè un Giffoni? E come parla mio zio?
Secondo me e una parolaccia, ma non me lo vuole mica dire, perke dice ke sono troppo piccolo per le parolacce, ma non e mica vero ke sono piccolo. Di intelletto sono + grande di lui! Non ke ci vada molto...

Cmq questo film parla di una famiglia ke va in vacanza. Come noi. Solo ke noi non andiamo in Scozia. Non so bene manco dovè, xké in Geografia non vado mica tanto bene, e propio una barba, xo e un posto dove deve fare un freddo porko. Non e un gran posto dove andare in vacanza. Col cavolo ke si puo fare il bagno, anke se i bambini di cuesto film lo fanno lo stesso. E poi fanno anke cualcosaltro. Adesso mio zio mi a detto di scrivere:

ATTENZIONE SPOILER

ke non so cosa significa, ma mi fido e lo skrivo. Se non lo metto, mio zio mi dice ke mi arrivano gli insulti. Dice anke ke a volte arrivano lo stesso, xo meglio inserire la scritta ATTENZIONE SPOILER ke non si sa mai.
Duncue, dicevo... I bambini di cuesto film prima seppelliscono il nonno nella sabbia...


e poi lo bruciano.

"Hey, un momento... Chi è che bruciano???"

Aspettate! Non sono dei cattivoni. Non lo bruciano VIVO. Lo bruciano dopo ke è morto, per fargli un funerale vikingo. Ma ke funerali fanno i vikingi?
Vabbeh, se non altro sono + divertenti dei nostri. Cmq 'sti bambini un po babbei bruciano il nonno e poi scoppia un casino. Arriva la polizia e pure i giornalisti. I giornalisti sono sempre dappertutto. Ma non anno nientaltro da fare tutto il giorno ke seguire la gente ke fa cose e impicciarsi degli affari loro?
In mezzo a tutto 'sto casino cmq ci sono i genitori dei bambini babbei ke litigano sempre di +. Il papà e David Tennant, cuello ke in tutte le serie inglesi ke guarda mio zio ciè sempre. Al TG dicono ke ciè crisi e tutto, ma cuesto cua lavora un sacco. Mi sa ke ruba il lavoro a tutti gli altri papà inglesi. La mamma invece è Rosamund Pike, cuella ke in L'amore bugiardoè cattivissima e non sono manco riuscito a vederlo tutto xke mi veniva sempre da ricorprirmi gli okki con le mani x la paura. Cui invece e + trancuilla. Anke cui litiga sempre col marito, xo non fino al punto di fingere la sua morte e tutte cuelle altre cose ke succedono in L'amore bugiardo e mi sa ke prima di raccontarvele dovevo scrivere: ATTENZIONE SPOILER ke se no poi voi mi insultate.
Ke poi voi ki cakkio siete?
Io cuesti blog non li capisco. Sara xke o solo 7 anni, ma propio non li capisco. Cioe, tu scrivi una cosa, e poi della gente ke non conosci ti puo venire a insultare e a dirtene di tutti i colori solo xke non e daccordo con te. Mi stupisco ke non nascono delle guerre tutti i giorni x colpa di cuesti cosi, cuesti blog. Io cuando saro grande non ne comincero mai ness1. Anke se non succedono cose divertenti come bruciare il nonno, sempre meglo andare in vacanza, ke aprire una cakka di blog.
(voto 6/10)


Tutti pazzi per Carey

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Via dalla pazza folla
(UK, USA 2015)
Titolo originale: Far from the Madding Crowd
Regia: Thomas Vinterberg
Sceneggiatura: David Nicholls
Tratto dal romanzo: Via dalla pazza folla di Thomas Hardy
Cast: Carey Mulligan, Matthias Schoenaerts, Michael Sheen, Tom Sturridge, Juno Temple, Jessica Barden
Genere: romcom d'altri tempi
Se ti piace guarda anche: Jane Eyre, Wuthering Heights, Testament of Youth

Certo che le donne sono propri degli esseri strani. Quasi più dei francesi. Prendiamo Bathsheba Everdene, la protagonista di Via dalla pazza folla (Far from The Madding Crowd), romanzo ottecentesco di Thomas Hardy portato sul grande schermo dal danese Thomas Vinterberg con protagonista Carey Mulligan.
Già il nome Bathsheba Everdene, che razza di nome è? Quasi peggio di Katniss Everdeen...
Quello che non si capisce è come si sceglie gli uomini.

ATTENZIONE SPOILER
Il primo a chiederla in sposa è Matthias Schoenaerts. A me gli uomini non piacciono, però se uno come Matthias Schoenaerts mi chiedesse di sposarlo, farei quasi fatica a dirgli di no. Bathsheba Everdene invece lo rifiuta senza battere ciglio.

"Mi vuoi sposare, Carey?"
"Ma ci conosciamo da appena 5 minuti."
"Che ne dici di andare prima a un cinema, e poi magari sposarci?"
"Basta che non andiamo a vedere un film in costume della BBC. Non li sopporto, quelli."

"Ho 100 acri di terra, 200 pecore e presto avrò i soldi per una Xbox.
Ancora indecisa se sposarmi o meno?"

Dopodiché Bathsheba eredita una fortuna da suo zio. Io l'avrei diseredata soltanto per il nome che si ritrova, ma va beh.

"Mio zio è morto e mi ha lasciato tutti i suoi soldi. Col cavolo adesso che sposo quel bovaro morto de fame. Tu che dici?"
"Bau!"

A questo punto, Carey Mulligan fa la riccastra figa in giro, stile Paris Hilton, e attira le attenzioni di un nuovo spasimante: Michael Sheen, quello della serie Masters of Sex. Ecco, anche se mi piacessero gli uomini, Michael Sheen proprio non mi piacerebbe. Mi sta sulle scatole. Riconosco che è un bravo attore, per non lo sopporto. Nonostante questo, nel film ha la parte del tipo ricco ricco alla Berlusca + sceicco arabo. Quindi ricco ricco da far schifo. Anche a questo facoltoso pretendente, Bathsheba Everdene/Carey Mulligan dice: “No! Col cavolo che ti sposo! Sono una donna indipendente, io. Sono cresciuta con Beyoncé e le Spice Girls. E pure con “Nobody's Wife” di Anouk. Tiè!”.

"Mi vuoi sposare, Carey?"
"E daje! Pure tu? Ma non c'è nessuno che vuole farsi solo una sana scopata, in questo dannato 1870?"

A questo punto arriva un soldato interpretato da Tom Sturridge. Un coglionazzo totale. Uno che per mettersi in mostra le sventola in faccia la spada, rischiando quasi di ammazzarla, e lei che fa?
Si innamora di 'sto pirlone e lo sposa.

"Sei proprio un grande ballerino, Tom."
"E non mi hai ancora visto alle prese con la bachata."

Cosa succede poi?
Non ve lo dico, anche perché ormai vi ho già spoilerato tipo 2/3 di film. Vi anticipo solo che il finale di questo appassionante romanzone sentimentale in costume interpretato da una splendida mastodontica Carey Mulligan riserva un finale degno di una pellicola con Julia Roberts. Thomas Hardy quindi è stato un po' un'anticipatore delle odierne romcom. Non a caso l'adattamento è curato da David Nicholls, quello di One Day, uno che nel genere romantico ci sguazza alla grande. Sorprende di più invece vedere alla regia Thomas Vinterberg. Il cattivissimo Thomas Vinterberg de Il sospetto, Festen e Dear Wendy. Chissà cosa ne pensa il suo (ex?) amico Lars von Trier a vederlo alle prese con una pellicola in costume della BBC così classica e, per quanto splendidamente fotografata e accompagnata dalle poetiche musiche di Craig Armstrong, priva di una forte impronta registica?
E chissà perché Bathsheba Everdene alla fine decide di stare con l'uomo che all'inizio aveva rifiutato?

"Vuoi baciarmi sotto la pioggia?
Matthias, guarda che questo film è tratto da Thomas Hardy, mica da Nicholas Sparks."

Certo che le donne sono proprio degli esseri strani.
(voto 7/10)

Shame of Thrones

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C'è un'unica cosa che posso dire a chi ha deciso gli Emmy Awards 2015:
SHAME! SHAME! SHAME! SHAME! SHAME! e ancora SHAME!

"SHAME!"

È infatti una vergogna che Game of Thrones, alla sua stagione forse peggiore e che a parte l'ultimo episodio è stata parecchio mediocre, abbia portato a casa ben 12 premi, record assouto per gli Emmy, e soprattutto abbia battuto Mad Men come miglior serie drama dell'anno.
Mad Men, ovvero una delle serie più belle di tutti i tempi, giunta a un'ultima stagione eccellente e che tra l'altro si è chiusa con un episodio finale da applausi. Mad Men ha avuto la conclusione più geniale nella storia della tv e gli Emmy hanno incoronato Game of Thrones con una stagione che, ultimi 20 minuti a parte, è stata una flebo totale?
SHAME! SHAME! SHAME! SHAME! SHAME!

Per quanto riguarda gli altri premi della serata ce n'è soprattutto uno per cui sono contento: quello per il miglior attore drama protagonista, ovvio, dove Jon Hamm di Mad Men si è finalmente portato a casa l'Emmy.

"Grazie mille... brutti bastardi!"

Bene anche Jeffrey Tambor come miglior attrice protagonista attore protagonista in una comedy, grazie alla parte di Caitlyn Jenner Maura Pfefferman in Transparent.


Giustissimi poi i premi alla splendida Olive Kitteridge della HBO, che ha trionfato tra le miniserie, e benissimo l'Emmy per la miglior serie Variety Sketch finito alla simpaticissima Inside Amy Schumer.


Miglior attrice protagonista in una serie drama è risultata l'ottima Viola Davis di How to Get Away with Murder. Personalmente avrei preferito le fenomenali Tatiana Maslany di Orphan Black e Taraji P. Henson di Empire, però in questa categoria la battaglia era davvero combattuta e incerta, quindi va bene anche così.

"Vi insegno io how to get away with Emmy."

Tra i tanti, troppi premi regalati a Game of Thrones, quello al piccolo grande Peter Dinklage come miglior attore drama non protagonista ci può stare, così come quello a Uzo Aduba miglior non protagonista drama per Orange Is the New Black.

"Certo però che potevate anche dare a Cannibal, se non un Emmy, almeno un Macchianera Award!"

Nella sezione comedy ha trionfato Veep, la satira della politica americana sempre divertente, ma che negli ultimi tempi ho abbandonato. Avrei preferito una vittoria di Unbreakable Kimmy Schmidt o Transparent. Se non altro comunque non ha più vinto Modern Family, che ormai ha rotto.
In conclusione: un'edizione degli Emmy parecchio deludente, come d'altra parte capita quasi sempre in queste occasioni, a parte gli Oscar 2015 che, con il trionfo di Birdman, mi avevano trovato per una volta miracolosamente d'accordo.

E ora, spazio per un po' di sano Red Carpet Red Porchet.

Il Red Porchet degli Emmy Awards 2015

La più donna in carriera
Tatiana Maslany

La più sono considerato necrofilo se dico che mi piace?
Emmy Emma Roberts

La più futura moglie di Tim Burton
Sarah Paulson

La più facci vedere le tue tette e non quelle della controfigura
Lena Headey

La più figa pur nella bruttezza dell'abito comprato per du spicci a un mercatino dell'antiquariato
January Jones

La più CBCR
Kiernan Shipka

La più provateci a violentarmi con 'sta armatura addosso se ci riuscite
Kerry Washington

La più innocent girl
& anche la più yellow is the new black
Taylor Schilling

La più tremate tremate le streghe son tornate
Laura Prepon

La più ma chi caaazzo sei?
Giuliana Rancic

Il più six feet under
Adrien Brody

La più blind(spot) a scegliersi l'abito
Jaimie Alexander

La più MILF
Kim Dickens

La coppia più stramba bella
Andy Samberg + Joanna Newsom

La più me la farei di più
Sarah Hyland

La più tamarra (e la più fiera di esserlo)
Taraji P. Henson

La più sobria
Lady Gaga.
Sul serio.

Del tutto off-topic, però mi scappa un altro SHAME! anche a chi ha votato alla finale di Miss Italia.
Alice Sabatini sarà un bel ragazzino, ma donna più bella dello Stivale anche no.
SHAME! Anzi, SCEMI!

Una disgraziata di ragazza

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Un disastro di ragazza
(USA 2015)
Titolo originale: Trainwreck
Regia: Judd Apatow
Sceneggiatura: Amy Schumer
Cast: Amy Schumer, Bill Hader, Brie Larson, John Cena, LeBron James, Amar'e Stoudemire, Colin Quinn, Ezra Miller, Randall Park, Vanessa Bayer, Mike Birbiglia, Daniel Radcliffe, Marisa Tomei, Tim Meadows, Method Man, Matthew Broderick
Genere: romcom
Se ti piace guarda anche: Come farsi lasciare in 10 giorni, Inside Amy Schumer, Ted, Girls

Amy Schumer è una grande.
E allora fatemelo dire per bene:
Amy Schumer è una grande.

