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Emmy Awards 2017: chi vincerà, chi dovrebbe vincere e chi dovrebbe perdere

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Questa sera ci sono gli Emmy Awards, ovvero il remake americano dei nostri Telegatti, o anche lo spin-off dedicato al piccolo schermo degli Oscar. Comunque la si veda, sono dei premi importanti, quasi quanto i Cannibal Awards, o i Macchianera Internet Awards.

Senza stare a perdere come al solito tempo in introduzioni, ecco tutte le nomination relative alle serie tv (quelle di varietà, reality e show vari le ho escluse perché non mi interessano), accompagnate dalle attendibilissime (come no?) previsioni di Pensieri Cannibali, dai preferiti in ogni categoria sempre da questo blog e, in alcuni casi, quelli che proprio non vorrei veder vincere.

Le serie che hanno avuto più candidature sono Westworld - Dove tutto è concesso (22), Feud: Bette and Joan (18), Stranger Things (18), Veep (17), Big Little Lies (16), Fargo (16), The Crown (13), The Handmaid's Tale (13) e The Night Of (13), e partono quindi come favorite, ma attenzione anche a possibili outsiders come This Is Us, Black Mirror e Master of None.


Emmy Awards 2017 – Nomination e previsioni


Miglior serie drammatica
Better Call Saul, distribuita da AMC
The Crown, distribuita da Netflix
The Handmaid's Tale, distribuita da Hulu
House of Cards - Gli intrighi del potere (House of Cards), distribuita da Netflix
Stranger Things, distribuita da Netflix
This Is Us, distribuita da NBC
Westworld - Dove tutto è concesso (Westworld), distribuita da HBO

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: The Handmaid's Tale
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Stranger Things
Basta che non vincano: Better Call Saul o House of Cards

Miglior serie commedia
Atlanta, distribuita da FX
Black-ish, distribuita da ABC
Master of None, distribuita da Netflix
Modern Family, distribuita da ABC
Silicon Valley, distribuita da HBO
Unbreakable Kimmy Schmidt, distribuita da Netflix
Veep - Vicepresidente incompetente (Veep), distribuita da HBO

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Master of None
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Master of None
Basta che non vincano: Modern Family o Veep, carine ma hanno stufato

Miglior miniserie
Big Little Lies - Piccole grandi bugie (Big Little Lies), distribuita da HBO
Fargo, distribuita da FX
Feud: Bette and Joan, distribuita da FX
Genius, distribuita da Nat Geo
The Night Of - Cos'è successo quella notte? (The Night Of), distribuita da HBO

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Feud: Bette and Joan
Secondo Pensieri Cannibali meritano di vincere: The Night Of o Big Little Lies
Basta che non vinca: Feud: Bette and Joan, magari un giorno finirò di vederla e la considererò anch'io un capolavoro, ma per il momento la uso giusto per addormentarmi

Miglior film per la televisione
San Junipero (Black Mirror: San Junipero), distribuito da Netflix
Dolly Parton's Christmas of Many Colors: Circle of Love, distribuito da NBC
The Immortal Life of Henrietta Lacks, distribuito da HBO
Il detective morente (Sherlock: The Lying Detective), distribuito negli USA da PBS
The Wizard of Lies, distribuito da HBO

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Black Mirror: San Junipero
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Black Mirror: San Junipero
Basta che non vinca: chiunque che non sia Black Mirror: San Junipero


Recitazione
Miglior attore protagonista in una serie drammatica
Sterling K. Brown, per aver interpretato Randall Pearson in This Is Us
Anthony Hopkins, per aver interpretato Robert Ford in Westworld
Bob Odenkirk, per aver interpretato Jimmy McGill in Better Call Saul
Matthew Rhys, per aver interpretato Philip Jennings in The Americans
Liev Schreiber, per aver interpretato Ray Donovan in Ray Donovan
Kevin Spacey, per aver interpretato Frank Underwood in House of Cards
Milo Ventimiglia, per aver interpretato Jack Pearson in This Is Us

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Sterling K. Brown
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Sterling K. Brown
Basta che non vinca: Anthony Hopkins, che è stato nominato solo perché si chiama Anthony Hopkins

"Evvai, ho già vinto...
Ah no, è il premio dell'anno scorso."

Miglior attrice protagonista in una serie drammatica
Viola Davis, per aver interpretato Annalise Keating in Le regole del delitto perfetto
Claire Foy, per aver interpretato la regina Elisabetta II in The Crown
Elisabeth Moss, per aver interpretato Offred in The Handmaid's Tale
Keri Russell, per aver interpretato Elizabeth Jennings in The Americans
Evan Rachel Wood, per aver interpretato Dolores Abernathy in Westworld
Robin Wright, per aver interpretato Claire Underwood in House of Cards

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Elisabeth Moss
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Elisabeth Moss
Basta che non vinca: Robin Wright

"Sto pensando di presentarmi sul red carpet vestita così...
Dite che è un abito troppo sexy?"

Miglior attore protagonista in una serie commedia
Anthony Anderson, per aver interpretato Andre "Dre" Johnson Sr. in Black-ish
Aziz Ansari, per aver interpretato Dev Shah in Master of None
Zach Galifianakis, per aver interpretato Chip e Dale Baskets in Baskets
Donald Glover, per aver interpretato Earnest "Earn" Marks in Atlanta
William H. Macy, per aver interpretato Frank Gallagher in Shameless
Jeffrey Tambor, per aver interpretato Maura Pfefferman in Transparent

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Donald Glover
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Aziz Ansari
Basta che non vinca: Zach Galifianakis

Miglior attrice protagonista in una serie commedia
Pamela Adlon, per aver interpretato Sam Fox in Better Things
Jane Fonda, per aver interpretato Grace Hanson in Grace and Frankie
Allison Janney, per aver interpretato Bonnie Plunkett in Mom
Ellie Kemper, per aver interpretato Kimmy Schmidt in Unbreakable Kimmy Schmidt
Julia Louis-Dreyfus, per aver interpretato Selina Meyer in Veep
Tracee Ellis Ross, per aver interpretato Rainbow "Bow" Johnson in Black-ish
Lily Tomlin, per aver interpretato Frankie Bergstein in Grace and Frankie

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Jane Fonda
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Pamela Adlon
Basta che non vinca: Meryl Streep... ah, non è nominata? È vero, non sono gli Oscar! 😁

Miglior attore protagonista in una miniserie o film
Riz Ahmed, per aver interpretato Nasir "Naz" Khan in The Night Of
Benedict Cumberbatch, per aver interpretato Sherlock Holmes nell'episodio Il detective morente di Sherlock
Robert De Niro, per aver interpretato Bernie Madoff in The Wizard of Lies
Ewan McGregor, per aver interpretato Ray e Emmit Stussy in Fargo
Geoffrey Rush, per aver interpretato Albert Einstein in Genius
John Turturro, per aver interpretato John Stone in The Night Of

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Ewan McGregor
Secondo Pensieri Cannibali meritano di vincere: Riz Ahmed o John Turturro
Basta che non vinca: Geoffrey Rush

Miglior attrice protagonista in una miniserie o film
Carrie Coon, per aver interpretato Gloria Burgle in Fargo
Felicity Huffman, per aver interpretato Jeanette Hesby in American Crime
Nicole Kidman, per aver interpretato Celeste Wright in Big Little Lies
Jessica Lange, per aver interpretato Joan Crawford in Feud: Bette and Joan
Susan Sarandon, per aver interpretato Bette Davis in Feud: Bette and Joan
Reese Witherspoon, per aver interpretato Madeline Martha Mackenzie in Big Little Lies

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Nicole Kidman
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Carrie Coon
Basta che non vinca: Meryl Streep... non l'hanno nominata manco qui? Beh, in compenso un premio ai Creative Arts Emmys 2017 è comunque riuscita a portarselo a casa, come miglior narratrice per il documentario The Price Of Victory. E niente, non ce la fanno proprio a non premiarla sempre e comunque.

"Mi hanno nominata per Fargo e non per The Leftovers... io proprio non capisco."


Miglior attore non protagonista in una serie drammatica
Jonathan Banks, per aver interpretato Mike Ehrmantraut in Better Call Saul
Ron Cephas Jones, per aver interpretato William H. Hill in This Is Us
David Harbour, per aver interpretato Jim Hopper in Stranger Things
Michael Kelly, per aver interpretato Doug Stamper in House of Cards
John Lithgow, per aver interpretato Winston Churchill in The Crown
Mandy Patinkin, per aver interpretato Saul Berenson in Homeland
Jeffrey Wright, per aver interpretato Bernard Lowe in Westworld

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: John Lithgow (che però meritava di più una nomination nella categoria comedy per la spassosa Trial & Error)
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Ron Cephas Jones
Basta che non vinca: Mandy Patinkin

Miglior attrice non protagonista in una serie drammatica
Uzo Aduba, per aver interpretato Suzanne "Crazy Eyes" Warren in Orange Is the New Black
Millie Bobby Brown, per aver interpretato Undici (Eleven) in Stranger Things
Ann Dowd, per aver interpretato Aunt Lydia in The Handmaid's Tale
Chrissy Metz, per aver interpretato Kate Pearson in This Is Us
Thandie Newton, per aver interpretato Maeve Millay in Westworld
Samira Wiley, per aver interpretato Moira in The Handmaid's Tale

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Millie Bobby Brown
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Millie Bobby Brown
Basta che non vinca: tutte bravissime, chiunque vinca sarò contento

"Oddio, stasera come faccio ad andare agli Emmys?
Domani c'ho la scuola!"

Miglior attore non protagonista in una serie commedia
Louie Anderson, per aver interpretato Christine Baskets in Baskets
Alec Baldwin, per aver interpretato Donald Trump al Saturday Night Live
Tituss Burgess, per aver interpretato Titus Andromedon in Unbreakable Kimmy Schmidt
Ty Burrell, per aver interpretato Phil Dunphy in Modern Family
Tony Hale, per aver interpretato Gary Walsh in Veep
Matt Walsh, per aver interpretato Mike McLintock in Veep

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Alec Baldwin
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Tituss Burgess
Basta che non vinca: Louie Anderson

Miglior attrice non protagonista in una serie commedia
Vanessa Bayer, per aver interpretato vari personaggi al Saturday Night Live
Anna Chlumsky, per aver interpretato Amy Brookheimer in Veep
Kathryn Hahn, per aver interpretato Raquel Fein in Transparent
Leslie Jones, per aver interpretato vari personaggi al Saturday Night Live
Judith Light, per aver interpretato Shelly Pfefferman in Transparent
Kate McKinnon, per aver interpretato vari personaggi al Saturday Night Live

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Kathryn Hahn
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Anna Chlumsky
Basta che non vinca: qualcuna del Saturday Night Live

Miglior attore non protagonista in una miniserie o film
Bill Camp, per aver interpretato Dennis Box in The Night Of
Alfred Molina, per aver interpretato Robert Aldrich in Feud: Bette and Joan
Alexander Skarsgård, per aver interpretato Perry Wright in Big Little Lies
David Thewlis, per aver interpretato V.M. Varga in Fargo
Stanley Tucci, per aver interpretato Jack Warner in Feud: Bette and Joan
Michael K. Williams, per aver interpretato Freddy Knight in The Night Of

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Alfred Molina
Secondo Pensieri Cannibali meritano di vincere: Bill Camp o Michael K. Williams
Basta che non vinca: Alfred Molina

Miglior attrice non protagonista in una miniserie o film
Judy Davis, per aver interpretato Hedda Hopper in Feud: Bette and Joan
Laura Dern, per aver interpretato Renata Klein in Big Little Lies
Jackie Hoffman, per aver interpretato Mamacita in Feud: Bette and Joan
Regina King, per aver interpretato Kimara Walters in American Crime
Michelle Pfeiffer, per aver interpretato Ruth Madoff in The Wizard of Lies
Shailene Woodley, per aver interpretato Jane Chapman in Big Little Lies

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Jackie Hoffman
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Shailene Woodley 💝
Basta che non vinca: Judy Davis


Regia
Miglior regia per una serie drammatica
Stephen Daldry, per l'episodio Hyde Park Corner di The Crown
The Duffer Brothers, per l'episodio Capitolo primo - La scomparsa di Will Byers di Stranger Things
Kate Dennis, per l'episodio The Bridge di The Handmaid's Tale
Vince Gilligan, per l'episodio Testimone di Better Call Saul
Lesli Linka Glatter, per l'episodio L'America prima di tutto di Homeland
Reed Morano, per l'episodio Offred di The Handmaid's Tale
Jonathan Nolan, per l'episodio Un nuovo inizio di Westworld

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Westworld
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Stranger Things
Basta che non vinca: Better Call Saul

Miglior regia per una serie commedia
Jamie Babbit, per l'episodio Intellectual Property di Silicon Valley
Donald Glover, per l'episodio Il talk show di Atlanta
Mike Judge, per l'episodio Server Error di Silicon Valley
David Mandel, per l'episodio Groundbreaking di Veep
Morgan Sackett, per l'episodio Blurb di Veep
Dale Stern, per l'episodio Justice di Veep

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Atlanta
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Atlanta
Basta che non vinca: Silicon Valley

Miglior regia per un film, miniserie o speciale drammatico
Noah Hawley, per l'episodio The Law of Vacant Places di Fargo
Ron Howard, per l'episodio Genio ribelle di Genius
James Marsh, per l'episodio L'arte della guerra di The Night Of
Ryan Murphy, per l'episodio And the Winner Is... (The Oscars of 1963) di Feud: Bette and Joan
Jean-Marc Vallée, per Big Little Lies
Steve Zaillian, per l'episodio La spiaggia di The Night Of

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Feud: Bette and Joan
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: The Night Of
Basta che non vinca: Genius


Sceneggiatura
Miglior sceneggiatura per una serie drammatica
The Duffer Brothers, per l'episodio Capitolo primo - La scomparsa di Will Byers di Stranger Things
Joel Fields e Joe Weisberg, per l'episodio The Soviet Division di The Americans
Lisa Joy e Jonathan Nolan, per l'episodio Un nuovo inizio di Westworld
Bruce Miller, per l'episodio Offred di The Handmaid's Tale
Peter Morgan, per l'episodio Assassini di The Crown
Gordon Smith, per l'episodio Imbroglio di Better Call Saul

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: The Handmaid's Tale
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Stranger Things
Basta che non vinca: Better Call Saul

Miglior sceneggiatura per una serie commedia
Aziz Ansari e Lena Waithe, per l'episodio Thanksgiving di Master of None
Alec Berg, per l'episodio Success Failure di Silicon Valley
Donald Glover, per l'episodio Il talk show di Atlanta
Stephen Glover, per l'episodio Notorietà di Atlanta
Billy Kimball, per l'episodio Georgia di Veep
David Mandel, per l'episodio Groundbreaking di Veep

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Master of None
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Master of None
Basta che non vinca: Silicon Valley

Miglior sceneggiatura per un film, miniserie o speciale drammatico
Jaffe Cohen, Michael Zam e Ryan Murphy, per l'episodio Pilot di Feud: Bette and Joan
Charlie Brooker, per l'episodio San Junipero di Black Mirror
Noah Hawley, per l'episodio The Law of Vacant Places di Fargo
David E. Kelley, per Big Little Lies
Ryan Murphy, per l'episodio And the Winner Is... (The Oscars of 1963) di Feud: Bette and Joan
Richard Price e Steven Zaillian, per l'episodio Il richiamo della foresta di The Night Of

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Fargo
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Black Mirror
Basta che non vinca: Feud: Bette and Joan


E con questo è tutto! Domani vedremo se c'avrò preso o meno, ma soprattutto vedremo chi avrà portato a casa i premi, che è quello che ci interessa di più.



Emmy 2017: Nolite te bastardes carborundorum, bitches!

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Alla faccia del sesso debole! Le donne si sono prese TUTTO agli Emmy Awards 2017, lasciando agli uomini giusto i premi come migliori attori. O forse si sono portate a casa pure quelli? Andiamo a scoprirlo...

Le serie trionfatrici della serata vedono tutte delle protagoniste femminili. The Handmaid's Tale ha approfittato dell'assenza del solito Game of Thrones pigliatutto, non eleggibile quest'anno, ha vinto come miglior serie drama e si è aggiudicata un totale di sette premi, tra cui anche quello strameritato a Elisabeth Moss come migliore attrice protagonista, che finalmente ce l'ha fatta a vincere alla sua ottava nomination personale.


Tra le miniserie, la lotta tutta al femminile tra Big Little Lies e Feud: Bette and Joan si è conclusa, anche in questo caso in maniera meritata, in favore della prima, che ha conquistato 6 awards, tra cui quelli a Nicole Kidman, Laura Dern e Alexander Skarsgård. Peccato non siano state premiate le mie due preferite del cast, Reese Witherspoon e Shailene Woodley, ma pazienza, non si può avere tutto dalla vita e poi l'importante è che il soporifero Feud sia uscito a bocca asciutta.

"Se sono contenta della vittoria delle mie amicone Nicole e Laura?
Ehm, certo! Come no?"

La categoria comedy ha visto ancora una volta il trionfo di Veep e della sua protagonista Julia Louis-Dreyfus. Serie divertente, lei fenomenale, però anche basta premi! Soprattutto considerando che quest'anno c'erano in gara due rivali frizzanti e originali come Master of None e Atlanta, che comunque qualche premietto se lo sono presi: il primo per la straordinaria sceneggiatura dell'episodio Thanksgiving, il secondo per Donald Glover come miglior attore e regista. Bella lì.


Altro da segnalare?
Sono felice pure per i premi andati a Sterling K. Brown di This Is Us e Riz Ahmed di The Night Of e per i due Emmy finiti all'episodio capolavoro di Black Mirror, San Junipero. Potevo chiedere di più?
Beh sì, qualche award a Stranger Things non mi sarebbe dispiaciuto, ma nel complesso non mi posso lamentare troppo, anche considerando che finalmente sono stati premiati un sacco di titoli e di nomi nuovi (Veep a parte). La delusione per la quasi totale assenza di alcune grandi serie come The Leftovers, BoJack Horseman, Halt and Catch Fire, The OA, 13 Reasons Why e The Young Pope l'avevo poi già smaltita quando erano uscite le nomination.

Quindi bene, bravi tutti, e soprattutto brave tutte!
E ora via con il riepilogone dei premiati alla notte degli Emmy Awards 2017 e infine spazio alle immagini dal red carpet.

P.S. Per quanto riguarda le mie previsioni, per quel che ve ne può fregare, ne ho azzeccate 11 su 22, il 50% esatto. Discreto, però potevo fare di meglio.


Emmy Awards 2017 - I vincitori Le vincitrici

Miglior serie drammatica
Better Call Saul, distribuita da AMC
The Crown, distribuita da Netflix
The Handmaid's Tale, distribuita da Hulu
House of Cards - Gli intrighi del potere (House of Cards), distribuita da Netflix
Stranger Things, distribuita da Netflix
This Is Us, distribuita da NBC
Westworld - Dove tutto è concesso (Westworld), distribuita da HBO

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: The Handmaid's Tale
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Stranger Things
Basta che non vincano: Better Call Saul o House of Cards
Alla fine ha vinto: The Handmaid's Tale


Miglior serie commedia
Atlanta, distribuita da FX
Black-ish, distribuita da ABC
Master of None, distribuita da Netflix
Modern Family, distribuita da ABC
Silicon Valley, distribuita da HBO
Unbreakable Kimmy Schmidt, distribuita da Netflix
Veep - Vicepresidente incompetente (Veep), distribuita da HBO

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Master of None
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Master of None
Basta che non vincano: Modern Family o Veep, carine ma hanno stufato
Alla fine ha vinto: Veep


Miglior miniserie
Big Little Lies - Piccole grandi bugie (Big Little Lies), distribuita da HBO
Fargo, distribuita da FX
Feud: Bette and Joan, distribuita da FX
Genius, distribuita da Nat Geo
The Night Of - Cos'è successo quella notte? (The Night Of), distribuita da HBO

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Feud: Bette and Joan
Secondo Pensieri Cannibali meritano di vincere: The Night Of o Big Little Lies
Basta che non vinca: Feud: Bette and Joan, magari un giorno finirò di vederla e la considererò anch'io un capolavoro, ma per il momento la uso giusto per addormentarmi
Alla fine ha vinto: Big Little Lies


Miglior film per la televisione
San Junipero (Black Mirror: San Junipero), distribuito da Netflix
Dolly Parton's Christmas of Many Colors: Circle of Love, distribuito da NBC
The Immortal Life of Henrietta Lacks, distribuito da HBO
Il detective morente (Sherlock: The Lying Detective), distribuito negli USA da PBS
The Wizard of Lies, distribuito da HBO

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Black Mirror: San Junipero
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Black Mirror: San Junipero
Basta che non vinca: chiunque che non sia Black Mirror: San Junipero
Alla fine ha vinto: Black Mirror: San Junipero



Recitazione
Miglior attore protagonista in una serie drammatica
Sterling K. Brown, per aver interpretato Randall Pearson in This Is Us
Anthony Hopkins, per aver interpretato Robert Ford in Westworld
Bob Odenkirk, per aver interpretato Jimmy McGill in Better Call Saul
Matthew Rhys, per aver interpretato Philip Jennings in The Americans
Liev Schreiber, per aver interpretato Ray Donovan in Ray Donovan
Kevin Spacey, per aver interpretato Frank Underwood in House of Cards
Milo Ventimiglia, per aver interpretato Jack Pearson in This Is Us

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Sterling K. Brown
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Sterling K. Brown
Basta che non vinca: Anthony Hopkins, che è stato nominato solo perché si chiama Anthony Hopkins
Alla fine ha vinto: Sterling K. Brown


Miglior attrice protagonista in una serie drammatica
Viola Davis, per aver interpretato Annalise Keating in Le regole del delitto perfetto
Claire Foy, per aver interpretato la regina Elisabetta II in The Crown
Elisabeth Moss, per aver interpretato Offred in The Handmaid's Tale
Keri Russell, per aver interpretato Elizabeth Jennings in The Americans
Evan Rachel Wood, per aver interpretato Dolores Abernathy in Westworld
Robin Wright, per aver interpretato Claire Underwood in House of Cards

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Elisabeth Moss
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Elisabeth Moss
Basta che non vinca: Robin Wright
Alla fine ha vinto: Elisabeth Moss

Miglior attore protagonista in una serie commedia
Anthony Anderson, per aver interpretato Andre "Dre" Johnson Sr. in Black-ish
Aziz Ansari, per aver interpretato Dev Shah in Master of None
Zach Galifianakis, per aver interpretato Chip e Dale Baskets in Baskets
Donald Glover, per aver interpretato Earnest "Earn" Marks in Atlanta
William H. Macy, per aver interpretato Frank Gallagher in Shameless
Jeffrey Tambor, per aver interpretato Maura Pfefferman in Transparent

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Donald Glover
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Aziz Ansari
Basta che non vinca: Zach Galifianakis
Alla fine ha vinto: Donald Glover

Miglior attrice protagonista in una serie commedia
Pamela Adlon, per aver interpretato Sam Fox in Better Things
Jane Fonda, per aver interpretato Grace Hanson in Grace and Frankie
Allison Janney, per aver interpretato Bonnie Plunkett in Mom
Ellie Kemper, per aver interpretato Kimmy Schmidt in Unbreakable Kimmy Schmidt
Julia Louis-Dreyfus, per aver interpretato Selina Meyer in Veep
Tracee Ellis Ross, per aver interpretato Rainbow "Bow" Johnson in Black-ish
Lily Tomlin, per aver interpretato Frankie Bergstein in Grace and Frankie

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Jane Fonda
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Pamela Adlon
Basta che non vinca: Meryl Streep... ah, non è nominata? È vero, non sono gli Oscar! 😁
Alla fine ha vinto: Julia Louis-Dreyfus

Miglior attore protagonista in una miniserie o film
Riz Ahmed, per aver interpretato Nasir "Naz" Khan in The Night Of
Benedict Cumberbatch, per aver interpretato Sherlock Holmes nell'episodio Il detective morente di Sherlock
Robert De Niro, per aver interpretato Bernie Madoff in The Wizard of Lies
Ewan McGregor, per aver interpretato Ray e Emmit Stussy in Fargo
Geoffrey Rush, per aver interpretato Albert Einstein in Genius
John Turturro, per aver interpretato John Stone in The Night Of

