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Channel: pensieri cannibali
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Wonder Boobs

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Tette sulla spiaggia.
Supereroine con le tette.
Tette, tette, tette ovunque.
L'estatette sta arrivando e anche le tette. Pure nei cinema.
Non ci credetette?
Giudicatettelo da soli, con le uscite di questa settettimana commentettate da me e da quell'altro, James Ford.


Baywatch


Cannibal dice: Il film cannibal-fordiano dell'estate, e forse del secolo?
La versione cinematografica di Baywatch, serie tv qualitativamente pessima però piena di gnocca e che quindi Ford probabilmente schifava, si propone di unire l'azione ignorante di The Rock con la comicità teen ancora più ignorante di Zac Efron. Una versione che si preannuncia molto più ironica e volgare rispetto al telefilm, in cui per la mia gioia non mancherà un altro pieno di gnocca (Alexandra Daddario! Priyanka Chopra! Kelly Rohrbach!) e, per la gioia di Ford, ci saranno anche i due protagonisti maschili che mostrano i loro muscolacci.
Ford dice: trashata pazzesca stroncata negli USA da pubblico e critica che attendo con ansia assoluta. Ignoranza, divertimento, sapore d'estate, The Rock e la Daddario. Potenzialmente potrebbe diventare il mio guilty pleasure dell'anno!

"Fermi tutti: nell'immagine qui sopra Cannibal si è dimenticato di scrivere la didascalia."
"Non se n'è dimenticato. E' solo che sulle tette non si scherza mica."
"Gìà, lo sanno tutti. E' la prima regola di noi bagnini."



Wonder Woman
"Ford e Cannibal che fanno finta di capirne di cinema mi fanno sempre ridere, AHAHAH!"

Cannibal dice: E a proposito di gnocc... volevo dire di fascino femminile, Gal Gadot in versione Wonder Woman ne ha da vendere. Resta da capire se la DC avrà tirato fuori un film finalmente non dico bello ma se non altro decente, oppure sarà la solita porcatona da patiti di cinecomics di bocca buona come Ford.
Ford dice: purtroppo per la DC Comics, la differenza al Cinema tra il Cinematic Universe Marvel ed i tentativi della casa madre di Superman e soci è abissale almeno quanto quella degli albi a fumetti.
Prevedo dunque una porcata buona giusto per una stroncatura.

I figli della notte
"Ford ci ha spediti in un hotel che sembra quello di Shining."
"Fin che paga lui, va bene così!"

Cannibal dice: Andrea De Sica, classe 1981, porta un cognome decisamente pesante sulle spalle, quello dello storico protagonista dei cinepanettoni. E pure quello del regista di Ladri di biciclette. Il nipotino di Vittorio De Sica dice che si è ispirato a Lynch, Kubrick e al nonno. Le ambizioni al ragazzo sicuramente non mancano, ora resta da capire se c'è anche del talento. Potremmo allora trovarci di fronte a un esordio bomba, così come a una ciofeca disastrosa.
Ford dice: cannibalata radical italiana della peggior specie o sorpresa interessante e fordiana? Questo sarà tutto da scoprire, magari leggendo le opinioni si spera discordanti di quei due figli non della notte di Cannibal e Ford.

Tavolo n. 19
"Come sono contenta di partecipare alle nozze di Ford con Stallone, yuppie!"

Cannibal dice: Commediola matrimoniale che si preannuncia piuttosto divertente e perfetta per una visione estiva disimpegnata. Ford quindi girerà bene al largo, così come io dal suo tavolo.
Ford dice: mi piacerebbe stare al tavolo con Cannibal e farlo bere fino a vomitare. Fino a quando questo non accadrà, potrei anche concedermi una visione di questo tipo per veicolare l'estate.

Une vie
"Cannibal e Ford ormai vanno d'accordo come due piccioncini innamorati."
"Che teneri, UAHAHAAAH!"

Cannibal dice: Co-produzione franco-belga ambientata nell'Ottocento, che a Ford ricorderà quando era giovane e bella [Jovanotti cit.], e che invece io, nonostante la puzza di radical-chicchismo, snobberò in maniera molto chic.
Ford dice: potrebbe anche interessarmi, sulla carta. Ma la bella stagione obbliga anche il sottoscritto a spegnere il cervello. E godermi Baywatch e simili.

Quello che so di lei
"Coraggio, Catherine, non sei ancora troppo vecchia. Non quanto Ford, almeno."
"E va beh, grazie ar cazzo!"
"Ammazza. Si sente che sei francese!"

Cannibal dice: Francescata radical, oppure noiosa pellicola neorealista?
In entrambi i casi, soprattutto nel secondo, quello che so di questo film è che mi sa che lo passo.
Quello che so di Ford invece è che è un gran fetentone!
Ford dice: quello che so di Cannibal è che di Cinema comincia a capire un po' di più, soprattutto da quando ha finito per allinearsi con le posizioni del sottoscritto. Un'altra cosa che so è che non correrò a cercare una sala in cui proiettino questo film.

Nocedicocco – Il drago
"Forza Ford!"
"Meno male che ci sei tu a tenere alta la bandiera del cinema che conta davvero, quello vietato ai maggiori di 5 anni."

Cannibal dice: Per l'appuntamento settimanale con la bambinata fordiana della settimana, direttamente dalla Germania ecco Nocedicocco – Il drago... Ma che davvero?
Ford dice: preferirei, per la bambinata della settimana, proporre un nuovo film sul Cucciolo Eroico intitolato Testadicazzo. Ahahahaha!

Bella roba!

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La Bella e la Bestia
Regia: Bill Condon
Cast: Emma Watson, Dan Stevens, Luke Evans, Josh Gad, Kevin Kline, Ewan McGregor, Ian McKellen, Emma Thompson, Stanley Tucci, Gugu Mbatha-Raw



C'era una volta un principe bello...


...e soprattutto sano di mente.


Dan Stevens era il suo nome. Forse l'avete già visto in Downton Abbey, se avete un'età compresa tra i 70 e i 120 anni, o magari l'avete ammirato nel fichissimo The Guest, se siete maschi bianchi patiti di action-thriller in stile anni '80. Più probabilmente l'avete visto quest'anno nella nuova serie Legion, tanto apprezzata quanto criticata. Una serie pazzesca, decidete voi se questa possa essere considerata una cosa positiva o meno.

Un giorno arrivò al cospetto di Dan una vecchia strega che, per punirlo della sua superficialità, lo trasformò in un essere mostruoso: Giuliano Ferrara.


Dopodiché il povero Dan Stevens si isolò nel suo castello mega chic pieno di lussi e, impegnato tutto il giorno a giocare alla PlayStation, a vedere serie tv su Netflix e a masturbarsi guardando Bling Ring com'era, non aveva più tempo manco per farsi la barba, e così divenne così...

"Beh, insomma, non sono tanto peggio rispetto a prima, anzi..."

Tra l'altro la barba incolta da hipster/terrorista islamico quest'anno va un casino, quindi si è ritrovato senza manco volerlo con un look più cool che mai.
E in più c'ha pure un fisicaccio da fare invidia a Vin Diesel!

"Emma, cos'hai da fissarmi tanto? Non hai mai visto un tipo così muscoloso?"

Nel frattempo, c'era una volta anche un bell fighett di nom Belle, anche nota come Emma Watson.
Una che però pure lei non è che fosse tutto questo esempio di sanità mentale, visto che se ne andava in giro per il suo villaggio intonando canzoni che persino Checco dei Modà si sarebbe vergognato di cantare e al massimo le avrebbe sbolognate ad Anna Tatangelo o a Emma (Marrone, non Watson).


Suo padre poi era un vecchio psicopatico che sembrava Geppetto e che probabilmente, tra un delirio canoro e l'altro, ha ucciso la moglie, la madre che la povera Belle non ha mai conosciuto.


Oltre a essere la zoccola bella del paese, Belle era anche considerata molto intelligente e acculturata, visto che leggeva sempre. Nessuno però si era accorto che non faceva altro che leggere l'intera bibliografia di Federico Moccia e Fabio Volo. E non solo si limitava a leggerli, ma cercava di farli sorbire pure alle bambine del villaggio, che però scappavano via lontane da lei terrorizzate.


Il bello del paese, Gaston, cercava in tutti i modi di conquistare Belle, ma lei se la tirava un casino e gli smollava un 2 di picche dietro l'altro, 'sta stronza! Belle si fermava all'apparenza di Gaston e lo considerava solo un borioso egocentrico.
Se fosse andata oltre l'apparenza avrebbe scoperto che Gaston in realtà è...
davvero un borioso egocentrico, ma il punto non è questo. Il punto è che Belle faceva tanto la tipa profonda e diversa dagli altri sempliciotti del villaggio, quando lei era la prima a giudicare le persone in maniera superficiale.

"Penso che il film si sarebbe dovuto chiamare Il Bello e la Bestia, però sono un tipo troppo modesto."

Dopodiché suo padre si recò fino alla villa di Dan “Bestia che roba” Stevens e gli rubò una rosa dal giardino. Dan Stevens, avvalendosi della nuova legge sulla legittima difesa, decise per punizione di tenerlo imprigionato... a vita.
Belle, per dimostrare di essere la solita tipa troooppo virtuosa e altruista – echeppalle! – decise con grande spirito di sacrificio di proporsi come prigioniera al posto del padre. La Bestia ci pensò un po' su, dicendo tra sé e sé che era meglio non trattare con i terroristi, però poi considerò: “Mi tengo quel vecchio schifoso, oppure mi prendo questo bell fighett?”.
E così, dopo averci riflettuto su per circa 0,0000000000001 secondi, decise di prendere come sua schiava sessuale Emma “Belle Chiappette” Watson.


La povera Belle a questo punto scese sempre più negli inferi della follia e si mise a parlare persino con candelabri e orologi, guardaroba, tazze, tazzine e qualunque altro oggetto normalmente inanimato le capitasse a tiro. Tranne le spazzole. In questo film parlano tutti, tranne le spazzole. Questo film è razzista nei confronti delle povere spazzole discriminate.

"Che oggetto strano, questa spazzola. Non parla nemmeno, ma allora a che serve?"

Nel frattempo, c'era una volta anche Le Tont, il vero personaggio innovativo di questa nuova (?) versione de La Bella e la Bestia. Si tratta infatti del primo personaggio gay nella storia della Disney...
Hey, un momento: che cosa?!?
Il primo personaggio gay della Disney?
Perché, tutti gli altri che cantavano e ballavano e parlavano con gli uccellini come Del Piero nelle precedenti pellicole Disney non erano forse un po' frì frì?


Cosa successe dopo?
Beh, dai lo sapete già anche se non metto la scritta ATTENZIONE SPOILER visto che la storia è sempre la stessa e la Disney non ha certo pensato di rinnovarla in alcun modo, ad esempio inserendo una scenona super gay di sesso tra Gaston e Le Tont, no! Non succede niente di tutto questo e quindi FINE SPOILER

A questo punto Emma Watson, con un misto di Sindrome di Stoccolma e di sottomissione sadomaso alla Cinquanta sfumature di grigio/di nero/di rosso, si innamorò di Dan Stevens. Prima che ciò avvenisse, in mezzo naturalmente la Disney ci infilò un sacco di inascoltabili canzoncine capaci di far rivalutare la musica reggaeton, l'intera discografia di Fabio Rovazzi composta da ben 3 canzoni e pure l'Eurovision Song Contest.

"Eeevery rose has its thorn... Ah no, questa canzone è troppo bella, quindi non posso cantarla!"

Ciliegina sulla torta indigesta e vero colpo di grazia: sui titoli di coda risuona pure un minaccioso brano cantato da Céline Dion. E qui, più che i titoli di testa, sarebbe dovuto calare un velo pietoso.


Il momento più bello dell'intera pellicola?
Quando la Bestia tira una pallonata di neve in faccia a Belle. L'odiosa Belle. Questo film è così talmente insopportabilmente disneyano, da essere riuscito a farmi persino disinnamorare di Emma Watson. Una cosa che non avrei mai immaginato. Così come Belle non poteva immaginare di potersi innamorare della Bestia.
Morale della favola: tutto è possibile, basta guardare oltre la superficie e andare oltre i pregiudizi. E vissero per sempre felici e contenti.
E qualcuno pure gaio!


Ricapitolando, a beneficio di tutti i lettori superficiali che hanno saltato la parte precedente perché troppo lunga e perché hanno pensato (probabilmente nemmeno a torto) che tanto era solo l'ennesima delirante revisione di un film da parte di Pensieri Cannibali, La Bella e la Bestia sarà anche la pellicola di maggior successo dell'anno, con un incasso globale fino ad ora di oltre 1,2 bilioni di dollari, ma tutto il suo successo è davvero inspiegabile. La storia è sempre la stessa, e non è che fosse già poi così eccezionale, la musica proposta fa venir male alle orecchie a essere ancora gentili, il film come massimo pregio ha qualche (raro) momento di umorismo bambinesco e alla fine nemmeno il mio enorme amore per Emma Watson è riuscito a trasformare il mio giudizio bestiale nei confronti della pellicola in un giudizio bello. O anche solo decente. E ho detto tutto... Ah no, un'altra cosa...

In ancora maggior sintesi a beneficio dei lettori ancora più superficiali che non si sono voluti sbattere a leggere nemmeno il breve paragrafo riassuntivo qui sopra: La Bella e la Bestia è una pellicola brutta abbestia!
(voto 4/10)

I Don't Feel at Home in This Blog Anymore

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I Don't Feel at Home in This World Anymore
Regia: Macon Blair
Cast: Melanie Lynskey, Elijah Wood, Devon Graye, David Yow, Jane Levy, Christine Woods


Gente che in auto si crede chissà chi.
Gente che non rispetta le regole.
Gente che non ha educazione.
Che lascia sporcare il suo cane senza pulire, che inveisce contro gli altri, che spoilera libri.
Gente da odiare.
Le giornate di Ruth sono così, la vita di Ruth è così.
Ciliegina sulla torta: le entrano in casa i ladri, rubano le sue medicine, il suo computer e soprattutto il set di argenteria della nonna.
E qui, Ruth, scoppia.