Non sapete chi è Amy Schumer?
In effetti negli Stati Uniti sarà anche una delle comiche più popolari del momento, ma in Italia non è che sia proprio famosissima. Da noi tutti conoscono Paolo Ruffini o Angelo Pintus, ma nessuno sa chi è Amy Schumer. Vi sembra un paese civile in cui vivere?
A cosa dobbiamo ciò?
In patria Amy è diventata conosciuta per la serie trasmessa da Comedy Central Inside Amy Schumer, una specie di versione al femminile di Louie in cui la comica interpreta se stessa, tra scenette fiction, gag comiche e riprese dai suoi spettacoli di cabaret. Proprio come nella comedy di Louie C.K., solo che in questo caso lei rilancia pure con una serie di interviste, che a dirla tutta sono la parte un pochino più debole dello show. Perché nessuno se l'è filata in Italia?
Inside Amy Schumer è una serie ancora inedita dalle nostre parti e, per di più, fino a un paio di settimane fa nessuno l'aveva mai manco sottotitolata. Per fortuna, negli ultimi giorni i soliti di Italiansubs, pure loro dei grandi, hanno pensato bene di regalarci i subbi dei primi episodi di questa sketch-comedy che negli Usa è già arrivata alla terza stagione, è stata confermata per una quarta e agli Emmy Awards 2015 si è appena portata a casa il premio di miglior serie Variety Sketch dell'anno.

"Un brindisi al tuo Emmy!"
"E 'sta roba analcolica tu lo chiami un brindisi?"

Adesso Amy Schumer ha compiuto il grande passo, quello verso il grande schermo, e l'ha fatto con il supporto del regista Judd Apatow, uno che con il suo umorismo cazzaro ha parecchio in comune. Per chi non avesse idea in questo preciso momento di chi fosse nemmeno Judd Apatow, ricordo che è il regista di 40 anni vergine, Molto incinta, Funny People e Questi sono i 40. Dei film che sono in pratica una rilettura maschile e ricca di ironia delle romcom femminili. Un aspetto interessante di questo nuovo Un disastro di ragazza è che la protagonista questa volta, come forse intuirete dal titolo se non siete troppo lenti, è una ragazza. Una ragazza a sua volta alle prese con la distruzione della romcom tradizionale. Più che distruzione, una revisione, visto che Amy Schumer, protagonista e sceneggiatrice del film, non vuole demolire del tutto il genere e il finale, un po' troppo buonista ed happy-ending, conferma questa teoria. Qualcosa di simile a quanto fatto da Seth MacFarlane con Ted. E, tanto per continuare il paragone, direi che Amy Schumer sta alle ragazze normali, così come Ted sta agli orsacchiotti di peluche normali. Il loro comportamento è parecchio simile.


Per quanto si muova all'interno delle coordinate del genere, l'umorismo molto poco politically correct della comica bionda propone un ribaltamento dei soliti cliché delle commedie sentimentali. Amy Schumer ha infatti la parte di Amy, una ragazza che si comporta come un ragazzo: scopa in giro, fuma e beve parecchio, non gliene frega niente del grande ammore e non vuole legami di tipo duraturo. A fare la parte delle “signorine” tutte sentimenti e cuoricini sono invece i macho-men di turno: il wrestler John Cena, preso per il culo alla stragrandissima insieme all'intera categoria dei palestrati...

"John, adesso andiamo a Cena?"
"Amy, questa battuta non fa ridere per niente."

...e i campioni di basket NBA che hanno la parte di loro stessi Amar'e Stoudemire e LeBron James. È soprattutto quest'ultimo, futura star di Space Jam 2 al posto di Michael Jordan, a stupire con un livello recitativo decente e a regalare diversi momenti divertenti.

"Oltre che un campione di basket, sono anche un campione di recitazione."
"LeBron, adesso non ti allargare troppo."

Il film d'altra parte vanta un sacco di comprimari di ottimo livello, anonimo Bill Hader a parte, come la sempre più splendida Brie Larson nei panni della sorella di Amy, e una davvero irriconoscibile Tilda Swinton, che ha il ruolo della capa della protagonista.

"Sono Tilda Swinton.
Hey, ma perché non ci crede nessuno?"

Inoltre spazio al giovane Ezra Miller che, dopo una serie di film darkissimi come Afterschool e ...e ora parliamo di Kevin, dimostra qui un potenziale comico da non sottovalutare. In più c'è un piccolo cameo per Daniel “Harry Potter” Radcliffe, che riesce a risultare quasi simpatico. Quasi, ho detto.


La grande mattatrice del film è però lei, la fenomenale Amy Schumer, alle prese con un one-woman show di due ore. Il pregio maggiore della pellicola è quello di non risultare, come magari si poteva immaginare, una versione allungata di Inside Amy Schumer, o una mera collezione di sketch comici. Un rischio in cui ad esempio un altro personaggio televisivo come Maccio Capatonda con il suo esordio cinematografico Italiano medio non è riuscito a scongiurare del tutto. Amy Schumer si è invece concentrata a scrivere un film vero e proprio, non una serie di gag cucite insieme alla buona, dimostrando un'ottima conoscenza dei meccanismi delle romcom. O, più che altro, si è impegnata a scrivere una sua versione personale di Come farsi lasciare in 10 giorni, pellicola che anch'essa partiva da un articolo giornalistico, proponeva uno scenone all'arena di basket dei New York Knicks e giocava con gli stereotipi maschili e femminili.

Oltre a inserire varie battute fulminanti, Amy Schumer sa come si fa una commedia romantica, tutto funziona alla perfezione e Un disastro di ragazza regala 2 ore di risate assicurate. Il tocco della fuoriclasse si nota però nel momento più drammatico della pellicola, in cui Amy riesce persino a far commuovere con il discorso funebre più singolare mai sentito.
Non sarà una pellicola molto originale, non rappresenterà una rivoluzione per il genere, ma Un disastro di ragazza è la romcom più fresca e brillante che possiate trovare in giro oggi. Il merito, se volete, potete darlo anche a Judd Apatow o al variegato cast. Io invece lo do tutto a lei: Amy “la mia nuova idola” Schumer.
(voto 7/10)

Nuovo Cinema Inferno

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Con l'arrivo dell'autunno e del freddo porco bastardo, la stagione cinematografica è pronta a entrare nel vivo. O almeno si spera.
Questa settimana sono in arrivo diverse pellicole dal discreto potenziale, ma anche dal notevole tasso di rischio delusione/porcheria.
Vediamo allora su quali titoli vale la pena scommettere e quali è invece meglio lasciar perdere, seguendo i miei consigli e non seguendo quelli del mio blogger-enemy Mr. James Ford.

The Green Inferno
"Oddio! Questi cannibali sono persino peggio di quanto immaginassi leggendo quel bloggaccio..."


Cannibal dice: Eli Roth è un grande! Non sempre fa film eccezionali, però è un grande. Questa volta si è cimentato con un remake non ufficiale di Cannibal Holocaust, pellicola che a sorpresa nonostante il titolo non ho mai visto. Si preannuncia un film estremo, splatteroso e violentissimo, di quelli che quel moralista bigotto repubblicano di Mr. James Donald Trump Ford è già pronto a bacchettare. Sempre che non passi tutto il tempo della visione a coprirsi gli occhi con le manine dalla fifa.
Ford dice: Eli Roth, che per gli occupanti di casa Ford resterà per sempre l'Orso ebreo di Bastardi senza gloria, mi è sempre stato simpatico nonostante un gusto un po' troppo sopra le righe, e sono molto curioso di scoprire come apparirà questo sulla carta splatterissimo e scandaloso The Green Inferno.
Personalmente, spero faccia cacare sotto quel pusillanime di Peppa e mi diverta forte.

Magic Mike XXL
"Mi spiace ma non posso sposarti.
Sono già promesso a Ford."

Cannibal dice: Gli stripper muscolosi sono tornati e questa volta in versione XXL. Ford, vedi di tenere a bada gli ormoni!
Per quanto il primo film mi fosse piaciuto, non sentivo un enorme bisogno di un suo sequel, soprattutto senza la regia di Steven Soderbergh e la presenza di un attorone come Matthew McConaughey. Senza di loro, quello che ne resta mi sa solo di uno spettacolo buono per fan allupati dei muscoli come Mr. Ford.
Ford dice: il primo Magic Mike è stato una sorpresa decisamente interessante, uno spaccato sulla crisi che andava oltre muscoli ed olio. Questo sequel nasce sotto una stella decisamente meno luminosa, considerate le assenze illustri di Soderbergh e McConaughey. Una visione, comunque, non fosse altro che per solidarietà tra palestromani, la concederò.

Everest
"Attenzione, gente: winter is coming."

Cannibal dice: L'Everest sarà anche la montagna più alta del mondo, ma le mia aspettative nei confronti di questo film sono piuttosto bassine. Mi interessa più che altro per Jake Gyllenhaal, che qui comunque pare non sia il protagonista principale, per il resto mi sembra una pellicola avventurosa di quelle che lascio scalare a Ford. Da solo.
Ford dice: nonostante la tiepida accoglienza a Venezia, l'idea di godermi questa sorta di action alpino firmato dal discreto Kormakur mi esalta non poco, e sono sicuro che risulterà essere uno dei guilty pleasures maggiori della parte finale dell'anno fordiano, alla facciazza del mio rivale Cannibal, che di fronte a tutto quello che comporta un qualche sforzo fisico e rischio scappa come una mammoletta.

Sicario
"Analizzando i movimenti di Ford online, risulta che il sito che visita di più è Pensieri Cannibali."
"Va beh, ma qui all'FBI non abbiamo niente di più importante da fare?"

Cannibal dice: Questo potrebbe essere il film della settimana. Denis Villeneuve dopo Polytechnique, La donna che canta, Prisoners ed Enemy è pronto a regalarci un'altra pellicola coraggiosa e affascinante. La curiosità c'è, le buone premesse pure, speriamo solo non si riveli una deludente fordianata.
Ford dice: nonostante la parziale delusione di Enemy - interessante solo per la grande performance del solito Gyllenhaal - Villeneuve resta uno dei registi più interessanti del panorama nordamericano attuale, e considerate le premesse decisamente interessanti, questo Sicario potrebbe trasformarsi nell'uscita della settimana e riuscire nell'impresa di mettere d'accordo perfino il sottoscritto e quel disgraziato di Peppa Kid.

Wim Wenders - Ritorno alla vita
"Wim, secondo te è più radical-chic Cannibal o Ford?"
"Anche se si finge tamarro, sicuramente Ford."
"Sì, ma allora perché si finge tamarro?"
"Mai cercare di capire una mente deviata."

Cannibal dice: Wim Wenders sarà anche un regista di richiamo, ma non capisco perché abbiano dovuto mettere il suo nome nel titolo italiano della pellicola...
Certo che i titolisti nostrani sono più fuori di brocca di Ford!
Wenders comunque non è un regista che ho mai seguito più di tanto, troppo fordiano per i miei gusti, però in questo caso il cast è super: James Franco + Charlotte Gainsbourg + la sempre + splendida Rachel McAdams, quindi mi toccherà vederlo. Anche perché si preannuncia una radical-chiccata coi fiocchi!
Ford dice: Wenders mi è sempre stato simpatico, nonostante sia, di fatto, uno dei registi più radical che la grande distribuzione conosca ed apprezzi, ed in passato più di una volta ho trovato davvero ammirevoli i suoi lavori.
In questo caso sono piuttosto scettico, considerato che sento puzza di cannibalata ad un miglio di distanza, ma penso che, all'occorrenza, un'occasione potrò comunque darla, se non altro scaldando le bottigliate delle grandi occasioni.

The Transporter Legacy
"Ciao Ford, sono (in)espressivo abbastanza per diventare il tuo nuovo attore preferito?"

Cannibal dice: Troooppo una merdat... volevo dire una fordianata, la saga di The Transporter. E a questo giro non c'è manco Jason Statham. Non mi faccio quindi trasportare al cinema manco per sbaglio.
Ford dice: Transporter senza Statham è come il White Russian senza panna, o questa rubrica senza Ford. Una vera schifezza.

Arianna
"Ford vuole farmi vedere un film?
Penso rimarrò in acqua ancora un'ora.
O anche due."

Cannibal dice: Film italiano sulla confusione sessuale. Ma tanto questa settimana a mettere in discussione i gusti sessuali miei, e soprattutto quelli di Ford, ci pensa già Magic Mike XXL ahahahah.
Ford dice: il Cinema italiano non naviga mai in buone acque, da queste parti. Non credo che Arianna potrà far ritrovare allo stesso il filo.

L'esigenza di unirmi ogni volta con te
"Dai, smettila di leggere WhiteRussian, che ti fa male."
"Ma per noi vecchietti è un punto di riferimento assoluto. Ancora più di Forum!"

Cannibal dice: Drammone sentimentale con Claudia Gerini e... Marco Bocci?!?
Non ci siamo proprio.
Quanto a te, Ford, quando leggo un tuo commento, sento l'esigenza di non unirmi ogni volta con te e con questa rubrica.
Ford dice: ho l'esigenza di ignorare l'esistenza di questo film. Quasi più di quella di Cannibal Kid.

La prima luce
"Ma come te lo devo dire che non devi essere gelosa di Babi? E' solo il personaggio di un libro...
e pure brutto."

Cannibal dice: Al contrario di molti, non ho niente contro Riccardo Scamarcio. Allo stesso tempo, non sento nemmeno la fortissima necessità di vedere un film che lo vede come protagonista. La prima luce non rappresenta perciò di certo la mia prima scelta della settimana. Così come WhiteRussian non rappresenta la mia prima scelta tra i siti da visitare. E manco la seconda.
Ford dice: non credo vedrò la luce buttandomi nella visione di questo film, così come non la vedrò leggendo le astruse recensioni del mio rivale.
Passo, dunque, senza ritegno, già sapendo che il Cannibale sarà pronto a sviolinare qualcuna delle sue sparate.

