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LE LEGGI DEL CINEMA

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Settimana di uscite potenzialmente parecchio interessanti. Alcune più in positivo, altre più in negativo, ma comunque la voglia di film è riesplosa, sarà per il trionfo assoluto del Bel Cinema agli ultimi Oscar con Birdman e Whiplash, o sarà per la disfatta totale del conservatorismo rappresentato dall'American Sniper tanto amato dal mio blogger rivale e co-conduttore di questa rubrica Mr. James Ford.
E allora, con una ritrovata fiducia nel mondo del cinema e nel mondo in generale, gustiamoci tutte le pellicole in arrivo nelle sale italiane questo weekend.

Vizio di forma
"Un bigliettino d'amore da parte di Ford?
AAAAARGH!!!"
Cannibal dice: Il nuovo film di Paul Thomas Anderson, per quanto mi riguarda uno dei più grandi registi viventi insieme a Tarantino, Malick, Lynch, Von Trier, Inarritu e Coppola, intendo Sofia, è uno di quelli che attendo con maggiore curiosità. Sono pronto per un bel trip, più che per una semplice pellicola, e spero che l'Anderson migliore del mondo (sì, meglio di Wes e pure di Pamela!) non mi deluda.
Ford dice: uno dei film più attesi dal sottoscritto per questa prima metà dell'anno. Tratto da un romanzo splendido e stracult, interpretato da Phoenix, diretto da Anderson - Paul Thomas, che tra gli Anderson è il migliore senza dubbio -, spero proprio non deluda e vada a spazzare via tutti i fantasmi di una notte degli Oscar da dimenticare. E anche Cannibale, già che ci siamo.

Le leggi del desiderio
"La prima regola per avere successo nella vita?
Mai seguire le orme di Ford."
Cannibal dice: Una settimana molto Paul Thomas Anderson, questa!
A vedere il trailer di Le leggi del desiderio, non è potuto che venirmi in mente il personaggio interpretato da Tom Cruise in Magnolia. Peccato che Silvio Muccino non sia Tom Cruise, di certo non è quel Tom Cruise che aveva tirato fuori la performance migliore della sua intera carriera, e questa pellicola da lui scritta, diretta e interpretata rischi di essere come i suoi due film precedenti Parlami d'amore e Un altro mondo, ovvero una porcata. Detto ciò, io al Muccino Jr. non ce la faccio a volergli male, quindi questo film prima o poi lo vedrò, con la speranza di trovarci dentro qualcosa di buono. Quella speranza che ormai ho perso quando vado a leggere WhiteRussian - Edizione 2015.
Ford dice: a me Silvio Muccino è sempre stato in qualche modo simpatico. Da Come te nessuno mai a Il mio miglior nemico.
Certo, ora questo non significa che correrò a vedere questo film, che probabilmente mostrerà più i suoi limiti che altro.
Quindi lascerò che se lo sciroppi Peppa, in modo da orientarmi a seconda di quella che sarà la sua opinione, per fare ovviamente tutto il contrario rispetto a quello che consiglierà.

Kingsman - Secret Service
"Non avrò i muscoli di Stallone, ma di certo ho più stile. Ah yeah!"
Cannibal dice: un action con Colin Firth? So già che Ford lo odierà più di me!
Dopo aver visto il trailer, devo ammettere però che mi aspetto una pellicola piuttosto divertente e accattivante. Per una visione disimpegnata mi sembra possa andare più che bene e so che alla fine conquisterà pure quel burbero di Ford. Sempre che riesca a sopportare l'idea di un action senza Sly o Schwarzy o un altro di quegli pseudo attori che la recitazione manco sanno cos'è.
Ford dice: Colin Firth? Dopo aver sdoganato Liam Neeson, Cannibal promuoverà anche lui!
Nonostante il regista sia il vivace Vaughn, ho come l'impressione che ci troveremo di fronte ad una delle schifezzone cosmiche più terrificanti della stagione, dunque penso che la terrò come riserva nel caso in cui mi trovassi in astinenza da bottigliate, anche se il Cucciolo quest'anno pare aver deciso di non permettere che io mi trovi nella suddetta condizione.

Automata
"Fidati se te lo dico io che con loro c'ho lavorato:
mio caro robot, sei più espressivo te di tutti gli Expendables messi insieme!"
Cannibal dice: Una pellicola sci-fi con protagonista Antonio Banderas mi attira all'incirca quanto una colazione insieme a Ford preparata dallo stesso Banderas, però questo film pare non sia troppo male, quindi una visioncina ci può scappare.
Ford dice: questa curiosa pellicola sci-fi giace nel mio hard-disk da tempo immemore, e a quanto pare per un motivo. Avrò finalmente modo di godermela e proporla come una delle anti-cannibalate della settimana e forse anche del mese.

Motel
"Ecco come mi hanno convinto a girare questo film."
Cannibal dice: Un thrilleraccio con i bolliti John Cusack e Robert De Niro? Sembra promettente quanto una notte in motel in compagnia di quello psycho di Ford.
Ford dice: John Cusack? Robert De Niro? Mancano Johnny Depp e Cannibal Kid e i quattro moschettieri del Cinema bollito saranno riuniti! Non lo guarderò neanche sotto tortura.

Spongebob - Fuori dall'acqua
"Pensieri Cannibali ❤"
Cannibal dice: Avevo visto il primo film di Spongebob una decina d'anni fa. Non so sotto l'effetto di quali sostanze, un mio amico mi aveva convinto a far chiodo all'università e andare al cinema a vedere il film di Spongebob. L'avevo trovata una visione parecchio allucinante, ma in senso più negativo che positivo, quindi questa nuova avventura della pur simpatica spugna marina la lascerò a quell'eterno bambinone di Ford.
Ford dice: non ho mai apprezzato molto Spongebob, anche se senza dubbio la simpatica spugna sarà sempre preferibile all'antipatico coniglione di Casale, e dunque penso che continuerò a vivere bene pur perdendomi la sua nuova avventura cinematografica. Anche se questo, purtroppo, non mi eviterà di dover affrontare quelle del mio rivale qui nella blogosfera, giorno dopo giorno.

The Repairman
"Prima di vedere un film consigliato da Ford è meglio vestirsi come si deve.
Non si sa mai..."
Cannibal dice: Da titolo, locandina e trailer sembra una pellicola indie americana pronta per il Sundance Festival. Invece si tratta di un film italiano. La possibilità di trovarci di fronte a un esordio intrigante c'è, così come allo stesso tempo c'è il rischio di avere a che fare con una semplice scimmiottatura del cinema indie a stelle e strisce, tanto quanto Ford è la scimmiottatura, oltre che di una scimmia, di un cowboy ammeregano.
Ford dice: finto film indie italiano che pare fatto apposta per il finto radical chic che mi ritrovo come antagonista. Da parte mia, lo ignorerò felicemente.

Patria
"Ford, scendi. Tanto l'Oscar ad American Sniper non lo danno
manco se rimane l'ultimo film sulla faccia della Terra."
Cannibal dice: Film di grande attualità su un gruppo di operai che per protesta salgono su una torre. Potenzialmente interessante, nella realtà dei fatti lo sarà probabilmente molto meno.
Ford dice: io, per protesta contro l'Academy, Cannibal e tutti i sostenitori di Birdman, salirò su una torre per colpire tutti loro meglio e dall'alto con una valanga di bottigliate.

Maraviglioso Boccaccio
"Ciao War Horse, ti sei ripreso da quel brutto filmaccio?"
"Vittoria, come ci si sente quando Cannibal Kid è l'unico al mondo a parlare bene di te?"
"Vorrei morire, ecco come ci si sente."
Cannibal dice: Il nuovo film dei fratelli Taviani, autori del sopravvalutato Cesare deve morire, questa volta alle prese con il Decamerone di Boccaccio?
Questa è una fordianata bella e buona, anzi brutta e cattiva!
Ford dice: alle spalle l'esperienza dello splendido Cesare deve morire, i Taviani hanno alzato l'asticella delle aspettative rispetto al loro nuovo lavoro. Sarà una conferma, o uno scivolone? Solo il futuro potrà dirlo.
Una certezza, però, c'è: peggio di quanto ha fatto l'Academy non potranno fare.

Un viaggio serio... ma non troppo
"Ma almeno tu sei andato a vederlo il nostro film?"
"Ehm no, mi ispirava di più 50 sfumature di grigio..."
Cannibal dice: Film amatoriale della settimana. Peggio ci sono solo (forse) i filmini di Ford.
Ford dice: film amatoriale della settimana. Peggio ci sono solo (forse) i filmini di Von Trier che riprende Peppa vestito da Coniglione nella campagna piemontese.

Zanetti Story
"Birdman ha vinto 4 Oscar...
Sìììììììì! Ancora meglio del triplete!"
Cannibal dice: Sul serio?
A questo punto la prossima settimana mi aspetto l'uscita di Ford Story.
Ford dice: uno dei giocatori simbolo dell'altra squadra di Milano che ho stimato davvero nella mia carriera di appassionato di calcio. Potrei, dunque, concedere una visione. Giusto per ricordare i tempi in cui su White Russian imperversavano i Mondiali.

CANNIBAL MUSIC - I DISCHI DI FEBBRAIO 2015

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L'appuntamento con la rubrica dedicata alla musica del mese prosegue. Nonostante i miei problemi di memoria e di mente in generale, non me ne sono scordato ancora e quindi ecco che, dopo i dischetti ascoltati a gennaio, andiamo a scoprire alcuni degli album passati dalle parti di Pensieri Cannibali nelle ultime settimane.

Verdena “Endkadenz Vol. 1”

I Verdena hanno fatto un altro disco tipicamente verdeniano. Prendete la cosa sia in senso positivo che in senso negativo.
Positivo perché i tre bergamaschi restano sempre la realtà più forte (o forse dovrei dire l'unica?) della scena rock italiana attuale. Questo nuovo impronunciabile Endkadenz Vol. 1 ci conferma una rock band capace di una cura nel suono che non ha pari dalle nostre parti e conosce poca concorrenza pure a livello internazionale, se non altro tra i gruppi chitarristici. In più, nonostante manchi il pezzo bomba alla “Luna” o alla “Valvonauta”, ci sono alcuni highlights notevoli come l'esaltante “Un po' esageri” e la ballatona visionaria “Diluvio”.
Negativo perché, nonostante la maturità nel sound e nella capacità di scrittura raggiunta, questo disco non aggiunge niente di nuovo o di fondamentalmente differente rispetto a quanto già fatto dai tre in passato. Chi li odierà continuerà a odiarli. Chi li amerà continuerà ad amarli. In attesa di sentire anche il Vol. 2 in uscita nei prossimi mesi, questo Endkadenz Vol. 1 non cambia di una virgola ciò che già si sapeva della band. Piaccia o meno, i Verdena sono sempre gli stessi.
(voto 7-/10)




J-Ax “Il bello d'esser brutti”

Nella mia cittadina, Casale Monferrato, c'è un posto che si chiama NoNoia ed è il locale alternativo della mia zona. Quello in cui ci trovi i tipi rock e hip-hop con i tatuaggi. Un posto in cui vedrei benissimo uno come J-Ax. Il suo nuovo disco mi fa la stessa impressione di quando torno al NoNoia. Si può presentare con qualche differenza, ma in fondo in fondo resta sempre uguale. Il nuovo album di J-Ax frulla allora al suo interno il passato degli Articolo 31 con le sue ultime cose soliste, il tutto aggiungendo la solita dose di umorismo che mette di buon umore, nonostante non manchi pure un certo retrogusto malinconico, proprio come ogni volta in cui rimetto piede al NoNoia, il locale in cui mi sono preso le mie prime storiche ciucche. Un pezzo come “Ribelle e basta” ad esempio sembra la rilettura di “Latin Lover” degli Articolo combinata con i suoni pop-punk dei tempi di “Domani smetto”, così come “Maria Salvador” è la nuova “Ohi Maria”. È tutto leggermente differente, ma alla fine è sempre uguale. Uguale come la capacità di regalare versi esilaranti e pezzi accattivanti, in cui si segnalano l'inno anti-hipster “La tangenziale”, l'irresistibile “Hai rotto il catso” con una base alla “Still D.R.E.” di Dr. Dre e il mio nuovo inno personale “Bimbiminkia4life”. In alcuni brani come l'intensa “Intro” incontriamo un artista più serio e maturo del solito, ma alla fine il J-Ax che preferiamo, o almeno che io preferisco, è quello più cazzaro, proprio come me e gli eterni Peter Pan che ancora frequentano il NoNoia, noi bimbiminkia 4 life.
(voto 6+/10)




Colapesce “Egomostro”

Il primo disco di Colapesce “Un meraviglioso declino” l'avevo adorato, così come la prima anticipazione da questa sua seconda fatica, “Maledetti italiani”, accompagnata da un video grandioso. L'album “Egomostro” invece non mi piace un granché. Non so nemmeno spiegare bene il perché. Non è affatto un brutto disco, tutt'altro, però lo metto su e mi annoia.
Colapesce non ha alcun demerito. È tutta colpa mia. È che mi stufo in fretta delle cose e Colapesce a quanto pare mi ha già stufato. Sarà che sto diventando meno hipster di una volta? Oppure sono troppo hipster e per me il secondo disco di Colapesce, visto che non è più la novità del momento, è troooppo fuori moda proprio come lo era il secondo disco de I Cani?
(voto 6-/10)




Imagine Dragons “Smoke + Mirrors”
"Mi sento molto Whiplash!"

Dopo che i brani del loro album d'esordio Night Visions si sono sentiti ovunque, non solo in radio ma anche in qualunque film, serie tv e spot immaginabile, c'era un gran bisogno di un nuovo disco degli Imagine Dragons. O se non altro chi si occupa delle colonne sonore ne aveva un gran bisogno, giusto per non utilizzare sempre le stesse canzoni. Gli Imagine Dragons hanno così accontentato tutti facendo centro anche con il loro album numero 2, un disco pieno di pezzi accattivanti, tra la gaia “Shots”, la nuova “Demons” che risponde al nome della title track “Smoke and Mirrors”, il singolone alla OneRepublic “I Bet My Life” e una “Polaroid” che fa product placement fin dal titolo.
Se volete sapere da dove arriveranno un sacco di pezzi che sentirete in film/serie tv/pubblicità nei prossimi mesi, potete avere un'anteprima ascoltandovi “Smoke + Mirrors”, il nuovo degli Imagine Dragons, il gruppo preferito non solo dalla mother of dragons Daenerys Targaryen, ma pure da tutti i pubblicitari e selezionatori di playlist musicali del mondo.
(voto 6,5/10)




Marina & the Diamonds “FROOT”

Ci sono canzoni che parlano di te meglio di quanto tu possa riuscire a fare con le tue stesse parole. Il pezzo di apertura del nuovo disco di Marina & the Diamonds “Happy” per me è una di quelle canzoni. Al di là di questo brano straordinario che mi è arrivato SBEM come un treno in faccia, ancora una volta la cantautrice gallese di origini greche Marina Lambrini Diamandis è riuscita a conquistarmi totalmente. L'esordio “The Family Jewels” era folgorante e rappresentava una boccata d'aria freschissima all'interno del panorama musicale mondiale. Il secondo “Electra Heart” era una bomba pop di devastante figosità. Questo terzo “FROOT” suona invece più riflessivo, ma non per questo noioso. Le atmosfere si sono fatte più rarefatte, i ritmi sono rallentati, eppure anche qui non mancano le hit pop come la title track “Froot” che sembra uscita dritta dagli anni '80. Una serie di pezzi clamorosi come “I'm a Ruin”, “Gold” e “Can't Pin Me Down” che crescono sempre di più con gli ascolti e vanno a comporre un album pieno di gioiellini.
Suonerà scontato dirlo, ma la Diamandis ha tirato fuori un altro diamante preziosissimo.
(voto 8/10)






Noel Gallagher's High Flying Birds “Chasing Yesterday”

Gli anni '90 sono di nuovo tra noi! C'è poco da fare. Il 2015 è ormai ufficialmente l'anno del revival dei mitici 90s. In giro ci sono un sacco di serie tv ambientate in quel decennio come Hindsight, My Mad Fat Diary e Fresh Off the Boat, nei cinema sta per arrivare il docu-film prodotto dalla HBO Cobain: Montage of Heck sul leader dei Nirvana, Courtney Love spacca come guest-star della serie più forte negli USA ovvero Empire, un sacco di storiche band di quel periodo come le Sleater-Kinney, le Babes in Toyland etc. si stanno riformando e poi, soprattutto, i Blur hanno annunciato l'arrivo del loro nuovo attesissimo album, The Magic Whip, in uscita il prossimo 27 aprile. Per loro si tratta del primo disco con la formazione al completo con tanto di Graham Coxon dal 1999 e chissà che la loro decisione di tornare insieme non porti a far pace pure Liam e Noel Gallagher. In attesa che i due fratelli riuniscano le forze per combattere gli storici nemici dei tempi d'oro del Britpop, Noel ha tirato fuori la sua seconda fatica solista, o meglio della sua nuova band.
Io con Noel ho un rapporto conflittuale. Adoro il suo essere uno stronzo e adoro alcuni pezzi da lui cantati come “Don't Look Back in Anger” degli Oasis o “Setting Sun” dei Chemical Brothers. Nonostante queste due canzoni siano tra le mie preferite di tutti i tempi, non sempre mi piace la sua voce. Il disco d'esordio dei Noel Gallagher's High Flying Birds poi non è che mi avesse convinto molto. Questo secondo “Chasing Yesterday” invece mi sta piaciucchiando decisamente. I tempi della grazia compositiva di “Definitely Maybe” e “(What's the Story) Morning Glory?” sono lontani, è vero, però qui c'è un Noel Gallagher in piena forma, anche a livello vocale, e questo suona come il miglior disco che potrebbe tirare fuori oggi un vecchio burbero come lui.
(voto 7/10)




Canzone del mese
Blur “Go Out”

E a proposito di Blur... In attesa, anzi in attesissima del loro nuovo album “The Magic Whip”, ecco la prima anticipazione “Go Out”, che a me esalta già tantissimo.