Qui, e soprattutto dopo il disinteresse della polizia, che quasi quasi la accusa di non aver reso sicura e impenetrabile la sua casa.
E allora, Ruth, cambia.
Inizia a farsi coraggio, a dire e fare quello che pensa, inizia soprattutto una propria personale indagine alla ricerca dei suoi oggetti rubati e di chi glieli ha rubati, coinvolgendo l'appena conosciuto vicino di casa Tony.
Una coppia strana, Ruth e Tony, lei tanto goffa quanto risoluta, lui tanto timido quanto letale nei suoi combattimenti.
Con il loro incontro, I Don't Feel at Home in This World Anymore cambia tono, da commedia indie in cui pure un po' di romanticismo sembra fare capolino, diventa un thriller, un horror splatter, in cui abbonda il sangue, l'assurdo, la follia.
Facendo rimanere a bocca aperta.

L'ultimo vincitore del Sundance è così lontano da quei film indie molto più frizzanti e ritmati, molto più giovanili, pure che han vinto nelle scorse edizioni. Qui si è in un territorio strano, diverso, e difficile dire se migliore.
La storia di Ruth, della depressa Ruth che incontra il probabilmente altrettanto depresso Tony e si scontra con gli inquietanti e insoddisfatti ladri di turno, non è universale come la rincorsa di un sogno, come l'affrontare un lutto difficile, ma è comunque folle il giusto, assurda il giusto, per divertire ed intrattenere.
I meriti sono da dividere tra la coppia di protagonisti non particolarmente belli né empatici, tra la colonna sonora portante e spensierata - che passa senza problemi dal country al rock al pop - e ovviamente con la regia, di un'esordiente da tenere d'occhio come Macon Blair che si porta appresso l'intera famiglia e fa subito centro.
Il montaggio veloce, le geometrie, il contrappunto sono quelle tipicamente da Sundance, il contenuto, diverso, folle, strano a definirsi, dallo humour particolare, decisamente black, è quello che lo discosta dai soliti film da Sundance e forse, proprio per questo, da premiare.



Bella recensione, vero?
Non a caso non l'ho scritta io. L'ho “rubata”.



Proprio così. L'ho copia/incollata dall'ottimo blog In Central Perk.

Cosa si prova a essere derubati?
Chiedetelo a lei, Lisa Costa, l'autrice di In Central Perk. L'autrice della recensione che avete letto qui sopra. Oppure andate a vedervi il film di cui io parlo lei parla, I Don't Feel at Home in This World Anymore, il trionfatore dell'edizione di quest'anno del Sundance Film Festival, arrivato poi subito nelle case di tutto il mondo grazie a Netflix. O disponibile anche sui siti di streaming e download non troppo legali, giusto per rimanere in tema di furti, ma questa è un'altra storia...

I Don't Feel at Home in This World Anymore mostra e fa sentire molto bene come ci si sente quando viene derubati. A me è capitato di recente, anche se in maniera più lieve rispetto alla protagonista della pellicola, una grande Melanie Lynskey. All'inizio ci si sente impotenti, frustrati. Ci si sente violati nell'intimità. Non credo sia paragonabile a uno stupro, di sicuro, però ci si sente comunque privati della propria sicurezza. Per questo aspetto il film si fa metafora, più o meno voluta, del clima di insicurezza generalmente diffuso nel terroristico mondo in cui viviamo.


Dopo una prima fase di impotenza e di rassegnazione, cresce la rabbia. Sale la voglia di vendetta, o se non altro di riavere indietro ciò che è tuo. Sia per quanto riguarda gli oggetti fisici che ti sono stati portati via, che per ciò che concerne la tua sicurezza personale. Vuoi tornare a sentirti sicuro, almeno in casa tua. Almeno nei tuoi spazi privati.

Il modo in cui reagisce la protagonista del film alla rapina subita in casa sua, con l'aiuto di uno stralunato Elijah Wood (qui a metà strada tra il metallaro Hesher e il suo personaggio nella serie Wilfred) è particolare.


O se non altro è particolare il casino in cui si ritrova. Una situazione più grande di lei, un po' come capita in Fargo, film e serie tv, senza però i riferimenti biblici e le pesantezze dei Coen, ma con un più leggero e moderno tocco indie attuale. Il regista e sceneggiatore è Macon Blair, esordiente dietro la macchina da presa, che come attore vanta piccoli ruoli in numerosi film tra cui Green Room, thriller-horror che questo film in qualche modo ricorda. Sarà per la sua fotografia e le atmosfere simili, o sarà per il suo riuscire a mescolare i generi in maniera libera. La pellicola scivola via in maniera variegata, passando dai toni da black comedy a momenti quasi tarantiniani, senza farsi mancare qualche momento più sognante. Nella parte finale si fa magari prendere un po' troppo la mano ed esagera, però va bene così. I Don't Feel at Home in This World Anymore segue una strada sua, è imprevedibile e originale. Diverte e fa incazzare. Fa sentire insicuri e poi alla fine un po' più sicuri. Sicuri se non altro di aver visto un film diverso dal solito.
(voto 7+/10)


P.S. Scusami tanto Lisa per averti rubato la recensione. Avrei più volentieri saccheggiato White Russian del mio blogger rivale Mr. James Ford, ma quello guarda solo dei pessimi action o delle bambinate clamorose e i film davvero interessanti, come questo, se li perde.
Lisa, sentiti quindi pure libera di vendicarti nella maniera che preferisci.


I film mummificati della settimana

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Tom Cruise ce la farà a spodestare Pirati dei Caraibi, Wonder Women e Wonder bagnine dalla cima del box-office italiano?
Lo scopriremo nei prossimi giorni. Nel frattempo diamo un'occhiata a La mummia e alle altre uscite della settimana nei nostri (si fa per dire, visto che - non so voi - ma io non ne possiedo) cinema, in bella compagnia dei miei commenti e in brutta compagnia di quelli del co-conduttore di questa rubrica, il terrificante Mr. James Ford.


La mummia
"FOOOOORD, MA CHE CA**O SCRIVI SEMPRE???"


Cannibal dice: Ooh, finalmente hanno fatto un film su Mr. Ford: La mummia, uahahah!
A provare a sconfiggerlo ci proverà Tom Cruise, attore capace in genere di mettere d'accordo sia me che il mio mummificato blogger rivale, e che vale sempre una visione. Anche se qui si muove su territori decisamente più fordiani che cannibali.
Ford dice: fordianata totale arricchita dalla presenza del mitico Tom Cruise, che è così mitico da riuscire di norma a mettere d'accordo perfino me e Cannibal, anche se negli ultimi mesi non è che sia stato uno sforzo così clamoroso.
Speriamo, in questo caso, che torni a dividerci.

Quando un padre
"Ragazzino, con quel tuo fare da saputello mi ricordi tanto un certo Cannibal Kid..."
"Ma io sono Cannibal Kid!"

Cannibal dice: Il secondo film della settimana tutto dedicato all'autoproclamatosi papà migliore del mondo Ford, in questo caso un melodrammone strappalacrime con Gerard Butler?
Adesso però basta fare film sul mediocre autore di White Russian!
Ford dice: film che puzza di retorica lontano un miglio, ma che potrebbe, date le tematiche, diventare la fordianata della settimana, alla facciazza di Cannibal e di tutti i suoi pregiudizi. Vai Gerardone!

Sognare è vivere
"Perché questo bambino sta male?"
"Poveretto, ha appena scoperto di essere figlio di Ford."
"Allora è una reazione perfettamente comune."

Cannibal dice: Esordio alla regia di una delle mie attrici preferite, Natalie Portman. Chissà perché ho però la sensazione che questo suo film possa essere uno di quei mattoni impegnati e pretenziosi che potrei demolire senza stare troppo a usare i guanti nei confronti della regista debuttante. D'altra parte non mi piace usare le maniere gentili, anche verso i miei idoli. Figuriamoci uno come Ford come lo posso trattare...
Ford dice: film che non ho alcuna voglia di vedere ma che mi gusterei per il piacere di demolirlo, considerato che probabilmente si tratterà di uno di quei presunti Capolavoroni che piacciono solo ai radical come Peppa.
Vedremo se il desiderio di bottigliate supererà quello di autoconservazione.

Sieranevada
"Questo sito, Pensieri Cannibali, fa davvero schifo!"
"E non hai ancora visto White Russian..."

Cannibal dice: Co-produzione di Romania, Francia e Bosnia-Herzegovina della durata di 3 ore che sembra parecchio pesantuccia, giusto per usare un eufemismo, e che una volta avrebbe faticato a trovare spazio persino in un cineforum organizzato da Ford. Considerando però che si parla delle conseguenze dell'attentato a Charlie Hebdo, potrebbe rivelarsi più interessante di quanto appaia...
Ford dice: di mattonazzi europei di tre ore, al momento, non sento davvero la necessità. Ben venga la mummia, all'autorialità ripenserò in autunno!

Un appuntamento per la sposa
"Aiuto! Guarda che se guidi così la patente non te la danno mica."
"Se l'hanno data a Ford, c'è speranza per tutti!"

Cannibal dice: Commedia israeliana dalle pretese impegnate e impegnative? Eh no, dai, smettiamola con queste proposte da rassegna cinematografica fordiana!
Ford dice: abbiamo passato una primavera a lesinare un film decente uno, ed ora che viene la bella stagione e a nessuno frega di stare in sala se non per l'aria condizionata, piovono proposte potenzialmente interessanti? Assurdità della distribuzione.

Maria per Roma
"Che stai bevendo, un White Russian?"
"A' stronzo, ma che m'hai preso per pazza?"

Cannibal dice: Film di e con Karen Di Porto. Non so chi sia, ma questo film non mi invoglia di certo a scoprirlo.
Ford dice: sarebbe più divertente un bel documentario che racconti un viaggio on the road di Ford e Cannibal diretti a Roma.

Due uomini, quattro donne e una mucca depressa
"Ooh, che bello il titolo di questo film! Quasi quanto quello dei post di Pensieri Cannibali..."

Cannibal dice: Vi sembra sul serio il caso di far uscire un film con un titolo del genere?
E non si può manco dare la colpa a Ford o alla distribuzione italiana, visto che si tratta proprio di una produzione italiana.
Ford dice: e il Cucciolo Eroico, non vogliamo aggiungerlo?

Teen Star Academy
"Che ci fa Ford a un'audizione per la nostra accademia?"
"Quello al massimo può iscriversi all'università della terza età, BUAHAHAAAH!"

Cannibal dice: In una settimana piena di fordianate clamorose, ecco una cannibalata teen assurda?
Purtroppo no. Pare una versione brutta di una roba brutta come Paso adelante, il telefilm preferito di Mr. Ford quando era un teen. Se lo è mai stato.
Ford dice: robetta che mi sa di cannibalata teen dei poveri. Roba che neppure sotto tortura. O dopo un trip di Malick.

Frett & Furious 8

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Fast & Furious 8
Titolo originale: The Fate of the Furious
Regia: F. Gary Gray
Cast: Vin Diesel, Charlize Theron, Dwayne Johnson, Michelle Rodriguez, Jason Statham, Tyrese Gibson, Ludacris, Nathalie Emmanuel, Scott Eastwood, Kurt Russell, Elsa Pataky, Luke Evans, Kristofer Hivju, Celestino Cornielle


Fast & Furious ormai si è trasformato nel cinepanettone per i palestrati. Solo che al posto delle scoregge di Boldi ci sono le scazzottate di The Rock e Jason Statham che sembrano uscite da un videogame o dall'ennesima brutta copia di Matrix, o persino di The Raid – Redenzione. E al posto delle scappatelle di De Sica con l'amante di turno, qui c'è quella di Vin Diesel con Charlize Theron.
Come nei cinepanettoni, inoltre, un risalto particolare sta non tanto nella trama (quale trama???), quanto piuttosto nelle location. Da Natale sul Nilo, Natale a Miami e Natale a New York, qui si passa a Fast & Furious a New York, Fast & Furious a Berlino (anche se le riprese delle scene “tedesche” sono state fatte in Georgia, Usa) e Fast & Furious a Cuba.


La prima parte, quella cubana, è proprio la più fedele allo spirito del “vecchio” Fast & Furious, quello nato come una saga automobilistica in cui le gare automobilistiche appunto giocavano un ruolo centrale.
ATTENZIONE SPOILER La sfida a L'Avana che si conclude con Dom Toretto che vince una gara con un'auto in fiamme in retromarcia è qualcosa di inverosimile persino per gli elevati standard di questa saga. Giusto perché la saga ormai deve spingere il pedale sempre più sull'acceleratore delle stronzate assurdità. FINE SPOILER


La parte cubana della pellicola si apre a suon di reggaeton e qui viene fuori una delle note dolenti di questa nuova avventura. I film precedenti, belli o brutti che fossero, avevano tutti quanti delle colonne sonore ultra cool a base di hip-hop, rock ed elettronica. Questa volta, anche se qualche brano decente non manca, la soundtrack è invece meno esaltante del solito e sono presenti troppe latinate, a partire dal comunque a sorpresa nemmeno troppo sgradevole singolo Hey Ma di J Balvin, Pitbull (sempre più parodia di se stesso) e quella sgnaccherona di Camila “che bella” Cabello, ex componente delle Fifth Harmony.



La prima parte strizza così l'occhio al pubblico latino-americano (manca solo Despacito), ma non pensate che i producer del film si siano dimenticati di tutti gli altri. Sempre nelle sequenze iniziali c'è una strizzatina d'occhio pure al pubblico femminile, con una scena pseudo romantica tra Vin Diesel e Michelle Rodriguez, e inoltre viene dato un risalto particolare alle donne in versione cazzuta, perché da Katniss Everdeen in poi non ci può essere una saga che non proponga dei personaggi femminili combattivi. La villain di turno è così una Charlize Theron in versione rastafariana, inspiegabilmente conciata come Angelina Jolie in Fuori in 60 secondi, film curiosamente nato proprio sulla scia del successo del primo Fast & Furious ed è quindi un cerchio che si chiude.


Nota a margine numero 1: sempre affascinante la Theron, per carità, ma con questo discutibile look è meno figon del solito.

"Scusa Charlize, quanti scalpi di giamaicani sono stati necessari per farti la parrucca?"

Nota a margine numero 2: il bacio tra Charlize Theron e Dom Toretto è meno sexy di una scena di sesso nella serie The Handmaid's Tale. Non a caso la stessa Theron ha detto che baciare Vin Diesel è come baciare un pesce morto. A questo punto, se si scambiavano tenere effusioni The Rock e Jason Statham mi sa che avevano più intesa sessuale di loro due.