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Ewan McGregor
Secondo Pensieri Cannibali meritano di vincere: Riz Ahmed o John Turturro
Basta che non vinca: Geoffrey Rush
Alla fine ha vinto: Riz Ahmed


Miglior attrice protagonista in una miniserie o film
Carrie Coon, per aver interpretato Gloria Burgle in Fargo
Felicity Huffman, per aver interpretato Jeanette Hesby in American Crime
Nicole Kidman, per aver interpretato Celeste Wright in Big Little Lies
Jessica Lange, per aver interpretato Joan Crawford in Feud: Bette and Joan
Susan Sarandon, per aver interpretato Bette Davis in Feud: Bette and Joan
Reese Witherspoon, per aver interpretato Madeline Martha Mackenzie in Big Little Lies

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Nicole Kidman
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Carrie Coon
Basta che non vinca: Meryl Streep... non l'hanno nominata manco qui? Beh, in compenso un premio ai Creative Arts Emmys 2017 è comunque riuscita a portarselo a casa, come miglior narratrice per il documentario The Price Of Victory. E niente, non ce la fanno proprio a non premiarla sempre e comunque.
Alla fine ha vinto: Nicole Kidman

Miglior attore non protagonista in una serie drammatica
Jonathan Banks, per aver interpretato Mike Ehrmantraut in Better Call Saul
Ron Cephas Jones, per aver interpretato William H. Hill in This Is Us
David Harbour, per aver interpretato Jim Hopper in Stranger Things
Michael Kelly, per aver interpretato Doug Stamper in House of Cards
John Lithgow, per aver interpretato Winston Churchill in The Crown
Mandy Patinkin, per aver interpretato Saul Berenson in Homeland
Jeffrey Wright, per aver interpretato Bernard Lowe in Westworld

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: John Lithgow (che però meritava di più una nomination nella categoria comedy per la spassosa Trial & Error)
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Ron Cephas Jones
Basta che non vinca: Mandy Patinkin
Alla fine ha vinto: John Lithgow


Miglior attrice non protagonista in una serie drammatica
Uzo Aduba, per aver interpretato Suzanne "Crazy Eyes" Warren in Orange Is the New Black
Millie Bobby Brown, per aver interpretato Undici (Eleven) in Stranger Things
Ann Dowd, per aver interpretato Aunt Lydia in The Handmaid's Tale
Chrissy Metz, per aver interpretato Kate Pearson in This Is Us
Thandie Newton, per aver interpretato Maeve Millay in Westworld
Samira Wiley, per aver interpretato Moira in The Handmaid's Tale

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Millie Bobby Brown
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Millie Bobby Brown
Basta che non vinca: tutte bravissime, chiunque vinca sarò contento
Alla fine ha vinto: Ann Dowd


Miglior attore non protagonista in una serie commedia
Louie Anderson, per aver interpretato Christine Baskets in Baskets
Alec Baldwin, per aver interpretato Donald Trump al Saturday Night Live
Tituss Burgess, per aver interpretato Titus Andromedon in Unbreakable Kimmy Schmidt
Ty Burrell, per aver interpretato Phil Dunphy in Modern Family
Tony Hale, per aver interpretato Gary Walsh in Veep
Matt Walsh, per aver interpretato Mike McLintock in Veep

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Alec Baldwin
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Tituss Burgess
Basta che non vinca: Louie Anderson
Alla fine ha vinto: Alec Baldwin


Miglior attrice non protagonista in una serie commedia
Vanessa Bayer, per aver interpretato vari personaggi al Saturday Night Live
Anna Chlumsky, per aver interpretato Amy Brookheimer in Veep
Kathryn Hahn, per aver interpretato Raquel Fein in Transparent
Leslie Jones, per aver interpretato vari personaggi al Saturday Night Live
Judith Light, per aver interpretato Shelly Pfefferman in Transparent
Kate McKinnon, per aver interpretato vari personaggi al Saturday Night Live

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Kathryn Hahn
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Anna Chlumsky
Basta che non vinca: qualcuna del Saturday Night Live
Alla fine ha vinto: Kate McKinnon


Miglior attore non protagonista in una miniserie o film
Bill Camp, per aver interpretato Dennis Box in The Night Of
Alfred Molina, per aver interpretato Robert Aldrich in Feud: Bette and Joan
Alexander Skarsgård, per aver interpretato Perry Wright in Big Little Lies
David Thewlis, per aver interpretato V.M. Varga in Fargo
Stanley Tucci, per aver interpretato Jack Warner in Feud: Bette and Joan
Michael K. Williams, per aver interpretato Freddy Knight in The Night Of

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Alfred Molina
Secondo Pensieri Cannibali meritano di vincere: Bill Camp o Michael K. Williams
Basta che non vinca: Alfred Molina
Alla fine ha vinto: Alexander Skarsgård

"Dedico questo premio a mio fratello, di cui tutti hanno paura, ma in realtà è un bravo ragazzo.
Ciao Pennywise."

Miglior attrice non protagonista in una miniserie o film
Judy Davis, per aver interpretato Hedda Hopper in Feud: Bette and Joan
Laura Dern, per aver interpretato Renata Klein in Big Little Lies
Jackie Hoffman, per aver interpretato Mamacita in Feud: Bette and Joan
Regina King, per aver interpretato Kimara Walters in American Crime
Michelle Pfeiffer, per aver interpretato Ruth Madoff in The Wizard of Lies
Shailene Woodley, per aver interpretato Jane Chapman in Big Little Lies

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Jackie Hoffman
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Shailene Woodley 💝
Basta che non vinca: Judy Davis
Alla fine ha vinto: Laura Dern



Regia
Miglior regia per una serie drammatica
Stephen Daldry, per l'episodio Hyde Park Corner di The Crown
The Duffer Brothers, per l'episodio Capitolo primo - La scomparsa di Will Byers di Stranger Things
Kate Dennis, per l'episodio The Bridge di The Handmaid's Tale
Vince Gilligan, per l'episodio Testimone di Better Call Saul
Lesli Linka Glatter, per l'episodio L'America prima di tutto di Homeland
Reed Morano, per l'episodio Offred di The Handmaid's Tale
Jonathan Nolan, per l'episodio Un nuovo inizio di Westworld

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Westworld
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Stranger Things
Basta che non vinca: Better Call Saul
Alla fine ha vinto: The Handmaid's Tale

Miglior regia per una serie commedia
Jamie Babbit, per l'episodio Intellectual Property di Silicon Valley
Donald Glover, per l'episodio Il talk show di Atlanta
Mike Judge, per l'episodio Server Error di Silicon Valley
David Mandel, per l'episodio Groundbreaking di Veep
Morgan Sackett, per l'episodio Blurb di Veep
Dale Stern, per l'episodio Justice di Veep

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Atlanta
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Atlanta
Basta che non vinca: Silicon Valley
Alla fine ha vinto: Atlanta

Miglior regia per un film, miniserie o speciale drammatico
Noah Hawley, per l'episodio The Law of Vacant Places di Fargo
Ron Howard, per l'episodio Genio ribelle di Genius
James Marsh, per l'episodio L'arte della guerra di The Night Of
Ryan Murphy, per l'episodio And the Winner Is... (The Oscars of 1963) di Feud: Bette and Joan
Jean-Marc Vallée, per Big Little Lies
Steve Zaillian, per l'episodio La spiaggia di The Night Of

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Feud: Bette and Joan
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: The Night Of
Basta che non vinca: Genius
Alla fine ha vinto: Big Little Lies


Sceneggiatura
Miglior sceneggiatura per una serie drammatica
The Duffer Brothers, per l'episodio Capitolo primo - La scomparsa di Will Byers di Stranger Things
Joel Fields e Joe Weisberg, per l'episodio The Soviet Division di The Americans
Lisa Joy e Jonathan Nolan, per l'episodio Un nuovo inizio di Westworld
Bruce Miller, per l'episodio Offred di The Handmaid's Tale
Peter Morgan, per l'episodio Assassini di The Crown
Gordon Smith, per l'episodio Imbroglio di Better Call Saul

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: The Handmaid's Tale
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Stranger Things
Basta che non vinca: Better Call Saul
Alla fine ha vinto: The Handmaid's Tale

Miglior sceneggiatura per una serie commedia
Aziz Ansari e Lena Waithe, per l'episodio Thanksgiving di Master of None
Alec Berg, per l'episodio Success Failure di Silicon Valley
Donald Glover, per l'episodio Il talk show di Atlanta
Stephen Glover, per l'episodio Notorietà di Atlanta
Billy Kimball, per l'episodio Georgia di Veep
David Mandel, per l'episodio Groundbreaking di Veep

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Master of None
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Master of None
Basta che non vinca: Silicon Valley
Alla fine ha vinto: Master of None


Miglior sceneggiatura per un film, miniserie o speciale drammatico
Jaffe Cohen, Michael Zam e Ryan Murphy, per l'episodio Pilot di Feud: Bette and Joan
Charlie Brooker, per l'episodio San Junipero di Black Mirror
Noah Hawley, per l'episodio The Law of Vacant Places di Fargo
David E. Kelley, per Big Little Lies
Ryan Murphy, per l'episodio And the Winner Is... (The Oscars of 1963) di Feud: Bette and Joan
Richard Price e Steven Zaillian, per l'episodio Il richiamo della foresta di The Night Of

Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Fargo
Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Black Mirror
Basta che non vinca: Feud: Bette and Joan
Alla fine ha vinto: Black Mirror


Il Red Porchet degli Emmy Awards 2017


Alessandra Mastonardi
Bella de mamma Award
(voto 8/10)


Emmy Rossum
Se hanno dato il mio nome al premio un motivo ci sarà Award
(voto 8/10)


Millie Bobby Brown
Cenerentola Award, motivazione: non tanto per l'abito, ma perché a mezzanotte è dovuta tornare a casa che c'aveva il coprifuoco. It's school night!
(voto 6,5/10)


Claire Foy
Con 'sto look dark vi mostro che sono pronta per diventare Lisbeth Salander Award
(voto 6,5/10)


Tatiana Maslany
Che cariiiiina Award
(voto 7+/10)


Kiernan Shipka
CBCR (Cresci Bene Che Ripasso) Award
(voto 7/10)


Michelle Pfeiffer
Pendant con le tende di casa (di Tim Burton) Award
(voto 5,5/10)


Robin Wright e la figlia Dylan Penn
Regola della maniglia Special Award
(voto 6+/10)


Gillian Anderson
XXX-File Award
(voto 7/10)


Anna Faris
Mi sono appena mollata con Chris Pratt e sono a caccia di carne fresca Award
(voto 7/10)


Natalia Dyer
Ho scelto un vestito assurdo per distogliere l'attenzione dai miei capezzoli Award
(voto 6,5/10)


Priyanka Chopra
So' figa anche con addosso 'sta cosa che manco si può definire abito Award
(voto 7-/10)


Ariel Winter
Si capisce che sono una gran porca? Award
(voto 6/10)


Uzo Aduba
WTF Award
(voto 4/10)


Mackenzie Davis
WTF Award - Parte II
(voto 5-/10)


Jessica Biel
Bella & elegante, ma noiosa Award
(voto 5,5/10)


Yvonne Stahovski
Bella & elegante, ma sexy quanto un palo della luce Award
(voto 6-/10)


Elisabeth Moss
Pretty in pink Award
(voto 8/10)


Mary Elizabeth Winstead
Diludendo Award
(voto 5,5/10)


Carrie Coon
Diludendo Award - Parte II
(voto 5-/10)


Sarah Paulson
Ho messo la prima armatura che ho trovato dentro l'armadio Award
(voto 4/10)


Ajiona Alexus
Giovani Rihanne crescono (molto bene)
(voto 8,5/10)


Angela Sarafyan
Non importa ciò che indossi, importa ciò che c'è sotto Award
(voto 8+/10)


Tessa Thompson
Il tuo stylist è da denuncia, ma io ti voglio bene lo stesso Award
(voto 6-/10)


Mandy Moore
Giusto due gonne di troppo Award
(voto 5,5/10)


Alexis Bledel + Vincent Kartheiser
Ship Award
(voto 7,5/10)


Matt Bomer
Mi spiace donne, sono gay Award
(voto 7+/10)


Justin Hartley
Mi spiace donne, non sono gay ma sono fidanzato Award
(voto 7/10)


Nicole Cannibal Kidman
Lady in red Award
(voto 7,5/10)


Reese Witherspoon
MILF Award
(voto 8/10)


Laura Dern
GILF Award
(voto 6/10)


Zoë Kravitz
Double utility Award, motivazione: è fashion e allo stesso tempo toglie pure la polvere dal tappeto rosso
(voto 6,5/10)


Shailene Woodley
Cannibal Award alla più figa della serata
(voto 9/10)


...Drive Me Baby One More Time

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Pronti?
Via, si parte...

Eh no! Dite che siete pronti, e poi manco vi siete allacciati le cinture?
Mettetele subito, che se poi capita qualcosa durante il viaggio sono cavoli vostri.

Allacciate?
Bravi. Ora si va. E provate a vedere se riconoscete tutte le canzoni che si ascolteranno nel corso del nostro viaggio.


Baby Driver – Il genio della fuga
Regia: Edgar Wright
Cast: Ansel Elgort, Lily James, Kevin Spacey, Jon Hamm, Jamie Foxx, Eiza González, Jon Bernthal, Flea, Sky Ferreira


Oh baby, baby, la vita è tutta una questione di ritmo. This is the rhythm of the night, the night, oh yeah. Di ritmo, di stile e di musica. Perché? Perché music makes the people come together, yeah. Senza sarebbe soltanto un insieme di giornate che si susseguono tutte più o meno uguali. Noiose. Everyday is like Sunday, everyday is silent and grey. Una lunga attesa tra la sigla di coda di un episodio di BoJack Horseman e la sigla di testa di un altro episodio di BoJack Horseman. Chi è BoJack Horseman?
Back in the '90s, he was in a very famous TV show (Ooh), he's BoJack the Horse (BoJack!), BoJack the Horse, don't act like you don't know!


Oh baby, baby, il cinema è la stessa cosa della vita. Senza ritmo, stile e musica, Baby Driver – Il genio della fuga sarebbe solo un onesto heist movie (per quanto un heist movie criminale possa essere onesto), una storia già raccontata e già vista. I've seen it all, I've seen the dark, I've seen what I was and I know what I'll be, I've seen it all, there is no more to see. La sceneggiatura della pellicola infatti non è che presenti chissà quali innovazioni, rivoluzioni o colpi di scena. La differenza la fa tutta la messa in scena. Edgard Wright tira fuori dal cilindro una nuova perla di divertimento, dopo la trilogia del Cornetto, che è anche un nuovo gioiello di stile, dopo l'esaltante e sottovalutato Scott Pilgrim vs. the World, un film così favoloso che faceva il culo a mezzo mooooondo, che non si é fermato mai un momento, la notte insegue sempre il giorno ed il giorno verrà.


Oh baby, Baby Driver è una pellicola che parte con una coreografia sulle note esplosive dei Jon Spencer Blues Explosion che pare la versione Fast and Furious di La La Land, altri due film in cui ritmo, stile e musica fanno la differenza. Tutta la prima parte della visione procede con il piede premuto sull'acceleratore, brum brum, per rallentare un po' in una fase centrale che si concede qualche momento romantico, senza cadere nello smielato love me love me say that you love me, e un terzo tempo che torna di nuovo a pigiare sull'acceleratore, brum brum bruuuuuuum. Come in un buon disco che si rispetti, Edgar Wright riesce ad alternare i pezzi più tirati hey ho let's go con qualche momento riflessivo e sentimentale da ballatona, i brani da pogo duro con quelli da limone duro kiss me beneath the milky twilight, lead me out on the moonlit floor, lift you open hand, strike up the band, and make the fireflies dance silvermoon's sparkling, so kiss me.


C'è poi azione, tanta azione, I want some action, oh I, I love the nightlife, I got to boogie, on the disco 'round, oh yeah, e c'è una pure notevole dose di umorismo, con alcune battute folgoranti regalate soprattutto da Jamie Foxx, ma anche Jon Hamm, Eiza González, Kevin Spacey e Jon Bernthal non scherzano. O meglio, sì scherzano, LOL. Ancor più che come un action comedy, Baby Driver può però essere visto come un musical, nonostante non sia proprio un musical tradizionale alla Siiingin' in the rain, just siiinging in the rain, what a glorious feelin'. Più che un film da ballo, è un film da sballo, woo-hoo!


Oh baby, Baby Driver è un film veloce, scarno, forse persino troppo a livello di sceneggiatura, ma ha la doto di essere essenziale, e mentre il mondo cade a pezzi, mi allontano dagli eccessi e dalle cattive abitudini, tornerò all’origine, e torno a te, che sei per me l’essenziale. C'è un protagonista giusto in cui riconoscersi, o in cui io almeno mi sono riconosciuto moltissimo, sarà perché è un tizio con le cuffiette sempre nelle orecchie piuttosto strano, e quando you're strange, no one remembers your name, e così finisce che ti chiamano Baby. Ci sono i comprimari giusti, tutti a loro modo memorabili e anche sexy, too sexy for my shirt, so sexy it hurts, and I'm too sexy for Milan, too sexy for Milan, New York, and Japan, e a quanto pare pure per Atlanta.


C'è poi l'atmosfera giusta da cult istantaneo in stile Drive più umoristico. C'è la musica giusta, la playlist dell'iPod giusta, molto funk soul brother, check it out now, the funk soul brother, anche se io qualche scelta differente l'avrei fatta: mi fa sempre un enorme piacere sentire i Blur, ad esempio, però Wright ha ripescato proprio uno dei meno esaltanti tra i brani minori della loro carriera (“Intermission”) e la “killer track” del protagonista, “Brighton Rock” dei Queen, non rientra esattamente tra i miei, di pezzi killer. A proposito, qual è la vostra “killer track”, quella canzone che mettete su per caricarvi a manetta quando siete in macchina?
La mia, almeno in questo momento, è “Scribble” degli Underworld. Non a caso il video della canzone è ambientato proprio su un'auto...



In Baby Driver c'è poi la ragazza giusta di cui innamorarsi, anche se magari non è arrivata proprio nel momento giusto per innamorarsi, I'm in love with the girl I'm talking about, I'm in love with the girl I can't live without, I'm in love but I feel like I'm wearin' it out, I'm in love but I must have picked a bad time to be in love, ovvero Lily James, che già con la sua folgorante interpretazione in PPZ – Pride + Prejudice + Zombies aveva fatto dimenticare l'odiosa Cenerentola, e che con questo film ha imbroccato la direzione giusta per essere l'inglesina più lanciata di Hollywood, anche se io troppo spesso mi dimentico che qui, qui non è Hollywood e infatti il film ricordo che è ambientato ad Atlanta.


C'è inoltre lo stile giusto, con la tecnica mostruosa di un Edgard Wright in stato di grazia messa al servizio di una vicenda che non dimentica di avere un cuore, un cuore matto che ti segue ancora e giorno e notte pensa solo a te, e che sa come far ridere ed emozionare al momento giusto. E che al momento giusto sa regalare chiiiiills, they're multiplying, and I'm loooooosing control, 'cause the power you're supplying is electrifying. C'è infine, attenzione no spoiler, un finale giusto a metà strada tra positivo e negativo, e a metà strada tra realtà e finzione, che mi ha ricordato una versione meno inquietante, molto meno inquietante, di quello di Twin Peaks – The Return. Una conclusione che fa venire una gran voglia di saltare su un'auto veloce e prendere la strada, you got a fast car, but is it fast enough so you can fly away, you gotta make a decision, leave tonight or live and die this way. Destinazione? Non importa, va bene qualunque, va bene anche destinazione Paradiso, Paradiso città, where the grass is green and the girls are pretty.


Oh baby, baby, la vita è tutta una questione di ritmo, di stile e di musica. Il cinema è tutta una questione di ritmo, di stile e di musica. E Baby Driver viaggia proprio al ritmo giusto, con lo stile giusto e la musica giusta ed è un film che da amare è così easy, easy like Sunday morning. Adesso giù dalla mia auto, move bitch, get out the way, get out the way bitch, get out the way, che se no mi si rovinano i sedili.
(voto 8,5/10)

Se non avete riconosciuto tutte le canzoni citate all'interno del post, no problem: potete scoprirle ascoltando la playlist che ho fatto per l'occasione, non sull'iPod come Baby, ma su Spotify.





Io, Daniel Blake delle Bicocche

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Io, Daniel Blake
Regia: Ken Loach
Cast: Dave Johns, Hayley Squires, Dylan McKiernan, Kema Sikazwe, Briana Shann, Micky McGregor, Sharon Percy


Eroe (Storia di Daniel Blake delle Bicocche)

Questa che vado a raccontarvi è la vera storia di Daniel Blake delle Bicocche,
vera o se non altro proposta nello stile neorealista tipico del regista Ken Loach,
eroe contemporaneo a cui noi tutti dobbiamo la nostra libertà



Piacere, Daniel Blake delle Bicocche
sotto il sole sotto il sole non di Riccione faccio il carpentiere e mi spacco le nocche
da giovane il mio mito era l'attore Steve McQueen
che nei film girava il mondo su auto più veloci di Saetta McQueen
invece io passo la notte in un bar karaoke a cantare God Save the Queen
non c'ho una sterlina nel bancomat, tanto con l'Alzheimer chi si ricorda il PIN?

Tu che ne sai della vita degli operai
se la filmografia di Ken Loach in casa non ce l'hai?
Non faccio l'Al Pacino
al massimo mi può interpretare un attore più piccolino
Dave Johns è il suo nome
tutti in piedi ad applaudire questo attorone
uno che l'Oscar non lo vince
ma che nella mia parte vi convince che io...

Sono un eroe, perché col Viagra fotto a tutte le ore
Sono un eroe, perché combatto per la pensione
Sono un eroe, perché se vedete il mio film saprete che è un'impresone
Sono un eroe, perché manco in Italia si fa tutto 'sto sbattone
Sono un eroe, perché non mi danno l'indennità per malattia
Sono un eroe, perché aiuto una mamma single e spero che me la dia
Sono un eroe, straordinario perché non mi perdo manco una serie
Sono un eroe, e se non mi date la pensione vi mostrerò il mio sedere


Non posso lavorare perché sono mezzo malato
ma lo Stato mi obbliga a cercare lavoro anche se non posso essere impiegato
a qualunque età io sono già fuori mercato
e manco c'ho i soldi per comprare i vestiti al mercato
io sono al verde, con la giovane MILF vado in bianco e la mia sfiga è nera
quindi posso rimanere fedele alla mia bandiera
e pure a quella rimba della mia Regina
spero che la mamma single prima o poi mi faccia entrare nella sua vagina
certo che né l'Uomo Ragno, né Rocky, né Katniss Everdeen
farebbero ciò che faccio io per i bambini della mamma teen...

Io sono un eroe, perché aiuto i miei vicini a fottere a tutte le ore
Sono un eroe, perché vendiamo le scarpe scontate rischiando la prigione
Sono un eroe, perché proteggo i cari della teen mom dalle mani dei sicari dei cravattari
Sono un eroe, perché lei sopravvive al più antico mestiere
Sono un eroe, perché le do una mano e lei manco me la fa vedere
Sono un eroe, ti mostrerò come si mangia anche senza dentiere


Per far denaro ci sono più modi,
io ad esempio coi miei vicini mi do' alle frodi
come quel blogger che si spaccia per esperto cinematografico di Lodi
la vita è dura, ma che ne sa Adrien Brody?
E che ne sanno i duemila
tutto il giorno attaccati all'iPhone mentre io sto in fila
per il cibo, per la pensione, per il lavoro
sto pensando di derubare un compro oro
la mia bolletta è in rosso, il mio vicino è nero, manco so cos'è un conto arancio
l'ultimo lavoro che ho fatto era così sicuro che ho quasi perso un braccio

Non ho più un capello in testa ma un sacco di idee in mente
sto per impazzire come quando chiamo un call center
vivo nella camera 237
ma non farò la mia famiglia a fette
perché mia moglie è morta sul più bello
e poi manco c'ho i soldi per comprarmi un coltello
sono così povero che il cibo me lo cerco nella monnezza
mica sono pieno di soldi come Caparezza
io sono inglese, pago le tasse e allora perché il Governo mi lascia in mutande?
Prima di dire "fuck off" meglio se la chiudo qui, anche se ho ancora tante domande...

Io sono un errore...
no, scusate ho fatto un errore.

