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Wind River, il film che metterebbe i brividi pure a Elsa di Frozen

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Wind River
Regia: Taylor Sheridan
Cast: Jeremy Renner, Elizabeth Olsen, Jon Bernthal, Kelsey Asbille Chow, Gil Birmingham, Julia Jones, Eric Lange, Matthew Del Negro, James Jordan


Ci sono dei film che sono semplicemente belli. Wind River rientra nella categoria. Adesso non so spiegare bene il perché, o forse ci potrei provare. Potrei dire che racconta di un caso thriller molto appassionante, con un cacciatore che vive letteralmente in culo ai lupi e una giovane recluta dell'FBI che sembra appena uscita da una puntata di Quantico che si ritrovano a investigare sull'omicidio di una ragazza di origine indiana (nel senso di nativa americana), trovata morta in mezzo a chilometri e chilometri di niente, se non neve. Il mistero non è tanto chi l'ha uccisa, ma come cacchio ha fatto arrivare a piedi fino a lì, senza manco aver preso un Uber delle nevi.
Potrei dire questo, ma così sembrerebbe soltanto una versione invernale e ambientata in una riserva indiana di Twin Peaks, e sarebbe un'impressione sbagliata. In questo caso siamo più dalle parti di Un gelido inverno (Winter's Bone), uno dei primi film ad aver lanciato la carriera di Jennifer Lawrence e per questo, ma non solo per questo, sempre sia lodato. Proprio come quella pellicola, fa sentire lo stesso freddo che ti entra dentro e si infiltra nelle ossa.


Potrei dire che un film come questo sarà particolarmente sentito e vissuto sulla propria pelle soprattutto da chi ha dei figli. Non oso nemmeno immaginare la reazione che potrà avere un presunto macho in realtà sensibilone come il mio blogger nemico Mr. James Ford. Allo stesso tempo è un film che fa sentire anche chi non ha dei figli, come se li avesse. Come se li volesse proteggere da tutta questa merda di male che c'è nel mondo, solo che è una cosa impossibile, anche per il migliore dei genitori. Anche per il più attento di loro.


Potrei dire che è una pellicola che mi ha fatto provare una vasta gamma di emozioni. Mi ha provocato tensione. Ci sono due o tre scene davvero tese girate alla grande da Taylor Sheridan, qui alla sua seconda regia dopo Vile, film del 2011 passato inosservato. Sheridan si è fatto poi notare come sceneggiatore, grazie agli script di Sicario e di Hell or High Water, e per quest'ultimo ha anche ottenuto una nomination agli Oscar. E pensare che Sicario è il lavoro di Denis Villeneuve che mi ha convinto di meno e proprio per colpa di una sceneggiatura che mi era sembrata tutt'altro che fenomenale. Con l'ottimo Hell or High Water e ancor di più con questo mi sono invece dovuto ricredere. Oh! Se mi sono dovuto ricredere. A differenza di molte altre persone, a me piace ricredermi. Mi piace quando qualcuno che non mi piaceva mi fa cambiare idea su di sé. Taylor Sheridan c'è riuscito. Perché?

Perché, stavo dicendo, Wind River mi ha provocato un sacco di emozioni. In un paio di sequenze mi ha fatto persino ridere di gusto. E poi mi ha fatto incazzare, a tratti. Con il mondo, eh, mica con il film. In più di un'occasione mi ha fatto venire i brividi. Alla fine, ma non ditelo a nessuno, mi ha anche fatto scendere qualche lacrimuccia. Qualche lacrimuccia maschile, sia ben inteso.


Ci sono dei film da tenere nel nostro cuoricino da finti duri e Wind River è uno di questi. Non si tratta però di un film strappalacrime, di quelli alla Colpa delle stelle o Io prima di te o Noi siamo tutto, che pure tanto adoro, ma voi continuate a non dirlo a nessuno. È piuttosto una di quelle visioni che possono fare sciogliere i cuori in apparenza più insensibili e in realtà mica tanto. Come le pellicole di Clint Eastwood più riuscite, solo con meno patriottismo, retorica e ragnatele addosso. Wind River sa prendersi i suoi tempi, i suoi respiri country o meglio montanari, ma quando ci deve dare dentro, ci dà dentro con un ritmo serrato ed è una di quelle visioni che lasciano il tempo per riflettere, senza che ci sia un secondo per annoiarsi. Questo non è cinema classico, come quello di Eastwood, al limite chiamatelo new classic.


Ci sono film new classic, dei classici immediati, e Wind River è uno di questi. Ci sono poi invece posti che sembrano perfetti per tirare fuori il male. Tutto il male del mondo. Posti in cui non c'è niente nel raggio di chilometri, tranne neve e desolazione. Posti che si trovano a metà strada tra Fargo e inculolandia. Posti in cui o sei il cacciatore, o sei la preda. Posti agghiaccianti, in tutti i sensi, in cui nessun agente vorrebbe investigare un omicidio, Rocco Schiavone in primis, eppure a qualcuno tocca farlo. In questo caso tocca a Jeremy Renner in versione cacciatore, un Jeremy Renner che quando viaggia lontano dagli Avengers, dalle missioni impossibili e dalle eredità di Bourne a sorpresa sa il fatto suo. Resta pur sempre un attore dalle limitate capacità espressive, però tra Wind River e Arrival quest'anno zitto zitto ha azzeccato una doppietta (non da caccia) che tanti più celebrati colleghi si sognano di notte. Tocca a lui e tocca a una lei, Elizabeth Olsen, giovane e inesperta agente dell'FBI mandata in questo posto desolato e glaciale in cui persino Elsa di Frozen si troverebbe fuori luogo.

"Questo è ancora tutto da vedere, caro Cannibal Kid..."

Avete capito bene. Non uno, bensì due Avengers in un film serio, e pure un film bello? Dove andrà a finire questo pazzo pazzo mondo?

"Jeremy, questo scatto non ti sembra uscito da un cinepanettone dei Vanzina?"

"Daje Elizabeth, che questa volta famo ancora più soldi che cogli Avengers!"

Ci sono dei film che sono semplicemente belli. Hanno come una scintilla dentro. Come certe persone, o almeno certe persone in un dato momento della loro vita, poi magari la perdono. Non si può mica tenere la scintilla accesa sempre. Tutti hanno i loro momenti top e i loro momenti down. Il regista e sceneggiatore Taylor Sheridan adesso sembra essere arrivato al top della sua carriera, e spero che questo momento d'oro continui per lui a lungo. Così come ha raggiunto il suo top il mio rapporto tra me e Nick Cave, che in passato non mi era mai piaciuto un granché e che invece ora, dopo aver pubblicato lo struggente disco Skeleton Tree con i suoi Bad Seeds, ha firmato insieme al fido compare Warren Ellis l'originale colonna sonora di questo film, che contribuisce a rendere la sua atmosfera così particolare e straniante.


Ci sono pellicole che ti arrivano, che ti penetrano sotto pelle come un proiettile. Di quelle che, dal primo all'ultimo istante, non stai a chiederti: “Hey, ma sto davvero vedendo una gran bella pellicola?”. Lo sai e basta. Wind River è una di queste.
Ci sono poi film che ti lasciano con la speranza che un giorno non dico le cose andranno bene, ma se non altro andranno meglio. Indovinate un po'? Wind River rientra anche in questa categoria.
(voto 8/10)


Tu chiamale se vuoi emoji 😄

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Emoji – Accendi 🔥 le emozioni
Titolo originale: The Emoji Movie
Regia: Tony Leondis


Povero film sulle Emoji 😭. Ancor prima di uscire è stato massacrato 💪. Un po' per l'idea di partenza. Quando si è diffusa la notizia che avrebbero realizzato una pellicola dedicata alle emoji, ovvero per chi non lo sapesse le faccine ☺ usabili in SMS 📱, chat, messaggi sui social network e ovunque altro in rete 🖧, si è scatenato un mare di 💩. Dallo stesso popolo del web 🕸 che le emoji le usa quotidianamente! 😆
Dallo stesso popolo che non ha detto niente quando è venuta fuori l'idea di un film su Battaglia navale 🌊 (diventato Battleship)! 😮
Dallo stesso popolo che non ha detto niente quando a certa gente è saltato in mente di fare un prequel del prequel dedicato a una bambola 🎎 comparsa per circa 10 secondi in L'evocazione - The Conjuring (ovvero Annabelle 2: Creation)! 😱

Quando poi è uscito il primo teaser trailer del film, che voleva essere la cosa più esilarante 😁 del mondo 🗺 e invece era solo la più triste 😰, è risultato palese che il popolo del web per una volta aveva ragione 😮: fare un film sulle emoji era un'idea del cazzo... Non c'è l'emoji del cazzo?


Cioè, adesso stanno per lanciare persino le emoji di Taylor Swift, le taymojis, e non c'è quella del cazzo?
Ma in che cazzo di mondo viviamo?


Dopodiché è arrivato il film completo 📽 nei 🎦 e le cose non sono andate molto meglio. Su IMDb attualmente viaggia su una media voto di 2.3/10. Tanto per dire, il film con Costantino Vitagliano e Daniele Interrante Troppo belli lo straccia nettamente con un 2.8/10.

"Beccatevi questa, stupide emoji! 😉"

Emoji - Accendi le emozioni è davvero così orrido? 😕
Tanto per chiarirlo subito sì, è proprio un film di 💩, però ho visto anche di peggio. The Emoji Movie è una brutta, bruttissima copia di Inside Out, ambientata all'interno di uno smart phone di un ragazzino scemo, anziché nella mente di una ragazzina sveglia. Somiglia anche a una versione più politically correct, molto più politically correct di Sausage Party - Vita segreta di una salciccia.


La storia raccontata è quindi la solita già vista e stravista 🤓 in altre pellicole soprattutto animate. C'è una giovane emoji che se ne va in giro per il suo mondo, in questo caso un cellulare di ultima generazione che contiene le app di Candy Crush Saga, Spotify, Instagram e varie altre, con un pretesto, in questo caso il fatto che le altre emoji gli danno la caccia, e vive una serie di avventure (mica tanto) emozionanti, tra inseguimenti e imprevisti vari. 😪


Una storia banalotta, ma non è del tutto banale la scelta del protagonista. Non è stato selezionato lo smile sorridente classico ☺, la prima, più celebre e usata emoticon nella Storia delle emoticon, che invece è proposta in versione al femminile ed è pure la cattivona del film. Che paura! 🙀


Il protagonista è invece il "bah", o se preferite il "meh", che non sono nemmeno sicuro quale emoji di preciso sia. Credo questa 😒.


Personalmente non penso di averla mai usata, anche perché mi piace di più usare l'espressione "meh", che non questa faccia da culo qua... 😒
Non c'è nemmeno l'emoji del culo? 😕
Ma allora a che servono?
😒 (questa volta è proprio il caso di utilizzarla)

Non è una scelta così scontata il "bah" come protagonista di un film. Non che si riveli nemmeno una scelta così vincente 👌, però se non altro è un minimo originale. Fatto sta che questo "bah" non è un "bah" qualunque. E' un "bah" che ha una vasta gamma di espressioni facciali e nella sua vita non riesce a limitarsi a fare solo il "bah". In pratica, ha molte più espressioni lui che non Clint Eastwood, oppure suo figlio Scott. 😅

"Hey, Cannibal. Non avremo espressioni, però pugni sì. 😈"

La pellicola si rivela quindi il solito elogio della diversità. Quella diversità tanto celebrata al cinema, quanto massacrata dai bulli nella vita reale e dagli hater sul web 💪. Tra buoni sentimenti, una mezza storiella d'amore 💗 tra il protagonista e una 👸 hacker, e scene che vorrebbero essere emozionanti e invece manco sono emoji, il film è comunque soprattutto una commedia 😀. Peccato solo che non riesca proprio a far ridere, un po' come il trailer, o un po' come Pensieri Cannibali. Si sforza troppo e alla fine non ci riesce 😞.

"Io sarei la gnoccolona di turno della pellicola? 😯
Non potevano prendere - che so - Jessica Rabbit? 👩"

Tragico in particolare il "Gimme Five"✋, che dovrebbe essere il personaggio simpa di turno e invece fa solo venire un gran nervoso 😠. Non so se le emoji possono essere ammazzate, ma questa può essere fatta fuori ♰, per favore? Anche perché è un'emoji abbastanza ambigua. Può sembrare un gimme five, così come un saluto romano. Chi può stabilirlo con certezza?
In pratica non ci sono le emoji del cazzo e del culo, ma quella del saluto romano invece c'è?
😒 (hey, questa emoji è sempre più utile!)


Tra i personaggi inoltre c'è anche la 💩, che è stata doppiata da Patrick Stewart, storico attore di Star Trek, una serie di 💩, sarà un caso?


Tra i doppiatori italiani invece ci sono i deejay di Radio Deejay Federico Russo, come voce del protagonista Gene "bah"😒, e Marisa Passera (no, non c'è nemmeno l'emoji della passera) in quelli della villain Smile ☺, che contribuiscono a rendere la visione doppiata per una volta decisamente gradevole e simpatica 😜.


In fin dei conti il film, per quanto animato malamente e lontanissimo dai livelli Pixar e pure da quelli DreamWorks e Illumination Entertainment, è una visione per fortuna breve, che scivola via innocua, senza irritare nemmeno troppo 😠. Sarà anche impossibile da guardare così 😍, e sarà anche un movie brutto, ma nemmeno bruttissimo come si dice in giro. Il 2.3/10 di voto mi pare persino troppo cattivo 😡 per una robetta del genere. Io per una volta mi sento generoso. 😘
(voto 4/10)
Ma non troppo. 😆


Instareturn – Le recensioni ai tempi di Instagram Vol. 2

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Dopo il grande successo (okay, è solo un modo di dire) del primo appuntamento con le Instarece, ovvero le recensioni cinematografiche fatte attraverso uno scatto pubblicato su Instagram, ecco che arriva la seconda puntata.
Se nel primo appuntamento l'unica guest star – e che guest star! – era la modella e attrice Emily Ratajkowski, questa volta a illustrare a livello fotografico alcuni film di ieri e di oggi tocca a vari ospiti, da Boy George a Bella Hadid, passando per la coppia italiana più seguita dell'Internet (Chiara Ferragni + Fedez), e con l'aggiunta di un pizzico di politica. #instarece




Crazy Night – Festa col morto
Voto: 6/10

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Pain & Gain – Muscoli e denaro
Voto: 6-/10



I peggiori
Voto: 5,5/10



Adorabile nemica
Voto: 7-/10

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Poveri ma ricchi
Voto: 6+/10

A post shared by Gianluca Vacchi (@gianlucavacchi) on


Gravity
Voto: 5/10

A post shared by Kate Upton (@kateupton) on


La babysitter
Voto: 6,5/10

A post shared by Fedez (@fedez) on


Lei è troppo per me
Voto: 6,5/10

A post shared by Fedez (@fedez) on


Point Break – Punto di rottura (1991)
Voto: 8/10



xXx - Il ritorno di Asia Argento Xander Cage
Voto: 6-/10



Sotto accusa
Voto: 7/10



La vita è Bella
Voto: 6-/10

A post shared by Bella Hadid (@bellahadid) on


Proprio lui?
Voto: 4,5/10

A post shared by Orrore a 33 Giri (@orrorea33giri) on


It: la paura ritorna nei cinema, e pure nei blog

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L'horror di maggiore incasso nella storia del cinema Usa, sì persino più de L'esorcista, sta per approdare anche nelle nostre sale. Finalmente. L'Italia è uno degli ultimi paesi al mondo in cui esce It. Forse però è meglio così. Per i fifoni come me e soprattutto il mio blogger rivale Mr. James Ford, è meglio non far riemergere i traumi infantili del passato.
Per infonderci un po' di coraggio, questa settimana abbiamo così deciso di convocare come ospite speciale della rubrica sulle uscite della settimana nei cinema una delle massime esperte di horror al mondo. O se non altro nell'ambito dei blog. O se non altro nell'ambito dei blog italiani. O se non altro più di noi due. Di chi sto parlando?
Di Lucia Patrizi del sito Il giorno degli zombi.
Riuscirà almeno lei a dare una parvenza di dignità culturale e cinematografica a questa rubrica, o non v'è davvero speranza alcuna?


It
"Cannibal Kid mi strappa sempre un sorriso.
A Ford invece strapperei io qualcosa.
E Lucia Patrizi? Lei la incontro più tardi..."


Lucia: Il film pronto a rovinare l’infanzia a tutti quelli che non hanno letto il libro e sono ancora convinti che si tratti di un remake, povere anime candide. Pensano persino che la miniserie dei primi anni ‘90 non sia la cosa ignobile che è. Mi fanno un po’ di tenerezza. Non è che il Cannibale è tra loro?
Lo si aspetta con ansia, soprattutto grazie alla lungimirante distribuzione italiana che ci ha fatto aspettare quel mese in più rispetto al resto del mondo. C’è chi, per vederlo, è addirittura scappato all’estero. Noi stoici che non abbiamo ceduto alla tentazione dello streaming, siamo pronti ad affollare le sale e ad assistere alla prima e unica trasposizione cinematografica del romanzo più popolare del Re.
Cannibal Kid: Lucia su di me dice cose non vere! Io non ho mai letto il libro e la nobilissima miniserie del 1990 mi ha traumatizzato parecchio...
Oddio, a ben vedere, mi sa che dice cose abbastanza veritiere sul mio conto. Come fa a saperle?
Questa cosa mi inquieta quasi quanto Pennywise, che nel remake del 2017 (ok, lo so che non è un remake, anche se pure su questo ci sarebbe da discutere) ha il volto del giovane Bill Skarsgård, pronto per agitare di nuovo i miei incubi a decenni di distanza come la nuova stagione di Twin Peaks non è riuscita a fare. E come invece Ford riesce sempre a fare.
Ford: ho amato molto alcuni romanzi di King, come Cujo o La lunga marcia, ma non sono un suo fan accanito. Inoltre, non ho mai letto It, e sono tra quelli che ricordano la mini dei primi anni novanta come un pezzo d'infanzia, e che oggi pensano che Skarsgard non potrà mai essere un Pennywise grandioso come quello di Tim Curry. Poi, spero di essere smentito, ma sinceramente tutta l'attesa, la pubblicità e le aspettative mi fanno pensare più ad una potenziale delusione, che non ad un nuovo cult della paura.
Onestamente, mi fa molta più paura questa versione della rubrica delle uscite, che unisce per la prima volta tre menti malate come le nostre.


La battaglia dei sessi
"Ho battuto Ford e Stallone al campionato del mondo di braccio di ferro di Over the Top,
però mannaggia, Emma, tu sei più forte di tutti e due messi insieme!"

Lucia: Potrebbe non essere affatto male, peccato solo che sia destinato a essere schiacciato dal rullo compressore IT e che quindi lo vedranno in pochi. Non mi pronuncio più di tanto: la storia è intrigante quanto basta, il cast è interessante e non proprio consueto. Se riesco, ci faccio un salto.
Cannibal Kid: Evvai, e facciamo 'sta battaglia dei sessi. Io e Ford per una volta uniti contro un nemico comune: la femmina Lucia.
Allora, come possiamo attaccarla?
Potremmo dire che in un doppio a tennis la stracciamo senza problemi, qualunque partner scelga. Solo che io non ricordo di aver mai giocato a tennis in vita mia e sono negato persino a ping pong. Quindi se anche Ford in realtà fosse Federer, perderemmo comunque.
Potremmo allora dire che non sa niente di cinema. Solo che, almeno tra i qui presenti, è quella che ne capisce di più. E pure nettamente.
Ok. Dichiaro questa battaglia dei sessi ufficialmente vinta da Lucia.
Ford: io non sono mai stato per la battaglia tra i sessi. Avevo capito fin dai tempi dell'asilo che una situazione del genere avrebbe drasticamente ridotto le possibilità di rimorchiare, dunque ben venga l'amore per tutti. Ovviamente non tra noi qui pronti a darci battaglia rispetto alle uscite che ci attendono in sala, e che per questa settimana spero non facciano discutere soltanto me e Cannibal, ma anche la nostra illustre ospite Lucia.


Brutti e cattivi
"Daje Cannibal, quando o famo 'sto fashion blog che la Ferragni la asfaltiamo più della Lazio?"

Lucia: Posto che bisognerebbe porre una moratoria sull’uso del dialetto romano al cinema per almeno un paio di decenni e che la periferia della capitale è una di quelle cose che, a forza di vederle sempre su grande schermo, ha francamente sfracellato i coglioni, potrebbe addirittura essere una sorpresa. Non per altro: l’idea di usare dei freaks come protagonisti, se ben condotta, può anche portare a un discorso non banale sull’estetica del corpo. Ma forse sarà la solita commedia wannabe moderna con le solite battute in romanesco da cassare senza troppi problemi.
Cannibal Kid: Eddaje, Lucia. Solo perché te sei romana de Roma pensi di poterti arrogare il diritto di scegliere chi, come e quando si può usare il dialetto romano, al cinema o anche solo su un blog di cinema?
Li mortacci tua!
A me il romanesco me piace, e me fa sempre ride. Quindi questa commedia wannabe moderna più brutta e cattiva de Forde la tifo quanto er Pupone.
Ford: ho sempre adorato Roma, e quando mi capita ci torno sempre volentieri. Credo invece adorerò un po' meno questo film, che mi pare la classica burinata finta alternativa di quelle che noi wannabe ammaregani cerchiamo di realizzare ormai sempre più di frequente.
Senza contare che un film con freaks protagonisti senza i tre bloggers qui presenti mi pare davvero inconcepibile.