Per far contenti tutte, ma proprio tutte le tipologie di pubblico, ci sono anche un paio di strizzate d'occhio al pubblico dei più piccoli, giusto per rubare un po' di spettatori alla Disney, con la scena più kitsch che mai di The Rock in versione allenatore di soccer di bimbette, roba da far rimpiangere Schwarzy in Un poliziotto alle elementari, e con Jason Statham che si improvvisa tato action di un bebè, quasi come se fosse un Mrs. Doubtfire con la pistola in mano.

"Mi volete togliere questa musicaccia reggaeton dalle orecchie, per favore?"

C'è poi addirittura una strizzatina d'occhio alle teenagers, con un riferimento a Taylor Swift, e volendo esagerare si è cercato di accontentare persino le tardone, inserendo Helen Mirren in versione english lady bad ass.

"No, Vin, non vengo con te solo perché Charlize ti ha smollato il 2 di picche."

Ed è qui che si capisce che la saga di Fast & Furious ormai vuole accontentare tutti, ma proprio TUTTI. La saga di Fast & Furious, sempre più nazional-popolare, si è insomma trasformata nella versione cinematografica della Democrazia Cristiana, giusto un pochino più tamarra.


Quanto al pubblico abituale di Fast & Furious, pure quello viene accontentato abbastanza. Le belle auto non mancano, le belle donne nemmeno (anche se viene mostrata meno topa del solito), corse e inseguimenti la fanno da padrone, c'è un gran numero di sparatorie, botte, botti, esplosioni, e ovviamente c'è anche una notevole dose di umorismo da caserma, o da spogliatoio, se preferite.

Rispondono presente pure i soliti classici cliché da action movie. Ad esempio The Rock e Jason Statham entrambi dietro le sbarre finiscono poi (cosa prevedibile) per avere una relazione bromantica, in una maniera analoga a quanto avviene in film alla Tango & Cash.

"Hey The Rock, dici che il pubblico in sala si è accorto che anziché menarci preferiremmo baciarci?"
"Spero proprio di sì."

Per non farsi mancare niente, Fast & Furious 8 propone pure una trama vagamente spionistica-thriller che sembra uscita da un film di James Bond o da uno di Jason Bourne. In più i protagonisti cercano di evitare la Terza Guerra Mondiale, manco fossero James Blunt, o manco fossero degli Avengers con il superpotere della guida sportiva.

La vera sorpresa di questo nuovo capitolo della saga è allora che ATTENZIONE SPOILER 2 Dom Toretto tradisce i suoi amici, la sua famigghia, e il motivo d'interesse principale della prima metà del film è scoprire perché l'ha fatto. Cos'è che ha Charlize Theron da riuscire a tenerlo sotto scacco, a parte il fatto che è Charlize Theron?
Ha forse un video in cui Dom Pérignon Toretto anziché prendere steroidi si ingozza di Nutella?
O minaccia di mostrare al mondo un filmato in cui se ne va in giro sull'auto rosa di Barbie?

"Ciao Vin. Coraggio, salta su. Prometto di non andare troppo forte."

Si tratta comunque di una sorpresa molto relativa, visto che il passaggio al “lato oscuro” del protagonista è qualcosa che in qualunque saga che si rispetti prima o poi avviene. Inoltre, Dom Dighi Dighi Dighi Dom Toretto si finge cattivo, ma tanto non ci crede nessuno che quel duro dal cuore tenero è cattivo per davvero. FINE SPOILER 2

A proposito di cattivi, sto risultando troppo cattivo e acido nei confronti di una saga che in passato ho anche apprezzato, soprattutto il primo Fast and Furious, quello nato come una versione sulle auto di Point Break, e mi sono pure esaltato come un bambino con il sottovalutato The Fast and the Furious: Tokyo Drift, e addirittura mi sono quasi commosso al finale di Fast & Furious 7 con l'addio a Paul Walker.
Fatemi allora dire cosa ho apprezzato di questo Fast 8. Applausi per The Rock che schernisce il figlio (raccomandato) di Clint Eastwood, Scott Eastwood, attore di rara inespressività.

"Beato mio padre che di espressioni ne ha ben 2!"

Ancora più applausi per Charlize Theron, che schernisce Vin Diesel dicendogli: “'Sta scemenza da Robin Hood salvatore della Terra è una stronzata.

"Charlize, guarda che se continui a dirmi queste cose..."
"Che fai?"
"Lo vado a dire alla maestra!"

Come massimo complimento, posso inoltre aggiungere che Fast & Furious 8, per quanto troppo lungo e allungato, come puro spettacolo d'intrattenimento per lo più funziona e in più azzecca qualche scena altamente spettacolare, ad esempio l'inseguimento finale che trasforma il film per qualche momento in Mad Max: Furious Road, o come la pioggia di automobili (ebbene sì, succede anche questo!).


Per chiudere torno però cattivo e dico che non basta qualche sequenza action riuscita per giustificare un capitolo della saga che pare scritto in fretta & furia, in cui ogni svolta o presunto colpo di scena è ampiamente prevedibile & banale, in cui le varie sequenze paiono incollate insieme a caso & che nel complesso appare inutile, incapace di lasciare alcun segno. Se non nel portafogli dei produttori. Sono loro i veri vincitori. Hanno fatto una pellicola che alla fine lascia soddisfatto non solo il pubblico macho & tamarro, ma pure teenagers & tardone. Tutti contenti quindi, tranne gli incontentabili & rompiscatole come me.
(voto 5/10)

Macchianera Awards 2017: daje con le votazioni!

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Ogni anno, puntuale come le tasse, arriva il momento in cui vi chiedo, o miei cari fedeli amati splendidi lettori, di votarmi. Votare Pensieri Cannibali ai Macchianera Awards, gli Oscar dell'Internet.
Lo so che è un discreto sbattito, però considerando che per le elezioni politiche non si sa quando, e se mai si andrà a votare, se non altro avete un'occasione democratica per dire la vostra.


Cosa bisogna fare?

Non mi ricordo...

Ah già. Nella prima fase di votazioni, è necessario segnalare i vostri siti, personaggi, influencer e altro preferiti nella scheda che trovate sul sito di Macchianera.
Quello che vi chiedo, umilmente e in ginocchio baciandovi i piedi, è di indicare l'indirizzo completo di Pensieri Cannibali
http://www.pensiericannibali.com/
nella categoria 18, quella per il Miglior sito Cinematografico.


Regole:

- Non si può indicare lo stesso sito in più di 4 categorie differenti

- Affinché il vostro voto sia considerato valido, dovete esprimere una preferenza in almeno 8 tra le categorie presenti.


Se non sapete chi votare, ecco i miei (del tutto disinteressati) suggerimenti di voto.

1. Miglior sito
http://www.pensiericannibali.com/

2. Miglior personaggio
Luigi Toto

4. Miglior articolo
http://www.pensiericannibali.com/2016/10/la-vita-segreta-dei-blogger.html

5. Miglior community
http://www.lolingtonpost.it/

7. Miglior Tweeter
@Comeprincipe

10. Miglior canale tv
Paramount Channel

12. Miglior sito televisivo
http://www.pensiericannibali.com/

14. Migliore radio o podcast online
http://www.radiopanesalame.it/

15. Miglior testata giornalistica online
http://www.leonardo.it/

16. Miglior sito di satira
http://www.lercio.it/

18. Miglior sito cinematografico
http://www.pensiericannibali.com/

19. Miglior sito musicale
http://www.sorrisi.com/

20. Miglior sito letterario
http://diariodiunadipendenza.blogspot.it/

21. Miglior sito fashion & beauty
http://unamelaalgustopesce.blogspot.it/
oppure http://www.waitmag.com/waitmag/

22. Miglior sito food
http://www.cookingmovies.it/
oppure http://www.nonsolopizzaecinema.com/

23. Miglior foodblogger
Elisa Pavan

25. Miglior sito per genitori e bambini
http://stratobabbo.blogspot.it/
oppure http://whiterussiancinema.blogspot.it/

26. Miglior sito divulgativo
http://www.ferrucciogianola.com/

27. Miglior sito politico-d’opinione
http://andreainforma.blogspot.it/

28. Miglior sito LGBT
http://www.zuccherosintattico.it/

29. Miglior sito di viaggi
http://viaggiandomeno.blogspot.it/

32. Miglior disegnatore-vignettista
http://lafirmacangiante.blogspot.it/


Tutto chiaro?
Ora via al voto!

E grazie (ma solo se sceglierete Pensieri Cannibali)


Aspettando i film che daranno sui Nerve questa settimana

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Sarà un fine settimana decisamente cannibale, quello che sta per iniziare nei cinema italiani. Cosa che significa che qualche film parecchio adolescenziale e pure radical-chic sta per arrivare.
Tutti i sostenitori di Pensieri Cannibali or dunque comincino a esultare, e quelli del terribile White Russian del mio nemico Mr. James Ford comincino a tremare, perché codeste sono le pellicole in uscita.

Nerve
"Guarda Ford, ormai anche mia nonna è su Facebook. Manchi solo tu!"

Cannibal dice: film teen con Emma Roberts che – naturalmente! – io ho già visto da tempo. La recensione non l'ho però scritta, per mancanza di tempo/ispirazione, ma potrei sempre recuperare, magari con qualche riferimento al fenomeno del Blue Whale che questa pellicola e il romanzo da cui è tratto hanno in qualche inquietante modo anticipato. Nel frattempo ne approfitto per lanciare una sfida potenzialmente mortale al mio mortale nemico: Ford, guardati questa pellicola adolescenziale e pure sulle nuove tecnologie, se hai il coraggio, e vediamo se riuscirai a sopravvivere!
Ford dice: film teen con Emma Roberts che - incredibilmente! - ho già visto da tempo, e anche recensito.
Come sarà andata? Lo scoprirete presto su White Russian.

Aspettando il re
"Sto riguardando un mio vecchio film e fa davvero pena... Cannibal Kid aveva proprio ragione."

Cannibal dice: Se c'è una cosa che non sto aspettando è di vedere un nuovo film con Tom Hanks.
O un film consigliato da Ford.
O, peggio ancora, un nuovo film con Tom Hanks consigliato dal re dei blogger incompetenti Ford, ARGH!
Ford dice: questo film, invece, l'ho in lista da mesi ma non ho mai trovato l'ispirazione o la voglia giuste per vederlo. Sarà un segnale premonitore? Di sicuro, so che irriterà il mio rivale. E questo non è che un punto a suo favore.

Io danzerò
Una estasiata Lily-Rose Depp ha appena visto Ford danzare

Cannibal dice: Pellicola sul mondo della danza che potrebbe risultare una specie di versione autoriale, francese e radical-chic di film come Save the Last Dance e Step Up. Parecchio intrigante il cast che comprende la cantante-attrice Soko, Gaspard Ulliel, Melanie Thierry e la figlia di Johnny Depp, Lily-Rose Depp. Non vedo l'ora di vederlo e di danzare poi sulle macerie di quel che rimarrà di Ford dopo la sua eventuale visione.
Ford dice: film danzereccio che più che di tamarrata ha il sapore della finta radicalchiccata stile Cannibal, dunque lo eviterò come la peste lasciando la visione ai pretenziosi alternativi o presunti tali come il mio rivale.

Corniche Kennedy
"Ford sta cercando volontari per il suo cineforum sul cinema russo."
"Buttiamoci, prima che ci veda!"

Cannibal dice: Un film adolescenziale e pure francese?
Questa è proprio la mia settimana. Prenditela in quel posto, Mister James Ford!
Ford dice: qualcuno ha messo in piedi la settimana cannibalesca al Cinema? Se è così, svegliatemi giovedì prossimo!

Parigi può attendere
"Tesoro, sai che alla guida c'è Mr. Ford?"
"Oh shit! Allora non arriveremo mai a Parigi. Ecco perché il titolo del film dice che può attendere..."

Cannibal dice: Parigi può attendere... e pure la visione di questa pellicola. Anche se il fatto che sia il debutto alla regia di Eleanor Coppola, la moglie di Francis Ford nonché madre di Sua Santità Sofia, mi incuriosisce non poco.
Ford dice: tipica rom-com all'americana in salsa europea che non promette nulla di buono se non banalità a profusione. Potrebbe giusto sorbirsela Cannibal, sperando gli resti molto, molto indigesta.

Una doppia verità
"Sei finito dietro le sbarre per aver insultato Ford???"
"Proprio così. Incredibile, vero?"
"Già. Finalmente un paese in cui la Giustizia funziona per davvero!"

Cannibal dice: Thrillerino con Keanu Reeves e Renée Zellweger che sa tanto di saldo estivo anticipato. Roba buona giusto per Ford.
Ford dice: ecco qui una bella doppia verità. Questo film si rivelerà una mezza schifezza da recupero estivo, e Cannibal Kid non capisce una fava secca di Cinema.

Lady Macbeth
"Cannibal, ti sfido a indossare un abito più elegante del mio."

Cannibal dice: Pellicola in costume non tratta dalla tragedia di William Shakespeare, ma dal romanzo russo della metà del XIX Secolo Lady Macbeth del Distretto di Mcensk di Nikolaj Leskov. Direi che mi attira quanto una lotta nel fango tra Mr. Ford e The Rock.
Ford dice: siamo a giugno. Il caldo comincia a farsi torrido. E la mia voglia di schiaffarmi film in costume è pressochè la stessa di sciropparmi un film consigliato da Cannibal. Sotto zero.

Il crimine non va in pensione
"Maurizio Mattioli, copriti per favore. Vorrai mica dare scandalo come James Ford con la sua nuova foto profilo?"
"Ma io ho un fisico di gran lunga migliore del suo!"

Cannibal dice: Il crimine non va in pensione... ma quel criminale cinematografico di Ford invece dovrebbe proprio.
Ford dice: il crimine non va in pensione, mentre prima o poi - forse - ci andrà Cannibal, ancora illuso di poter essere considerato giovane.

The Ring 3, il ritorno della bimbaminkia che uccide

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The Ring 3
Regia: F. Javier Gutiérrez
Cast: Matilda Lutz, Alex Roe, Johnny Galecki, Aimee Teegarden, Vincent D'Onofrio, Zach Roerig, Laura Wiggins, Lizzie Brocheré


Ci sono film che ti uccidono... dalla noia.
Per me in genere sono i film religiosi o quelli in costume (tranne quelli in costume da bagno). Qualcuno menzionerà anche gli ultimi lavori di Terrence Malick, ma non sarò certo io.