IL RAGAZZO (MORTO) DELLA VIA GLUE

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Glue
(serie tv UK, stagione 1)
Rete britannica: E4
Rete italiana: non ancora arrivata
Ideatore: Jack Thorne
Cast: Charlotte Spencer, Yasmin Paige, Billy Howle, Jordan Stephens, Jessie Cave, Callum Turner, Tommy Knight, Faye Marsay, Tommy McDonnell, Christine Tremarco, Dean-Charles Chapman, Steve Oram
Genere: country thriller
Se ti piace guarda anche: Broadchurch, Southcliffe, Skins, This Is England, Utopia, The Fades, The Missing

Leggendo rapidamente le premesse della nuova serie tv Glue, mi aspettavo un telefilm adolescenziale britannico alla Skins in cui ci scappa il morto, come in Pretty Little Liars.
Così è, ma sopratutto così non è.
Con le serie teen americane in stile PLL Glue ha davvero ben poco a che fare e, a ben vedere, pure con Skins i legami sono piuttosto generici. I protagonisti sono dei ragazzini giovanissimi, certo, eppure la direzione intrapresa da questa nuova serie made in UK non sembra tanto quella del ritratto generazionale, quanto quella del ritratto sociale. Glue è ambientato all'interno di una piccola comunità di campagna composta da ragazzi rom e inglesi che vivono in cascine e roulotte, con genitori pressoché assenti o ben poco presenti. In più, c'è una affascinante componente thriller che riporta alla mente prodotti recenti del piccolo grande schermo britannico come Broadchurch, Southcliffe e The Missing.
Non sembra quindi la classica roba teen consigliata qui su Pensieri Cannibali. Fidatevi. Questa è una serie che può tranquillamente essere seguita anche da un pubblico adulto. Lo so che non ci credete, però eddai, fidatevi.
"Cannibal che consiglia una serie teen a un pubblico adulto?"
"AHAHAH, che risate!"

Perché questa serie si chiama Glue?
Subito subito non l'ho capito. Glue vuol dire colla. Che c'entra con un gruppo di ragazzini di campagna mezzi delinquentelli e mezzi drogati?
Ha a che fare per caso con la colla da sniffare?
Guardando l'episodio pilota ho compreso il senso del titolo. Glue è una serie che ti incolla allo schermo. Ha un certo fascino morboso. Non un morboso negativo come può essere l'interesse per i fatti di cronaca nera che riempiono Studio Aperto o Quarto Grado. Un morboso affascinante, che ti fa rimanere in attesa di un altro episodio per sapere cosa succederà, sebbene il coinvolgimento con le puntate successive diminuisca un po' rispetto al pilot.
Chi ha ucciso il 14enne Cal Bray e perché?
Un quesito che riecheggia il celebre “Chi ha ucciso Laura Palmer?” di Twin Peaks e il meno celebre “Chi ha ucciso Rosie Larsen?” di The Killing. Un classico espediente da serie “whodunit”, in cui però come detto entra in gioco una ambientazione particolare, quella della campagna inglese, molto poco glamour e molto lontana dalle località fighette di serie teen come Beverly Hills 90210 e The O.C., così come pure dalla tranquilla Capeside di Dawson's Creek.

"Voglio andare a vivere in campagna aaaah, aaaaah.
Hey, un momento... ci sto già in campagna e mi fa pure schifo!"

Anche i personaggi di Glue deviano un pochino dai soliti schemi teen. Il tipo figo di turno è un tossico di colore cui non frega un cazzo di niente e di nessuno che sembra avere come modello esistenziale Mario Balotelli. Un personaggio distante anni luce dai belloni alla Dylan di Beverly Hills che guardavano a James Dean come riferimento principale. La tipa fighetta di turno, interpretata da Charlotte Spencer (giovane attrice da tenere d'occhio), non è poi la classica tipa viziata che fa la ribelle come passatempo alla Marissa Cooper di The O.C., bensì una che sembra fuori di testa proprio.


Così come non del tutto a posto sembra pure James, il ragazzo che trova il cadavere dell'amico in un campo, e un po' tutti gli altri disadattati giovani protagonisti della serie. Il personaggio più singolare è comunque quello di Ruth, una giovanissima (ma a che età li fanno lavorare in Inghilterra?) poliziotta rom interpretata da Yasmin Paige, attrice rivelazione di Submarine. L'unico problema è che, per quanto singolari e piuttosto inediti, per questi personaggi non scatta un vero coinvolgimento emotivo.


Non sorprende trovare al timone di Glue il nome di Jack Thorne, già creatore di un'altra tra le più originali serie adolescenziali ma non troppo e pure fantasy ma non troppo degli ultimi anni, The Fades, purtroppo prematuramente cancellata dopo appena una folgorante stagione.
Questa singolare e anomala serie teen, adatta pure a un pubblico che di solito le serie teen le schifa, si avvale inoltre di una messa in scena nuda e cruda, con sequenze che la tv italiana non trasmetterebbe mai perché potrebbero rappresentare un cattivo esempio per i ggiovani d'oggi. Ad esempio, nell'episodio pilota di Glue ci sono un sacco di bigoli. Mai visti così tanti bigoli tutti insieme, a parte che in Lo sconosciuto del lago. Nudi femminili invece non ce ne sono, almeno nella prima puntata, ma forse arriveranno in seguito. Chissà?
Questo è un mistero che non vi spoilero ma che verrà svelato negli episodi successivi, insieme all'altro interrogativo principale della serie. Chi ha ucciso il ragazzo della via Glue?
(voto 6,5/10)

I DISCORSI DEGLI OSCAR CHE AVREMMO DOVUTO SENTIRE

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Quest'oggi, sui blog cinematografici di tutto il mondo o per lo meno di tutta Italia si parla dei più grossi scandali commessi dall'Academy nel corso della sua storia.
Quali sono stati i più clamorosi errori? Quali sono stati gli Oscar più scandalosi mai assegnati?
Ognuno tra i blogger partecipanti ha fatto la sua scelta e potete leggerle cliccando sui loro nomi qui sotto.



Per quanto mi riguarda, dopo un'edizione 2015 degli Oscar straordinariamente soddisfacente che ha davvero premiato il film migliore dell'anno ovvero l'immenso Birdman, sono andato indietro non di molto, al 2011, quando in maniera vergognosa il modestissimo e noiosissimo Il discorso del re ha battuto pellicole ben più valide come Il cigno nero, The Social Network, Inception e Un gelido inverno.
Un anno incredibile per il cinema americano e i solitamente patriottici americani che fanno? Vanno a premiare un film inglese?
Un pessimo film inglese?
Ma allora questi son scemi!
Io ho così provato a rendere giustizia agli sconfitti, provando a immaginare il discorso di ringraziamento che avrebbero fatto se fossero stati loro a vincere, anziché il balbettante Colin Firth de Il discorso del re.

Ecco i discorsi non del re ma degli Oscar che avremmo dovuto sentire se l'Academy avesse compiuto delle scelte differenti, in quel disgraziato 2011.

E se avesse vinto...
Il cigno nero

Ritira l'Oscar Natalie Portman:
“Grazie, grazie, siete tutti meravigliosi. Per ringraziarvi come si deve mi vi farei tutti. Tutti e tutte. Ciaaao Vincent Cassel, anzi bonsoir, sono proprio curiosa di vedere se è vero ciò che dicono su di voi francesi...”
PAUSA A EFFETTO
“No, non mi riferisco ai french kiss. Parlo del fatto che dicono che voi francesi siete tutti gay.”
RISATE DEL PUBBLICO
“Ciao Mila, bella maiala, quanto mi ti farei pure te...”
PAUSA A EFFETTO
“Oops, mi sa che mi ti sono già fatta. E pure alla grande.”
RISATE DEL PUBBLICO E STANDING OVATION


E se avesse vinto...
The Social Network
"Hey tu, mi ricordi qualcuno..."
"Ah sì? Anche tu."

Ritira l'Oscar Mark Zuckerberg:
“Grazie per questo Oscar. Adesso mi faccio un Selfie in cui sono qui sul palco, la posto subito sul mio fichissimo profilo Facebook e voglio che tutti clickiate su “mi piace” immediatamente.”
APPLAUSI DEL PUBBLICO
“No, non applaudite, stupidi attorucoli senza cervello. Usate le vostre mani per clickare like sui vostri cellulari, forza! Ce la fate, oppure senza un copione davanti non siete in grado di combinare nulla?”


E se avesse vinto....
Inception

Ritira l'Oscar Christopher Nolan:
“Vorrei ringraziare la mia mente geniale che mi ha fatto venire in mente l'idea geniale per questo film geniale, ovvero quella che un'idea installata nella mia mente geniale possa dare vita a un film ancora più geniale che voi umani non riuscireste mai a immaginare nemmeno nei vostri sogni più fantasiosi. Avete capito? O per voi stupide menti semplici i miei discorsi geniali sono troppo complicati proprio come i miei film geniali?

Hey, perché nessuno mi applaude? Dove state andando tutti?”


E se avesse vinto...
Un gelido inverno

Ritira l'Oscar Jennifer Lawrence

Jennifer?

Jeeennifer???


Oh no, Jennifer Lawrence è caduta sulle scale e non ce l'ha fatta ad arrivare sul palco. La stanno portando via in barella. Al suo posto ritira il premio...
No, Colin Firth, tu pussa via!

"Alla fine ha vinto Il discorso del re...
Mi viene da piangere!"

L'ETRANGE COULEUR DES LARMES DE TON CORPS: SE NON AVETE CAPITO IL TITOLO, FIGURIAMOCI IL FILM

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L'étrange couleur des larmes de ton corps
(Belgio, Francia, Lussemburgo 2013)
Titolo inglese: The Strange Color of Your Body's Tears
Regia: Hélène Cattet, Bruno Forzani
Sceneggiatura: Hélène Cattet, Bruno Forzani
Cast: Klaus Tange, Joe Koener, Birgit Yew, Ursula Bedena, Hans De Munter, Anna D'Annunzio
Genere: delirante
Se ti piace guarda anche: Strade perdute, Mulholland Drive, Amer

Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate.
Il cinema della coppia di registi belgi Hélène Cattet e Bruno Forzani è come un viaggio all'Inferno. Un incubo a occhi aperti che rappresenta anche un sogno cinematografico bellissimo. Dopo Amer, ho deciso di addentrarmi pure nella loro seconda fatica e il viaggio è stato altettanto affascinante e straniante.
L'étrange couleur des larmes de ton corps è un film pazzesco sotto tutti i punti di vista. Per regia, montaggio e uso del sonoro è qualcosa di clamoroso. La vicenda che racconta, quella di un uomo che cerca la moglie sparita nel nulla, è di per sè piuttosto semplice. Solo che i due diabolici registi ce la mettono tutta pur di confondere le idee, depistare, inserire digressioni, visioni, deliri vari e alla fine non si capisce più niente.


La pellicola è piena di donne, donne nude, e ciò è un bene. Solo, è difficile capire chi sia la moglie del protagonista, chi sia Dora (Dora Lange di True Detective?), chi sia Laura (Laura Palmer? Laura Pausini? Laura non c'è, è andata via, Laura non è più cosa mia?).
All'inizio riesci ancora a seguire il filo del discorso, a stare dietro alla folle messa in scena della coppia di registi e ti senti quasi intelligente. A un certo punto però il tuo cervello entra in crisi, se la dà a gambe via dal tuo corpo insieme alla gambe e tu non ci capisci più una fava. Come quando sei al 90% di un cruciverba della Settimana Enigmistica e sei convinto di riuscire per una volta a finirlo e poi invece le ultime definizioni non ti vengono proprio in mente. L'étrange couleur des larmes de ton corps è un cruciverba difficilissimo che non si riesce a risolvere del tutto. A meno che tu non sia uno dei due registi e poi ancora. Probabilmente nemmeno loro due presi da soli riuscirebbero a spiegarti la loro pellicola per intero. Solo l'unione dei loro due cervelli potrebbe portare alla soluzione dell'enigma.


L'étrange couleur des larmes de ton corps è un incubo a occhi aperti, dicevamo, che porta dalle parti del cinema di Lynch, Strade perdute e Mulholland Drive in particolare, e allo stesso tempo ci scaraventa indietro negli anni '70. Hélène Cattet e Bruno Forzani hanno realizzato un'opera psichedelica che ancora una volta, come già successo con Amer, guarda ai vecchi thriller-horror italiani di quel decennio, si veda anzi si senta l'uso della colonna sonora, con brani di Ennio Morricone, Riz Ortolani e Bruno Nicolai del periodo.
A tratti sembra quasi che i due autori godano nel violentare il cervello, incasinando la vicenda, e le orecchie dello spettatore, con effetti sonori fastidiosi come il suono irritantissimo di un citofono. Hélène Cattet e Bruno Forzani sono quindi dei sadici bastardoni?
Sì, ma sono anche dei fenomeni registici assoluti dal talento visivo finissimo. E così, mentre fanno di tutto per infastidire lo spettatore, allo stesso tempo lo deliziano con delle sequenze impressionanti, con riprese e trovate di montaggio favolose, proponendo una pellicola in cui l'unico effetto speciale è la loro regia.


Piacere e dolore. L'étrange couleur des larmes de ton corps è un film per sadomasochisti. No, niente a che vedere con Cinquanta sfumature di grigio. Se solo i due autori riuscissero a coniugare le loro enormi capacità visuali con una volontà comunicativa giusto un filino maggiore, i loro lavori potrebbero fare il salto e diventare dei veri capolavori. Questo L'étrange couleur des larmes de ton corps non sposta troppo i confini del loro cinema rispetto a quanto mostrato in Amer ed entrambe le pellicole risultano delle prove generali di grandezza. Due pellicole frustranti e affascinanti come poche altre in circolazione. A mancare è un reale coinvolgimento emotivo nei confronti dei personaggi. Se i due registi in futuro riusciranno a parlare anche al cuore dello spettatore, anziché solo ai suoi occhi, allora non li potrà fermare più nessuno. In ogni caso, sarà sempre un piacere seguire i loro futuri trip cinematografici. Un piacere e un dolore.
(voto 7-/10)

I (QUASI) CULT DI PENSIERI CANNIBALI - FUSI DI TESTA

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Fusi di testa
(USA 1992)
Titolo originale: Wayne's World
Regia: Penelope Shpeeris
Sceneggiatura: Mike Myers, Bonnie Turner, Terry Turner
Cast: Mike Myers, Dana Carvey, Tia Carrere, Rob Lowe, Lara Flynn Boyle, Lee Tergesen, Mike Hagerty, Alice Cooper, Robert Patrick, Meat Loaf, Ed O'Neill
Genere: buddy idiot movie
Se ti piace guarda anche: Beavis and Butt-head, Scemo & più scemo, Fatti, strafatti e strafighe, American Trip, Tenacious D e il destino del rock, School of Rock, Austin Powers

Benvenuti nel Cannibal's World. Oggi vi voglio parlare di una pellicola che tutti voi già conoscerete se siete stati adolescenti negli anni '90, o di cui probabilmente e bellamente ignorerete l'esistenza se invece siete cresciuti in un'altra epoca, sia anteriore che posteriore. Ho detto posteriore, ahahah.
Sto parlando di Fusi di testa, titolo originale Wayne's World, un film con due protagonisti che sembrano Beavis and Butt-head. Una cosa che mi sono sempre chiesto è se siano nati prima Wayne (Mike Myers) e Garth (Dana Carvey) di Fusi di testa, oppure i due personaggi di Mtv. Una domanda paragonabile a quella: “È nato prima l'uovo o la gallina?”. Andando a guardare le date, Fusi di testa è uscito nei cinema nel 1992, ovvero prima dell'arrivo di Beavis and Butt-head sul piccolo schermo nel 1993. Il cartone animato di Mtv è però stato sviluppato a partire da un cortometraggio di Mike Judge anch'esso del 1992, quindi la domanda su chi sia nato prima resta valida.