Nemesi
Michelle Rodriguez nei panni di Mr. James Ford.
E no, non è un costume di Halloween.

Lucia: Tenete lontano il Cannibale da questo film. Doveva essere distribuito a luglio, poi sembrava caduto nel limbo, e invece eccolo qui, anche lui pronto a passare del tutto inosservato in una settimana in cui la faranno da padroni i clown assassini.
Invece io consiglio vivamente a Mr. Ford di precipitarsi in sala, perché è Walter Hill al suo meglio. Il titolo italiano fa cagare come sempre, ma non commettete l’errore di liquidare Nemesi con un’alzata di spalle. Cannibal Kid non lo capisce, e questo già dovrebbe essere un motivo valido per correre in sala.
Cannibal Kid: Lucia sul suo illustre blog Il giorno degli zombi (che sono i rivali storici numero 1 dei cannibali dopo i Ford) spesso e volentieri supporta i B-movie. E fa B-ene. Peccato che qui ci troviamo di fronze a un probabile Z-movie, che fin dal trailer sembra una di quelle produzioni amatoriali italiane girate con il cellulare di Ford. Quindi il Nokia 3310 che manco faceva le foto.
Devo però dire una cosa che shockerà Lucia: I guerrieri della notte è uno dei miei film preferiti in assoluto. Peccato sia uscito lo stesso anno di nascita di Ford, quindi tanto, tantissimo tempo fa, e dubito che da allora a oggi Walter Hill sia ancora rimasto al suo meglio.
P.S. Il titolo italiano fa cagare, ma anche l'originale – The Assignment – non è che sia tutta 'sta figata ahahah
Ford: ho sempre amato Walter Hill, uno di quei registi con le palle d'acciaio che negli anni settanta e ottanta hanno rivoluzionato l'action e non solo, autore tra l'altro di supercult come I guerrieri della notte e I guerrieri della palude silenziosa, e trovo sia un vecchio leone da non sottovalutare.
Certo, l'accoglienza della critica è ben lontana dall'essere delle migliori, ma solo per lui potrei concedere il beneficio del dubbio e recuperarlo.
In caso non dovesse andare bene, potrò per una volta dare la colpa a Lucia invece che al Cannibale.


Monster Family e Vita da giungla alla riscossa
Da sinistra a destra: Lucia, Cannibal Kid, Mr. Ford e la povera Fordina

Lucia: Per entrambi i film: non so che dire: non mi interessano, non me ne frega niente e, se non fosse stato per questa gradita ospitata su Pensieri Cannibali e su White Russian, non credo che sarei mai venuta a conoscenza della loro esistenza.
Cannibal Kid: Almeno su queste pellicole animate io e Lucia dei Promessi sposi siamo d'accordo. A noi adulti non interessano per niente. A te Ford invece sì. E non perché sei padre, ma perché sei te che obblighi a vederli i tuoi poveri figlioli – che Dio abbia pietà delle loro anime –.
Ford: film d'animazione che non rientrano tra i miei interessi, nonostante Vita da giungla piaccia al Fordino - in fondo, basta siano presenti animali, e lui è felice - e dunque potrebbe scattare un recupero giusto per la quiete che il "momento cartone" concede a noi "adulti" del Saloon. Ma finirà comunque lì.

"Ford si definisce un adulto?"
"E pure Cannibal?"
"E che c'entra una blogger seria come Lucia con quei due?"


Una donna fantastica
"Questo abito che mi ha prestato Ford sta chiaramente meglio a me che a lui!"

Lucia: Arriverà al massimo in dieci sale in tutta Italia, ed è triste perché il regista è un nome di un certo peso, il film è fresco della vittoria a Berlino per la miglior sceneggiatura e il tema è anche troppo forte per l’Italietta puritana e pruriginosa.
Scommetto tutti i soldi che non ho che questo sarà il film prediletto dal Cannibale per la settimana corrente.
Cannibal Kid: Una donna fantastica, nonostante le frecciatine che mi tira manco fosse Katniss Everdeen, ce l'abbiamo ospite oggi ed è la qui presente Lucy in the Sky with Ford. Fantastica è anche la parcella che ha richiesto per quest'ospitata. Belén Rodriguez per una serata in discoteca prende meno, ve lo assicuro. Massì, ma chissenefrega? Tanto paga Ford, che quello è pieno di soldi.
Riguardo al film e al suo regista, il cileno Sebastián Lelio, ammetto di non sapere molto. Che Lucia in realtà sia più radical-chic di me, o è solo più abile su Wikipedia?
Dopo aver visto il notevole trailer, devo comunque ammettere che pure questa volta la blogger degli zombi potrebbe aver ragione e questa potrebbe rivelarsi la mia pellicola della settimana. Con buona pace dei clown. Sia Pennywise che James Ford.
Ford: ho già visto diverse volte il trailer di questo film premiato a Berlino, pensando che si trattasse dell'ennesima radicalchiccata da Festival in grado di esaltare Peppa Kid e lasciare piuttosto perplesso il sottoscritto. Non so che effetto possa avere su Nostra Signora degli Zombie Lucia, ma spero tanto che i suoi non-morti possano banchettare con i resti del Cannibale e di qualsiasi autore pretenzioso che passi dalle nostre parti.


Ritorno in Borgogna
"Bella la Borgogna, ma la campagna monferrina non si batte."

Lucia: Drammone familiare in salsa francese in mezzo al vino. No, grazie. Il regista è quello de L’Appartamento Spagnolo, film che non ho mai amato e la trama mi fa venire voglia di ubriacarmi. Semplicemente, non è roba per me. Anche se l’idea di ubriacarmi non mi dispiace.
Cannibal Kid: Il nuovo di Cédric Klapisch, l'autore della splendida trilogia de L'appartamento spagnolo, un cult sia per l'Erasmus generation che per chi, come me, l'Erasmus non l'ha mai fatto. Si preannuncia come una visione ad alto tasso di emozioni, di risate e, considerata l'ambientazione, pure ad alta gradazione alcolica. Questo weekend quindi io ritorno in Borgogna a degustare vini e film che solo noi spettatori chic sappiamo apprezzare in pieno. Lucia invece può tornare al bar insieme a Ford a bere cocktail per bambini come il White Russian.
Ford: ammetto, e mi perdonerà Lucia, di volere un sacco di bene a L'appartamento spagnolo, un po' perchè ambientato a Barcellona - la mia città preferita al mondo -, un po' per Cecile DeFrance, un pò per quell'atmosfera di scanzonatezza che si prova quando si hanno vent'anni. A dire il vero la provo ancora oggi la maggior parte del tempo, ma devo ammettere che questo film mi attira decisamente meno di una bella sbronza.
Eventualmente io e Lucia ci daremo ai cocktail da adulti navigati mentre il finto teenager Cannibal potrà perdersi nel suo ritorno alla vodka alla menta.

"Dall'odore sento puzza di stronzata."
"Allora dev'essere un White Russian doc!"


Veleni
"Sto andando al funerale del blogging cinematografico italiano:
Lucia, una delle poche professioniste rimaste, ha accettato di comparire su Pensieri Cannibali e White Russian. :("

Lucia: Ed ecco il pacco italiano della settimana. Ogni volta ce n’è uno e ha sempre il potere di mettere d’accordo tutti nel NON andarlo a vedere neanche sotto tortura.
Cannibal Kid: Ah, il caro antico sapore del film pacco italiano della settimana. Non c'è niente di più rassicurante e di più unificatore. È capace di mettere d'accordo persino tre blogger così differenti (ma forse in fin dei conti nemmeno troppo), come noi tre.
Ford: il bello di questi film inutili è che riescono sempre a mettere d'accordo perfino me e Cannibal rispetto all'evitarli come la peste. Questa volta siamo in tre, e mi sa che in questo caso siamo anche felici di prenderci una seconda sbronza all together per dimenticarcene.

Bloggers Recognition Award e i consigli su come aprire un blog d'insuccesso

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In genere non partecipo alle Catene di sant'Antonio, pardon a quei meme e award vari organizzati su blog e social network che ti invitano a proseguirli. Non è tanto per snobismo. Magari giusto un pochino. È più che altro perché ci sono troppe regole da seguire e a me non piace seguire le regole.

Uuh, che ribelle!

E poi perché tutte queste catene spesso si rivelano più che altro un modo per farsi pompini a vicenda tra amici. Cosa che poi di per sé non è negativa. Dipende un po' da chi li fa... Se ad esempio come blogger amica avete Valentina Nappi, può rivelarsi una cosa mooolto positiva.


Il mio evitare queste catene ha fatto però in modo che poi non mi arrivassero più nemmeno. È con un certo dispiacere, e anche qualche lacrima versata, che ho assistito a lungo a questi meme e premi assortiti in cui venivano citati miriadi di blog, ma non più il mio blog. E ho rimpianto di aver rinnegato queste catene... volevo dire questo tipo di post rispettabilissimi.

Adesso, visto che ho ricevuto il Bloggers Recognition Award non da uno, bensì da due siti differenti, ho deciso di partecipare, anche perché mi sembra più interessante e originale dei soliti. Ho provato inoltre a seguire le regole, almeno in parte, che sono le seguenti.

1. Ringraziare il blogger da cui si è stati nominati e linkare il suo blog
2. Raccontare la nascita del proprio blog
3. Dare qualche nuovo consiglio ai nuovi blogger emergenti
4. Commentare il blog di chi ti ha nominato linkando il tuo articolo di ringraziamento
5. Nominare a tua volta 15 blogger che ritieni meritevoli

1. Grazie a Cassidy de La bara volante e a Michele de Il cumbrugliume per il prestigioso riconoscimento!

2. Annunciazione a Cannibal Kid (1,26-38): “al sesto mese” (dal concepimento di Giovanni Battista, avvenuto “al tempo di re Erode”) a Nazaret l'angelo Gabriele comunica a Cannibal Kid che concepirà e partorirà per opera dello Spirito Santo un blog di nome Pensieri Cannibali.

"Sicuro di volerlo chiamare Pensieri Cannibali?"
"Bah, veramente a me piaceva di più White Russian."

3. Ecco, questo è il vero punto per cui ho voluto continuare questa “catena”. Per poter elargire i miei consigli alle giovani generazioni di Millennials bisognosi.
Pronti per i miei preziosi suggerimenti ai nuovi blogger emergenti?

A) Iniziamo con la solita banalità di turno: siate voi stessi. Lo so che può suonare come uno stereotipo, e lo è, ma è anche l'unico modo per fare qualcosa di davvero interessante, su un blog come in qualunque altro campo della vita. Essere personali, essere originali, essere degli outsiders, essere “diversi”, è la sola ragione che darà al vostro sito un senso di esistere. Se cercate di imitare qualcuno, siete solo come una cover band: del tutto inutili. E pure fastidiosi.
Be yourself is all that you can do”, lo cantava Chris Cornell con i suoi Audioslave, quindi non ve lo dico solo io.


B) Non puntate al successo. Se fate una cosa con lo scopo di avere soldi, gloria e figa, probabilmente non otterrete un bel nulla di nulla. A meno che non partecipiate al Grande Fratello e in tal caso la fama coincide con lo scopo. In caso contrario, il motore di tutto dev'essere la passione che vi anima. Se non avete una passione, non aprite un blog.
Puntare all'insuccesso è inoltre il modo migliore per evitare delusioni. In tal modo, tutto ciò che vi arriverà, fosse anche solo un Bloggers Recognition Award, sarà oro colato.

C) Basta fare i fashion blogger, i food blogger, gli Instagrammer, i cinguettatori o gli YouTuber. Sono tutte categorie già strapiene. Aprite invece un bel blog di cinema. Lo so che dovrei sconsigliarvelo, innanzitutto perché hanno una visibilità inferiore rispetto ad altri settori oggi più popolari, e poi perché rischiate di rubarmi il lavoro. Solo che io non vi temo. Fatemi vedere ciò di cui siete capaci, piccoli stronzetti!


4. Eh, un attimo. Calma. Fatemi postare 'sta roba e poi vado a commentare dalle parti di Cassidy e Michele.

5. Questa è una regola che non voglio seguire. Ne ho seguite 4 su 5, per questa volta mi sembra di aver già fatto il bravo abbastanza. Non voglio nominare 15 blogger in particolare, non (solo) per pigrizia, ma perché poi quelli non citati si prendono male e si mettono a piangere. Ve l'ho detto, è successo anche a me.
Invito quindi a proseguire questa catena/non-catena chiunque capiti di qui, e può farlo sia sul suo blog che sui suoi social network. Oppure anche tra i commenti a questo post. Se avete qualche consiglio da dare ai nuovi blogger emergenti, fatelo pure qui sotto.

Un ultimo consiglio da parte mia?
Invece di perdere tempo a criticarla e a dire che è diventata famosa senza saper far niente, andate a chiedere un consiglio a Chiara Ferragni. Se è riuscita a diventare la blogger più influente non solo d'Italia ma dell'intero pianeta, un motivo ci sarà. O no?


La babysitter migliore dell'anno (e del secolo)

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La babysitter
Titolo originale: The Babysitter
Regia: McG
Cast: Judah Lewis, Samara Weaving, Bella Thorne, Robbie Amell, Hana Mae Lee, Andrew Bachelor, Ken Marino, Leslie Bibb, Emily Alyn Lind


Cole (Judah Lewis) ha 12 anni e ha ancora la babysitter. Lo sento già il coro che sta arrivando...
Che sfigato!

Sì, dategli pure dello sfigato. Ecco intanto com'è la sua babysitter...


Nuovo coro in arrivo...
Che inculato!

La babysitter di Cole il fortunato è Bee, interpretata dalla bionda Samara Weaving, attrice rivelazione di cui sentiremo parlare ancora a lungo. O almeno, su Pensieri Cannibali di sicuro se ne parlerà ancora. Intanto cominciamo a parlarne ora.


Breve identikit: classe 1992 quindi, per chi in classe durante le lezioni di matematica c'è stato pochino, ha 25 anni, è australiana e c'è già chi ne parla come della nuova Margot Robbie. Perché?
Bionda, australiana, strafiga e sa pure recitare = la nuova Margot Robbie. Semplice matematica anche in questo caso, lo dico sempre per i somari che stanno leggendo che però, se sanno leggere, poi così somari non sono.


Dove l'abbiamo già vista?
Nel video di Charlie Puth, “Attention”, canzone abbastanza fastidiosa ma lei sapeva come catturare l'attention, nel film Monster Trucks (che non ho visto) e inoltre è apparsa in una manciata di episodi di Ash vs Evil Dead, serie che io ho abbandonato (a questo punto aggiungo purtroppo) prima di vederla comparire.



Dove la vedremo?
Dappertutto! E più in particolare nel già osannato film Tre manifesti a Ebbing, Missouri, nelle imminenti nuove serie SMILF e Picnic at Hanging Rock e nell'horror Mayhem al fianco di Steven Yeun di The Walking Dead.



Okay, adesso abbiamo parlato di Samara Weaving, che è la babysitter del titolo, ma vogliamo anche parlare del film?


Se proprio dobbiamo, e facciamolo, anche se di cose fondamentali da dire non ce ne sono poi molte. La pellicola è meglio vederla che parlarne. È un comedy-horror pre-adolescenziale che convince più per la parte comedy che per quella horror. Ha uno stile a cavallo tra i film anni '80/primi '90, da qualche parte tra le commedie di John Hughes, le pellicole di Joe Dante e Mamma ho perso l'aereo. È un film tv, quindi non è cinema cinema di altissimo livello, però è un film tv Netflix, quindi vuol dire che dà comunque merda a molti lavori che trovano una distribuzione nelle sale, ed è diretto in maniera dignitosa da McG, ex aspirante nuovo Michael Bay, noto soprattutto per i due films delle Charlie's Angels e per qualche trascurabile filmetto action come Terminator Salvation e 3 Days to Kill, oltre che per la gradevole commedia d'azione Una spia non basta. Più che un grande Autore, un onesto cazzaro, insomma, che con questa babysitter sembra divertirsi un mondo, come un regista teenager al primo lavoro. Un divertimento che riesce a trasmettere anche allo spettatore. Sorpattutto nella prima parte, mentre nella seconda forse si esagera un pochino con inseguimenti e momenti di tensione che non sono poi così tesi. Per fortuna però la pellicola ha sempre addosso una sana dose di ironia e di citazionismo che riescono a far mantere il sorriso sulla faccia dall'inizio alla fine.


C'è però un'altra cosa da segnalare. Una delle scene meglio recitate dell'annata, e forse dell'intera Storia del Cinema. Chi ha visto il film sa già a cosa mi riferisco. Chi non l'ha visto, deve guardarlo anche solo per quella. Si tratta di una sequenza che ha per protagoniste la citata Samara Weaving e Bella Thorne, bella starlette in ascesa con la faccia da stronzetta, già vista in robette Disney come A tutto ritmo, ma anche nei film Insieme per forza, L'A.S.S.O. nella manica, You Get Me e Amytiville – Il risveglio, più le serie Scream e Famous in Love. Cosa fanno le due?
Si baciano. Non proprio come due semplici amiche. Si dimostrano due autentiche campionesse del bacio e, se ci fosse un Oscar per il miglior bacio, lo meriterebbero.
Dite che esiste l'MTV Movie Award al Best Kiss?
Perfetto, allora il prossimo anno è loro di diritto. Non servono manco le nomination.


Altri motivi per consigliarvi di vedere questo film non me ne vengono in mente ma, a questo punto, non credo servano. Siete già corsi a recuperarlo, vero?


(voto 6,5/10)


A casa nostra, il film sul Front National recensito da Povia

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A casa nostra
Titolo originale: Chez nous
Regia: Lucas Belvaux
Cast:Émilie Dequenne, André Dussollier, Guillaume Gouix, Catherine Jacob, Anne Marivin


I Povia fanno “ooh...”

A casa nostra, a casa nostra
un film che vi potete vedere a casa vostra
io c'ho fatto su una canzone
perché mi sta sul cazzo chi scrive una recensione
e poi io modestamente con la musica sono un coglion...
volevo dire che sono un campione
trallalerò, trallalà
guarda qui la mia canzone quant'è bella-là

Scrivo canzoni per tutte le occasioni
sui bambini, gli immigrati e pure sui piccioni
scrivo canzoni che fanno bailar la gente
ne scrivo di tutti i tipi, tranne qualcosa di decente

Questo è un film fatto da un francesone
che ci vuol dire: “Italiano sei proprio un coglione”
quando i coglioni fanno “oooh, che meraviglia, che meraviglia”
e anche i piccioni fanno “oooh, che meraviglia, che meraviglia”

Mi stan sulle palle i francesoni
ma questo film l'ho visto perché tratta temi a me vicini
come quello degli immigrati
che non è vero che io odio, li vorrei solo vede' morì mazzati
vogliamo smetterla di ospitarli a...

A casa nostra, a casa nostra
non è una cosa nostra
ma è un film mezzo francese e mezzo belga
così come la protagonista è bella e pure belga
Émilie Dequenne è il suo nome
è proprio un nome da francesone
anche se l'ho già detto che lei è una bella belga?
E comunque non c'è una gran differenza tra la gente francese e quella belga
ma non datemi del razzista,
sono solo un po' generalista, paraculo e populista


Émilie Dequenne è un'infermiera che mettono in lista
nel partito neo-fascista (yahoo, yahoo!)
anche se suo padre è un vecchio comunista (buuh, buuh!)
un partito che somiglia a quello della Le Pen nazionalista
e che da noi corrisponde alla Lega del mio amico Salvini
ciao Matteo, ti amo e insieme potremmo fare tanti bei bambini
se solo fossimo ricchioni
ma poi chi lo dice a Berlusconi?

A casa nostra, a casa nostra
un film che parla di una tipa tosta
una che all'inizio è un po' sinistroide
come nello spot Buondì le auguro un'asteroide
poi però per fortuna diventa fascistoide


La gente così comincia a considerarla arrogante
uuh, perché viviamo in una società intollerante
piena di gente ignorante
che non si rende conto che è Mussolini che ha fatto l'Italia grande

Make Italia great again
lo grida anche Trump dagli USA
e anche se questo film è ambientato in Francia
un po' parla pure dell'Italia
dell'indipendenzia di Catalogna, Veneto e Lombardia
di casa nostra e di immigrazia
ve lo dice quel genio di Povia
(voto 7/10)



Un mese in musica – Top e Flop di ottobre 2017

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Pronti per ascoltare la musica migliore del mese, almeno secondo il parere di Pensieri Cannibali?
Bravi, però prima dovete beccarvi anche quella peggiore. Prima il dovere, e poi il piacere.

Bonus track: in coda al post trovate pure qualche rubrichetta.



Flop

4. Noel Gallagher’s High Flying Birds

“Holy Mountain”, il nuovo singolo della sua band High Flying Birds, è stato subito accostato a “She Bangs” di Ricky Martin. Se è il massimo che Noel riesce a fare in risposta al fratellino, Liam a 'sto giro vince facile. E pure Ricky.