Stalking Eva
"Ford sarebbe un ottimo stalker online.
Se solo sapesse accendere il computer."

Cannibal dice: Gli stalker-thrillerini di solito sono un mio guilty pleasure. Questa poco promettente produzione italiana mi sa però di roba che non voglio stalkerare manco per sbaglio. Come Ford quando si fa la doccia.
Ford dice: le possibilità che stalkerizzi un film del genere sono le stesse che di colpo comincino a piacermi i dischi e le pellicole che fanno impazzire Peppa. Molte, molte meno di zero.

Un mondo fragile
"Io ve l'avevo detto che lasciare da solo Ford ai fornelli era un pericolo..."

Cannibal dice: La storia di un vecchio contadino la lascio volentieri al vecchio Ford. Io vado a vedermi un film teen, e di corsa!
Ford dice: non sarebbe male riportare alla terra le braccine di Cannibal, e farlo sfacchinare un po' con del vecchio, sano lavoro fisico.
Lavoro forzato, nello specifico.

Rudderless

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Regia: William H. Macy
Origine: Usa
Anno: 2014
Durata: 105'




La trama (con parole mie): Un ragazzino con la passione per la musica se ne sta nella camera del dormitorio del suo college a strimpellare la chitarra e a cantare stonato come un ubriacone, quand'ecco che succede una tragedia. Un pazzo fa irruzione armato nel campus universitario. Tra i morti c'è anche il ragazzino stonato.
La pellicola ci racconta il modo di affrontare la perdita del figlio da parte del padre, che affoga il dispiacere nell'alcol e va a vivere su una barca nel porto di un paesino dimenticato da Dio. Fino a che un giorno entra in un bar dove si esibiscono dei musicisti locali e lui realizza: “Se quegli sfigati possono suonare e cantare in pubblico, perché non posso farlo anch'io?”.






Ogni tanto ricordo ancora di quando fui giovane.
Non è facile. È passato tanto tempo. Ma proprio tanto tanto tanto. Erano gli anni ottanta. Di quale secolo, preferisco non rivelarvelo.
Per un certo periodo, comunque, anche io sono stato giovane, per quanto sia difficile da credere. È stato un periodo durato davvero poco. Quando ai miei coetanei cadevano i denti da latte, a me cadevano quelli del giudizio. E quando ai miei coetanei spuntavano i primi peli sul pube, a me spuntavano i primi capelli bianchi.
Per un brevissimo periodo, ricordo però di essere stato giovane e la prima scena del film Rudderless me l'ha riportato alla memoria. Anche io strimpellavo la chitarra, seguendo il modello del mio mito Brus Pristi. Anche io scrivevo canzoni. Era roba profonda. Un mio brano ad esempio faceva:
Magari ti chiamerò:
“Trottolino Amoroso, Dudu dadadà”
ed il tuo nome sarà
il nome di ogni città,
di un gattino annaffiato
che miagolerà.
Poi però me l'hanno fregato e ne hanno realizzato una versione davvero splendida. Certo che avrebbero potuto almeno citarmi tra i crediti della canzone.
A proposito, la canzone della prima scena di Rudderless mi ha ricordato la mia giovinezza. Ve l'ho già detto?
Può darsi, visto che ripeto sempre le stesse cose. Tipo che Sylvester Stallone è l'attore migliore del mondo ed è anche un gran bell'uomo, me lo farei troppo, e che il wrestling è uno sport vero, non solo una pagliacciata più finta di Beautiful come credono tutti.
Dopo la prima scena, comunque, è terminato l'amarcord di quando ero giovane e mi sono ritrovato ad immedesimarmi nella figura del padre, interpretato dal Billy Crudup di Almost Famous. Perché anche io sono un padre, questo credo di non avervelo ancora detto. D'altra parte questa è una cosa che non dico mai. Ho solo una t-shirt che indosso sempre durante i miei allenamenti di pesi, quando riesco a sollevare ben 2 kg per braccio, con scritto: “Best dad in the world”. Perché io non sono un semplice padre. Io sono il padre migliore del globo e anche di tutti i tempi. Volete che vi parli di mio figlio?
Ma perché perdere tempo a parlare di lui, quando posso narrarvi di me e di quanto sono figo come padre migliore di tutti i luoghi tutti i laghi tutto il mondo?
La stessa cosa la fa il film. Una volta messo da parte il figlio, che ATTENZIONE SPOILER muore subito nei primi minuti FINE SPOILER si concentra unicamente sul padre. È lui la vera figura cardine della pellicola. Lui e il modo davvero coraggioso di affrontare il suo lutto: ruba le canzoni che aveva scritto il figlio, mette su una rock band, ha successo e si dà alla bella vita!
Non vi sembra un modo eroico di superare la perdita di un figlio?
A me sì.
Qualcun altro come il mio blogger rivale avrebbe potuto incentrare l'intero post sulla breve apparizione di Selena Gomez, o sulla partecipazione del cantautore Ben Kweller, ex leader della grunge band anni novanta Radish, o di come ci sia Anton Yelchin e pure qui quel maledetto riesca a farsi una bella fighetta (Zoe Graham di Boyhood), o di come una volta abbia incontrato Felicity Huffman, che è molto più affascinante dal vivo mentre su schermo sembra sempre un mezzo cesso, o di come questo sia il film d'esordio alla regia del marito della Huffman, ovvero William H. Macy di Shameless, o di come ci sia una divertente comparsata musicale di Kate Micucci della serie tv Garfunkel & Oates, o di come la pellicola abbia una gran bella colonna sonora indie-rock, con vertice da brividi nella canzone finale.
Io invece non vi parlerò di tutte queste cose. Per me il film sono solo Billy Crudup e il suo personaggio.
Rudderless è un chiaro esempio di come si possa superare una tragedia così grande come la perdita di un figlio con dignità, forza di volontà, coraggio, che dimostra come noi padri siamo gli esseri migliori dell'intero universo.
Soprattutto quelli come me.
Soprattutto me.



MrCannibal



“Con i nostri chiar di luna
quando al cinema si va
il bambino mio fa festa
e un po' anche il suo papà
ma nel buio sul più bello
lui ti dice così:

Mi scappa la pipì... ih
mi scappa la pipì... ih
mi scappa la pipì papà
non ne posso proprio più
io la faccio qui.”
Pippo Franco - “Mi scappa la pipì” -







Lo stile di questo post vi ricorda per caso quello di un altro blogger?
Può darsi che abbia fatto come il protagonista del film Rudderless: ho fregato il lavoro di un altro, spacciandolo per mio. Ma hey, non chiametelo plagio, né tanto meno furto. Chiamatelo “omaggio”.

Cannibal Music - I dischi di settembre 2015

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Nel corso del mese di settembre sono arrivati un sacco di nuovi dischi. Talmente tanti che diversi non sono ancora riusciti ad ascoltarli per bene e a metabolizzarli a sufficienza e quindi di alcuni se ne riparlerà poi a ottobre. E di alcuni magari mai.
Intanto ecco l'opinione di Pensieri Cannibali su qualche album di cui mi andava di parlare in mezzo alla miriade di quelli usciti. D'altra parte, se persino Papa Francesco sta per pubblicare un disco, non è che forse ne escono troppi?

Lana Del Rey “Honeymoon”
 

Lo stile? La classe? L'eleganza?
Dimenticate il cashmere, meglio puntare sulla lana. Anzi, su Lana. Lana Del Rey.
C'è una raffinatezza, una classicità nella sua musica che non è riscontrabile da nessun'altra parte. Le sue canzoni non esistono nel presente, nel passato o nel futuro. Sono fuori dal tempo. È come se ci fossero sempre state ed è come se siano destinate a durare per sempre. Prendete l'apertura magistrale della title track “Honeymoon”, messa ad aprire le non-danze di questo disco pieno di pezzi lentissimi e non-ballabili. O ancora di più “Terrence Loves You”, una magni-fica ballata eterea tra Cocteau Twins e citazioni di David Bowie che suonerebbe alla grande suonata a Twin Peaks. O il singolo “High by the Beach”, il pezzo di fine estate perfetto.
“God Knows I Tried” sarebbe invece ideale come colonna sonora del nuovo film di James Bond. Molto meglio di “Writing's on the Wall” di Sam Smith scelta per Spectre, che fa abbastanza pena. Con “Religion” poi ci si mette pure a pregare. Pregare S. Lana. Funziona anche la sua cover personale di un brano già suonato e risuonato come “Don't Let Me Be Misunderstood”. E in “Salvatore” intona persino qualche parola in italiano! Cosa chiederle di più? Il sangue?
Qualcuno può accusare Lana Del Rey di un certo manierismo, di fare canzoni tutte uguali, di non avere ritmo, di suonare solo lentoni, di essere una Lagna Del Rey, ma se poi avesse fatto un disco electro-dance-dubstep, oppure un album punk-rock-metal-screamo-hardcore, sempre quel qualcuno avrebbe avuto qualcos'altro da ridire. E allora teniamoci Lana Del Rey così com'è. Una crooner al femminile di razza.
Anche se a Milano è in corso la Settimana della Moda, vi sfido a trovare qualcuno o qualcosa con più stile, classe, eleganza di lei. E della sua musica.
(voto 7,5/10)



The Libertines “Anthems for Doomed Youth”
Sul fatto che i Libertines potessero tornare per davvero in attività - diciamolo - ci credevano in pochi. Chi l'avrebbe mai detto che uno scombinato (per non dire di peggio) come Pete Doherty avrebbe avuto la testa per rimettersi con Carl Barât e gli altri due vecchi compagni e sfornare un nuovo disco, il terzo per la band dopo il leggendario esordio “Up the Bracket” del 2002 e il valido sequel “The Libertines” del 2004?
E invece i Libertini ce l'hanno fatta e oltre a essere fatti hanno pure fatto un nuovo album fottutamente esaltante. “Inni per gioventù spacciata” dice il titolo e dice tutto. Perché sprecare altro fiato con una recensione pseudo seria?
Vi consiglio solo di ascoltare questo album tanto malinconico quanto vitale, anche perché se oggi credete di trovare un disco di rock’n’roll più fico in circolazione, siete proprio spacciati. E pure scemi.
(voto 8/10)



Miley Cyrus “Miley Cyrus & Her Dead Petz”
Il nuovo album di Miley Cyrus è bello. Davvero. Mentre lo dico non sono nemmeno fatto come probabilmente lo è Miley in questo momento. Non ci credete?
Peggio per voi.
E se vi dico che è stato composto e registrato in compagnia dei Flaming Lips, da anni paladini della scena alternative pop, e con la collaborazione di altri nomi della musica indie come Ariel Pink e Phantogram ci credete un po' di più?
Non ancora?
E allora provate ad ascoltarlo a occhi chiusi, cercando di ignorare che la cantante è una popstar che appena può si mostra nuda e twerka come se non ci fosse un domani. Sentite un pezzo come “Karen Don't Be Sad”, una delle ballate più belle degli ultimi mesi.



Un difetto di cui si può accusare questo album, lontano mille miglia da qualunque concessione commerciale o radiofonica, è giusto quello di essere persino troppo generoso. 23 deliranti canzoni che parlano di marijuana e di animaletti morti per una durata sui 90 minuti alla lunga finiscono per diventare un pochino pesanti. Se Miley si fosse limitata a una decina tra i pezzi migliori, probabilmente ci sarebbe da gridare al capolavoro assoluto. Così resta comunque uno dei dischi più creativi, ispirati, folli e sorprendenti dell'anno.
Ancora non ci credete, vero?
(voto 7/10)

Duran Duran “Paper Gods”
Dici Duran Duran e dici anni '80. Poco importa che la band del Simon Le Bon abbia firmato successi anche negli anni '90 come “Ordinary World” e pure negli anni zero come “What Happens Tomorrow”. I Duran Duran sono un simbolo, un sinonimo stesso di 80s. Così è e con questa cosa loro per primi sanno che ci devono convivere. I loro ultimi album devono quindi sempre fare i conti con il loro ingombrante passato da una parte e il cercare di reinventarsi e suonare freschi e moderni dall'altra. Il nuovo “Paper Gods” non fa eccezione. Le basi restano quelle di un suono dagli echi tanto ottanta, aggiornati attraverso l'uso di una numerosa serie di guest-star che vanno dalla soul-star Janelle Monae alla dance-star Keisza alla guitar-star John Frusciante alla producer-star Mark Ronson alla Chic-star Nile Rodgers, per arrivare alla Hollywood-star drug-star Lindsay Lohan. Tutti ospiti che sembrano essere messi lì dentro a casaccio e vanno a comporre un album pasticciato, bolso, superato. Mi spiace molto dirlo, ma i “nuovi” Duran Duran fanno una figura simile al “nuovo” Terminator: obsoleti, non vecchi.
(voto 5/10)