Ci sono invece film che ti uccidono... dal nervoso. È l'effetto che fanno su di me quelli di Mel Gibson, tanto per fare un nome a caso.


Ci sono poi film che ti uccidono... dalla paura. Degli horror che hanno così presa su di te, sul tuo immaginario, da metterti i brividi, da farti urlare.


Ok, quest'ultima è una cosa che non mi è mai successa, manco con Scream. Intendevo più un urlo di terrore interiore.
Quale film mi ha fatto gridare (interiormente)?

Il primo The Ring a me aveva fatto una paura fo**uta. Probabilmente perché la prima volta che l'ho visto, dopo averlo noleggiato da Blockbuster (e se non sapete cos'è Blockbuster significa che siete proprio giovani), mi trovavo in casa da solo, al buio, e durante la visione continuava a squillarmi il telefono. Dall'altro capo non c'era l'inquietante voce di Samara a sussurrare: “Sette giorni”, se non altro, ma c'era un silenzio comunque inquietante. Non ho mai scoperto chi avesse chiamato. Forse un call center, anche se all'epoca non erano ancora rompiballe quanto oggi. O forse era proprio Samara che però aveva perso la voce, oppure in quel momento si sentiva troppo timida per parlare.


Senza contare le pellicole giapponesi, da allora Samara era tornata in un'altra occasione, nell'inferiore al primo, ma comunque per certi versi intrigante The Ring 2. Da allora sono passati parecchi anni, altroché sette giorni, e Samara non si è fatta più sentire. Non che si sentisse la sua mancanza, a dirla tutta.

Ora Samara is back, bitches!
Ed è più affascinante che mai.


In The Ring 3 Samara ne combina di tutti i colori. All'inizio se la prende persino con un intero aereo, in una scena che sembra un incrocio tra Final Destination e Sharknado 2, finendo per somigliare più a Sharknado 2.

A questo punto c'è un colpo di scena. Negli horror di solito c'è una sequenza introduttiva, per esempio proprio in The Ring. Qui invece ce ne sono addirittura due! M. Night Shyamalan, manco a te era mai venuta in mente una sorpresa del genere, vero? E così, dopo la sequenza dell'aereo, altri personaggi minori si trovano alle prese con il video di Samara: Johnny Galecki di Big Bang Theory e Aimee Teegarden, pollastrella già vista nelle serie Friday Night Lights, Star-Crossed e Notorious.


Per arrivare alla protagonista vera e propria (altroché Samara) di questo nuovo capitolo di The Ring, bisogna quindi attendere la terza scena, e qui c'è una nuova sorpresa. La star di questa produzione ammeregana-canedese è un'attrice italiana, Matilda Anna Ingrid Lutz, anche se dal nome potrebbe sembrare spagnola o chessò io e invece no, è proprio italiana. Spagnolo è invece il regista, F. Javier Gutiérrez, che però non pare certo un fenomeno o, come dicono in Spagna, fenómeno... l'avreste mai detto?

"Certo che nemmeno Cannibal è un fenomeno nello scrivere recensioni..."
"Perché, questa tu la chiami una recensione???"

Torniamo allora a concentrarci sulla protagonista: Matilda Lutz, già vista in L'estate addosso, il tanto criticato film adolescenziale di Gabriele Muccino che non è poi così terribile come si dice in giro e in cui lei riesce a rendere sopportabile, o quasi, un personaggio insopportabile. È sulle sue (belle) spalle giovani ma già forti che l'intero The Ring 3, o quasi, si appoggia.

"Cosa diavolo è quello? Un brufolo?!?
Oh mio Dio, e ora come faccio a uscire?"

A parte Matilda, la cosa migliore di The Ring 3 è stato lo scherzone fatto per il lancio promozionale del film, in cui Samara esce da alcuni televisori di un negozio.



Per il resto la pellicola non ha particolari meriti. La trama è piuttosto prevedibile e ricalca senza enorme fantasia il primo film della saga, con la differenza che qui manca il bimbetto inquietante. Un dettaglio che potrebbe sembrare trascurabile e invece no, visto che in The Ring 1 e pure in The Ring 2 a far rabbrividire come e forse persino più di Samara era lui.


Chi non manca, e ci mancherebbe ancora, è invece Samara. Come fare per salvarsi dalla sua maledizione dei 7 giorni?
Bisogna realizzare una copia del suo video e farla vedere a qualcuno. A seguire questa logica sono anche gli stessi sceneggiatori di questo The Ring 3, che hanno in pratica fatto una copia (mal riuscita, ma per fortuna superiore a porcherie assolute come Blair Witch) del primo The Ring (che già a sua volta era un remake) e poi ce l'hanno mostrata non tanto perché fieri del loro operato, quanto piuttosto per lavarsene le mani e passare la maledizione a qualcun altro. Qualcuno che magari realizzerà The Ring 4, considerando come il finale lasci aperta, apertissima la porta a un possibile nuovo sequel. E io pur sapendo già, proprio come i personaggi della saga, che sarà una cosa dannosa, non ce la farò a tirarmi indietro. Non riuscirò a voltare lo sguardo dall'altra parte e schiaccerò play, ancora una volta. Facendo continuare la maledizione dei sequel inutili come questo.
(voto 5/10)



T2: Trainspotting, il nuovo manifesto (de)generazionale

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T2: Trainspotting
Regia: Danny Boyle
Cast: Ewan McGregor, Jonny Lee Miller, Robert Carlyle, Ewen Bremner, Anjela Nedyalkova, Kelly Macdonald, Shirley Henderson, Irvine Welsh


Choose death. Scegli la morte. Scegli Trainspotting. Scegli Pensieri Cannibali. Scegli di avere un lavoro precario. Scegli l'incertezza perenne. Scegli di non avere un televisore ultrapiatto in full HD con il 3D incorporato, tanto tutti i programmi che passano in tv sono merda allo stato puro e, se ti vuoi guardare qualcosa di decente, devi scegliere lo streaming o il computer. Scegli Netflix. Scegli la pirateria. Scegli la pornografia. Scegli di non avere una famiglia. Scegli di essere solo, ché tanto ti senti solo anche quando sei in mezzo agli altri. Alone with Everybody, come diceva il titolo del primo disco solista di Richard Ashcroft. Scegli di non essere contro il sistema, ma proprio fuori dal sistema. Scegli di non scegliere nessuno alle urne, non tanto perché tutti i politici sono uguali e fanno schifo, ma perché tutte le persone in generale sono uguali e fanno schifo. Nessuno la pensa come te. Nessuno vuole le tue stesse cose. Nessuno farà mai niente per migliorare la tua vita e non la sua.


Se proprio scegli la vita, scegli di vivere come nessun altro e, se proprio devi scegliere un modello esistenziale, scegli Mark Renton o Sick Boy o Spud o Begbie, oppure scegli di essere un po' come ognuno di loro. Scegli T2: Trainspotting. Scegli un sequel che non è perfetto ma chissenefrega delle cose perfette. Scegli le cose imperfette. Scegli le cose che fanno male che sono le migliori. Scegli una droga, la droga che preferisci: eroina, cocaina, marijuana, MDMA, crystal meth, LSD, il Viagra, il cofveve o la Nutella. Scegli un film che ti darà delle soddisfazioni e delle delusioni. Soddisfazioni perché Danny Boyle non fa come David Lynch nella terza stagione di Twin Peaks in cui passa più che altro il tempo lontano da Twin Peaks. Scegli Danny Boyle che ti dà proprio ciò che volevi, ciò che ti aspettavi, anche perché avevi già letto Porno di Irvine Welsh da cui la sceneggiatura prende spunto, pur con delle varianti notevoli e dei fisiologici adattamenti temporali, visto che il romanzo è stato pubblicato nel 2002. Scegli un ritorno a Edimburgo che ti mette di fronte alla vita di adesso dei protagonisti della prima storica pellicola.

"Che cosa siamo diventati, degli sportivi salutisti?"
"Torniamo subito a drogarci, ti prego!"

Scegli un film che però ti darà anche delle delusioni, perché T2 è persino fin troppo come te lo aspettavi, sarà che gran parte della pellicola l'hanno messa nel trailer, così come la nuova canzone più bella della soundtrack se la sono già sparata lì, la splendida “Silk” dei Wolf Alice, uno dei gruppi emergenti più cool in circolazione nel Regno Unito e non solo.



Scegli T2 anche se non sorprende, non stupisce, non fa l'effetto di una siringa in vena o al cuore come il film del 1996. Scegli un film differente dal primo Trainspotting, che era a suo modo un ritratto generazionale, il ritratto di una generazione che non prometteva niente di buono e sembrava destinata a degenerare e infatti T2: Trainspotting può essere considerato come un manifesto degenerazionale.


Scegli un film che si autocita, si remixa e suona giusto come un eco del passato, di quegli anni '90 che all'epoca ti sembravano tanto spettacolari ma, forse, guardati con gli occhi di oggi, non lo erano così tanto, non che il presente sia meglio, eh, però quei due, Mark Renton e Sick Boy, che allora credevi tanto fighi, oggi li vedi per quello che sono in realtà: due stronzi, due perdenti, due “sfigati”, come li chiama il boss locale nella pellicola. Scegli che la maggiore empatia arrivi allora a sorpresa con Begbie, che almeno a tratti riesce a uscire dalla macchietta di uomo violento per lasciare intravedere qualche lampo di disperata folle umanità, e soprattutto con Spud che, senza spoilerare troppo, è il vero protagonista del film, è lui il vero cuore matto che batte di T2.


Scegli una pellicola che è una visione che scivola a metà strada tra piacevolezza e malinconia, girata alla grande da Danny Boyle e con una nuova colonna sonora da sballo, senza però essere iconica come quella della pellicola originale e il problema è proprio quello, il confronto con il film originale, anch'esso imperfetto, ma che irrompeva sulla scena cinematografica con uno spirito punk-rock che shockava ed esaltava, con un'irruenza paragonabile ai tempi solo con quella di Pulp Fiction di Quentin Tarantino e, se Trainspotting 1 era un cult, T2 è, mi spiace molto dirlo, un lavoro sostanzialmente inutile, un divertissement, una rimpatriata nostalgica a ricordare un passato tutt'altro che roseo riflesso in un presente anch'esso tutt'altro che esaltante, e laddove T1 era più esaltante di un orgasmo moltiplicato per mille, e neanche allora c'eravamo vicini, questo T2 è solo una gradevole scopata con una vecchia fiamma.


Scegli allora un film che sceglie di non essere un nuovo cult, che sceglie di non dire fondamentalmente niente di nuovo, che sceglie di non dire niente e basta. Scegli di non scegliere di fare la cosa giusta. Scegli sempre la scelta sbagliata. Scegli una pellicola sbagliata, perché un lavoro entrato nel mito come Trainspotting non andava toccato, anche se il risultato non è una porcheria come Zoolander 2 o il reboot di Ghostbusters, anzi, T2 è persino troppo raffinato, troppo maturo, troppo adulto, troppo ripulito, è come la reunion di una punk band che oggi si mette a suonare un classic rock ascoltabile e tutto, ma privo di quell'irruenza di chi voleva spaccare tutto, mentre adesso il premio Oscar Danny Boyle e i suoi interpreti ormai affermati sia sul piccolo che sul grande schermo, sia in Gran Bretagna che a Hollywood, non hanno più niente da dimostrare.


Scegli comunque T2: Trainspotting. Sceglilo perché forse ti farà capire che forse è finalmente ora di crescere, forse eh, è ora di lasciarti gli anni '90 alle spalle e diventare un uomo adulto, se non vuoi fare la fine di Mark Renton o Sick Boy o Begbie o Spud, che poi la fine che fa Spud non è poi così male. Scegli di guardare un sequel, un sequel per certi versi riuscito e migliore di molti altri seguiti, ma pur sempre un sequel e che quindi non s'aveva da fare, e poi scegli di voltare pagina. Scegli di iniziare un nuovo capitolo, anzi no, scegli un nuovo libro. Scegli un nuovo film. Scegli una nuova storia. Scegli la vita. Scegli una nuova vita.
(voto 7-/10)

Civiltà cinematografica perduta

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Non è sempre domenica. Oggi infatti è giovedì.
E non è sempre una settimana piena di promettenti uscite cannibali. Questo weekend infatti sono in arrivo più che altro dei film(etti) che al massimo potrebbero far felice il mio blogger nemico Mr. James Ford.
Cosa significa?
Che 'sta settimana si può anche disertare le sale e andare tutti ar mare, tutti ar mare, a mostrà le chiappe chiare!


Transformers – L'ultimo cavaliere
"Ford non vedrà un mio film? Mi viene da piangere. :("


Cannibal dice: Quella dei Transforders era una saga partita in maniera simpatica. Il primo tempo della prima pellicola se non altro non era malaccio. Da lì in poi il declino, con una serie di guerre robotiche senza senso che hanno toccato il loro punto più basso nel terzo inguardabile film, in cui a salvare la baracca, o meglio la baracconata non c'era più manco Megan Fox con i suoi bellissimi pollici. Il quarto capitolo segnava una piccola ripresa, anche perché peggio del terzo non si poteva fare, ma le premesse per questo quarto, in cui non si sa come o perché c'hanno infilato dentro pure la leggenda di Re Artù, sono catastrofiche. Potrebbe essere lo scult dell'anno su Pensieri Cannibali e di conseguenza il capolavorone trash 2017 su White Russian.
Ford dice: la saga cinematografica dei Transformers mi ha sempre fatto assolutamente cagare. Tutti film vuoti ed inutili, resi ancora più tremendi dai pollici di Megan Fox, e che neppure Marc Wahlberg è riuscito a salvare.
Eviterò quest'ennesimo capitolo come se l'avesse consigliato Cannibal.

Civiltà perduta
"Dai che facciamo un selfie con il nuovo smart phone di Ford."