3. Courtney Barnett & Kurt Vile

Con tutto il rispetto per loro, che da solisti non sono niente male, ma insieme non funzionano un granché.
A ridatece Kurt & Courtney, quelli veri. Cobain & Love.




2. Negramaro

Giuliano, cos'è 'sta cosa?
Tra uccelli e bambini, sembra un mash-up poviano tra Vorrei avere il becco e I bambini fanno “ooh”. E – giusto per essere chiari – non è inteso come un complimento.




1. Gianni Morandi

Non so se è peggio Gianni Morandi che si è ligabuizzato, o Ligabue che si è morandizzato.
In ogni caso il risultato è di quelli da fine del mondo immediata.





Top

9. Niall Horan

One Direction?
No, meglio Many Directions. Se insieme i 5 (ora 4) anglo-irlandesi non è che siano il massimo della vita, e della musica, da solisti sono decisamente più interessanti. Un po' come i The Defenders. A parte Liam Payne, che ha tirato fuori dei pezzi dance piuttosto schifidosi, Louis Tomlinson se n'è uscito con un paio di singoli decenti e il fuoriuscito Zayn ha realizzato un discreto album R&B. Le gioie maggiori sono però arrivate dagli altri due: Harry Styles ha pubblicato un signor disco d'esordio, poco teen e già decisamente maturo, e ora Niall Horan ha inciso una perla acustica da fare invidia a Ed Sheeran.
A questo punto è ora di sciogliere la banda e ognuno per conto proprio, che è molto meglio così. Uniti si vince?
Non in questo caso.




8. MGMT

Gli MGMT sono tornati, più dark che mai. Praticamente sono diventati una cover band dei The Cure. Non molto originali, ma la cosa per una volta non mi dispiace.





7. Beck

L'ultimo disco di Beck, Morning Phase, ha vinto il Grammy 2014 di miglior album dell'anno ed è stato celebrato in lungo e in largo. A me però non è che avesse fatto impazzire. Mi era sembrato giusto la copia spenta di Sea Change, quello sì un gran disco, e poi io al Beck folk intimista e serioso ho sempre preferito il Beck più cazzaro, pop e funk. Ho accolto quindi con approvazione immediata la decisione di realizzare un album in quest'ultimo stile, che sarebbe dovuto uscire subito dopo Morning Phase. Peccato che poi i tempi si siano dilatati, il 2014 è diventato il 2017, ma nonostante ciò il risultato è comunque piuttosto buono. È vero che, più che al Beck di ieri assomiglia ai Maroon 5 di oggi e che i vertici della sua carriera sono lontani, però ha tirato fuori un disco giocoso che si ascolta con piacere. Considerando la lagna di album che ha appena pubblicato un'altra ex gloria degli anni '90 come William Patrick Corgan alias Billy Corgan degli Smashing Pumpkins, va bene così.




6. Tove Lo

Il delirio totale. Il nuovo singolo della popstar svedese Tove Lo è un pezzo di musica electro-disco allucinato accompagnato da un video ancora più allucinante, in cui la cantante si fa (e pure di brutto) un pupazzo stile Muppets. Questo sì che è pop porno.




5. Fever Ray

Fever Ray, ovvero la metà del duo svedese The Knife, è tornata con il suo primo pezzo da otto anni a questa parte. Ovviamente è qualcosa di molto alieno e molto originale. A sorpresa inoltre è anche parecchio orecchiabile. Ciliegina sulla torta: il video è perfetto per Halloween.


4. Rita Ora

È davvero Ora che Rita sfondi definitivamente, come merita già da parecchio tempo.
Questo suo nuovo singolo “Anywhere” potrebbe essere la canzone giusta per farlo.




3. Liam Gallagher

Liam l'aveva annunciato e Liam l'ha fatto. Aveva dichiarato che il suo primo album solista non avrebbe contenuto stronzate sperimentali e così è stato. L'ex cantante degli Oasis ha pubblicato un onesto lavoro di musica rock'n'roll, tra brani più ritmati e ballate. Niente che possa cambiare il corso della Storia della Musica, o pretenda di farlo. “As You Were” è soltanto un fottuto buon disco.




2. St. Vincent

Il glam degli anni '70 ha un'erede: è St. Vincent. È lei la nuova David Bowie. È lei l'aliena della scena pop-rock di oggi. “I have lost a hero, I have lost a friend” canta in New York, pensando proprio al Duca Bianco. E il suo nuovo album, per quanto in apparenza non abbia molto a che fare con la sua musica, in realtà è bowiano fino al midollo. Infatti è un Signor Disco.




1. Wolf Alice

A inizio mese c'è stata una grande sfida. No, non per le qualifazioni dei Mondiali. Una sfida musicale tra due contendenti molto diversi tra loro per la vetta della classifica dei dischi più venduti in Gran Bretagna. La pop-country star canadese Shania Twain, la “mamma” di Taylor Swift, di ritorno sulle scene con il primo disco da 15 anni a questa parte, contro gli emergenti Wolf Alice, un gruppo rock britannico, anzi il miglior gruppo rock britannico oggi in giro, che si sono fatti conoscere anche grazie al pezzo “Silk” contenuto nel trailer e nella parte finale di T2: Trainspotting e che sono giunti ora al secondo album, il notevolissimo “Visions of a Life”.
Una battaglia che si è combattuta fino all'ultimo giorno e che ha visto persino l'intervento del laburista Jeremy Corbyn, che si è pubblicamente schierato dalla parte dei Wolf Alice.



Alla fine (purtroppo) l'ha spuntata Shania Twain per appena 764 copie vendute in più, ma i Wolf Alice si possono parzialmente consolare con il primo posto tra i Top del mese di Pensieri Cannibali. Meglio di niente.




Guilty Pleasure del mese
Annalisa

Non so se la canzone sia effettivamente carina o meno, però quando c'è sta pischella coi capelli rossi di mezzo io non capisco più niente. Quest'estate era riuscita persino a rendere tollerabile un pezzo di Benji & Fede. Benji & Fede, ripeto! Adesso è tornata con uno di quei brani esistenzial-buonisti che, se cantati da altri, avrei probabilmente demolito. Cantato da lei è invece qualcosa di adorabile. 😍




Serial Music
Suburra - La serie

Non l'ho mica ancora capito se Suburra – La serie mi piace o meno. Per ora sono fermo al quarto episodio e continuo a vagare nell'incertezza. La scena che mi ha colpito di più finora è comunque quella sulle note di Pop Porno de Il Genio. Un pezzo geniale che non è mai troppo presto per riscoprire.




Movie Soundtrack
A Ghost Story

Nel fantasmagorico film non-horror A Ghost Story c'è un brano cantato da Casey Affleck che non può non attirare l'attenzione. In realtà non lo canta l'attore, ma questi qua, tali Dark Rooms. Speriamo facciano ancora parlare di loro e non scompaiano nel nulla come tanti, troppi gruppi fantasma.




Revival Moment
Tom Petty

Nei momenti in cui c'è bisogno di caricarsi, fa bene prendere l'auto e cantare a squarciagola qualche canzone. Come ben sa il Tom Cruise di Jerry Maguire, un pezzo che si presta particolarmente bene allo scopo è "Free Fallin'" del da poco scomparso Tom Petty.
Grazie Tom, e grazie Tom.






Terapia di coppia per blogger

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Negli ultimi tempi il rapporto tra me e Mr. James Fordè entrato in crisi. Non perché abbiamo cominciato a litigare, ma perché abbiamo cominciato a trovarci sempre più spesso d'accordo. E per due blogger nemici come noi, la cosa non va bene. Proprio per niente.
Per rianimare la situazione, abbiamo così deciso di inserire all'interno della nostra rubrica di presentazione delle uscite cinematografiche settimanali un terzo elemento, un ospite a ogni puntata differente. A chi è toccata la fortuna, o forse è meglio dire la sventura, questa volta?
La prescelta è Lisa Costa, autrice di In Central Perk, un blog molto intimo e allo stesso tempo accogliente. Un posto in cui ci si ritrova per parlare soprattutto di cinema, ma non solo. Come se la caverà la (almeno apparentemente) dolce e innocente Lisa alle prese con due mostri della blogosfera come noi?
Scopriamolo subito...

Thor: Ragnarok
"Ford che si batte contro due blogger radical-chic?
Questa settimana ne vedremo davvero delle belle!"

Lisa: Credo che la mia ritrosia verso i film Marvel sia ormai risaputa. Non ne ho visto nemmeno uno. Nemmeno Cumberbatch con Doctor Strange o l’ironia di Deadpool mi hanno spinta in sala. Dubito lo possa fare questo vichingo di cui di sfuggita -a Vienna, un paio d’anni fa- sono incappata nel primo finale chiedendomi cosa diavolo stessi vedendo, come diavolo lavorano i doppiatori austriaci e cosa ci facesse lì in mezzo Natalie Portman.
Sono più snob e radical chic del Cannibale, che so non disdegnerà la visione di questo film, con la scusa di demolirlo.
Cannibal Kid: Io e Lisa potremmo dare vita ai Blogger Avengers uniti contro i film Marvel. Io prendo la parte di Cannibal America, quando è piccolo e rachitico, naturalmente. A lei tocca la parte di Vedova Nera, anche perché è l'unica donna. Ford invece può fare la parte del cattivone di turno, quello che difende a tutti i costi questi cinepanettoni ammeregani, più che cinecomics.
Lisa comunque ha ragione. I primi 2 me li ero visti per Natalie Portman e questo terzo, benché lei saggiamente si sia tirata fuori, lo guarderò per farlo a pezzi. E senza manco bisogno del martello di Thor.
Ford: nonostante la sovraesposizione degli ultimi anni, adoro i film Marvel e sono pronto a schiantare il martello di Ford in testa a Cannibal ed alla sua piccola allieva radical chic Lisa, anche e soprattutto perchè i primi due Thor sono tra i più convincenti prodotti del Cinematic Universe, e dunque da questo terzo capitolo non mi aspetto niente di meno che non una bella lezione a chi continua ad osteggiarli pubblicamente per poi goderseli nel silenzio della cameretta. Vero, Peppa?


Good Time
"Devo smetterla di leggere White Russian. Ogni volta che lo faccio, finisco dietro le sbarre.
Chissà perché?"

Lisa: Posso fare la saccentella? (Risposta: sì, che tanto lo so che questa nuova versione a tre della rubrica del giovedì è fatta per andar contro la MIA rubrica)
I fratelli Safdie li ho incrociati nello splendido Heaven Knows What (momento spam), piccolo film dal sapore davvero indipendente. Ora voglio proprio vedere cos’hanno combinato con una produzione più grande, un attore più conosciuto –quel Robert Pattinson che in quanto a scelta di progetti per smarcarsi da certi ruoli teen è da applaudire- e soprattutto una storia diversa: quella di una rapina in banca finita male, e di un fratello in prigione da salvare e far evadere.
Io me lo segno.
Cannibal Kid: Lisa Costa che fa la saccentella me la immagino con la voce di Lisa Simpson, chissà perché...
Nonostante il suo consiglio di recuperare Heaven Knows What sia ancora rimasto inascoltato, cercherò di guardarlo. Approfittando magari per fare una doppietta di questi promettenti fratelli Safdie, insieme al loro nuovo film interpretato dal vampiro preferito di Ford. A parte forse giusto il Vampiretto del film di cui parliamo sotto.
Ford: questi fratelli Safdie mi puzzano di radical lontano un chilometro, ma dato che non voglio essere tacciato di essere un tipo prevenuto, potrei quasi quasi raccogliere il consiglio di Lisa e seguire i propositi del Cannibale, sfoderando una doppietta che potrebbe anche significare l'ennesimo massacro per titoli solo apparentemente cool di quelli che Lisa e Cannibal sono soliti consigliare.


Terapia di coppia per amanti

Lisa: Ultimamente Pensieri Cannibali si è dato alla strenua difesa del cinema italiano. Io resto titubante, soprattutto di fronte a commedie degli equivoci, romantiche e “psicologiche” che sembrano aver creato un nuovo filone di cui son già stanca. Non me ne voglia Sermonti che sempre mi affascina, ma questa terapia preferisco incontrarla su carta, in quel romanzo omonimo che grida più leggerezza e meno Ambra Angiolini.
Cannibal Kid: La difesa del cinema italiano fa molto Pensieri Cannibali del 2016. Nel 2017 il mio rapporto con le nostre pellicole si è invece un po' incrinato, tanto che sta quasi andando meglio il mio rapporto con Ford...
Nah, non è vero. Volevo solo spaventarvi un po', visto che Halloween si avvicina.
Quanto ad Ambra, ai tempi in cui ero un bimbetto dell'età dei protagonisti di It, Stranger Things e Big Mouth mi piaceva decisamente. Adesso mi sta un po' sulle scatole, anche se mai quanto Ford.
Riguardo al film, mi sembra che c'è poco da stare Allegri... :D
Ford: filmetto italiano che nonostante il simpatico Sermonti si prospetta come una di quelle robette che Cannibal finisce non si sa come per esaltare, forse per l'effetto che hanno avuto su di lui le fiction Rai. Io me ne tengo alla larga, e prenoto una bella seduta di terapia di coppia per me e Peppa tenuta dalla dottoressa Costa.

"Con tutto il rispetto per lei, Rubini, ma non potremmo parlare con la Dottoressa Costa?"


La ragazza nella nebbia
Lisa: Un thriller tutto italiano, tratto dal romanzo di Donato Carrisi e da lui diretto al suo esordio dietro la macchina da presa. L’aria rude dei paesi di montagna e l’aspetto cupo dell’agente interpretato da Toni Servillo è quella polverosa che mi fa gridare “film fordiano”. Ma visto il cast che promette bene e la mia vena crime ultimamente rispolverata, credo gli darò una chance.
Sì, per questa settimana il cinema italiano da difendere è proprio quello più “vecchio”.
Cannibal Kid: Lisa me la immagino un po' come una ragazza nella nebbia, misteriosa e affascinante...
Ci sto provando?
No, dai, è andata da un po' a convivere e non mi va di fare il rovinafamiglie. E poi non vorrei passare per l'Harvey Weinstein di turno.
Più che gridare al “film fordiano”, che sarebbe un grido di terrore, mi fa gridare al “film da Mr Ink”, visto che quel topo di biblioteca mi pare abbia già parlato in più di un'occasione di questo Donato Carrisi, che se devo essere sincero non mi ispira troppo, soprattutto come regista. Toni Servillo poi mi gusta solo quando lavora con Sorrentino, quindi mi sa che aspetto di vederlo nei panni del Berlusca. Mi consenta, Signorina Costa.
Ford: più che domandarmi se questo film si rivelerà la solita roba all'italiana wannabe film ammeregano - molto probabile -, mi chiedo se la ragazza nella nebbia sia Lisa circondata dall'atmosfera fumosa del bar in cui è cresciuta o Cannibal che decide di andare a correre nelle prime ore del mattino in barba alle manifestazioni autunnali. E ho paura di scoprire la risposta.

"Che c'entra Mr. Ink con la rubrica di oggi?
Mi toccherà indagare pure su questo..."


Manifesto

Lisa: Chi glielo dice a Ford e al Cannibale che il film-evento in questione è uscito solo per tre giorni (23-24-25 ottobre) e non c’è già più in sala?
Che poi mi son sempre chiesta, quanto ci vanno loro in sala?
In ogni caso, già li avevo preceduti parlandone la scorsa settimana nella MIA rubrica, e questa installazione con Cate Blanchett protagonista assoluta in 13 monologhi diversi, già la sono andata a vedere e se ne parlerà presto dalle MIE parti.

Cate Blanchett nella parte di Lisa Costa

Cannibal Kid: Io e Ford in sala ci andiamo solo a vedere i film che contano per davvero. Tipo quelli con Boldi e/o De Sica. Non abbiamo tutti 'sti soldi da spendere come Lisa la capitalista. Questo Manifesto del cinema radical-chic mi sa di esperimento sulla carta molto interessante, ma nella pratica potrebbe rivelarsi pesante quanto uno di quei mattonazzi russi che un tempo il Ford si sparava per passare una serata relax leggera leggera. In più Cate Blanchett è sì un'attrice bravissima, però personalmente non è mai stata tra le mie preferite. Con questo tour de force che mette alla prova le sue doti recitative, e pure la pazienza dello spettatore, riuscirà a farmi cambiare idea?

Cate Blanchett con il Cucciolo Eroico Cannibal Kid

Ford: mi pare che la rubrica di questa settimana stia diventando un manifesto di quella wannabe radical di Lisa, che rischia davvero di dover subire un paio di mosse di wrestling che il sottoscritto di norma riserva a Cannibal. Solo, saranno eseguite per l'occasione da Cate Blanchett in tredici modi diversi.

Cate Blanchett nella parte di Mr. James Ford


La forma della voce
Su questo foglio ci sono gli insulti intraducibili della piccola Lisa Costa in versione anime nei confronti di Ford

Lisa: Ma chi l’ha fatto il calendario di questa rubrica? Altro film evento già passato in sala, quei film evento che si fanno pagare il doppio rispetto al solito e che però tra fan dell’anime fan faville. Io lo sono in parte, e prima o poi potrei anche vedermelo, visto il tema del bullismo mai così attuale.
Cannibal Kid: C'è il tema del bullismo, c'è un alone di romanticismo teen tipo versione anime di Colpa delle stelle, e c'è pure aria di piccolo grande cult. Credo che questo film, in modi e per ragioni diverse, potrebbe piacere a tutti e tre. L'unico di questa settimana.
Ford: il film pare interessante. Meno interessante il fatto che sia Cannibal a curare il calendario di questa rubrica. E ancora meno che la piccola Lisa venga qui come ospite a bullizzarlo. L'unico che ha questo dovere, diritto e piacere resto io.


Vittoria e Abdul
"Cos'è 'sta roba?"
"Un provvedimento di espulsione immediata per Mr. Ford."
"Allora lo firmo subito!"

Lisa: Li sento già lamentarsi entrambi: un altro film di e per vecchini secondo il Cannibale, un altro film di Frears uguale a se stesso e che ha perso lo smalto per Ford.
Arrivo prima di loro anche in questo caso –ve l’ho detto, io, che nemmeno in due mi battono- e visto a Venezia posso dire che sì è un film con e di vecchini e che è sempre lo stesso Frears ironico e leggero, ma è come sempre capace di commuovere e smuovere gli animi. E mica e poco. Se volete saperne di più spammo la mia recensione qui.
Cannibal Kid: Ford, uniamo le forze contro Lisa e contro il suo tentativo, destinato a fallire miseramente, di convincerci a vedere questo classico film da “matinée fra carampane” [WhiteRussian cit.].
Ford: per una volta le unisco volentieri, anche perché occorre che Lisa abbassi un po' questa cresta da radical, prima che piovano su di lei bottigliate a cascata. Il ruolo da snob poco sopportabile di questa rubrica è già stato assegnato da tempo.


Vampiretto
"Vampiretta Lisa, ma non eri vegetariana? Perché ti vuoi magnare quel povero topo?"
"Tranquillo, tanto me lo gusto insieme all'insalata."

Lisa: Sarò anche la più accanita fan dell’animazione fra i tre, ma certi filmetti di serie B fatico a mandarli giù.
La presenza di Max Gazzé e Carmen Consoli tra i doppiatori dovrebbe farmi pensare a un film più profondo di quello che sembra –ovvero l’inutile e ripetitivo film a tema mostri per Halloween. Lascio però il campo ai fordini.
Cannibal Kid: Lisa, tra te e Ford non so chi sia più fan dell'animazione. Quando si tratte di bambinate assurde, di certo lui. Se però questa roba che sta al dark come i Tokio Hotel stanno ai Cure non la vai a vedere manco te, io mi tengo al largo come i vampiretti dai crocifissi.
Ford: ho visto il trailer di questa roba. E ho pensato che non l'augurerei neanche a Lisa e Cannibal. Che è tutto dire.


Cure a domicilio
"Non dare retta a quella vegetariana di Lisa. Mangia pure tutto quello che vuoi, che se no mi deperisci."

Lisa: Sarò anche votata allo snobismo, ma quando un film arriva dall’Europa dell’est alzo lo sguardo al cielo. Mi aspetta un mattonazzo o una sorpresa di quelle da vera radical-chic? In questo caso –visto il trailer- il dubbio è lecito, e mando in avanscoperta gli altri due.
Cannibal Kid: Dal trailer 'sto film sembra uno di quei lavori del Dogma 95 girati dall'amico di Ford Lars Von Trier. Solo che siamo nel 2017 e ciò non fa più nemmeno radical-chic. Fa solo schifo. Le cure a domicilio comunque le manderei a Ford. Cure a opera di un certo Pennywise.
Ford: Pennywise manda a dirvi che la prossima volta che lo mandate a casa di Ford ci pensa due volte. L'ho chiuso nello sgabuzzino e costretto a leggere entrambi i vostri blog. Non l'ha presa troppo bene.


Il Vangelo secondo Mattei
"Ma dove sono finito? Dentro un donniedarkiano sogno erotico cannibale?"