Baby K “Kiss Kiss Bang Bang”
In teoria, Baby K può piacere a tutti.
La immagino la faccia che avete fatto. A voi non piace. E infatti ho detto che in teoria può piacere a tutti, solo che poi la pratica è diversa dalla teoria.
Baby K può piacere a tutti perché nel suo nuovo disco c'è dentro qualunque roba di qualunque tipo. È sia hip-hop che pop, più pop che hip-hop a dirla tutta, contiene pure nuove sonorità electro-dance-dubstep, il primo brano “Kiss Kiss Bang Bang” riecheggia “Ready or Not” dei Fugees, c'è il tormentone estivo “Roma - Bangkok” in coppia con Giusy Ferreri, c'è la traccia alla Nicki Minaj/Black Eyed Peas/M.I.A. “Dindi” e quella fashion simil-Lady Gaga omaggio alla direttrice di Vogue “Anna Wintour”, c'è la collaborazione con Madh che fa molto X Factor “Fakeness”, c'è il brano pseudo riflessivo alla Gemelli DiVersi “Chiudo gli occhi e salto”, c'è la versione femminista di Guè Pequeno “Lasciati le sneakers”, c'è persino l'inno da stadio “Ola” per far contenti i maschietti, e c'è pure un pezzo pop-punk alla Avril Lavigne, “Venerdì”, che più che come Avril Lavigne suona come una parodia di Avril Lavigne. Mentre “Hipster Love” sembra Fedez in gonnella che rifà “1985” dei Bowling for Soup. E c'è inoltre la base plagio omaggio a “Roar” di Katy Perry (che a sua volta si ispirava a “Brave” di Sara Bareilles) che risponde al nome di “Super Mega Iper”.
Il pregio è che non ci si annoia e anzi “Kiss Kiss Bang Bang” è un dischetto che con i suoi testi simpatici risulta piuttosto divertente. Il problema è che in questo variegato miscuglione di roba, la vera identità di Baby K non viene fuori. Sarà che in realtà è Alexia che si nasconde dietro a un altro nome d'arte e ha cambiato genere, passando dalla dance tamarra al rap tamarro?
(voto 5,5/10)



Foals “What Went Down”
I britannici Foals sono tornati con il loro album magari non migliore, ma comunque il più potente, diretto e cazzuto della loro discografia. Se in passato il loro math-rock ad alcuni poteva suonare troppo ragionato e poco incisivo, pur senza rinunciare al loro caratteristico stile questa volta i Foals hanno usato un po' meno il cervello e un po' più il cuore. Forse anche un po' più le palle.
(voto 7+/10)



Bring Me the Horizon “That's the Spirit”
Questo è il disco che avrei voluto avere tra le mani quando avevo 16 anni. Una bomba esaltante di emo-hard-rock adolescenziale che propone un buon gusto pop per le melodie, pur rimanendo sempre potente. Basti sentire il cheerleader-metal di “Happy Song”, una delle canzoni più devastanti e fighe esplose negli ultimi mesi.
Per godere di un disco del genere la cosa importante comunque non è essere anagraficamente un 16enne. La cosa importante è avere sempre lo spirit del 16enne.
(voto 6,5/10)



Canzone del mese
Petite Meller “Baby Love”
Il pezzo più contagioso dell'ultimo scorcio della bella stagione. All'inizio non mi convinceva del tutto, ma più l'ascolto e più mi piace.
Tormentone estivo a scoppio ritardato.

The Gallows - Il gioco dell'impiccato

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The Gallows - L'esecuzione
(USA 2015)
Titolo originale: The Gallows
Regia: Travis Cluff, Chris Lofing
Sceneggiatura: Travis Cluff, Chris Lofing
Cast: Reese Mishler, Pfeifer Brown, Ryan Shoos, Cassidy Gifford
Genere: mockumerdary
Se ti piace guarda anche: YouReporter.it

Oggi facciamo un gioco.
Giochiamo all'impiccato.


Dovete definire la pellicola The Gallows - L'esecuzione con una parola sola, di cinque lettere.
Per aiutarvi vi do già l'ultima lettera.


Dite FIICA?
No, non è manco una parola vera e propria in italiano, né in nessun'altra lingua conosciuta e questa comunque non è una pellicola fiica.
Vi aiuto con un'altra lettera.


Dite BELLA?
No, sbagliato. Non è una pellicola bella.

Andiamo avanti con un'altra lettera...


PERLA?
Sul serio dite perla?
Questa pellicola non è una perla. Non ci siete proprio!
Per aiutarvi ulteriormente, ve la descrivo un po'.
The Gallows - L'esecuzione non è un film girato in finto stile amatoriale. È proprio un film amatoriale. È come quei filmini delle vacanze che i vostri amici vi costringono a guardare, credendo di aver realizzato un capolavoro cinematografico ma no, non è per niente un capolavoro cinematografico. Persino i filmati presenti all'interno del film sono girati con il buco del culo.
Volete sapere qualcosa della trama?
La trama è: quattro imbecilli, due impegnati in una recita scolastica incentrata su un tipo impiccato e due che cercano di boicottarla, vanno a scuola di notte e rimangono bloccati dentro a causa di una qualche presenza soprannaturale, o forse soltanto della loro stupidità. Fine della trama di questo mockumentary, found footage o come diavolo volete chiamarlo. Si può anche classificare come l'ennesimo erede di The Blair Witch Project, una delle operazioni di marketing più geniali nella Storia del Cinema, quanto uno dei lavori più dannosi nell'intera Storia del Cinema, capace di convincere chiunque in possesso di una videocamera e di qualche dollaro di poter realizzare un'opera d'arte. Che poi The Gallows - L'esecuzione è stato girato con appena $100mila, che per gli standard hollywoodiani è una cifra ridicola, però, quando uno lo vede, si chiede: “Ma in cosa li hanno spesi, 100 mila dollari? In escort e champagne per tutta la troupe?”.
Il film, se tale può essere definito, ha comunque tre pregi che vanno segnalati ed è il motivo per cui come voto gli assegno un insperato 3/10:

1) Le protagoniste femminili sono due discrete fighette, soprattutto la bionda.
2) La durata dello pseudo film è di appena 70 minuti e, per quanto passino lenti come 700, si riesce ancora ancora a reggerli.
3) I personaggi sono tutti così insopportabili che, pur nella noia della visione, è quasi divertente vederli mentre gli capita qualcosa di brutto.

Per il resto questo film è una vera...


Ooh, bravi, finalmente ci siete arrivati!
(voto 3/10)


I Fantastici 4 contro gli Avengers

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Supersfida, è proprio il caso di dirlo, quest'oggi su Pensieri Cannibali: I Fantastici 4 si menano con gli Avengers! Chi avrà la supermeglio tra questi supereroi?

Mister Fantastic (Miles Teller)
vs
Iron Man (Robert Downey Jr.)

Io Tony Stark non l'ho mai sopportato. È solo un ricco imprenditore figlio di papà sbruffone e con un senso dell'umorismo meno divertente di quanto crede. I 3 film di Iron Man, poi, per lo più esaltati da pubblico e critica, a me sembrano uno peggio dell'altro. Per quanto Robert Downey Jr. si sia calato alla grande nella parte di questo eroe che di super ha giusto il conto in banca, gli preferisco allora Miles Teller. Pur lontanissimo dal suo film migliore Whiplash, il giovane promettente attore offre un'interpretazione decente e ci regala un Mister Fantastic poco fantastic e molto nerd. Per me meglio lui di Tony Stark e meglio lui del pessimo Mister Fantastic in versione Ioan Gruffudd ne I Fantastici 4 del 2005.
And the winner is... Miles Teller

Donna Invisibile (Kate Mara)
vs
Vedova Nera (Scarlett Johansson)

Kate Mara mi piace. Nella serie House of Cards dimostrava un notevole sex appeal, mentre qui nei panni della invisibile ma non troppo Susan Storm è carina caruccia. Mi spiace però per lei, ma Scarlettona Johansson non si batte. Oltre a portare la sua dose di gnoccaggine, la sua Black Widow in coppia con Hulk/Mark Ruffalo fornisce anche i momenti più umani di un film, Avengers: Age of Ultron, per il resto molto robotico e ben poco umano.
And the winner is... Scarlett Johansson

La Cosa (Jamie Bell)
vs
Hulk (Mark Ruffalo)

Avengers: Age of Ultron offre qualche (rara) scena decente giusto quando leva di mezzo gli effettoni speciali, gli inseguimenti, i combattimenti e le esplosioni e rallenta il ritmo. Le già menzionate scene con Hulk e Black Widow si salvano da un film in cui per il resto c'è ben poco da salvare e fanno salvare pure Hulk contro la gigantesca Cosa interpretata da un Jamie Bell ben poco, anzi per nulla in parte.
Torna a danzare, Billy Elliot, che è meglio!
And the winner is... Mark Ruffalo

Torcia Umana (Michael B. Jordan)
vs
Thor (Chris Hemsworth)

Dal suo film d'esordio Chronicle, il regista Josh Trank si è portato con sé Michael B. Jordan, che tra I Fantastici 4 si è aggiudicato la parte di Torcia Umana. È lui il figo del gruppo, quello che fa le corse spericolate in auto credendosi Vin Diesel e ascolta musica soul cool (“Standing in the Shadows of Love” dei Four Tops suonata nella sua autoradio). Il suo personaggio, così come gli altri del film, non sarà poi così ben delineato, ma in confronto a un Thor (o anche a un Captain America/Chris Evans) è una figura quasi sfaccettata.
And the winner is... Michael B. Jordan

Dottor Destino (Toby Kebbell)
vs
Ultron


Toby Kebbell è un giovane attore di ke belle speranze che nella miniserie thriller inglese The Escape Artist, in cui ovviamente c'era anche l'immancabile David Tennant, appariva parecchio inquietante. La sua scelta come cattivone di turno ne I fantastici 4 sembrava quindi azzeccata. Peccato che nella seconda pessima parte del film, ovvero proprio quando il suo personaggio diventa cattivo, il suo volto sia del tutto nascosto dalla maschera sfigurata di Dottor Destino. E a questo punto che dietro ci sia Toby Kebbell o Alvaro Vitali non fa molta differenza. Come cattivone 'sto Dottor Destino appare poi nel film davvero scarso, visto che non fa paura nemmeno per sbaglio e viene eliminato con una facilità enorme, manco fosse Topo Gigio.
Non fa una figura migliore Ultron, il tanto vociferato super mega villain di Avengers 2, che si è addirittura guadagnato una menzione nel titolo della pellicola. Dal trailer pareva ci saremmo trovati di fronte a una versione inquietante di Pinocchio. Peccato che il trailer contenesse tutto il meglio di Avengers: Age of Ultron, per il resto una baracconata con 6 supereroi in calzamaglia impegnati a combattere un cattivone che più inutile (e pure brutto) non si potrebbe. Dottor Destino permettendo.
And the winner is... Nessuno

Fantastic 4 - I Fantastici Quattro
vs
Avengers: Age of Ultron

Fantastic 4 è uno dei film più criticati e sbeffeggiati dell'anno, dalla critica, tanto quanto dagli appassionati di fumetti. A vedere la prima parte si rimane piuttosto stupiti da tutti gli insulti che gli sono piovuti addosso. Si tratta infatti di una pellicola teen vagamente alla Spider-Man con personaggi e situazioni piuttosto stereotipati, però i primi 45/50 minuti di pellicola scivolano via che è quasi un piacere, se non altro per l'assenza quasi totale di effetti speciali o di scene di botte, che invece in Avengers: Age of Ultron cominciano fin dalla prima sequenza e proseguono per 2 infinite ore e mezza quasi senza sosta.
A vedere la seconda parte della pellicola, l'odio comincia però a diventare in parte comprensibile. Da quando i 4 protagonisti acquistano i superpoteri, la pellicola svacca di brutto. Cosa che deve far riflettere. I film sui supereroi in generale sono meglio fino a che a essere messa in primo piano è la componente umana, piuttosto che qualche terrificante effettaccio speciale o abito in calzamaglia. I film sui supereroi insomma sono decenti (o quasi) fino a che non ci sono i superpoteri. Un superparadosso, ma I fantastici 4 ne è la più lampante delle dimostrazioni.
Nel secondo tempo della pellicola si nota come le intenzioni del regista Josh Trank di fare un lavoro sui supereroi atipico, più vicino a La mosca di David Cronenberg che non agli Avengers, siano naufragate di fronte alle intenzioni della produzione, che ha invece preteso il classico film supereroistico. E così la seconda parte de I fantastici 4 è davvero un pasticciaccio terribile, che termina in uno dei finali più ridicoli degli ultimi anni.

Avengers: Age of Ultron non mostra uno sbalzo qualitativo così evidente come Fantastic 4, ma solo perché fa schifo dall'inizio alla fine. A voler salvare qualcosa, c'è giusto la parte centrale. Anche in questo caso guarda caso quella senza effetti speciali. Quando gli Avengers si “rintanano” a casa di Occhio di Falco (Jeremy Renner) è l'occasione per sentire addirittura qualche dialogo e non solo dei rumori di ossa che si rompono. La cosa migliore del film è la moglie di Occhio di Falco interpretata da un'ottima Linda Cardellini. E se in un film sui supereroi la cosa migliore è l'unico personaggio che non ha niente a che vedere con i supereroi, forse quel film non è poi così eccezionale.
Due ore e mezza di combattimenti e inseguimenti neanche troppo spettacolari, conditi da effetti speciali manco troppo speciali. In altre parole: due ore e mezza di nulla. Sembra giusto la replica spenta del primo capitolo The Avengers, che già non mi aveva certo entusiasmato. Il mitico paparino di Buffy Joss Whedon, qui di nuovo impegnato nella doppia veste di regista e sceneggiatore, ha offerto davvero il suo minimo sindacale. Forse manco quello. Meglio così. Si è intascato il generoso assegno di Marvel + Disney e ha tenuto le sue idee migliori per i suoi progetti più indie, come In Your Eyes, Molto rumore per nulla o Quella casa nel bosco. Questa sì che è una mossa super.
And the winner is... I Fantastici 4

"Sul serio hanno vinto i Fantastici 4? Tu, Cannibal, sei proprio matto!"