Io sono un eroe, perché sbotto a tutte le ore
Sono un eroe, me la volete dare o no 'sta cazzo di pensione?
Sono un eroe, perché li combatto anche se manco so cosa sono i cravattari
Sono un eroe, perché il mio film vi commuoverà pure se siete sicari
Sono un eroe, grazie alla pillola blu straordinario tutte le sere
Sono un eroe, il Banksy del mio quartiere
Sono un eroe, scrivere sui muri è il mio superpotere


(voto 8/10)




La rubrica delle uscite cinematografiche è tutta nuova e no, non è un inganno

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Ch-ch-ch-ch-changes.
Dimenticate Thursday's Child. Da questa settimana la rubrica sulle uscite cinematografiche settimanali “in onda” qui su Pensieri Cannibali e in simulcast sul blog del mio rivale Mr. James Ford cambia pelle e si rinnova. Insieme a me e al Ford, in ogni puntata ci sarà come ospite speciale un blogger diverso.
Si comincia con Mr. Ink di Diario di una dipendenza, un sito che si occupa principalmente di libri e letteratura, ma che offre un notevole spazio anche a film e serie tv. Una penna brillante per aprire alla grande questo nuovo, o semi-nuovo, appuntamento fisso. Tutti gli altri blogger si tengano però pronti, perché presto o tardi verrà anche il loro turno di unirsi a noi. Questa è una promessa, e anche una minaccia!


L'inganno
"Posso offrirti qualcosa da bere, Elle?"
"Certo, Colino. Basta che non sia un White Russian."

Cannibal Kid: Quale modo migliore per aprire la rinnovata rubrica sulle uscite settimanali, se non il nuovo film della migliore regista del mondo?
Sofia Coppola torna con un nuovo attesissimo lavoro e spero che Mr. Ink mi appoggi dagli attacchi del bruto Mr. Ford, che cercherà di convincere il mondo che la Coppola Jr. dopo Bling Ring sia un'Autrice finita, ma non è vero. Se proprio dobbiamo attaccarla, facciamolo per quella cacchiata natalizia di A Very Murray Christmas. L'inganno dovrebbe comunque segnare un ritorno alle sue origini, quelle del capolavoro assoluto Il giardino delle vergini suicide, nonostante il fatto che si tratti di un remake mi lasci un po' perplesso. Il film originale, La notte brava del soldato Jonathan, ho anche provato a guardarlo, ma devo ammettere di aver abbandonato la visione per noia dopo pochi minuti. Sarà che io già non sono un grande fan del Clint Eastwood regista, ma certo che come attore era (ed è) proprio una cagna maledetta, ahahah!
Il film è tratto inoltre da un romanzo, che però manco Mr. Ink ha letto. E se non l'ha fatto lui che legge 3 mila libri al giorno, mi sa che non l'ha fatto nessuno né in questo mondo, né sulla città dei mille pianeti.
Ford: Sofia Coppola è per me un'incognita. È riuscita, negli anni, a tirare fuori film sopravvalutati e radical chic - Lost in translation -, produzioni decisamente interessanti - Marie Antoinette e Il giardino delle vergini suicide - e schifezzine inutili - Bling ring -. La notte brava del soldato Jonathan è un classico totale ed un thriller pazzesco e semisconosciuto, che ovviamente io adoro - la coppiata Siegel/Eastwood garantisce -, dunque un remake potrebbe scavare la pietra tombale per la figlia d'arte qui al Saloon, ma chissà.
Quello che è certo è che la presenza di Mr. Ink potrebbe spostare gli equilibri di una rubrica troppo spesso rovinata dagli assurdi commenti di Cannibal Kid.
Mr. Ink: Riaprirò un’antica ferita del Cannibale, e chiedo perdono, ma a me Sofia Coppola non è mai piaciuta. Certo, ci sono Le vergini suicide e i fiumi di parole di Lost in Translation, che somiglia tanto a quelle commedie indie che dico io. Certo, dove lascio il buon gusto dell’irriverente Marie Antoinette? Sulla scia della noia di Everywhere, sotto gli zerbini dello stupidissimo Bling Ring. Vorrei dichiararmi scettico, ma L’inganno e il suo cast ispirano. Non abbastanza da recuperarsi quel romanzo troppo datato né da riscoprire il film con un giovane Eastwood che come attore no, non brillava di certo, ma tanto da fiondarsi al cinema.

"E ora serviamo in tavola un delizioso assaggio del nostro ospite di oggi: Mr. Ink."


Valerian e la città dei mille pianeti
"A chi è venuto in mente di ospitare Mr. Ink per inaugurare il nuovo format della rubrica sulle uscite?"
"Credo a Ford. Cannibal avrebbe preferito avere Rihanna..."

Cannibal Kid: Non sono un patito di sci-fi come quel nerd di Ford e Luc Besson mi piace solo a tratti. Questo Valerian che qualcuno (stranamente non io) ha definito uno Star Wars sotto LSD mi attira però parecchio, complice un gran bel cast (Cara Delevingne + Dane DeHaan + Rihanna + Clive Owen + Ethan Hawke) e il fatto che sia una francesata e non un'americanata. Il rischio cacchiata è altissimo, però I want to believe.
Ford: ho sempre detestato Besson. Da prima che iniziassi a detestare Cannibal Kid. Cosa accadrà dopo questa settimana a Mr. Ink? Per scoprirlo non si dovranno girare mille pianeti, ma arrivare a leggere tutta la nuova versione della rubrica.
Mr. Ink: Correva l’anno 1994. Gli estimatori di Forrest Gump e Pulp Fiction guerreggiavano, in tempo di Oscar – scommetto che, almeno per quella volta, il Cannibale e Ford stavano dalla stessa parte della barricata. Da qualche parte, nascevo io. E, crescendo, mi sarei defilato dalla diatriba a modo mio: se penso a quell’annata, infatti, penso a Léon (mio fratello, sapete, non si è chiamato così per un soffio) e poi a tutto il resto del cinema. Ho un occhio di riguardo per Besson, e quanto amo il bianco e nero del suo Angel-A, ma gli effetti speciali a profusione e le due ore e venti di durata di Valerian non mi avranno facilmente. Con buona pace delle sopracciglia di Cara e del lanciatissimo DeHaan, che dal basso del suo metro e un po’ mi colpisce sempre con un carisma non da poco.


Kingsman – Il cerchio d'oro

Cannibal Kid: Il primo Kingsman m'era sembrato un action spionistico decente, una specie di versione più simpatica e teen del vecchio e antipatico James Ford... volevo dire James Bond. Detto ciò, non sentivo per niente il bisogno di un secondo capitolo che si preannuncia guardabile, ma tutt'altro che imperdibile.
Ford: il primo Kingsman mi era parso una robetta uguale a mille altre assurdamente incensata da gente che non capisce nulla di Cinema come Cannibal Kid. Non sentivo affatto il bisogno di un secondo capitolo, ma neppure del mio socio, eppure sono ancora qui a sopportarlo dopo anni.
Mr. Ink: Questa volta scontento entrambi! Quel lato di me che, da bambino, voleva fare l’agente segreto – tra i miei cult di infanzia, accanto a classici grandi e piccoli, ha un posto tutto suo la videocassetta del primo Spy Kids – aveva scalpitato per Kingsman. E se è bene diffidare dai sequel, il villain interpretato dalla Moore, il ritorno a sorpresa di Colin Firth e le prime impressioni diffuse online mi dicono: sta’ un po’ zitto e goditela, ti divertirai da matti. Di nuovo.

"Taron, sul serio Mr. Ink non vede l'ora di vedere il nostro film?"
"Mark, ma certo. Quello è più bimbominkia di Cannibal. E pure di me."


Noi siamo tutto

Cannibal Kid: Mr. Ink è un patito di young adult, sia romanzi che film, persino più di quanto lo sia io. Incredibile, ma vero. Ciò nonostante, non ha apprezzato un granché questo Noi siamo tutto. Perché, Mr. Ink, peeerché? Non è che ti stai trasformando in Mr. Ford?
La romantica storia di una tipa reclusa in casa che si innamora del suo vicino ha davvero tutto per essere detestato con tutto il suo cuore dal perfido blogger di Lodi. Come Colpa delle stelle, persino più di Colpa delle stelle!
Io l'ho già visto e a breve ne parlerò. Domanda retorica: secondo voi riuscirò a criticarlo?
Ford: lo young adult è un genere che ancora fatico a capire, a meno che non si tratti di uno young adult nello stile di Hank Moody. Lascio quindi al finto giovane di questa rubrica Cannibal Kid ed al giovane vero Mr. Ink il compito di dipanare la matassa a proposito di questo film.
Mr. Ink: Ammiccava a Noi siamo infinito, ma sperava di essere il nuovo Colpa delle stelle (in modo diverso, inutile dire, la mia anima teen aveva adorato entrambi). Purtroppo somiglia più a uno di quei filmini leggerissimi, estivi, che arrivano in sala col tempismo sbagliato. Male non gli si vuole, per carità, ma la fuga di Amandla Stenberg – Cannibale, le sue magliette attillate ti ispireranno forse il titolo “Noi siamo tette?” – non convince, neanche chi, in certi giorni, si fa rabbonire come me. Fatto sta, ho lasciato sfitti i miei dotti lacrimali per This is us.

"Certo che se adesso ci si mette pure Mr. Ink a suggerire i titoli zozzi a Cannibal, io è davvero meglio se non esco mai più di casa."


Glory – Non c'è tempo per gli onesti
"Com'è che sono l'unico ad aspettare il treno diretto Lodi-Casale? Sono due così splendide città..."

Cannibal Kid: Per la serie “pellicola autoriale della settimana che solo il Ford de 'na vorta si sarebbe sorbito e ora manco più lui”, ecco Glory, una produzione bulgaro-greca che racconta di un uomo che trova un sacco di soldi su un binario del treno e invece di tenerseli decide di consegnargli alla polizia. Eroe o pirla?
Ford: pellicola che ai tempi avrei scovato in qualche sala deserta di Milano per darmi un certo tono da critico e cinefilo radical. Per fortuna questi tempi sono finiti, ed ora prendo le cose come vengono, in pieno Lebowski style. E spero prenderà non troppo male questa collaborazione anche Mr. Ink.
Mr. Ink: Sono uno spettatore semplice. Mi sono fermato a “produzione bulgaro-greca”.


L'equilibrio
"La prossima volta te lo dico io chi ospitare in questa rubrica. Quel Mr. Ink non va bene, è troppo onesto."

Cannibal Kid: L'equilibrio, il nuovo film di Vincenzo Marra. Chi è Vincenzo Marra?
E io che ne so?
Meglio chiederlo a Mr. Ink, che lui se ne intende di cinema italiano, al contrario di Ford che negli ultimi tempi se ne intende soltanto di vacanze.
Ford: l'arrivo di Ink a commentare le uscite in sala accanto al sottoscritto e a Cannibal darà equilibrio a questa rubrica? Non saprei davvero. Quello che è certo, è che questa rubrica potrebbe risultare più interessante del film.
Mr. Ink: Come può parlarvi di un film che si chiama L’equilibrio uno come me, che cade anche da seduto? Se Marra non vi attira, e chi vi dà torto, confidate di vedermi capitombolare dal vivo, un giorno di questi. Di sicuro vi divertite di più.


2 biglietti della lotteria
"Questa scena mi provoca un forte senso di déjà vu."
"E' vero. Sembriamo troppo Aldo, Giovanni e Giacomo."
"Beh, sempre meglio che sembrare Ford, Ink e Cannibal."

Cannibal Kid: Una commedia on the road che così, a un primo sguardo, sembra una versione rom di Tre uomini e una gamba e Così è la vita. Potrebbe anche essere simpatico, ma ho le stesse probabilità di guardarlo di quelle che ho di vincere alla lotteria. Soprattutto considerando che io non gioco mai alla lotteria.
Ford: non sono un patito di lotterie e gioco d'azzardo, dunque difficilmente punterò su questo film. Un po' come su Cannibal. Per quanto riguarda Ink, staremo a vedere.
Mr. Ink: A proposito di gioco, ragazzi, punto su altro. Magari sulla conta delle mattonelle del bagno: cose così.


Tiro libero

Cannibal Kid: Una pellicola italiana sul basket, che affronta anche il tema della disabilità?
Pareva un film interessante e coraggioso. Poi ho visto il trailer, che trasuda amatorialità e retorica da tutti i pori. E ho visto che nel cast c'è Biagio Izzo, uno che sta al cinema come Ford sta al... cinema. Ho così capito che questo, più che un tiro libero, è un colpo basso.
Ford: produzione molto casereccia italiana legata ad un tema sociale. Se l'avessero chiamato autogol avrebbe avuto più senso.
Mr. Ink: Ne so poco di sport, figuriamoci di basket. Le mie lacune, sospetto, non le colmerà Alessandro Valori, con Izzo e Conticini in squadra. Non esattamente l’NBA del nostro cinema.

"Evvai, e anche questo Mr. Ink se lo semo levato dalle palle! 


Pet – Vita da animale

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Pet
Regia: Carles Torrens
Cast: Dominic Monaghan, Ksenia Solo, Jennette McCurdy, Nathan Parsons


Il mondo in genere viene diviso in due categorie di persone, almeno per quanto riguarda gli amanti degli animali: c'è la “dog people” e c'è la “cat people”.
La dog people è una persona in genere più estroversa, più esibizionista anche, a cui piace portare il proprio animale domestico in giro, approfittandone per socializzare e magari anche cuccare.
La cat people invece è più introversa, timida, riservata, e pure più indipendente. Se ne sta comodamente a casa sua, facendosi i fatti propri e senza andare a scagazzare in giro.
E poi alla cat people David Bowie ha pure dedicato una sua canzone.





C'è però anche un terzo tipo di persona, meno noto al grande pubblico, ma portato finalmente (?) alla ribalta da Dominic Monaghan, sì proprio il simpatico attore di Lost e Il Signore degli Anelli, nel nuovo film Pet. Si tratta della “people people”, la gente che come animale domestico ha... un essere umano.

"Oggi ti vizio. Che cosa vuoi da mangiare: Whiskas o Friskies?"

Voi a quale categoria di persona pensate di fare parte?
Per scoprirlo, basta rispondere a questa semplice domanda: come animale domestico, cosa preferireste avere?

🙀Un cane come Max di Pets – Vita da animali che, appena lo lasciate a casa da solo, se ne va in giro a combinare guai insieme ai suoi amichetti e, se fa qualche danno giù in città, voi padroni siete costretti a pagare.



🙀Un gatto psicopatico come quello di Una vita da gatto che si crede di essere Kevin Spacey, si ubriaca e combina pure lui un sacco di casini.



🙀L'affascinante Ksenia Solo, attrice canadese nata in Lettonia esperta ballerina, non a caso comparsa anche ne Il cigno nero, che ha cominciato a farsi conoscere in tv nelle serie Life Unexpected, Lost Girl e Orphan Black. Non sporca, non combina casini ed è molto ubbidiente.


Allora, voi chi preferite?


Chiamatelo scemo, chiamatelo pazzo, ma Dominic Monaghan non ha dubbi: sceglie di tenersi come animale domestico Ksenia Solo.


Pet non è però la classica commedia sul rapporto con gli amici animali come può essere un Beethoven, un Air Bud, un Free Willy o il recente citato Una vita da gatto. Trattasi invece di un film che parte come un classico thrillerino stalkerino di quelli che come guilty pleasure mi guardo sempre con gran piacere. A un certo punto la pellicola offre poi un colpone di scena, che non vi svelo non essendo un sadico come Dominic Monaghan, e che cambia parecchio le carte in tavola.

Il film si basa soprattutto sulle due valide interpretazioni dei protagonisti, un Monaghan magro, sbarbato e smunto, e una Ksenia Solo bella ma pure bona ma pure brava.

Come non rimanere terrorizzati da un film con questi due?

La pellicola regala inoltre una buona dose di tensione, in particolare nella prima parte, mentre sul finale tende un po' a strafare. Nel complesso riesce comunque a essere qualcosa di più del classico thrillerino stalkerino da seconda serata di Rai 2, risultando una visione horror parecchio inquietante e malata.

Tornando alla domanda di prima, preferireste avere come animale domestico un cane, un gatto o una Ksenia Solo?
Attenzione perché, nel corso della visione del film Pet, la vostra risposta a sorpresa potrebbe cambiare più di una volta.
(voto 6,5/10)

L'inganno della cadrega

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Soltanto una di queste recensioni de L'inganno, il nuovo film di Sofia Coppola, è quella vera. Riuscite a capire qual è, e quali invece sono solo un inganno?
Leggetele e poi partecipate al sondaggio presente a fondo post. ⬇⬇⬇


L'inganno
Titolo originale: The Beguiled
Regia: Sofia Coppola
Cast: Colin Farrell, Nicole Kidman, Kirsten Dunst, Elle Fanning, Oona Laurence, Angourie Rice, Addison Riecke, Emma Howard


Recensione №1

Non credete a chi vi dice che L'inganno è tratto dal romanzo del 1966 A Painted Devil scritto da Thomas P. Cullinan, o che si tratta del remake di La notte brava del soldato Jonathan, pellicola del 1971 diretta da Don Siegel e interpretata da Clint Eastwood. Sofietta nostra che si mette a rifare un film con Clint Eastwood?
Maddai, ma chi ci crede?

"Una donna ha rifatto un mio film? Il prossimo passo quale sarà? Vorranno per caso candidarsi alla presidenza degli Stati Uniti?"

L'inganno è in realtà il libero adattamento de L'inganno della cadrega di Aldo, Giovanni e Giacomo. La storia di un uomo che si ritrova ospitato in una dimora sperduta nel nulla.




Essendo la versione sofiacoppoliana, ovviamente il tutto è virato più al femminile e le protagoniste che ospitano l'uomo sono un gruppo di vergini suicide. O forse sarebbe il caso di dire omicide, più che suicide. Un gruppo di donne che sono le allieve e le insegnanti di una scuola al femminile sudista, quindi sono terone, mentre l'ospite, più o meno gradito, è un soldato nordista, quindi è della Lega. In pratica Sofia ha giocato a ribaltare quanto mostrato ne L'inganno della cadrega a modo suo.
Il risultato, per quanto raffinato, è decisamente più serioso e meno divertente rispetto all'opera di Aldo, Giovanni e Giacomo, e dimostra come certi lavori cult non andrebbero mai toccati.
(voto 5/10)


Recensione №2

Colin Farrell è un soldato nordista che viene sparato e si trova in mezzo al bosco incapace di muoversi. Una ragazzetta in stile Cappuccetto rosso lo trova e lo porta fino alla scuola in cui vive. Una scuola tutta al femminile popolata da numerose fanciulle affascinanti. Tralasciando le più piccolette, Colin Farrell si trova in casa con Nicole Kidman, Kirsten Dunst & Elle Fanning, il trio più esplosivo dai tempi di Van Basten, Gullit & Rijkaard. Le rappresentanti quasi idealizzate di tre tipi di donna e di tre tipi di seduttrici del tutto differenti. Che Colin Farrell beato tra le donne sia morto e finito dritto in Paradiso?



💋Nicole Kidman è la tipa precisa, seriosa e (f)rigida.



💋Kirsten Dunst è la sognatrice, la romantica, l'eterna innamorata dell'amore. Se fossimo dentro una fiaba Disney, sarebbe la fanciulla che viene salvata dal Principe Azzurro. Peccato che Colin Farrell non sia esattamente il Principe Azzurro e in fondo pure lei non è che sia poi così tenera e innocente come può sembrare. E soprattutto questa non è una fiaba Disney, visto che per girare L'inganno Sofia ha rinunciato a realizzare la sua versione de La Sirenetta.



💋Elle Fanning, qui più sexy e maliziosa che in qualsiasi altro suo film, è invece la giovane aspirante femme fatale che flirta senza ritegno con il soldato piombato nella dimora.



Chi pensate sceglierà Colin Farrell?
Farà una scelta con il cervello e opterà per Nicole Kidman, la donna con cui potrebbe avere un futuro all'interno della scuola, ché un uomo lì in mezzo può sempre far comodo per i lavori manuali?
Deciderà con il cuore, realizzando la fuga d'amore tanto bramata da un'incantevole (anche se in questo film con la faccia un po' gonfia) Kirsten Dunst?
Oppure ragionerà con il pistolino e andrà di avventura sessuale con quell'assatanata Lolita di Elle Fanning?



La risposta a questa domanda provocherà una serie di conseguenze che trascineranno il film dalle parti di una storiella gotica in cui la tensione sale despacito, senza comunque esplodere del tutto in un horror-splatter, come sarebbe potuto capitare se un soggetto del genere fosse finito tra le mani di un altro regista. Anche nei momenti più violenti e inquietanti, la Coppola mantiene comunque una grande raffinatezza nella messa in scena, che le ha fatto vincere penso con merito (anche se gli altri film in Concorso ancora devo vederli) il premio per la migliore regia all'ultimo Festival di Cannes.


A non convincere un granché è però la storia, troppo esile e piuttosto affrettata nella sua risoluzione. Il film lascia con una sensazione finale di incompiutezza. È come se in questo impeccabile quadro dipinto da Sofia mancasse qualcosa. Cosa?
Le emozioni. A questo lavoro mancano le emozioni. Dietro alla sua impeccabile ed elegante facciata esteriore, L'inganno è una pellicola fredda. Per quanto le sue tinte horror siano lievi, il risultato finale è raggelante sotto tutti i punti di vista. All'inizio del film Colin Farrell forse è morto, ma non è finito in Paradiso, come si poteva immaginare in un primo tempo, bensì è caduto giù all'Inferno e Nicole Kidman, Kirsten Dunst & Elle Fanning nonostante le sembianze di angeli (di Victoria) sono in realtà dei demoni troppo superiori e impossibili da sconfiggere per un comune mortale.


La villa di Nicole e compagne in cui è ambientato L'inganno insomma è bella, ricca di fascino, ma non ci vivrei.
(voto 6,5/10)


Recensione №3

Sììì, è arrivato il nuovo di Sofietta Coppola. Girl power, motherfuckers!


Cosa c'è dentro L'inganno?
C'è dentro tutto il cinema di Sofia, e che altro diamine dovrebbe esserci? Allo stesso tempo è però anche qualcosa di differente rispetto a quanto ha fatto in passato.

C'è una variante ottocentesca delle vergini suicide, con alcune variazioni significative. Kirsten Dunst ad esempio non è più la teenager troietta attizzacazzi di turno. Ha ceduto il testimone a Elle Fanning, qui più provocante e zoccola mai. Nicole Kidman ha invece preso il posto della matriarca Mrs. Lisbon interpretata ai tempi da Kathleen Turner. Un'altra che dovrebbe provare a togliersi quel manico di scopa infilato su per il culo, giusto ogni tanto.



C'è poi un po' di Lost in Translation e di Somewhere... oddio, non molto a dire il vero di Lost in Translation e Somewhere. Forse giusto l'isolamento e la solitudine che caratterizza i personaggi di questi film, come d'altra parte un po' di tutti i film della Coppola Jr..



Dentro c'è anche un bel po' di Marie Antoinette, l'altro lavoro d'epoca, e oserei dire epocale, firmato dalla Nostra, soprattutto nella cura delle ambientazioni, degli abiti e delle acconciature.



È rimasto fuori qualcosa?
Sì, A Very Murray Christmas, lo speciale natalizio girato per Netflix, che però è meglio dimenticare, e infine Bling Ring. Anche lì è presente un “branco” al femminile (non me ne voglia l'unico membro maschile della gang Israel Broussard) che, dietro una certa superficiale innocenza, cela una certa ferocia criminale.



Per quanto sofiacoppoliano diciamo all'80%, questo L'inganno risulta però anche un qualcosa diciamo al 20% – se ho fatto bene i calcoli – di inedito all'interno della cinematografia della più talentuosa tra i figli d'arte in giro per le strade di Hollywood. La colonna sonora, innanzitutto. Nessun altro regista, forse giusto Quentin Tarantino, ha segnato con le soundtrack dei suoi film la mia vita, oltre che i miei gusti musicali, quanto Sofia. A partire da The Virgin Suicides, una delle più grandiose colonne portanti e non solo sonore di sempre, sia per le musiche originali composte dagli Air in stato di grazia, sia per i brani cult degli anni '70 presenti. Strepitose pure le soundtrack di Lost in Translation e Somewhere, così come quella super fashion di Bling Ring.