Cannibal dice: Se la scorsa settimana era stata spettacolarmente cannibale, questa si preannuncia orribilmente fordiana. Civiltà perduta è il classico film d'altri tempi arrivato fuori tempo massimo con un'ambientazione esotica (l'Amazzonia) e un regista (James Gray) che non mi ha mai esaltato. Prevedo tra i tre e i tre bicchieri e mezzo su White Russian (tra i voti massimi), e tra il 3/10 e il 3,5/10 su Pensieri Cannibali (tra i voti minimi).
Ford dice: James Gray è uno dei registi più autoriali del panorama americano, e fin dai suoi esordi l'ho amato moltissimo. Sono molto curioso di scoprire come se la caverà in un contesto che non pare il suo, e soprattutto quanto potrà infastidire Cannibal un film come questo.

Parliamo delle mie donne
"Ford che parla di donne?"
"Ma va', quello parla solo di omaccioni muscolosi, ahahah!"

Cannibal dice: Eh, se dovessi parlare io delle mie donne, andrei avanti per minuti, ma che dico? Per secondi interi! Ford invece non lasciatelo nemmeno cominciare, che se no vi racconta qualche aneddoto strappalacrime su moglie e/o figlia. Claude Lelouch poi c'ha fatto un film di due ore che promette di essere troppo radical-chic persino per me.
Ford dice: Lelouch non è neanche male, ma l'idea di un film di questo genere potrebbe essere molto più adatta a Hank Moody, che non al Cinema francese. Piuttosto, dunque, andrò a rinfrescarmi Californication.

The Habit of Beauty
"Sono venuta a girare un film a Londra e il giorno dopo gli inglesi hanno votato a favore della Brexit...
Soltanto un caso?"

Cannibal dice: Francesca Neri vuò fa l'ammeregana-meregana? No, vuò fa l'inglesana-nglesana. The Habit of Beauty è una pellicola italo-britannica che potrebbe risultare una scommessa curiosa, ma su cui io preferisco non puntare i miei soldi. Così come non li punterei mai su Ford, a meno che non si tratti di un incontro di wrestling contro di me, e almeno in quel caso vincerebbe facile.
Ford dice: questo connubio italo britannico mi pare destinato al fallimento più di un tentativo di alleanza mio e di Peppa Kid, dunque credo che mi butterò su qualche recupero, piuttosto che tentare la strada di questa bellezza che, sinceramente, non vedo.

Girotondo
"Ma che ne sanno Ford e Cannibal di cinema???
Io mi fido solo del blog di Chiara Ferragni."

Cannibal dice: Ho guardato il trailer di Codice criminale, il film con Michael Fassbender in uscita settimana prossima, che annunciava musiche originali composte dai Chemical Brothers, e subito dopo hanno dato quello di Girotondo, filmetto amatoriale recitato peggio delle soap che guarda Ford e accompagnato da una canzonaccia di Emma Marrone... indovinate quale dei due film mi è venuto voglia di guardare e quale no?
Ford dice: Emma Marrone sarà anche interessante per alcuni argomenti, ma certo non per altri. Questo film, invece, non è interessante neanche per sbaglio.

Nuntereggaeton più

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L'estate 2017 è ormai iniziata e, anziché stare a lamentarmi per il caldo, ho deciso di celebrarla scrivendo il testo di una canzone. Non una canzone qualunque: il tormentone estivo definitivo. Lo trovate qui sotto. Se poi qualcuno vuole pure cantarlo, suonarlo e ballarlo, è il benvenuto.
Con questo pezzo inoltre mi candido a diventare il nuovo Rino Gaetano.
Sono poco ambizioso, lo so, lo so.


Nuntereggaeton più
(testo di Marco Goi alias Cannibal Kid, musica di Rino Gaetano)



Abbasso e alè (nun te reggaeton più)
Abbasso e alè (nun te reggaeton più)
Abbasso e alè con le canzoni
senza featuring di Sean Paul o rappettoni

la Kasta
e basta (nun te reggaeton più)
la legge elettorale
mi fa venir voglia di cambiare canale
Deeespacito
se la canti ancora ti spiezzo un dito
Facebook Facetime Whatsapp Twitter
Chiara Ferragni e le fashion blogger
Álvaro Soler
Justin Bieber
nun se ne può più manco dei fidget spinner
e come dimenticare pure i call center? (nun te reggaeton più)

Donnarumma e le discussioni
su chi prende più milioni
auto blu, sangue blu
cieli sempre più blu, ma vadavialcù
Cazzaniga
se te lo becchi come anestesista è una bella sfiga
Cazzarola
tutti contro Raiola (nun te reggaeton più)

The Walking Dead
smart phone e iPad (nun te reggaeton più)
la gente nei bars
il nuovo Cars
House of Cards
le Pretty Little Liars (nun le reggaeton più)
le petizioni per far tornare Sense8
han proprio rotto gli zebedei
chi ce l'ha con i gay
come la CEI
chi considera una rapper Baby K
fuck you Theresa May
Donald Trump presidente degli USA (I can't reggaeton ya anymore)

Chi non si vuol far vaccinare
chi se ne dovrebbe solo andare a cagare
le pubblicità su Spotify e YouTube
i film stranieri senza i sub
sequel prequel spin off
remake reboot fuck off! (nun te reggaeton più)

PD AP UdC MDP M5S FI FdI-AN FN la Lega Nord
Mr. James Ford (nun te reggaeton più)
le primarie
le parlamentarie
e la Boschi che si dà tante arie
il politically correct
ahi lo stress (nun te reggaeton più)
Avvocato Bongiorno
levati di torno
e anche tutto questo internet porno (nun te reggaeton più, anzi te te reggaeton ancora)

Andrea Agnelli
Manuel Agnelli
Morgan e i giudici saputelli
Barbara d'Urso, Maria de Filippi, Carlo Conti e i talent show
Pamparana, Striscia, Iene, blue whale e il Costanzo show (nun te reggaeton più)

Vasco Rossi
Valentino Rossi
Salvini e Bossi
il buonismo, il pietismo, il terrorismo
il neofascismo e il cyberbullismo
gli attentati
i disastri annunciati (nun te reggaeton più)

Papa Francesco
Enrico Papi e l'UNESCO
il codice CAPTCHA
è una terribile minaccia
salvare Alitalia
eeeeh Forza Italia (nun te reggaeton più)

Terrence Malick
i radical chic
chi ce l'ha sempre con i radical chic
la Brexit
Spielberg, Hanks e Meryl Streep
quelli che perché c'hanno un profilo Instagram si credon VIP (nun te reggaeton più)
Quelli che voglion essere i nuovi Rino Gaetano
gli spot TIM e Mina insieme a Celentano
Re Giorgio Napolitano
e anche Mattarella
i criminali fuori dalla cella
quelli che si fanno i selfie in bagno
Batman Superman e l'Uomo Ragno
Marvel Disney robot vampiri supereroi
e anche quel farabutto di Marco Goi (nun te reggaeton più)

Di Maio, la Raggi, Casalegno jr. e Grillo
se non li reggaeton pure tu allora dillo
Matteo Renzi
dimmi di lui che ne pensi
Berlusconi
i mignottoni
i sapientoni
le elezioni
la legge sulle elezioni
le petizioni
le petizioni sulle elezioni (nun te reggaeton più)

J-Ax, Fedez, Morandi, Rovazzi
Gabbani la scimmia esticazzi
Paolo Ruffini
tutti i ruffiani
i cibi senza olio di palma
la gente che ti dice: “Calma!”
Messi, CR7, Gigi Buffon
Minions e James Cameron
e più di ogni altra cosa la musica reggaeton

NUN TE REGGAETON PIÙ

NUN TE REGGAETON PIÙ

NUN TE REGGAETON PIÙ

NUN TE REGGAETON PIÙ



Song to Song, Film to Film, Noia to Noia

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Song to Song
Regia: Terrence Malick
Cast: Rooney Mara, Ryan Gosling, Michael Fassbender, Natalie Portman, Lykke Li, Bérénice Marlohe, Cate Blanchett, Holly Hunter, Callie Hernandez, Tom Sturridge, Val Kilmer, Patti Smith, Iggy Pop, John Lydon, Florence Welch, Flea, Anthony Kiedis, Chad Smith, Black Lips, Spank Rock


In quel periodo della mia vita mi piaceva il cinema estremo
mi piaceva... non so se mi piaceva, però lo guardavo
guardavo un sacco di film di Terrence Malick e sembravano tutti uguali
sembravano... lo erano, mi sa tanto


Il cinema di Terrence Malick è una presa per il culo splendida, ma pur sempre una presa per il culo
può essere considerato il guilty pleasure di noi cinefili radical-chic con la puzza sotto il naso
come la saga di Transformers o i film Marvel per il grande pubblico, per la gente “normale”
li guardi e sai già cosa succederà
paghi il biglietto sapendo cosa avrai in cambio
paghi... oppure li guardi a scrocco in streaming ma SHHHHH! io questo non ve l'ho mai detto


Quando li guardi puoi pure sconnettere il cervello, tanto non c'è molto da capire, alla faccia di chi li considera film impegnati, impegnativi o intellettualoidi
meglio non pensarci su troppo
meglio lasciarsi travolgere dal flusso di immagini, di immagini e parole
ricordo ad esempio Song to Song, che poi era uguale a The Tree of Life, To the Wonder e Knight of Cups, solo che questa volta la musica giocava un ruolo più importante, almeno in teoria, visto che era ambientato all'interno della scena musicale di Austin, in Texas, ed era un po' più variegata del solito e non si limitava alla sola classica da Chiesa come nei precedenti lavori di Malick
Ad aprire le danze, per dire, c'era una scena di pogo selvaggio con un pezzo dei Die Antwoord, anche se era solo un'illusione e poi tutto tornava nei soliti standard malickiani

In Song to Song c'erano inoltre Johnny Rotten dei Sex Pistols e dei PIL e Patti Smith che parlavano


Flea dei Red Hot che suonava il basso perché... che volete che altro faccia Flea?
Iggy Pop a torso nudo, ma l'avete mai visto vestito?


C'era anche Florence Welch, solo che non è che si vedesse più di tanto
C'era Michael Fassbender che faceva la scimmia
Michael Fassbender che andava in moto
Michael Fassbender che guidava la Ferrari
Michael Fassbender che beveva un sacco


C'era poi Ryan Gosling che faceva... il Ryan Gosling, quindi il figo
Lykke Li che lanciava incantesimi a Ryan Gosling


Rooney Mara che faceva innamorare tutti e tutte
pure Bérénice Marlohe, Dio Santo che bella Bérénice Marlohe


Ci sarebbero dovuti essere anche Christian Bale, Haley Bennett, Benicio del Toro, gli Arcade Fire, gli Iron & Wine, i Fleet Foxes, Trevante Rhodes e Boyd Holbrook che però sono stati tagliati dalla versione finale del film con una tipica bastardissima mossa malickiana

"Devo lasciare il palco a Gigi D'Alessio?
Vi prego, ditemi che state scherzando."

C'era invece un triangolo sentimentale che potenzialmente poteva dare merda a Bella + Edward + Caleb (non che ci vada molto), o persino a Buffy + Angel + Spike, o addirittura a Joey + Dawson + Pacey e invece...
Non si capisce se Rooney stia con Ryan e Michael è il terzo incomodo, o viceversa
In più a girare il film loro tre si devono essere divertiti un mondo, noi a guardarli un po' meno. Cioè, sì, insomma, sono sempre un bel vedere, solo che viviamo in un'epoca in cui ci si stufa di tutto e allora dopo un po' persino Rooney + Ryan + Michael diretti da Dio Malick stufano. Pure parecchio
E così entra in scena Natalie Portman. Bionda. Bellissima


Il triangolo diventa così un quadrangolo... si dice quadrangolo?
Song to Song poteva allora trasformarsi nel nuovo Closer, ma Malick si è dimenticato di scrivere la sceneggiatura come al solito e va bene che l'età avanza e la memoria si riduce, però non potrebbe assumere un assistente che gli ricordi di farlo?
Progetti per il futuro: Terrence, ricordati di scrivere uno script per il tuo prossimo film, per favore
GRAAAZIE!


Senza una sceneggiatura vera e propria o anche solo vaga, il quadrangolo si fa ancora più noioso del triangolo e perciò entrano in scena pure Cate Blanchett e le già menzionate Lykke Li e Bérénice Marlohe e non si capisce più nulla se non che il vuoto esistenziale divora ogni cosa, persino le vite di tutti questi belli e famosi e di talento che si muovono senza evolversi di (pseudo) amore in (pseudo) amore, di film malickiano in film malickiano, di canzone in canzone, di noia in noia


Con un regista, un cast, un'ambientazione musicale e delle guest-star del genere poteva venirne fuori uno dei film più belli di tutti i tempi, il La La Land rock di Malick e invece...
invece sono due ore girate bene, benissimo, divinamente di interminabile rottura di coglioni del decimo livello
interminabile al punto che pensavo che questo film sarebbe durato per sempre, e invece a un certo punto finiva...
così, di punto in bianco...
come il mio amore per Terrence Malick
(voto 5/10)

La musica del Cannibale - Top e Flop di giugno 2017

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Questo mese in musica c'è tanta, tanta roba.
E, alla faccia dell'arrivo dell'estate e dei tormentoni estivi, a sorpresa c'è tanta roba buona!
Via allora subito ai (molti) Top e ai (pochi) Flop del mese, seguiti da qualche rubrichetta.

Top


12. Foo Fighters

Invecchiare bene è possibile?
I Foo Fighters con il loro nuovo video, che accompagna l'epica cavalcata rock o meglio corsa rock Run, ci suggeriscono di sì.

Sì, insomma, più o meno...




11. Dua Lipa

Il disco di pop commerciale del mese, e forse dell'anno, è Dua Lipa di... Dua Lipa.
Più che un semplice album, suona come un doppio album: da una parte un greatest hits che raccoglie i suoi primi successi, dall'altra una serie di inediti. Dua Lipa is megl che uan!




10. Ed Sheeran

Parte il video di Galway Girl e viene subito voglia di volare in Irlanda.
Merito del pezzo di Ed Sheeran dalle atmosfere celtiche?
Certo, ma anche e soprattutto di Sa💓irse R💖nan.