Lisa: Va bene il cinema italiano leggero e divertente, va bene quello più serio e di genere, ma quello intellettualoide e serioso no. Proprio no. Nel trailer si citano in ordine sparso Pasolini, la parola iconoclasta, e si legge Il Quotidiano. Cos’altro aspettarsi se non la pesantezza da un film simile?
Cannibal Kid: Cos'è 'sta roba? L'adattamento di Secondo Matteo, il libro capolavoro “scritto” da Matteo Salvini, in realtà opera del suo ghost-writer Ford?
A quanto pare no. Questo potrebbe essere persino peggio.
Oddio, peggio no, dai.
Ford: questa roba da salottino finto ribelle e tanto radical se la schiaffino pure i miei due compari qui presenti. Penso potrebbe rendere il loro Halloween decisamente spaventoso.

Parapapapa, I'm lovin' IT

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Di cosa hai paura?


Io ho pensato di stilare una lista di cose che mi fanno paura, e mi sono reso conto che ce ne sono parecchie. Sono più fifone di quanto pensassi.


Le altezze

Sì, soffro di vertigini. E questo è ancora niente.
Nel pezzo Mi fido di te, Jovanotti canta: “La vertigine non è paura di cadere, ma voglia di volare”.
No, che cacchio dici? Nel mio caso è proprio paura di cadere, caro Lorenzo.


Gli aghi

Ho paura delle punture. Ho paura in generale degli ospedali, dei medici e di tutto ciò ha a che fare con la medicina. No, Grey's Anatomy no, anche se Meredith Grey un po' mi inquieta. Però ho paura soprattutto delle punture.


La vecchiaia

Più che di morire, ho paura di invecchiare. Sono un mix tra Peter Pan e Michael Jackson sotto questo aspetto, e sottolineo solo sotto questo aspetto. Quando sei giovane pensi: “Ok, la mia vita adesso fa abbastanza schifo, ma so che un giorno andrà meglio”. Un giorno invece penserai: “Ok, la mia vita adesso fa abbastanza schifo, e non farà altro che peggiorare”. Arrivare a quel giorno. Questo è ciò di cui ho più paura.


Parlare in pubblico

Mi agita terribilmente parlare in pubblico di fronte a una platea di persone. Rischio di diventare balbuziente come il piccolo Bill (Jaeden Lieberher) nel film It. Non so come ho fatto quando ho dovuto discutere la mia tesi di laurea di fronte a un gruppo di luminari e professori vari, ma ce l'ho fatta senza enormi problemi. Immagino che certe paure possano essere sconfitte. E non mi era manco venuto in mente di bere qualcosa prima. Un po' di coraggio liquido. Se dovessi rifarlo ora, penso che prima mi ubriacherei.


I cani

Adesso non guardatemi come se fossi un mostro. Come se fossi un Pennywise. Io e i cani proprio non ci pigliamo. E non intendo I cani, il progetto musicale del cantautore indie romano Niccolò Contessa. Intendo proprio i cani gli animali. Quando mi vedono, mi abbaiano contro. Qualcuno potrà dire che lo fanno perché sentono la mia paura. Può darsi. Solo che capita che mi abbaino contro persino quando io non li ho manco visti. Da dove deriva questo mio rapporto conflittuale con loro?
È nato ancora prima che nascessi. Quando mia mamma era incinta di me di otto mesi andava ancora a lavorare. L'ultimo giorno che c'è andata stava rientrando a casa in motorino insieme a una sua collega, che invece era in bici, quand'ecco che a un certo punto è sbucato fuori dal nulla un branco di cani inferociti e probabilmente con la rabbia. Queste bestie di Satana con la bava alla bocca, manco fossero teenagers che hanno appena visto un One Direction qualunque, si sono messe a inseguire mia madre, o tecnicamente la mia futura madre, e la sua amica. Una scena da film. Horror. La più sfortunata, o dovrei dire la più lenta, è stata la collega di mia mamma. I cani l'hanno raggiunta e l'hanno sbranata. È finita all'ospedale ma, non so come, non è morta. Mia madre invece è stata più veloce ed è riuscita a scappare. Non ce l'avesse fatta, io probabilmente non sarei mai nato e a quest'ora non sarei qui a scrivere. Ora capite perché io e i cani non andiamo d'accordo?


I clown

Ho sempre provato una certa repulsione per il circo. Tra tutte le forme di intrattenimento possibili e immaginabili, è quella che mi piace di meno. Mi annoia, il circo. È noioso e c'è pure una puzza pazzesca. Al di là dello sfruttamento degli animali, ciò che mi mette più tristezza è lo sfruttamento di esseri umani. Freaks, giocolieri, saltimbanchi e clown che si mettono in ridicolo per suscitare l'ilarità del pubblico. Solo che a me provocano più che altro angoscia. Soprattutto i clown.
A peggiorare la situazione, a parte la mia unica traumatica serata al circo, ci ha pensato poi Stephen King con il suo It. Il libro non l'ho mai letto, quindi chi teme che adesso inizi un pretenzioso confronto tra opera letteraria e cinematografica può mettere questa paura da parte. Rischio scongiurato. Non starò nemmeno a paragonare il nuovo film con la “vecchia” miniserie in due parti, quella del 1990. L'ho vista, ma ne ho giusto una vaga memoria.


Ricordo soltanto che, anche se allora era un piccolo kid all'incirca dell'età dei giovani protagonisti della storia, da buon radical-chic in erba quale ero, già sapevo che esisteva una netta differenza qualitativa tra queste miniserie e un capolavoro come Shining di Stanley Kubrick, giusto per rimanere in tema di adattamenti kinghiani. Anche perché allora non vivevamo nell'epoca d'oro di HBO e Netflix, la rivoluzione Twin Peaks doveva ancora sortire i suoi effetti, e le produzioni televisive erano spesso e volentieri sinonimo di bassa qualità. Ciò nondimeno, il Pennywise interpretato da Tim Curry aveva agitato parecchio alcuni miei sonni dell'epoca. Non come quell'incubo vivente di BOB di Twin Peaks, però sapeva difendersi bene.
Con il tempo, ho poi cominciato non ad apprezzare, ma se non altro a tollerare vagamente la presenza dei clown. Da fan del McDonald's, parapapapa, dovevo per forza conviverci, anche se il personaggio del clown Ronald McDonald è l'elemento del fast-food che meno mi gusta in assoluto e quindi alla fine no, i clown non li ho mai sopportati. Manco mentre mi ingozzavo con un Crispy McBacon.


Le paure vanno però affrontate. In un primo tempo, ho pensato di organizzare una conferenza stampa all'ultimo piano di un grattacielo davanti a una folla formata da cani e vecchi, mentre un clown mi fa un'iniezione. Per semplicità, ho poi optato per la visione di It. Il film, non la miniserie.


It: Capitolo Uno
Regia: Andy Muschietti
Cast: Bill Skarsgård, Jaeden Lieberher, Sophia Lillis, Finn Wolfhard, Jeremy Ray Taylor, Jack Dylan Grazer, Wyatt Oleff, Chosen Jacobs, Nicholas Hamilton, Megan Charpentier


Ero pronto per il terrore. Per riportare a galla i traumi della mia infanzia. Per farmela addosso nei pantaloni. E invece... niente. Mutande pulite. Bene per la mia lavatrice, male per il cinema?
Non necessariamente. Ho trovato il giovane attore svedese Bill Skarsgård inquietante al punto giusto e del tutto calato nella parte, ma se devo essere sincero non mi ha fatto paura. Specifico anche che non l'ho trovato ridicolo, mentre invece a rivedere il clown di Tim Curry oggi qualche risatina me la faccio. Se avessi ancora 13 anni, credo che questo nuovo Pennywise avrebbe popolato i miei incubi per almeno 2/3 mesi buoni. Adesso invece niente.

It non mi ha fatto paura, quindi non mi è piaciuto?
Niente di più lontano dalla realtà. A parte un clown psicopatico e cannibale che si materializza ogni 27 anni e che vive nelle fogne insieme alle Tartarughe Ninja.

It è un film pieno di paura. C'è la paura del mondo reale, popolato da bulli minacciosi e genitori spaventosi, e c'è la paura dell'elemento soprannaturale, che si materializza con le sembianze di un clown che si porta via bambini e ragazzini e che quindi rappresenta la fine dell'innocenza. Uh, ma allora i pagliacci non sono così inutili come credevo e possono anche avere una forte valenza simbolica. Alcuni possono persino guarire le persone!


E io che li avevo sempre sottovalutati. Questo Pennywise poi è un vero cannibale doc, di quelli come non ne fanno più, di quelli che mangiano i bambini. Che Stephen King con questo abbia voluto in qualche modo esercitare una berlusconiana e stereotipata critica al comunismo?

Evitando le letture di tipo politico, It è sì un film pieno di paura, ma è anche e soprattutto un film pieno di bellezza. Laddove la prima parte del romanzo era ambientata alla fine degli anni '50, in questo caso siamo alla fine degli anni '80. Un'epoca rivisitata dal regista argentino Andy Muschietti, già autore dell'affascinante La madre con Jessica Chastain, con un occhio al cinema di Steven Spielberg e di Joe Dante dell'epoca, e un altro alle rivisitazioni moderne di quel decennio fatte da Donnie Darko e Stranger Things. Se gli incubi legati ai mostri di quel periodo ormai sono svaniti, la fascinazione per quel decennio invece non ha fatto altro che crescere con il tempo. Muschietti sapeva di avere l'occasione della vita e non l'ha buttata alle ortiche. Ogni sequenza è costruita con grande maestria, con grande rispetto del passato, con grande cura nel costruire le atmosfere. A dargli una mano ci pensano le musiche genuinamente inquietanti di Benjamin Wallfisch e un'ottima scelta delle canzoni. Non ci sono le hit tanto anni '80 tipo “The Wild Boys” dei Duran Duran o “I Like Chopin” dei Gazebo, che avrebbero fatto molto cinepanettone, tanto per restare in tema di cinema horror. Tra i brani utilizzati, oltre ai metallari Anvil e Anthrax che accompagnano le scorribande dei bulletti di turno e alla chicca ironica rappresentata dai New Kids on the Block (gli antenati degli One Direction nda), c'è la classe pop degli XTC con “Dear God” e dei Cure con “Six Different Ways”, brano quest'ultimo suonato anche nella colonna sonora de Le regole dell'attrazione, altro film che riusciva a essere in qualche modo fuori dal tempo. It, nonostante l'ambientazione 80s, è fuori dal tempo. Ci si possono ritrovare i non più giovani che sono cresciuti con il romanzo, i giovani di ieri che sono cresciuti con la miniserie e i giovani di oggi che resteranno traumatizzati per sempre dal clown di Bill Skarsgård. Il film di Andy Muschietti è appena uscito, ma è già un classico, per tutti e per tutte le età.


È una storia universale che parla di paure universali, ma anche di altri temi. L'amicizia, il non far parte del branco, l'essere contro come stile di vita, l'essere perdenti. Se il Club dei Perdenti accetta ancora dei membri, io mi candido a entrare a farvi parte di diritto.


C'è poi l'amore, l'infatuazione, la prima cotta. E qui entra in gioco Beverly Marsh, interpretata dalla folgorante Sophia Lillis. Quanti cuori spezzerà, questa giovane attrice quindicenne da qui ai prossimi 27 anni? Che nessuno osi però presentarle Woody Allen, almeno per il momento.


Per la seconda parte della storia, che sarà ambientata 27 anni più tardi, quindi all'incirca ai giorni nostri, si fanno già i nomi dei possibili interpreti dei membri del Club dei Perdenti da adulti e Muschietti, nei panni di Beverly cresciuta, vorrebbe Jessica Chastain, con cui come detto ha già lavorato. Potrebbero starci anche una Bryce Dallas Howard o una Amy Adams, però è davvero difficile immaginare qualcuno di più perfetto nella parte della Chastain. Non può dire di no. Altrimenti le mandiamo un Pennywise a casa.


Tornando a It: Capitolo Uno, più che la componente horror, comunque presente in maniera efficace e senza abusare di troppi trucchetti sonori in stile “BUUU!”, è il racconto di questi piccoli perdenti, questi novelli Goonies, che ruba il cuore e che fa volare in alto la pellicola insieme al suo palloncino rosso.


Arrivederci losers lovers, ci rivediamo tra 27 anni.
O più probabilmente tra un paio, quando uscirà It: Capitolo Due.
(voto 8+/10)

Speciale Halloween 2017: le uscite horror da qui alla fine dell'anno

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Appuntamento speciale della rubrica sulle uscite cinematografiche. In occasione di Halloween, non parliamo come al solito dei film in arrivo nei cinema della settimana. Parliamo delle pellicole e delle serie tv di genere horror-thriller appena arrivate o in arrivo nelle prossime settimane sul grande e sul piccolo schermo.
La diabolica idea è venuta alle due collaboratrici di turno di questa puntata della rubrica: Federica alias Asgaroth e Ilaria alias Midnight, le due Guardiane del blog Il labirinto del diavolo, un sito specializzato in pellicole dell'orrore. Una roba spaventosamente figa, che vi consiglio di andare a visitare, ma solo se non siete troppo fifoni, come il mio blogger nemico Mr. James Ford che, anche in questo appuntamento speciale, infesta la rubrica con i suoi discutibili pareri. D'altra parte però che Halloween terrorizzante sarebbe senza di lui?
Vediamo allora le principali novità orrorifiche da qui fino alla fine dell'anno.


STRANGER THINGS 2
(dal 27 ottobre su Netflix)
"Ford, Cannibal e quelle due darkone sono in classe con noi? Ma non sono tutti un po' troppo vecchi?"

Le Guardiane: Anche se uscito già da qualche giorno non possiamo non inserirlo tra le uscite del momento.
Siamo alla seconda ed attesissima stagione di questa serie tv firmata Netflix che ha davvero lasciato il segno!
La prima ci ha davvero catturate e affascinate. Ottimo il cast, gli effetti, la storia, praticamente tutto!
Speriamo davvero che non ci deluda!!!
Cannibal Kid: Stranger Things con la sua prima mitica stagione ha folgorato un po' tutti. Asgaroth e Midnight, anche se probabilmente l'avranno trovato poco pauroso e poco satanista per i loro standard abituali, persino Mr. Ford, che da buon nostalgico degli anni '80 non poteva non apprezzarlo, e naturalmente anche me. Nel 2016 qui su Pensieri Cannibali è stata incoronata come la miglior serie tv dell'anno. Riuscirà a bissare anche nel 2017? Quando avrò finito di binge-watcharla (cosa che quando questo articolo sarà pubblicato dovrebbe essere già successa) ve lo farò sapere.
Ford: l'atmosfera molto Goonie anni ottanta, i rimandi ai giochi di ruolo e ad alcuni classici dell'horror e della sci-fi avevano reso imperdibile la prima stagione di questo interessantissimo serial, riuscito a mettere d'accordo perfino me e Peppa Kid. Questa seconda stagione sarà in grado di compiere lo stesso miracolo e, come giustamente sottolineano le Guardiane, non deludere? Sinceramente, spero proprio di sì, anche se dovessi trovarmi spiacevolmente d'accordo con il mio acerrimo nemico.

"Lo sapevo che Ford sarebbe stato il mostro principale di questa stagione!"


THE WALKING DEAD
(dal 22 ottobre in tv)
"Lo scontro tra noi due ha stufato più di quello tra Cannibal e Ford."
"Già, ma loro almeno hanno avuto il buon senso di chiamare le Guardiane per rianimare la situazione."

Le Guardiane: E siamo a 8 e sembra incredibile!
Una serie tv diventata cult tra alti e bassi, tra morti terribili e quasi mai una gioia.
Oramai appassionata ai personaggi più che alla trama che oramai va un po' ripetendosi sono curiosissima di vedere cosa combineranno i nostri "eroi" e soprattutto il crudelissimo nemico numero uno!
[commento di Midnight poichè l'altra guardiana non segue la serie!]
Cannibal Kid: Giustamente Asgaroth ha abbandonato, o forse ancor più saggiamente non ha mai iniziato, una delle peggiori serie tv degli ultimi anni. La seconda e la terza stagione non sono state nemmeno malaccio, ma per il resto è sempre stata un misto tra una porcheria e una noia mortale. Roba da tramortire persino uno zombie come Ford, e far perdere la pazienza a un cannibale come me, che l'ho lasciata all'inizio della settima stagione e non so come abbia fatto ad arrivare fino a lì. Il consiglio che do a Midnight è di unirsi al club e abbandonare questa roba foreva!
Ford: io sono un grande appassionato di zombies e survival, eppure questa serie non è mai riuscita a conquistarmi, e ancora oggi resta ferma ai box dopo la visione di una prima stagione certo non clamorosa. Trovo il suo successo curioso almeno quanto le opinioni discutibili di Cannibal, e continuo a domandarmi come sia possibile che ancora resista anno dopo anno.
Chissà, forse potrei operare un recupero soltanto per rispondere a questa domanda.

SAW: LEGACY
(dal 31 ottobre al cinema)
"Aiuto! Questa è una tortura ancora più spaventosa di una maratona di film comedy organizzata da Ford!"

Le Guardiane: Probabilmente una delle pellicole più attese dell’anno per gli appassionati della saga, ma certo non da noi! Se il primo capitolo resta ancora oggi un thriller di tutto rispetto, piacevolissimo da vedere e rivedere (nonostante i suoi tredici anni di età). Già con il secondo capitolo gli autori avevano sentito l’odore dei soldi facili virando il timone verso lo splatter sempre più estremo.
Per noi si è perso completamente il senso ed il gusto dell’originale e di fatto ci siamo fermate al terzo... Ma come diavolo siamo arrivati all’ottavo?!?! Onestamente non sentivamo il bisogno di questa ennesima baracconata!
Cannibal Kid: Mi sento di dare ragione alle due ragazze più dark del blog. Il primo Saw era un Signor Thriller, checché ne dica quello snob di Ford. Il secondo poteva ancora passare con il suo spirito splatter, poi era ora di dire basta. Adesso che però hanno fatto un reboot, quasi quasi un'occhiata, giusto per farmi del male potrei buttarla. O in alternativa potrei buttare via 'sta saga.
Ford: mai amato Saw, a partire dal sopravvalutatissimo primo film, che aveva più buchi di sceneggiatura di uno dei recenti film di Malick tanto amati da Cannibal. Personalmente, ignorerò con grande piacere l'ennesimo capitolo di questa roba.

AUGURI PER LA TUA MORTE
(dal 9 novembre al cinema)
"Happy Death Day, Ford, dal tuo Cucciolo Eroico preferito!"

Le Guardiane: Pellicola uscita direttamente dalle mani de lo sceneggiatore di Paranormal Activity 2/3/4 e regista de IL SEGNATO (spin-off/ultimo capitolo proprio di P.A). Le premesse quindi non sono delle migliori, e anche la tematica non é certo di primo pelo, ma ci sentiamo comunque incuriosite e, anche se non ci aspettiamo niente di più di un prodotto per un target prettamente adolescenziale vogliamo comunque dargli una speranza; sia mai che ci faccia per lo meno divertire!
Cannibal Kid: Qualcuno ha parlato di prodotto per un target prettamente adolescenziale?
Eccomi! Sono qua! Non vedo l'ora di vedere questo film, sperando sia una visione ironica dalle parti di Scream, con un tocco moderno alla Scappa – Get Out. In attesa di scoprire se sarà davvero una pellicola interessante, faccio i miei migliori auguri per la tua morte a te, caro Forduccio, uahahah!
Ford: ho visto il trailer di questa robetta buona solo per spaventare i pusillanimi come Cannibal stasera, e mi è bastato. Già avevo considerato Scream debole, figurarsi questo wannabe del Nuovo Millennio.

FLATLINERS – LINEA MORTALE
(dal 23 novembre al cinema)
"Nina, hai già visitato il blog Il labirinto del diavolo? Non è niente male."
"Nah, io leggo solo i siti che mi adulano, come Pensieri Cannibali."

Le Guardiane: Remake dell'omonimo film del 1990 che però noi non abbiamo visto (chiediamo venia!) ma la regia era di Joel Schumacher e fra il cast spiccavano nomi quali Kevin Bacon, Julia Roberts e Kiefer Sutherland, quindi si può dire che abbiamo un figlio con un padre decisamente ingombrante alle spalle!! Ad un primo acchito il trailer non lascia gran che, l’unica cosa che spicca è la presenza di Ellen Page. Gli daremo una possibilità, ma siamo poco convinte!
Cannibal Kid: 'Ste due Guardiane del cinema thriller-horror arrivano qua sui nostri blog belle belle atteggiandosi da grandi esperte, e poi il Linea mortale del 1990 non l'hanno manco visto???
Beh, a dire la verità nemmeno io. È però da quando ho saputo che ne hanno fatto un sequel/reboot/reboot/oDiosacosa che mi ero prefissato di recuperarlo, ma ancora non l'ho fatto. Sembra uno di quei film troooppo anni '90 in grado di entusiasmare me e di far tremare Ford che ancora non ha superato i traumi riportati durante quel per lui funesto decennio. La nuova versione ha un ottimo cast che, oltre a Ellen Page, vanta anche Diego Luna, la promettente Kiersey Clemons e la sempre piacevole alla vista Nina Dobrev. Quindi devo darmi una mossa e guardarmi prima l'uno e poi l'altro.
Ford: devo aver visto Linea mortale, anche se i miei ricordi della stessa visione si perdono nei meandri dell'adolescenza, quando ancora non mi fregava più di tanto del Cinema di qualità. Ad ogni modo, sentivo la necessità di questo remake/reboot o qualsiasi cosa sia almeno quanto delle opinioni del mio rivale.