Persino quella cagata natalizia di A Very Murray Christmas aveva una colonna sonora very cool. Molto interessante poi quanto fatto con Marie Antoinette in cui, con uno spirito post-moderno alla Baz Luhrmann, ha osato suonare dentro un film in costume della musica moderna, soprattutto new-wave 80s.
Nel nuovo L'inganno, invece, la Coppola non ha più giocato con il post-moderno, puntando sulle musiche sottilmente inquietanti di Laura Karpman e su alcuni brani interpretati dalle giovani attrici del cast, a dirla tutta piuttosto fastidiosi. Per la prima volta nella mia vita quindi una colonna sonora di Sofietta non entrerà a far parte della mia vita. Ebbene sì, bitches.


Tralasciando le musiche, un aspetto sempre fondamentale nel lavoro della Coppola, c'è proprio una differenza di approccio rispetto al solito. Per quanto ambientato a fine Ottocento durante la Guerra di Secessione, il film affronta tematiche che risultano ancora oggi molto attuali come la guerra in generale e soprattutto la guerra dei sessi. Eppure Sofia questa volta, per la prima volta nella sua carriera, ha scelto di essere poco pop rispetto al solito e molto più classica.


Il cinema al femminile e (moderatamente) femminista della Coppola è poi qui più ambiguo che mai. Le donne dimostrano di essere superiori sotto tutti gli aspetti rispetto agli uomini, o almeno al Colin Farrell scelto per rappresentare l'intero stupido codardo campionario dell'umanità al maschile. Le donne qui sono più intelligenti, astute, affascinanti e pure feroci che mai.


ATTENZIONE SPOILER
La guerra dei sessi la vincono facilmente loro, ma ne escono anche come delle vincitrici spietate. Senza cuore. Colin Farrell avrà pure le sue colpe, solo che la punizione che subisce (amputazione di una gamba + morte) sembra un tantinello eccessiva. La morale della poco fiabesca favola raccontata è che un uomo può anche uscire vivo dalla guerra, ma non da una casa piena di donne.
Anche così cattiva, comunque, Sofia Coppola ci piace parecchio. Se vi invita a cena da lei, però, io fossi in voi i funghi li rifiuterei.
FINE SPOILER
(voto 8-/10)


Qual è la vera recensione cannibale de L'inganno?
Rispondi nel sondaggio qui sotto ⬇⬇⬇ e se ti va segnala la tua risposta anche nei commenti al post. Tra tutti quelli che indovineranno, verrà estratto un fortunello che riceverà un premio speciale...

Noi siamo tutto, e siamo anche del tutto modesti

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Noi siamo tutto
Titolo originale: Everything, Everything
Regia: Stella Meghie
Cast: Amandla Stenberg, Nick Robinson, Anika Noni Rose, Ana de la Reguera, Danube Hermosillo, Taylor Hickson


Senti il titolo “Noi siamo tutto” e subito ti viene in mente Noi siamo infinito...



No, non la canzone di Alessio Bernabei, per Dio! Mi riferisco al delizioso film The Perks of Being a Wallflower, uscito dalle nostre parti appunto con il titolo di Noi siamo infinito. Anche perché “Le gratifiche di essere un ragazzo da parete” non è che fosse tra i titoli più immediati possibili. Adesso è arrivato questo film che negli Usa si chiama Everything, Everything. Un nome che a me fa venire in mente la poco conosciuta band indie-rock britannica Everything Everything.



Anche in questo caso comunque non c'entra niente. Everything, Everything è una pellicola tratta da un romanzo young adult drammatico e romantico e quindi a questo punto per cercare di “venderlo” sul mercato italico era necessario, era obbligatorio un titolo che strizzasse l'occhio a un altro lavoro young adult recente. All'inizio avranno pensato a qualcosa che richiamasse Colpa delle stelle, del tipo “Colpa del tutto”, però era un pochino catastrofico e così hanno deciso di chiamarlo Noi siamo tutto. E che Bernabei non osi farci su una nuova canzone.

Noi siamo tuttooooooooo-oooooooooh-ooooooooh-oooooooooooh-oooooooooooh

Di cosa parla comunque Noi siamo tutto?
No, non parla di tutto e di tutti. Parla solo di Maddy, una ragazza di 17 anni che non è mai uscita di casa. Non perché sia asociale o misantropa. È che soffre di ADA-scid (deficit dell'enzima adenosina deaminasi), nota anche come sindrome del bambino nella bolla. Il suo sistema immunitario è compromesso e quindi se uscisse di casa sarebbe soggetta a ogni tipo di infezione, che la potrebbe portare rapidamente alla morte. Un po' quello che succedeva a Jake Gyllenhaal in Bubble Boy. Solo che quello era un film più goliardico e scemo, mentre questo è più serio e toccante. Una pellicola toccante su una tipa che non può essere toccata?

Una cosa tristemente ironica. Guardare, ma non toccare, ed è un vero peccato non poterla toccare. Quando pensi a una ragazza che non è mai uscita di casa, immagini una tipa del genere...


E invece no. Sorpresa! Maddy è così...




A vestire i panni della malata ma gnocca Maddy c'è Amandla Stenberg, che i fan di Hunger Games ricorderanno nei panni della piccola bimbetta Rue, ora non più così piccola.


Un giorno un ragazzo, Olly (interpretato da Nick Robinson visto in The Kings of Summer e Jurassic World), entra nella vita di Maddy. Entra magari non è il verbo giusto. Diciamo che la aspetta fuori, e non nel senso minaccioso che vuole menarla. Lui è il bel tenebroso che si trasferisce nella casa di fianco alla sua. All'inizio non capisce perché lei non esca mai di casa. Pensa semplicemente che sia un po' sfigata, o che forse ha troppe serie da recuperare su Netflix per poter avere una vita sociale. Olly e Benji Olly e Maddy cominciano così a parlare in chat, su Facebook, Badoo, WhatsApp e poi si danno al sexting pesante...

"Ok le precauzioni, Maddy, ma un semplice preservativo non potrebbe bastare?"

No, non è vero. Questa è solo una cosa che si è immaginata la mia mente malata. I due si scrivono dei messaggi molto profondi e dolci, ma non smielati, fino a che la verità su di lei viene fuori. Cosa succede a questo punto?


Succede che dico: “Basta!”. Vi ho già spoilerato fin troppo e lascio a voi il piacere di scoprirlo, guardando questo film che sa sorprendere con un colpo di scena quasi shyamalaniano, ma che nel complesso è soprattutto un young adult sentimentale e drammatico, tenero e poetico, che affronta il tema della malattia con un pizzico di umorismo che non fa mai male e che poi sa anche come commuovere. In pratica, è il Colpa delle stelle/Io prima di te del 2017. La storia romantica che riesce a far sciogliere persino i cuori più algidi come il mio. La classica pellicola adolescenziale che tutti faranno finta di schifare, quando in realtà gli farà versare così tanti fiumi di lacrime che, se raccolte, risolverebbero subito il problema della siccità a Roma e in mezzo mondo da qui ai prossimi 50 anni.


(voto 7/10)


Madre! Chi è l'ospite della rubrica di oggi?

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Questa settimana c'è un solo film tra quelli in uscita che merita di essere visto di corsa. E no, non mi riferisco a Emoji – Accendi le emozioni e spegni il cervello.
Questa settimana inoltre c'è un solo ospite di questa rubrica che merita di essere letto. E no, non parlo di me né tanto meno di Mr. Ford, visto che siamo i soliti padroni di casa. Ce l'ho con Babol, l'autrice de Il Bollalmanacco di Cinema, un blog che unisce divertimento e competenza con una sapienza che si avvicina a quella di Pensieri Cannibali.
O quasi.


Madre!

Babol: Ci abbiamo provato, io, il Cannibale e Ford, ad infiltrarci durante la proiezione di Madre! a Venezia, travestiti da JLaw, Aronofsky e Javier Bardem. Non so come ma ci hanno riconosciuti e cacciati a pedate come dei plebei qualsiasi, così non abbiamo potuto unirci al coro quasi unanime di insulti, sputi e vituperi che hanno ricoperto l'ultima opera del povero Aronofsky. Non so i miei colleghi, ma io sono pronta a vendicarmi correndo al cinema piena di grandi e positive speranze, anche se la Lawrence mi ha spaccato i cabasisi da tempo.

"AAAH! Ma cosa sono i cabasisi?
Questa Babol è più incomprensibile dei film di Aronofsky!"

Cannibal Kid: Il film più controverso dell'anno, e forse della storia del cinema recente, è pronto alla prova del pubblico italiano. Dopo i fischi di Venezia e l'accoglienza a dir poco negativa di spettatori e critici Usa, sicure al 100% arriveranno pure le bottigliate più prevedibili dell'anno da parte di quel bigotto moralista di Ford. Molto più interessante sarà invece scoprire la reazione della sempre imprevedibile Babol, una blogger che oscilla con disinvoltura tra le produzioni più trash e quelle più autoriali. Chissà poi cosa potrò pensare io, da sempre sostenitore e difensore sia di Jennifer Lawrence che di Darren Aronofsky, anche se nulla ho potuto ribattere alle critiche nei confronti del suo ultimo orrido Noah. Qui inoltre sento forte l'odore di un suo potenziale Antichrist, l'unico film di Von Trier che non ho apprezzato, e quindi il rischio che gli piovano addosso fischi e bottigliate anche da parte mia non è da escludere. In ogni caso, piaccia o meno, questo è uno di quei film da non perdere!

"Javier, ma perché Cannibal è l'unico al mondo che non vuole criticare il nostro film?
C'è qualcosa che non va nel mondo, o in lui?"

Ford: ormai ho l'impressione che Aronofsky, fatta eccezione per quella meraviglia di The wrestler e la gran ficata che fu Il cigno nero sia tornato ad essere quello che era nella prima parte della sua carriera, ovvero una pippa mascherata da grande autore. Jennifer Lawrence a parte, infatti, questo Madre! si candida ad essere uno dei titoli più bottigliati dell'autunno, anche se non mi dispiacerebbe essere smentito a riguardo.
Del resto, io sono sicuramente più imprevedibile in stile Bolla che non stantìo e finto giovane e alternativo come Cannibal.

"Oh oh, m'è sembrato di vedere un Ford!"


Emoji - Accendi le emozioni

Babol: Potevo immaginare solo una cosa peggiore delle ammorbantissime emoticons: un cartone animato SULLE emoticons. Con Patrick Stewart messo a doppiare la cacchina!!! Gesù. Il Cannibale sarà anche Cucciolo Eroico ma credo che nemmeno lui s'abbasserebbe a vedere una simile rumenta mentre Mr. Ford non ha neppure Facebook, figuriamoci se userebbe i pargoli come scusa per guardare un film così insulso! ... o forse no?
Cannibal Kid: Le emoji le uso sempre molto volentieri. Detto questo e va bene che oggi un film non lo si nega a niente e a nessuno, però non credo ci fosse bisogno di una pellicola a loro dedicata. E invece l'hanno fatta e si preannuncia una di quelle bambinate animate finto trasgressive perfette per Ford. Peccato solo che lui le emoji non sappia manco cosa sono...
Per fargli prendere confidenza con il tema gliene voglio allora dedicare una, questa: 💩.
Quanto a Babol che fa finta di schifare tanto questa cacchina di pellicola, mi sa invece che ha già il suo posto in sala prenotato al sempre tanto criticato cinema di Savona. Anche perché sarà l'unico nuovo film che arriverà dalle sue parti. 😉
Ford: dall'avvento degli smartphone e compagnia io ho usato sempre e solo due emoticon. L'occhiolino e il sorriso. Ma più di questo non penso di poter reggere. Figuriamoci un intero film. Roba da pseudo giovani come Cannibal e filo-jappo come la Bolla.

"Ford, vieni a farti dare un caloroso abbraccio. E pure tu Babol, non fare la timida!"


Jukai – La foresta dei suicidi

Babol: Per fortuna o purtroppo posso risparmiarmi di guardare questa ciofeca pseudohorror al cinema perché l'ho già vista e vorrei capire dove hanno tirato fuori lo jukai, quando nel film si nominano gli yurei. Mah. So che Ford e il Cannibale non si sono persi nemmeno una puntata di Game of Thrones ma stavolta non basta nemmeno il musetto da Lola Bunny porca di Margacosa, lì, Natalie Dormer, a risollevare le sorti di un film moscio come pochi. Non guardatelo che poi mi tocca venirvi a recuperare ad Aokigahara per la disperazione!
Cannibal Kid: Pure io questo film l'ho già visto e mi fa ben sperare nei confronti di Madre!. Se sono l'unico al mondo ad aver apprezzato questa ciofeca pseudohorror, è probabile che sarò l'unico al mondo a gridare al geniale capolavoro nei confronti del nuovo di Darren mio, anzi di Darren di Jennifer. Sarà perché non riesco a resistere alla Lola Bunny porca, qui presente addirittura in versione doppia, o sarà che mi è sembrato un horrorino dalle atmosfere e ambientazioni affascinanti e inquietanti, ma nonostante una parte finale piuttosto discutibile (come d'altra parte il 90% delle produzioni dell'orrore), a me non è dispiaciuto affatto. E qui se volete vi potete beccare pure la mia recensione.
Ford: io di horrorini del cazzo ne ho le palle piene. Dunque farò lo snob e lascerò all'esperta con lo stomaco del settore Bolla ed al pusillanime Peppa Kid l'onore (???) di recensirvi questa robetta.

"Jennifer, facciamo gara a chi urla più forte?"
"Nah, meglio baciarci."


L'incredibile vita di Norman
"Sono su una scala mobile con le cuffiette alle orecchie... Wow! Mi sento più ggiovane e futuristico di Cannibal Kid!"

Babol: Il titolo originale è più accattivante di quello italiano, come al solito. "La tranquilla ascesa e la tragica caduta di un risolutore newyorkese" profuma di tragicommedia indipendente lontano un chilometro, anche perché per l'occasione Richard Gere si è parecchio imbruttito. Ma chissenefrega di Richard Gere quando c'è Dan Stevens! Chiù Dan Stevens pe' tutte!!! Detto questo, mi sa che L'incredibile vita di Norman potrebbe essere un film che piacerà solo a me, sento già le risate stranamente congiunte di Ford e del Cannibale...
Cannibal Kid: Non mi attira un film intitolato L'incredibile vita di Norman e La tranquilla ascesa e la tragica caduta di un risolutore newyorkese non mi pare molto più accattivante, anzi. Mi vedrei un film su un risolutore giusto se fosse interpretato da Jessica Chastain, non certo da Richard Gere, per giunta imbruttito. Che poi non so se l'ha fatto volontariamente per fare l'indie, o è solo che è più vecchio di Ford e quindi gli anni stanno cominciando a passare pure per lui. Fatto sta che mi sa di porcatina esistenziale che piacerà, e pure guarderà, solo Babol. Anche perché Dan Stevens, nonostante Legion e The Guest, dopo La Bella e la Bestia in cui era molto meglio in versione Bestia, nun se pò più vedè.
Ford: robetta finto alternativa che potrebbe finire per scontentare perfino il re dei finto alternativi Cannibal Kid, ma forse non la Bolla, invaghita come Katniss Kid di Dan Stevens, che a parte l'ottimo The Guest non ne ha azzeccata una neanche per sbaglio.
Altro titolo che dribblo, dunque, molto volentieri.


Alibi.com
"Ma basta con 'sti Bollalmanacchi e WhiteRussian! Passate dal nostro sito."

Babol: Ho visto il trailer al cinema e mi è sembrata una scemenzina simpatica, girata da maledetti franscesi, buona per farsi due risate in una serata di stanca. Insomma, servirebbe un ottimo alibi per guardarlo senza essere insultati da eventuali lettori. Chissà cosa si inventeranno i miei due compari per giustificare le recensioni di Alibi.com che spunteranno prima o poi sui loro blog...
Cannibal Kid: Io non ho certo bisogno di alibi o di scuse per vedere e recensire un film del genere, visto che i miei lettori sono abituati a ben di peggio. E la mia passione per il cinema francese, anche per le commedie, è ormai cosa nota. I lettori di White Russian poi sono abituati ai 10 bicchieri di apprezzamento nei confronti di robette come Kung Fu Panda 3 o Cars 3 o qualsiasi altro terzo capitolo di saghe per bimbetti, quindi...
Ford: ormai sono troppo vecchio per gli alibi. E non ne ho bisogno per saltarmi film come questo. Ma siamo finiti nella settimana cannibalesca e nessuno me l'ha detto, Big Babol per prima?


L'intrusa
"Mi sento più spaesata di Babol mentre fa un ménage à trois con Ford e Cannibal..."

Babol: Eh ben, poteva mancare l'allegria di un bel polpettone drammatico italiano questa settimana? Giammai! E mica solo uno, eh. Ovviamente, dall'alto della mia ignoranza non conosco il regista Di Costanzo e francamente l'idea di guardare un film di donne, centri sociali, camorra e tristezza assortita poco mi arride, quindi passo la palla ai miei due colleghi che avranno sicuramente un'opinione più costruttiva della mia.
Cannibal Kid: L'intrusa? E che cos'è? Un instant movie dedicato all'apparizione di Babol in questa rubrica?
Ford, ma chi l'ha invitata questa? Sei stato tu?
Ford: ma se sei tu che inviti tutti per paura di stare da solo con me!?!?


Una famiglia
"Hai sentito che Babol è la nuova ospite della rubrica cannibalfordiana?"
"Ma perché non hanno invitato me? Cos'ha lei che io non ho?"

Babol: Ecco la seconda opera italiana zeppa di allegria! Non ricordo quali siano le opinioni dei miei colleghi sulla Ramazzotti ma a naso direi che questo film potrebbe essere più Cannibale che Fordiano. Francamente, ho letto la trama e da donna mi angoscia, odio le pellicole in cui femmine dall'animo debole vengono assoggettate da uomini indegni, se poi ci sono di mezzo dei bambini ancora peggio. Di nuovo, lascio che i miei due compari spendano parole più illuminate (o obnubilate dalla Ramazzotti?)!
Cannibal Kid: Micaela Ramazzotti mi piace, anche se non mi entusiasma del tutto. In questo film comunque c'è da sottolineare soprattutto la presenza di Matilda De Angelis, la Jennifer Lawrence italiana. E voci da Venezia mi dicono che, anche se la pellicola non è un granché, qui compare senza veli. Quindi di cosa stiamo a parlare ancora? Questo è un film da vedere senza se e senza ma.
Ford: per me l'unica Ramazzotti è la sambuca. Detto questo, Matilda De Angelis senza veli me la gusto molto volentieri.

"Sul serio quei due blogger sperano di vedermi nuda?
Oltre che due porci, sono due illusi!"


Babylon Sisters
"Dai sister Babol, vieni anche tu qui! Tanto non potrai mica recitare peggio di noi..."

Babol: Leggere “attori non professionisti” solitamente mi fa venire la pellagra, soprattutto in una storia che mescola razzismo, vecchiacci che in realtà sono buoni come il pane e... Bollywood? Ma per carità: molto meglio sfidare Ford e il Cannibale a chi è in grado di scovare e guardare le ultime perle trash della vera Bollywood senza farsi sanguinare gli occhi!
Cannibal Kid: Ma che, questi fanno sul serio?
Se non altro loro ammettono di essere attori non professionisti. Cosa che dovrebbero fare pure molti degli action heroes tanto esaltati da Ford. E alcuni forse anche da Babol.
Ford: ci sono attori non professionisti, e critici non professionisti. E non sto parlando, ovviamente, della Bolla. Ma degli altri due.


Last Christmas
A forza di dirgli che è un pericolo ambulante,
ora Ford per precauzione se ne va in giro con quest'auto.

Babol: Commedia surreale ispirata ad uno dei film cult del regista, ovvero Clerks. Sinceramente, non ho ancora capito chi, tra il Cannibale e Ford, sia Dante e chi Randal ma quello che ho capito è che da questo film mi terrò mooolto lontana.
Cannibal Kid: Già il fatto che uno giri un film in bianco e nero non ispirato dai Grandi Classici, ma da quella cagatina di Clerks, una delle pellicole più sopravvalutate di tutti i tempi e non a caso un cult fordiano assoluto, fa capire il livello cinematografico del regista. E poi fanno uscire un film intitolato Last Christmas a settembre? Ma la stagionalità tanto cara sia a me che a Ford allora la buttiamo proprio nel cesso?
Ford: la stagionalità, nel Cinema come in tutte le arti e nella vita, è fondamentale. Quindi George Michael e Babbo Natale possono aspettare fuori insieme a tutti i cannibali ed i registi che pensano di poter limitare o vituperare un cult assoluto come Clerks.


Chi m'ha visto
"Fiorellino, un consiglio: cambia mestiere."
"Quindi secondo te devo smettere di recitare?"
"Io intendevo smettere di suonare... perché, davvero c'è qualcuno che ti fa recitare?"

Babol: Non certo io. Scusami, Pierfrance', tu sei un gran figo ma Fiorellino non lo reggo proprio, né attore drammatico né comico, come in questo caso. E ora vi lascio che devo contattare la Sciarelli, non trovo più né il Cannibale né Ford e non vorrei che fossero davvero scappati ad Aokigahara per cercare le due Dormer bionda e mora, lasciandomi così come unica padrona incontrastata della Blogosfera!
Cannibal Kid: Le commedie italiane recenti per una serata scacciapensieri il loro dovere spesso lo sanno fare. È una cosa che a sorpresa sta comprendendo persino quel cocciuto di autore di White Russian. Io poi una pellicola a tematica musicale me la guardo sempre volentieri. Sono pure curioso di vedere come se la cava Fiorellino per una volta non alle prese con un biopic Rai. Anche se forse il suo personaggio di musicista fallito è ispirato alla vera storia di un certo James Ford...
Io intanto sono già fuggito a Aokigahara (anche se non so pronunciarlo), sperando di trovare almeno una Dormer. Anche se al massimo so che mi imbatterò in Ford o Babol, due tipi sempre in giro per il mondo tutto l'anno, e che, considerando che di cinema ne capiscono persino meno di me, forse dovrebbero cambiare genere e aprire un blog di viaggi, uahahah!
Ford: io non ho visto proprio nessuno. In fondo, girando così tanto, è difficile che veda le stesse facce più di una volta. Se poi si tratta di quella di Cannibal, meglio non incontrarsi proprio! E a Babol dico di tenersi alla larga dal suo amato Giappone e dall'altrettanto amata Australia: potrebbe trovare tracce dei due bloggers più terribili mai apparsi sulla Terra!

"Oh yeah! Mi sento più rock di Ford quando ha suonato ad Amici di Maria de Filippi."

La musica più figa e meno figa del mese – Top e Flop di settembre 2017

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Archiviati i tormentoni estivi e le latinate varie, è ora il momento di tornare alla musica seria. O più o meno seria. Da qui alla fine dell'anno sono previsti i rientri sulla scena di un sacco di big della musica e qualcuno ha già cominciato a sparare le prime cartucce. Tra delusioni e sorprese, più qualche novità e qualche rubrica, andiamo a scoprire il meglio e il peggio offerto dalla scena musicale nelle ultime settimane.
Buon ascolto.
O cattivo ascolto, a seconda dei punti di vista e soprattutto dei punti di udito...
Ok, questa era pessima anche per i miei standard.



Flop


9. Mogwai

Non sono mai stato un grande fan dei Mogwai, così come in generale della musica post-rock di cui sono tra i principali, e ormai possiamo dire pure tra i più storici, esponenti. Probabilmente sbagliando, ma ho sempre considerato il post-rock come una specie di versione per ascensori del rock vero. Una musica per lo più strumentale, dilatata, ideale per un ascolto in sottofondo, che però non emoziona o esalta in maniera particolare. Questo fino alla splendida colonna sonora della serie Les Revenants composta proprio dai Mogwai, con dei brani post-rock che finalmente sono riusciti a darmi i brividi.
Un idillio destinato comunque a una durata breve. Sia con Les Revenants, che a una stagione 1 capolavoro ne ha fatta seguire una seconda a dir poco mortalmente noiosa, che con i Mogwai, subito tornati a restarmi indifferenti. Il loro nuovo album Every Country's Sun scorre via né bello né brutto, senza lasciare traccia.
Post-rock?
Bah, mi sa che gli ho dedicato fin troppo spazio in questo post.