9. Ariana Grande

La sua musica può piacere o non piacere. A me piaciucchia abbastanza, sebbene le sue prime cose siano troppo teen-pop persino per me e alcuni suoi vocalizzi mariahcareyani non mi entusiasmino molto. Il suo ultimo Dangerous Woman è però un disco pop davvero valido e, soprattutto, c'è da ammirare il coraggio e la forza con cui la piccola Grande è riuscita a realizzare in quattro e quattr'otto un Live Aid per le nuove generazioni. Dopo l'attentato terroristico del 22 maggio scorso alla Manchester Arena, chiunque si sarebbe paralizzato. Persino dei duri come gli Eagles of Death Metal ci hanno messo un po' per riprendersi dalla strage al Bataclan.
Ariana Grande invece è ripartita praticamente subito. Ha chiamato a raccolta i suoi amichetti, più qualche gloria dei 90s e qualche altro big internazionale e ha dato vita al One Love Manchester, un concerto evento toccante, con poca retorica e molta musica. Capace di parlare soprattutto ai più giovani, grazie alla presenza dei vari Justin Bieber, Miley Cyrus, Katy Perry etc., ma anche a qualcuno un pochino più in là con gli anni grazie a Liam Gallagher, Robbie Williams e i Take That, oltre ai Coldplay di un Chris Martin più in forma che mai, capaci per una volta di mettere d'accordo (quasi) tutti.
Il merito maggiore comunque va ad Ariana e ai suoi giovanissimi compari. Gli ormai ex bimbiminkia sono cresciuti di colpo e hanno dato dimostrazione di essere più forti del terrorismo.
Manchester, we're strong, we're stroooooong!




8. Brockhampton

Ho visto il futuro della musica e si chiama...

Vi starete chiedendo: e chi o cosa caaaaaaaa**o è un Brockhampton?

È un collettivo musicale e artistico, o anche una “boy band” come si autodefiniscono ironicamente loro, in arrivo dal Texas che fa un mix di hip-hop ed elettronica con un'attitudine punk. Il loro suono (fighissimo) è un incrocio tra Death Grips, Tricky, i Prodigy, Kendrick Lamar, Beastie Boys, N.W.A, Eminem e Tyler, the Creator.
In altre parole: il nuovo Wu-Tang Clan è qua tra noi.




7. Arcade Fire

Il nuovo singolo degli Arcade Fire Everything Now fa sculettare e ballare...

Hey, ma siamo proprio sicuri che stiamo parlando del gruppo che ha esordito sulla scena mondiale con un album intitolato Funeral e non degli ABBA?!?




6. Queens of the Stone Age

Il rock se ne stava tranquillo, bell'e che morto, ma loro l'hanno riportato in vita, ancora una volta.
Come hanno osato?
Sono proprio dei Villains!




5. Wolf Alice

Due minuti due di esaltazione rock come non ne sentivo dai tempi di Song 2 dei Blur.
E da allora sono passati 20 anni...
Questa bomba è Yuk Foo, prima anticipazione dal nuovo album dei Wolf Alice (quelli di Silk suonata in T2: Trainspotting), Visions of a Life, in arrivo a settembre.




4. Lorde

Melodrama, il nuovo album di Lorde (ormai anche nota come Lorde of the Onion Rings), più che un semplice disco è un giro trionfale. Difficile non stare in piedi ad applaudire questa cantautrice 20enne dalla prima all'ultima nota, dai nuovi inni Green Light e Perfect Places che aprono e chiudono il lavoro, passando per i brividi delle ballate piano e voce Liability e Writer in the Dark, fino all'esaltazione di Supercut. Inchinatevi alla Signora degli Anelli di Cipolla.




3. Phoenix

Il nuovo incantevole album dei francesi Phoenix si intitola Ti Amo e io, citando Ghost, replico con un semplice: idem.

P.S. “Fior di latte” si candida al titolo di canzone del secolo!




2. Cigarettes After Sex

Ancor prima di aver pubblicato un album, i Cigarettes After Sex sono diventati un gruppo di culto. Merito di una manciata di canzoni, diventate virali su YouTube nonostante la band non abbia mai nemmeno rilasciato dei video ufficiali. Per una volta, un piccolo fenomeno del web cresciuto solo grazie alla musica e all'inclusione di alcune loro canzoni in serie tv come The Handmaid's Tale, non alla loro immagine (quasi inesistente).
Ora il loro album di debutto omonimo è arrivato ed è un autentico splendore. Una serie di canzoni ipnotiche, rallentate, che sembrano un incrocio tra Mazzy Star, Cocteau Twins e Lana Del Rey e suonano molto cinematografiche e twinpeaksiane. Un sound ottimo per il relax estivo, ma che tornerà utile anche per riscaldarci nelle fredde notti invernali.

P.S. Il cantante è un uomo, anche se non tutti lo direbbero...

P.P.S. La mia traccia preferita dell'album è John Wayne. Che sogno di canzone!




1. Liam Gallagher

Gli Oasis sono tornati?
No. Non ancora. Forse non lo faranno mai. Poco male però quando, dopo la delusione Beady Eye, Liam Gallagher dà il calcio d'inizio alla sua carriera solista con un singolo esaltante come Wall of Glass. Bella Lì am!
E se il Gallagher di maggior talento, anziché Noel o Lip, alla fine a sorpresa si rivelasse proprio lui?




Flop

3. Alt-J

Ai tempi del loro album d'esordio An Awesome Wave, gli Alt-J sembravano la grande speranza della musica britannica. Magari addirittura i potenziali nuovi Radiohead. Per quanto sopravvalutato, quel disco dimostrava in effetti un talento e un'originalità notevoli. Il secondo LP, il deludente e noioso This Is All Yours, li (e ci) riportava con i piedi per terra.
Il terzo album appena uscito, Relaxer, ci conferma quelle impressioni. Quelle del debutto?
Seeeh, magari! Tra uno sbadiglio e l'altro, purtroppo conferma l'impressione del loro secondo lavoro. Gli Alt-J sono una band con qualche intuizione non male, ma nel complesso sono soprattutto una band pallosa. Sorry, guys.




2. Nickelback

Tremate tremate, le canzoni dei Nickelback son tornate.
E sono ancora peggio di quel che ricordavate.




1. The Kolors

Chi se la sarebbe aspettava una svolta dubstep-gangsta da parte dei The Kolors?
Nessuno, probabilmente, ma solo perché è una sorpresa, non significa sia una sorpresa positiva.
Gli ex Amici della Maria, la band preferita da tutte le bimbeminkia, almeno un paio d'anni fa, prima che passassero di moda e dritti nel dimenticatoio, hanno tirato fuori un pezzo insieme a un rapper noto (ma evidentemente non così tanto se si abbassa a incidere un pezzo con i The Kolors) negli Usa come Gucci Mane (chiiiiiiiiiiiii?).
Il risultato è una canzone assurda. Così assurda da non aver alcun senso di esistere.




Revival Moment
Eminem “Stan”

Eminem è entrato a far parte dell'Oxford English Dictionary. Stan è stato infatti inserito nel prestigioso dizionario inglese come nuovo termine con la definizione di: “un fan ossessionato da una celebrità” e da ora può essere utilizzato correttamente sia come sostantivo che come verbo. Per celebrare questo evento che non è mica da tutti, e in attesa che magari a Marshall Mathers in futuro venga consegnato un premio Nobel per la Letteratura, ci andiamo a risentire il pezzo diventato un neologismo.

P.S. Che fine ha fatto Dido?




Guilty Pleasure del mese
Selena Gomez

Selena Gomez da Spring Breakers in poi ormai fa quel ca**o che le pare: il suo nuovo singolo campiona la linea di basso di Psycho Killer dei Talking Heads del 1977 e proprio in quel periodo ambienta l'ottimo video del pezzo, in cui lei recita in 4 parti differenti, tra cui quella di un uomo. Per essere solo musica guilty pleasure, non è mica male. E ha pure ricevuto l'apprezzamento da parte di David Byrne dei Talking Heads stessi!




Serial Music
Master of None

La stagione 2 di Master of None è un capolavoro dei nostri tempi. Tra i pregi principali di questa comedy creata, scritta, interpretata e occasionalmente girata da Aziz Ansari c'è anche una cura spettacolare nella scelta delle canzoni, sempre azzeccate e perfette per le scene che accompagnano.
Far suonare una tamarrata dance in maniera poetica è una dote rara, rarissima, che di recente ha mostrato giusto il fenomeno Xavier Dolan, suonando Dragostea Din Tei all'interno del suo ultimo gioiellino, È solo la fine del mondo, e provocando brividi. Qualcosa di simile riesce anche ad Aziz Ansari, che tira fuori dal cilindro dei ricordi degli anni '90 la zarrissima We Like to Party! (The Vengabus) degli olandesi Vengaboys e la fa diventare la colonna sonora ideale di una serata in quel di New York City nel 2017 nel geniale episodio New York, I Love You.



Favoloso pure l'uso della ballata anni '80 Say Hello, Wave Goodbye dei Soft Cell nel piano sequenza al termine della puntata The Dinner Party, in cui Aziz accompagna Alessandra Mastronardi in taxi fino al suo hotel e poi rimane solo soletto. Una scena in cui in apparenza non succede niente, e in cui in realtà succede tutto.



Il tocco del maestro parla però italiano. Aziz Ansari e Alessandra Mastronardi ci regalano un twist (quasi) degno di John Travolta e Uma Thurman in Pulp Fiction sulle note di... Guarda come dondolo di Edoardo Vianello. Difficile, davvero difficile, non innamorarsi (ancora di più) dell'ex Cesaroni guardando questa scena. Grazie alla serie, la canzone è apparsa nella Top TV Songs Chart, ed è la prima volta che Edoardo Vianello nella sua carriera finisce in una classifica americana di Billboard. Tutto merito di Aziz e, soprattutto, di Alessandra.




Movie Soundtrack
American Honey

Volete vedervi un bel film?
Yup!

Volete sapere cos'è la trap music?
Nope!

In entrambi i casi vi dovete comunque guardare American Honey. In attesa di parlare della pellicola con un post a parte, vi segnalo intanto la sua pregevole colonna sonora, una delle colonne portanti del film. Al suo interno ci trovate vari esponenti della trap, come Rae Sremmurd, Kevin Gates, E-40 e Migos, con dei pezzi sballati e accattivanti che a sorpresa potrebbero trasformarvi in fan di questo sottogenere musicale, ma non solo.
Nella soundtrack di American Honey c'è spazio pure per country, pop, indie, rock e persino per Rihanna e Bruce Springsteen. Il momento più emozionante comunque è accompagnato dalla sensuale ballad Fade Into You dei Mazzy Star, un evergreen di recente suonato pure nella serie tv 1993. E con queste note poetiche, per la musica cannibale del mese è tutto.


Cinema criminale

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Mentre le spiagge e le piscine si affollano sempre di più, e cinema e blog cinematografici si svuotano sempre di più (UUUH, CHE PAROLE POLEMICHE!), ecco che in sala arrivano una serie di filmetti che sanno molto di saldi estivi. E che riusciranno a svuotare le sale ulteriormente, un po' come si faceva con i pezzi svuotapista in discoteca un tempo, quando io e il co-conduttore di questa rubrica Mr. James Ford eravamo ggiovani.


Codice criminale
"Ford, vuoi metterti alla guida al mio posto? Ma che ci vuoi far andare ad ammazzare???"

Cannibal dice: Michael Fassbender in un film musicato dai Chemical Brothers?
Potrebbe essere una figata! Il condizionale è comunque d'obbligo, visto che alcuni degli ultimi film con Fassbender non è che mi abbiano fatto “fangirlare” come quel criminale di Ford quando vede una pellicola con Stallone tutto nudo e tutto unto.
Ford dice: Fassbender e i Chemical Brothers potrebbero promettere bene, ma si sa che spesso non è tutto oro quello che luccica. Guardate Pensieri Cannibali: a prima vista potrebbe sembrare un blog curato, aggiornato e documentato, ma poi si comincia a leggere, e ci pensa il suo autore a trasformarlo in una roba terrificante. Speriamo che in questo caso ci vada meglio.

Il tuo ultimo sguardo
"Guarda Charlize, sollevo più pesi di Mr. James Ford."
"Quindi sollevi più di 2 kg? Complimentoni Javier!"

Cannibal dice: Una storia d'amore tra i sex symbol Charlize Theron e Javier Bardem nei panni di una direttrice di una ONG e di un medico sullo sfondo della guerra civile in Liberia?
Potrebbe essere la pellicola buonista più banale dell'anno. Peccato che a dirigerla ci sia Sean Penn, il cui ultimo film era il bellissimo Into the Wild e che poi, per amore (già finito) della bella Charlize si dev'essere bevuto il cervello. Come Ford dopo troppi White Russian.
Ford dice: Sean Penn, come attore e come regista, mi ha regalato cose davvero notevoli ed altre clamorosamente sopravvalutate. Ho come l'impressione che questo apparentemente finto impegnato e buonista Il tuo ultimo sguardo faccia parte della seconda categoria. Su Cannibal, invece, non ho dubbi: è quasi più sopravvalutato di Malick.

2:22 – Il destino è già scritto
"Non provare a ordinare un White Russian, che se no torno subito dalla Khaleesi."

Cannibal dice: Un altro film in cui lo stesso giorno si ripete di continuo? Sembra di stare dentro una versione thriller di Ricomincio da capo. O dentro White Russian quando parla per la millesima volta di serie infinite come Grey's Anatomy e Criminal Minds.
Ford dice: ennesima roba inutile tra viaggi nel tempo e pseudo thriller. Potrebbe venire buona per una visione estiva senza impegno, ma non ci faccio troppo affidamento, almeno quanto sulle opinioni del mio ex quasi rivale tornato - forse - agli antichi fasti.

Le Ardenne – Oltre i confini dell'amore
"Sì, è vero. Ho prestato io il corpo a Ford per la sua nuova foto profilo senza veli."

Cannibal dice: Il manifesto di questo film thriller-drammatico belga recita: “Tanto potente quanto Fargo, Trainspotting e i primi film di Quentin Tarantino”. Io non sono il primo pollo che passa e ci casca, come Ford, e lo so che sono le solite sparate di marketing esagerate per vendere una pellicola, però in questo caso con me l'hanno venduta bene e l'ho già messa in elenco tra le prossime visioni.
Ford dice: film belga del duemilaquindici arrivato non si sa come o perchè qui in Italia in ritardo clamoroso e spinto da una serie di critiche non proprio esaltanti. Personalmente, fino a settembre cercherò di tenermi lontano dalle scommesse pseudo radical e pseudo Cannibal.