Qualunque sia la risposta a questo amletico dilemma, entrambe le coppie di folli personaggi metallari e che passano le loro giornate su un divano hanno comunque come fratelli maggiori Bill & Ted, alias Keanu Reeves e Alex Winter, i protagonisti di Bill & Ted's Excellent Adventure, leggendario cult movie adolescenziale americano del 1989 di cui in Italia è arrivato solo il seguito, Bill & Ted's Bogus Journey, uscito dalle nostre parti con il titolo di Un mitico viaggio. Una pellicola colpevolmente ignorata nello Stivale, ma che ha generato un intero filone della commedia americana più goliardica, la variante idiota dei buddy movies, ovvero film costruiti sull'amicizia tra due tipi sull'idiota andante e che in seguito avrebbe trovato altri rappresentanti di successo con Scemo & più scemo, Fatti, strafatti e strafighe e American Trip.


Originali o meno che siano, i due protagonisti di Fusi di testa Wayne e Garth sono usciti dalla testa geniale di Mike Myers, che qualche anno più tardi avrebbe tirato fuori anche la spassosa parodia di James Bond, lo scopadelico Austin Powers, e già qui offre un'anticipazione delle sue faccette e dei suoi versi tipici. Se c'è una cosa che mi piace di Mike Myers è però un'altra: la sua capacità di inventare dei personaggi davvero fulminati ed esilaranti e soprattutto di creare un linguaggio caratteristico. Così come nella serie tv Sons of Anarchy, o in pellicole come Mean Girls, Ragazze a Beverly Hills e questo Fusi di testa, la differenza rispetto a un prodotto normale è fatta dalla scelta delle parole, perché le parole sono importanti. In Fusi di testa abbiamo delle espressioni ricorrenti come “Geniale” o “Godi forte” o “Schifus”, capaci di trasformare una commedia ordinaria in un autentico cult generazionale dotato dei propri tormentoni. Ad aiutare a raggiungere tale scopo vi è poi la presenza di alcune scene memorabili, come l'interpretazione in auto di “Bohemian Rhapsody” dei Queen, o l'apparizione della figa di turno Tia Carrere sulle note di “Dream Weaver” di Gary Wright.



Fusi di testa è una pellicola che a suo modo rappresenta perfettamente il passaggio dagli anni '80 ai '90. I due protagonisti sono due patiti del trash metal del vecchio decennio, eppure nel loro comportamento menefreghista e punk possiamo vedere i primi riflessi della generazione grunge sbocciata proprio nel periodo della sua uscita. Fusi di testa è un film che a distanza di due decadi mostra le rughe del tempo passato e tutti i suoi limiti, soprattutto quelli di una regia piatta e di una sceneggiatura davvero esile, eppure resta a suo modo mitico. O meglio, come direbbe Wayne, geniale.
Adesso vi saluto. Buona notte e godete forte!
(voto 7/10)


Fusi di testa 2 - Waynestock
(USA 1993)
Titolo originale: Wayne's World 2
Regia: Stephen Surjik
Sceneggiatura: Mike Myers, Bonnie Turner, Terry Turner
Cast: Mike Myers, Dana Carvey, Tia Carrere, Christopher Walken, Chris Farley, Heather Locklear, Steven Tyler, Joe Perry, Robert Smigel, Bob Odenkirk, Kim Basinger
Genere: buddy idiot sequel
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Hey, un momento. Dove state scappando?
Non è mica finita qui, anche se poteva sembrare. Spendiamo due parole pure sul sequel, a dirla tutta parecchio evitabile. Fusi di testa 2 - Waynestock altro non è che una replica piuttosto stanca delle scene e delle frasi tormentone del primo capitolo. Il tutto in tono minore, come spesso capita nei sequel senza idee tirati fuori giusto per capitalizzare il successo della pellicola originale. Non che il precedente episodio presentasse una sceneggiatura particolarmente elaborata, ma la trama di questo secondo capitolo, che vede i due geniali protagonisti impegnati a organizzare un concertone rock in stile Woodstock/Lollapalooza, è davvero giusto un pretesto.
Tutte le situazioni sanno poi inevitabilmente di déjà vu. Gli Aerosmith prendono il posto di Alice Cooper, Kim Basinger è la nuova figa di turno che si affianca alla confermata Tia Carrere, il cattivone fetentone in scena è Christopher Walken anziché Rob Lowe, mentre per il resto resta tutto uguale, senza nemmeno portare il discorso di replica alle estreme conseguenze come ad esempio è capitato di recente con 22 Jump Street. Pare tutto uguale, solo che a mancare è l'alone di cult del primo capitolo. A mancare è il divertimento. A mancare è la componente geniale. Il consiglio è quindi di recuperarvi Fusi di testa e snobbare alla grande il seguito.
Ora vi saluto veramente. Buona notte e godete sempre forte!
(voto 5/10)

CINQUANTA SFUMATURE DI GIGIO

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Cinquanta sfumature di grigio
(USA 2015)
Titolo originale: Fifty Shades of Grey
Regia: Sam Taylor-Johnson
Sceneggiatura: Kelly Marcel
Tratto dal romanzo: Cinquanta sfumature di grigio di E.L. James
Cast: Dakota Johnson, Jamie Dornan, Eloise Mumford, Victor Rasuk, Luke Grimes, Marcia Gay Harden, Jennifer Ehle, Rita Ora
Genere: romcom S&M
Se ti piace guarda anche: Secretary, Cruel Intentions, Pretty Woman, American Psycho, Nymphomaniac

La prima cosa che ho da dire dopo aver visto Cinquanta sfumature di grigio è: E.L. James è un genio. O meglio una genia. Questa donna ha preso Twilight, una delle serie letterarie di maggior successo commerciale oltre che una delle più grandi porcate degli ultimi anni, ha sostituito il sensibile vampiro vegano Edward Cullen con un miliardario dalle vaghe tendenze sadomaso e c'ha fatto i soldi. I soldi veri. Con la sua saga formata da Cinquanta sfumature di grigio e dai due seguiti Cinquanta sfumature di nero e Cinquanta sfumature di rosso ha venduto oltre 100 milioni di copie nel mondo. Credo che soltanto J.K. Rowling e gli Artisti Vari autori della Bibbia abbiano smerciato più copie. Se non è un genio lei...

La seconda cosa che ho da dire dopo aver visto Cinquanta sfumature di grigio è che il protagonista Christian Grey non è che sia poi così un pervertito. È un gran mischione di alcuni personaggi mitici come Christian Troy di Nip/Tuck, Patrick Bateman di American Psycho e Sebastian Valmont di Cruel Intentions, il tutto con cinquanta sfumature di cattiveria e di bastardaggine in meno rispetto a loro. Perché Christian Grey in fondo è un tenerone. È un tipo gigio.


La terza cosa che ho da dire è che mi aspettavo di peggio. Tutti a dire Cinquanta sfumature di schifo etc. e già mi aspettavo una delle più grandi atrocità mai realizzate. Invece è solo una porcheruola media, con diversi momenti trash, anche parecchio trash, ma che tutto sommato suscitano una gran ilarità. Cinquanta sfumature di grigio è la commedia più divertente dell'anno. Non me ne frega niente che questa probabilmente non fosse l'intenzione originale della produzione. In mezzo a tante rotture di palle di film visti, 50 sfumature mi ha regalato 2 ore di sane risate e per questo gliene sarò sempre grato.


La quarta cosa che ho da dire è che chi ha parlato di pellicola maschilista o anti-femminista penso faccia uso di droghe pesanti. Innanzitutto perché la regista del film Sam Taylor-Johnson è una donna, così come l'autrice del libro E.L. James, così come pure l'autrice della sceneggiatura Kelly Marcel. E poi perché il vero dominatore del rapporto tra Christian Grey e Anastasia Steele non è lui, uomo zerbino e come detto tenerone, quanto lei. Lui potrà anche avere i frustini, ma è sempre lei a tenere le redini del rapporto. A farsi desiderare. A dimostrare che, anche se è lui a far tanto l'esperto di sadomaso, il mondo gira sempre intorno alle donne.


La quinta cosa che ho da dire su 50 sfumature è che la parte più deludente della pellicola è quella sessuale. Paradossale, visto che la popolarità del libro è basata unicamente sulla sua (presunta) trasgressione, piuttosto che su (inesistenti) qualità letterarie. Se la trama sembra quella di un porno scritto (male) da un punto di vista femminile, poi quando si arriva nel vivo delle scenone di sesso tutto rimane molto freddo, asettico, ben poco sexy.

La sesta cosa che ho da dire è che Dakota Johnson è una bella fregnona.
Solo la sesta?
Lo so, sto perdendo colpi. E comunque non ci crede nessuno che la regina delle zoccole prima di incontrare Christian Grey/Jamie Dornan fosse vergine.


La sesta cosa bis che ho da dire è che Dakota Johnson come attrice non è affatto male. La parte della figa di legno che però poi non è così di legno le riesce in maniera parecchio credibile. E lo so che adesso starete storcendo il naso, ma tra qualche anno vi ricrederete, o infedeli. Dopotutto pure Kristen Stewart negli ultimi tempi sta facendo ricredere in molti. Merito delle sue parti in Still Alice, in Camp X-Ray e in un Sils Maria per cui ha persino vinto il César di miglior non protagonista, premio che non andava a un'attrice non francese da oltre 30 anni. La stessa cosa me la aspetto dalla figlia di Melanie Griffith e Don Johnson. Forse.

La settima cosa che ho da dire è che Jamie Dornan è un gran figo. 99 donne su 100 che ho sentito esprimersi su Cinquanta sfumature hanno dichiarato cose tipo: “Nah, ma che schifo, bleah, troppo inespressivo, troppo insipido, troppo poco macho.”
Io credo che, zitte zitte, 99 donne su 100 si farebbero sculacciare dal Dornan senza pensarci un istante. E, se nel contratto ci mette una cifra interessante, credo lo farei anch'io.



L'ottava cosa che ho da dire è che la colonna sonora è una bomba. Vi piaccia o meno il film, contiene cinquanta sfumature di musica che passano con disinvoltura dall'R&B di Beyoncé al pop sentimentale di Ellie Goulding, senza farsi mancare il rock dei Rolling Stones e persino un raffinato tocco di Frank Sinatra.

La nona cosa che ho da dire è che fondamentalmente questa è una romcom. Nemmeno troppo anti-romcom. È un Pretty Woman VS Cruel Intentions con dentro giusto un pizzico di sadomaso. È vero che nella parte finale il film svacca alla grande e vorrebbe essere qualcosa di più o di differente, fallendo in maniera misera, però se lo si prende in considerazione come una romcom tradizionale o quasi funziona discretamente bene.
E lo si può considerare un po' anche sul piano di quelle pellicole a tematica sessuale anni '90 di cui Demi Moore era specialista come Rivelazioni, Proposta indecente e Striptease. Tutti film più fumo che arrosto, in cui il sesso è più parlato che mostrato, proprio come 50 sfumature, ma a cui io non ce la faccio a voler troppo male.


Potrei arrivare a 50 sfumature di cose da dirvi su questo film, ma mi fermo a dieci.
La decima cosa che ho da dire è che il fatto che questa pellicola mi sia piaciuta, o comunque non mi sia dispiaciuta troppo, mi preoccupa. Credo di avere qualcosa che non va. Tutti hanno criticato, detestato, massacrato Cinquanta sfumature di grigio. Milioni e milioni di persone nel mondo l'hanno visto e tutti a parlarne male, tranne me. Sono io a essere fuori di testa, cosa che non escludo assolutamente, oppure sono l'unico a essere sincero, l'unico che ha il coraggio ma più che altro l'incoscienza di ammetterlo?
Confido comunque che il tempo mi darà ragione. Cinquanta sfumature di grigio un giorno verrà rivalutato come un altro dei film più sottovalutati nella storia del cinema, Showgirls.
Ah, come dite? Showgirls non è mai stato rivalutato?
Beh, Cinquanta sfumature di grigio invece lo sarà. Credetemi, come è già successo con la saga di Twilight, quando usciranno i sequel questo primo episodio probabilmente lo rimpiangerete. Lo rimpiangerete forte.
(voto 6+/10)

P.S. A parte mettere sotto contratto delle tipe per sculacciarle, ma che lavoro fa questo Christian Grey per essere così ricco?

AUTOMATA, MA CHE CAGATA!

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Anno 2044 dopo Cristo.
Il mondo è stato decimato da una serie di tempeste solari che hanno trasformato la superficie terrestre in un deserto radioattivo ed è diventato così un posto davvero triste. L'unico blog di cinema rimasto è Pensieri Cannibali, riuscite a immaginare qualcosa di più triste?
Nel desolante panorama della critica cinematografica, la voce di Cannibal Kid detta quindi legge. Se un film piace a lui, tutti corrono a vederlo. Se lui lo boccia, il pubblico diserta le sale. Pensieri Cannibali in pratica possiede il monopolio delle opinioni sui film.
Questo almeno fino all'arrivo di Ford-800, un robot automa incapace di sviluppare pensieri propri, programmato apposta dalle major cinematografiche riunite che gli fanno scrivere ciò che vogliono loro. Il suo blog, WhiteRobot, nelle ultime settimane ha ottenuto un successo crescente, che Pensieri Cannibali ha cercato di contrastare sparando opinioni sempre più astruse e anti popolari. Una scelta strategica non proprio azzeccata che l'ha portato a perdere ulteriori lettori.
Questa che vi proponiamo qui sotto è la sua ultima recensione dedicata al film Automata. Una pellicola apprezzata da quasi tutti quelli che l'hanno vista, ma non da Cannibal Kid. Dopo questo post, Pensieri Cannibali ha perso così anche i suoi ultimi utenti ed è stato smantellato. Adesso al suo posto è stato aperto un Carrefour.



Autómata
(Spagna, Bulgaria, USA, Canada 2014)
Regia: Gabe Ibáñez
Sceneggiatura: Gabe Ibáñez, Igor Legarreta, Javier Sánchez Donate
Cast: Antonio Banderas, Birgitte Hjort Sørensen, Melanie Griffith, Dylan McDermott, Robert Forster
Genere: robotico
Se ti piace guarda anche: Io, Robot, Real Humans, Eva, Minority Report, Il mondo dei replicanti

Mi sento accerchiato. Mi sento incompreso. Mi sento paranoico. È come se il resto del mondo andasse in una direzione e io mi dirigessi in quella opposta. Sono l'unico che parla bene di un film tv come L'Oriana, sono ancora più l'unico a promuovere un film detestato come Cinquanta sfumature di grigio, mentre tutto il resto del mondo ad esempio esalta come un autentico capolavoro televisivo quella brutta copia di Breaking Bad che risponde al nome di Better Call Saul. Nel frattempo, un filmaccio come American Sniper conquista milioni di dollari e di euro ai botteghini mondiali. Non bastasse ciò Il Volo, dopo aver vinto il Festival di Sanremo, sono al primo posto della classifica italiana, sia quella dei singoli che quella degli album. E il loro non è nemmeno un album vero e proprio, ma solo un EP. Chi diavolo è che compra un disco de Il Volo? Ne ha uccisi di più la voce dei tre tenorini di qualunque tempesta solare.
Oggi come oggi vengono poi esaltati come filmoni dei filmetti fantascientifici come Gravity, Cloud Atlas oppure questo Automata. E io, mentre mi sento sempre più forever alone, mi chiedo il perché.