8. Bjork

Ah, ricordo quando Bjork era una delle mie cantanti preferite e uno dei miei miti assoluti.
Adesso, e anzi già da qualche tempo, l'abbiamo purtroppo persa, nei suoi deliri ai limiti dell'inascoltabile e dell'incomunicabilità terrencemalickiana. Il nuovo elegiaco singolo The Gate apre la porta a un altro disco che farà venire una gran noia e un gran nervoso, anche se spero non sarà così. Il tanto esaltato nuovo video new-age inoltre a me pare giusto la versione bjorkiana di Avatar. E non è un complimento.
Oh Bjork, where art thou?




7. Billy Corgan

Quanto adoravo gli Smashing Pumpkins, un tempo.
Quanto mi mette addosso una Infinite Sadness il sempre più spento Billy Corgan (o meglio William Patrick Corgan) solista, ora.




6. U2

C'è stato un periodo in cui la musica degli U2 era bella.
C'è stato un periodo in cui la musica degli U2 era fastidiosa.
Adesso la musica degli U2 provoca più che altro indifferenza. Cos'è peggio?




5. Sam Smith

Evvai, se non mi sono cadute le palle ascoltando il nuovo singolo di Sam Smith, non mi cadranno mai più!

Errata corrige: come non detto, mi sono cadute in questo istante.




4. Giusy Ferreri

La voce di Giusy Ferreri mi perseguita!
Sto quasi meditando di denunciarla per stalking. La sua voce, non lei.




3. Francesco Gabbani

Dopo questa canzone, esiste ancora qualcuno che considera Gabbani il nuovo fenomeno della musica italiana?




2. Pezzali, Nek & Renga

Il trio più minaccioso dai tempi di altri tre tizi duri da battere: Hitler, Mussolini & Franco.
Anzi no, dai tempi dei tre tenorini de Il Volo.




1. Gianluca Vacchi

Gianluca Vacchi è l'uomo famoso per essere famoso.
Per cercare di giustificare la sua popolarità, ecco che adesso ha tirato fuori un disco di musica dance. Tralasciando il fatto che il pezzo possa averlo davvero fatto lui, o dietro ci sia un ghost-dj come nel caso dei ghost-writer per i libri autobiografici dei VIP, ma questa canzone fa pena. Non lo dico per partito preso o per pregiudizio nei suoi confronti. Lo dico perché è una robetta di musica house commerciale che già nei primi anni zero sarebbe risultata vecchia e fuori moda. Non per dire, ma io con il giochino della Playstation Music 2000 facevo cose molto più avanti. E ormai sono passati quasi 20 anni. Cosa che mi fa sentire quasi più vecchio di Vacchi.


Per essere opera di uno degli uomini più (inspiegabilmente) trendy del momento, un brano davvero poco trendy. Spero che il viento lo spazzi via in fretta. Lui e la sua “musica”.





Top

8. Taylor Swift

Prosegue la mia relazione di amore e odio nei confronti di Taylor Swift.
Dopo essere finita nell'Inferno dei Flop il mese scorso, l'ex country star ritorna nel Paradiso dei Top, e non so nemmeno io come o perché.
Se il precedente singolo “Look What You Made Me Do” appariva troppo sexy, sfrontato, estremo e puttanpop per il solito style di Taylor, il nuovo “...Ready For It” è ancora più sexy, sfrontato, estremo e puttanpop d'alto bordo. Solo che paradossalmente funziona. Sarà per via della melodia che emerge in mezzo ai bassi dubstep paura e al quasi rappato della Swift. Sarà che è talmente ridicolo da fare il giro e diventare bello.
In ogni caso, il 4 novembre (o comunque il giorno in cui verrà leakkato in rete), quando uscirà il suo nuovo album Reputation, vedremo se con Taylor sarà ancora ammore, o ancora odio. Are you ready for it?




7. Caparezza

Con Caparezza, così come con Taylor Swift, ho sempre avuto un rapporto di amore litigarello. Ho cominciato a conoscerlo con il singolo Tutto ciò che c'è e poi ho iniziato ad apprezzarlo, come quasi tutti, con il tormentone Fuori dal tunnel e l'album cult Verità supposte. Dopodiché mi è piaciuto persino di più con i lavori successivi, fino a toccare l'apice con il pezzone Eroe (Storia di Luigi delle Bicocche). Con gli ultimi due album, pur esaltati da pubblico e critica, aveva invece cominciato a stufarmi. Persino lui a quanto pare si era stufato di se stesso, visto che il nuovo Prisoner 709 è in pratica un concept album sul restare intrappolati dentro la propria prigione mentale. Il disco è influenzato inoltre dall'acufene, il fischio all'orecchio che l'ha colpito dal 2015, e che l'ha fatto diventare un po' il Baby Driver della musica italiana. Il Capa non ha quindi vissuto un periodo facile, di recente, ma come spesso accade, non tutto il male vien per nuocere e alla fine questa crisi personale lo ha portato a realizzare un disco che, per quanto non segni un cambio di rotta radicale nel suo percorso musicale, rappresenta un bel segnale di rinnovata vitalità. Non tutto funziona alla perfezione, ma se non altro dentro ci sono due nuovi gioiellini: Una chiave, tra le migliori canzoni della sua intera carriera, e Ti fa stare bene, che nella sua semplicità elementare (non a caso il ritornello è cantato proprio da un coro di bimbi delle elementari) dice una grande verità di cui tutti dovrebbero far tesoro.




6. The National

I The National sono una garanzia. Questo è un loro grande pregio, ma forse è anche il loro unico limite. Esce un loro disco, e sai già che sarà bello. Il nuovo Sleep Well Beast infatti lo è, bello. Molto bello. Nonostante qua e là ci sia un tocco di elettronica più del solito, e qualche pezzo in zona rockeggiante più del solito, alla fine il risultato è... il solito. Una raccolta di ballatone emozionanti che ci terranno compagnia per tutta la stagione Autunno/Inverno. Come cura a mesi di Despacito e latinoamericanate assortite dovrebbe funzionare.




5. Colapesce

Sarà anche una cosa scontata da dire, ma la nuova canzone di Colapesce è veramente... totale.




4. INHEAVEN

La musica rock chitarristica non è che stia passando uno dei periodi di miglior salute della sua storia personale, chi sostiene il contrario credo viva dentro un'illusione. O una bolla. Ci sono però in giro ancora delle band che tengono accesa la fiamma del genere e che essendo creature in via d'estinzione vanno protette. Come i britannici INHEAVEN.




3. Morrissey

È sempre un piacere rivedere in giro il Moz.
Ma non ditelo alle forze dell'ordine romane, mi raccomando.




2. Charlotte Gainsbourg

La nymphomaniac è tornata a cantare e io, in attesa del suo primo album da 7 anni a questa parte, dopo i primi due lussureggianti assaggi “Rest” (realizzato insieme a metà dei Daft Punk) e “Deadly Valentine” sono già infoiato.






1. Zola Jesus

Speravo che il nuovo disco di Zola Jesus sarebbe stato buono. Invece no.
È fottutamente grandioso!
Grazie Nika Roza Danilova per aver portato il tuo dolore esistenziale, il nostro dolore esistenziale, in musica e per essere riuscita a trasformarlo in arte pura.





Guilty pleasure del mese
Julia Michaels

Questa ragazza qua, questa bionda 23enne, nel giro di 3 o 4 anni secondo me potrebbe diventare la più grande popstar del pianeta. L'erede di Taylor Swift. Oppure potrebbe anche sparire nel nulla, chi lo sa? Il mondo in generale è imprevedibile e il mondo del pop ancor di più. Tralasciando il fatto che, con la sua faccetta strana alla Natalie Dormer, la trovo sexy da morire, ha un talento davvero particolare nello scrivere canzoni pop a presa rapida, eppure dotate di una notevole personalità e particolarità. Uh huh!




Serial Music
Halt and Catch Fire

Con il passaggio dagli anni '80 ai '90, la sottovalutata serie tv Halt and Catch Fire rischiava di perdere la sua identità, anche a livello musicale. E invece...
Se le prime 3 stagioni contenevano abbondanti dosi di perle 80s, vedere le avventure nerd di Cameron, Gordon, Joe e compagni accompagnate dalle canzoni 90s di Hole, Breeders, PJ Harvey, Pavement e Bikini Kill è ancora meglio!




Movie Soundtrack
Baby Driver - Il genio della fuga

La colonna sonora cinematografica del mese?
Quella di Baby Driver – Il genio della fuga, che te lo dico a fare?
E qual è il pezzo più cool della colonna sonora cult di questo film cool & cult?
“Bellbottoms” dei Jon Spencer Blues Explosion, usata nell'esaltante sequenza iniziale.




Revival Moment
Zebrahead

E per chiudere, in ricordo del fondatore di Playboy Hugh Hefner, è il momento di rispolverare direttamente dall'anno 2000 il simpatico pezzone pop-punk "Playmate of the Year" degli Zebrahead.



Fatta la legge, trovato L'inganno

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A quanto pare l'inganno è riuscito. Il mio.
Lunedì avevo chiesto a voi, magnifici lettori di Pensieri Cannibali, di decidere quale fosse la vera recensione di Pensieri Cannibali de L'inganno, il nuovo film di Sofia Coppola, e in pochi c'avete preso.

Ecco i risultati del sondaggio:
Qual è la vera recensione cannibale de L'inganno?

Tutte: 19 voti
Recensione n. 3: 14 voti
Recensione n. 2: 5 voti
Nessuna: 1 voto
Recensione n. 1: 0 voti




Ad aver “vinto” il sondaggione è stata la risposta “Tutte”. Una risposta non del tutto sbagliata, visto che un fondo di verità era presente in ogni recensione proposta, ma comunque non è quella corretta.
La recensione n. 1 era troppo una cacchiata, persino per gli standard cannibaleschi, e infatti non è stata selezionata da nessuno.
La recensione n. 3 era sì piuttosto veritiera, ma allo stesso tempo conteneva un entusiasmo eccessivo che questa volta la Coppola non è riuscita a trasmettermi.

La risposta giusta era quindi la recensione n. 2. Sì, la nuova pellicola di Sofietta qui su Pensieri Cannibali si è beccata appena un 6,5/10, visto che, per quanto splendidamente diretta, interpretata e messa in scena, è una pellicola che mi ha trasmesso poche emozioni e mi ha lasciato più di un dubbio.
In appena 5 c'hanno azzeccato e il premio verrà recapitato a casa di ognuno di loro al più presto direttamente dalla piccola Oona Laurence.
Quale premio?
Un bel piatto di funghi appena raccolti nel bosco. Bon appétit!


Serie tv del momento: promosse, bocciate o rimandate?

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La scuola è ricominciata e insieme a lei anche una nuova stagione televisiva. Anche se forse è un po' presto per farlo, è già tempo di vedere quali serie meritano una promozione, quali una secca bocciatura, e quali invece per il momento devono restare nel limbo della rimandate. Tra show trasmessi nel corso dell'estate e prime novità autunnali, ecco il giudizio del severo ma giusto Prof. Cannibal Kid.



Promosse

6. Alias Grace
(stagione 1, episodio 1)

Margaret Atwood nuova regina della tv. Questa signora canadese classe 1939 pubblica poesie e romanzi fin dagli anni '60 ma al grande pubblico, o almeno a me, è diventata nota soltanto quest'anno, grazie all'adattamento per il piccolo schermo del suo romanzo del 1985 Il racconto dell'ancella – The Handmaid's Tale, diventato una serie universalmente acclamata capace di conquistare l'Emmy di miglior drama dell'anno al primo colpo.
Adesso è già arrivata una miniserie tratta da un suo altro romanzo, L'altra Grace – Alias Grace, sceneggiata da Sarah Polley (la regista di quel gioiellino indie che è Take This Waltz), diretta da Mary Harron (la regista di American Psycho) e con protagonista la cronenberghiana Sarah Gadon, qui finalmente alle prese con un ambiguo ruolo di primissimo piano in cui può dimostrare tutto il suo talento.
Anche questa volta ci viene presentata una donna imprigionata, qui proprio in un carcere, cosa che rende questa miniserie un possibile incrocio tra The Handmaid's Tale e Orange Is the New Black, solo ambientato nel 1800. È ancora presto per sapere se sarà un nuovo cult, ma il primo episodio promette benissimo.
E intanto anche un'altra opera della Atwood è diventata una serie tv, questa volta animata, Wandering Wenda.
Margaret Atwood is the new Shonda Rhimes?

"Sì, ad averci i soldi di Shonda..."


5. The Bold Type
(stagione 1)


L'apparenza inganna. The Bold Type, serie su tre ragazze che lavorano nelle fittizia rivista femminile Scarlet ispirata all'ex capo-redattrice di Cosmopolitan Joanna Coles, può essere visto come un incrocio all'ennesima potenza tra Il diavolo veste Prada e Sex and the City, o come un Good Girls Revolt moderno, e in parte è così. Dietro la sua superficie patinata e glamour, è però anche uno show capace di trattare con grande leggerezza e allo stesso tempo profondità temi delicati quali immigrazione, stupro, cancro al seno, orgasmi e presentare la storia d'amore tra una ragazza etero atea di colore e una donna musulmana apertamente lesbica. Per fare una serie così, ci vanno due ovaie così!

La coppia più da "shippare" quest'anno 💕


4. Halt and Catch Fire
(stagione 4)

Quanto mi era mancato Halt and Catch Fire?
Lì per lì uno non ci sta nemmeno a pensare troppo. Escono così tante serie, in qualunque periodo dell'anno estate compresa, che non si fa in tempo a essere tristi per la fine di una, che ecco che ne partono altre 10. 10 mila, intendo. Senza contare le altre 10 mila già iniziate che ancora devi recuperare, naturalmente.
Per chi non è un fanboy di una sola serie o due, e quando finiscono quelle si rivede gli stessi episodi settordicimiliardidivolte, ma è un fanboy di tutte le serie o quasi quelle che vengono trasmesse, non si fa in tempo a elaborare il lutto per la scomparsa di una, o anche solo per la fine di una stagione, che già c'è altro, molto altro da vedere.
Tutto questo per dire che non avevo sentito la mancanza di Halt and Catch Fire, fino a che non ho cominciato la nuova stagione, la quarta, quella conclusiva. È lì che mi sono accorto che di serie che seguo ce ne sono tante, tantissime, serie a cui voglio bene ce ne sono diverse, ma di serie che amo, di quell'amore che le persone normali provano solo per altre persone e non per serie tv, ce ne sono poche e Halt and Catch Fire è una di queste.

Amo l'argomento trattato. Qui non si parla solamente di computer, di codice HTML o di nerdate che a qualcuno potrebbero suonare come un gigantesco infinito bla bla bla senza senso. Qui si parla delle basi della società attuale, delle origni di Internet, di Google, dei social network, della vita 2.0 per come la concepiamo oggi. Halt and Catch Fire è Storia moderna. Smettetela di guardare quel cazzo di History Channel. Quello che c'è da sapere sul mondo di oggi sta qui.

Amo i personaggi. Cameron che è cresciuta e maturata parecchio, ma mantiene intatto il suo spirito nerd-punk. Joe che si sta rimettendo in piedi, ma resta sempre un puzzle difficile da decifrare. Gordon sempre più leggero e cazzaro, ma che ancora non è riuscito a staccarsi del tutto dal suo Lato Oscuro. Donna è sempre più bossy e sempre più stronza, ma comunque adorabilmente stronza. Le due figlie di Gordon e Donna sono ormai cresciute e diventate due teenager agli opposti: Joanie è la ragazza fighetta ma ribelle, mentre Haley è la genietta nerd ma ricca di sorprese, la vera arma in più di questa stagione.


Amo la regia, che in questa stagione parte con un episodio diretto da Juan José Campanella, quello de Il segreto dei suoi occhi, e intendo il Capolavoro originale argentino, non il remake fotocopia americana sbiadita.

Amo l'atmosfera, amo la musica, amo la sigla. Amo tutto di questa serie, e so già che mi mancherà tantissimo quando, tra pochissimo, sarà finita per sempre.


3. BoJack Horseman
(stagione 4)

Maledetto uomocavallo, anche questa volta sei riuscito a farmi ridere come un uomoiena e a farmi piangere come un uomovitello.


Capolavori stagionali: gli episodi 9 e 11.




2. Atypical
(stagione 1)

Atypical racconta la storia di un 18enne affetto da autismo. Siete già pronti a tirare fuori i fazzoletti?
Sbagliato, perché Atypical è la comedy atipica più divertente in circolazione. La serie si concentra sui primi appuntamenti, sulle prime esperienze sentimentali e sessuali del protagonista, un Keir Gilchrist (già visto nella serie United States of Tara e nei film 5 giorni fuori e It Follows) che sembra avere davvero l'autismo. Veda lui se prenderlo come un complimento.


I toni sono quelli da commedia goliardica, da qualche parte tra American Pie e Suxbad. Episodio dopo episodio il quadro si fa però più complesso e si ritagliano uno spazio notevole anche i suoi famigliari e amici: la madre che ha dedicato la sua esistenza a seguire le esigenze del figlio e il padre che non lo ha mai capito, la sorella che ha vissuto all'ombra dei suoi problemi e l'amico idolo totale che gli regala consigli sessuali. Le risate abbondano, ma non mancano pure i momenti toccanti e Atypical riesce così a essere la comedy atipica più emozionante nella quale potrete imbattervi quest'anno.

"Su Pensieri Cannibali non si parla mai di Antartide e di pinguini? Ma che sito sfigato!"


1. Top of the Lake: China Girl
(stagione 2)

È da non credere quanto è bella Top of the Lake: China Girl. Insomma, la prima stagione, andata in onda ormai 4 anni fa, proponeva atmosfere intriganti e aveva il suo perché, però a tratti era anche piuttosto noiosetta. Ci metteva parecchio a carburare. Questa seconda è invece uno splendore dall'inizio alla fine.
Credo che persino un certo Signor Lynch dovrebbe prendere appunti da una visione come questa, su come reinventare una serie mantenendo il suo fascino del passato e aumentandolo ancora di più, su come sviluppare i “vecchi” personaggi e aggiungerne di nuovi ancora più curiosi, e su come inserire al suo interno elementi folli e visionari, senza però che prendano il sopravvento sul resto.

Top of the Lake: China Girl di Jane Campion è il capolavoro femminile e femminista dell'anno. Ben più di quella mezza porcata di Wonder Woman (per una volta mi tocca essere d'accordo con James Cameron), dell'ambiguo L'inganno di Sofia Coppola e forse persino leggermente più di The Handmaid's Tale, con cui per altro condivide la protagonista: una Elisabeth Moss là grandiosa, qua ancora di più. Soprattutto quando fa l'ubriaca. Strepitose anche regia, sceneggiatura, fotografia e musiche. Ma quanto sono belle le musiche che accompagnano China Girl?

Strepitosa è pure Gwendoline Christie, il “donnone” di Game of Thrones qui alle prese con un personaggio sorprendente e idolesco.


Così come strepitosa è la giovane rivelazione Alice Englart che interpreta una ragazza dal comportamento alquanto discutibile, ma solo perché è mossa da quella malattia mortale che si chiama amore.


Loro tre sono così strepitose da oscurare persino la pur bravissima Nicole Kidman, qui in versione più imbruttita e invecchiata che mai.

"Non è che sembro invecchiata... lo sono."

Da brividi poi l'inquietante villain della storia, un David Dencik da tenere d'occhio.


Top of the Lake: China Girl può essere vista come una serie thriller, e lo è, ma è anche molto di più. Il caso giallo è avvincente, però sono altre le armi vincenti di questa miniserie in 6 episodi tutti folgoranti, dal primo all'ultimo istante, al contrario di quelli della stagione 1. Al centro di tutto vi è il tema della maternità, affrontato nelle maniere più disparate e lontane dalla famiglia tradizionale del Mulino Bianco possibili, tra madri prostitute surrogate, madri adottive lesbiche, madri detective che ritrovano le figlie anni dopo averle date in adozione e madri per finta. Mamma mia, che serie!

"Che sorpresa! Per una volta non ho niente da ridire su un'opinione di Pensieri Cannibali."


Rimandate

American Horror Story: Cult
(stagione 7, primi 4 episodi)
"Certo che ne scrive di stronzate, quel Cannibal Kid!"

American Horror Story bisogna prenderlo per quello che è. Con i suoi pregi e con i suoi difetti. Cult è partito con un'accoppiata davvero da brividi: Trump + clown. Come al solito con le puntate successive ha subito un calo, salvo poi a sorpresa riprendersi con uno spaventoso quarto episodio, lasciando presagire un'altra stagione destinata a muoversi tra alti e bassi.

Tra gli alti della stagione, fino ad ora:

👻La tematica politica, più spaventosa di qualunque altro argomento mai affrontato dalla serie.

👻Un Evan Peters trumpiano da paura. Sembra essere lui il personaggio cult della stagione Cult.


👻Billie Lourd fa-vo-lo-sa, come in Scream Queens, più che in Scream Queens.


👻Emma Roberts che fa un'apparizione veloce ma memorabile.



Tra i bassi della stagione, invece:

💀Qualche solita evitabile sottotrama che funge da inutile riempitivo.

💀Sarah Paulson, basta urlare!

"Ma non è vero che urloooOOOOOO!"


The Deuce – La via del porno
(stagione 1, primi 3 episodi)

Una serie HBO ambientata negli anni '70 che racconta le origini dell'industria pornografica statunitense. Vi vengono in mente Boogie Nights, una colonna sonora ultra cool e tante tette?
Non avete tutti i torti. Boogie Nights comunque scordatevelo. Qui siamo a New York e non a Los Angeles e l'industria del porno è ancora agli albori, molto agli albori. L'ambientazione è quella della via della prostituzione, più che della via del porno come suggerisce invece il sottotitolo italiano messo alla serie. Le musiche sarebbero sì fighe, peccato che non siano usate con un risalto particolare. E le tette sì ci sono, e soprattutto quelle di Emily Meade sono notevoli, mentre Margarita Levieva le ha piccoline ma carine, però non è che sia una serie poi così sexy. Il sesso viene mostrato semmai come qualcosa di squallido e degradante. Sembra Vinyl ambientato nel mondo del porno anziché in quello della musica, solo che Vinyl era molto più eccitante, quando in teoria dovrebbe essere il contrario.

A non convincermi nei primi episodi sono però stati soprattutto i personaggi principali. James Franco ha il ruolo di due fratelli ma, un po' come accaduto a un altro mio pupillo come Ewan McGregor in Fargo stagione 3, non è che riesca a caratterizzarli un granché. Kyle MacLachlan in Twin Peaks: The Return interpreta 3 personaggi differenti e, per quanto non siano tutti e 3 il massimo dell'espressività, si capisce subito da uno sguardo chi è chi. Qui no.

"Hey, James. Mi dai una birra?"
"Arriva subito, Franco."

Maggie Gyllenhaal nella parte della prostituta di strada inoltre non è proprio credibile. Le manca il physique du rôle e pure la faccia da porca.


Quella che invece non manca a Emily Meade, sempre sia lodata.


La nuova serie del creatore di The Wire David Simon per il momento propone una ricostruzione dei bassifondi di NYC nei 70s dal buon potenziale, ma ancora inespresso. Le situazioni sembrano essere lì lì per esplodere, peccato che alla fine siano sempre trattenute. I personaggi più interessanti poi sono tenuti ai margini. No, dico, ma si può avere Zoe Kazan a disposizione e farla comparire per appena 2 minuti a dir tanto?



Ozark
(stagione 1)

Ozark è una serie antipatica, con protagonisti antipatici. Una specie di Breaking Bad senza un Jesse Pinkman per cui simpatizzare. Il volto comedy Jason Bateman nella parte del glaciale consulente finanziario che ricicla denaro sporco per i cartelli della droga messicani è parecchio inverosimile e sia il suo personaggio che la sua famiglia sono parecchio fastidiosi. A poco a poco si rimane comunque in qualche inspiegabile modo invischiati nelle loro assurde vicende al limite del fantascientifico e chissà che con la stagione 2 non scoppi l'amore definitivo nei loro odiosi confronti.

"Non spararmi, non sto mentendo! Anche se non ci crede nessuno, sono davvero in affari con i boss della droga mondiali."