Bedevil – Non installarla
"Questo virus è il peggiore che io abbia mai visto: se digiti Pensieri Cannibali, finisci automaticamente su WhiteRussian.
E' davvero una cosa spaventosa!"

Cannibal dice: Solita pellicola horror che cerca di demonizzare le nuove tecnologie. Ma mi sa che fa molta più paura vedere il poco smart Ford che tenta di installare una app su uno smart phone.
Detto questo, io un horrorino teen scemo come questo per una rinfrescante visione estiva non credo me lo farò mancare.
Ford dice: tipico horrorino buono per i pusillanimi che in estate è praticamente un appuntamento fisso. Dovessi avere un buco nella classifica del peggio di fine anno, lo recupererò.

L'infanzia di un capo
"Studia, piccolo, se non vuoi fare la fine di Ford e Cannibal..."

Cannibal dice: Film che un capo del cinema d'autore e radical-chic come me ovviamente ha già visto e pure recensito qui. Mica come Ford che si vede solo action e B-movies per decere... ehm, per persone poco intelligenti.
Ford dice: altra pellicola radical che non mi pare sospinta da critiche così esaltanti che prima dell'autunno non mi sognerò di certo di recuperare. E' estate, fuori i mojiti, i despaciti e tutto quello che non richiede impegno.

The Latin Dream
"Più che un Latin Dream, per Cannibal si prospetta un Latin Nightmare."

Cannibal dice: Un film sulle danze latinoamericane?
Ma questo è l'horror dell'anno insieme a Io, James Ford.
Ford dice: già faccio cagare a ballare, non mi sogno neppure di avvicinarmi ad una roba come questa. Anche se, da buon tamarro, con Despacito e Subeme la radio sto alimentando l'estate a volume alto.

Ninna nanna
"Ho fatto un giro su White Russian e persino io ho perso la voglia di ridere..."

Cannibal dice: Pellicola italiana che speriamo faccia almeno onore al suo titolo e consenta una bella ronfata come si deve.
Ford dice: mi basta il titolo, senza neppure bisogno del film. E ho un bel coma di qualche ora pronto per rifocillarmi.

American Honey: tu vuò fà l'amielicano, mmielicano, mmielicano

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American Honey
Regia: Andrea Arnold
Cast: Sasha Lane, Shia LaBeouf, Riley Keough, Arielle Holmes, McCaul Lombardi, Veronica Ezell, Chad Cox, Crystal Ice, Will Patton


Dopo American Graffiti, American Gigolò, American Beauty, American Psycho, American Pie, American Hustle, American History X, American Horror Story, American Crime Story, American Sniper, American Splendor, American Gods, The American, American Girl, American Woman stay away from me, What's American Boys, American Idol e American Express, ecco che arriva...

American Honey, il miele americano. Dove?
Non nei negozi di miele – se ne esistono – bensì nei cinema...

Ehm no, a dirla tutta nei cinema no. Non quelli italiani, se non altro, dove la nuova pellicola diretta dalla britannica Andrea Arnold, già regista del notevole Fish Tank, del singolare Cime tempestose e di Red Road (quest'ultimo non so come sia perché non l'ho visto), non è prevista in uscita né ora, né prossimamente. Il film, già presentato in Concorso al Festival di Cannes 2016, si può comunque trovare in rete sottotitolato italiano non fatemi dire dove, che tanto ognuno di voi saprà dove andare a cercare. Che poi 'sti siti saranno anche considerati illegali e tutto, ma se certi film da noi non vengono distribuiti, dove altro dovremmo recuperarli? E quindi abbasso la distribuzione e viva la pirateria!



NINO NINO NINONINO


Hey, cos'è questo casino?
Sono per caso delle sirene, e non intendo delle sirene fighe come Daryl Hannah in Splash?


DRIIIN


Scusate, mi stanno citofonando. Devo andare ad aprire.

Sì, erano proprio delle sirene della polizia.


Sono venuti a intimarmi consigliarmi di ritrattare la mia ultima dichiarazione e quindi lo farò: viva la distribuzione e abbasso la pirateria e se alcuni film qui da noi non escono, pazienza, dobbiamo vivere nell'ignoranza e guardare solo quello che passa il convento, tipo le pellicole di Ficarra e Picone.


DRIIIIIIIIIIN


Scusate, mi stanno di nuovo citofonando in casa. Spero non siano ancora gli sbirri...


No, non erano gli sbirri. Era Valerio Staffelli che mi ha consegnato un tapiro d'oro per le mie parole polemiche e secondo loro sbagliate su Ficarra e Picone. Ma dico: non si può più neanche esporre una propria opinione personale, in questo paese?



DRIIIIIIIIIIIIIIIIIN


Ancora il citofono?
Un attimo, che mi devo assentare di nuovo...


Indovinate chi era?
Questa volta era l'ordine dei giornalisti. Mi ha detto che no, non si può proporre una propria opinione personale e io ho replicato che non sono un giornalista, bensì un blogger, e così l'ordine dei giornalisti mi ha guardato con compassione e se n'è andato via senza aggiungere più niente.



Con tutte queste interruzioni, il tempo per la recensione di American Honey è quasi finito. Mi spiace, cari lettori, dovrete affidarvi a qualche altra opinione, anche se non so di chi. I giornalisti di quotidiani e riviste ufficiali infatti non possono parlare del film, non essendo uscito nei nostri cinema, e quindi dovete accontentarvi di qualche opinione clandestina. Come la mia. Dai, che c'è ancora un po' di tempo e di spazio.


Sottovoce vi consiglio di guardarlo, anche se è illegale e immorale. American Honey è un trip nella Trap Generation. Cos'è la Trap Generation?
È il termine che mi sono inventato per definire la generazione di oggi. Quella venuta dopo la “dubstep generation” mostrata in Spring Breakers, il capolavoro cult da sballo di Harmony Korine con Selena Gomez, Vanessa Hudgens, Ashley Benson, Rachel Korine e James Franco. La Trap Generation, ça va sans dire, ascolta principalmente musica trap, che è quel tipo di musica rap ipnotica e strafatta il cui nome è legato allo spaccio di droga, visto che le trap house sono le villette di edilizia popolare, tipiche dell'urbanistica di Atlanta (city in cui il sottogenere ha avuto origine), dove la droga viene venduta e consumata [grazie Wikipedia].
Alcuni artisti che fanno trap music?
Negli Usa ci sono Migos, 2 Chainz, Gucci Mane, Future, Travis Scott e dalle nostre parti Ghali, Sfera Ebbasta, Izi e Liberato.



Come genere musicale può piacere o meno, fatto sta che ha generato quello che può essere definito quasi come uno stile di vita, a metà strada tra gli hippie anni '60, l'anarchia (più esistenziale che politica) punk dei '70, e un look che pesca dalla cultura hip-hop black così come da quella white trash dell'America più profonda. Quella che ha votato per Trump, esatto.


Un grande e incasinato miscuglio, insomma, di cui si può avere un'efficace rappresentazione proprio in American Honey. Un mix ben fotografato anche dalla sua variegata colonna sonora che, oltre ad alcuni esponenti della scena trap come Rae Sremmurd, E-40, Kevin Gates e Migos, tutti presenti per altro con brani contagiosissimi che non fanno fatica a entrare in testa, propone anche una perla di delicatezza come Fade Into You dei Mazzy Star, l'indie-rock dei Raveonettes, persino Bruce Springsteen con una cover dei Suicide, un uso molto efficace di We Found Love di Rihanna con Calvin Harris, più la ballata country-pop dei Lady Antebellum che dà il titolo al film: American Honey.



Ma di cosa accidenti parla questo film, a parte la fantomatica Trap Generation che non si è capito bene cosa sia e a cosa serva?
È la storia di una ragazza 18enne di nome Star, interpretata dalla sorprendente esordiente totale futura star Sasha Lane, che se ne va via da una vita con il patrigno che la molesta e dai fratellini cui fa da finta mamma al posto della loro vera mamma, per andarsene insieme a un magnetico e carismatico Shia LaBeouf, a una strafiga Riley “The Girlfriend Experience” Keough e a un gruppo di altri disadattati tossici, cazzari e menefreghisti, per inseguire quella che è una versione più terra a terra e modesta di quello che una volta era chiamato American Dream.


Star va a fare la venditrice porta a porta di riviste e il suo sogno più grande è quello di fare abbastanza American Money per comprare una roulotte tutta sua. Un po' misero, come sogno...
D'altra parte questo in fondo non è l'American Dream. È American Honey, un film su uno stile di vita più o meno legale, che io vi consiglio (però non spifferatelo agli sbirri) di recuperare in qualche modo più o meno legale.



DRIIIIIIIIIIIIIIIN


Ancora?

Scusate, vado ad aprire...


Erano dei ragazzi che volevano vendermi delle riviste porta a porta.
Li ho mandati via a calci in culo, 'sti drogati!
(voto 8/10)


Pretty Little Logans – Piccole Wolverine crescono

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Logan – The Wolverine
Regia: James Mangold
Cast: Hugh Jackman, Dafne Keen, Patrick Stewart, Boyd Holbrook, Stephen Merchant, Elizabeth Rodriguez, Eriq La Salle


Lei è solo una piccola bimbetta innocente.



Lui è solo un un povero vecchio malinconico ubriacone.



Lui è solo un vecchissimo paralitico con seri problemi di mente.



Lei è il futuro degli X-Men.



Lui è il passato degli X-Men.



Lui è il passato remoto degli X-Men.



Insieme, tutti e tre sono anche il presente degli X-Men, o di quel poco che ne è rimasto, se non altro. Dov'è Jennifer Lawrence, ad esempio?


Mi sono un po' perso per strada con tutti i vari film sugli eroi mutanti e l'ultimo, X-Men Apocalisse, non l'ho proprio visto (anche se dopo aver caricato l'immagine qui sopra mi è venuta una gran voglia di recuperarlo, chissà perché?). Poco male. Tanto quello era ambientato negli anni '70/'80, mentre in questo Logan – The Wolverine ci troviamo nel futuro, nel 2029, per la precisione, ed è da ben 25 anni che non nasce più alcun bambino mutante. Uno spunto vagamente simile a quello della serie The Handmaid's Tale, dove da parecchio tempo nascono ben pochi bimbi qualunque, e non solo mutanti.

Nonostante l'ambientazione futuristica, Logan sembra un film vecchio stile, a metà strada tra una pellicola di Clint Eastwood e una ballata country. Non a caso il vocione di Johnny Cash accompagna il primo trailer del lavoro e anche i titoli di coda. Certo però che la colonna sonora poteva essere usata un pochino di più anche nel mezzo del film, in modo da rendere il tutto più emozionante, a voler essere proprio pignoli.

Tra ambientazioni crepuscolari e viaggi on the road, l'atmosfera è per lo più distante da quella dei soliti cinecomics supereroistici. Sembra quasi di stare dentro una pellicola drammatica, non fosse per qualche scazzottata e qualche inseguimento di troppo. Dopotutto al pubblico macho si può mica negare un po' di action gratuita? Va comunque notato che le scene più movimentate sono ben girate dal regista James Mangold e, sì, c'è da ammettere che sono piuttosto fighe. Soprattutto quella al rallentatore, che sembra una versione del Mannequin Challenge in chiave omicida e girata dalle Wachowski.


I toni sono comunque per lo più riflessivi e quasi intimisti, per un film di questo genere. La vicenda principale raccontata, quella del rapporto tra Wolverine e la piccola new-entry Laura, interpretata dalla giovanissima attrice rivelazione Dafne Keen, è una variante “bestiale” della relazione tra un adulto e un bambino vista in film come Gran Torino del citato Clint Eastwood, o anche L'estate di Kikujiro di Takeshi Kitano, St. Vincent con Bill Murray, o persino About a Boy con Hugh Grant.


Il bello di Logan – The Wolverine è allora quello di sembrare poco un film sui supereroi e apparire quasi come un film “normale”. Cosa che in ogni caso non rappresenta una novità assoluta. Si vedano il notevole e sottovalutato Unbreakable – Il predestinato diretto da M. Night Shyamalan nel 2000, prima che si bevesse il cervello, ma anche Kick-Ass o la serie Misfits, almeno quella dei primi tempi, e dalle nostre parti Lo chiamavano Jeeg Robot. Insomma, i lavori supereroistici più interessanti sono quelli che meno sembrano essere supereroistici. E allora – scusate – ma perché non eliminare del tutto le parti legate alle cacchiate tipiche dei supereroi?

Rispetto a chi si è strappato i capelli per questo Logan, ha gridato al capolavoro e si è persino commosso, io devo però dire che la visione non è esente da difetti. C'è una durata eccessiva, ad esempio, soprattutto considerando che la trama è molto semplice ed elementare e non presenti sviluppi così sorprendenti, o dialoghi troppo profondi. Il cattivone di turno, Boyd Holbrook di Narcos, è poi stereotipato a manetta e anche gli altri personaggi minori non è che siano un granché.

"Hey Boyd, ma non puoi tornare a dare la caccia a Pablo, invece di rompere le scatole a me?"

Inoltre l'unico capolavoro che racconta di un tizio con delle lame al posto delle mani per me è e resterà sempre e solo Edward mani di forbice.


A convincere è soprattutto il cuore del film, rappresentato da un Wolverine malinconico e dalla apparentemente timida, silenziosa e tranquilla Laura. È davvero questa minuta e innocua ragazzetta il futuro degli X-Men?


Se così fosse questa saga mutante, che con Logan - The Wolverine ha raggiunto il suo apice (non che ci volesse molto) potrebbe regalarci ancora qualche bella sorpresa.
(voto 6,5/10)

Je suis Fantozzi

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Chi non si è mai sentito almeno una volta nella vita come Fantozzi?
C'è chi vuole una vita spericolata, una vita come quelle dei film. C'è chi sogna di diventare un supereroe. C'è chi vorrebbe mettersi a ballare e a cantare in mezzo alla strada come se abitasse a La La Land. C'è chi desidera avere il coraggio di Rambo, la battuta pronta di John McClane, un grande e tormentato amore come quello di Jack e Rose in Titanic, il fascino di Michael Fassbender o di Alicia Vikander. C'è poi chi, come me, si "accontenterebbe" di essere come Joseph Gordon-Levitt in Don Jon.