POLAROID
(dal 30 novembre al cinema)
"Facciamoci un selfie con il nuovo cellulare di Ford."

Le Guardiane: Guardando questo trailer a noi non può non tornare in mente quella schifezza cosmica di SMILE - LA MORTE HA UN OBIETTIVO (film italiano del 2009 che consigliamo caldamente di non guardare MAI) che proprio come questa nuova uscita aveva per protagonista una polaroid assassina... che anche il regista sia incappato in questa visione? Se così fosse speriamo che il risultato sia superiore, visto che le basi non sono delle migliori... pare comunque un prodotto per ragazzi dai brividi facili che apporterà poco o nulla al genere, ma staremo a vedere!
Cannibal Kid: Un prodotto per ragazzi dai brividi facili?
Mi sento di nuovo chiamato in causa. Smile non l'ho visto, ma mi chiedo come possano le polaroid uccidere in non 1, bensì ben 2 film piuttosto recenti diversi, considerando che nessuno le scatta più dai tempi in cui Mr. James Ford era un ragazzino. E stiamo parlando di secoli fa.
Tra le protagoniste comunque ci sono le rosse Kathryn Prescott delle serie Skins e Finding Carter e Madelaine Petsch di Riverdale, quindi la visione è obbligatoria. Anche se qualcuno dovrebbe spiegare loro che nel 2017 le foto possono anche scattarle con il cellulare e magari metterle su una cosa chiamata Instagram.
Ford: ennesima robetta simil teen da pusillanimi che non potrebbe spaventare il sottoscritto così come le Guardiane, mentre rischia di far cagare sotto dalla paura Cannibal. Ancora una volta, giro al largo.

THE VOID – IL VUOTO
(dal 30 novembre al cinema)
"Ciao Guardiane, mi date un bacino? Sono tanto cariiino!"

Le Guardiane: Ecco questo ci pare interessante!! Il trailer lascia intendere un mix di atmosfere Lovecraftiane ed effetti alla Carpenter, con delle sfumature mistiche e disturbanti cocktail che ovviamente non ci ha lasciate indifferenti! Incrociamo le dita quindi, perché con queste premesse scivolare nell’abominio è una passeggiata!!
Cannibal Kid: Atmosfere Lovecraftiane ed effetti alla Carpenter? Ma come parlano 'ste due blogger di Satana? Stanno per caso cercando di tirarsela, tirando fuori paragoni casuali giusto per apparire dei pozzi di sapere, seguendo l'esempio di Mastro (Lindo) Ford?
Comunque 'sta roba sarebbe interessante? A me dal trailer sembra un mix tra la noia di The Walking Dead e il pretenzioso delirio alla Rob Zombie. Guardiane, state per caso cercando di rendere il vostro parere meno affidabile di quello di White Russian?
Ford: considerato il livello molto teen e potenzialmente deludente della maggior parte delle pellicole di questa rubrica speciale, direi che con The Void potremmo quasi quasi sperare nella sorpresa, come giustamente si augurano le Guardiane e molto poco giustamente non crede Cannibal. Speriamo dunque che quest'individuo dalle scarse capacità di cinefilo venga clamorosamente smentito.

THE WICKED GIFT
(dal 6 dicembre al cinema)
"Ciao Ford, me lo dai un bacino?"

Le Guardiane: No vabbé qui siamo di fronte ad un prodotto veramente agghiacciante!!! Già dal trailer sembra una boiata pazzesca: effetti e trucchi caserecci, recitazione da recita scolastica e atmosfere assurde; per non parlare del protagonista che pare un pandoro umano hahahaha, inutile dire che non ce lo faremo sfuggire perché le premesse per essere un abominio da grasse risate sono altissime!!!
Cannibal Kid: Qui le Guardiane mi trovano d'accordo. Un film dell'orrore italiano amatoriale a dir poco, e allo stesso tempo una visione che si preannuncia da non perdere per tutti noi amanti del trash. Non sarà l'horror dell'anno, ma come commedia più divertente del 2017 potrebbe dire la sua. Così come il libro che ha scritto Ford, Lungo il confine, non credo si rivelerà il miglior western dell'annata, ma la lettura più spaventosa degli ultimi 12 mesi, e pure degli ultimi 12 anni, fin dal titolo può darsi di sì.
Ford: ai tempi, ricordo che alcune chicche dell'horror amatoriale italiano, come Il bosco fuori o Radice quadrata di tre, furono piacevolissime sorprese. In questo caso di piacevole pare vi sia ben poco, se non la speranza di incontrare per caso lo scult totale dell'anno. Del resto, se già di norma fatichiamo a tenere il passo del buon Cinema con le produzioni "normali", figuriamoci con quelle di nicchia come questa!

Adorabile necrologio

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Adorabile nemica
Titolo originale: The Last Word
Regia: Mark Pellington
Cast: Amanda Seyfried, Shirley MacLaine, Thomas Sadoski, AnnJewel Lee Dixon, Philip Baker Hall, Tom Everett Scott, Joel Murray, Anne Heche


Era sempre sembrata un'attrice mediocre e invece no, aveva qualcosa di speciale. Amanda Seyfried possedeva un gran talento, oltre a due grandi occhi fuori dalle orbite. Era una di quelle bellezze particolari, di quelle che a un primo sguardo dici: “Beh sì, due colpi glieli darei anche se boh, ha qualcosa di strano che non mi convince”, e a un secondo sguardo dici: “Ma sì dai, ho visto di meglio, però è caruccia”.


Amanda Seyfried è nata nel 1985, nell'epoca in cui impazzavano con i loro primi grandi successi Madonna e i Duran Duran, figlia di un farmacista e di una terapista. Al primo problema fisico, quindi, era sempre combattuta: “Meglio chiedere aiuto a mamma o a papà?” si chiedeva in continuazione la piccola adorabile Amanda. Volendo bene a entrambi, restava nell'indecisione e finiva sempre per ammalarsi, poverina.

A 11 anni comincia la sua carriera da modella e quindi poco più tardi passa alla recitazione, se recitazione si può considerare, nelle soap-opera Così gira il mondo e La valle dei pini. Quando la sua carriera sembra viaggiare sopra un binario morto, o ancora peggio in direzione fiction Mediaset, ecco che arriva il ruolo della svolta, quello dell'intellettuale Karen nel teen cult capolavoro Mean Girls, in cui rivela al mondo il suo super potere paranormale: è una senitiva.



Diventa quindi una Laura Palmer di nuova generazione interpretando Lilly Kane, la reginetta di bellezza morta ammazzata all'inizio della serie Veronica Mars. Ironia del destino, o ironia del David Lynch, finirà poi per recitare nella stagione revival di Twin Peaks, dove il suo personaggio sembra essere proprio l'erede ideale di Laura Palmer, e invece no.


Tornando indietro nel tempo, compare in varie altre serie televisive, fino a raggiungere la grande popolarità internazionale grazie al musical Mamma mia!. La sua carriera a questo punto sembra poter decollare definitivamente, ma i suoi lavori successivi hanno un successo minore rispetto alle aspettative e film come il sottovalutato sexy horror Jennifer's Body, il terribile Chloe – Tra seduzione e inganno, gli strappalacrime di medio livello Letters to Juliet e Dear John, l'affascinante Cappuccetto rosso sangue, il dimenticabile sci-fi In Time e il dimenticabile thrillerino Gone non sfondano.


Le cose vanno meglio, almeno a livello commerciale, con un altro musical, genere che le porta particolare fortuna, Les Misérables. Dopodiché ancora alti e bassi, con la terribile romcom matrimoniale Big Wedding, il ruolo della pornodiva che non le si addice in Lovelace, il comedy-western simpatico ma non troppo Un milione di modi per morire nel West, l'inutile sequel Ted 2 e la poco riuscita pellicola hipster Giovani si diventa.


Tutti lavori che la mantengono nel limbo delle attrici medie che recitano in pellicole medie. Questo fino agli ultimi mesi. Quelli in cui Amanda ha avuto l'occasione di dimostrare che se vuole, e se è diretta dal regista giusto, può essere un'attrice pazzesca. Letteralmente pazzesca. Il merito è del citato Lynch, che l'ha voluta nella terza stagione di Twin Peaks nella parte di Becky, la figlia di Shelly e Bobby Briggs, anche se fisicamente sembra più la figlia di Laura Palmer.


In attesa di vederla alle prese con un altro regista talentuoso e visionario come Paul Schrader in First Reformed, thriller che ha ricevuto un'accoglienza contrastante all'ultimo Festival di Venezia, e di ritorno nel cinema mainstream con il sequel di Mamma mia!, Amanda nel frattempo ha recitato in Adorabile nemica, una pellicola che può apparire come la sua solita commedia drammatica di livello medio, e in parte lo è, ma in parte è qualcosa in più. La storia raccontata è quella di una vecchina insensibile, una rediviva e soprattutto ancora sorprendentemente viva Shirley MacLaine, che è così una maniaca compulsiva del controllo da voler che il suo necrologio venga scritto quando è ancora in vita e a tal scopo incarica una giovane giornalista esperta appunto in necrologi e coccodrilli, come Jude Law in Closer, interpretata proprio dalla nostra amata Amanda.


Scatta così la classica comedy dai risvolti emotivi giocata sul confronto tra due personaggi molto distanti tra loro, che in qualche modo si compenseranno. Allo stesso tempo, c'è anche dell'altro. Merito del tocco di Mark Pellington. Se nel film si dice che i Kinks sono il gruppo più sottovalutato di tutti i tempi, ecco, Mark Pellington invece è il regista più sottovalutato se non di tutti i tempi, se non altro degli ultimi anni. Dopo aver girato alcuni video grandiosi come Jeremy dei Pearl Jam, al cinema ha diretto due gioiellini che avrebbero meritato molta più considerazione di quella ricevuta in effetti: il thriller ad alta tensione Arlington Road – L'inganno (che no, non ha niente a che fare con il film di Sofia Coppola) e il fantasy thriller dalle splendide atmosfere rarefatte The Mothman Prophecies – Voci dall'ombra.
La passione musicale che ha sempre contraddistinto il regista viene poi tutta fuori nella notevole colonna sonora di questo Adorabile nemica e la musica diventa il personaggio, l'arma in più della pellicola. Insieme a una MacLaine in spolvero e a una Seyfried nel cui personaggio è un piacere ritrovarsi, per lo meno per tutti noi giornalisti, aspiranti giornalisti, blogger, scrittori, pseudo scrittori o scribacchini vari. Nella parte finale sia il film che Amanda rialzano la testa e risollevano una pellicola e un'interpretazione medie rendendole speciali. Almeno un po', cazzo porco!

"Facciamoci un selfie da mettere sulla lapide, che non si sa mai."

Era sempre sembrata un'attrice mediocre e invece no, aveva qualcosa di davvero speciale. Amanda Seyfried possedeva un gran talento e lo possiede tutt'ora. Che avevate pensato? Che fosse morta?
No, facendo le corna, Amanda è in splendida forma e ha tutta una vita e una carriera davanti. Dopo aver recitato in Adorabile nemica, sul cui set ha per altro conosciuto il suo attuale marito Thomas Sadoski, le è venuta la fissa di preparare il suo necrologio in anticipo e ha incaricato me dell'oneroso compito. In attesa di aggiornarlo con si spera ancora tanti successi, posso aggiungere una piccola nota personale. Erano anni che come attrice non mi convinceva molto e che la consideravo una nemica, più o meno adorabile, ma dopo averla vista in Twin Peaks e Adorabile nemica mi sto convincendo che sta diventando davvero brava. E non lo scrivo solo perché mi ha pagato per dire cose belle sul suo conto.
Almeno credo.
(voto 7-/10)

"Leggendo questo post mi son dovuta dare un pizzicotto, che credevo d'esser morta per davvero."

Wish Upon, la pentola dei desideri che trovi in tutte le migliori spazzature

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Wish Upon
Regia: John R. Leonetti
Cast: Joey King, Ryan Phillippe, Sherilyn Fenn, Elisabeth Röhm, Ki Hong Lee, Sydney Park, Shannon Purser, Josephine Langford, Mitchell Slaggert, Jerry O'Connell


L'altro giorno stavo rovistando nella spazzatura sotto casa. Perché lo stavo facendo? Perché da quando l'ha fatto Ryan Phillippe nel film Wish Upon è diventato dannatamente cool. Non chiamateci barboni. Chiamateci trendsetter.
Altroché boutique, negozi di marca o IKEA. Le cose più fighe da mettere in casa si trovano direttamente in strada. Basta saperle cercare. Io ad esempio ho trovato nella monnezza una fighissima pentola dei desideri cinese. Seguendo l'esempio di Joey King nel citato Wish Upon, ho espresso i miei sette desideri. Ebbene sì, sette! Sarà anche la versione cinese tarocca della Lampada di Aladino, però è più generosa di quel tirchio del Genio che te ne dà a disposizione appena tre.
Ecco com'è andata.


Desiderio n. 1

Allora, con cosa posso cominciare?
Potrei desiderare la pace nel mondo... nah, sai che noia, poi. E inoltre sono mica un'aspirante Miss Mondo.
Pensiamo a un desiderio più cattivello.
Io vorrei che... Matteo Salvini venga contestato pesantemente.



Hey, stai a vedere che 'sta cazzo di pentola funziona per davvero!
Visto che incredibilmente sembra avere una sua utilità, puntiamo allora più in alto.


Desiderio n. 2

Io vorrei che Sherilyn Fenn ritornasse giovane e bella, come ai tempi di Twin Peaks stagione 1, e si innamorasse follemente di me.

Prima

Dopo

Questa mattina ho aperto gli occhi e la prima cosa che ho visto è stata una scritta rossa sulla finestra della mia camera che diceva: “Ti amo e morirei per te”. Una scritta col sangue firmata Sherilyn. Preoccupato, esco sul terrazzo e trovo il corpo giovane e bello ma senza vita di Sherilyn Fenn. Oddio, questa per fare 'sta scritta col sangue c'ha rimesso la vita. Doveva proprio essere follemente innamorata di me. Più follemente che innamorata, credo. Va beh, pazienza.


Desiderio n. 3

Puntiamo ancora più in alto.
Io vorrei che Hugh Hefner, il giorno in cui morirà, mi lasciasse tutto il suo impero in eredità.

Vado su Facebook e trovo la notizia dappertutto: Hugh Hefner è morto.


Oh cacchio, è tutta colpa mia! Ormai che è morto però che ci posso fare? Niente.
Oddio, in teoria potrei usare il mio prossimo desiderio per riportarlo in vita, però sarebbe un po' uno spreco utilizzare un desiderio per rianimare un 91enne che per altro ha vissuto un'esistenza ricca di soddisfazioni, non credete? Pochi minuti dopo mi squilla il cellulare (tanto per la cronaca, la mia suoneria è "Call Me" dei Blondie) e c'è un avvocato che parla in inglese e all'inizio non capisco di preciso cosa dice. Dopo aver contattato gli amici di ItalianSubs comprendo che mi sta dicendo che sono l'erede unico di Hugh Hefner. Nel suo testamento il magnate ha scritto che avrebbe lasciato tutte le sue proprietà a un fortunato lettore della sua rivista vincitore di un sondaggio e hanno estratto me. Strano, io questa rivista non ricordavo di averla mai letta, né di aver partecipato a un concorso del genere.
Mi trasferisco alla Playboy Mansion e i primi giorni è tutto champagne e conigliette. Fino a che non arrivano i miei genitori che mi gridano contro: “Smettila di perdere tempo con queste mign###e e torna a lavorare seriamente!”. Io replico che: “Non sono mign###e, sono ragazze di una notevole sensibilità e cultura”, ma non c'è niente da fare. Sono irremovibili e mi costringono a tornare a casa.
È arrivato il momento per esprimere un altro desiderio.


Desiderio n. 4

Io vorrei che i miei genitori la smettessero di essere così rompiscatole e diventassero giovani e cool.

Detto, fatto. Ecco i miei nuovi genitori!


Bene, mi posso accontentare. Ora però cos'altro posso desiderare?


Desiderio n. 5

Io vorrei essere il blogger più popolare del mondo. Sì, pure più di Chiara Ferragni.



Adesso che ho tutto ciò che potevo volere per me, è arrivata l'ora di pensare più in grande. No, la pace nel mondo non la voglio, ve l'ho già detto. C'è una cosa che ho sempre desiderato, da quando ho cominciato ad ascoltare musica...


Desiderio n. 6

Io vorrei che Kurt Cobain non si fosse mai suicidato.


Aspetto qualche ora, ma questa volta non sembra essere successo niente. In serata accendo la tv. Danno X Factor. Guardiamocelo. C'è la presentazione dei giudici. Ci sono Fedez, Levante, Mara Maionchi e... Kurt Cobain. Kurt Cobain che si commuove assistendo all'esibizione di una ragazzina 12enne cieca e autistica che canta “Someone like youuuuuuuuuuuu” di Adele.


Oh Dio, no! Che ho combinato?
Kurt, perdonami, non volevo! Ti ho riportato in vita e tu sei diventato ciò che non saresti mai voluto diventare: un venduto, un commerciale, un fantoccio in mano allo showbiz.
Questo non lo posso proprio accettare. Devo fare qualcosa!


Desiderio n. 7

Il mio ultimo desiderio è che voglio tornare indietro a prima che trovassi questa maledetta pentola dei desideri.


Okay, sembra essere tornato tutto alla normalità. Però che noia! Cosa faccio ora che non ho più stalker psicopatiche, conigliette e un blog che fa milioni di visualizzazioni?
Potrei guardare la tv, ma X Factor senza Kurt Cobain come giudice è piuttosto noioso e così decido di finire di vedere il film Wish Upon, che avevo cominciato ma poi, per via di tutte le cose capitate dopo che ho trovato la pentola dei desideri, non sono mai riuscito a portare a termine.
Al contrario delle critiche e pernacchie varie che ha ricevuto altrove, io l'ho trovato decisamente guardabile e a tratti persino coinvolgente. È un horrorino-thrillerino-adolescentino carino. Certo, è un po' inverosimile. Non è che capita tutti i giorni di trovare nella spazzatura delle antiche pentole dei desideri cinesi. Però può succedere. Lo sviluppo, a metà strada tra Aladdin e Final Destination, non è il massimo della vita. Però ci si può accontentare. La regia di John R. Leonetti, quello di – mio Dio! –Annabelle e Mortal Kombat, è parecchio anonima. Però si può chiudere un occhio, o anche due. E la giovane protagonista Joey King a tratti fa tenerezza e a tratti fa incazzare. Però tutto sommato se la cava.

"Hey Joey, non potevi chiedere che Barb non morisse in Stranger Things?"
"Nah, era davvero una barba, e diciamolo."
"Ueeé, non è vero. E comunque avete fatto uno spoilerone assurdo a chi non ha ancora visto la prima stagione di Stranger Things!"
"Perché, esistono persone che non hanno ancora visto la prima stagione di Stranger Things?"

La ciliegina arriva poi con il finale che, senza spoilerare nulla, è una delle batoste più bastarde e shockanti che mi sia capitato di vedere di recente, insieme alla conclusione della stagione revival di Twin Peaks. E a proposito di Twin Peaks, c'è un vago sapore lynchiano che si respira nell'aria di questa delirante pellicola. Sarà perchè la mamma della protagonista, interpretata da Elisabeth Röhm, ha una somiglianza notevole con Sheryl Lee/Laura Palmer.


O sarà che la signora che si occupa della protagonista dopo la morte della madre sembra Sherilyn Fenn invecchiata male...
O meglio, è proprio Sherilyn Fenn invecchiata male.

"Metto una mano nello scarico del lavandino. Tanto che vuoi che succeda?"

Certo che vorrei proprio avere ancora un desiderio e farla tornare giovane e bella come un tempo...
No, dai. Basta con 'sti dannati desideri. Ne esprimo soltanto un ultimissimo e poi bom: desidero non avere più desideri.
(voto 6+/10)

The Meyerowitz Stories and The Goi Stories

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The Goi Stories
(New and Selected)


Marco

Marco Goi stava cercando di parcheggiare. Impresa non semplice a New York City, ma nemmeno a Casale Monferrato, cosa credete? Solo perché una citta è piccola, non significa che ci sia meno traffico. Anzi, visto che una città è piccola, c'è ancora meno spazio. Tutti escono alla stessa ora, tutti parcheggiano alla stessa ora e non c'è un buco manco a pagarlo. Cosa che può suonare in maniera un po' ambigua.
Marco era già in ritardo. Come al solito. Succedeva sempre qualcosa che gli impediva di essere una persona puntuale. Quel giorno ad esempio aveva dovuto finire di scrivere la recensione dell'ultimo film visto, The Meyerowitz Stories, per il suo blog Pensieri Cannibali, prima che l'ispirazione del momento fosse svanita.