Will & Grace
(stagione 9, episodio 1)

Sarebbe stato interessante vedere Will & Grace alle prese con i figli, come il finale della stagione 8 lasciava immaginare 11 anni fa. Sarebbe stato interessante anche vedere un Will & Grace senza le risate del pubblico tra una battuta e l'altra. Dopo tutto siamo nel 2017.
Gli autori hanno invece voluto rifare la sitcom esattamente per la sitcom che era. Identica. Will & Grace sono tornati single, di figli non v'è traccia, e anche Jack & Karen sono sempre gli stessi. Non hanno cercato di fare qualcosa di differente come invece le serie revival di Twin Peaks e Una mamma per amica. Una scelta meno coraggiosa, ma forse in questo caso è meglio così. Le battute si sono aggiornate ai tempi di Trump e dei social network, mentre per il resto tutto è rimasto uguale. La formula apparirà anche vecchiotta, però finché a livello di risate funziona, ci si può accontentare.

"Certe cose non cambiano proprio mai."
"Già. Le assurde recensioni cannibali, ad esempio."


The Good Doctor
(stagione 1, episodio 1)

L'autismo è di gran moda quest'anno. È un top trend. Ad aprire la strada ci aveva pensato qualche tempo fa Parenthood, e da noi la sua versione italiana Tutto può succedere. Nella stagione tv in corso sono ora arrivate due serie che propongono due ragazzi autistici come protagonisti assoluti. La splendida Atypical che trovate tra i top, e The Good Doctor che trovate qui tra i rimandati, anche se non è poi da buttare via.
Freddie Highmore se la cava anche, sebbene la sua versione di un ragazzo con l'autismo sia molto simile alla sua versione di un serial killer in Bates Motel, e quindi mi sa che deve lavorare un po' meglio sulla sua caratterizzazione.

"Non è giusto! Non vi fidate di me solo perché sono autistico."
"No, veramente non ci fidiamo di te perché sei Norman Bates."

Il difetto principale della serie è quello di apparire come un medical ormai sorpassato, a metà strada tra Grey's Anatomy e Dr. House. Non a caso The Good Doctor, ispirata all'omonima serie sudcoreana, è sviluppata dal paparino di House, David Shore. In pratica è come Dr. House, solo con un giovane medico autistico dai modi gentili e premurosi al posto di un vecchio psicopatico drogato misogino e misantropo. Capite quindi che il divertimento in questo caso è inferiore, mentre sono maggiori i momenti ruffianotti e a caccia di lacrime. Le stesse che Atypical provoca con più facilità e con meno buonismo.


The Orville
(stagione 1, primi 3 episodi)

Si può non reggere Star Trek e invece apprezzare una sua versione comedy?
Certo che si può, per lo meno se di mezzo c'è Seth MacFarlane, il paparino dei Griffin e dell'orsetto scorretto Ted, in The Orville impegnato nella duplice veste di creatore e di protagonista. È lui il comandante di una nave interstellare in viaggio tra i pianeti nel XXV secolo. Tra una risata e l'altra, la serie riesce inoltre a infilare qualche riflessione più o meno impegnata e si rivela una visione meno stupidotta di quanto ci si potrebbe immaginare. Anche se temo che a breve possa venirmi a noia, per ora mi sembra meglio, molto meglio del serioso Star Trek: Discovery.
Un difetto?
Prendere uno splendido esemplare di umana come Halston Sage, attrice vista in Città di carta, Cattivi vicini, Piccoli brividi, Prima di domani e You Get Me...


… e trasformarla nella sorellina di Spock. Questo si che è un colpo basso.



Bocciate

7. The Defenders
(stagione 1, episodio 1)
"Hey, ma Iron Fist dove l'abbiamo lasciato?"
"Ti interessa davvero saperlo?"

Non metto in dubbio che con le puntate successive possa migliorare, però mi è bastata la prima per farmi perdere ogni speranza. Più che una serie indipendente, The Defenders m'è sembrata un collage delle quattro differenti serie dei suoi protagonisti (Daredevil + Jessica Jones + Luke Cage + Iron Fist). Un'accozzaglia di scene girate con stili diversi messe insieme a caso. E se rivedere i personaggi delle prime due può anche far piacere, e con questo intendo Deborah Ann Woll e Krysten Ritter, di tutto il resto si può anche fare a meno.



6. Riviera
(stagione 1, episodio 1)

Sempre bello farsi un giro in Riviera, vero?

No, non in questo caso. Dalla serie di Sky mi aspettavo un guilty pleasure in stile Revenge trasferitosi in Costa Azzurra, ovvero un cosa très chic e allo stesso tempo très kitsch, e invece è solo una soap-opera con ambientazioni glamour e intrecci gialli talmente accattivanti da far addormentare già dal primo episodio. Au revoir!

"Riviera non si può vedere. A quando la serie Rivera?"


5. The Tick
(stagione 1, episodio 1)

Un altro prodotto che cerca di affrontare in chiave più o meno umoristica il tema dei supereroi?
Se nemmeno Vanessa Hudgens riusciva a rianimare Powerless, questo The Tick, che pare la versione brutta forte di film come Kick-Ass, pare spacciato già in partenza.


4. Young Sheldon
(stagione 1, episodio 1)

Non ho mai seguito The Big Bang Theory. C'ho anche provato, solo che fin dall'episodio pilota non mi ha fatto divertire particolarmente, né ho trovato i suoi protagonisti così simpatici o mitici come si diceva in giro. Ciò nonostante, ho voluto comunque dare una possibilità alla serie spin-off prequel dedicata a Sheldon da piccolo e... ho fatto male.
Sheldon bambino è tipo la versione nerd di piccola peste. Un genietto che a 9 anni frequenta già il liceo e che risulta fastidioso come pochi. Tralasciando il fatto che anche la persona meno bulla del mondo sarebbe tentata di bullizzare questo giovane Sheldon a vita dopo averlo visto in azione in un solo episodio, il pilot di questa serie non è divertente nemmeno per sbaglio e nei suoi momenti più seri e profondi risulta solo patetico.
Sheldon, ho visto una puntata, ma adesso non mi freghi più. Bazinga!


3. L'isola di Pietro
(stagione 1, episodio 1)
Nella foto un attore. E tre cani.

Quest'estate mentre facevo colazione mi è capitato di vedere uno speciale di presentazione della fiction L'isola di Pietro e stranamente mi è venuta la voglia, o più che altro la curiosità, di guardarla. Sembrava una versione Mediaset e ambientata in Sardegna della britannica Broadchurch. Il risultato infatti è pressapoco quello. Solo che di Broadchurch c'è davvero un briciolo, giusto le inquadrature delle scogliere e un vago caso thriller. Per il resto c'è davvero molto delle solite fiction Mediaset, che continuano a perdere non solo il confronto con le produzioni internazionali (con cui manco possono competere), ma anche con quelle Rai. E pure nettamente. Tra attori improvvisati (un Gianni Morandi che in pratica fa una versione medical di se stesso e la nuova Manuela Arcuri, Chiara Baschetti), dialoghi infarciti di banalità e riprese ricche di rallenty che vorrebbero essere epici e invece sono solo ridicoli, è facile affossare quest'isola. Non fosse che è così involontariamente divertente che quasi quasi mi guardo pure il secondo episodio...


2. Star Trek: Discovery
(stagione 1, episodio 1)

Non credete ai trekkie che vi diranno che la nuova serie Discovery è tranquillamente seguibile anche dai meno seguaci della saga. Certo, la storia è indipendente. La verità è però che, se non siete trekkie, questo nuovo viaggio fantascientifico rischierà solo di essere una noia mortale. Le scene con i Klingon sono inguardabili e in generale, a meno che prima non si sia seguito un corso accelerato di nerditudine, non si capisce niente e non c'è alcun motivo d'interesse.
Si salva giusto la protagonista Sonequa Martin-Green, un volto che buca lo schermo e che probabilmente rivedremo spesso in futuro, sia sul piccolo che sul grande schermo. Basta che non resti intrappolata nell'universo ben poco stellare di robe come The Walking Dead e Star Trek, come le è successo finora.

Dopo questo attacco nei confronti di Star Trek - che sì, per me è peggio persino della fiction con Gianni Morandi - potrebbero cominciare ad arrivarmi delle minacce di morte. Vi prego solo di non mandarmele in klingonese o in vulcaniano, per favore, che se no non le capisco.


1. Inhumans
(stagione 1, episodio 1)

La nuova serie Marvel è imbarazzante a livelli disumani.
Anson Mount peggior attore ever, Serinda Swan è una Medusa che più che spaventare fa ridere i polli, Isabelle Cornish è la sorellina priva – ma proprio del tutto – di talento di Abbie Cornish. Si salva giusto Iwan Rheon, però mette una gran tristezza il suo passaggio da cult come Misfits e Game of Thrones a scult come Riviera e questo.
Cos'altro aggiungere?
Regia e sceneggiatura sono penose, gli effetti speciali 'na poracciata, e persino la colonna sonora è agghiacciande, con le sue improbabili cover moderne di classici come Break on Through (To the Other Side) dei Doors e Paint It Black dei Rolling Stones.
Fate un favore all'umanità, e pure all'inumanità, e cancellatela subito dalla faccia della Terra e della Luna!


Tra moglie e marito non mettere una recensione, mettine due

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Moglie e marito
Regia: Simone Godano
Cast: Kasia Smutniak, Pierfrancesco Favino, Valerio Aprea, Francesca Agostini, Gaetano Bruno, Paola Calliari, Marta Gastini

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Qualcosa di troppo
Titolo originale: Si j'étais un homme
Regia: Audrey Dana
Cast: Audrey Dana, Eric Elmosnino, Alice Belaïdi, Christian Clavier


Le recensioni di lui nel corpo di lei

Vivere senza cazzo è un po' come vedere la Roma senza Totti: se pò fà, ma è una gran sofferenza. Devo però riconoscere che anche la vagina qualche soddisfazione sta cominciando a darmela. Tralasciando la cosa del sanguinamento che è allucinante. Dio, certo che a te le donne devono aver fatto davvero soffrire parecchio, per infliggere loro una punizione del genere.
In compenso, gli orgasmi ora sì che sono una bomba. Daje! Com'è che diceva quel tipo in Trainspotting? Prendete l'orgasmo più forte che avete mai provato. Moltiplicatelo per mille. Neanche allora ci siete vicini. Ecco qualcosa del genere.
Inoltre, che figata è avere le tette? Vogliamo parlarne?
Forse meglio di no, che non vorrei risultare troppo sboccato e ora che sono dentro a un bel corpo femminile mi sento più aggraziata... volevo dire aggraziato.


Tutte le esperienze vissute dentro il corpo di una donna sono poi molto differenti. Sono più intense. Sono più riflessive. Persino guardare un film è diverso. L'altro giorno ho visto Moglie e marito e fino a qualche tempo fa l'avrei commentato dicendo: “Boh, sì, bellino, m'ha fatto fa du risate!”. Adesso invece mi vengono in mente un sacco di riflessioni esistenziali profonde. Roba che m'è venuta voglia di iniziare un diario personale in cui annotare le mie impressioni sui film che guardo, oltre alle recensioni dei ragazzi che mi piacciono... volevo dire delle ragazze che mi piacciono. Di Moglie e marito si può dire che è una versione italiana e coniugale di Quel pazzo venerdì del 2003 con Jamie Lee Curtis e Lindsay Lohan nei panni di madre e figlia, che a sua volta era un remake di Tutto accadde un venerdì del 1976 con Barbara Harris e Jodie Foster, e non a caso all'epoca Lindsay Lohan pareva l'erede ideale di Jodie Foster, ci credete?


La classica storia di scambio di corpi già raccontata anche in altre pellicole, mi viene per esempio in mentre anche Tale padre tale figlio con Dudley Moore e Kirk Cameron, anni prima che Kirk Cameron diventasse un infoiato religioso bigotto pezzo di me. Ci credete che sia successo anche questo?


Non è che è stato vittima di uno scambio di corpi pure nella vita reale?

La differenza fondamentale nel caso di Marito e moglie è che non si parla del rapporto tra genitori e figli, o di un confronto tra generazioni differenti, bensì tra sessi differenti. Entra così in gioco la questione gender. L'eterna lotta tra uomo e donna, ancora più vecchia della guerra tra Bene e Male. Gli stereotipi non mancano, ovvio, però in una commedia gli stereotipi sono accettabili, perché strappano sempre la risata. Al di là delle sequenze più ovvie sulla scoperta dell'altro sesso nel proprio corpo, Moglie e marito affronta il tema con una certa classe.

"No, tesoro, non mi va. Ho mal di testa."
"Ma che fai? Stai da due giorni in un corpo da donna e già ricicli le mie scuse?"

Negli ultimi giorni ho visto anche un altro film che affronta il tema gender in maniera simile: Qualcosa di troppo. Si tratta di una pellicola francese scritta, diretta e interpretata da una donna, la rivelazione Audrey Dana, alla sua opera seconda dopo 11 donne a Parigi. Uno a questo punto si potrebbe aspettare un risultato più radical-chic, più raffinato, qualcosa dalle parti di una Valérie Donzelli e invece no. Bisogna andare oltre gli stereotipi! Qualcosa di troppo è un film realizzato da una donna francese ed è sboccato e volgare quanto e più di un cinepanettone dei Vanzina. Chi l'avrebbe detto?


Il suo bello è proprio quello. Saper coniugare una certa sensibilità femminile, con un approccio cazzaro e cazzone tipicamente maschile. Riesce inoltre a unire una comicità molto sboccata e fisica - non a caso alcuni momenti ricordano Tutti pazzi per Mary e persino Fantozzi - con atmosfere a tratti da romcom, sebbene non si scada mai nello sdolcinato. Il film è proprio come la sua protagonista: ha il cervello e il cuore di una donna, che però un bel giorno si risveglia con il... cazzo.


Scusate il linguaggio, ma è così. E una volta che ha il cazzo, il cazzo prende il sopravvento su tutto. Almeno fino a che non riuscirà a trovare il giusto equilibrio tra la sua parte femminile e quella maschile. Proprio come fa questa pellicola sorprendente che per molti versi è un'autentica cazzata, ma una cazzata divertentissima.
(voto a Moglie e marito: 6,5/10
voto a Qualcosa di troppo: 7/10)


Le recensioni di lei nel corpo di lui

Che cazzo è successo?
No, dico, letteralmente: che cazzo mi è successo?
Un giorno di pioggia mi sono ritrovata con un bigolo in mezzo alle gambe per caso. Non è la prima volta che mi capita, per carità, però non mi è capitato mai in questo senso. Il bigolo adesso è il mio. Io ho il bigolo. Cioè, vi rendete conto? E mo' adesso che faccio?
Ho il cazzo da appena pochi minuti e già le uniche cose a cui riesco a pensare sono sesso, sesso, sesso. Tette, tette, tette. Fica, fica, fica. Culi, culi, culi. Tette, tette e ancora tette. Dovrei scrivere le recensioni di due film che ho visto di recente, ma non riesco a concentrarmi su nient'altro. Forse dovrei fare qualcosa per allentare la tensione. Come fa Ben Stiller prima di un appuntamento galante in Tutti pazzi per Mary, dietro al consiglione dell'amico. Sì, dovrei farmi una sega, almeno così vedo se tutto funziona nella norma.
Provo a concentrarmi su qualche protagonista delle mie abituali fantasie sessuali, tipo... Charlie Hunnam.


No, niente. Con Charlie Hunnam non si rizza.
Proviamo allora ad andare sul classico, che col classico non si sbaglia mai: George Clooney.


Non funziona nemmeno in questo caso.
Vediamo se con un divo italiano le cose possono andare meglio, magari mi sembra più di giocare in casa: Pierfrancesco Favino.


No, con lui manco per sbaglio. Non ci provo poi nemmeno con il “bellone” di turno del film Qualcosa di troppo, Eric Elmosnino, già visto in La famiglia Bélier e che a me continua a sembrare la versione brutta di Herbert Ballerina.

"Questa mattina io mi sono svegliata con il pene in mezzo alle gambe."
"Pensa invece che io tutte le mattine mi sveglio nel corpo di Herbert Ballerina..."

Allora forse è il caso di optare per qualcosa di differente. Del tutto differente. Kasia Smutniak.


Uh, sì. Ora sì che ci siamo. Guardate come si è alzato! Sembra Kyle MacLachlan appena uscito dal coma in Twin Peaks: The Return. Adesso però andiamo giù con l'artiglieria pesante: Alice Belaïdi, l'attrice francese che interpreta la migliore amica della protagonista nel film Qualcosa di troppo.


Bene, adesso che sono venuta, mi posso concentrare sulle recensioni.
Allora. Il primo film di cui vi volevo parlare è Moglie e marito, una commedia decisamente interessante sotto più piani, come avrei detto quando ancora mi ritrovavo nel corpo di una donna. Adesso che c'ho il cazzo invece mi viene in mente solo: “Boh, sì, bellino, m'ha fatto fa du risate!”.


E poi ho guardato anche il sopramenzionato Qualcosa di troppo, e questo lo recensirei dicendo: “Boh, sì, bellino, m'ha fatto fa un milione de risate!”. Rispetto al pur apprezzabilissimo Moglie e marito, che sembra un riuscito adattamento italiano delle tipiche pellicole sugli scambi di corpi ammeregane, questo ha qualcosa di più. Non qualcosa di troppo. Qualcosa e basta. Qualcosa tipo un umorismo tanto esagerato e senza peli sulla lingua, quanto esilarante. È il film perfetto per far venir fuori la stupidera che è in te. Se i cinepanettoni dei Vanzina, o anche il recente Baywatch, a noi donne fanno venire una certa repulsione, perché propongono una comicità troppo maschile e maschilista, in questo caso l'autrice è una donna e quindi va bene ridere con lei.

"Mi ti farei troppo, amica mia!"
"Cos'hai detto???"
"No, niente. Dicevo che dovresti vedere Qualcosa di troppo, è troppo divertente!"

L'altro qualcosa in più della pellicola è dato dall'originalità della sua storia. In questo caso non ci troviamo di fronte al solito scambio di corpi, ma solo a una donna che un giorno, dopo un temporale violento, si ritrova come per magia con il pene e con i gioiellini di famiglia al posto della sua solita vagina. Come se il testo di "If I Were a Boy" di Beyoncé si fosse all'improvviso trasformato in realtà. Uno spunto capace di far nascere numerose situazioni tutte da ridere e che vedrei bene venduto agli ammeregani. Già me le immagino attrici come Amy Schumer, Kristen Wiig e Lena Dunham, ma volendo pure Reese Witherspoon e Kate Hudson, contendersi la parte della protagonista, la “donna col cazzo”.


Me le vedo lottare nel fango per ottenere il ruolo. Reese e Kate che lottano nel fango...
Oddio, m'è venuta di nuovo voglia! Ma come fa un uomo a scrivere delle recensioni, o anche solo a ragionare per più di due minuti, senza pensare al sesso?


Ho sempre creduto che gli uomini fossero dei gran coglioni, e in effetti è proprio così. Solo che non è colpa loro. È colpa dei loro coglioni. È colpa del loro pistolino. È colpa del nostro pistolino. Ora ne ho anch'io uno e non riesco ancora a gestirlo, mica è facile. Vorrei trovare un modo intelligente per chiudere questa (doppia) recensione, ma l'unica cosa che posso fare è consigliarvi di vedere sia Moglie e marito che Qualcosa di troppo, che vi faranno fare tante risate e magari, se siete donne oppure se siete uomini ma il vostro amichetto lì sotto vi concede un paio di minuti di tregua, vi faranno persino nascere qualche riflessione sulla questione sessuale. Io adesso devo proprio scappare in bagno, che solo la parola sessuale m'ha fatto venire un'erezione mostruosa.
(voto a Moglie e marito: 6,5/10
voto a Qualcosa di troppo: 7/10)

Ammore e film in uscita

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Cosa arriva questa settimana nei cinema?
Cosa ve ne frega?
Di film ne escono pochi, ma stranamente sono tutti – quale che più e quale che meno – piuttosto interessanti.
Così come interessante è – o almeno sicuramente più del mio solito rivale Mr. James Ford– il blogger che commenterà insieme a noi due le pellicole in uscita in questa nuova puntata della nostra rubrica.
Curiosi di sapere chi è?
È Cassidy Plissken, il divertente, competente e sempre sul pezzo blogger de La bara volante.
Adesso però basta con i complimenti, che se no si monta troppo la testa e poi questo buonismo imperante deve finire. Vediamo quindi quali gran cacchiate avrà sparato 'sto Cassidy per essere al livello mio e di Ford.


Blade Runner 2049

Cassidy: Il sequel di cui non si sentiva l’esigenza. Ma nel cinema di oggi un secondo (o terzo, o quarto…) capitolo non si nega a nessuno. Dopo tanti anni passati a chiederci, ma Rick Deckard sarà un Replicante? Non sarà un Replicante? Arriva questo film, che toglie un po’ tutta la poesia, sfiga.
La mia preoccupazione vera però è Ridley Scott(o) come produttore esecutivo, dopo “Alien Covenant” sono seriamente preoccupato. Oh! Io ve lo dico, se per caso dovessimo scoprire che Ryan Gosling è un replicante giuro che prendo il cinema e lo ribalto su se stesso!
Per lo meno il regista è uno dei migliori in circolazione al momento, tenete le dita incrociate, tutte quelle che avete, anche quelle dei piedi, solo Denis Villeneuve può mostrarci le porte di Tannhäuser.

"Cassidy???
E chi casso è?"

Cannibal Kid: Il sequel di cui io invece, caro Cassidy, sentivo l'esigenza. Blade Runner è un film bello, bellissimo, soprattutto nel creare un'atmosfera, un mondo. La sceneggiatura lascia però ampi margini di sviluppo e credo che Denis Villeneuve possa fare meglio di un Ridley Scott che con il primo Blade ha realizzato sì il suo lavoro nettamente migliore, ma resta comunque uno dei registi più sopravvalutati e scotti della storia del cinema, insieme al suo amico Alien(o) James Cameron. Se a ciò aggiungiamo un cast che sembra uscito dai miei sogni (Ryan Gosling, Jared Leto, Mackenzie Davis e la stupendissima Ana de Armas), le possibilità di avere un sequel superiore all'originale sono parecchio concrete. Peccato giusto per la presenza di attori che sembrano invece usciti dai sogni di Ford (il suo vero papà Harrison e il wrestler e attore da strapazzo Dave Bautista).

"Cavolo, non ci vedo più!
Mi sa che ho passato troppo tempo a guardare le foto di Ana de Armas..."

Ford: mi ritrovo un po' nel mezzo di questa discussione, una posizione piuttosto strana considerato che dovrei sempre e comunque dare contro a Cannibal. Sinceramente, l'originale Blade Runner per tempistica, originalità e quant'altro penso sia assolutamente inarrivabile, ma non è detto, d'altra parte, che Villeneuve - uno dei migliori in circolazione, quantomeno in Nord America - possa tirare fuori dal cilindro una vera sorpresa.
Forse alla fine si scoprirà che Cannibal è un replicante e dovrò terminarlo neanche fossi Schwarzy in un film di James Cameron. Magari con l'aiuto di Cassidy-1000.

"James, la vuoi smettere di infangare il mio cognome?"


Ammore e malavita
"Allora James, hai capito che devi smetterla di infangare il cognome di Harrison Ford, oppure no?
E tu, Cassidy, la vuoi smettere di infangare il nome di quel personaggio di quella cacchiata di Preacher?"

Cassidy: Tutti quelli che amano il cinema di genere come me, non possono che provare simpatia per i Manetti Bros, inoltre dopo aver scoperto il filone partenopeo della loro filmografia con “Song'e Napule” (2013) ora i due ci riprovano con la storia (in musica) del camorrista stanco della vita criminale. Non ho idea di come si dica “Baby Driver” in napoletano e pur avendo qualche dubbio sulla protagonista femminile, questo è un titolo che mi guarderei molto volentieri.
Cannibal Kid: Non ho mai visto film dei Manetti Bros. e non so nemmeno io bene il perché. Così come non so perché ho convocato un blogger parecchio fordiano come Cassidy per questa puntata della rubrica. Forse perché masochisticamente volevo avere un altro rivale a dare una mano al malavitoso sempre più in crisi Ford?
In ogni caso, con questo Ammore e malavita, che sembra la versione partenopea a metà strada tra due cult cannibali dell'anno come Baby Driver e La La Land, un'occasione ai due registi romani la darò sicuramente. Daje! A Cassidy e Ford insieme invece mai più! :)
Ford: i Manetti mi sono sempre stati molto simpatici, e questo Ammore e malavita potrebbe rivelarsi come la versione duemiladiciassette del bellissimo - e sottovalutato da Cannibal, ovviamente - Tano da morire, che ho l'impressione che un tipo giusto come Cassidy invece apprezzi.
Staremo a vedere.