Fantastic 4 - I Fantastici 4
(USA, Germania, UK, Canada 2015)
Titolo originale: Fantastic Four
Regia: Josh Trank
Sceneggiatura: Josh Trank, Jeremy Slater, Simon Kinberg
Cast: Miles Teller, Kate Mara, Michael B. Jordan, Jamie Bell, Toby Kebbell, Reg E. Cathey, Tim Blake Nelson
Genere: poco fantastico
Se ti piace guarda anche: Spider-Man, The Amazing Spider-Man, I Fantastici 4
(voto 5/10)

Avengers: Age of Ultron
(USA 2015)
Regia: Joss Whedon
Sceneggiatura: Joss Whedon
Cast: Robert Downey Jr., Scarlett Johansson, Mark Ruffalo, Chris Evans, Chris Hemsworth, Jeremy Renner, Linda Cardellini, Aaron Taylor-Johnson, Elizabeth Olson, Andy Serkis, Cobie Smulders, Don Cheadle, Samuel L. Jackson, Julie Delpy, Stan Lee, James Spader (voce in lingua originale di Ultron)
Genere: poco ultra
Se ti piace guarda anche: The Avengers, Iron Man, Thor, Terminator Genisys
(voto 4,5/10)

Narcos, la serie che crea più dipendenza della cocaina

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Narcos
(serie tv, stagione 1)
Rete americana: Netflix
Rete italiana: in arrivo su Netflix Italia a ottobre
Creata da: Carlo Bernard, Chris Brancato, Doug Miro, Paul Eckstein
Cast: Boyd Holbrook, Wagner Moura, Pedro Pascal, Joanna Christie, Luis Guzmán, Paulina Gaitan, Stephanie Sigman, Danielle Kennedy, Juan Pablo Raba, Bruno Bichir, Alberto Ammann, Vera Mercado
Genere: roba buena
Se ti piace guarda anche: Gomorra - La serie, 1992, Breaking Bad

La vuoi una roba giusta?
La vuoi una roba buena?
La vuoi una roba che non ti fa dormire la notte?
La vuoi una roba che ti dà una botta più di qualunque droga tu abbia mai provato?
Ce l'ho io. Si chiama Narcos. È la nuova serie tv di Netflix. Ti offro la prima dose gratis. La puntata pilota è una vera e proprio bomba, meglio della bamba. Ti garantisco che poi non potrai più farne a meno e ti dovrai sparare anche gli altri 9 episodi uno in fila all'altro. Se ti piace l'assaggio, le altre puntate te le faccio pagare solo 50 euro l'una. Se le prendi tutte in un colpo solo, ti faccio lo sconto: 300 euro.

Dici che è una serie Netflix e Netflix sta per sbarcare in Italia al prezzo di 7.99 euro al mese?
Bueno. Allora se la prendi da me ti vendo l'abbonamento a 4.99 al mese, e dentro ci metto anche l'opzione per vedere Sexflix, la versione porno di Netflix, più una batteria di pentole in acciaio inox, che lo so che nessuno può resistere a una batteria di pentole in acciaio inox.

Visto che è una serie di Netflix, potresti pensare che Narcos è il nuovo Orange Is the New Black. Invece no. Narcos es el nuevo Gomorra. Sarà anche una produzione televisiva statunitense, però qui si respira più che altro un'atmosfera latinoamericana, grazie all'ambientazione colombiana e alla parlata ispanica che nel giro di una manciata di episodi diventa contagiosa quanto quella di Gomorra - La serie, de puta madre!

Narcos ti racconta le vicende di un tizio al cui confronto Don Pietro e Genny Savastano sembrano quasi dei dilettanti del crimine. Pablo Escobar è un mix tra Scarface, Don Vito Corleone e Osama Bin Laden. È un trafficante di cocaina, anzi è IL trafficante di cocaina. Se adesso hai una (o più di una) striscia di coca su per il naso puoi dire grazie a lui. Si deve infatti a Escobar se la cocaina è stata esportata con così grande successo negli Stati Uniti, diventando uno status symbol per gli yuppie degli anni '80 prima dall'altra parte dell'Oceano e poi in Europa, Italia compresa. Oltre a ciò, Pablo Escobar è anche un assassino, un terrorista e pure un uomo politico. Vedi tu quale delle tre cose sia più pericolosa. Capisci bene che al suo cospetto i Savastano si devono dare un attimo una svegliata, se vogliono ambire al ruolo di super cattivoni e poter avere i Minions dalla loro parte.

"Tutta questa coca? Ma è per uso personale, agenti.
E poi non è coca. E' zucchero."

Oltre a uno stile criminale non troppo distante da Gomorra - La serie, Narcos ti ricorderà vagamente anche un'altra serie italiana recente, l'altra migliore serie italiana recente: 1992. Pure qui abbiamo infatti un mix tra realtà e finzione, personaggi veri e fittizi, cronaca di quanto davvero successo nei decenni passati, in questo caso si parte dai primi anni '80 e si arriva fino ai primi anni '90, e infarcimento televisivo. Se 1992 predilige però giocare sul versante fiction, Narcos ha uno stile un po' più documentaristico, a volte si ricorre proprio a spezzoni tratti da filmati dell'epoca, e ha uno spirito più aderente ai fatti. O almeno così sembra, visto che, non so te, ma io prima di questa serie al riguardo di Pablo Escobar sapevo poco o nulla, se non che veniva esaltato su alcune t-shirt tamarre che andavano di moda - non si sa bene perché - qualche anno fa.


Narcos comunque non è un documentario, paisà. Narcos è una grande serie che sa bene come usare la storia, l'incredibile storia di Pablo Escobar e della Colombia a cavallo tra 80s e 90s, per creare un ottimo prodotto di intrattenimento televisivo. Non ti devi certo aspettare una visione leggera o disimpegnata, però sa essere davvero accattivante anche per i meno appassionati di narcotraffico o di storia colombiana recente o di malavita in generale. Narcos è una fottuta figata che seguirai con enorme interesse - salvo giusto qualche sporadico calo d'attenzione qua e là - per tutti e 10 gli episodi che vanno a comporre la prima stagione. Ma tranquilo chico che la seconda è già stata confermata.


Se Narcos si fa seguire che è un piacere anche da chi Pablo Escobar fino ad ora l'aveva sentito nominare a malapena, c'è un motivo. Il tratto maggiormente distintivo della serie, che - chissà? - magari tu potresti anche considerare una cosa fastidiosa, è la voce fuori campo.
Tutti gli episodi di Narcos sono accompagnati, e parecchio, dalla voce di un agente americano della DEA, l'agenzia statunitense che combatte il traffico internazionale di stupefacenti. Il suo punto di vista permea l'intera serie e per fortuna, per quanto si tratti di un tipo molto yankee, non è un agente perfettino o il più alto baluardo di moralità. Pur non approvando sempre l'uso della voce fuori campo, che a volte può risultare superfluo o in certe occasioni può nascondere l'incapacità di un regista di mostrare ciò che vuole dire con le immagini anziché con le parole, qui è davvero necessario. Senza la voce fuori campo, senza un punto di vista esterno, Narcos sarebbe una serie seguibile e comprensibile solo da un pubblico di colombiani che hanno vissuto, e soprattutto che sono sopravvissuti, nel periodo raccontato. Quindi la voce fuori campo in questo caso ci sta tutta e dopo un po' offre anch'essa un senso di dipendenza. Così come i personaggi, tutti più negativi che positivi, ottimamente interpretati da un cast di volti non troppo conosciuti, almeno dalle nostre parti, a parte Pedro Pascal già segnalatosi come Oberyn Martell in Game of Thrones, e l'ex calciatore del Real Madrid Raul, scusa volevo Alberto Ammann visto nelle pellicole spagnole Cella 211 ed Eva. E poi c'è anche quella faccia cattiva di Luis Guzmán che quando c'è da fare qualche personaggio latino lo chiamano sempre.


Tutto in questa serie funziona così bene che persino la colonna sonora ti piacerà, anche se come me le latinoamericanate le odi, a partire dalla magnifica sigla “Tuyo” di Rodrigo Amarante. È tutta roba di prima qualità. Tutta roba tagliata fina, più fina della maglietta di “Questo piccolo grande amore” del Baglioni.
E allora, ti sei deciso? La vuoi questa prima dose di Narcos?
Se poi però quando la finisci vai in crisi d'astinenza, son cavoli tuoi.
(voto 8/10)


Sopravvissuto ai film di questa settimana

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L'ottobre cinematografico italiano si apre con una serie di pellicole parecchio variegate, indirizzate a differenti tipi di persone: i fan della fantascienza, i patiti di hip-hop e gli appassionati di Muccino...
Ok, a quest'ultima categoria mi sa che ormai non appartiene più nessuno, visto che i seguaci di Muccino (sia Senior che Junior) hanno fatto la stessa fine dei dinosauri. O del mio blogger-nemico nonché co-conduttore di questo ennesimo appuntamento con la rubrica sulle uscite nei cinema italiani della settimana, Mr. James Ford.

Sopravvissuto - The Martian
"Bello eh, Marte. Mi sono divertito un casino!
Adesso però chi mi dà uno strappo fino alla Terra?"

Cannibal dice: Ridley Scott è uno dei registi più sopravvalutati nella Storia del Cinema. Blade Runner a parte, i suoi film non mi hanno mai detto molto. Di recente poi è sprofondato nel ridicolo con robe tragicomiche come The Counselor - Il procuratore. Le aspettative nei confronti di un suo nuovo film per quanto mi riguarda sono quindi sempre più basse del basso, e se a ciò aggiungiamo il fatto che Matt Damon è un attore che non mi entusiasma e le vicende ambiente nello spazio ancora meno, potrei bottigliare questo The Martian manco come fa Ford con un bel film a caso. Però c'è da segnalare un grande trio di attrici: Jessica Chastain più Kate Mara più Mackenzie Davis della serie Halt and Catch Fire. Inoltre la sceneggiatura è firmata da Drew Goddard, quello di Quella casa nel bosco. E a questo punto il film vaga nello spazio delle future visioni come una enorme incognita.
Ford dice: Ridley Scott è sempre stato una scommessa. Partito alla grandissima con un trittico che farebbe invidia a qualsiasi regista - I duellanti, Alien, Blade Runner - e poi rivelatosi decisamente altalenante nei risultati, l'inglesaccio resta comunque un riferimento, e considerato che il romanzo dal quale è tratto questo film è un vero cult per gli appassionati del genere e la sceneggiatura è affidata a quel furbone di Goddard, penso che qualche sorpresa potrebbe riservarla.
Staremo a vedere.
Cannibal, invece, purtroppo di sorprese non ne regala mai. È sempre lo stesso, inesorabile radical chic allergico al Cinema vero.

Padri e figlie
"Tesoro, non piangere. Ti prometto che prima o poi Muccino tornerà a fare film decenti."
"Sì certo, papà. E' più probabile che torni magro..."

Cannibal dice: Mi si passi il mio solito paragone assurdo, ma la carriera di Gabriele Muccino ha seguito una parabola simile a quella di Ridley Scott. Un passato valido e un presente ridicolo. Questo suo nuovo film ammeregano con Russell Crowe, Amanda Seyfried e Aaron “Jesse Pinkman” Paul puzza di boiata buonista grande come una casa. Mi attirerebbe quasi, se solo stroncarlo non sembrasse un'impresa più semplice ancora del prendere per i fondelli Ford.
Ford dice: Muccino, che ormai pare si sia bollito il cervello in terra ammeregana, non è mai stato uno dei miei favoriti neppure nel suo momento migliore, ormai risalente ad una quindicina di anni fa. Considerato l'effetto che mi hanno fatto i suoi ultimi lavori e il già fitto novero dei candidati al Ford Award per il peggior film dell'anno, penso mi risparmierò la sofferenza.

Straight Outta Compton
"Ti dichiaro in arresto."
"Solo perché sono nero?"
"No. Solo perché leggi WhiteRussian."

Cannibal dice: La mia visione della settimana. Pellicola sul gruppo rap N.W.A che negli Usa si è rivelata il biopic musicale di maggiore successo di sempre e che nell'Italietta invece passerà probabilmente inosservata. Sarebbe un peccato perché potrebbe essere uno dei filmoni dell'anno. Per gli appassionati di hip-hop, ma non solo. Non state quindi a sentire le opinion di quel Fordon e correte a guardare Straight Outta Compton.
Ford dice: ho sempre adorato gli N.W.A., un gruppo rap di quelli che i ragazzini ed i finti ragazzini di oggi come Cannibal si possono letteralmente sognare. Ricordo quanto ascoltai, ai tempi, la raccolta dei loro successi, superata come numero di ascolti soltanto da Black Sunday dei Cypress Hill, il mio disco rap preferito in assoluto.
Inutile dire che questo film sarà in cima alla lista per questa settimana, mentre decisamente più utile sapere che è molto atteso sia da me che dal pusillanime Peppa.

APPuntamento con l'amore
"L'altro giorno ho provato a spiegare a Ford cos'è una app."
"E ce l'hai fatta?"
"Dopo 2 ore mi sono arreso, ahahah!"

Cannibal dice: Al di là di un titolo italiano che manco io mi sognerei di tirare fuori per un mio post, questo APPuntamento con l'amore/Two Night Stand si preannuncia come una romcom moderna e piacevole, ovvero tutto ciò che Ford odia. Un motivo in più per non perdersela.
E che qualcuno spieghi a Ford, se ne è capace, cos'è una app.
Ford dice: a prescindere dall'agghiacciante titolo italiano - una roba che non potrebbe inventarsi neppure il mio antagonista per il titolo di un suo come di consueto sconclusionato post - questa romcom sulla carta abbastanza interessante mi lascia decisamente tiepidino, specie considerando che il mio bonus per il genere l'ho già giocato, in questo periodo, per il più che discreto Trainwreck.