Automata fondamentalmente è un film noioso, nella seconda parte noiosissimo, ed è davvero mal recitato. Il protagonista Antonio Banderas nelle scene in cui urla e vorrebbe fare una performance da Oscar non si può vedere. Per tutta la pellicola poi non si può sentire. Per una volta, credo che il film doppiato in italiano sia meglio della versione in lingua originale. L'accento spagnolo di Banderas fa rimpiangere l'inglese di Matteo Renzi e, da un momento all'altro, nel corso della visione mi aspettavo che dicesse anche lui “Shish is the word”.
Per non parlare dell'apparizione, per fortuna breve, della sua ex moglie, Melanie Griffith, che a forza di botox è diventata meno espressiva dei vari robot presenti. Per quanto riguarda invece la moglie di Banderas all'interno della pellicola, tale Birgitte Hjort Sørensen, ma dove l'hanno presa una cagna del genere? Non venitemi poi a criticare Vittoria Puccini o la figlia della Griffith, Dakota Johnson.

"Smettetela di darmi del robot." 
"Lei è un robot! Non si vede la differenza?"

Considerando che Robert Forster appare svogliatissimo, il migliore del cast è allora il granitico Dylan McDermott, che recita tutto il tempo con gli occhiali da sole sul volto per mascherare la sua inespressività cronica. E un film in cui Dylan McDermott è quello che recita meglio è un film in cui il livello attoriale è davvero basso. Molto basso.


A ciò possiamo aggiungere una storia fantascientifico-robotica che, almeno inizialmente, non sembrerebbe nemmeno malaccio. Il problema è che i livelli di originalità si aggirano intorno allo zero. Si tratta della solita vicenda in cui si riflette sulla componente umana dei robot, da qualche parte tra Io, robot e Wall-E, con un immaginario visivo scopiazzato da Minority Report, con varie idee rubacchiate qua e là non solo da Asimov, ma pure da Philip K. Dick e a me, chissà perché, ogni volta che dico Philip K. Dick mi viene da ridere.
Una cosa che non fa ridere è invece questo desolante film, che si prende troppo sul serio e non concede manco mezzo momento d'ironia o di alleggerimento. Automata è una pellicola spagnola che prende molto dal cinema di fantascienza americano degli ultimi decenni, solo che si dimentica di mettere una dose minima di umorismo che in quelle pellicole di solito non manca. Il tutto arriva inoltre con un ritardo clamoroso. Se questo film fosse uscito negli anni '90 o al massimo nei primi Anni Zero, lo si sarebbe potuto salutare ancora come una discreta novità, sebbene certe tematiche già dopo 2001: Odissea nello spazio e Blade Runner apparissero piuttosto superate. Adesso che siamo nel 2044 però non se ne può più. Su questi argomenti abbiamo già visto tutto.

"Segni particolari: inespressivo.
Me lo sono fatto scrivere pure sulla carta d'identità, così non me ne dimentico mai."

Tutto da buttare, quindi?
No, perché la realizzazione tecnica, nonostante non sia una produzione hollywoodiana, è buona. Il suo problema sta nei ritmi lenti, davvero troppo lenti per essere gentili e non dire soporiferi. Il problema è che non ha l'originalità nell'affrontare l'argomento robotico ad esempio della serie svedese Real Humans, così come non emoziona come un altro film spagnolo simile, Eva. Il limite numero uno sta comunque nel protagonista. Se al posto del pessimo Antonio Banderas ci fosse stato un Tom Cruise o un Bruce Willis o persino un Will Smith, ci troveremmo di fronte a un filmetto sci-fi riciclato, un riciclaggio in particolare di Io, robot, che già non è che fosse il film fantascientifico più originale del mondo, ma comunque godibile. Con Antonio Banderas, e con quel finale che più buonista e ruffianotto non si potrebbe, Automata si è trasformato invece in una cagata.
E con questo è tutto. Il blog chiude i battenti. In questo desolante 2044 non c'è più spazio per Pensieri Cannibali. Da domani arriverà un robot a prendere il mio posto. Il mondo ormai è loro. Loro, dei centri commerciali e della musica dei tre tenorini.
(voto 5/10)

NESSUNO SI SALVA DAI FILM DI QUESTA SETTIMANA

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Settimana spentarella per quanto riguarda le uscite cinematografiche.
A provare a illuminarla ci penseranno allora i sempre più assurdi e imprevedibili post di Pensieri Cannibali. Così come i commenti del sottoscritto Cannibal Kid e dell'ormai definitivamente bollito Mr. James Ford ai film in arrivo nelle sale. Quali sono?
Eccoli qui sotto.

Nessuno si salva da solo
"Babi, ma quanto sei ingrassata da 3MSC?"
Cannibal dice: Nessuno si salva da solo, ma se Ford aspetta che lo salvi io, campa cavallo...
Un attore di cui salverei la carriera, o almeno le intenzioni, è Riccardo Scamarcio, che dopo il successo di 3MSC è riuscito a costruirsi un suo percorso cinematografico dignitoso. Adesso è protagonista di questo nuovo film di Sergio Castellitto, di cui avevo apprezzato Non ti muovere e La bellezza del somaro, mentre mi era sembrato alquanto modesto il suo ultimo Venuto al mondo, pure questo tratto così come il nuovo Nessuno si salva da solo da un romanzo di Margaret Mazzantini, ovvero sua moglie. Non sono quindi troppo fiducioso, ma un'occhiata mi sa che gliela darò in ogni caso, sicuro del fatto che Ford, con una delle sue solite scelte radical-chic, snobberà questa proposta firmata dalla radical-chicchissima coppia Castellitto + Mazzantini.
Ford dice: nessuno si salva da solo. Specialmente Cannibal, quando finalmente gli metterò le mani addosso.
Castellitto mi è sempre piaciuto più come interprete che non come regista, pur ritenendolo radical e poco simpatico in un modo che non riterrei neppure il mio detestabile rivale.
Sinceramente, non credo sarà mia priorità recuperarlo, dunque attenderò di criticare senza pietà la recensione del Cucciolo Eroico.

Focus - Niente è come sembra
"Willy, vuoi offrirmi un WhiteRussian?
Io volevo dartela, ma adesso c'ho ripensato."
Cannibal dice: Dopo il mega floppone After Earth, Will Smith rifà il suo ingresso nel mondo del cinema hollywodiano con una pellicola che sembra una commedia-thriller-action di quelle che andavano forte quando andava forte lui. E quando Ford era ancora in età da pre-pensione, seppure per poco. Io comunque un'occhiata senza troppe aspettative e per una serata disimpegnata gliela darei, non fosse altro che per la presenza di Margot Robbie.
Ford dice: Will Smith un tempo mi stava simpatico. Il principe di Bel Air, Men in black, quell'approccio un po' tamarro e un po' scanzonato che piace tanto al sottoscritto. Poi, tra Io sono leggenda e After Earth, non ricordo un solo film con protagonista il buon Will che valesse la visione - tranne, forse, Hancock -, anzi, gli effetti delle stesse visioni sono stati assolutamente devastanti.
Dunque direi che questo Focus finirà per essere visto per dovere di cronaca e massacrato come si conviene.
E in questo senso spero proprio che a Peppa Kid piaccia.

Black or White
"Figliolo, vai pure a fare wrestling.
La corsa è uno sport solo per cuccioli eroici e non per noi fordiani."
Cannibal dice: Un film con Kevin Costner significa una cosa sola, anzi due: la prima è che trattasi di film fordiano. La seconda è che quindi io me lo posso risparmiare alla grande. E voi?
Ford dice: io voglio bene a Kevin Costner, che è un fordiano fatto e finito. Ma credo che abbia già bruciato il suo bonus con Three days to kill. Senza contare che questo film mi ispira quanto una porcata di Lars Von Trier suggerita da Cannibal.

The Search
"Non devi picchiare il Fordino, devi picchiare suo padre, il Fordone.
Lo vedi? E' quell'anziano là. Vai e attacca!"
Cannibal dice: Pellicola incognita della settimana. Il nuovo film di Michel Hazanavicius, il regista dello splendido film premio oscar The Artist, pare sia un mattonazzo di due ore e mezza davvero pesante. La tematica della guerra in Cecenia d'altra parte non è certo leggera. Io mi sa allora che faccio il superficialone di turno e non vado alla ricerca di questo The Search. Salvo una stroncatura da parte di Ford, che mi porterebbe a un recupero immediato.
Ford dice: non sono troppo ansioso di recuperare questo The search. Hazanavicius, che aveva firmato lo splendido The artist, è ormai approdato ai lidi dorati delle grandi produzioni, e temo che questi possano condannarlo come è accaduto a tanti altri registi prima di lui. Sarei lieto di venire smentito, così come lo sarei se il mio rivale cominciasse a mostrare di capirci qualcosa di Cinema, ma non sempre i sogni si realizzano.

Superfast, Superfurious
Ford Diesel si mette in mostra con gli amici.
Cannibal dice: Schifezza assicurata al 100%, però io di fronte ai film parodia non mi tiro quasi mai indietro. Un po' come fa Ford con gli action movies anni ottanta e/o con attori residuati dagli anni ottanta. Con la differenza che io riconosco che si tratta di porcherie assolute, mentre lui cerca di spacciare i suoi film guilty pleasure per dei capolavori.
Ford dice: schifezza totale che non guarderò neppure sotto tortura.
Ormai l'unica persona sopra i quattordici anni che pare continuare ad avere interesse in queste parodie resta il non più troppo giovane anagraficamente Cannibal Kid.

Senza Lucio
"Attenti al lupo ma tu, Cannibal, stai attento soprattutto al Ford."
Cannibal dice: Lucio Dalla non mi è mai piaciuto particolarmente, ma nemmeno mi è mai spiaciuto troppo. Cosa che, per un cantante nazional-popolare italiano, non è da poco. Questa pellicola documentario in ogni caso mi pare più una visione adatta ai fan hardcore del cantautore bolognese, quindi mi sa che io starò senza Senza Lucio. E di sicuro Senza Ford.
Ford dice: grande rispetto per Dalla, nonostante tra i cantautori italiani non sia certo il mio favorito. Non penso, dunque, che mi butterò a capofitto in questa visione, lasciando eventualmente che siano le canzoni del fu Lucio a ricordarmi la sua opera e l'importanza che ha avuto rispetto alla musica italiana.

THE DEVIL ON WHEELS, AL VIA LA CAMPAGNA KICKSTARTER

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Il vostro sogno è sempre stato quello di produrre un film? Adesso è arrivata la vostra grande occasione, se non proprio di produrlo, almeno di finanziarlo. Grazie al sito Kickstarter è infatti possibile finanziare progetti di varia natura, tra cui anche i film. La pellicola di Veronica Mars o l'ultimo di Zach Braff, Wish I Was Here, hanno contato ad esempio proprio su raccolte fondi organizzate su Kickstarter.


Vi segnalo allora che è appena iniziata la campagna crowd funding su Kickstarter per finanziare The Devil on Wheels, un documentario diretto dagli Stifani Bros dedicato al culto che circonda Duel, il primo film di successo di Steven Spielberg, nonché uno dei suoi lavori migliori in assoluto. La campagna si svolgerà nell'arco di 30 giorni con la formula di "all-or-nothing" (tutto-o-niente).

L'obiettivo del progetto è quello di raggiungere un minimo di £ 60,000 (82,500 €, 92,000 $) che permetterà di girare il film durante la prossima estate negli Stati Uniti. In cambio del sostegno finanziario, la società di produzione offre ai sostenitori un'ampia varietà di premi: copie del film, libri, nuovi poster, film e persino la possibilità di fare una comparsa nel film vero e proprio.

Tutto è iniziato due anni fa, quando un gruppo internazionale di appassionati di Duel ha unito le forze per dare vita a questo documentario. Il progetto The Devil on Wheels ha l'approvazione degli Universal Studios e dalla comunità dei fedeli fan dei film di Spielberg. La troupe di DOW proviene dall'Italia, Cina, Spagna e Inghilterra, e ha in programma di visitare gli Stati Uniti per esplorare il fenomeno di Duel.


Se volete dare una mano agli Stifani Bros nella realizzazione di questo loro ambizioso progetto, potete finanziarli sulla apposita pagina Kickstarter, dove potete vedere anche il video sottotitolato in italiano.
Eddai, cacciate fuori i soldi!



RUTTO MOLTO BELLO

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"Ebbene sì, posso dire di essere un collega di...
Stanley Kubrick."
Tutto molto bello
(Italia 2014)
Regia: Paolo Ruffini
Scemeggiatura: Paolo Ruffini, Giovanni Bognetti, Marco Pettenello, Guido Chiesa
Cast: Paolo Ruffini, Frank Matano, Chiara Francini, Angelo Pintus, Paolo Calabresi, Gianluca Fubelli, Nina Senicar, Ahmed Hafiene, Niccolò Senni, Enzo Ghinazzi as Pupo
Genere: ruffiano
Se ti piace guarda anche: Fuga di cervelli, Colorado, i siparietti comici del Festival di Sanremo 2015

Ieri sera sono mi sono visto un cine.
Ho mangiato un sacco di popcorn e mi sono bevuto una Coca fresca.
Poi ho piantato un rutto molto bello.
La pellicola che ho guardato?
Tutto molto bello, un film scritto, diretto e interpretato da Paolo Ruffini.
Com'era?
Mah, diciamo che al confronto il mio rutto aveva un valore artistico molto più elevato.

Con questa battuta degna del miglior Ruffini potrei chiudere la rece qui e dedicarmi ad attività più divertenti del parlare di Tutto molto bello, come ad esempio stare in sala d'attesa dal dentista oppure guardare i vecchi che guardano la gente che lavora nei cantieri, invece no. Mi preme approfondire di più la mia critica nei confronti di Paolo Ruffini e del suo Cinema. E mi scusi, signor Cinema, se ho osato nominarla al fianco del Ruffini.

Frank Matano e Paolo Ruffini vengono cacciati da un cinema.
Ancora una volta.

Il senso dell'umorismo è una delle cose più soggettive che esistano al mondo. Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace e, ancor di più, non è divertente ciò che è divertente, ma è divertente ciò che fa ridere. Soltanto che quello di Paolo Ruffini non si può definire umorismo. Mi sarebbe piaciuto che, nella sua seconda fatica dietro la macchina da presa, avesse inserito le risate registrate come nelle sitcom, così almeno avrei saputo in quali punti avrei dovuto ridere. Senza, non sono mica riuscito a capirlo.
Prendiamo una delle scene più significative in quanto a non-comicità del film, quella in cui il protagonista va in una pizzeria insieme a un tizio conosciuto da poco e i due hanno un dialogo giocato sull'ambiguità tra la parola “calzone” e quella “cazzone”.
Ok, fino a che hai 7 anni, 8 al massimo, questa è una cosa che ti può anche divertire. Dopo diventa solo una battuta che non fa più ridere nessuno. Il fatto che sia inserita una cosa del genere, che persino io mi vergognerei a inserire in uno dei miei post e se leggete Pensieri Cannibali da un po' saprete che non mi tiro indietro di fronte a quasi niente, non in una scenetta di Colorado, il programma di cui Paolo Ruffini è conduttore e mattatore assoluto, bensì in quella che dovrebbe essere un'opera cinematografica, la dice lunga sulla mancanza assoluta di idee di un lavoro del genere.
Il problema non è il fatto che sia una battuta volgare. Secondo me la comicità più geniale è spesso e volentieri volgare. South Park, Daniele Luttazzi, Charlie Hebdo... per me quella è grande comicità. In questo caso a mancare è proprio la comicità. Calzone/cazzone non è una battuta, è una cazzata che si può dire agli amici in pizzeria e già allora non fa più ridere, non è una cosa su cui costruire un'intera e anche piuttosto lunga gag in un film.

Una scena (non) divertente tratta dal film.

Adesso mi sono dilungato pure io, ma questo era un esempio che volevo portare alla vostra attenzione, o illustri lettori. Il primo che mi è venuto in mente, ma nel corso della visione di Tutto molto bello ce ne sarebbero parecchi alti. Non è per fare quello schizzinoso o serioso che si indigna di fronte a un film comico commerciale e stupidotto. Io riesco a trovare del buono persino ne I soliti idioti o nelle (sottovalute) pellicole con Checco Zalone. All'ultimo Festival di Sanremo ho detestato l'esibizione di Giorgio Panariello però in un paio di momenti il sorriso me l'ha strappato. Persino lui. Questo film invece niente. Zero risate. A tratti mi è venuto da ridere per quanto Ruffini e soci cerchino di essere divertenti senza riuscirci.

Paolo Ruffini come regista è pessimo, come sceneggiatore è inesistente, come attore è tragico. Non tragicomico, solo tragico. Un triplete dell'incapacità a cui possiamo aggiungere, se prendiamo in considerazione pure il piccolo schermo, anche le sue pessime doti di presentatore, messe in mostra nel corso della sua criticatissima conduzione dei David di Donatello 2014.
La cosa incredibile è che però c'è chi riesce a fare ancora peggio di lui. Se Frank Matano, pur con tutti i suoi limiti, non mi sento di condannarlo troppo, Angelo Pintus, visto di recente anche a Sanremo, è davvero terrificante. In Tutto molto bello ha il piccolo ruolo di un grande psicopatico. Gli bastano pochi minuti di apparizione per poter essere considerato il peggior attore che io abbia mai visto. Dopo la sua performance, ho riabilitato alla grande Elisabetta Canalis, Manuela Arcuri e persino Alberto Tomba.