The Meyerowitz Stories (New and Selected)
Regia: Noah Baumbach
Cast: Adam Sandler, Ben Stiller, Dustin Hoffman, Elizabeth Marvel, Emma Thompson, Grace Van Patten, Judd Hirsch, Rebecca Miller, Sigourney Weaver


Il più delle volte comunque non era nemmeno tutta colpa sua. Era colpa delle stelle, o forse solo delle circostanze. Come quel giorno con il parcheggio. Niente. Non si trovava un posto. Forse sarebbe stato il caso di metterla a pagamento. Il pensiero però non lo entusiasmava. Non che fosse particolarmente tirchio. È solo che non gli andava di sprecare soldi in una maniera così inutile, tipo per parcheggiare quando si poteva farlo gratis. Solo che quel giorno era davvero impossibile e allora decise con riluttanza di recarsi al parcheggione a pagamento.
Una volta deposta l'auto, una Opel Corsa nera che a quasi 10 anni dall'acquisto faceva ancora la sua porca figura, si recò verso il Castello di Casale, dove si teneva la mostra a cui doveva partecipare. “Cosa ci faceva lui a una mostra?” si chiedeva mentre compieva il breve tragitto che lo separava dal parcheggio. Suo padre lo aveva obbligato ad andare. “Cosa ci faceva una mostra a Casale Monferrato? Non potevano farla al MoMA?” si chiedeva anche. Solo che no, al MoMA probabilmente non l'avrebbero accettata. Era una semplice esposizione di vecchi fumetti per vecchi collezionisti organizzata da un vecchio amico del vecchio padre. Mica arte moderna. In compenso c'era anche un ricevimento. Non uno di quelli dove puoi incontrare le star di Hollywood, tipo Sigourney Weaver, per dire. Un ricevimento casereccio con due tramezzini e due pizzette del giorno prima.


Mentre si aggirava con aria spaesata per la mostra, c'era una cosa che attirò la sua attenzione. No, non si trattava di fumetti. Si trattava di una ragazza. L'approcciò con una scusa, fingendo un interesse nei confronti di un vecchio numero di Topolino di cui in realtà non gliene fregava nulla. Ripescò dal cassetto dei ricordi le sue conoscenze di quando era un lettore assiduo della rivista. Dopodiché si mise a parlare con lei del più e del meno e scoprì che si chiamava, si chiama tutt'ora, Grace Van Patten e che era un'attrice e studentessa di cinema e le rivelò che anche lui era nel settore, o insomma più o meno, visto che aveva, e ha tutt'ora, un blog di cinema.


La cosa la face ridere, non capì se fosse perché non basta avere un blog di cinema per essere considerati nel giro, o se fosse perché le faceva piacere conoscere un altro cinefilo. Sperò nella seconda, sospettò più la prima. In ogni caso era bello vederla sorridere. Penso che è bello far ridere una ragazza. Magari non in tutte le occasioni, magari non a letto, però il più delle volte sì. A quel punto le disse che le ricordava molto Shailene Woodley e a quel punto lei fece una faccia strana e subito dopo con una scusa tipo: “Hey, ma quello non è il cosplayer del commissario Basettoni? Devo assolutamente andare a chiedergli l'autografo” lo congedò.


Marco Goi se ne andò dalla mostra con la coda tra le gambe. "Mai dire a un'attrice che assomiglia a un'altra attrice" realizzò dandosi un pugno in testa. "Mai dire a una donna che assomiglia a un'altra donna" realizzò anche. Quando arrivò al parcheggio trovò un agente che somigliava al commissario Basettoni che si stava allontanando dalla sua auto. Si era dimenticato di esporre il biglietto dell'effettuato pagamento e così quel Basettoni gli aveva appena rifilato una multa. Mentre guidava verso casa, Marco gridò al volante: “Odio i dannati fumetti!”.


Alessandra

Alessandra Goi aveva sempre avuto la passione per il disegno. C'è chi non è proprio portato, come suo fratello Marco, e chi invece sì, come lei. Le veniva naturale. Adesso che era diventata una maestra delle elementari, era contenta quando aveva l'occasione di mostrare il suo talento ai suoi alunni. Quel giorno aveva organizzato un piccolo contest in classe per metterli alla prova. Una gara a chi riusciva a creare il fumetto migliore.
I bambini avevano aderito all'iniziativa con entusiasmo. Cosa che non capitava troppo spesso. Quando proponeva un dettato, per esempio, li sentiva sbuffare. In quel caso invece erano tutti felici e si erano messi alla prova in maniera molto creativa. C'era chi aveva realizzato la sua personale versione degli Avengers, mettendo al posto di Iron Man e compagni se stesso e i propri amichetti. Sebbene nessuno di loro avesse un fisico come quello di Thor. Al massimo di Captain America quando era un tizio magrolino e minuscolo.


Una bambina aveva disegnato le Winx, protagoniste di una storia dagli inquietanti contorni sessuali. Sulla sua agenda, Alessandra segnò: “Prendere appuntamento con i genitori di Alessia e ricordar loro di non far vedere alla figlia i servizi del telegiornale sul caso Weinstein. O su Kevin Spacey.


Un bimbo molto bravo con matite e pastelli realizzò invece una storia con protagonista Topolino. Il caro vecchio Topolino. Non credeva che qualcuno dei suoi allievi lo leggesse ancora e che potesse persino dare vita a una vicenda di quelle che sembravano uscite dagli albi che guardava da piccola insieme al fratello. Le venne in mente loro padre, che tutti i mercoledì tornava dall'edicola che gestiva con in mano il nuovo numero di Topolino fresco di stampa e così loro potevano leggerlo gratis. Perché nella famiglia Goi non è che fossero particolarmente tirchi, però non vedavano perché dovessero spendere soldi quando potevano avere una cosa senza pagare.


Si ricordò che quella domenica era invitata a pranzo dai genitori, dove ci sarebbe stato anche il fratello, che non vedeva da tempo. Tipo da due settimane. Con un certo rammarico realizzò che né Marco né lei avevano seguito le orme paterne. Marco non voleva fare il giornalaio come papà, e preferì diventare un giornalista. O una roba del genere, tipo il blogger e autore di contenuti per il web, non aveva mai capito che cosa facesse di preciso. Lei nemmeno, e così era diventata una maestra.
A quel punto, sommersa dai ricordi dell'infanzia, decise di premiare come vincitore del contest fumettistico proprio il piccolo autore del nuovo Topolino, anche perché sapeva che i suoi figli, Gabriele e Camilla, avrebbero apprezzato. Pur facendo parte pure loro di una generazione cresciuta a Peppa Pig e PAW Patrol, amavano anche gli antichi personaggi Disney, quelli nati quasi un secolo prima di Elsa e Anna. Tutta “colpa” del loro nonno, un ex edicolante che non aveva perso la passione per i fumetti e, anzi, una volta in pensione, era diventato un collezionista professionista. Uno di quelli che non mancava di invitare i figli alle mostre organizzate dagli amici. Per fortuna all'ultima lei era riuscita a scampare, cosa che invece non era riuscito a fare il fratello. “Chissà quanto si sarà annoiato?” pensò. Glielo avrebbe chiesto quella domenica.


Luciano

Luciano Goi guardava estasiato quelle che considerava vere e proprie Opere d'Arte. Le pagine di alcuni numeri storici di Topolino esposte nelle bacheche dall'amico, in rigoroso ordine temporale. Dal primo mitico numero, fino a quelli più recenti, che comunque non andavano al di là degli anni '80. C'erano anche delle vignette storiche di Zio Paperone firmate da Carl Barks, in quella che poteva essere considerata la parte spin-off dell'esposizione. Gli sarebbe tanto piaciuto che i figli fossero diventati dei fumettisti. A Marco piaceva inventare storie, mentre Alessandra era brava a disegnare. Unendo le forze avrebbero potuto dare vita a dei fumetti grandiosi, invece niente. Manco avevano voluto rilevare la sua edicola quando lui era andato in pensione e aveva così dovuto cederla con grande rammarico a uno sconosciuto. Che delusione, i figli. Vuoi che diventino come te, che seguano le tue passioni, e invece loro fanno di testa loro. Piccoli bastardi ingrati.
Guardando la mostra dell'amico pensava che aveva fatto un ottimo lavoro, ma niente in confronto a quella che avrebbe organizzato lui il mese successivo. La sua prima mostra pubblica ufficiale. Mentre pensava agli applausi e alle congratulazioni che avrebbe ricevuto, venne colto da un malore.
Quando riapri gli occhi, realizzò di non essere più alla mostra. Era in un letto, ma non nel letto di casa sua. Era in un letto d'ospedale, con una flebo infilata in un braccio, e la moglie Maria e i figli Alessandra e Marco che lo osservavano. “Beh, che avete da guardare? Non mi avete mai visto?” pensò di dire, solo che le parole non gli uscivano dalla bocca. Gli tornò in mente un film che aveva visto di recente. Uno di quelli che suo figlio lo pseudo blogger pseudo cinematografico gli aveva consigliato di guardare. Parlava di una famiglia strana con un cognome strano. Meyerowitz. Sì, il film si chiamava The Meyerowitz Stories e l'aveva trovato un po' noioso e troppo pieno di dialoghi infiniti.


Gli aveva ricordato alcune pellicole di Woody Allen che aveva visto tanto tempo prima. Quel genere di cinema intellettualoide che non aveva mai sopportato. Lui preferiva le commedie all'italiana. Le pellicole con Paolo Villaggio, Renato Pozzetto, Lino Banfi e Diego Abatantuono. Quelle che lo facevano ridere di gusto, non 'ste finte commedie radical-chic dove di momenti davvero esilaranti a ben vedere non ce ne sono. Nonostante non fosse proprio il suo genere di commedia – "Ma queste possono poi essere davvero considerate commedie?"– era comunque riuscito a vederlo tutto, pur tra un abbiocco e l'altro. Non sapeva bene perché, ma in parte l'aveva coinvolto. Forse perché in fin dei conti parlava di una famiglia strana come la loro. I Goi. Che poi, quale famiglia può essere considerata non-strana? O forse perché si trovava in particolare in quel padre interpretato da Dustin Hoffman, attore che aveva amato sin dai tempi de Il laureato, uno dei suoi film preferiti, e nel suo rapporto conflittuale con i figli. Figli che non avevano seguito le sue orme e in cui non si rispecchiava molto, ma che, a ben vedere, non erano diventati così diversi da com'era lui.
Alla fine il film non lo aveva entusiasmato, però nemmeno gli era dispiaciuto. Come voto gli toccava concordare con il figlio e con la recensione che aveva fatto in tempo a sbirciare prima della mostra, prima del malore, e si sentiva di assegnargli un 6,5/10.


Maria

Maria Goi sedeva al capezzale del marito. Che poi lei preferiva essere chiamata con il suo cognome da nubile, Maria Baracco, solo che all'epoca in cui si era sposata mica c'era la possibilità di scelta che c'è oggi, in questa folle società moderna. Mentre lo guardava, si chiedeva quando avesse smesso di amarlo. Quando la fiamma della passione tra loro si fosse spenta. Dopo la nascita di Alessandra? Dopo la nascita di quella delusione vivente di Marco? No. Per lei era tutta colpa dell'edicola.


Da quando Luciano era stato licenziato, a causa del suo brutto temperamento, dal suo rassicurante lavoro in fabbrica. Era l'antivigilia di Natale quando lui le comunicò la notizia e quelle furuno le festività più brutte della sua intera vita. Il marito però non era altrettanto disperato. Aveva già in mente il suo passo successivo. Diventare un giornalaio. Avrebbe così potuto fare un lavoro che lo avrebbe avvicinato, in qualche modo, alla sua passione numero uno: i fumetti. Da lì in poi l'edicola sarebbe diventata la sua vera casa e addio famiglia, addio matrimonio. Maria pensò che, una volta andato in pensione, le loro vite sarebbero tornate com'erano prima. Solo che gli anni, tanti anni, nel frattempo erano passati e loro si erano trasformati in due anziani. Senza contare che, con la scusa di commerciare fumetti, spesso passava ancora più tempo fuori casa di prima. Dannati fumetti!


Il primo e gli ultimi Goi

Gabriele e Camilla Goi giocavano con il nonno, che si era ripreso dal malore di qualche giorno prima e ora stava bene. In realtà il loro cognome era quello di loro padre, ma al nonno piaceva chiamarli Goi. Anche perché chissa se, e quando mai, il suo unico figlio maschio avrebbe continuato la stirpe mettendo al mondo degli altri Goi veri e propri. Mentre cercava di guidare quel dannato go kart con sopra Mario, Luciano Goi propose ai nipotini: “Ma perché non la smettiamo di giocare con questo stupido videogioco e facciamo qualcosa di più creativo, ad esempio disegnare un fumetto?”.
Gabriele guardò il nonno accigliato: “Lo dici solo perché ti stiamo facendo il culo, vero?”.
Dev'essere umiliante perdere contro una bambina di 6 anni”, rincarò la dose Camilla.
Il nonno replicò: “Modera il linguaggio, giovanotto. E tu carina smettila di fare la furbetta, che se no Babbo Natale quest'anno non ti porta niente”.
I due, per una volta, decisero di fare contento il nonno. Dopotutto appena pochi giorni prima avevano rischiato di perderlo per sempre e, poi, e questa era la ragione principale, amavano disegnare. Specie fumetti. Gabriele aveva una gran fantasia nel creare storie, che fossero semplici bugie o piccoli racconti, era una cosa che gli veniva naturale. Camilla invece era portata per il disegno.
Insieme potreste diventare dei grandi fumettisti”, suggerì il nonno.
Loro si guardarono a vicenda, poi guardarono il nonno e in coro dissero: “Naaaaah!”.
Più tardi arrivarono a pranzo anche i loro genitori, lo zio Marco e nonna Maria e insieme fecero quel pranzo che il ricovero in ospedale di nonno Luciano aveva rimandato.
A parte il malore di papà, è successo qualcosa di interessante alla mostra dei fumetti?” chiese Alessandra a Marco.
No, niente di che,” le rispose il fratello, prima di ricordarsi della ragazza che ammirava le tavole di Topolino. Non le aveva chiesto il numero di telefono, però poteva sempre andarla a cercare su Facebook. Com'è che si chiamava?
Grace. Van. Patten.
Gran. Pezzo. Di.


Poteva chiederle di venire alla mostra che il padre avrebbe tenuto qualche giorno dopo. Probabilmente le sarebbe piaciuta. Ad alta voce, chiese così: “Allora papà, tutto pronto per la tua mostra?
Dovevo quasi morire per farti interessare ai fumetti?” ribatté lui, più incazzato che ironico.
Maria rispose al posto del figlio, gridando: “Ma la smettete di parlare sempre di questi dannati, dannatissimi fumetti?!?”.

Stranger Things 2: non si esce vivi dagli anni '80, ma dal Sottosopra sì

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Stranger Things
(stagione 2)
Network: Netflix
Creata da: Matt e Ross Duffer
Cast: Finn Wolfhard, Millie Bobby Brown, Gaten Matarazzo, Caleb McLaughlin, Noah Schnapp, Winona Ryder, David Harbour, Natalia Dyer, Charlie Heaton, Joe Keery, Sean Astin, Paul Reiser, Sadie Sink, Dacre Montgomery, Cara Buono, Brett Gelman


ATTENZIONE SPOILER

Io ne ho viste stranger things che voi umani non potreste immaginarvi. Mostri giganti al largo della salagiochi... e ho visto demodogs balenare nel buio vicino alle porte di casa Byers. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come serie cancellate da Netflix.

Cosa resterà, di questi anni '80? E io che ne so? Andate a chiederlo a Raf, se esiste ancora. Io so solo cosa resterà di questi anni Dieci. Stranger Things ad esempio resterà tra le cose più belle prodotte nel corso del decennio. Perché? Perché è un omaggio favoloso agli 80s, ma allo stesso tempo ne è una rilettura odierna. Una specie di mash-up di tutto il meglio di quella decade condensato e spremuto. È come quello che fa Ritorno al futuro con gli anni '50. È nostalgico, malinconico, vintage, rétro fin che si vuole, e allo stesso tempo dannatamente attuale. È la stessa sensazione che deve provare Will Byers (Noah Schnapp), meglio noto come zombie boy, quando un po'è di qua in questa Terra e un po'è di là nel Sottosopra. È anche come dice lo sceriffo Jim Hopper (David Harbour) a Eleven (Millie Bobby Brown): è un compromesso. Qualcosa che è nel mezzo. Per metà piacevole.


Ciò che non è un compromesso è invece la bellezza di questa serie, presente in pieno anche nella seconda stagione. Si può dire che manca l'effetto sorpresa, e d'altra parte era una cosa inevitabile. Questa mancanza viene compensata dall'esaltazione che si prova a ritrovare i vecchi “amici” dello scorso anno, i ragazzini del novello Club dei Perdenti, così come i loro fratelli maggiori. Le prime due ottime puntate stagionali sono un portentoso tuffo indietro all'anno scorso, ma soprattutto agli anni '80. Qualcuno potrà trovare il giochino citazionista fine a se stesso, o persino come una mancanza di originalità, a me sembra invece che testimoni un amore e una conoscenza profondi della pop culture dell'epoca in generale, e del cinema di quel periodo in particolare. Cose che mi pare di aver già detto in occasione della stagione 1. Sto diventando ripetitivo e anche Stranger Things ha corso questo rischio.


Dopo i primi due esaltanti episodi diretti dai Duffer Brothers, con la terza, quarta e quinta puntata sembra di entrare in territori da riempitivo. Il ritmo cala leggermente, l'entusiasmo iniziale pure, la serie è già alla corda?
Niente di più sbagliato, perché gli ultimi quattro episodi sono un'emozione pura dietro l'altra. Basti vedere, almeno per chi li shippava, Nancy Wheeler (Natalia Dyer) e Jonathan Byers (Charlie Heaton) che finalmente consumano il loro amore, in una scena che sembra riportare alle romcom degli anni '50 e '60, più che agli '80.


Nel frattempo Steve Harrington (Joe Keery) assurge al ruolo di mentore sentimentale di Dustin (Gaten Matarazzo) e di tutti noi, anche se le sue tecniche di seduzione non sembrano funzionare poi così alla perfezione, riscattando l'antipatia che provocava istintivamente i primi tempi. Il bello di Stranger Things è anche questo.


Nelle pellicole 80s i personaggi spesso e volentieri erano monodimensionali, rigidamente distinti in buoni o cattivi, simpatici o anticipatici. Nella serie invece hanno maggiori sfaccettature, lati positivi e altri negativi, subiscono un'evoluzione nel corso del tempo.
La scena in cui Steve fronteggia i demodogs (l'incrocio tra demogorgoni e cani), che sono hungry like the wolf, è poi qualcosa di teso e spettacolare, che rimanda al miglior cinema avventuroso, da qualche parte tra Tremors e Jurassic Park.


Il settimo episodio, quello “solista” di Eleven (Millie Bobby Brown), è uno spettacolo, quasi una rilettura figa degli X-Men. Il personaggio che in questa stagione più è stato costretto a rimanere defilato e nascosto, finalmente è venuto fuori in una puntata ambientata lontano dalla cittadina di Hawkins che sembra l'episodio pilota di una serie spin-off incentrata sul lato dark della ragazzina psicopat... ehm, con poteri paranormali. Una puntata bonus molto differente dalle altre e subito massacrata in rete da molti fan, che l'hanno ribattezzata la peggiore dell'intera serie, ma che invece a me è piaciuta parecchio.


D'altra parte, se l'anno scorso l'ondata di entusiasmo nei confronti della prima stagione aveva travolto (quasi) tutti, quest'anno il nuovo trend sembra essere quello di criticare la seconda a tutti i costi e con qualunque scusa. C'è chi la accusa di essere troppo simile alla prima e incapace di correre grandi rischi e poi però, appena prova a proporre una puntata diversa dal solito come la settima, tutti a demolirla. Allora decidetevi: volete uno Stranger Things sempre uguale, o uno diverso? O in qualunque caso non vi va bene, perché la prima stagione era mitica – e ciò è vero – e non può essere eguagliata?


Per carità, qualche riserva ce l'ho anch'io. Ad esempio il ruolo di Mike (Finn Wolfhard), a questo giro troppo attapirato per l'assenza della sua amata Eleven, e del tutto adombrato dagli altri personaggi, in particolare dai veri grandi protagonisti della stagione, l'irresistibile Dustin e lo zombie boy Will, tornato dal Sottosopra vivo, ma non più esattamente se stesso.

Rosso di sera...

Anche se - e diciamolo - il vero fenomeno della stagione è stato quest'uomo...



Piuttosto in ombra, oltre a Mike, pure lo sceriffo Jim Hopper (David Harbour), a parte la scena in cui balla, tutta la notte sei bello, non ti fermare ma balla.



Gli ultimi due episodi tornano a essere firmati dai Duffer Brothers, che confermano il loro talento. Duffer Brothers, da qui in poi every move you make, I'll be watching you. Queste puntate finali ci consegnano anche l'ennesimo ruolo da inaspettato salvatore del mondo di Sean Astin, proprio il Mikey Walsh de I Goonies (uno dei film più omaggiati da questa seconda stagione) nonché il Sam de Il Signore degli Anelli. Un altro che all'inizio è parecchio insopportabile, sembra il classico medioman inutile e dai gusti musicali e cinematografici agghiaccianti, e poi invece si rivela un membro del Club dei Perdenti cresciuto. Un nerd che all'occasione si può trasformare in un eroe.