Io e lei
"Margherita, tu quando l'hai capito che gli uomini non ti piacciono?"
"Il maledetto giorno in cui ho incontrato James Ford."
"Hey, ma anch'io!"

Cannibal dice: Un film italiano su una coppia lesbo?
Il cinema nostrano è finalmente entrato nel 2015?
Ford, a questo punto il presente aspetta solo te...
Ford dice: film italiano apparentemente moderno? Fantascienza pura. Almeno quanto Cannibal che fornisce pareri cinematografici sensati.

Pecore in erba
"Ancora non riesco a togliermi le immagini dell'ultimo film consigliato da Ford da davanti agli occhi."

Cannibal dice: Pellicola italiana presentata nella sezione Orizzonti a Venezia 2015 che pare una roba piuttosto singolare: una commedia sul tema dell'antisemitismo.
Hey, ma La vita è bella non è già stato fatto?
Ford dice: ogni settimana, quando mi ritrovo a scrivere i commenti ai film per questa rubrica, mi chiedo per quanto andremo avanti ad affrontare almeno tre o quattro pellicole italiane alla settimana delle quali non si sentiva minimamente bisogno.
Temo per sempre.

A Napoli non piove mai
"FOOORD! Scendi e dammi indietro i soldi spesi per vedere l'ultimo film che hai spacciato per Capolavoro!"

Cannibal dice: Sul manifesto promozionale del film campeggia la scritta “La commedia più solare dell'anno”. Una mossa davvero astuta farla uscire adesso che è ormai autunno. Gli esperti di marketing della pellicola hanno per caso assunto James Ford come consulente straordinario?
Ford dice: sempre a proposito del Cinema italiano, direi che ormai piove sul bagnato. Un po' come se si parla dell'eccesso di ego del mio co-conduttore.

Inside Out: Gioia

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Inside Out
(USA 2015)
Regia: Pete Docter, Ronaldo Del Carmen
Sceneggiatura: Meg LeFauve, Josh Cooley, Pete Docter
Cast: Riley, Gioia, Tristezza, Paura, Disgusto, Rabbia, Bing Bong, Mamma, Papà
Genere: emo
Se ti piace guarda anche: Alice nel paese delle meraviglie, Up, Wall-E


Inside Out è bellissimo!
No, mi correggo: è bellissimissimissimissimissimissimissimissimissimo!!!
Ma l'avete visto?

È una pura gioia per gli occhi e per il cuore. Non lo dico solo perché io sono Gioia e quindi forse sono un po' di parte, visto che sono anche la protagonista principale del film...

Volevo dire: Riley è la protagonista principale. Io sono più la mattatrice barra idola assoluta della pellicola, ma la protagonista è lei, sia mai che voglia rubare la scena a quella bimbaminkia con la faccia non tanto sveglia. Viva Riley, sia chiaro. Viva Riley!

"Ma cosa scrive, quella cattivona?"

Tra l'altro, chi mai può lamentarsi per essersi trasferito dal Minnesota alla California?

"Di sicuro non noi!"

Certo, la parte dedicata alla vita di Riley è tipo un Boyhood in versione animata, però l'avete visto Boyhood?
Spunto geniale e tutto, ma nelle quasi 3 ore della sua durata ogni tanto la palpebra cala, un po' come quando parla Tristezza. Che depressione, quella tipa! Cioè, è una persona fantastica, mica dico no, però che tristezza, mai nome fu più appropriato.
A differenza di Boyhood, dentro Inside Out per fortuna non c'è spazio per un singolo momento di calo di palpebra o di interesse. È un'ora e mezza di pura estasi cinematografica. Uno spettacolo adatto ai più piccini picciò, ma anche e soprattutto ai più adultini adultò. Un film che qualcuno ha voluto leggere in chiave psicoanalitica, però che due scatole: godetevi la vita e godetevi questa pellicola senza stare sempre ad analizzare tutto. Inside Out è un lavoro introspettivo e riflessivo, va bene, solo che per prima cosa è un grande prodotto d'intrattenimento. È una commedia. È una festa del Cinema. È una gioia.
(voto 10+/10)

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Inside Out: Paura

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Inside Out
(USA 2015)
Regia: Pete Docter, Ronaldo Del Carmen
Sceneggiatura: Meg LeFauve, Josh Cooley, Pete Docter
Cast: Riley, Gioia, Tristezza, Paura, Disgusto, Rabbia, Bing Bong, Mamma, Papà
Genere: emo
Se ti piace guarda anche: Alice nel paese delle meraviglie, Up, Wall-E

Avevo paura, prima di guardare Inside Out.
Una paura folle!
Io sono Paura e ho sempre paura. In questo caso però non era una cosa normale nemmeno per me, vi dico. Era addirittura una paura doppia. Da una parte, a forza di sentirne parlare più che bene, temevo di non amarlo allo stesso modo di tutta la gente straentusiasta là fuori, come Gioia, e non solo lei. Quella vabbé si esalta per qualunque cosa. Dovete vederla quando si lava i denti. La fa sembrare un'esperienza unica e irripetibile ogni volta. Per non parlare di quando fa colazione. Se si mangia una fetta biscottata con un po' di marmellata sopra, sembra si stia pappando un piatto cucinato da Antonino Cannavacciuolo. Che paura che mi fa, quello lì!
A Gioia comunque io voglio bene e tutto, però svegliarsi ogni mattina con quella è una vera sciagura, soprattutto per me che vedo l'alba di un nuovo giorno come l'inizio di un altro lungo sentiero fatto di insidie e pericoli.
Dicendo che mi sveglio ogni mattina con Gioia non significa che andiamo a letto insieme, cosa credete?
Io non farei mai sesso. Con tutte quelle malattie veneree che ci sono in giro, che siete pazzi?
Troppa paura, troppa!
E poi ci pensate a fare sesso con Gioia?
Non oso nemmeno immaginare cosa possa fare quella quando prova un orgasmo...
"Paura che parla di sesso? Sul serio???"


Con tutte le opinioni positive che ha generato, temevo che non avrei apprezzato Inside Out come l'intero mondo là fuori. Temevo che, se l'avessi criticato, poi la gente mi avrebbe insultato. Oppure avrebbe smesso di leggere il mio seguitissimo blog, Paure Cannibali. Avevo persino il timore che qualcuno si sarebbe messo a piangere. Le reazioni delle persone quando gli critichi il loro film del cuore sono imprevedibili. C'è gente che arriva a toglierti il saluto, o a minacciarti di morte, quindi che fare?

"Niente male il sito Paure Cannibali, però che non provi a criticarmi, altrimenti sono cavoli, anzi broccoli amari!"

Per fortuna il problema non si è posto. Inside Out mi è piaciuto. L'ho adorato dalle prime deliziose note di piano di Michael Giacchino poste in apertura fino alle scenette sui titoli di coda, però ho paura a dire che è uno dei migliori film dell'anno, perché se nei prossimi mesi escono 10 pellicole più belle poi che faccio? Mi rimangio tutto? La gente potrebbe insultarmi e ho troppo timore che lo faccia.

La seconda paura che avevo prima di guardare Inside Out era che lo avrei amato proprio come tutti gli altri. Avevo il timore di essere come gli altri. Omologato alla massa. L'ennesimo parere indistinguibile dagli altri. E io preferisco essere una voce fuori dal coro. Mentre gli altri seguono la corrente, io sono sempre quello che dice: attenti, state attenti a quella dannata corrente, che è pericolosa!
E allora io vado controcorrente anche questa volta: Inside Out sì, è un film bello, molto bello, però ho paura a gridare al Capolavoro. Anche se io grido per qualunque cosa, soprattutto per le pellicole dell'orrore, da Shining a Profondo rosso passando per Troppo belli, la parola Capolavoro mi spaventa ancora di più. Soltanto il tempo ci potrà allora dire se questo nuovo lavoro della Pixar è un Capolavoro. Per adesso io preferisco gridare al bel film. E, se non siete d'accordo con me, per favore non minacciatemi che se no potrei farmela addosso dalla paura.
(voto 8/10)

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Inside Out: Disgusto

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Inside Out
(USA 2015)
Regia: Pete Docter, Ronaldo Del Carmen
Sceneggiatura: Meg LeFauve, Josh Cooley, Pete Docter
Cast: Riley, Gioia, Tristezza, Paura, Disgusto, Rabbia, Bing Bong, Mamma, Papà
Genere: emo
Se ti piace guarda anche: Alice nel paese delle meraviglie, Up, Wall-E

La Pixar l'ha fatto di nuovo. Ha fatto di nuovo il suo film ruffianotto e tutti ad applaudire e a gridare al Capolavoro. Beh, sapete cosa ne penso io?
Io provo disgusto!
Bleah!
Per Inside Out?
Ma no! Il film è assolutamente adorabile ed è quasi disumano non amarlo. Provo disgusto per i tre tenorini de Il Volo, quello sempre e comunque, soprattutto quando imbrattano di feci le camere d'albergo credendosi delle rockstar, e provo digusto per i facili entusiasmi. Lo spunto di partenza iniziale di Inside Out è geniale, certo. La prima mezz'ora circa è esaltante e perfetta, verissimo, proprio come lo era la prima metà di Up. Solo che poi la pellicola nella seconda parte qualche cedimento ce l'ha. La Pixar come suo solito un paio, e forse anche più, di bambinate le ha inserite. Gli addetti alle pulizie dei ricordi e tutti quegli altri mini omini simil-Minions, ad esempio, sono messi lì probabilmente giusto per strizzare l'occhio al pubblico dei bambini. Così come l'amico immaginario rosa Bing Bong è stato inserito forse per strizzare l'occhio al pubblico gay. Chissà? La canzoncina dell'amicizia con cui quell'esaltata di Gioia riesce a tornare nella Memoria a lungo termine, poi, era davvero necessaria?
E quanta droga si deve fare quella, per essere sempre così su di giri?
Secondo me quell'animale rosa sarà anche un amico immaginario, ma come pusher invece è ben reale.

"Venite con me ad Amsterdam... volevo dire a Immagilandia."

La parte centrale della pellicola, quella del viaggio di Gioia insieme a Tristezza, una che di droghe e pure di antidepressivi avrebbe un gran bisogno, può essere vista come un Alice nel paese delle meraviglie 2.0 e alcune parti, come quella dell'arte astratta o quella cinematografica ambientata nella Dream Productions o ancora la tappa nel subconscio, sono davvero dei gran momenti, allucinati e visionari. Allo stesso tempo c'è però anche qualche scena superflua, con cui si cerca di allungare il minutaggio della pellicola e allora il film passa dall'essere una genialata totale, all'essere una genialata non sfruttata al 100%.
E cosa dire inoltre della fissazione di Riley per l'hockey?
Ma andiamo! Con tutte le passioni che si potevano attribuire a una ragazzina di 12 anni, proprio l'hockey? A nessuno frega niente dell'hockey!
Fa schifo!

"Oh no, trasmettono un'altra partita di hockey... presto, cambia canale!"

Inside Out a tratti è stupendo e, anche se provo disgusto nel dirlo, ha saputo toccare il mio cuoricino in più di un occasione, però un film con protagonista una patita di hockey mi rifiuto di considerarlo un Capolavoro assoluto, okay?
(voto 8-/10)

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Inside Out: Rabbia

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Inside Out
(USA 2015)
Regia: Pete Docter, Ronaldo Del Carmen
Sceneggiatura: Meg LeFauve, Josh Cooley, Pete Docter
Cast: Riley, Gioia, Tristezza, Paura, Disgusto, Rabbia, Bing Bong, Mamma, Papà
Genere: emo
Se ti piace guarda anche: Alice nel paese delle meraviglie, Up, Wall-E

Sono incazzato!
Sono incazzato nero, anzi rosso con la Pixar!
Sono incazzato rosso con la Pixar perché ha realizzato un Fottuto Capolavoro!
Oops, ho detto quella parola con la F. Scusate, dannati bambini che state leggendo!

In genere io i film della Pixar, e le produzioni Disney in generale, le detesto. Perdo la pazienza, con tutto il loro buonismo e la loro melassa e tutti quei maledetti sentimenti positivi. Che nervoso!
Inside Out però è diverso. Mi ha fatto emozionare in maniera genuina, non forzata. Non è arrivato fino al punto di farmi piangere. Non sono mica una mammoletta, io, anche se devo ammettere che qualche pellicola ogni tanto la lacrimuccia me la strappa. Di recente è capitato ad esempio con Mia madre. Com'è possibile?
Sarà che il film del compagno comunista Nanni Moretti è più ricattatorio del nuovo lavoro della multinazionale dei sentimenti Disney?
Può sembrare incredibile, ma mi sa che è proprio così. Mia madre mi ha fatto piangere, Inside Out no, però ciò non significa che il primo sia più bello del secondo. Forse significa solo che Moretti ha giocato più sul semplice per provocare commozione, puntando sul drammone, mentre Inside Out più che altro è una commedia. Una grande commedia. A tratti fa ridere come nessun altro film visto quest'anno e lo dico io che in genere preferisco starmene imbronciato, piuttosto che accennare anche solo un sorriso. C'è solo una cosa che mi ha fatto ridere di più, negli ultimi tempi: il video “Sono giapponese”. Non so spiegare perché, ma è maledettamente divertente, mannaggia a lui!