Un'altra scena (non) divertente tratta dal film.

In maniera analoga, questo Tutto molto bello riesce a far rivalutare persino la pellicola d'esordio del Ruffini, Fuga di cervelli, che se non altro nello sfruttare il film spagnolo Fuga de cerebros, di cui era un remake, aveva almeno una vaga idea di trama. Qui invece abbiamo solo una specie di avventura on the road in cui sono coinvolti Paolo Ruffini e Frank Matano mentre sono entrambi in attesa di diventare padri per la prima volta. Dopo una serie di (dis)avventure più sconfortanti che spassose, in cui c'è persino l'apparizione di Pupo nei panni di se stesso e di una Nina Senicar che è tanto figa quanto incapace a recitare, si giunge poi a un finale di agghiacciante buonismo che l'autore cerca di spacciare per un momento di alta poesia.


Il secondo film di Paolo Ruffini è allora un lavoro pseudo comico paradossalmente privo di momenti divertenti e di battute riuscite. L'unica cosa a far davvero ridere abbestia è il titolo: ci va un grande senso dell'ironia per intitolare una schifezzona del genere “Tutto molto bello”.
(v0t0 0/10)


"Era da un po' che non si vedeva uno zero su Pensieri Cannibali. Che onore!!!"

THE TOWN THAT ECCETERA ECCETERA

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The Town That Dreaded Sundown
(USA 2014)
Regia: Alfonso Gomez-Rejon
Sceneggiatura: Roberto Aguirre-Sacasa
Cast: Addison Timlin, Spencer Treat Clark, Travis Tope, Anthony Anderson, Joshua Leonard, Veronica Cartwright, Edward Herrmann, Gary Cole, Ed Lauter, Arabella Field, Denis O'Hare, Wes Chatham, Jaren Mitchell
Genere: meta-sequel
Se ti piace guarda anche: La città che aveva paura, Non aprite quella porta

Non si fanno più nemmeno i remake di una volta. Appurato che ormai nel cinema americano le idee originali vengono rifiutate a priopri – i giustamente osannati Boyhood e Birdman esclusi – bisogna constatare che se non altro c'è una certa fantasia nel rielaboraree le idee degli altri.
The Town That Dreaded Sundown non è allora un semplice remake o un semplice seguito della pellicola omonima del 1976 a cui con grande fantasia ha rubato il titolo (diventato in Italia La città che aveva paura), ma è una specie di omaggio nei suoi confronti o, per dirla con Wikipedia, un meta-sequel. Cosa che significa che il film del 2014 cita e si riferisce in maniera esplicita alla pellicola del 1976 come elemento interno alla sua narrazione. Un modo un minimo creativo di scopiazzare un vecchio film, detto in altre parole.
Si può apprezzare questo sforzo di realizzare un remake/sequel leggermente differente dal solito, oppure considerare come il cinema horror americano sia davvero alla frutta e debba inventarsi nuovi modi per riciclare il passato, piuttosto che cercare di creare storie nuove a partire da zero.



Tralasciando il discorso sull'originalità, o sulla mancanza di originalità, di un progetto del genere, anche il film nel suo complesso si può leggere attraverso due punti di vista contrastanti. Da una parte va notata la regia notevole, soprattutto nelle scene iniziali, dell'esordiente Alfonso Gomez-Rejon. Esordiente sul grande schermo, perché sul piccolo si era già fatto notare dirigendo alcuni dei migliori episodi di American Horror Story, tra cui il notevole finale di Asylum. Il suo talento non è certo passato inosservato all'autore della serie Ryan Murphy, che ha prodotto questo suo primo lavoro cinematografico. Da un punto di vista visivo The Town that eccetera eccetera è un lavoro ottimo, visivamente molto curato, con una gran bella fotografia e la macchina da presa di Gomez-Rejon che cerca di inventarsi qualche trovata a ogni sequenza, tanto per movimentare la messa in scena.
Dall'altra parte va notato come la sceneggiatura sia parecchio inferiore rispetto alla regia e non riesca a tenerle testa. La storiella raccontata è la solita da horrorino medio già visto e rivisto e il discorso metacinematografico non viene sfruttato a dovere.

"Smettetela di darmi del membro del Ku Klux Klan. Sono solo un pazzo serial killer incappucciato!"
"Ah ok, amico, allora hai tutto il mio rispetto."

Luci e ombre anche nel cast. Addison Timlin è una gran bella topolona, se la cava pure come attrice (sebbene nella scena in cui dice “I ragazzi non mi chiedono spesso di uscire” non sia molto credibile) e quindi come scream queen protagonista di un horror risulta la scelta perfetta. Parecchio più anonimi invece gli interpreti di contorno, compreso l'aficionado di American Horror Story Denis O'Hare, meno convincente rispetto ai suoi ruoli televisivi, True Blood compreso.


The Town that eccetera eccetera è allora una città cui si può anche fare una visita senza troppe pretese. Se conoscessi il film del 1976 cui si ispira magari l'avrei apprezzato maggiormente o al contrario sempre magari, vittima di deja vu, mi avrebbe annoiato. Chi lo sa?
Quel che è certo è il talento registico di Alfonso Gomez-Rejon, uno che, nonostante il nome da calciatore sudamericano, è un fuoriclasse non con il pallone bensì con la macchina da presa. Sarebbe bello vederlo alle prese con una sceneggiatura più efficace e più originale. Intendo realmente originale, non la copia di qualcosa che è già stato fatto. Sarei molto curioso anche di vederlo per una volta lontano dall'horror. Capisco che sia un appassionato del genere, ogni sequenza di questa pellicola lo conferma con evidenza, però credo che il Gomez-Rejon ci possa regalare delle belle soddisfazioni pure alle prese con storie di altro tipo. Un novello master of horror come lui avrà mica paura di affrontare un genere differente?
(voto 6+/10)

P.S. Poco tempo dopo aver scritto questo post, Alfonso Gomez-Rejon ha vinto il Sundance Festival 2015 con un film non horror, Me and Earl and the Dying Girl, definito come un Colpa delle stelle girato da Wes Anderson. Lo sapevo che ce la poteva fare!


WHAT IF, IL FILM IN CUI HARRY POTTER VUOLE USCIRE DALLA FRIEND ZONE

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What If
(Canada, Irlanda 2013)
Regia: Michael Dowse
Sceneggiatura: Elan Mastai
Tratto dall'opera teatrale: Toothpaste and Cigars di T.J. Dawe e Michael Rinaldi
Cast: Daniel Radcliffe, Zoe Kazan, Adam Driver, Mackenzie Davis, Rafe Spall, Megan Park, Jemima Rooper, Oona Chaplin, Sarah Gadon
Genere: boy meets girl
Se ti piace guarda anche: The First Time, Quel momento imbarazzante, In Your Eyes

Oggi vi insegno due espressioni inglesi. Perché?
Perché mi sento in vena di regalare un po' della mia immensa cultura in giro per il mondo. Gratis?
Certo che no. Siete pregati di finanziare Pensieri Cannibali con un bonifico sul mio conto alle Cayman.
Versato il bonifico?
Okay, allora potete procedere oltre con la lezione. Altrimenti potete farlo comunque, ma sappiate che mi state rubando del Sapere prezioso. Ladri!

La prima espressione English che ho da offrirvi è: Boy meets girl.
Un ragazzo incontra una ragazza. È così che cominciano la maggior parte delle commedie romantiche definite “boy meets girl movie”. A meno che non sia una commedia romantica gay e in tal caso un ragazzo incontra un ragazzo, o una ragazza incontra una ragazza. Il principio comunque è lo stesso.
Il film What If è un esempio perfetto, in tutto e per tutto, di un boy meets girl movie. Cosa succede subito a inizio pellicola?
Un ragazzo incontra una ragazza, indovinato. Il ragazzo è Daniel Radcliffe, attore che non ho mai sopportato ma di cui continuo a guardare tutti i film, si vedano le mie recensioni/preseperifondellineisuoiconfronti del sopor-mortifero The Woman in Black, del discreto Giovani ribelli - Kill Your Darlings e del poco riuscito Horns, oltre che della sopravvalutata (maghetti non uccidetemi!) saga di Harry Potter.
La ragazza è invece Zoe Kazan. Se ancora non sapete chi è, significa che non siete stati attenti a questo blog nelle ultime settimane/mesi. Oltre a essere la protagonista del delizioso Ruby Sparks, di lei di recente ho parlato a proposito di In Your Eyes e The Pretty One, film che mi hanno fatto avanzare l'ipotesi che le pellicole da lei interpretate appartengano a un sottogenere a parte, un sottogenere tutto suo: lo Zoe Kazan movie. Questo sottogenere consiste in una variante fantasy/fantasiosa rispetto alle solite romcom tradizionali, così come agli altri indie movies in circolazione.


What If può essere considerato uno Zoe Kazan movie?
Non proprio. Non del tutto. Nonostante ci sia Zoe Kazan, nonostante sia una commedia romantica, nonostante sia una pellicola indie, in questo What If manca l'elemento fantasy alla base di Ruby Sparks e In Your Eyes, così come pure lo spunto particolare di The Pretty One.
Più che uno Zoe Kazan movie, What If come detto è un tipico boy meets girl movie fin dalla prima scena. Un ragazzo e una ragazzo si incontrano ma...
Per fortuna c'è un ma. Altrimenti i due si metterebbero insieme subito e titoli di coda. Qual è questo ma?
Lui è un maghetto sfigato che vive nel ripostiglio degli zii?
No, questo non è Harry Potter.
E allora lei è una creatura di fiction uscita da un libro?
No, questo non è nemmeno Ruby Sparks.
Il ma è rappresentato da qualcosa di più ordinario: il boyfriend di lei. Quando conosce Daniel Radcliffe a una festa, Zoe Kazan ha già il fidanzato. Da ben 5 anni. A questo punto cosa può fare Daniel, a parte un sacco di pippe?
Decide di uscire comunque con lei e diventa il suo migliore amico.
Qui entra in gioco la seconda espressione inglese della nostra lezione, siete pronti?
Avete versato il bonifico sul mio conto, vero?

La seconda espressione inglese di oggi è: friendzone.
Daniel Radcliffe continuando a uscire con la superfidanzata (ma non con lui) Zoe Kazan entra inevitabilmente nella friendzone. Cosa significa?
Significa che se sei amico di una donna non ci combinerai mai niente mai “non vorrai rovinare un così bel rapporto”, come cantava Max Pezzali. O forse no?

"Daniel, ti vedo solo come un..."
"Come un amico?"
"No, veramente stavo per dire come un maghetto sfigato."

Dalla friendzone si può uscire?
Daniel Radcliffe proverà a scoprirlo in questa romcom, con l'aiuto (ma non troppo) del suo amico Adam Driver, l'idolo della serie Girls, e della tipa del suo amico Mackenzie Davis, la idola della serie Halt and Catch Fire. Se Daniel Radcliffe e Zoe Kazan insieme funzionano ma non del tutto, sarebbe interessante vedere un film spinoff tutto dedicato ad Adam Driver e Mackenzie Davis, i cui scoppiettanti personaggi rimangono purtroppo troppo sullo sfondo.

"Che divertente bruciare i libri di Harry Potter!"
"Aahahah già, è uno spasso!
Hey, un momento... Cooosa???"

A questo punto vi interesserà sapere se Daniel Radcliffe riuscirà a uscire dalla friendzone o meno. Io però di questa romcom vi dico solo che non è niente di memorabile ma è assolutamente gradevolissima, e poi basta. Non vi dirò più nient'altro finché il mio conto alle Cayman resterà vuoto. La lezione di oggi ve la siete goduta a sbafo, ma adesso basta approfittarvi della mia generosità e andate a guardarvi il film. Pure questo a sbafo. Anche perché nei cinema non è uscito e quindi lo potete trovare solo in rete. Naturalmente aggratis, mie care braccine corte!
(voto 6+/10)

MORTDELCINEMA

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Che cosa esce questa settimana nei cinema, eh? Che cosa?
Pensate di coglierci impreparati?
Vi sbagliate di grosso. Io e il mio favoloso (ma dove?) collega Mr. James Ford del sempre entusiasmante (ma quando mai?) blog WhiteRussian in questa rubrica vi teniamo aggiornati su tutti i nuovi film in arrivo nelle sale. E vi facciamo pagare per questo?
Certo che no. Ci mancherebbe ancora che bisogna pagare per leggere i commenti di Ford. O i miei.
Ecco allora aggratis tutte le anticipazioni e i pre-giudizi sulle pellicole in arrivo nei cinema questo weekend.

Mortdecai
"Sto facendo la fine di De Niro?
Certo che no, io sono messo molto peggio! Diciamo che sono sui livelli di... Ford."
Cannibal dice: Johnny Depp è passato dall'essere garanzia di qualità a essere garanzia di schifezza. Un po' come passare dal leggere Pensieri Cannibali a frequentare solo WhiteRussian, così, di punto in bianco. Se nel passato recente il bollitissimo Depp c'ha regalato delle notevoli porcherie, questa volta promette di fare ancora peggio. Già floppissimo negli USA, Mortdecai è una di quelle commedie che già solo dal trailer paiono più vecchie di Ford e de Il Volo messi insieme. Un autorevole candidato al peggio dell'anno.
Ford dice: purtroppo per tutti noi che lo abbiamo amato nella parte iniziale della sua carriera, Johnny Depp ormai pare una versione di De Niro con una ventina d'anni di meno ma la stessa scarsa voglia di impegnarsi compensata dal desiderio decisamente più consistente di ingrossarsi il portafogli. Perfino la sua groupie Peppa Kid, che pensa ancora di essere la Winona Ryder di Edward, l'ha abbandonato: e di sicuro lo abbandoneranno anche gli ultimi brandelli di decenza dopo questo filmaccio.

Il settimo figlio
"Academy, dammi subito quell'Oscar.
Prima che tu mi veda in questo film e ci ripensi..."
Cannibal dice: Da flop a flop, si resta in territori fordiani con una pellicola fantasy che si preannuncia agghiacciante. Roba da mettere paura persino a me che ho retto con un enorme coraggio, che Ford si può giusto sognare, una intera settimana di Festival di Sanremo.
Ford dice: neanche il tempo di archiviare una schifezza come Mortdecai, ed ecco un altro titolo che rischia di entrare prepotentemente nella decina dedicata al peggio dell'anno.
Una roba pseudo fantasy che neppure un bimbominkia come Cannibal oserebbe affrontare. E ho detto tutto.

Un piccione seduto su un ramo riflette sull'esistenza
Ford mentre va a prendere sobriamente un caffè al bar.
Cannibal dice: Nonostante il titolo logorroico, non si tratta della nuova fatica di Lina Wertmuller o del libro d'esordio di Mr. James Ford, bensì della pellicola che ha vinto il Leone d'Oro al Festival di Venezia 2014. Una pellicola svedese che pare possedere una certa leggerezza, alla faccia del titolo, e che potrebbe rivelarsi un bel film d'autore e non un mattonazzo pseudo autoriale di quelli che piacciono al mio blogger rivale.
Ford dice: il vincitore dell'ultimo Festival di Venezia, giunto con la consueta puntualità nelle sale italiane, è il vero dilemma della settimana. Sarà un piccolo cult d'autore o la solita merdina radical chic pronta a mandare in visibilio il mio rivale, che con l'inizio del duemilaquindici pare avere ripreso tutte le sue più malsane abitudini in fatto di opinioni bislacche!?

Noi e la Giulia
"Chissà perché, ma ho come l'impressione che il nostro film sarà una palla..."
Cannibal dice: Difficile trovare una settimana in cui non esca un nuovo film con Raoul Bova. Quando capita, al suo posto esce un film con Luca Argentero. In Italia al momento lavorano solo loro due. E io per protesta continuo a boicottare tutte le loro pellicole.
Per protesta?
Va beh, ok, diciamo che è anche e soprattutto perché non c'ho voglia di vederle.
Ford dice: ed eccoci qui. Giusto per toglierci l'ultimo dubbio a proposito dello stato di salute del Cinema italiano: clinicamente morto.