Come ti ammazzo il bodyguard
"C'è poco da fare. Le gite organizzate da James Ford sono sempre le più divertenti ed eccitanti."

Cassidy: Patrick Hughes ci prova con la commedia d’azione, nel cast oltre a Ryan Reynolds e Samuel L. Jackson altre facce che normalmente mi fa sempre piacere vedere in un film, tipo Gary Oldman e Salma Hayek. Il mio senso di Cassidy mi dice che molto probabilmente sarà una porcheria, ma che ci volete fare, ai Buddy Movie, specialmente quelli dove si sparano non so dire di no. Poi le coppie male assortite funzionano, Riggs e Murtaugh, Ford e Cannibal Kid, avete presente no?
Cannibal Kid: Ecco il film cassidy-fordiano della settimana. Anche se con il suo mix di umorismo irriverente alla Deadpool potrebbe a sorpresa mettere d'accordo anche me e Ford. E comunque noi due non siamo una coppia. Né bene né male assortita, ma non siamo certo una coppia... Oddio, o forse sì?
Ford: commedia action che, non fosse per i suoi protagonisti, potrebbe anche ispirarmi parecchio. Considerato che Samuel Jackson esiste poco al di fuori dell'universo di Tarantino e che ho sempre detestato Ryan Reynolds, le probabilità giocano contro a questo film, ma non si può mai dire.
In fondo, parlando di coppie improbabili, io e Cannibal siamo ancora qui a "lavorare" insieme dopo più di cinque anni.


120 battiti al minuto
"Cosa vogliamo?"
"CASSIDY AL POSTO DI FORD NELLA RUBRICA SULLE USCITE CINEMATOGRAFICHE."
"Quando lo vogliamo?"
"ORA!"

Cassidy: 120 battiti al minuto, beh mi sembrano un po’ troppi no? Cioè bisognerebbe vedere la pressione sanguigna, magari tener sotto controllo il colesterolo. In realtà i 120 battiti al minuto sono quelli che ho io in questo momento, perché essendo da anni in cura per disintossicarmi dai trailer (che spesso sono più belli dei film finiti) sono la persona meno adatta al mondo a scrivere di film in uscita. Però questo titolo, in lizza per miglior film straniero ai prossimi Oscar, ha fatto parlare di sé, la storia degli attivisti francesi di Act-Up impegnati a richiamare l’attenzione sui malati di AIDS nei primi anni ’90 è sicuramente un tema da Academy. Ecco, non so se è anche un tema da Cassidy ma non poniamoci limiti, al massimo provate a chiedere a Ford e al Cannibale, loro hanno 60 battiti al minuto come Fausto Coppi ai tempi d’oro.
Cannibal Kid: In una settimana piena di fordianate e di cassidyanate clamorose, ecco anche un bel film radical-chic francese cannibalesco come si deve. Era ora, parbleu!
Una pellicola già vincitrice del Gran Prix all'ultimo Festival di Cannes con cui spero che il regista di Robin Campiello, autore del noioso film del 2004 Quelli che ritornano che avrebbe poi ispirato la serie Les revenants, possa finalmente convincermi. Cosa che Ford non riuscirà mai a fare. Cassidy magari sì, almeno se in futuro abbandonerà la sua esaltazione per action e B-movies anni '80. ;)
Ford: cannibalata francese che sa di palla al cazzo lontano un chilometro, dalla quale correrò ben lontano portando i miei battiti anche a più di centoventi al minuto. In fondo, ora che ho scoperto il crossfit, la tenuta è buona abbastanza per fuggire con più veemenza dalle proposte del miglior Cannibal dei tempi radical d'oro. E poi, alla fine della corsa, un bel paio di birre con Cassidy ci stanno alla grande.


Renegades – Commando d'assalto

Cassidy: Oh la Bessonata! I temerari Navy Seals alle prese con l’oro dei Nazisti diretti da Steven Quale (Quale? Quello!) storico collaboratore di James Cameron bravissimo a dirigere robe in cui la trama è secondaria tipo “Into the storm” (2014). Questa volta il mio ciccio francese preferito, Luc Besson ha convinto a venir giù anche J.K. Simmons per fare la parte che gli viene meglio, ovvero quella dove è cattivissimo e urla forte contro gli altri, oh! Ha vinto un Oscar con una parte così eh!
Ecco sapete cosa sarebbe bello? Un film con J.K. Simmons che urla cose a Luc Besson, roba tipo: «Smettila di produrre quei cazzo di Minimei! Rimettiti a fare film come Lèon!!» Ecco quello sarebbe figo, incassi garantiti!

"Cassidy, smettila subito di collaborare con quelle due mammolette!
Vorrai mica ridurti come loro?"

Cannibal Kid: Evvai che in questo caso a sorpresa ci possiamo coalizzare io e Cassidy contro il Ford, e per giunta con un action! Ford infatti tradizionalmente odia Besson, non si sa bene il motivo. Forse perché gli action devono farli solo gli yankee? Fatto sta che questa pellicola, per quanto non mi ispiri molto, mi sembra potenzialmente più divertente e appassionante delle solite porcate patriottiche a stelle e strisce tanto esaltate da James “tu vuò fa' l'americano-mmericano, ma sì nato in Lodi” Ford.
Ford: Besson, da queste parti - che potrebbero benissimo essere quelle di Lodi, California - è decisamente visto come il Ryan Reynolds della regia, ovvero un pippone mica da ridere che ogni tanto azzecca un film decente. Tipo Leon, quello sì che era discretamente cazzuto.
Il fatto è che sono passati parecchi anni - e Cannibal ne sa qualcosa -, e le produzioni che si sono susseguite non hanno certo aiutato il regista francese ad entrare nelle mie grazie. Vedremo che è riuscito a fare con la produzione di questo Renegades, sperando che possa essere un action figo francese come Special Forces oppure il mio favorito Nido di vespe.
Due film che, potrei scommetterci una bottiglia, avranno disturbato Cannibal e saranno piaciuti decisamente di più a Cassidy.

"Cioè, fanno un film intitolato così, non mi chiamano nemmeno per un cameo e Ford e Cassidy non dicono niente???"

Blade Runner, il VERO test per scoprire se sei Umano o Replicante

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Fai il test gratuito per scoprire se sei Umano o Replicante


Domande


1. Sei in un deserto, stai camminando sulla sabbia e all'improvviso guardi in terra e vedi una testuggine...
A) Perché sono in un deserto? E che cos'è una testuggine?
B) Uh, fantastico! Mi sento come Priscilla, la regina del deserto.
C) Impossibile. Al più lontano sono stato a Castiglione delle Stiviere. Figuriamoci se me ne vado in un deserto.
D) La ammazzo e me ne cibo con voracità.

2. Ti piacciono i robot?
A) Sì, ma questo mica vuol dire che sono anch'io uno di loro. E comunque si dice Replicante, non robot.
B) Certo, me li farei anche. Soprattutto se hanno l'aspetto di Rutger Hauer (da giovane).
C) Certo, me li farei anche. Soprattutto se hanno l'aspetto di Daryl Hannah (da giovane).
D) Li ucciderei tutti, che ci rubano il lavoro e le donne!

3. Descrivi con parole semplici solo le cose belle che ti vengono in mente: ad esempio riguardo a tua madre.
A) Bella, brava, buona.
B) Bella, però preferisco mio padre.
C) Mamma son tanto felice, perché ritorno da te.
D) Mia madre? Non ci parliamo dall'uscita del primo Blade Runner.

4. Qual è il tuo film di fantascienza preferito?
A) Ex Machina
B) Cloud Atlas
C) E.T. l'extra-terrestre
D) RoboCop

5. Stai sfogliando una rivista e ci trovi un inserto con una ragazza nuda...
A) Sarei sorpreso. Leggo solo riviste tecnologiche e quindi al massimo mi aspetterei di trovare un inserto con Bill Gates nudo.
B) Una ragazza nuda? Eww, che schifo!
C) Ringrazio lo spirito di Hugh Hefner e mi chiudo in bagno.
D) Denuncio la rivista per presenza di contenuti osceni.

6. Cosa ne pensi di Jared Leto che per calarsi meglio nella parte di un non vedente è rimasto cieco per tutta la durata delle riprese di Blade Runner 2049?
A) Che è proprio un serio professionista.
B) Che me lo farei troppo anche da cieco.
C) Che spero lo abbiano pagato abbastanza per un impegno del genere.
D) Che si impegna così tanto solo per rubarci il lavoro e le donne!

7. Sei a un cenone di Capodanno e la prima portata consiste in un cane bollito.
A) Beh, dicono che bisogna provare tutto almeno una volta nella vita...
B) Eww, che orrore. Benedetta Parodi, salvami tu, ti prego!
C) Penso che i Capodanno in genere fanno schifo, ma quest'anno persino più del solito.
D) Me lo magno. E pure con gusto.

8. Stai guardando la televisione, improvvisamente ti accorgi di una vespa che ti cammina sul braccio...
A) Impossibile, non guardo la tv. Solo Netflix.
B) Mi metto a strillare così forte che spero i miei vicini mi sentano e mi vengano a portare in salvo.
C) Basta che non disturbi la visione del GF Vip, e la lascio stare. A meno che non si tratti di Bruno Vespa.
D) Mi sparo al braccio, giusto per essere sicuro che non sopravviva.

9. C'è un bambino, ti mostra la sua collezione di farfalle, ti mostra come le uccide.
A) Lo condurrei dal dottore.
B) Seh, collezione di farfalle... mi sa che quel bambino vuole fare fiky fiky con me.
C) Collezione di farfalle? Ma è la stessa scusa che uso io per invitare le tipe a casa mia. Da chi l'ha scoperto?
D) Fa bene. Le farfalle devono morire tutte!

10. Sei un regista e come protagonista del tuo film puoi avere Ryan Gosling o Harrison Ford. Chi preferisci?
A) Harrison Ford. Sono cresciuto con i suoi film. O almeno credo.
B) Ryan Gosling. Gnam, che bono.
C) Harrison Ford, sono cresciuto con i suoi film. Ne sono sicuro.
D) Perché, Harrison Ford è ancora vivo?


Risultati


Prevalenza di A
Sei un Replicante

Non lo sapevi? Dai che lo hai sempre sospettato.
Ora però non fare così, non metterti a piangere...
Certo che voi Replicanti di oggi siete proprio dei frignoni e poi è inutile piangere. Tanto le tue lacrime finiranno perdute nel tempo come... lacrime nella pioggia.


Prevalenza di B
Sei un Replicante gay

Sei un po' come Cristiano Malgioglio, solo in versione giusto un filino più robotica.
Hey, aspetta. Mi dicono che anche lui è un Replicante. Quindi sei proprio uguale a Cristiano Malgioglio.
Esiste pure la possibilità che tu sia un Replicante donna, ma anche in questo caso è probabile che tu sia gay.



Prevalenza di C
Sei un Umano

Pensavi di essere un tipo tanto strano, tanto originale, magari un pochino Replicante e invece no.
Sei un comune noioso mortale Umano. Ma comunque poteva andarti peggio...


Prevalenza di D
Sei un pessimo Umano

Te lo dice non solo Pensieri Cannibali, ma anche Levante: tu sei un pezzo di me.



Spider-Man: Ritornatene a casa

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Spider-Man: Homecoming
Regia: Jon Watts
Cast: Tom Holland, Robert Downey Jr., Michael Keaton, Laura Harrier, Zendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori, Marisa Tomei, Donald Glover, Gwyneth Paltrow, Jon Favreau


Spider-Man, Spider-Man,
does whatever a spider can
spins a web, any size,
catches thieves just like flies
look out!
Here comes the Spider-Man


Spider-Man è tornato. Ancora una volta. Ad ammazzarlo c'hanno provato in parecchi. Quelli della mala, la pubblicità e pure Max Pezzali con la sua musica. Incredibilmente, non è però stata sufficiente manco questa, e così ecco che ci troviamo ancora una volta di fronte al nostro amichevole Spider-Man di quartiere. Che ci volete fare? Questo non ce lo leviamo più dalle ragnatele. Non è bastato che Spider-Man 3 fosse una cagata pazzesca, che The Amazing Spider-Man fosse un mezzo flop e The Amazing Spider-Man 2 – Il potere di Electro fosse un flop di discrete dimensioni. Ad appena una manciata di annetti di distanza da quest'ultimo, quando nessuno ne sentiva ancora la mancanza, ecco che il ragnetto è tornato in azione, non più con le sembianze nerd di Tobey Maguire, l'unico vero credibile Peter Parker cinematografico, né tantomeno del fighetto Andrew Garfield, bensì del giovinastro di belle speranze Tom Holland.

Chiiiiiiiiii?



Tom Holland, il ragazzino di The Impossible.

Coooooooosa?


Massì, The Impossible è quel film sopravvalutatissimo e ruffiano che metteva in scena lo tsunami del 2004 nell'Oceano Indiano. In pratica la solita pellicola catastrofica, che però non si sa perché da alcuni è stato salutato come un capolavoro o quasi. Fatto sta che grazie a quel film Tom Holland si è trasformato in uno dei giovani attori più richiesti del mondo ed è riuscito a spuntarla per la parte del nuovo Peter Parker. Il suo debutto nell'alta società supereroistica l'ha fatto in Captain America: Civil War. Ora è arrivata una pellicola “solista” tutta sua, già annunciata come il primo capitolo di una nuova trilogia. Alla regia troviamo l'anonimo Jon Watts che fa rimpiangere non solo Sam Raimi, ma pure lo spaesato Marc Webb, più a suo agio con i lavori indie alla (500) giorni insieme che non con i blockbusteroni tutti bang! e boom! ed effetti speciali come i due ben poco amazing Amazing Spider-Men.


Questo nuovo Uomo Ragno segna un cambio di rotta rispetto al passato. Segna un ritorno a casa, tra le braccia di mamma Marvel. Il nuovo film si va a infilare così all'interno del sempre più noioso e autoreferenziale Marvel Cinematic Universe, che io definirei anche “La Morte del Cinema”, non fosse che poi Michael Bay diventa geloso.

"Attento a quello che scrivi, stronzetto d'un cannibale!"

Spider-Man: Homecoming è in tutto e per tutto un tassello del Marvel Cinematic Universe, a partire dai riferimenti a Captain America: Civil War rivissuti in chiave Chronicle (uno dei film più copiati degli ultimi anni), fino alle evitabili apparizioni di Robert Downey Jr. nei panni di Tony Stark/Iron Man echeppalle! Sia mai che un film solista su un personaggio Marvel sia davvero solista e non ci mettano dentro anche qualche altro personaggione per rassicurare il pubblico Marvel che se no si turba troppo.

"La mia presenza in questo film è fondamentale."
"Sì, certo Robert. Quanto una forchetta nel brodo [cit.]."

Rispetto alle altre pellicole dei “colleghi”, in questo caso il tiro è più adolescenziale. Anche perché il protagonista ha 14 anni... pardon, ben 15. Le parti che personalmente ho trovato più interessanti sono proprio quelle teen, che però non sono di certo migliori rispetto a un qualsiasi altro film teen di livello medio-basso. Sono comunque sufficienti abbastanza per rendere la visione carina e scorrevole il giusto e riescono a bilanciare le parti più supereroistiche ed action che – sempre personalmente – mi hanno invece provocato qualche sbadiglio. Come prodotto d'intrattenimento tutto sommato Spider-Man: Homecoming funziona. Il problema è che appunto di prodotto stiamo parlando, e non di Cinema.

Qualcuno a questo punto dirà: “È un film sui supereroi, ammuninne, che minkia vuoi? Un capolavoro? A noi ci va bene anche così”. Sì, certo. Senza però scomodare filmoni come Il cavaliere oscuro di Christopher Nolan o il sorprendente Unbreakable di M. Night Shymalan, rimanendo nell'ambito della saga del ragnetto i primi due Spider-Man diretti da Sam Raimi erano due ottime pellicole. Indipendentemente dal genere cinecomics, si trattava di due lavori molto ben scritti, con delle sceneggiature notevoli, con dei personaggi sviluppati e interpretati in maniera ottima, erano due film divertenti ma allo stesso tempo anche con qualcosa, o almeno qualcosina da dire. A voler trovare a tutti i costi dei sottotesti sociopolitici, mettevano pure in scena la voglia dei newyorkesi di rialzare la testa dopo la batosta dell'11 settembre. Avevano pure dei momenti poetici ed emozionanti, si veda il bacio “al contrario” di Tobey Maguire e Kirsten Dunst, entrato di diritto tra le scene romantiche più originali e memorabili nella Storia del Cinema.


Non mi sembrano cose da poco, per un cinecomics, così come per un film qualunque. Di questo Spider-Man: Homecoming invece cosa resterà tra 15 anni, o anche solo tra 15 minuti?
Resterà il ricordo di un Tom Holland simpatico e in forma, ma che non riesce mai a trasformarsi per davvero in Peter Parker come fatto da Tobey Maguire. Sembra solo un bimbominkia che un bel giorno ha scoperto di essere un supereroe, potenzialmente addirittura il nuovo ingresso negli Avengers, ed è tutto gasato per averli conosciuti e per avere una tuta parlante multimilionaria superfiga che lo aiuta nelle sue missioni. Dove sono finite però le grandi responsabilità che derivano da un grande potere?

Inoltre se le precedenti pellicole avevano il merito di lanciare nel mainstream attrici come Kirsten Dunst ed Emma Stone, qui chi abbiamo?
La bella di turno è tale Laura Harrier, caruccia e tutto, ma con tutto il rispetto dubito fortemente che abbia un futuro cinematografico come quello di Kirsten & Emma.

"Hey Spidey, ci pensi tu a togliermi le ragnetele da in mezzo alle gambe?"

Per compensare la carenza di presenza scenica della innamorata di Spidey, ecco che hanno aggiunto Marisa Tomei nella parte di... May Parker, la zia vecchina inguardabile di Peter?!?

Io me la ricordavo così...


O così...


Adesso invece la vecchia ziuccia con un piede nella fossa May è diventata così...


"Me la farei anch'io."
"Peter, guarda che è tua zia."
"Sì, vabbé, ma sticazzi!"

Il prossimo passo quale sarà? Mettere Pamela Anderson nel remake di A spasso con Daisy?
Va bene che i personaggi non sono scritti nella pietra e possono evolversi a cambiare, si veda il prossimo Doctor Who che sarà una donna, però questa insensata esplosione di gnoccaggine da parte di zia May non sembra avere alcuna giustificazione a livello narrativo e pare solo una scelta estetica.

Fatte tutte queste critiche da solito anti-cinecomics rompicoglioni quale sono, andiamo a vedere anche le cose positive, di questa inutile prematura nuova (si fa per dire) versione di Spider-Man.

Il cattivone è il solito villain stereotipato. Un uomo legato alla sua famiglia che inizia come imprenditore fondamentalmente buono ma che poi, deluso dalla vita, dalla burocrazia e dai ricconi alla Tony "Pier Silvio" Stark, passa al Lato Oscuro. A impreziosire un poco fenomenale personaggio del genere è l'interpretazione di Michael Keaton, pure lui passato al Lato Oscuro, dall'essere Batman (e pure Birdman) al fare l'Avvoltoio. Notevole in particolare la scena del faccia a faccia da brividi in auto con Tom Holland, forse l'unico vero lampo di Cinema dell'intero lungometraggio.


Niente male il personaggio simpa di turno. No, non parlo di Jacob Batalon, il BFF di Peter Parker usato come sua esotica spalla comica hawaiiana.


E non mi riferisco nemmeno a Donald Glover, sprecatissimo nei panni di uno sprovveduto delinquentello fattone di periferia.


Ce l'ho con Zendaya, giovane popstar e potenziale nuova Selena Gomez qui al suo esordio cinematografico che, nel ruolo di una nerd stralunata e anche piuttosto sociopatica, regala i momenti più divertenti e sorprendenti del film. Un personaggio che, se avrà maggiore spazio, nei prossimi due già annunciati episodi potrebbe regalarci parecchie soddisfazioni. Oltre che poter diventare il nuovo interesse amoroso di Peter, chissà?


Altri meriti del film?
Aver fatto scoprire i Ramones ai millennial di oggi. Sulle note di Blitzkrieg Bop il nuovo amichevole Spider-Man si muove a ritmo punk per i quartieri di New York City, aspettando di diventare nelle prossime due pellicole probabilmente più maturo, dark e tormentato. Con la speranza di vederlo muoversi in due film che non si limitino a fornire il livello minimo sindacale di intrattenimento fumettistico ma tornino, come i primi due lavori targati Raimi, a ricordarsi di essere Cinema. Altrimenti se ne possono anche tornare a casa.
(voto 5,5/10)

"Hey ho, let's go!
Sì, let's go home, che è meglio."

madre! de! Dios!

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madre!
Titolo originale: mother!
Regia: Darren Aronofsky
Cast: Jennifer Lawrence, Javier Bardem, Ed Harris, Michelle Pfeiffer, Domhnall Gleeson, Brian Gleeson, Stephen McHattie, Kristen Wiig


La trama
ATTENZIONE CONTIENE SPOILER DEL FILM E DELLA BIBBIA

Javier Bardem è uno scrittore, anzi un Poeta che va a vivere in una casa in mezzo al nulla insieme alla giovane e bella mogliettina Jennifer Lawrence. E fin qui niente di male. Le cose furbe però finiscono qui.


Un giorno alla porta dei due coniugi sperduti in mezzo al nulla bussa un tizio. Ed Harris. Dice di essere un dottore e Javier Bardem lo accoglie come se fosse il BFF che ha desiderato da tutta un'intera vita e non ha mai avuto. I due fanno sboccia e Bardem passa la notte a reggere la testa a 'sto qua mentre sbocca nel cesso come fosse un bimbominkia alla prima ciucca, anziché andare a letto con Jennifer Lawrence. Ve l'ho detto che le cose furbe finivano alla prima riga di trama.


Il giorno dopo alla loro porta di casa bussa un'altra persona. È la moglie di Ed Harris, Michelle Pfeiffer. Una persona squisita che dà consigli sessuali non richiesti alla giovane e inesperta Jennifer e le prepara pure dei prelibati cocktail alcolici. Cosa pretendere di più da un'ospite che nessuno aveva invitato?


Si può pretendere che il marito e lei, novelli Adamo ed Eva, vadano a ficcanasare in giro per la casa anche dove non dovrebbero, distruggano il bene più prezioso di Javier Bardem, il frutto proibito, e invitino in casa pure i loro figli, Caino e Abele alias Domhnall e Brian Gleeson, che sono fratelli pure nella realtà. Sono fratelli che si vogliono così bene che uno ammazza l'altro. Che fare a questo punto?
Organizzano una veglia funebre per onorare la memoria del figlio morto e dove la fanno, se non lì in casa dei loro nuovi amiconi Javier & Jennifer?
La veglia poi si trasforma in un party, perché quale veglia non si trasforma in un party? Fino a che quell'antipatica di Jennifer Lawrence non decide di mandare a casa tutti. Che guastafeste!
Per concludere la tranquilla seratina, Javier Bardem è combattuto se reggere un'altra volta la testa in bagno a Ed Harris, oppure fare all'amore con la mogliettina. Indeciso, a sorpresa alla fine propende per la seconda.
Ed è anche la seconda cosa furba del film, ma tranquilli, è pure l'ultima.


Il mattino seguente Jennifer Lawrence si sveglia e dice: “Sono incinta” e partono delle risate registrate stile sitcom, o almeno nella mia testa sono partite. Perché madre! è la comedy più esilarante del 2017, e incredibilmente non sono l'unico a pensarlo, qualcosa a metà strada tra il grottesco da camera alla Carnage di Roman Polanski e le farse di Woody Allen, con l'aggiunta di un umorismo surrealista in stile stagione 3 di Twin Peaks. Ecco, se questo film l'avesse diretto David Lynch, tutti avrebbero gridato al capolavoro e gli avrebbero dato del genio. Invece l'ha girato Darren Aronofsky e tutti a gridare per lo schifo e a dargli del cretino.
In effetti comunque è così. Jennifer nel film è davvero incinta. Perché fare degli inutili test di gravidanza, quando se lo sai, lo sai?

"Incinta al primo colpo? Che sfiga...
Volevo dire: che fortuna!"