Oltre a far ridere, Inside Out sa anche emozionare e commuovere. Perché non c'è Gioia, senza Tristezza. Sebbene io quelle due le detesto e le prenderei a schiaffoni in faccia tutto il giorno, ma sia mai, sarò anche Rabbia, però sono contrario alla violenza contro le donne. Paura invece è un uomo, quindi posso prendermela con lui.

"AAAH! No, ti prego, non farmi del male!"

Posso prendermela con lui e con la Pixar, che questa volta non ha fatto un film ruffiano, non troppo almeno. Ci ha regalato un film semplice nella sua complessità e complesso nella sua semplicità. Ha realizzato il lavoro più adulto di tutta la sua filmografia, ha tenuto il livello di bambinate al minimo ed è riuscita a far emozionare senza facili espedienti da lacrima facile. Conquistando anche un macho super duro come me.
Maledetta Pixar!
(voto 10/10)

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Inside Out: Tristezza

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Inside Out
(USA 2015)
Regia: Pete Docter, Ronaldo Del Carmen
Sceneggiatura: Meg LeFauve, Josh Cooley, Pete Docter
Cast: Riley, Gioia, Tristezza, Paura, Disgusto, Rabbia, Bing Bong, Mamma, Papà
Genere: emo
Se ti piace guarda anche: Alice nel paese delle meraviglie, Up, Wall-E

Ueeeeè.
Ueeeeeeeeeè.
Ueeeeeeeeeeeeeeèèèè!
No, non sto piangendo. È solo che mi è entrato qualcosa nell'occhio. È una cosa che mi capita spesso. Tipo sempre. È solo che c'è così tanta tristezza nel mondo: calamità naturali, gente che muore, bambini ammalati, la Juve che fa solo 5 punti in 6 giornate di campionato.
Sigh, sob! Sigh, sob! Sigh, Sob!
C'è così tanta tristezza anche nei film. Provo un sincero dispiacere per quelle pellicole che vedrò dopo Inside Out, perché difficilmente potranno essere al suo livello. Mi viene da piangere già solo prima di guardarle. Perché Inside Out mi ha fatto venire un gran magone, quindi significa che mi è piaciuto parecchio. A dirla tutta, mi aspettavo che mi facesse piangere di più. Io piango anche per i film di Fantozzi. Non dal ridere. Dalla tristezza. Poverino, la sua vita è davvero deprimente. Ci avevate mai pensato, tra una risata e l'altra?

Da Inside Out mi aspettavo qualche momento drama in più. Tipo il padre malato di cancro. O la madre che abbandona la famiglia per fuggire via con il pilota brasiliano. Invece Inside Out è per lo più una commedia. Non dico che non mi abbia fatto comunque consumare un pacco formato famiglia di Kleenex, però mi aspettavo ancora più commozione. Sarà che, come dice Rabbia, non punta sulla lacrima facile.
Più ancora delle lacrime, Inside Out mi ha provocato un'emozione che non avevo mai provato prima. Qualcosa che potrebbe essere vicina a ciò che la gente chiama entusiasmo. È un film con degli spunti geniali che va goduto con Gioia, come suggerisce la mia collega più allegra del Mike Bongiorno dei tempi d'oro e più patita di patita di polverina bianca di Pollon. Lo stesso sospetto che ha pure Disgusto.
Adesso che ho citato tutte le altre emozioni, so già che Paura avrà paura di non essere citato, e invece no. Sono d'accordo anche e soprattutto con il suo giudizio. Inside Out forse non è un Capolavoro assoluto. Ha alcuni difettucci qua e là che lo rendono imperfetto. Eppure, secondo me, proprio nella sua imperfezione è ancora più umano. È ancora più vero. È ancora più emozionante. Soltanto il tempo ci dirà se è un Capolavoro, ma io ho come l'impressione che tra qualche anno lo ricorderemo con un sorriso sulle labbra e allo stesso tempo con un velo di malinconia. Penseremo: “Aah, di film belli come Inside Out non ne fanno più” e così ci sentiremo tristi e sarà un bene, perché essere tristi significa essere vivi. O almeno è così che io la penso.
E adesso? Adesso che mai potrebbe accadere?
Potrebbe accadere che mi vado a fare un bel pianto liberatorio, ecco cosa.
Ueeeeeeeeèèèèè.
(voto 9/10)


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La noia delle noie - Boredom of Boredoms

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Il racconto dei racconti - Tale of Tales
(Italia, Francia, UK 2015)
Regia: Matteo Garrone
Sceneggiatura: Edoardo Albinati, Ugo Chiti, Matteo Garrone, Massimo Gaudioso
Ispirato al libro: Lo cunto de li cunti overo lo trattenemiento de peccerille di Giambattista Basile
Cast: Salma Hayek, Vincent Cassel, John C. Reilly, Toby Jones, Shirley Henderson, Hayley Carmichael, Bebe Cave, Jessie Cave, Stacy Martin, Christian Lees, Jonah Lees, Alba Rohrwacher, Massimo Ceccherini
Genere: (poco) da favola
Se ti piace guarda anche: Game of Thrones, Once Upon a Time, Il cacciatore di giganti

C'era una volta un regista dai tratti nordici, bello come un Dio, con i boccoli biondi e gli occhi azzurri.
Ehm, forse non proprio...


C'era una volta un regista burino de Roma, moro e bruttarello. Matteo Garrone era il suo nome. Dopo una manciata di film da tutti assai lodati, ma che in reality nessuno aveva mai visto per davvero come Terra di mezzo, Ospiti ed Estate romana, Garrone divenne famoso nei circoli cinematografici, quindi tra quattro gatti o poco più, con opere ancora più esaltate come L'imbalsamatore e Primo amore.
Il brutto anatroccolo del cinema italiano si trasformò poi finalmente nel Principe Azzurro del cinema italiano, o se non altro della scena neorealista neomelodica, con Gomorra. Tutto merito della magia?
No, tutto merito di Roberto Saviano. Grandi furono le lodi da ogni corte nei confronti del Garrone, fino a che arrivò un bruto di nome Genny Savastano. Allora fu chiaro che con il romanzo di Saviano si poteva fare di meglio. Gomorra - Il film restava sempre un buon lavoro, ma Gomorra - La serie sì che era una vera bomba. Fu così che tutti si misero a osannare un nuovo Principe, Stefano Sollima.
Poco importava comunque al Garrone, che oramai stava senza pensier. Anzi, con la testa stava immerso in tutt'altri pensier. Già con il suo film successivo, Reality, aveva abbandonato il neorealismo neomelodico per dedicarsi a una fiaba nera, solo che in pochi se ne erano accorti. Sarà che in quel film parlavano ancora tutti napoletano e quindi nessuno c'aveva capito una mazza.
Il naturale passo successivo era però lì davanti agli occhi di tutti e Matteo Garrone lo mise in atto. Girò Il racconto dei racconti - Tale of Tales in lingua inglese, rendendosi conto che forse c'era più gente che così avrebbe potuto comprenderlo rispetto a quando usava il napoletano. Questa volta inoltre disse basta! con il presente e basta! con il neorealismo neomelodico. Per raccontare delle fiabe nere decise di adottare ambientazioni e personaggi fantasy. Se a questo punto immaginate la versione disneyana delle fiabe, grande sarà la vostra delusione. Se invece vi immaginate la versione noiosa delle fiabe, grande sarà la vostra eccitazione.

"Sembriamo proprio la bella e la bestia."
"Tranne per il fatto che tu non sei poi così bella..."
"Te invece con le donne sei proprio una bestia!"

Il racconto dei racconti prende spunto da 3 racconti de “Lo cunto de li cunti overo lo trattenemiento de peccerille”, raccolta di fiabe di Giambattista Basile risalente al 1600, nello specifico: La regina, La pulce e Le due vecchie. Ci fosse 1 racconto decente tra i 3 sarebbe già una bella cose, ma va beh, il titolo Il racconto dei racconti forse aveva alzato un po' troppo le aspettative.
Al di là di essere singolarmente poco favolose, le tre storielle sono intrecciate tra loro alla meglio e ci presentano un'umanità piuttosto desolante. In questo possiamo intravedere delle similitudini con Gomorra, anch'esso costruito su tre episodi differenti e anch'esso mica messo tanto bene, in quanto a umanità. Per il resto, Garrone sembra passato dal neorealismo neomelodico di quel lavoro al realismo magico di questo. O forse no, però di “realismo magico” si sente parlare nella nuova grandiosa serie di Netflix su Pablo Escobar e i narcotrafficanti colombiani, Narcos, e il narratore di codesto post aveva voglia di usare tale definizione.

Nelle tre storielle succede di tutto e di più. Di tutto e di più a parte qualcosa di realmente interessante o coinvolgente. John C. Reilly ATTENZIONE SPOILER è lo Sean Bean di turno e quindi viene fatto fuori subito Game of Thrones-style. FINE SPOILER


Salma Hayek a sorpresa per una volta non fa la figa di turno ma recita. E lo fa persino discretamente bene. Se non è magia questa! Peccato che il suo personaggio, che all'inizio sembra centrale, via via sparisca nel nulla.

"Ehm, io veramente avevo ordinato una pizza margherita..."

Ci sono poi due gemelli albini brutti inquietanti come pochi.


C'è una vecchia rugosa che all'improvviso si trasforma in una giovane fighetta molto nymphomaniac.

"Ma perché mi fanno sempre recitare nuda, 'sti maniaci di registi?"

C'è un Vincent Cassel parecchio arrapato, molto nymphomaniac pure lui. Hey, qual è il termine maschile equivalente di “ninfomane”?
Dite che è semplicemente “uomo”?

"Ecco cosa intendono tutti quando parlano di glory hole!"

C'è poi pure il nanetto di turno, ma Garrone s'è dovuto accontentare di Toby Jones, ché probabilmente Peter Dinklage costava troppo, e il nanetto ha una pulce che, ironia della sorte, diventa sempre più gigantesca. A un certo punto diventa quasi più alta di lui, non che ci vada molto, e sembra di essere finiti, più che in una fiaba, dentro a un film di David Cronenberg. Un film brutto di David Cronenberg.

"Certo che tutta quella gente che come animale domestico ha un cane o un gatto non sa cosa si perde..."

A un certo punto, inoltre, sempre per rimanere in tema di mostruosità, compaiono persino Alba Rohrwacher e Massimo Ceccherini e lì capisci che la pellicola è svaccata del tutto.

"Finalmente il cinema d'autore si è accorto di me!"
"E speriamo anche che se ne dimentichi in fretta, Massimo."

Il racconto dei racconti in ogni caso è un film che merita applausi. Non tanto per le musiche firmate dal come al solito ottimo Alexandre Desplat o perché a livello visivo possiede un suo fascino. Applausi soprattutto per aver avuto il coraggio di realizzare una pellicola in forte controtendenza rispetto agli altri lavori prodotti oggi in Italia. Una pellicola che potrebbe piacere al pubblico di Once Upon a Time e ancor di più a quello di Game of Thrones. Un film con un cast internazionale, girato in una lingua internazionale e dal sapore fortemente internazionale. E allora vai pure a farlo vedere al resto del mondo e a noi nun ce scassa' o' cazz, Garrò!
(voto 5-/10)

Indovina indovinello, questo film è proprio bello

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Di quale film parlerò oggi?
Chissà, chissà. Dovete indovinarlo.
Come?
Grazie a qualche indizio che vi fornisco.
State già sbuffando? Vi sembra una cosa troppo complicata? Vi pare uno sbattone incredibile?
Provateci, che tanto è facile. Molto facile.


Indizio numero 1: Il film di cui parlo oggi racconta di una ragazza che a un certo punto svanisce nel nulla e lascia dietro di sé alcuni indizi per farsi trovare.

Indizio numero 2: Il film di cui parlo oggi mi ha ricordato questo film che adoro, soprattutto riguardo al tema del mitizzare le persone. E mi ha fatto pensare anche a questo film che adoro, che racconta l'adolescenza in una maniera non troppo distante. E c'è dentro un pochetto pure di questo e di quest'altro cult 80s che adoro e che propongono delle avventure simili. Per diventare un nuovo cult teen totale gli manca giusto un pizzico di coraggio registico in più, come in questo film qua, però ci si può accontentare anche così.

Indizio numero 3: Il film di cui parlo oggi ha per protagonista questa tizia qua che è una modella, anzi no, non datele della modella, visto che è una monella che ha deciso di abbandonare le passerelle e dire addio al mondo della moda alla veneranda età di 23 anni, salvo poi presentarsi poco tempo dopo alla Fashion Week di Milano a fianco di Kate Moss.

Indizio numero 4: Il film di cui parlo oggi ha per protagonista la modella monella di cui dicevo sopra, solo che non è proprio la protagonista-protagonista. Compare all'inizio e poi il suo personaggio PUFF scompare. Il vero protagonista è questo tipo con la faccia da bravo ragazzo qui che aveva fatto questa pellicola qua che non era certo troppo memorabile. Potrei anche dirvi il suo nome, tanto non è che sia poi così famoso, e non starei ad aiutarvi troppo, però no. Non lo faccio, che ormai magari avrete già capito di che film sto parlando.

Indizio numero 5: Il film di cui parlo oggi ha davvero una gran colonna sonora, capace di unire una splendida cover dei Replacements come questa con una canzone diventata un successo radiofonico persino dalle nostre parti come questa con un brano grandioso come questo e lo so che probabilmente non vi aiuteranno a indovinare di che film si tratta, ma mi andava di farvi sentire questi pezzi e andatevi ad ascoltare pure il resto della splendida soundtrack che è una delle migliori dell'anno e in più ogni traccia nella pellicola è suonata al momento giusto, quindi cosa chiedere di più?