Il segreto del suo volto
"Confessa: qual è il segreto di Ford?"
"Di cinema non ne capisce una mazza."
"Ma nooo! Quella è una cosa che sanno già tutti."
Cannibal dice: Già solo dal titolo mi sono cascate le palle.
Attenzione però perché si tratta di un film tedesco intitolato in realtà Phoenix, quindi meglio andare oltre al solito banalotto titolo italiota. È una pellicola ambientata nella Germania del secondo dopoguerra, ma dal trailer sembra più un thriller noir che un film storico. Dopo una settimana di trashate sanremesi, sento il bisogno di qualcosa di più impegnato. Potrebbe essere la pellicola giusta?
Ford dice: secondo dilemma della settimana, questo film tedesco che dal trailer non sono riuscito bene ad inquadrare. Si rivelerà una schifezza mascherata da proposta radical raccogliendo dunque assurdi voti altissimi su Pensieri Cannibali o una chicca sotterranea pronta a gustarsi almeno un paio di bicchieri e mezzo su White Russian?
Ai posteri l'ardua sentenza.

Life Itself
"AHAHAH, troppo divertenti i film consigliati da Pensieri Cannibali."
Cannibal dice: Life Itself è un documentario dedicato a un celebre critico cinematografico. Chi?
Cannibal Kid no, perché non è un critico cinematografico.
James Ford nemmeno, perché non è celebre.
Quindi di chi si tratta?
Di Roger Ebert, critico americano premio Pulitzer scomparso di recente. Un'occhiata questo Life Itself potrebbe quindi meritarsela. E, nel caso, potrebbe beccarsi pure le nostre critiche.
Ford dice: interessante titolo, questo dedicato a Ebert, che potrebbe rivelarsi addirittura il migliore della settimana se non altro perchè tocca un argomento - quello della critica cinematografica - con il quale ci troviamo a fare i conti praticamente ogni giorno.
Poi, certo, non è detto che il risultato non siano comunque bottigliate: ma anche questo fa parte del gioco.

SELMA, LA STRADA PER GLI OSCAR

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Selma - La strada per la libertà
(USA, UK 2014)
Titolo originale: Selma
Regia: Ava DuVernay
Sceneggiatura: Paul Webb
Cast: David Oyelowo, Carmen Ejogo, Tom Wilkinson, Tim Roth, Giovanni Ribisi, Oprah Winfrey, André Holland, Tessa Thompson, Common, Trai Byers, Dylan Baker, Lorraine Toussaint, Ledisi Anibade Young, Wendell Pierce, Nigel Thatch, Cuba Gooding Jr., Alessandro Nivola
Genere: storico
Se ti piace guarda anche: The Butler - Un maggiordomo alla Casa Bianca, Malcolm X, The Help, Il colore viola


I have a dream.
Io ho un sogno, oltre a quello di avere un sogno [Scary Movie 3 cit.]. Sogno una notte degli Oscar in cui vengano consegnati dei premi sensati. Dei primi giusti. L'anno scorso era ancora andata piuttosto bene, con la vittoria dell'award come miglior film di 12 anni schiavo anziché Gravity, cui sono comunque andate ben 7 statuette, diverse delle quali parecchio rubate. Considerando però come in gara ci fossero filmoni stellari come The Wolf of Wall Street e Lei, le cose sarebbero potute andare meglio.

All'indomani delle nomination dell'edizione 2015, in molti hanno criticato le scelte fatte dall'Academy, accusandola manco troppo velatamente di razzismo e misoginia nelle decisioni che hanno penalizzato gli interpreti di colore, così come trascurato in molte categorie (quelle per le migliori attrici ovviamente a parte) le donne. Tra i maggiori snobbati c'è questo Selma che ha ottenuto appena 2 candidature, quella per la migliore canzone e quella per la miglior pellicola. Nelle altre sezioni è invece stato del tutto ignorato, quando alla vigilia veniva considerato come uno dei grandi favoriti. Ero quindi molto curioso di vederlo per poter gridare anch'io: “Razzisti! Razzisti!” a quelli dell'Academy. Com'è andata?


Difficile dirlo. Direi che il razzismo non c'entra. Semplicemente quelli dell'Academy come al solito hanno cannato le loro scelte. Hanno inserito il film tra i migliori dell'anno e, a parte il pessimo American Sniper di Clint Eastwood, devo dire che risulta un gradino o anche due sotto rispetto agli altri film nominati. Non che sia un brutto lavoro questo Selma, tutt'altro, però mi aspettavo qualcosa in più.
Innanzitutto va premesso che non si tratta tanto di un biopic vero e proprio su Martin Luther King. Il grande protagonista è lui, ma la pellicola non ci racconta la sua intera esistenza, quando un periodo molto limitato, concentrandosi sulle marce organizzate nel 1965 nella cittadina di Selma in favore del riconoscimento dei diritti degli afroamericani. Più che un film biografico, un film storico. Una ricostruzione di stampo quasi cronachistico. Le varie scene sono accompagnate da didascalie che precisano cosa sta avvenendo, dove e con chi. Io le didascalie in genere già non le sopporto e in questo caso mi sono sembrate piuttosto superflue, oltre al fatto che mi pare rendano il lavoro un po' sfilacciato, anziché unirlo.

Selma procede nella sua marcia in maniera molto precisa e rispettosa nei confronti degli eventi realmente successi. Giusto così. Il problema dei film tratti da storie vere è però che si rischia di finire nel documentaristico. A tratti con questa pellicola capita. In altri momenti, la promettente regista Ava DuVernay invece si apre a momenti puramente cinematografici notevoli ed è qui che Selma regala il suo meglio e allo stesso tempo fa venire il rammarico. Perché se invece di spiegare tutto con le didascalie la DuVernay avesse lasciato parlare solo la potenza delle immagini per tutte e due le ore di durata, a quest'ora ci troveremmo di fronte a un piccolo capolavoro, piuttosto che a un'occasione sprecata. Le sequenze più impressionanti del film sono quella dell'esplosione all'inizio, che ricorda vagamente quella di The Hurt Locker ed è una vera bomba, e poi le scene delle marce, in cui i personaggi camminano stilosissimi manco fossero in un film di Tarantino come Le Iene o Kill Bill. Con sequenze grandiose del genere, una nomination alla DuVernay nella cinquina dei migliori registi sarebbe apparsa meritata, di certo più di quelle donate agli anonimi Bennett Miller di Foxcatcher e Morten Tyldum di The Imitation Game.


L'Academy ha fatto la sua cazzata più grande però nell'ignorare David Oyelowo. Rendere su grande schermo un personaggio storico come Martin Luther King senza scadere in una sterile imitazione non è impresa facile, ma il giovane strapromettente interprete supera la prova alla grande. Durante il film non si ha l'impressione di stare a vedere un attore che recita. Sembra di vedere il vero Martin Luther King in azione. D'altra parte agli Oscar quest'anno nella categoria per il miglior attore protagonista è stato escluso pure lo sciacallo Jake Gyllenhaal, autore di una delle prove recitative più impressionanti degli ultimi dieci anni, quindi non c'è da stupirsi se a questi due formidabili attori siano stati preferiti il cicciobello Bradley Cooper di American Sniper e l'insipido Steve Carell di Foxcatcher. In quest'ultimo film, se proprio dovevano nominare qualcuno, sarebbe stato meglio a quel punto il sorprendente Channing Tatum.

"Sì, bravo Cannibal, belle parole...
Tanto lo sappiamo che pure tu ti dimenticherai di nominarci agli Oscarrafoni 2015."

Agli Oscar dovevano quindi essere nominati il protagonista David Oyelowo e la regista Ava DuVernay, più che la pellicola. Selma mi ha ricordato un po'The Butler - Un maggiordomo alla Casa Bianca, sebbene la sua storia si sviluppi in un arco di tempo molto ma mooolto più breve. Una pellicola che propone troppi personaggi minori lasciati sullo sfondo e troppa carne al fuoco, tra politica, diritti civili e il lato più personale. Un aspetto che sarebbe stato bello vedere più sviluppato è quello di Martin Luther King uomo. Non il politico, non l'attivista, non l'icona. Nei momenti più intimi, come quello della telefonata a notte fonda con la cantante Mahalia Jackson, il film riesce a svelarci l'anima, la vera anima di Luther King, i suoi dubbi, la sua fragilità. Peccato che per la maggior parte del tempo Selma marci in maniera troppo classica e didascalica, quando al suo interno possiede dei momenti notevoli che lasciano solo intravedere quello che sarebbe potuto essere il suo vero enorme potenziale.
Se il film non è stato sommerso di nomination non c'è allora da gridare: “Razzisti! Razzisti!”, ma piuttosto: “Incompetenti! Incompetenti!” visto che le candidature le hanno cannate in pieno. O quasi. Quella per la miglior canzone alla notevole “Glory” di John Legend e Common è infatti meritatissima. Diamo all'Academy ciò che è dell'Academy.
(voto 6,5/10)


THE BEST OF ME TIRA FUORI IL PEGGIO DI ME

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The Best of Me - Il meglio di me
(USA 2014)
Titolo originale: The Best of Me
Regia: Michael Hoffman
Sceneggiatura: J. Mills Goodloe, Will Fetters
Tratto dal romanzo: Il meglio di me di Nicholas Sparks
Cast: James Marsden, Michelle Monaghan, Luke Bracey, Liana Liberato, Gerald McRaney, Sean Bridgers, Caroline Goodall, Sebastian Arcelus
Genere: sparkstico
Se ti piace guarda anche: tutti gli altri film tratti dai romanzi di Nicholas Sparks

Paese che vai, usanze che trovi. Un antico detto popolare che oggi vale applicato anche ai luoghi virtuali di Internet, come questo blog. Ogni posto ha le sue tradizioni e pure qui a Pensieri Cannibali abbiamo le nostre. Ogni paese ha la sua sagra, Pensieri Cannibali ha la sagra del Nicholas Sparks, in cui il celebre scrittore americano viene cotto a puntino.
Non passa anno in cui non esca, puntuale come il Natale, un nuovo film di Woody Allen, un nuovo di Clint Eastwood e una nuova pellicola tratta da un romanzo di Nicholas Sparks, per chi non lo sapesse una specie di incrocio tra Alessandro Manzoni e Federico Moccia in salsa americana. Quindi sentimenti cristiani misti a un romanticismo disgustoso, svariati melodrammi, intrecci da soap-opera di quelli però più noiosi che goduriosamente trash, sviluppi da libretto Harmony, una serie di banalità assortite e frasi a effetto da baci Perugina. Il tutto accompagnato da un inquietante tocco di misticismo new-age, tanto per non farsi mancare niente.
Io di film tratti dai suoi romanzi ne ho visti parecchi, visto che mi voglio male, però non li ho visti tutti tutti, visto che non mi voglio così male. Nonostante me ne manchi qualcuno e nonostante non abbia mai letto i romanzi, ma solo visto gli adattamenti cinematografici, so esattamente come funzionano e quali ingredienti sono presenti ogni volta, al punto che potrei scriverne io un libro copia e vendere milioni e milioni di copie. Perché non lo faccio?
Invece di perdere tempo a scrivere una recensione di 'sto film di merda, potrei mettermi al lavoro sul "Nicholas Sparks fac-simile project". Ho già pronte alcune idee, tipo The Bababook, il sequel horror di The Notebook; Ho cercato il tuo nonno, la versione per la terza età di Ho cercato il tuo nome, e Vicino a te ho una fottuta paura, il prequel thriller di Vicino a te non ho paura.
Le idee non mancano, devo solo pensarci ancora un po' su. Nel frattempo vi parlo dell'ultimo film di merda tratto da un suo libro di merda. Che poi non è nemmeno così terribile, se paragonato ad altre recenti opere sparkstiche. Rispetto ai recenti Ho cercato il tuo nome e Safe Haven ad esempio è un pochino meglio, sebbene per quanto mi riguarda il (relativamente) migliore resti sempre I passi dell'amore.
In ogni caso, aspettandomi già il peggio, questo The Best of Me non mi è sembrato manco troppo agghiacciande. Oddio, se ripenso al finale sto ancora male perché una porcata di chiusura del genere è un colpo basso persino per Nicholas Sparks. Eppure anche il finale me lo immaginavo già. Ho sempre considerato Sparks come il Nemico e ormai mi sono ritrovato a pensare nel suo stesso modo. Mi sento come un detective sulle tracce di un serial killer, uno di quei profiler in stile Criminal Minds o Will Graham della serie Hannibal, che dopo un po' entra in connessione totale con l'assassino cui dà la caccia.

The Best of Me è come un Best of di Nicholas Sparks. Best of? Chiamiamolo pure Worst of. C'è il racconto che si dipana su due linee temporali, presente e passato. Il passato che è ambientato negli anni '90, sebbene gli anni '90 raccontati da Sparks nell'America dei bifolchi bigotti di provincia assomiglino a quella degli anni '30 de Le pagine della nostra vita più che ai 90s grunge per come sono stati nel resto del mondo. Anche qui poi c'è un amore contrastato tra una bella, ricca, intelligente e simpatica ragazza di famiglia che si innamora senza ragioni apparenti di un povero Cristo disadattato. Uno che dicono sia tanto intelligente, però quando 'sta fanciulla gli si para davanti con le gambe praticamente spalancate e lui non si rende conto che lei ci sta provando, non diresti che è proprio così sveglio.





Una cosa non l'ho capita di questo film, oltre al fatto che non ho capito perché continui a guardarmi film tratti dai romanzi di Nicholas Sparks. Essendo una storia che si svolge su due linee temporali, i protagonisti sono interpretati da attori diversi. Lei da giovane è Liana Liberato, fanciulla con un gran bel futuro davanti, mentre da “vecchia” è Michelle Monaghan, quella di True Detective. Fino a qui tutto ok. Sembrano davvero madre e figlia e beato chi se le piglia.


La scelta dei due attori che hanno la parte del protagonista maschile Dawson (ebbene sì, si chiama proprio così) da ragazzo e da adulto non c'entrano invece una mazza l'uno con l'altro. Dawson prima è il giovane attore Luke Bracey e poi da grande diventa James Marsden. Mai visti due attori tanto diversi in uno stesso ruolo. Tra l'altro Bracey sembra la versione vecchia di Marsden, non il contrario.


La storia è quindi la tipica classica banale vicenda d'amore sparkstico. Passato e presente che si intrecciano, tante lettere, come se ci fosse ancora qualcuno che le scrive, baci sotto la pioggia che se no non sarebbe un vero film tratto da un suo romanzo e tanto, proprio tanto dolore. Nicholas Sparks ai suoi personaggi porta una sfiga che manco Shailene Woodley se si impegna. Oppure, più ancora che sfiga, il suo è proprio odio, come nemmeno Shonda Rhimes nei confronti dei poveri characters dei suoi telefilm.
Tra galera, incidenti, figli morti o moribondi, un marito alcolizzato, un padre violento (il vero idolo del film, alla facciazza dei buoni sentimenti sparkstici), un altro padre che offre al boyfriend della figlia $ 80.000 per sparire dalla sua vita e il boyfriend – bravo pirla! – li rifiuta, e chi più ne ha più ne metta, in The Best of Me ai due protagonisti succede proprio the worst. E credo di avervi detto solo una piccola parte delle sfighe che capitano loro.

"Piove! Presto, dobbiamo baciarci!"
"Se no cosa succede?"
"Succede che Nicholas Sparks ci fa fuori nel sonno."

Il film, come tutti i titoli sparkstici che si rispettino, ha allora tutte le carte in regola per farsi odiare, e a tratti l'ho odiato parecchio. Se il risultato finale non è così devastante in senso negativo come mi aspettavo è per merito di un cast che se la cava bene e con cast intendo soprattutto che Michelle Monaghan + Liana Liberato riescono a rendere le due ore di visione un'agonia sopportabile. Certo però che se ripenso al finale...
Nicholas Sparks, i tuoi romanzi saranno anche la quintessenza della spiritualità e della cristianità, ma secondo me tu in realtà sei il figlio di Satana!
(voto 4,5/10)


"Ti ho aspettata per tutti questi anni senza farmi nessun'altra. Quanto sono romantico?"
"Ma quanto sei sfigato! Io in tutti questi anni l'ho data a chiunque mi passasse davanti: uomini, donne e bambini.
L'ho data persino a Nicholas Sparks!"