La verità e che spesso e (mal)volentieri, le nostre vite sono parecchio differenti da quelle delle pellicole hollywoodiane e finiscono per somigliare più tragicomicamente a quelle di una serie cinematografica tutta italiana, quella di Fantozzi. La nostra quotidianità è formata da una valanga di piccole sconfitte, soprusi, ingiustizie, di “mainagioia” che in molti giorni ci fanno sentire come sotto a una nuvola che ci segue ovunque andiamo.


Anche i Fantozzi possono però avere il loro momento di gloria, una gioia una volta tanto. Per quanto fugace possa essere. È quanto capita al mitico ragionere ne Il secondo tragico Fantozzi, nella sequenza ambientata durante il cineforum aziendale e la proiezione del fittizio, ma non troppo, classico sovietico La corazzata Kotiomkin. Una delle scene più belle nell'intera Storia del Cinema. Una sequenza ancora divertente alla milionesima visione, ma pure clamorosamente potente a livello emotivo.

Per me... La corazzata Kotiomkin... è una cagata pazzesca!” è una frase che io, e credo tutti noi, abbiamo ripetuto in almeno un'occasione, nella nostra variante personale. Io in questi anni di blogging l'ho fatta mia varie volte, parlando ad esempio di Avatar o di Cloud Atlas. Può però essere applicata anche ad altri campi e non solo a quello cinematografico. Questa frase di Fantozzi è un inno universale alla ribellione e alla libertà di pensiero. È la demolizione del politically correct. È un liberatorio “Vaffanculo!” gridato in faccia a chi crede di saperla più lunga di noi. A chi ci considera delle merdacce. È un breve attimo di rivincita, di riscatto all'interno di una vita fantozziana piena di delusioni. Grazie Paolo Villaggio per avercelo regalato.

Raw, la cannibalata suprema dell'anno (e forse del secolo)

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Raw
Regia: Julia Ducournau
Cast: Garance Marillier, Ella Rumpf, Rabah Nait Oufella, Laurent Lucas


Un film adolescenziale.
Un film francese.
Un film con una colonna sonora da sballo.
Un film di una sconosciuta regista esordiente.
Un film sul cannibalismo.
Cosa volere di più da un film solo, il sangue?

C'è pure quello. Fiumi di sangue. Come all'Overlook Hotel di Shining.
O come in mezzo alle gambe di una donna quando ha le sue cose...
Okay, scusate. Questa potevo anche risparmiarvela.


Di che cosa sto parlando?
Non è un mio sogno, una mia fantasia perversa. È un film vero. Perverso, ma vero. Si chiama Raw. All'inizio l'avevano intitolato Grave, però poi hanno deciso di cambiare nome, forse perché c'era già un horror intitolato The Graves, o che so io perché.
Andate a chiederlo all'autrice, la regista e sceneggiatrice esordiente Julia Ducournau, che a dispetto del nome non è rumena o sarda, bensì francese.

Grave... pardon, Raw è ambientato durante la settimana dell'iniziazione alla facoltà di Veterinaria in un'università francese. Una settimana in cui il bullismo è all'ordine del giorno. Bullismo?
Meglio parlare di nonnismo.


La giovane protagonista è interpretata da Garance Marillier, una tipa che somiglia vagamente a Saoirse Ronan, solo molto meno bella e tenerosa e non bionda ma mora, e quindi a pensarci bene non è che le somigli più di tanto. Questa ragazza comunque si immerge nella vita del college, un posto a metà strada tra Le regole dell'attrazione, una versione horror di Animal House e un mattatoio. Un posto proprio cariiiiino, avete capito bene.


Se la partenza è all'incirca da teen movie malato, il prosieguo è più un viaggio thriller-horror che documenta la trasformazione della giovane protagonista da ragazzina a donna. Le cose però non è che viaggino molto dalle parti della canzone di Britney Spears I'm Not a Girl, Not Yet a Woman...



Siamo più che altro dalle parti del cinema di Dario Argento, David Cronenberg e Brian De Palma epoca Carrie – Lo sguardo di Satana, con in più qualche richiamo a pellicole recenti come Il cigno nero e Starry Eyes.


Più che il pezzo di Britney Spears, un accompagnamento musicale più adatto risulterebbe allora Girl, You'll Be a Woman Soon degli Urge Overkill, solo che l'ha già utilizzata un certo Quentin Tarantino nel suo Pulp Fiction e quindi l'impronunciabile Julia Ducournau ha deciso di fare altre scelte per la colonna sonora e non sono comunque niente male. Le musiche originali riecheggiano i Goblin e a sorpresa viene suonata Ma che freddo fa della nostra Nada, ma il vero pezzo cult della soundtrack di Raw è l'ancora più impronunciabile Plus putes que toutes les putes (che tradotto in inglese diventa Bitchier than any bitches e in italiano potete immaginarvelo da soli) delle Orties, gruppo francese composto da due sorelle gemelle.



A questo punto si potrebbe pensare a un film “coming of age” al femminile, e così un po'è. A rendere il tutto più complesso e horror ci pensa però un piccolo dettaglio. Oltre al passaggio da ragazzina a donna, nel film viene affrontato il passaggio, che si può immaginare piuttosto traumatico, da ragazzina vegetariana a donna... cannibale.


Proprio così. Questa è una vera cannibalata con i fiocchi, in tutti i sensi. Quasi inutile aggiungere che l'ho adorata. Essendo alla sua opera prima Julia Ducournau ha uno stile ancora acerbo, però Raw possiede un'intensità, una voglia di prendere a morsi la vita che non si vedono spesso, al cinema così come nel mondo là fuori. In più, il film regala anche momenti deliranti e geniali come la scena del vecchino in ospedale che si toglie la dentiera di fronte alla protagonista. Roba che (forse) persino David Lynch considererebbe fuori di testa.


ATTENZIONE SPOILER
Non è finita. Questo film offre pure una lezione molto importante. Non una lezione di Veterinaria, bensì di alimentazione o, meglio ancora, una lezione di vita: essere vegetariani fa male! Se stai troppo tempo senza mangiare la carne rischi, una volta che ne assaggi un pezzo, di diventarne talmente famelico che ti vuoi mangiare pure la carne umana.
FINE SPOILER


Se amate i film cannibali, o più in generale i film assurdi, originali e strambi, Pensieri Cannibali non può fare a meno di consigliarvi di inserire Raw all'interno del vostro menù per la serata. Bon appétit.
(voto 7,5/10)

Cinema: Homecoming

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Ci sono settimane in cui escono 72 film contemporaneamente e settimane in cui ne escono appena... 2.

Chi vincerà la sfida al box-office tra il nuovo film dell'Uomo Ragno e il Fast & Furious dei poveri?
Si preannuncia una battaglia davvero agguerrita, quasi quanto una sfida tra me e il mio nemico James Ford...

Spider-Man: Homecoming

 





Cannibal dice: Belli i primi due Spider-Man di Sam Raimi, mentre il terzo mi sono sempre rifiutato di vederlo. Così così quelli di Marc Webb, che però non erano nemmeno troppo malvagi rispetto ad altri cinecomics esaltati da WhiteRussian, sarà che la presenza di Emma Stone riusciva a elevarli comunque un pochino. Riguardo a questa nuova versione con il ggiovane Tom Holland, la critica americana ne parla già come di un capolavoro assoluto o qualcosa del genere ma la loro opinione, proprio come quella di Ford, va sempre presa con le molle. Io comunque mi aspetto un film teen supereroistico piacevole più che altro per la sua parte più teen, leggera e cannibale, e spero di non annoiarmi troppo con la parte più supereroistica, noiosa e fordiana.
Ford dice: Spider Man è da sempre il mio supereroe Marvel preferito, tanto segnato quanto cazzone. Ai tempi avevo adorato i primi due film di Raimi, trovato pessimo il terzo e buoni giusto come popcorn movies quelli di Marc Webb. Questo reboot, lanciato da Civil War, potrebbe segnare una nuova giovinezza per il Ragnetto, oppure affossarlo definitivamente. Sinceramente, se qualcuno deve essere affossato, preferisco sia Cannibal, e non Spidey.

Fausto & Furio – Nun potemo perde
"Ah Fordeee, e lèveteee!"

Cannibal dice: Nun potemo perde, la stessa cosa che diceva Ford prima di una Blog War contro il sottoscritto, e poi invece...
Comunque l'idea di un Fast & Furious in versione romanesca sulla carta poteva anche suonare vagamente simpatica. Dopo aver visto il trailer posso però dire che di simpatico qui dentro non c'è proprio niente. Più che la versione poraccia di Fast & Furious, questa è monnezza pura. E vorrei proprio vedere quale sindaco (o Re) de Roma sarebbe in grado di disfarsene...
Ford dice: non basta che si tratti di un film italiano e dell'assurda parodia di una serie ormai per il sottoscritto cultissima, ma si aggiunge anche il fatto che si tratti, almeno dal trailer, di immondizia che neppure Cannibal nei suoi deliri si sbilancerebbe a definire interessante.

Okja, della maiala non si butta via niente

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Okja
Regia: Bong Joon-ho
Cast: An Seo Hyun, Okja, Tilda Swinton, Jake Gyllenhaal, Paul Dano, Lily Collins, Steven Yeun, Daniel Henshall, Devon Bostick, Shirley Henderson, Giancarlo Esposito



Okja sembra un piatto a metà strada tra un episodio di Black Mirror e un lavoro di Hayao Miyazaki, con l'aggiunta di un tocco di spielberghismo e una spruzzata di disneyata in stile Il libro della giungla e pure un contorno di scene di scoregge degne di un cinepanettone. E tutto questo soltanto nei primi 10 minuti di pellicola. Ma di cosa parla questo film in costante bilico tra genialata e fantozziana cagata pazzesca?

Okja è la storia dell'amicizia tra una ragazzina coreana interpretata dalla giovanissima Ahn Seo-hyun e Okja, una maiala gigante. Chi non la vorrebbe come amica, una maiala gigante? O magari come trombamica?

"Io la vorrei di sicuro!"

Okja è una scrofa geneticamente modificata. Secondo recenti studi scientifici, non confermati a livello ufficiale dalle autorità, si tratterebbe di un incrocio tra Falkor de La storia infinita e Pippo l'ippopotamo dei pannolini Lines.


Una creatura nata in laboratorio, che fa parte di una nuova specie di super maiali enormi, destinati a sfamare la popolazione sempre più decimata presentata nel mondo distopico, ma nemmeno troppo, della pellicola. 26 esemplari di questa specie sono stati dati in affidamento per 10 anni ad alcuni dei migliori allevatori di maiali del mondo, tra cui un nonnino coreano che la tira su insieme alla sua nipotina. Ci troviamo così di fronte a una storia d'amicizia interspecie in stile E.T. l'extra-terrestre, o anche l'evitabile Il drago invisibile, che però poi prende una direzione differente. O meglio, prende più direzioni differenti. Qualcuno l'ha definita una fiaba animalista, e in parte lo è. È però anche una pellicola avventurosa ricca di scene action impressionanti ed esaltanti, girate alla grande da Bong Joon-ho. E lo dice uno che non va certo pazzo né per le sequenze d'azione, né per il regista Bong Joon-ho, autore del mediocre Snowpiercer e del sopravvalutato Madre (i suoi altri film non so, non li ho visti).


Ci sono inoltre numerosi momenti di follia, regalati soprattutto dal cast dei personaggi secondari. Tilda Swinton e Jake Gyllenhaal offrono interpretazioni ben più che sopra le righe ma, per quanto i loro personaggi siano macchiettistici e fumettistici, o forse proprio per questo, i due se la cavano alla grande.

"Grazie Pensieri Cannibali!"

La vocina isterica di Gyllenhaal tra l'altro vale da sola la visione rigorosamente in lingua originale.


Da non dimenticare inoltre Giancarlo Esposito, sebbene con una performance un po' troppo vicina a quella di Gus Fring in Breaking Bad, e soprattutto Shirley Henderson (la tipa di Spud in Trainspotting), bravissima nelle poche scene in cui compare.

"Per iniziare la giornata non c'è niente di meglio di una sana English Breakfast con tanto di bacon."

Grande poi la squadra di ecoterroristi, composta da un Paul Dano come al solito fenomenale, da uno Steven Yeun che finalmente si riscatta dopo anni di The Walking Dead, e da una Lily Collins sempre più bella e più brava. E forse pure più sopraccigliuta.


Gli ambientalisti-terroristi-pacifisti che sembrano una nuova versione dell'esercito delle 12 scimmie ribattezzata (da me) l'esercito delle 26 maiale, sono l'arma in più del film prodotto da Netflix, in grado di regalare sia alcuni dei momenti più divertenti, attraverso una leggera presa in giro di alcuni atteggiamenti bio e vegani eccessivi, sia alcuni dei più poetici, come il grandioso scontro con armi che non fanno male che farebbe andare in brodo di giuggiole qualunque hippie.


In più per i cuori teneri c'è poi anche da commuoversi per il rapporto della bimbetta con la maiala, pardon con la scrofa. Mentre per tutti c'è da soffrire parecchio e da riflettere sul consumo di carne, soprattutto per i non vegani o vegetariani.

"Mmm... vediamo un po': mi mangio questo poco invitante kaki, oppure della deliziosa carne di maiale?"

Cos'è allora questo Okja, che non si è capito bene?
Okja è un ibrido singolare, proprio come la creatura che ne è protagonista. Un lavoro imperfetto e che mette persino troppa carne sul fuoco, capace però di suscitare riflessioni importanti nonostante un tocco per lo più leggero, e che offre scene delicate accanto ad altre parecchio dure, con l'aggiunta di alcuni momenti trash e kitsch che però non scadono nel volgare o nel ridicolo. Non troppo, almeno. Le scoregge in questo caso profumano quasi in maniera raffinata, un po' come succede anche in Swiss Army Man, altro film interpretato proprio da Paul Dano. Che si stia per caso trasformando nella versione indie di Massimo Boldi?

"Bestia, che dolore questo paragone!"

In definitiva: Okja è una pellicola OGM, dove OGM non sta per Organismo Geneticamente Modificato, bensì per Originale Grande Maialata!
Una maialata in senso buono, perché del maiale non si butta via niente, figuriamoci della maiala.


(voto 7,5/10)

"Anche a me è piaciuto molto Okja. Specie in mezzo a due fette di pane."
"Oh, nonnino, sei davvero incorreggibile. Adesso andiamo a farci un bello spiedino?"

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