Passano 9 mesi, Jennifer è lì lì sul punto di partorire, mentre Javier Bardem ha pubblicato la sua nuova opera, che viene accolta dal mondo in maniera entusiastica. Al contrario del film Madre!. Javier Bardem diventa così più famoso dei Beatles dei tempi d'oro. È più venerato di Dio. Sarà perché è proprio Dio? E quale può essere il figlio di Dio, se non Gesù in persona?
A questo punto allora Jennifer Lawrence chi è? La Vergine Maria?
No, perché vergine non è certo e quindi si limita a essere Madre Natura. O la Musa ispiratrice. O per gli amici anche La Casa.


E cosa fa la gente?
La gente è cattiva, è pazza, non gliene frega niente se non di se stessa e così distrugge tutto, dà prima un party, ancora più selvaggio, molto più selvaggio della veglia funebre, e poi il party degenera in guerra. È in questo clima sereno che nasce il figlio di Javier e Jennifer. Quello che dovrebbe essere il Salvatore, peccato non salvi un bel nulla e venga anzi servito dal padre in pasto al popolo cannibale affamato. Jennifer, che di tutta questa situazione si è leggermente stufata, un po' come lo spettatore, decide allora di bruciare tutto.
GAME OVER
L'unico a salvarsi è Javier Bardem, il Dio immortale. Il creatore che con i suoi Crystal Ball magici può dare vita a un nuovo mondo, una nuova casa, una nuova sposa che vivrà insieme a lui per sempre felice e contenta. Per sempre, o almeno fino al giorno in cui un nuovo Ed Harris invasore rompipalle di turno non tornerà a bussargli alla porta. E così la Storia si ripete sempre uguale, senza che l'uomo impari nulla e senza che nemmeno il suo Dio lo faccia.
Quindi chi è peggio? Dio, l'uomo, o Darren Aronofsky, che con tutti i libri che esistono al mondo continua a leggere solo quello che sembra detestare di più, ovvero la Bibbia, e dopo Noah ne ha tirato fuori un'altra sua rilettura perfida, personale e delirante?

FINE SPOILER

"Per comprendere meglio il film, meglio berci su.
Parecchio."


Il parere del mondo


Il mio parere


Il parere di Jennifer Lawrence


Il parere di Sensualità a corte


Il parere di Laura Palmer


Il parere di Darren Aronofsky


Il parere di Dio


A Ghost Story, dura la non-vita di un fantasma

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A Ghost Story
Regia: David Lowery
Cast: Casey Affleck, Rooney Mara, Will Oldham, Kesha


A Ghost Story non è la classica storia di fantasmi. È la storia di un fantasma, della sua dura vita, o meglio della sua dura non-vita. È una visione non facile. Lenta, mesta, a tratti pesante. È una pellicola che si prende i suoi tempi, che si inventa un tempo tutto suo. A tratti rallenta il ritmo a livelli quasi catatonici, e poi all'improvviso accelera in maniera inaspettata manco fosse la settima stagione di Game of Thrones. Il tempo è un concetto relativo e per un fantasma ancora di più. Per una pellicola su un fantasma, poi, non parliamone.


A Ghost Story è uno di quei film autoriali che mettono paura a chi ha già il timore dei film autoriali. È ostico, enigmatico. L'ho già detto che è lento? Si veda la scena in cui una sempre più notevole Rooney Mara si abbuffa con una torta che una vicina di casa le ha portato. Una scena di un'intensità fantasmagorica, ma anche un pochino estenuante.
A ciò vanno aggiunte riprese fisse e statiche, alla Michael Haneke, il regista più bastardo del mondo prima che Darren Aronofsky gli soffiasse il titolo, o sullo stile di film come Kynodontas, The Childhood of a Leader e The Witch.

A Ghost Story è un horror. Anzi no, non è un horror. Non un tipico horror. Sta ai film dell'orrore tradizionali un po' come Unbreakable di M. Night Shyamalan sta ai film supereroistici della Marvel. È quasi come se fosse una versione più indie e più realistica delle solite pellicole incentrate sugli spiriti che infestano una casa alla Poltergeist o L'evocazione – The Conjuring, solo che a ben vedere di realistico non è che ci sia poi molto, a partire dalla rappresentazione del fantasma.

ATTENZIONE SPOILER
In A Ghost Story il protagonista maschile Casey Affleck muore dopo una manciata di scene. Una volta morto, diventa uno spirito. Uno spirito sotto a un lenzuolo, con tanto di buchi per gli occhi. Perché i fantasmi vengono rappresentati così 👻, da che mondo è mondo?


Non lo so e manco lo voglio scoprire. Preferisco vivere nel mistero. In ogni caso, Casey Affleck recita bene anche con un lenzuolo in testa, non è una cosa da tutti. Non a caso è il premio Oscar 2017, mica il primo spiritello porcello che passa.
FINE SPOILER

A Ghost Story è una visione difficoltosa, ma ripaga con alcuni lampi di bellezza assoluti. Con atmosfere tese e inquietanti. Con la perla di canzone I Get Overwhelmed dei Dark Rooms, che nel film Casey Affleck fa finta di cantare. O forse la canta per davvero lui?
Ripaga anche con le apparizioni a sorpresa della popstar Kesha, che si sta rivelando sempre più una delle più inaspettate idole di quest'annata, e del cantautore folk-country Will Oldham, anche noto come Bonnie “Prince” Billy, che in un film ricco di silenzi spara un monologo clamoroso.

"Hey Courtney Love, come va? Che piacere rivederti."
"Ma non sono Courtney Love. Sono Kesha!"
"Tik tok on the clock,
but the ghost don't stop, no"

Il lavoro scritto e diretto da David Lowery sa stupire in più di un'occasione, non solo per via dello spunto iniziale, e permette così al regista di riscattarsi dopo la parentesi “commerciale” rappresentata dalla fiabetta buonista disneyana Il drago invisibile, con cui questa pellicola dallo spirito (è proprio il caso di dirlo) indie condivide giusto il tema dell'invisibilità. Qui Lowery ritrova inoltre i suoi due attori feticcio, Casey Affleck e Rooney Mara, già protagonisti del suo malickiano Senza santi in Paradiso (Ain't Them Bodies Saints), riuscendo in questo caso a fare un lavoro ancora più affascinante e... originale.


A Ghost Story è probabilmente il film più originale dell'anno, per altro pure girato in formato 4:3 alla Mommy e American Honey per renderlo ancora più strambo. Non il più bello, perché comunque i suoi momenti di noia non si possono cancellare, né il più soddisfacente. Il più originale però sì. Parte come una specie di versione alternative di Ghost, e poi diventa qualcos'altro. Il suo finale, anche dopo aver letto la spiegazione data dal regista, rimane alquanto sfuggente, come un Lost in Translation perso nel paranormale. Un enigma che permette al film di restare in testa per ore, giorni dopo la sua visione, e che, anche una volta terminato, gli fa tenere addosso un velo di mistero. O, se preferite, un lenzuolo.
Ecco svelato il messaggio nascosto lasciato da Rooney Mara al marito: "Casey, quando sarai deceduto stai attento ai Ghostbusters. E non fare il cascamorto con le Ghostbusters, che se no ti ammazzo di nuovo!

P.S. Ti amo"
(voto 7,5/10)

Uomini di neve, ninja, MILF e... Miki Moz

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Che settimana assurda, nelle sale italiane così come pure nella nostra rubrica sulle uscite.
Questo weekend escono film che si rivolgono un po' a tutti i tipi di pubblico, dagli appassionati di thriller a quelli di patiti di cinema autoriale italiano (se ne esistono), dai bimbetti fino alle MILF.
Per aiutarvi a orientarvi in tutte queste variegate proposte, ecco che, insieme a me e al mio blogger rivale Mr. James Ford, in questa nuova puntata della rubrica c'è un altro ospite speciale: Miki Moz, l'autore del famoso, ma più che altro famigerato Moz O'Clock. Un blog che ormai possiamo considerare storico, visto che è giunto al suo 11esimo anno, o alla sua 11esima stagione come preferisce dire il suo creatore. Un sito dal sapore spesso rétro che parla di pop culture a 360°, da giocattoli e videogames a fumetti e junk food, passando per film, musica e serie tv. Un blog quindi non strettamente cinematografico e, dalle sue discutibili opinioni seguenti, ciò si vede eccome, uahahah!


L'uomo di neve
"Questa settimana, anziché chiamare un blogger cinematografico come si deve, hanno chiamato un esperto di giochi e junk food?
Sono davvero riusciti a farmi rimanere di ghiaccio."


Miki Moz: I thriller ora si spostano tutti a nord, nei paesi dal suicidio facile dove fa buio a mezzogiorno e dove la neve non è piacevole. Ma siccome di neve ne ho avuta anche troppa, quest’anno, salto volentieri la visione.
Questo è il classico film le cui premesse possono far gasare Cannibal, che poi sarà deluso.
Cannibal Kid: Raccomando a Miki Moz, che arriva chiaramente impreparato all'appuntamento con questa rubrica trasformata per l'occasione in una Blog War – Special Edition, di leggere i nostri blog un po' più spesso. Se lo facesse, si renderebbe conto che il fan dei thriller nordici non sono io, ma Ford. L'uomo di neve è infatti tratto da un romanzo di Jo Nesbø, il secondo personaggio di cui si parla più spesso su WhiteRussian, appena dopo Stallone.
Io invece sono incuriosito più che altro per vedere come se la caverà alle prese con un thrillerone commerciale il Michael Fassbenderone, sebbene negli ultimi tempi non ne azzecchi più una. Al cinema. Nel privato invece, mettendosi insieme ad Alicia Vikander, lui sì che ha capito tutto della vita.
Ford: come Cannibal e chiunque segua come si deve il mio blog, Nesbo è uno degli autori che più ho amato negli ultimi anni, autore di una serie fantastica legata ad un personaggio fantastico, il detective alcolista Harry Hole.
Normalmente sarei gasato a mille per una produzione di questo tipo, ma ho due grossi punti interrogativi: il primo è che L'uomo di neve, nonostante il successo commerciale, è ben lontano dall'essere il primo libro della serie, ed iniziare una saga da metà percorso non è mai consigliabile.
Il secondo è Fassbender, che per quanto bravo e cool fisicamente c'entra con Hole più o meno quanto Cannibal con Miki Moz, o almeno spero per Miki Moz.
Staremo a vedere.

40 sono i nuovi 20
"Uuh, interessante quel Miki Moz!
Spero che abbia massimo 20 anni, se no col cavolo che me lo faccio."

Miki Moz: Non ci vuole certo una commediola USA in stile classico (don—ehm, ragazza protagonista, qualche bellimbusto vario ed eventuale) a ricordarci che avere quarant’anni è il nuovo Avere vent’anni.
Ci ho basato il mio blog, su questo concetto. Io ne ho 12, di anni, quindi salto.
Cannibal Kid: Potrebbe sembrare la classica commediola americana senza pretese, ma non lo è. Vorrete mica dare ascolto a un blogger bimbominkia 12enne? Questo è il mio film e potrebbe diventare il mio nuovo manifesto esistenziale. Daje Reese, famme sognà!
Aspettate quindi di vederlo tra i migliori film dell'anno su Pensieri Cannibali e in cima alla classifica dei peggiori su WhiteRussian, dove probabilmente raccoglierà il testimone da Bad Moms, il “trionfatore” dell'anno scorso. Ford comunque è già stato chiamato come protagonista del sequel spin-off: 40 sono i nuovi 80.
Ford: dovrei essere il primo sostenitore di questa dottrina, seguito a ruota da quel fesso di Cannibal, che continua a fingere di avere dodici anni come Miki. Ma prima che possa avere anche la benchè minima esaltazione per vedere l'ennesima commediola ammeregana senza spessore, la strada è molto lunga.

Lego Ninjago – Il film
"Evil Dad?
Ah già, è così che ho salvato il numero di Ford! Ma non ci penso neanche a rispondere."

Miki Moz: L’azienda del mattoncino ha ormai intrapreso la strada del cinema: dopo i magnifici Lego Movie e Lego Batman è la volta del ninja verde Lloyd (il sosia di un mio amico) e degli altri Ninjago, linea di successo.
Non mi aspetto sviluppi e citazioni colto-nerd come nei precedenti due film, roba che Cannibal e Ford possono riempirci un anno di blog. E poi dalla Lego io aspetto la linea Masters of the Universe.
Cannibal Kid: I magnifici Lego Movie e Lego Batman?
Ma chi ci è capitato questa settimana? L'unico blogger al mondo che ne capisce di cinema meno di Ford? E aspetta pure la linea Masters of the Universe?
Posso rimangiarmi subito l'invito che gli ho fatto a partecipare a questa rubrica?
Quanto ai Ninjago, dico solo che sono tra i preferiti dei miei nipotini di 9 e 6 anni. Quindi una bambinata perfetta per Ford. E non intendo i piccoli di casa.
Ford: i due ultimi film dedicati ai mattoncini Lego, Movie e Batman, mi hanno intrattenuto e divertito parecchio. Ammetto però, per età mia e dei miei figli - ancora troppo piccoli - di non conoscere affatto i Ninjago, ma di essere molto incuriosito. Del resto, se la qualità resta quella dei due film precedenti, direi che siamo a cavallo. E chissà che non impari qualche nuova mossa con la quale stendere Cannibal e lo sventurato che ogni settimana ci farà compagnia per questa rubrica.

Nico, 1988
"Miki, col cavolo che ti canto un pezzo del tuo adorato Pelù.
Non cadrò mai così in bassooo!"

Miki Moz: Nel 1988 l’unico Nico era Steven Seagal, uscito quell’anno con un action da serie A che univa un poliziotto italoamericano alla budinosa e futura Jackie Brown. E so che Mr. Ford è con me.
Ora invece Nico è anche la storia della cantante dei Velvet Underground, tra tour e vita privata.
Da vedere, sicuramente buona musica e buono sfondo storico.
Cannibal Kid: Preferisco dimenticare il d'altra parte dimenticabile Nico con Steven Seagal, uno dei peggiori film e uno dei peggiori attori di tutti i tempi, e concentrarmi su una pellicola premiata all'ultimo Festival di Venezia che racconta gli ultimi mesi di vita negli anni '80 di un'icona degli anni '60. Sono d'accordo che conterrà della buona musica. Per il resto Miki dovrebbe smetterla di drogarsi pesante insieme a Ford.
Ford: il Nico di Seagal resta indimenticabile, oltre ad essere uno dei pochi film decenti interpretati dal più parruccone degli action heroes anni ottanta, ma questo Nico legato alla mitica cantante dei Velvet Underground potrebbe perfino mettere d'accordo il sottoscritto e Cannibal. Che sia l'inizio di una svolta, e dunque di una Blog War tra noi due e Miki?

Il palazzo del viceré
"Gandhi, non rompere le scatole con 'sto pacifismo proprio ora che è in corso una Blog War a 3!"

Miki Moz: Film storico, quindi probabile mattonata sui coglioni, che ci parla dei rapporti tra India e Pakistan, prima che questi tizi arrivassero ad aprire negozi di cianfrusaglie e telefoni da noi. Cannibal ci sguazzerà dicendo che è da Oscar.
Cannibal Kid: Miki crede davvero che esalterò un film storico?
Ma è una cosa che non si è mai vista nella Storia di Pensieri Cannibali.
Ford: un film che si preannuncia come una mattonata devastante di quelle che Cannibal pensa io esalterò, ma che ormai non avvicino più con la scusa di spararmi l'ennesima revisione di un film con Sly.

L'altra metà della storia
"Charlotte, dici che siamo vecchi abbastanza per diventare amici di Ford?"
"Penso di sì, e forse anche di Miki, che quello è appassionato di cose rétro e vintage come noi."

Miki Moz: Film inglese come sanno fare gli inglesi. Classico, quindi. La storia di un diario che spunta dal passato e che lega il protagonista a una sua vecchissima fiamma. Amore, perdono, granbretagna. Film per blogger cinefili come Ford & Cannibal, roba per fare gli intenditori british.
Cannibal Kid: Grazie per i cinefili, ma le pellicole classiche British non sono certo una specialità di casa, né dalle mie parti, né da quelle dell'altra metà della storia di questa rubrica, WhiteRussian. Trattandosi di un film con vecchietti, però, potrebbe fare più al caso di Ford che non al mio...
Ford: l'altra metà della storia non pare affar mio, così come queste discussioni da salotto tra Miki e Cannibal, che devono ancora farne di strada per arrivare agli scambi al vetriolo che io e Cannibal portiamo avanti dai tempi delle Blog Wars.

Dove non ho mai abitato
"Ma dove siamo finiti, nel paese di Padre Pio?"
"E quale sarebbe?"
"San Giovanni Rotondo."
"Ah, ma è il posto noto soprattutto perché c'ha la residenza Miki Moz. E dillo subito!"

Miki Moz: Film italiano che sembra avere qualche pretesa di buon cinema; padri e figlie e spiriti santi nella Torino bene, dissapori dal passato e architettura. Ne varrà la pena. Mr. Ford forse sta già vomitando?
Cannibal Kid: Negli ultimi tempi sono diventato, a sorpresa, un acceso sostenitore del nuovo cinema italiano. 'Sta roba che sa di mattonata sui coglioni peggio del film storico British però giusto un fanatico nazionalista come Miki può cercare di vendervelo come una visione da non perdere. Non credetegli.
Quanto a Ford, quello il cinema italiano è un posto dove proprio non ha mai abitato. Così come il cinema in generale.
Ford dice: Torino a parte, non trovo un motivo per recuperare l'ennesimo tentativo presumibilmente fallimentare di presentare un film italiano pseudo autoriale. Un po' come qualsiasi tentativo di Cannibal di apparire competente in ambito cinematografico continuerà ad essere altrettanto fallimentare.

Nove lune e mezza
"Dai, tesoro, adesso non c'ho voglia. Questo filmetto italiano consigliato da Miki Moz m'ha ammosciato."

Miki Moz: Due sorelle, due compagni. Due sorelle molto diverse tra loro, così come i loro compagni. E, di mezzo, una gravidanza. Dirige Michela Andreozzi, una commedia che probabilmente non dev’essere così male tipo quei film italiani che ora sono relegati alla terza serata di Italia 1.
Cannibal Kid: Continua la crociata di Miki in difesa del cinema italiano. Solo che questa robetta bisogna essere proprio generosi per definirla cinema. Considerando inoltre che la protagonista è Claudia Gerini, che non vedevo in azione dai tempi dei lavori con Carlo Verdone e ho ritrovato in pessima forma recitativa in Suburra – La serie, l'unica commedia al femminile da vedere questa settimana è e resta 40 sono i nuovi 20.
Ford: ennesima porcata italiana che se neppure Cannibal corre a difendere deve essere davvero qualcosa di terribile. A meno che non si tratti del film del secolo.

Made in China Napoletano

Miki Moz: Chi tarocca di più tra i napoletani e i cinesi? Devono essersi chiesto questo quando hanno messo su questo film. Una simpatica guerra tra contraffazioni che si preannuncia divertente (anche se in questi casi il rischio di film superficiale è sempre alto, speriamo di no…).
Cannibal Kid: Miki Moz arriverà a sponsorizzare persino questo altro film italiano?
No, dai, è troppo persino per lui...
E invece no. L'ha fatto!
Ok, è ufficiale. Non credevo sarebbe mai successo, ma ho trovato qualcuno con dei gusti cinematografici che mi spaventano più di quelli di Ford. Che puntata di rubrica davvero sorprendente. E terrificante.
Ford: non pensavo che esistesse un blogger pronto a difendere il Cinema italiano al suo peggio ancora più di Cannibal, e invece l'ho trovato. Forse è il caso che la prossima volta, prima di scrivere per questa rubrica, faccia bere due o tre white russian dei miei a Miki.

"Bravo Miki!
Finalmente qualcuno che ne capisce di vero cinema e di veri attori in questa rubrica gestita da due incompetenti."

Ho visto Il segreto, ma non è grave come pensate

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Ho visto Il segreto.

Il segreto
(stagione 1)
Titolo originale: El secreto de Puente Viejo
(voto 10/10)


No regia, che cavolo mandi in onda?
Non è Il segreto che intendevo io. Quello ho provato a vederlo una volta, giusto per capire perché milioni di persone in Italia e in Spagna lo seguissero, e dopo pochi istanti sono rimasto vittima di convulsioni e mi hanno dovuto portare via con l'ambulanza. Altro non ricordo, se non che io non ho niente contro i programmi trash, ma qui siamo persino sotto al livello della telenovela piemontese trasmessa da Mai dire gol, Sogni d'amore.





Il segreto che ho visto io non è la soap opera motivo principale per cui la Catalogna vuole l'indipendenza dalla Spagna, è un film. Questo.

Il segreto
Titolo originale: The Secret Scripture
Regia: Jim Sheridan
Cast: Rooney Mara, Theo James, Jack Reynor, Vanessa Redgrave, Eric Bana, Aidan Turner


Siamo sicuri che sia un film più o meno storico, e non una soap opera qualunque?
La trama non è che sia poi molto differente da quelle de Il segreto, o da quelle che immagino possano essere le storie raccontate ne Il segreto. Fondamentalmente assistiamo a un ménage à trois. La protagonista Rooney Mara è infatti divisa tra due uomini. Uno è il simpatico e cuccioloso Jack Reynor.



L'altro è l'antipatico bel tenebroso Theo James, che però nasconde un segreto... è un prete.


Oddio, siamo sempre sicuri che si tratti del nuovo film diretto da Jim Sheridan, il regista di Il mio piede sinistro e Nel nome del padre?
A me comincia a sembrare un reboot di Uccelli di rovo.

L'ambientazione irlandese suggerisce che sì, si tratta proprio di un film di Sheridan, il più irlandese tra i registi irlandesi.
Il prete Theo James comunque controlla sempre Rooney Mara, proprio come Dio ha occhi dappertutto, anche se più che quello di Dio o quello di un innamorato, il suo comportamento sembra quello di Robert De Niro nei confronti di Ben Stiller in Ti presento i miei.


A un certo punto spunta anche un terzo spasimante, Jack (Aidan Turner), che dopo aver ballato una misera volta con lei già le dice che la ama.


C'è poco da fare. Tutti pazzi per Mara. Non solo qui. In qualsiasi film. In Song to Song di Terrence Malick ha un ménage à trois con due tra i maggiori sex-symbol della nostra epoca, Ryan Gosling e Michael Fassbender. In A Ghost Story il suo marito fantasma non riesce più a staccarsi da lei. In Carol fa innamorare una donna. In Una (recensione prossimamente) fa diventare pedofilo uno che prima non era pedofilo. Insomma, io la trovo carina, ma adesso non è che Rooney Mara sia questa bomba sexy che tutti e tutte le devono sbavare dietro. A quanto pare deve avercela d'oro o fatata, come Sookie Stackhouse in True Blood.


Visto che ha tutti questi spasimanti, la povera Rooney Mara viene accusata di essere una nymphomaniac. Eh, dura la vita nel 1942 per una donna. E pure per un uomo, visto che ogni uomo, quando non era già troppo impegnato a corteggiare Rooney Mara, doveva partecipare alla Seconda Guerra Mondiale.


Il segreto si rivela un melodrammone storico tradizionale, che si lascia seguire con attenzione gossippara, più che altro per scoprire con chi Rooney Mara copulerà. Nel finale c'è un colpo di scena da far invidia a Shyamalan, però per il resto la pellicola non è che sia così tanto costruita sulla tensione thriller o sul mistero, come il titolo suggerirebbe. C'è da chiedersi perché un film in originale intitolato The Secret Scripture da noi sia stato chiamato solo Il segreto. Va beh che i titolisti italiani quando possono inserire questa parolina misteriosa vanno in estasi, si veda I segreti di Twin Peaks o I segreti di Brokeback Mountain, però chiamarlo esattamente nello stesso modo di una soap opera di enorme successo nazionalpopolare come quella in onda su Canale 5 è darsi da soli la zappa sui piedi. O forse è un astuto tentativo di accaparrarsi proprio quel pubblico?

Qualcuno tra i milioni di miliardi di spettatori della soap spagnola più inspiegabilmente di successo degli ultimi anni, ingannato dal titolo per sbaglio potrebbe guardarsi questo film e potrebbe finire per apprezzarlo. Anche perché, alla fin fine, questa pare una versione meglio girata e meglio recitata, mooolto meglio recitata soprattutto dalla sempre brava Rooney Mara, proprio de Il segreto – La serie. Per averne la conferma, quasi quasi vado a vedermi una puntata intera, però non ditelo a nessuno: è un segreto.
(voto 5,5/10)

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