NOTTE DEGLI OSCAR 2015: PREVISIONI E PREFERITI

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In esclusiva per Pensieri Cannibali, vi posso svelare chi questa notte vincerà alla notte degli Oscar: Il Volo.
Oddio no. Spero che almeno a Los Angeles non vada a finire come a Sanremo, anche se ho un cattivo presagio: contro tutti i pronostici della vigilia, il pessimo American Sniper potrebbe spuntarla e aggiudicarsi la statuetta di miglior film. Per quanto mi riguarda sarebbe un vero incubo, ma ho l'impressione che le cose possano andare proprio così.
Al di là di questa sinistra sensazione, ecco tutte le previsioni e i preferiti di Pensieri Cannibali, che arriva alla serata di premiazione condotta da Neil Patrick Harris piuttosto preparato, dopo aver visto tutte e 8 le pellicole nominate nella categoria di miglior film dell'anno. Per quanto riguarda le altre sezioni invece mi mancano alcune visioni, come Wild, e sul film straniero sono messo maluccio, ma va beh ou! Non si può mica vedere tutto.
Disse uno che si è visto tutte e 5 le serate del Festival di Sanremo e infatti è quasi finito all'ospedale ricoverato insieme a Raf.



MIGLIOR FILM
"American Sniper" (Clint Eastwood)
"Boyhood" (Richard Linklater)
"Birdman" (Alejandro González Iñárritu)
"The Grand Budapest Hotel" (Wes Anderson)
"The Imitation Game" (Morten Tyldum)
"Selma" (Ava DuVernay)
"The Theory of Everything" (James Marsh)
"Whiplash" (Damien Chazelle)

Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Birdman
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: American Sniper

Per quanto mi riguarda, qui non ci sarebbe davvero storia. Birman vola molto più in alto di tutti. Alla fine potrebbe vincere Boyhood che, per carità, è un ottimo film che parte da uno spunto di realizzazione geniale, però ormai con il suo essere favorito a tutti i costi ha un po' stufato.
Io comunque starei attento soprattutto ad American Sniper. Tira una gelida aria di repubblicanesimo e di conservatorismo su questa edizione degli Oscar e quindi l'ultimo film di Clint Eastwood potrebbe avere qualche possibilità di fregare lavori a loro modo innovativi, geniali e profondamente anti hollywoodiani come Birdman, Boyhood, Whiplash e Grand Budapest Hotel.

"L'arma segreta per trionfare agli Oscar?
Puntare un'arma contro i membri dell'Academy, ovvio!"

MIGLIOR REGISTA
Alejandro González Iñárritu, "Birdman"
Richard Linklater, "Boyhood"
Bennett Miller, "Foxcatcher"
Wes Anderson, "The Grand Budapest Hotel"
Morten Tydlum, "The Imitation Game"

Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Alejandro González Iñárritu
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Richard Linklater

La vittoria di Linklater in questa categoria è quasi certa e, per carità, soltanto per i suoi 12 anni di stoico impegno per girare Boyhood una statuetta se la meriterebbe tutta. Non fosse per un piccolo dettaglio: Alejandro González Iñárritu con Birdman ha tirato fuori uno di quei saggi di grandezza registica che non si vedevano dai tempi in cui Stanley Kubrick era in vita.

"Votatemi!
Altrimenti passerò i prossimi 12 anni a inseguirvi ovunque con una videocamera."

MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA
Steve Carell, "Foxcatcher"
Bradley Cooper, "American Sniper"
Benedict Cumberbatch, "The Imitation Game"
Michael Keaton, "Birdman"
Eddie Redmayne, "The Theory of Everything"

Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Eddie Redmayne
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Michael Keaton

Per quanto abbia adorato Birdman e per quanto Michael Keaton in quel film sia grandioso, qui farò il tifo per Eddie Redmayne, semplicemente strepitoso nei panni di Stephen Hawking in La teoria del tutto. Una di quelle prove che capitano una volta nella vita e che non credo che il giovane attore britannico ripeterà mai, ma chissà.
Ridicole le nomination di Steve Carell e Bradley Cooper preferiti ai grandiosi Jake Gyllenhaal di Lo sciacallo e David Oyelowo di Selma, ma pazienza, tanto non vinceranno mai. Almeno spero.

"Ma tornatene a girare Batman, Michael!"
"E tu tornatene sulla sedia a rotelle, giovanotto!"

MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA
Marion Cotillard, "Two Days, One Night"
Felicity Jones, "The Theory of Everything"
Julianne Moore, "Still Alice"
Rosamund Pike, "Gone Girl"
Reese Witherspoon, "Wild"

Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Rosamund Pike
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Julianne Moore

L'Oscar più scontato della serata. La vittoria di Julianne Moore viene data praticamente per certa, o se non altro al 99,9%. Io comunque tiferò per tutte le altre, Reese Witherspoon a parte perché Wild non l'ho ancora visto. Nonostante Still Alice mi abbia smosso nel profondo e la Moore in questo film sia davvero brava, per me le prove di Marion Cotillard, di Felicity Jones e soprattutto di una impressionante Rosamund Pike in L'amore bugiardo (tra l'altro l'unica nomination ottenuta dal grandioso thriller di David Fincher) sono di un livello superiore. Julianne in ogni caso credo proprio se ne fregherà delle mie parole, soprattutto quando questa notte stringerà tra le sue mani la statuetta dorata.

"Spero solo di ricordarmi di andare a ritirare il premio, stasera."

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA
Robert Duvall, "The Judge"
Ethan Hawke, "Boyhood"
Edward Norton, "Birdman"
Mark Ruffalo, "Foxcatcher"
J.K. Simmons, "Whiplash"

Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: J.K. Simmons
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: J.K. Simmons

Qui la vittoria deve andare al cattivissimo J.K. Simmons di Whiplash, non ci sono cazzi che tengano.

"Hai davvero votato per Ethan Hawke?
Ma cosa ti è saltato in mente???"

MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA
Patricia Arquette, "Boyhood"
Laura Dern, "Wild"
Keira Knightley, "The Imitation Game"
Emma Stone, "Birdman"
Meryl Streep, "Into the Woods"

Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Emma Stone
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Patricia Arquette

Patricia Arquette è un'attrice che mi è sempre piaciuta, fin dagli anni '90 quando nessun premio l'ha mai presa manco lontanamente in considerazione. In Boyhood offre una buona prova, ma non così fenomenale come si dice in giro. Ben più impressionante mi è sembrata Emma Stone, che soltanto per l'ultimo sguardo in Birdman merita tutti gli Oscar e tutti i premi del mondo. Anche il Nobel.
Non si può proprio vedere invece la nomination regalata alla solita Meryl Streep in un musical agghiacciande come Into the Woods.

Emma Stone e Patricia Arquette si vogliono bene.
Quasi quanto Al Bano e Romina.

MIGLIOR SCENEGGIATURA ORIGINALE
"Birdman," Alejandro G. Iñárritu, Nicolás Giacobone, Alexander Dinelaris, Jr. & Armando Bo
"Boyhood," Richard Linklater
"Foxcatcher," E. Max Frye and Dan Futterman
"The Grand Budapest Hotel," Wes Anderson; Story by Wes Anderson & Hugo Guinness
"Nightcrawler," Dan Gilroy

Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Lo sciacallo - Nightcrawler
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Grand Budapest Hotel

Qui il mio tifo va tutto a Lo sciacallo - Nightcrawler, film enorme che si è ingiustamente beccato una sola nomination. Nella categoria della miglior sceneggiatura originale il premio però di solito va all'autore alternativo dell'anno e quindi, dopo Quentin Tarantino, Sofia Coppola e Spike Jonze in passato, questo sarà l'anno di Wes Anderson per Grand Budapest Hotel che comunque, per quanto mi riguarda, non è uno dei suoi film migliori.

"Che si vinca o che si perda, noi intanto cominciamo a bere!"

MIGLIOR SCENEGGIATURA NON ORIGINALE
"American Sniper," Jason Hall
"The Imitation Game," Graham Moore
"Inherent Vice," Paul Thomas Anderson
"The Theory of Everything," Anthony McCarten
"Whiplash," Damien Chazelle

Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Inherent Vice
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: The Imitation Game

Ancora ho gli occhi sbarrati dallo stupore per la nomination ottenuta da American Sniper, una delle sceneggiature più superficiali e ridicole degli ultimi anni. Un colpo basso persino per l'Academy.
Secondo me in questa categoria merita di vincere sulla fiducia Inherent Vice, anche se il nuovo film del grande Paul Thomas Anderson ancora manca alle mie visioni, altrimenti uno degli altri tre va bene comunque, basta che non vinca il cecchino americano.

"Che mi frega degli Oscar?
Io stanotte me la ronfo."

MIGLIOR PELLICOLA D'ANIMAZIONE
"Big Hero 6"
"The Boxtrolls"
"How to Train Your Dragon 2"
"Song of the Sea"
"The Tale of the Princess Kaguya"

Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: The Tale of the Princess Kaguya
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Dragon Trainer 2

In questa sezione giungo piuttosto impreparato. Ho visto solo Big Hero 6 e Dragon Trainer 2 ed entrambi non mi hanno convinto molto. Farò allora il mio tifo alla cieca e in maniera un po' fredda e distaccata per il giapponese La storia della principessa splendente, visto che lo Studio Ghibli raramente delude.

"Stasera agli after party vedi non farti qualche zoccoletta tipo Emma Stone, ok?"
"Non ti posso promettere niente, donna."

MIGLIOR FILM STRANIERO
"Ida"
"Leviathan"
"Tangerines"
"Timbuktu"
"Wild Tales"

Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Ida
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Ida

Pure qua giungo parecchio impreparato. Tra i cinque nominati ho visto solo il polacco Ida, l'ho apprezzato parecchio e quindi una sua vittoria mi farebbe contento, sebbene dopo aver guardato gli altri potrei benissimo cambiare id(e)a. Tra l'altro credo che Ida abbia discrete possibilità di portarsi a casa il premio, anche se pure Leviathan e Storie pazzesche sono dati come papabili per la vittoria.

"Se vinco l'Oscar addio convento e benvenuta Hollywood!"

MIGLIOR DOCUMENTARIO
"Citizenfour"
"Finding Vivian Maier"
"Last Days in Vietnam"
"Virunga"
"The Salt of the Earth"

Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Citizenfour
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Citizenfour

Qui non ne ho visto manco mezzo, ma quello che mi intriga di più è Citizenfour incentrato su Edward Snowden.

MIGLIOR COLONNA SONORA
"The Grand Budapest Hotel," Alexandre Desplat
"The Imitation Game," Alexandre Desplat
"Interstellar," Hans Zimmer
"Mr. Turner," Gary Yershon
"The Theory of Everything," Jóhann Jóhannsson

Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: La teoria del tutto
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Grand Budapest Hotel

Categoria in cui è difficile fare pronostici. Per quanto mi riguarda, la colonna sonora più poetica ed emozionante è quella dell'islandese Jóhann Jóhannsson composta per La teoria del tutto, ma alla fine potrebbe vincere il francese Alexandre Desplat, anche se avendo 2 nomination rischia che i voti in suo favore si dividano. Inspiegabile invece la nomination per le fastidiose musiche del fastidioso Mr. Turner.

MIGLIOR CANZONE ORIGINALE
"Everything Is Awesome" from "The Lego Movie"; Music and Lyric by Shawn Patterson
"Glory" from "Selma"; Music and Lyric by John Stephens and Lonnie Lynn
"Grateful" from "Beyond the Lights"; Music and Lyric by Diane Warren
"I’m Not Gonna Miss You" from "Glen Campbell…I’ll Be Me"; Music and Lyric by Glen Campbell and Julian Raymond
"Lost Stars" from "Begin Again"; Music and Lyric by Gregg Alexander and Danielle Brisebois

Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Lost Stars
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Glory

Quest'anno a sorpresa le scelte musicali compiute dall'Academy, di solito pessime, si sono rivelate parecchio buone. A parte la trascurabile “Everything Is Awesome” cantata dalle pur sempre idole Tegan & Sara in The Lego Movie, che ha fregato il posto alla ben più affascinante “Big Eyes” di Lana Del Rey, le altre 4 canzoni sono ottime. C'è l'emozionante ballatona country di Glen Campbell ispirata all'Alzheimer che l'ha colpito, l'intenso pezzo pop “Grateful” cantato da Rita Ora, la fighissima “Glory” di John Legend e Common e poi la mia preferita in assoluto, la splendida “Lost Stars” interpretata da Adam Levine e Keira Knightley nel film Tutto può cambiare.

MIGLIOR FOTOGRAFIA
"Birdman," Emmanuel Lubezki
"The Grand Budapest Hotel," Robert Yeoman
"Ida," Lukasz Zal and Ryszard Lenczewski
"Mr. Turner," Dick Pope
"Unbroken," Roger Deakins

Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Ida
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Mr. Turner

Per la miglior fotografia tifo per Ida e Birdman. Al limite pure per Grand Budapest Hotel. Basta che non vincano Unbroken o Mr. Turner.

MIGLIOR MONTAGGIO
"American Sniper"
"Boyhood"
"The Grand Budapest Hotel"
"The Imitation Game"
"Whiplash"

Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Whiplash
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Whiplash

Davvero non hanno nominato il geniale montaggio invisibile di Birdman?
Va beh...
Tra i 5 candidati non dovrebbe nemmeno esserci gara con gli altri per Whiplash, con il suo ritmatissimo, velocissimo, fighissimo montaggio. Ma chissà che quei vecchi babbioni dell'Academy non preferiscano premiare il classico, soporifero, antiquatissimo montaggio di American Sniper.

MIGLIOR SCENOGRAFIA
"The Grand Budapest Hotel"
"The Imitation Game"
"Interstellar"
"Into the Woods"
"Mr. Turner"

Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Grand Budapest Hotel
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Grand Budapest Hotel

A livello di scenografie non ci sono dubbi: Grand Budapest Hotel sotto questo aspetto è uno splendore insuperabile.

MIGLIORI COSTUMI
"The Grand Budapest Hotel"
"Inherent Vice"
"Into the Woods"
"Maleficent"
"Mr. Turner"

Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Grand Budapest Hotel
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Grand Budapest Hotel

Qui si tifa Italia. Non per mero campanilismo, ma perché gli abiti ideati da Milena Canonero per Grand Budapest Hotel sono delle vere opere d'arte.

OSCAR AL MIGLIOR TRUCCO E HAIRSTYLING
"Foxcatcher"
"The Grand Budapest Hotel"
"Guardians of the Galaxy"

Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Grand Budapest Hotel
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Foxcatcher

Qua tifo ancora per Grand Budapest Hotel, anche se questa è l'unica nomination sensata per Foxcatcher, visto che il trucco fa quasi sembrare Steve Carell un grande attore. Ma è solo un inganno.

MIGLIORI EFFETTI SPECIALI
"Captain America: The Winter Soldier"
"Dawn of the Planet of the Apes"
"Guardians of the Galaxy"
"Interstellar"
"X-Men: Days of Future Past"

Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Interstellar
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Intersteller

In questa categoria potrebbe arrivare il premio contentino a Interstellar, uno dei film più snobbati dell'edizione di quest'anno. Per carità, non sarà un lavoro perfetto e a me non ha convinto in pieno, ma in confronto all'esaltatissimo Gravity dell'anno scorso è un vero capolavoro del cinema di fantascienza.

MIGLIOR SONORO
"American Sniper"
"Birdman"
"Interstellar"
"Unbroken"
"Whiplash"

Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Whiplash
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: American Sniper

MIGLIOR MONTAGGIO SONORO
"American Sniper"
"Birdman"
"The Hobbit: The Battle of the Five Armies"
"Interstellar"
"Unbroken"

Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Birdman
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: American Sniper

Quelle nel campo del sonoro sono le uniche nomination ad American Sniper non dico giuste, ma se non altro vagamente comprensibili. Detto ciò, spero che i premi vadano a Whiplash e/o a Birdman.

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO LIVE-ACTION
"Aya"
"Boogaloo and Graham"
"Butter Lamp"
"Parvaneh"
"The Phone Call"

Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: non ne ho idea
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: non ne ho idea

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO ANIMATO
"The Bigger Picture"
"The Dam Keeper"
"Feast"
"Me and My Moulton"
"A Single Life"

Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: che ne so?
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: che ne so?

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO DOCUMENTARIO
"Crisis Hotline: Veterans Press"
"Joanna"
"Our Curse"
"The Reaper"
"White Earth"

Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: non ne ho idea all'ennesima potenza
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: non ne ho idea all'ennesima potenza

Per adesso è tutto. Ora vado a dormire e punto la sveglia alle 2:30, quando inizierà la notte degli Oscar.
Anzi no, facciamo per le 00:30 così mi becco pure il red porchet e domani ve lo commento per bene.
O, meglio ancora, punto la sveglia alle 22:50 di questa sera, quando inizierà il collegamento su Cielo Tv, che grazie al cielo quest'anno trasmetterà la notte degli Oscar in diretta in chiaro, a beneficio di noi poveri morti di fame che non siamo abbonati a Sky.