Indizio numero 6: Il film di cui parlo oggi qui su Pensieri Cannibali era il film della settimana la scorsa settimana.

Indizio numero 7: Il film di cui parlo oggi è tratto da un romanzo dello stesso autore di questo. Solo che non c'entra più di tanto con quello, al di là del fatto che è un'altra roba teen di quelle che qui su Pensieri Cannibali vengono amate incondizionatamente e del fatto che gli darei lo stesso voto. Anzi, questo forse mi è piaciuto persino un pizzico di più.

Dopo tutti questi indizi, soprattutto l'ultimo, l'avete capito o no di quale film sto parlando?
Come no?
Ma dove vivete, in una città di carta?

"Non hai ancora indovinato?"
"No."
"Allora sei scemo!"

Two Night Stand, due botte e via

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Cannibal Kid
Ciao, belle tette.



BelleTette88
Hey stalker, come fai a sapere che ho delle belle tette?
Nella mia foto profilo si vede solo la mia faccia.


Cannibal Kid
Tiravo a indovinare...
E, soprattutto, mi riferivo al tuo nickname.
Vuoi per caso dire che stai mentendo?
In realtà non hai delle belle tette?

BelleTette88
Mentire io?
No no, ma figuriamoci!
Certo che ho delle belle tette!
Cioè, insomma, penso di sì.

Cannibal Kid
Se vuoi posso verificare.



BelleTette88
E come?



Cannibal Kid
Semplice:
me le fai vedere e io ti dico se sono belle o meno.


BelleTette88
Seh, ti piacerebbe...



Cannibal Kid
Beh, sì.




BelleTette88
Se te le faccio vedere, in cambio però anche tu mi devi mostrare qualcosa...



Cannibal Kid
Lo so già cosa vuoi che ti mostri, sporcacciona!



BelleTette88
Mi devi mostrare...
la tua ultima recensione in anteprima.


Cannibal Kid
Ehm, ok.
Forse non è esattamente ciò che immaginavo.
Comunque, eccola qui.


"E leggiamola un po', questa recensione..."

APPuntamento con l'amore
(USA 2014)
Titolo originale: Two Night Stand
Regia: Max Nichols
Sceneggiatura: Mark Hammer
Cast: Miles Teller, Analeigh Tipton, Jessica Szohr, Scott Mescudi, Leven Rambin
Genere: boy meets girl
Se ti piace guarda anche: qualunque altro boy meets girl movie

Con One Night Stand gli anglofoni intendono i rapporti occasionali di una notte sola. In altre parole: una botta e via.
Il titolo di questo film, intendo quello originale non quello pseudo giovanilistico finto simpa italiano, è Two Night Stand. Ovvero: “Due botte e via”. Non era meglio questo come titolo, rispetto ad APPuntamento con l'amore?
Oddio, tra tutt'e due è difficile scegliere quale sia peggio.

Al di là della questione titolo, i protagonisti della pellicola sono un ragazzo e una ragazza che decidono di passare una one night stand. Si incontrano per ciulare una volta e poi chi si è visto, si è visto. Non fosse per un piccolo problemino. Nel corso della loro nottata infuocata, fuori dall'APPartamento dell'amore di lui ha fatto un freddo porco e ha nevicato come se non ci fosse un domani.
Solo che il domani è arrivato ed è un domani stile The Day After Tomorrow. New York si trova sotto la neve manco fosse in corso una glaciazione e così la ragazza è costretta suo malgrado a rimanere nell'APPartamento di lui. Peccato che i due, dopo aver fatto sesso, hanno litigato. Perché?
Perché l'amore non è bello se non è litigarello. Una regola che vale nella realtà, ma soprattutto nella dimensione parallela delle romcom. Il mondo delle commedie romantiche non avrebbe quasi ragione di esistere, se non ci fossero un tipo e una tipa che all'inizio si odiano a morte, e poi si amano forever and ever.Andrà così anche per i due protagonisti di questo Two Night Stand o, se preferite, ma mi auguro di no, APPuntamento con l'amore?

Lo scoprirete solo vivendo e soprattutto solo guardando il film. Dovreste riuscire a vederlo in una botta sola one night stand, a meno che non vi addormentiate e allora vi tocca guardarlo nel giro di two night stand. Non credo succederà, a meno che non siate proprio stanchi. La visione della pellicola scivola infatti via veloce e piacevole, nonostante i due protagonisti non è che siano proprio esaltanti. Miles Teller non ho ancora capito se è un attore valido, un attore così così o un attore scarso. Dopo questo film, sarei più per l'ultima ipotesi, o forse è solo che lo trovo sull'antipatico andante.
Analeigh Tipton pure lei non sono ancora riuscito a capire se mi piace. Non è proprio una bellona, però possiede un suo certo fascino. A tratti è adorabile, eppure c'è qualcosa in lei che non mi convince del tutto. La scena del suo strip in ogni caso non è niente male, anche se avrebbe potuto mostrare un po' più di mercanzia.


Al di là dei due attori, che tutto sommato se la cavano, sono più che altro i loro personaggi a essere parecchio anonimi: lui è un banchiere senza arte né parte, un po' cazzaro, ma non di quelli che ti fanno morire dal ridere. Dopo tutto è pur sempre un banchiere e i banchieri non possono essere simpatici.


Lei invece è una tipa che con il suo atteggiamento cancella decenni di lotte femministe, visto che il suo scopo nella vita è: trovare un marito, accasarsi e cominciare a sfornare figli uno dietro l'altro. Almeno fino a che non decide di diventare una zoccol... pardon, una tipa libertina e concedersi una one night stand, anzi una two night stand o quel diavolo che è.
Rispetto a loro due io avrei allora dato più spazio alla vera coppia migliore del film, quella formata dall'ex Gossip Girl Jessica Szohr e dal rapper Scott Mescudi alias Kid Cudi, quello di Day 'n' Night con i Crookers.


Per quanto i due protagonisti possano essere visti come la rappresentazione perfetta di una generazione attuale senza idee e senza scopi nella vita se non quello di scopare, non bisogna stare tanto a cercare spiegazioni sociologiche. Meglio godersi il filmetto per quello che è: una romcom boy meets girl tradizionale, senza grosse sorprese, con dei dialoghi meno brillanti di quanto credano di essere, con pochi momenti degni di nota (al di là del citato strip di Analeigh Tipton, c'è la bella scena in cui i due ballano separati), che lì per lì si consuma con piacere e poi il mattino dopo è già finita nel dimenticatoio. Come una one night stand.
(voto 6/10)


Cannibal Kid
Allora, piaciuta la rece?



BelleTette88
Bah, insomma. Potevi essere più generoso con il voto. E soprattutto potevi parlare meglio di lei. È così adorabile!



Cannibal Kid
Sarebbe più adorabile se avesse fatto vedere le tette. Invece, anche nella pur sexy scena di strip, non mostra nulla. Comunque adesso è il tuo turno...


BelleTette88
Turno di cosa?

Cannibal Kid
Di mostrare le tette.
Come mi avevi promesso se io ti avessi fatto leggere la mia ultima recensione in anteprima.


BelleTette88
Ehm, c'è prima una cosa che ti devo confessare: in realtà non sono una donna.
Però se vuoi ti posso mostrare qualcos'altro...


Straight Outta Casale

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Straight Outta Compton
(USA 2015)
Regia: F. Gary Gray
Sceneggiatura: Jonathan Herman, Andrea Berloff
Cast: O'Shea Jackson Jr., Corey Hawkins, Jason Mitchell, Paul Giamatti, Aldis Hodge, Neil Brown Jr., R. Marcos Taylor, Keith Powers, Alexandra Shipp, Elena Goode, Carra Patterson, Lisa Renee Pitts, Keith Stanfield, Marcc Rose
Genere: hip-hop
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ATTENZIONE


Yo vengo dritto straight outta Casale
città così sporca d'amianto che se vieni qua stai male
ce n'è talmente tanto
che ancor prima di arrivare hai bisogno di un trapianto
di polmoni o meglio al cervello
senti a me, stai a casa tua bello
è un paesone sperduto su nel Monferrato
trasferisciti qua e ti mancherà il fiato
mai sentito parlare dell'Eternit?
Ne ha uccisi più dei Bastardi senza gloria di Brad Pitt.

Scusa ancora non mi sono presentato
ho fatto la figura del maleducato
yo sono un pazzo figlio di puttana di nome Cannibal
il nome l'ho fregato perciò non dire niente ad Hannibal
di professione faccio il blogger
cazzo ridi? Sempre meglio che fare il broker
e farsi di coca tutto il giorno
io almeno nelle pause posso guardare i porno
lo so non è proprio come fare il giornalista
ma zitto bello, vai a farti un'altra pista
in fondo non è poi tanto diverso dall'essere un rapper
tutti e due siam pagati per sparar cazzate tanto per
e sempre per rimanere in tema di hip-hop
visto che le mie parole ormai van veloci non-stop
oggi ho visto il film Straight Outta Compton
non è un porno né una roba da Comic-Con
la regia non è proprio eccezionale
ma la colonna sonora è fenomenale
quanto cazzo spaccano le basi di Dr. Dre
altroché il Jova da Fazio su Raitre
la pellicola dura 2 ore e 20
ma non c'è molto spazio per i sentimenti
è più una roba da duri e puri
roba che spacca anche i muri
non solo musica, è pure una storia d'amicizia
vita vera, mica merda fittizia
un bel film può rendere bello anche un giorno pieno di nei
come Ice Cube allora dico: today was a good day.



Yo vengo dritto straight outta Casale
certo la vita qua sarà anche banale
ma fai poco il figo mica sei di Detroit
né arrivi dallo spazio come E.T. ohi, ohi
al più lontano vieni da Milano
quindi fai poco il villano
oppure il farabutto
occhio Pablo che butto via tutto
ma ora basta parlare di città
andiamo al cinema, caro paisà.


Dicevo che ho visto Straight Outta Compton
sì ok, non sarà Pulp Fiction
ma non è nemmeno una romcom
è una visione pericolosa, quindi prima mettiti il condom
o gira al largo se vuoi una roba per mammolette
qua ci sono droga, spaccio, gangsta, armi, bubu settete!
I poliziotti di L.A. sono degli stronzi razzisti
per loro i neri sono tutti dei brutti teppisti
allora vaffanculo alla polizia
e fanculo a te se questo post ti fa scappar via
o se ti fa andar fuori di testa
come Vin Diesel allora ingrana la sesta
magari ti sembro troppo explicit content
vorresti parlassi come un Lord inglese, saresti content?
Io allora ti rispondo: fuck you!
Italian translation: vada via el cù!


Questo film per l'hip-hop è come la Genesi nella Bibbia
se non sai di che si parla meriti di star chiuso a Rebibbia
la pellicola al centro ha i Niggaz Wit Attitudes
una roba che non si vedeva dai tempi di Boyz n the Hood
il primo film con il rapper Ice Cube
che poi ha girato più pellicole che video su YouTube
e insieme a lui nei N.W.A rappava Eazy-E
non l'hai mai sentito? E allora stai fermo lì
le basi le metteva su Dr. Dre
lui come producer è davvero il re.
I giovani attori che li interpretano sono tutti promettenti
quindi per il futuro state bene attenti
e segnatevi i loro nomi:
Jason Mitchell, O'Shea Jackson Jr. e Corey Hawkins...
say WHAAAT???


L'unico nome famoso è quel bianco di Paul Giamatti
non conoscete manco lui, ma che siete matti?
Se non volete andare al cinema perché è troppo sbatti
almeno guardatelo in streaming anche se va a scatti
yo so già che non ve ne pentirete
se non altro un po' di Storia Rap apprenderete
no, non ci sono gli Articolo 31
perché negli Usa sono dei Signori Nessuno
né i Sottono, Neffa o i Gemelli DiVersi
ma che musica ascoltate? Siete proprio perversi
io son cresciuto con California Love e Gangsta's Paradise
voi al massimo con Justin Bieberon e il Kinder Paradise
raga qui c'è spazio solo per N.W.A, 2Pac & Snoop
tenetevi pure Emis Killa, Moreno & il resto della vostra poop!


Come voto al film gli do un bel 7+
se non sei d'accordo tornatene a sentire Pelù
quello con il volto più spaventoso del Babadook
e che cantava la canzone di Pikachu
ah no scusa, era Jeeg robot d'acciaio
in ogni caso un bel puttana-yo
oppure ascoltati Clementino
se nelle mutande c'hai un pistolino
ti credi un playboy come Guè Pequeno?
Seh magari, giusto in un tuo sueño.
Quasi quasi gli alzo il voto fino a 7 e mezzo
non ti va bene? Levati di mezzo!
A questo film non manca proprio niente
chi lo critica può essere considerato un fetente
forse un po' di pussy in più non avrebbe guastato
ma nessuno è perfetto, nemmeno questo lavoro tanto fortunato
negli Stati Uniti ha conquistato il botteghino
non ti risulta? Mettiti gli occhiali, caro il mio nonnino
in Italia invece non ha fatto sfracelli al box-office
per forza qui son tutti così vecchi che l'unico posto pieno è l'hospice
prima di finire dentro a una tomba
meglio se vai a guardare questo film che è una bomba
ancora indeciso se vedere Straight Outta Compton?
Corri dritto al cinema, non fare il coglion!
(voto 7,5/10)

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