Sean Astin non è l'unica new entry del cast. Rivedere i volti noti è un piacere, però se si vuole mantenere alta l'attenzione degli spettatori, in un sequel così come in una stagione 2, è bene inserire anche delle facce nuove, in grado di spostare un po' gli equilibri. A tal scopo è efficace l'arrivo della ragazzetta rossa Max (Sadie Sink). Who's that girl? È la Beverly Marsh di turno che è contesa tra due perdent... volevo dire pretendenti, Dustin vs Lucas (Caleb McLaughlin). Una nuova presenza che rischia di distruggere il gruppo e in questo, più che Beverly Marsh di It, sembra ricordare Yoko Ono. Per fortuna però i nostri bimbetti sono più forti e uniti dei Beatles.


L'altra novità è un altro degli idoli stagionali, ovvero il fratello maggiore di Mad Max, Billy (Dacre Montgomery, il protagonista del terribile film dei Power Rangers che qui si riscatta alla grande), il bello, bello e impossibile di turno, uno che sembra la versione cattiva di Zac Efron. O anche Rob Lowe in St. Elmo's Fire.


E a lui non può resistere nemmeno Karen Wheeler (Cara Buono), la mamma di Mike e Nancy, trasformatasi per l'occasione in una MILF da competizione.


C'è pure Paul Reiser, celebre soprattutto per l'ottima sitcom anni '90 Innamorati pazzi recitata al fianco di Helen Hunt, che negli ultimi tempi ha trovato una seconda giovinezza artistica grazie a due serie di ambientazione 80s: Red Oaks e naturalmente Stranger Things. Anche lui è alle prese con un personaggio che all'inizio pare avere del losco, ma che alla fine si rivela fondamentalmente buono.


E la colonna sonora? Quest'anno è stata ancor di più una figata fotonica, in grado di alternare il pop e il trash metal con disinvoltura e azzeccare sempre la canzone giusta al momento giusto. Tra i tanti artisti e gruppi presenti, si segnalano in particolare i momenti accompagnati dai brani di Devo, Scorpions, Motley Crue, Kenny Rogers & Dolly Parton, Duran Duran, Ratt, Bon Jovi, Runaways, Metallica, Pat Benatar, Cyndi Lauper, gli immancabili Clash e dei Police da pelle d'oca.



Citazioni poi ne abbiamo? Che domande, ma certo! La serie più citazionista dello streaming mondiale ne propone talmente tante che diventa un divertimento all'interno del divertimento provare a sgamarle tutte. Quella più evidente è ai Ghostbusters.


C'è quindi la storiella di Dustin con il suo amico animaletto Dart (diminutivo di D'Artagnan), che non può non ricordare la vicenda bromantica tra Billy (Zach Galligan) e il mogwai Gizmo nei Gremlins.


Ci sono inoltre riferimenti tra gli altri a Mad Max, Alien, La cosa, Stand by Me, L'esorcista, Terminator, Indiana Jones, I guerrieri della notte, Mister mamma (!), I Goonies (of course), E.T. (of course di nuovo) e Incontri ravvicinati del terzo tipo.


E poi ancora l'omaggio chicca a Risky Business. Durante la donniedarkiana festa di Halloween, Steve e Nancy sono vestiti come Tom Cruise e Rebecca De Mornay nella pellicola.


Per quanto riguarda la pop culture, sono presenti citazioni che spaziano dal mondo dei videogame (Dragon's Liar), così come alle icone del decennio (He-Man, Farrah Fawcett, Bo Derek, la campagna elettorale Reagan/Bush vs Mondale/Ferraro).


Seppure in maniera meno clamorosa rispetto alla stagione 1, Stranger Things si conferma così un gioiello dei nostri tempi, o forse la serie gioiello con cui avremmo meritato di crescere negli anni '80. Riesce a farlo attraverso una season che gioca le stesse carte della precedente e ne aggiunge qualcuna di nuova. Ha la capacità di essere cult, per i suoi personaggi la colonna sonora i dialoghi e le battute, e di creare un infoiamento e una voglia di binge-watching compulsivo come poche altre serie (o forse nessuna) in circolazione, anche in chi come me di solito preferisce “bersele” con calma e non alla goccia. La notte vola, e anche questa visione.


Stranger Things riesce anche questa volta a far ridere, commuovere, sognare come se si fosse bimbetti, raggiungendo il suo vertice emotivo nella scena finale del ballo scolastico, che pare uscita da un film di John Hughes.


Piaciuta o meno, e a me è piaciuta un sacco, è stata assolutamente una stagione tubolare!
No, cari haters, non ho detto del tubo. Ho detto tubolare.
(voto alla seconda stagione 8,5/10)

"Will, perché ti sei incantato? Che hai visto, la Madonna o Madonna la cantante?"
"No, ho visto la seconda stagione di Stranger Things ed è... bellissima!"


Mindhunter, a tu per tu con un serial killer e serial lover

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Mindhunter
(stagione 1)
Network: Netflix
Creata da: Joe Penhall
Cast: Jonathan Groff, Holt McCallany, Anna Torv, Hannah Gross, Cotter Smith, Joe Tuttle, Cameron Britton


“Buongiorno, dottor Lecter.
Come si sente a essere tornato nella stessa gabbia in cui era stato rinchiuso nei primi anni '90?”



“Meglio di quanto potresti immaginare, Clarice.
A quei tempi ho vinto un Oscar, quindi sento vibrazioni positive in questo posto.”



“Buon per lei, dottore.
Però io non sono Clarice.
Sono Cannibal Kid, il blogger che è venuto qui per avere una sua opinione su una nuova serie tv. Il direttore del manicomio non l'aveva avvisata?”


“Ah sì, giusto.
Infatti mi sembravi un po' meno carino rispetto a Clarice.
Ti mangerei anche te, ma Clarice mi sa che aveva un gusto migliore.”



“Credo anch'io. Sa, tra cannibali ci intendiamo.”




“Perché, tu saresti cannibale?
Ma dai, non ci crede nessuno!”



“Beh, sì, come le ho detto mi chiamo Cannibal Kid.
Mai letto il mio sito, Pensieri Cannibali?”




“No.
Aspetta, fammici pensare un attimo...
No, mai sentito nominare, manco per sbaglio.
Comunque posso vedere le tue credenziali?”


“Certo.”






“Più vicino, per favore.
Più vicino...





Scusa, ma questo non mi sembra un sito vero e proprio, quanto più che altro un blogghetto amatoriale.
In ogni caso non lo conosco proprio.”



“Sarà perché lei qui non ha accesso a Internet.”




“Invece ce l'ho.
Seguo anche tanti blog cinematografici seri e professionali: WhiteRussian, ad esempio, lo trovo molto stimolante.
Sono anche tra i lettori fissi di InCentralPerk, Solaris, La bara volante, Il bollalmanacco, Il giorno degli zombi e tanti tanti altri, ma Pensieri Cannibali proprio non so che roba sia.”


“Scusi se glielo dico, ma allora non è così acculturato come sembrava nei film e nelle serie TV a lei inspiegabilmente dedicate.
Adesso che le ho detto questo, non mi mangi, per favore.
In ogni caso, rimanendo in tema di serie tv, sono qui per avere una sua opinione su una delle serie più apprezzate e discusse dell'anno, Mindhunter.
Si tratta di una serie creata da Joe Penhall, tratta dal libro Mind Hunter: Inside FBI’s Elite Serial Crime Unit scritto da Mark Olshaker e John E. Douglas e prodotta e parzialmente diretta da David Fincher. L'ha vista?”.


“Sì, ho dato un'occhiata.”




“Lei è rinchiuso in un manicomio criminale di massima sicurezza, però le permettono di guardare Netflix...
interessante questa cosa.”



“Solo perché sono un pericoloso pazzo serial killer cannibale, non significa mica che devo rinunciare ai miei diritti fondamentali, ovvero poter avere un accesso a Internet, un pranzo a base di carne umana e un abbonamento annuale a Netflix. Se al più presto non mi fanno usare anche un'iPhone, stavo pensando di organizzare una rivolta in stile Orange Is the New Black stagione 5.”


“Pure Orange Is the New Black si guarda...”




“Certo, qui non c'è molto altro da fare.
Le serie Netflix me le sparo tutte.
A parte Suburra e Narcos 3 che mi hanno abbastanza annoiato. Big Mouth invece mi fa morir dal ridere!”.


“Va bene, dottor Lecter, di quella magari parleremo in un'altra occasione.
Riguardo a Mindhunter, cosa ne pensa?
Crede che siano realistici gli incontri rappresentati nella serie tra i serial killer e i due agenti dell'FBI protagonisti, Holden Ford (un ottimo Jonathan Gross) che parte un po' rigido e timidino e poi viene impossessato sempre più dal Lato Oscuro, e lo scontroso e vecchio stampo Bill Tench (un discreto Holt McCallany)?”.


“Mi sembra che abbiano fatto un buon lavoro nelle ricostruzioni, anche se credo abbiano romanzato un po' il tutto per rendere la visione più avvincente.
Dietro si vede che c'è un'ottima capacità di scrittura dei dialoghi.
Nella realtà le conversazioni avvengono in maniera più banale e meno intrigante, un po' come la nostra.
Ma cos'è questo odorino che sento?”.

“Intende il mio odore?”




“Sì, scommetto che usi Acqua di Giò.”




“Qualche volta sì, però questa mattina ho messo Chanel.”





“Chanel, ma che sei? Marilyn?”




“No, va beh.
Chanel Allure pour homme.”



“Sì, certo certo.
Comunque perché non mi chiedi delle cose importanti della serie, come quella nuova attrice, quella Hannah Gross che sta insieme all'agente protagonista.”




“Cosa ne pensa di Hannah Gross, dottor Lecter?”





“Penso che me la mangerei con un bel piatto di fave e un buon Chianti e credo anche che diventerà davvero un'ottima attrice. Potrebbe essere la nuova Jodie Foster. È interessante poi come il suo personaggio riesca a rendere più emotivamente coinvolgente la serie, che per il resto è molto fredda. Ma fredda non in una maniera negativa. Fredda in una davidfincheriana maniera positiva. Mindhunter episodio dopo episodio ti si insinua sottopelle. Ti scuoia, come faceva quel dilettante di Buffalo Bill. La pelle secondo me è buona da gustare, non da scuoiare. In ogni caso, de gustibus.
Niente male pure Anna Torv, davvero bravissima.


E adesso quid pro quo, mio piccolo cannibale.
Io ti dico delle cose, tu mi dici delle cose.
Però non su questo caso, volevo dire su questa serie, ma solo su di te.
Quid pro quo, sì o no...
Sì o no, Cannibal?”

“E va bene, dottor Lecter, facciamo 'sto giochino del cavolo.
Cosa vuole sapere di me?”



“Qual è il tuo più brutto ricordo da bambino?”




“La visione del film Il silenzio degli innocenti.
Un capolavoro assoluto, eh, però mi ha traumatizzato parecchio.
Ci ho messo settimane, forse mesi per riprendermi.
Quasi quanto con la visione di BOB di Twin Peaks e persino un filo più di quella di Pennywise nel vecchio It del 1990.
Ora quid pro quo, dottore.”


“Ok, torniamo a parlare di 'sto Mindhunter.
Devo dire che mi è sembrata una serie splendida, sottilmente inquietante e molto differente dalle solite porcate crime che si vedono in giro. Tipo CSI.
Esiste ancora CSI?”


“No, credo siano finiti anche tutti i suoi innumerevoli spin-off.”




“Il mondo sta facendo progressi, mentre io sto rinchiuso qui dentro.
Forse dovrei tentare una nuova evasione.”



“Guardi, dottore, in giro anche senza CSI ci sono tante altre cose negative: ad esempio il terrorismo, Trump, Salvini, Povia, i Modà...”




“BRRRRR, e poi sarei io quello pericoloso?
Meglio se me ne rimango qui in cella al sicuro a guardarmi Netflix.
Adesso mi vedo l'ultimo episodio di Mindhunter.”


“Non l'ha ancora visto?
Non le spoilero niente, però la scena finale è una bomba.
Era forse dai tempi de Il silenzio degli innocenti che un crime non mi metteva i brividi in quel modo.”


“Meno male che non mi spoileri niente, anche perché se no ti puoi immaginare ciò che ti potrei fare...”




“Ok, credo che adesso sia arrivato il momento per me di andare.
C'è un aereo Ryanair che mi aspetta.
Un volo diretto Baltimora-Casale Monferrato.
La ringrazio, dottore, per il tempo che mi ha concesso.
Io mi ritengo bravo a giudicare le persone e lei, a parte il fatto che non conosceva Pensieri Cannibali, mi è sembrata una persona squisita, molto gentile. Una persona del tutto innocente.
Non capisco proprio perché l'abbiano rinchiusa qui dentro. Dev'essere stato il solito complotto dei giudici comunisti che la perseguitano.
Arrivederci, dottor Lecter.”

“Vola di nuovo al tuo blog, piccolo Cannibal.
Vola, vola, vola.
Vola, vola, vola...
E attento a non cadere, cadere, cadere, che con Ryanair non si sa mai, mai, mai.”


(voto 8/10)


Fortunata de nome e de... basta

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Fortunata
Regia: Sergio Castellitto
Cast: Jasmine Trinca, Alessandro Borghi, Stefano Accorsi, Nicole Centanni, Edoardo Pesce, Hanna Schygulla


Che cos'è la fortuna?
Vincere alla lotteria, vincere al Lotto, vincere al casinò. Vincere, vincere, vincere. È così importante vincere? Non è più importante vivere, anche perdendo, anche perdendo spesso? La vita è una lunga serie di sconfitte, che termina con la sconfitta definitiva. La morte. Game over. Non si può vincere. Mai nessuno ha vinto contro la morte. Gesù Cristo, forse, e soltanto per qualche tempo. Alla fin fine però non ha perso pure lui? Nessuno esce da questa vita vincitore. Siamo un esercito di perdenti, altroché esercito del selfie.

Vivere. È passato tanto tempo. Vivere. Non è che bisogna farlo perché lo dice Vasco Rossi. È meglio farlo perché se no l'alternativa è morire. Certo, Sergio Castellitto ci poteva risparmiare la sua canzone promemoria per ricordacelo, però che ci volete fare? Quello sta proprio in fissa con Vasco. Già con Un senso aveva rischiato di rovinare il senso di Non ti muovere. Per fortuna che, a salvare la baracca, allora come oggi ci pensa una donna. Un'attrice. Un'attrice in stato di grazia. In quel caso Penélope Cruz, in questo Jasmine Trinca.


Jasmine Trinca è Fortunata. Di nome. Di fatto è ancora tutto da vedere. Dipende. Che cos'è la fortuna?
Fortunata non è ricca, però fa un lavoro che tutto sommato le piace, la parrucchiera. Lo fa part-time in giro per Roma e un po' in nero, in attesa di aprire un tanto sognato salone di bellezza tutto suo. Fortunata ha una figlia (la piccola Nicole Centanni). Non proprio una figlia adorabile o che la adora, e che con la testa dopo il divorzio dei genitori non ci sta tanto, visto che il giudice la obbliga ad andare da un terapista, però i figli... so' pezzi 'e core.
Fortunata ha anche tre uomini che le sbavano dietro. Andando però a vedere più da vicino, uno è il suo ex marito violento (interpretato da Edoardo Pesce), che sembra cresciuto a pane e Harvey Weinstein...


Un altro è il suo BFF drogato e bipolare (Alessandro Borghi alle prese con una nuova trasformazione fisica)...


E il terzo è il terapista della figlia (Stefano Accorsi), e quindi c'è un certo conflitto d'interesse.

"Hey, dov'è la mia birra?"
"Mi spiace, Stefano, questa era l'ultima che avevano."
"Sei la solita Fortunata, ahahah"

Quindi questa Fortunata è fortunata anche di fatto o meno?
Dipende un po' da quali sono i propri standard. Rispetto a un Gastone, non è certo la più fortunella del mondo. Rispetto a un Paperino, magari un filo di più.

Fortunata è una pellicola fortunata?
Per la prima ora avrei risposto con un sì fragoroso. La macchina da presa di Castellitto segue da vicino la sua star, la sua parrucchiera de Tor Pignattara che vive un'esistenza complicata ma interessante. Lo fa con uno sguardo neorealista 2.0 che, nonostante l'ambientazione che più romanesca non se pò, ha un respiro internazionale. Più che ai Ladri di biciclette, ci avviciniamo dalle parti dei Due giorni, una notte dei Dardenne, con una Jasmine Trinca all'altezza del confronto con Marion Cotillard. Scusate se è poco.
Nonostante i personaggi siano a loro modo tutti dei disperati, la pellicola ha i suoi momenti migliori quando assume i toni da commedia e riesce a far ridere, parecchio pure. Una cosa che uno da uno come Sergio Castellitto non si aspetta, ma invece è un campo in cui ci sa fare, si veda anche il brillante La bellezza del somaro.


Sfiga vuole che però nella seconda parte Fortunata ecceda con la sua parte melodrammatica. Si eccede con le urla, quasi come se fossimo in un film di Gabriele Muccino, solo che qui si corre di meno. Va bene che le urla sono uno dei trend dell'anno, si vedano pure madre!, American Horror Story: Cult o Twin Peaks, ma in questo lavoro stonano, anche considerando il contesto non horror bensì neorealista. L'intreccio ideato dalla sceneggiatrice Margaret Mazzantini, moglie nonché collaboratrice abituale del regista, si fa nella parte finale troppo elaborato e si esagera con i drammi famigliari. Uno si aspetterebbe che una coppia borghese e radical-chic come quella formata da Castellitto e dalla Mazzantini pecchi nella rappresentazione della vita di una “povera” sfortunata parrucchiera. Invece no. Quella è la parte che funziona di più. È la parte più fiction, più soap che non va tanto.
Il momento più basso arriva poi con il citato Vasco. Proprio nel climax della pellicola, ecco che arriva la voce del Blasco e le lacrime che avevi messo sul conto evaporano e i brividi per l'emozione si trasformano in brividi di paura. Peccato perché il resto della variegata colonna sonora non è niente male, tra l'hip-hop romano di “Ogni volta” di Noyz Narcos, la leggerezza che fa sempre innamorare di “Friday I'm in Love” dei Cure, la piovosa “Have You Ever Seen the Rain?” dei Creedence Clearwater Revival e l'efficace evergreen “Let's Twist Again” di Chubby Checker, che fa scatenare la protagonista e Stefano Accorsi in un twist che pare una versione più scomposta e meno studiata di quello visto in Pulp Fiction.


Che cos'è allora la fortuna?
Per un fan di Vasco, trovarsi una sua canzone alla fine di un buon film, quella capace di regalargli la botta vincente.
Per un hater di Vasco, come il sottoscritto, è non trovarsi una sua canzone a rovinare un buon film, quella capace di dargli il colpo di grazia fatale anziché trasformarlo nell'autentico gioiellino che sarebbe potuto essere.
(voto 7-/10)

Auguri per i film della settimana

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Questa settimana nei cinema escono dei film promettenti.
No, che pensate? Non vi sto a coglionà. Dico sul serio. Questo weekend arrivano il film vincitore dell'ultimo Festival di Cannes e il nuovo lavoro del regista che ha firmato la pellicola trionfatrice ai Cannibal Awards 2016, e scusate se è poco, più un'altra manciata di lavori che potrebbero dire la loro.
Aspettando di sapere se saranno davvero dei film meritevoli, a dire la loro sono intanto i due soliti conduttori della rubrica sulle uscite cinematografiche, il sottoscritto grandioso Cannibal Kid e il suo miserabile rivale Mr. James Ford, accompagnati da una nuova guest-star. A chi tocca l'onore in questa puntata?
Ad Arwen Lynch, l'autrice del blog La fabbrica dei sogni, un sito onirico e ovviamente lynchiano in cui si recensiscono film e serie tv a ritmi impressionanti. Se un giorno non passo dalle sue parti, il giorno dopo rischio di ritrovarmi con 10 pezzi da recuperare. Tra i milioni di post che scrive per il suo blog, ecco che è riuscita a trovare il tempo per inserirsi anche all'interno di questa rubrica. Come diavolo farà?


The Place
"I film consigliati da Ford sono sempre una rottura di coglioni del decimo livello. Quelli consigliati da Arwen Lynch invece...
E chi cacchio è Arwen Lynch?"

Arwen Lynch: Oh yess, comincio io? Okappa, dunque The place, dalla trama mi sembra qualcosa di carino, poi non so Ford e il Cannibale che decidono di fare, se vederlo o meno, io me lo metto da parte per quanto sarà disponibile in altri luoghi...oh ognuno può fare ciò che vuole no? XD
Cannibal Kid: Con il suo film precedente, Perfetti sconosciuti, Paolo Genovese nel 2016 è riuscito nell'impresa mai riuscita a nessun altro regista italiano di conquistare il titolo di film dell'anno qui su Pensieri Cannibali. Un riconoscimento più prestigioso di qualunque Oscar, Golden Globe, MTV Award, White Russian Award e dei premi de La fabbrica dei sogni... Come?
Sbaglio o sul tuo blog non assegni i premi di fine anno?
Quest'anno le cose devono cambiare, cara Arwen, altrimenti non verrai più invitata in questa rubrica!
Questo nuovo The Place comunque riuscirà a bissare?
Ne dubito, anche perché lo spunto rubato alla serie The Booth at the End mi fa sospettare che Genovese le idee originali le abbia già esaurite...
Ford: Paolo Genovese aveva sorpreso lo scorso anno con il suo Perfetti sconosciuti, film molto interessante ma forse un po' troppo sopravvalutato da alcuni blogger come Cannibal, pronti ad esaltarlo oltre misura solo per fare i radical italiani contro i film ammeregani che tanto piacciono a me. Sinceramente, non credo che questo The Place riuscirà a bissare il successo, ma non si può mai sapere. Un po' come non si può sapere se anche Cannibal, come Arwen, si deciderà finalmente ad aprire un suo canale YouTube dove lo vedremo finalmente mettere la faccia rispetto alle boiate che di norma propina nelle sue recensioni.


Auguri per la tua morte
"Auguri per la tua morte, amica mia!"
"Oooh, un cupcake con la candelina. Che tenera che sei."

Arwen Lynch: Eh no, non cominciamo con le jettature che poi le cose vanno male eh? Aaah è un mix tra horror e thriller, di una ragazza pugnalata a morte che poi resta intrappolata in un loop temporale...considerando il fatto che ce lavora uno che ha fatto pure Paranormal Activity...beh non so che fare a questo punto, se tenerlo a caldo oppure evitarlo, in questo caso passo la palla sia a Ford che al Cannibale xD.
Cannibal Kid: It a parte, potrebbe essere il mio horror dell'anno. Una roba teen ironica che si candida a essere lo Scream mixato a Ricomincio da capo di nuova generazione e che ha un titolo perfetto per fare gli auguri a Mr. Ford, che di recente ha tagliato il traguardo dei 200 anni e che quindi, non per dire, ma una visita del killer mascherato di questo film a questo punto se la meriterebbe.
Arwen, tu non fare tanto la snob con questi teen-horrorini, che se no il killer con la faccia da bimbominkia scemo arriva pure dalle tue parti.
Ford: teen horror che pare mischiare il sopravvalutatissimo Scream e l'ottimo Ricomincio da capo, ma che dal trailer e dalla ridicola maschera da Cucciolo Eroico dell'assassino mi ispira ben poco. Lascio volentieri questa robetta al finto giovane Cannibal e ad Arwen, che riesce a vedere e recensire anche tre o quattro o cinque film al giorno, e dunque potrebbe avere modo di buttarci anche questo.

Arwen Lynch: Intanto sono due film al giorno Ergo, e in alcuni casi c'è un solo film con una serie tv...precisiamo okappa? Per me lo posso vedè ma se non me piace glie metto due gne gne gne!!!

"Cannibal, togliti pure quella maschera, tanto lo so che sei tu."


Borg McEnroe
A sinistra i veri Cannibal e Ford, a destra i loro interpreti cinematografici

Arwen Lynch: Aaah questo è il film giusto per la visione mia personale che mi fa pensare a un film sulla rivalità blogghistica tra Ford e il Cannibale, in questo caso giocata tutta su un campo da tennis con me come spettatrice, preparo subito birra e popcorn 😛
Cannibal Kid: Dici bene, Arwen. Questo film ricrea, in versione tennistica e quindi un po' pallosa (io avrei preferito la versione teenistica), la guerra nucleare tra me, che ovviamente sono il folle ma geniale John McEnroe/Shia LaBeouf di turno, e Ford, rappresentato qui dal noioso e precisetto Björn Borg/Sverrir Gudnason (chiii?). Quindi sfida, e film, da non perdere.
Ford: Finalmente un film decente in questa settimana davvero agghiacciante sotto molti punti di vista. La rivalità storica tra Borg e McEnroe, che ben rappresentano Ford e Cannibal, rivista sul grande schermo. Una buona rappresentazione della rivalità più accesa della rete per l'occasione arbitrata da Arwen, che così finirà per prendersi gli insulti di entrambi i contendenti.


Addio fottuti musi verdi

Arwen Lynch: Miiii una commedia che parla di Alieni...chista nun ma perdu proprio...come diciamo in Sicilia, Ford e Cannibale, se volete vi invito da me per una visione al cinema così ci facciamo quattro risate, e vediamo di fraternizzare molto di più questa rivalità xD
Cannibal Kid: Addio fottuto Ford! Me ne vado. Destinazione... Sicilia?
No, dai, lì c'è ancora la Mafia, guidata dalla padrina Don Arwen Corleone. E vai di stereotipi!
Me ne vado nello spazio, sperando che anche lì trasmettano il film dei The Jackal, che mi sono sempre stati simpatici e che alla prima prova con un lungometraggio può darsi che abbiano fatto il passo più lungo della gamba, ma che qualche momento divertente sono sicuro ce lo regaleranno.
Ford: Arwen, se vuoi invitarci a cena e a bere per me va benissimo, ma questo film che già dal trailer mi pare una di quelle cose da vomito a spruzzo, direi che lascio perdere. E Addio fottuto Cannibal!

"NOOO, Don Arwen, non mandarmi una testa di cavallo, per favore!!!"


The Square
Arwen, Ford e Cannibal a cena insieme

Arwen Lynch: Ford non cominciare con la tua solita aria da cazzuto tamarro, e non chiamarci radical chic a me e al cannibale okappa? Qua mi sembra un film davvero davvero interessante, un'occhiata gliela do comunque e invito anche Ford a vedere questo film.
Cannibal Kid: Film svedese diretto da Ruben Östlund, regista del notevole Forza maggiore, pellicola che se non ricordo male è stata apprezzata decisamente più dalle mie parti che da quelle di Ford, che d'altra parte di Grande Cinema ne capisce quanto me di Grande Wrestling... anche perché non esiste il Grande Wrestling.
Con questo nuovo lavoro Östlund ha “solamente” vinto la Palma d'oro all'ultimo Festival di Cannes e in più nel cast c'è Elisabeth Moss che è una che non sta sbagliando un colpo. Si preannuncia quindi la visione radical perfetta della settimana. L'unica riserva che ho è che possa essere una di quelle commedie grottesche senza senso stile Vi presento Toni Erdmann, una delle più grandi vaccate autoriali recenti, ma spero sinceramente di no.
Ford: ed eccoci di fronte alla scommessa della settimana, un po' come questa nuova versione della rubrica delle uscite che ad ogni cambio di formazione può regalare grandi momenti o cocenti delusioni. Potrebbe rivelarsi la sorpresa del mese o una di quelle ciofeche finto artistiche che tanto piacciono al mio rivale, e a volte perfino ad Arwen, che sarà pure pane e salame ma di tanto in tanto tira fuori dal cilindro qualche coniglione in stile Cannibal. Dunque, attenzione!
Arwen Lynch: A me il panino col salame piace, e se me lo devo magnà davanti a The Square ancora meglio, e poi non fare troppo il furbo Forduccio, anche a te piace il cinema ricercato, non a caso ne hai recensiti diversi anche tu se non erro, anche film che poi ho scoperto da te xD.


Paddington 2
"Devo smetterla di seguire i consigli di moda di Cannibal!"

Arwen Lynch: Ecco, lo sapevo, e così nasce pure il franchise di Paddington...e ora me lo devo guardare per forza, altrimenti entro in criiiisiiiii muhahahaha, non ve preoccupate sto a scherzà pur io...che ne dite se ce lo guardiamo insieme anche questo qua?
Cannibal Kid: Già ho evitato con grande cura il primo Paddington, figuriamoci se mi vedo il sequel. Lo lascio tutto a voi amanti delle merdat... ehm, delle bambinate e dei franchise!
Ford: ho evitato il primo Paddington almeno quanto evito Cannibal - o cerco di farlo -, dunque difficilmente credo mi cimenterò con il secondo. Per questa volta, sono ben felice se ne occupi Arwen.


Malarazza
"Arwen sta complottando per prendere il posto di Cannibal nella rubrica al fianco di Ford?"
"Sì, ma basta chiedere. Lui glielo cede molto volentieri."

Arwen Lynch: Ok, ora sono seria, ci mancava anche il film che sembra di ispirazione pasoliniana, che dite un'occhiata gliela do? Vabbè tanto non fa male a nessuno se do una sbirciatina a questo film...secondo me ne vale la pena, Ford e Cannibale voi che dite?
Cannibal Kid: Per me è no. Un no grande come una casa. Più che di ispirazione pasoliniana, sembra la brutta copia catanese di Gomorra – La serie, già anche solo nell'imitazione del font usato per il titolo. Tutte le settimane mi devo sorbire la copia bloggara di Sylvester Stallone, almeno questo me lo risparmio, così come credo farà pure lui. Arwen mi spiace, ma anche no, però mi sa che sarai l'unica spettatrice di questo obbrobrio.
Ford: direi proprio di no. Già con il Cinema italiano io vado con i piedi di piombo, figuriamoci poi se tutto mi pare un mix neppure troppo riuscito di un'imitazione di Gomorra e quell'amatorialità che nella Terra dei cachi significa schifezza quasi assicurata. Lascio senza pensieri.


L'esodo
"Ti lamenti perché sei esodata? Pensa che c'è chi è messo peggio di te. Tutti i lettori di WhiteRussian, ad esempio."

Arwen Lynch: All'inizio pensavo...che barba, che noia...leggendo la trama invece ho notato qualcosa di interessante, secondo me potrebbe essere forse il miglior film uscito al cinema della settimana...al diavolo i film pane e salame, quelli me li guardo al momento giusto...per ora 😀
Cannibal Kid: Sul mandare al diavolo i film pane e salame mi trovo perfettamente d'accordo con Arwen. Sul fatto che questo possa essere il film della settimana, o anche il film del minuto, direi invece di no. Sembra una pellicola amatoriale pseudo impegnata, un instant movie su un tema di attualità, quello degli esodati e della riforma Fornero, che arriva giusto con quei 5 anni di ritardo e che quindi adesso non è più così d'attualità. Né è abbastanza vecchio da essere considerato vintage. O da essere considerato Ford.
Ford: sul pane e salame non sono ovviamente d'accordo con nessuno dei due inquietanti individui qui sopra, mentre sul film mi tocca dare ragione a Cannibal. E sapete tutti quanto mi costa.

Valerian e la città dei mille motivi per vederlo

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Valerian e la città dei mille pianeti
Titolo originale: Valerian and the City of a Thousand Planets
Regia: Luc Besson
Cast: Dane DeHaan, Cara Delevingne, Rihanna, Clive Owen, Ethan Hawke, Herbie Hancock, Rutger Hauer, Sasha Luss


Motivi per vedere Valerian e la città dei mille pianeti ne abbiamo?



1) La prima scena con un popolo di pacifici simil Na'vi del ca##o sembra il sequel non ufficiale di Avatar, ma poi il resto per fortuna no.


2) Non è tanto una pellicola fantascientifica, quanto un “boy meets girl” movie ambientato nello spazio con protagonisti Dane DeHaan e Cara Delevingne. Un po' come Passengers con Chris Pratt e Jennifer Lawrence. Non vi era piaciuto Passengers?
Fo##etevi! :)


3) Dane DeHaan è fantastico nella parte del playboy sui generis, poco macho e più sensibile di quanto vorrebbe lasciare immaginare, e l'ironica chimica di attrazione-repulsione tra lui e Cara Delevingne è la parte più riuscita della pellicola.



4) Cara Delevingne è uno spettacolo. Dopo la Milla Jovovich de Il quinto elemento e la Scarlett Johansson di Lucy, senza dimenticare naturalmente la Anne Parillaud di Nikita, Luc Besson regala alla sua nuova musa un ruolo cazzuto e sexy allo stesso tempo.
Dite che Cara Delevingne è brutta, ha la faccia strana, le sopracciglione ed è antipatica?
Fo##etevi parte seconda! :D


Per me è bellissima, bravissima e simpaticissima.



5) Luc Besson non è certo uno dei miei registi preferiti, però sa sempre il fatto suo su dove piazzare la macchina da presa e su come girare delle scene spettacolari.



6) Le bambinate presenti sono più sopportabili del solito. Certo, alcune sequenze che sembrano uscite da un videogioco di nuova generazione si sarebbero potute tagliare alla grande dal montaggio finale. Anche perché giocare in prima persona è divertente, vedere un altro che lo fa molto meno. Per questo che le scene stile videogame al cinema non funzionano. Capito Besson?
In compenso le altre strizzatine d'occhio al pubblico dei più giovani risultano già più riuscite. In particolare la presenza di alcuni personaggini alieni simpatici, come i tre Doghan Daguis che si completano le frasi a vicenda.



7)È una pellicola d'intrattenimento di buon livello che, dietro una facciata ultramoderna, ha il sapore di certa fantascienza rétro de 'na vorta. Tipo saga di Guerre stellari. Non a caso è tratta dalla serie a fumetti Valérian e Laureline agenti spazio-temporali nata negli anni '60.



8) Per quanto non particolarmente originale, la colonna sonora fa il suo dovere, tra una “Space Oddity” di David Bowie, una “We Trying to Stay Alive” di Wyclef Jean che campiona i Bee Gees e la discreta vocina di Cara Delevingne in versione cantante in “I Feel Everything”.




9) Ci sono questi cosi adorabili.



1000) Rihanna. La scena in cui Rihanna fa un balletto, dove alterna un'ampia gamma di look sexy dall'infermiera alla scolaretta, vale da sola la visione dell'intera pellicola. Conta per mille. Gli altri motivi quindi avrei anche potuto evitare di dirveli, perché basta questa singola sequenza.


Il film poi per carità ha anche i suoi limiti. Tipo una trama fantascientifica troppo allungata e intricata, che a ben vedere è in realtà molto semplice ed elementare. I personaggi di Clive Owen ed Ethan Hawke inoltre sono piuttosto ridicoli e poco nelle loro corde. Il difetto principale del film è però un altro: c'è troppo poca Rihanna.


(voto 6+/10)


Nocturama – BREAKING NEWS: Paris Is Burning

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Nocturama
Regia: Bertrand Bonello
Cast: Finnegan Oldfield, Vincent Rottiers, Hamza Meziani, Manal Issa, Martin Petit-Guyot, Jamil McCraven, Rabah Nait Oufella, Laure Valentinelli, Ilias Le Doré, Robin Goldbronn, Luis Rego, Hermine Karagheuz, Adèle Haenel


Buongiorno e benvenuti a una nuova edizione del TG Tette.
Vediamo subito i titoli delle principali notizie del giorno.

Politica: Renzi ha detto una cazzata, Di Maio ha detto una cazzata, Berlusconi ha detto una cazzata, Salvini ha detto una cazzata, Trump li ha fregati tutti e ha detto una cazzata ancora più grande.

Calcio: Donnarumma è passato dal Milan al Milan per mille milan miliardi.

Cinema: American Beauty verrà rigirato e al posto di Kevin Spacey ci sarà Louis C.K....
oops forse no...
e va beh, vorrà dire che pure questo lo rifarà Christopher Plummer.

Meteo:è autunno e le foglie cadono. Questo clima è davvero impazzito.

Apriamo però con una Breaking News!



Ci hanno appena segnalato che a Parigi ci sono state delle esplosioni. Un numero imprecisato di esplosioni in posti differenti del centro cittadino. Al momento non sappiamo molto di più, ma è ovvio che il pensiero vada subito alla tragica notte del Bataclan. La polizia non ha ancora confermato né smentito, però l'ipotesi terroristica sembra essere quella più accreditata.

Andiamo allora subito in diretta a Parigi dal nostro inviato, Marcel Pourcellon, che sta bruciando vivo, ma stoicamente sta resistendo in modo da documentarci quanto sta avvenendo in questo istante nella capitale francese.
Allora, Marcel, com'è la situazione al momento?

Beh, come puoi vedere non è facile. Ci sono ancora numerosi incendi che stanno divampando, tra cui quello sul mio braccio.”

Ci puoi dire com'è successo? Si sa già qualcosa?

A proposito degli altri incendi in città non ti so dire. Riguardo al mio, devo ammettere che è stata colpa mia. Stavo mettendo benzina mentre mi fumavo una sigaretta e il resto ve lo potete immaginare da soli...

Bene, quindi ci puoi confermare in esclusiva mondiale che l'incendio che si è sviluppato e che attualmente è ancora in corso sul tuo corpo non è un attentato terroristico. La causa sarebbe semplicemente stupidità umana?

Le confermo tutto, direttore Enrico Menzogna, è andata proprio così.

Bene. Il nostro inviato quindi è un completo idiota e non abbiamo conferme che l'attacco in corso a Parigi in questo momento sia opera di terroristi.
Notizie più attendibili ci arrivano ora da France 2. Secondo la rete francese, dietro alle esplosioni ci sarebbe una baby gang locale. Un gruppo di ragazzi, giovani e giovanissimi, che apparentemente non avrebbero legami con organizzazioni terroristiche internazionali.


Dall'ISIS è però appena arrivata una rivendicazione: sarebbero stati loro a dare fuoco al nostro inviato, Marcel Pourcellon, smentendo così le sue parole. Sinceramente non so proprio a chi credere. All'ISIS o al nostro inviato?
Mmm... non mi sembrano entrambi molto attendibili.

In attesa di sapere qualcosa di più da fonti ufficiali del governo e della polizia francesi, andiamo a sentire in collegamento Skype un esperto di cinema, o presunto tale: Cannibal Kid di Pensieri Cannibali, un blog che dicono sia piuttosto popolare tra i ragazzini ma che io non ho mai sentito nominare prima. Cosa c'entrano il cinema e questo misterioso individuo con le esplosioni di Parigi? Andiamo a sentirlo con le sue parole.

Sì, grazie Enrico per avermi invitato.

Veramente non ti ho invitato io. Sei stato segnalato da alcuni miei collaboratori, o forse dalla polizia, ora non ricordo. Comunque, cosa ci puoi dire riguardo alla situazione di Parigi?

Enrico, queste esplosioni, questi attacchi al cuore di Parigi ricordano clamorosamente da vicino una pellicola che in pochi abbiamo visto in Italia, visto che i siti di streaming più grossi come Cineblog01 non l'hanno ancora postata in rete e attualmente si trova soltanto su Cinesuggestions. Anche se non sono sicuro che potrei parlarne, visto che non so quanto siano legali questi siti...

Va beh, ormai ne abbiamo parlato e facciamo finta di non averlo fatto. In ogni caso, quale sarebbe questa pellicola?

Si tratta di Nocturama di Bertrand Bonello, regista di cui avevo già visto L'Apollonide – Souvenirs de la maison close, un film ambientato in un bordello, quindi non so se è un argomento adatto per un telegiornale diurno, però mi sento di consigliarlo visto che, nonostante il tema trattato, è un lavoro di classe e poi nel ricco cast pieno di belle fanciulle figurava anche la nostra Jasmine Trinca, che di recente ha vinto il premio per la migliore interpretazione femminile nella sezione Un Certain Regard all'ultimo Festival di Cannes, giusto per rimanere sul suolo francese...

La smetta di divagare Signor Kid, o forse dovrei chiamarla Signor Cannibal?

Va bene anche solo Kid.

Quindi, Kid, cosa ci può dire di questo film?

È un ottimo film, un grande film, con uno straniante uso della colonna sonora che va dai Blondie a Willow Smith, sì proprio la figlioletta di Will Smith, e ha un cast di giovani promettenti e consiglio di vedere pure questo, anche se all'inizio parte lento, molto lento e impiega un bel po' a carburare. All'inizio ci vengono mostrati alcuni ragazzi che hanno un fare losco e sospetto, ma non sappiamo bene cosa stiano facendo. Possiamo immaginare che stiano architettando qualcosa e infatti via via ricorda altre pellicole con giovani sbandati dalle attitudini criminali come Bling Ring, Spring Breakers, Elephant e il tedesco Victoria, e a tratti sembra persino una versione autoriale girata da Brian De Palma della serie tv 24 e infatti si scopre che i ragazzi hanno pianificato delle esplosioni, proprio a Parigi, proprio come sta succedendo ora nella realtà.


Ma questo è terribile!

Eh lo so, direttore Enrico Menzogna, è in corso una situazione davvero drammatica.

Questo è un terribile SPOILER, intendevo. Io il film me lo volevo vedere, ma adesso mi ha rovinato la visione, pezzo d'idiota! Possibile che facciamo collegamenti solo con degli imbecilli?

No, va beh, direttore. Stia calmo. Al massimo le ho rovinato giusto la prima parte. Non le dico che poi succede anche che...

No, fermo! Interrompete subito il collegamento. Fermatelo, se necessario persino con la forza. Non voglio saperne di più! Adesso m'è venuta una curiosità pazzesca di vedere cosa succede in questo film, Nocturama. Per conoscere quello che sta succedendo a Parigi vi rinvio invece alle prossime edizioni del nostro TG. Ora scappo e speriamo che questo film sia davvero figo come dice quel Kid.
(voto 8/10)

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