OSCAR 2015: IL VOLO DI BIRDMAN

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Per la prima volta nella storia di questo blog, posso dire che l'Academy ha fatto delle scelte giuste!
Quest'anno agli Oscar ha davvero vinto il film dell'anno. O se non altro il mio preferito, cosa che non capitava dal lontano 2000 con American Beauty, solo che allora Pensieri Cannibali non esisteva ancora.
Birdman ha vinto 4 Oscar: miglior pellicola dell'anno, miglior regia, miglior sceneggiatura e miglior fotografia. Quattro premi sacrosanti che non mi sarei mai aspettato. Per una volta non ha vinto il film evento o il caso mediatico o il lavoro di impegno politico, sociale o storico. Ha vinto una pellicola girata da Dio che non è solo un mero sfoggio di tecnica cinematografica sopraffina, ma anche un film pieno di cuore e con dentro tutta la magia del cinema. Basta vedere l'ultima scena.
Sono allora contento di aver sbagliato le mie predizioni riguardanti Birdman, mentre le altre bene o male le ho azzeccate abbastanza. Alla fine ho preso 13 pronostici su 21, un po' meno rispetto al mio solito. Io comunque ieri l'avevo detto che avrebbe vinto Il Volo e chi è che vola se non un uomo uccello?
Se il trionfo di Birdman è stato per me inaspettato quanto gradito, devo dire che anche gli altri premi sono stati piuttosto azzeccati, o comunque non ci sono state scelte troppo scandalose.
Quella robetta di American Sniper se n'è tornato a casuccia sua con le pive nel sacco e un solo Oscar vinto, quello per il montaggio sonoro, ovvero un premio minore persino all'interno dei premi minori, mentre Grand Budapest Hotel ha giustamente vinto nelle categorie tecniche, tra cui l'Oscar per i migliori costumi andato alla nostra fenomena Milena Canonero. Molto bene anche i tre premi finiti al film rivelazione dell'anno Whiplash, che conferma il dominio del cinema indie su quello mainstream, e quello per il miglior attore al sorprendente Eddie Redmayne di La teoria del tutto.
Qualcosina qua e là ovviamente l'avrei cambiata, ma va bene, va benissimo così.
Quest'anno non mi posso davvero lamentare. E nemmeno questo signore genio qui sotto, che ieri notte ha davvero uccellato tutti.


I vincitori degli Oscar 2015

MIGLIOR FILM
"American Sniper" (Clint Eastwood)
"Boyhood" (Richard Linklater)
"Birdman" (Alejandro González Iñárritu)
"The Grand Budapest Hotel" (Wes Anderson)
"The Imitation Game" (Morten Tyldum)
"Selma" (Ava DuVernay)
"The Theory of Everything" (James Marsh)
"Whiplash" (Damien Chazelle)

Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Birdman
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: American Sniper
L'Oscar è andato a: Birdman

Ancora non ci posso credere. Ha vinto il film migliore. Troppo bello per essere vero.
Beccati questo, cecchino folle americano!

"Questa sera sono rimasto in mutande.
Proprio come Clint Eastwood."

vola più in alto di tutti. L'Academy quest'anno c'ha preso alla grande. IN-CRE-DI-BI-LE!

MIGLIOR REGISTA
Alejandro González Iñárritu, "Birdman"
Richard Linklater, "Boyhood"
Bennett Miller, "Foxcatcher"
Wes Anderson, "The Grand Budapest Hotel"
Morten Tydlum, "The Imitation Game"

Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Alejandro González Iñárritu
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Richard Linklater
L'Oscar è andato a: Alejandro González Iñárritu

Premiata la regia più pazzesca non solo del 2015, ma pure degli ultimi anni. Alejandro González Iñárritu vola 3 metri sopra il cielo e sopra su tutti gli altri registi. Credevo che il premio a Richard Linklater per il suo impegno di 12 anni sarebbe stato scontato, felice di essermi sbagliato.

MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA
Steve Carell, "Foxcatcher"
Bradley Cooper, "American Sniper"
Benedict Cumberbatch, "The Imitation Game"
Michael Keaton, "Birdman"
Eddie Redmayne, "The Theory of Everything"

Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Eddie Redmayne
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Michael Keaton
L'Oscar è andato a: Eddie Redmayne

Eddie è un ragazzino inglese che è apparso molto emozionato e sinceramente toccato mentre riceveva l'Oscar. Oltre ad aver fornito una prova di recitazione grandiosa nel portare Stephen Hawking sul grande schermo, ha anche fornito una prova di genuinità che a Hollywood non si vede certo tutti i giorni.
Well done, boy.

"Miii, ora l'unico premio importante che mi manca è il Cannibal Award!"

Credo che in questo momento anche Stephen Hawking sia in piedi ad applaudire.

MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA
Marion Cotillard, "Two Days, One Night"
Felicity Jones, "The Theory of Everything"
Julianne Moore, "Still Alice"
Rosamund Pike, "Gone Girl"
Reese Witherspoon, "Wild"

Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Rosamund Pike
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Julianne Moore
L'Oscar è andato a: Julianne Moore

L'Oscar più telefonato della serata. Julianne Moore è un'ottima attrice e con Still Alice mi ha fatto versare cascate di lacrime però, per quanto sia apparsa emozionata, mi aspettavo un discorso di ringraziamento più toccante. E comunque io l'Oscar l'avrei dato a Rosamund, o a Felicity, o anche a Marion.

"Sono ancora così calata nella parte che mi sono dimenticata il discorso di ringraziamento che avevo preparato."

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA
Robert Duvall, "The Judge"
Ethan Hawke, "Boyhood"
Edward Norton, "Birdman"
Mark Ruffalo, "Foxcatcher"
J.K. Simmons, "Whiplash"

Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: J.K. Simmons
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: J.K. Simmons
L'Oscar è andato a: J.K. Simmons

Non c'erano dubbi. Se J.K. Simmons non vinceva, sarebbero iniziate le marce come in Selma, quindi Hollywood non ha potuto fare altro che inchinarsi al cospetto di questo ottimo caratterista. Questa volta l'Academy ha tenuto il mio tempo.

MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA
Patricia Arquette, "Boyhood"
Laura Dern, "Wild"
Keira Knightley, "The Imitation Game"
Emma Stone, "Birdman"
Meryl Streep, "Into the Woods"

Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Emma Stone
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Patricia Arquette
L'Oscar è andato a: Patricia Arquette

Per quanto mi riguarda, l'Oscar più ingiusto della serata perché Emma Stone in Birdman è qualcosa di clamoroso. Però il premio è andato a Patricia Arquette, attrice cui ho sempre voluto bene, quindi va bene anche così.

MIGLIOR SCENEGGIATURA ORIGINALE
"Birdman," Alejandro G. Iñárritu, Nicolás Giacobone, Alexander Dinelaris, Jr. & Armando Bo
"Boyhood," Richard Linklater
"Foxcatcher," E. Max Frye and Dan Futterman
"The Grand Budapest Hotel," Wes Anderson; Story by Wes Anderson & Hugo Guinness
"Nightcrawler," Dan Gilroy

Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Lo sciacallo - Nightcrawler
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Grand Budapest Hotel
L'Oscar è andato a: Birdman

Altro premio a Birdman, altro premio che non mi sarei aspettato, altro premio per cui sono assolutamente contento.

MIGLIOR SCENEGGIATURA NON ORIGINALE
"American Sniper," Jason Hall
"The Imitation Game," Graham Moore
"Inherent Vice," Paul Thomas Anderson
"The Theory of Everything," Anthony McCarten
"Whiplash," Damien Chazelle

Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Inherent Vice
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: The Imitation Game
L'Oscar è andato a: The Imitation Game

The Imitation Game non è tra i miei film preferiti tra quelli nominati quest'anno, però se c'è un premio che meritava era quello per la sua impeccabile sceneggiatura. Il giovane vincitore Graham Moore ha poi regalato il discorso di ringraziamento migliore della serata: “Siate strani, siate diversi”,
Il suo “Stay weird, stay different” è il nuovo “Stay hungry, stay foolish.”


MIGLIOR PELLICOLA D'ANIMAZIONE
"Big Hero 6"
"The Boxtrolls"
"How to Train Your Dragon 2"
"Song of the Sea"
"The Tale of the Princess Kaguya"

Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: The Tale of the Princess Kaguya
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Dragon Trainer 2
L'Oscar è andato a: Big Hero 6

Un'altra sorpresa in una serata che non ha rispettato del tutto i pronostici, o almeno i miei pronostici. La Disney si è confermata una corazzata sempre potente, ma l'Oscar andato al modesto Big Hero 6 conferma che questa è stata un'annata parecchio debole per il cinema d'animazione.

MIGLIOR FILM STRANIERO
"Ida"
"Leviathan"
"Tangerines"
"Timbuktu"
"Wild Tales"

Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Ida
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Ida
L'Oscar è andato a: Ida

Sarà che mi è piaciuto un sacco, sarà anche che è l'unico della cinquina che ho visto, ma sono parecchio contento della vittoria di Ida, piccolo grande film polacco.

MIGLIOR DOCUMENTARIO
"Citizenfour"
"Finding Vivian Maier"
"Last Days in Vietnam"
"Virunga"
"The Salt of the Earth"

Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Citizenfour
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Citizenfour
L'Oscar è andato a: Citizenfour

Il film docu su Edward Snowden ha battutto Il sale della terra di Wim Wenders e sale sempre più la curiosità di vederlo.

MIGLIOR CANZONE ORIGINALE
"Everything Is Awesome" from "The Lego Movie"; Music and Lyric by Shawn Patterson
"Glory" from "Selma"; Music and Lyric by John Stephens and Lonnie Lynn
"Grateful" from "Beyond the Lights"; Music and Lyric by Diane Warren
"I’m Not Gonna Miss You" from "Glen Campbell…I’ll Be Me"; Music and Lyric by Glen Campbell and Julian Raymond
"Lost Stars" from "Begin Again"; Music and Lyric by Gregg Alexander and Danielle Brisebois

Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Lost Stars
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Glory
L'Oscar è andato a: Glory

Per quanto un premio a Lost Stars dal film Tutto può cambiare non mi sarebbe certo spiaciuta, sono felicissimo per la vittoria di “Glory” dalla pellicola Selma, portata sul palco da John Legend e Common in una versione live che ha fatto andare giù il Dolby Theatre di Los Angeles per gli applausi e per le lacrime.
Visto?
Non solo io piango. Lo fanno pure David Oyelowo e Chris Pine.

MIGLIOR COLONNA SONORA
"The Grand Budapest Hotel," Alexandre Desplat
"The Imitation Game," Alexandre Desplat
"Interstellar," Hans Zimmer
"Mr. Turner," Gary Yershon
"The Theory of Everything," Jóhann Jóhannsson

Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: La teoria del tutto
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Grand Budapest Hotel
L'Oscar è andato a: Grand Budapest Hotel

Peccato per la colonna sonora davvero splendida de La teoria del tutto, ma la vittoria del francese Alexandre Desplat ci sta per la sua straordinaria carriera, sebbene quello di Grand Budapest Hotel non sia uno dei suoi lavori che preferisco.

MIGLIOR FOTOGRAFIA
"Birdman," Emmanuel Lubezki
"The Grand Budapest Hotel," Robert Yeoman
"Ida," Lukasz Zal and Ryszard Lenczewski
"Mr. Turner," Dick Pope
"Unbroken," Roger Deakins

Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Ida
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Turner
L'Oscar è andato a: Birdman

Jessica Chastain sul palco chiama “Chivo” e tutti pensano che sia ubriaca e che quindi ai post-party ci sarà da divertirsi e invece...
Invece non era ubriaca, o almeno non ancora, e si riferiva al grande direttore della fotografia messicano Emmanuel Lubezki Morgenstern, per gli amici “Chivo”. Un premio che ci sta tutto.

MIGLIOR MONTAGGIO
"American Sniper"
"Boyhood"
"The Grand Budapest Hotel"
"The Imitation Game"
"Whiplash"

Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Whiplash
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Whiplash
L'Oscar è andato a: Whiplash

Il montaggio clamoroso di Whiplash non aveva rivali. Oscar giustissimo.

MIGLIOR SCENOGRAFIA
"The Grand Budapest Hotel"
"The Imitation Game"
"Interstellar"
"Into the Woods"
"Mr. Turner"

Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Grand Budapest Hotel
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Grand Budapest Hotel
L'Oscar è andato a: Grand Budapest Hotel

Oscar ovvio.

MIGLIORI COSTUMI
"The Grand Budapest Hotel"
"Inherent Vice"
"Into the Woods"
"Maleficent"
"Mr. Turner"

Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Grand Budapest Hotel
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Grand Budapest Hotel
L'Oscar è andato a: Grand Budapest Hotel

Milena Canonero tiene alto il nome dell'Italia. L'autrice degli abiti di Arancia Meccanica, Barry Lyndon, Shining e Marie Antoinette con Grand Budapest Hotel ha confermato ancora una volta di essere una fuoriclasse assoluta. Oscar strameritato.

OSCAR AL MIGLIOR TRUCCO E HAIRSTYLING
"Foxcatcher"
"The Grand Budapest Hotel"
"Guardians of the Galaxy"

Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Grand Budapest Hotel
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Foxcatcher
L'Oscar è andato a: Grand Budapest Hotel

Bella lì.

MIGLIORI EFFETTI SPECIALI
"Captain America: The Winter Soldier"
"Dawn of the Planet of the Apes"
"Guardians of the Galaxy"
"Interstellar"
"X-Men: Days of Future Past"

Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Interstellar
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Intersteller
L'Oscar è andato a: Interstellar

Ecco il premio contentino a Interstellar, che se non altro lascia il Dolby Theatre con qualcosa in mano.

MIGLIOR SONORO
"American Sniper"
"Birdman"
"Interstellar"
"Unbroken"
"Whiplash"

Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Whiplash
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: American Sniper
L'Oscar è andato a: Whiplash

Grande Whiplash!

MIGLIOR MONTAGGIO SONORO
"American Sniper"
"Birdman"
"The Hobbit: The Battle of the Five Armies"
"Interstellar"
"Unbroken"

Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: Birdman
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: American Sniper
L'Oscar è andato a: American Sniper

Fosse stato per me, American Sniper non avrebbe avuto un Oscar e manco una nomination. Soltanto una valanga di Razzie Awards. Visto però che questo è stato l'unico premio che si è portato a casa, mentre temevo avrebbe vinto una statuetta ben più importante, e questo pare un award-pernacchia più che un contentino, posso farmene una ragione senza troppi problemi.

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO LIVE-ACTION
"Aya"
"Boogaloo and Graham"
"Butter Lamp"
"Parvaneh"
"The Phone Call"

Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: non ne ho idea
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: non ne ho idea
L'Oscar è andato a: The Phone Call

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO ANIMATO
"The Bigger Picture"
"The Dam Keeper"
"Feast"
"Me and My Moulton"
"A Single Life"

Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: non ne ho idea
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: non ne ho idea
L'Oscar è andato a: Feast

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO DOCUMENTARIO
"Crisis Hotline: Veterans Press"
"Joanna"
"Our Curse"
"The Reaper"
"White Earth"

Secondo Pensieri Cannibali merita di vincere: non ne ho idea
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: non ne ho idea
L'Oscar è andato a: Crisis Hotline: Veterans Press

Visti tutti gli stranamente ottimi premi consegnati dall'Academy, passiamo ora a vedere gli awards assegnati da Pensieri Cannibali agli attori e soprattutto alle attrici presenti sul red carpet.


Red porchet degli Oscar 2015

Premio gattara
Patricia Arquette

La cosa bella di Patricia Arquette è che è unica delle poche lì in mezzo a non comportarsi da diva, o ad aver cominciato una dieta settimane prima dell'inizio della cerimonia. Lei se n'è fregata e ha magnato alla grande pure mentre arrivava sul red carpet probabilmente non in limousine ma in Panda.
(voto 6-/10)

Premio facciamoci del male
Marion Cotillard

Tanto è bella lei, quanto è brutto il suo abito.
Va però riconosciuto che come porta la carta da regali avanzata da Natale lei, nessuna mai.
(voto 5/10)

Bellissima vestita da Lines Seta Ultra tecnologia strati attivi con molecola N3 antiodore.

Premio prima comunione
Eddie Redmayne

Emozionato e impacciato come un bimbetto alla prima comunione.
Quanta tenerezza fa?
(voto 7+/10)

Premio Cresima
Ansel Elgort

Colpa delle stelle di Hollywood se sembra vestito più da Prom o da Cresima che da notte degli Oscar?
(voto 6/10)

Premio coppia più tenerosa
Neil Patrick Harris + David Burtka

Non per fare quello che appena vede una coppia gay esclama: "Che teeeeeeneri", però che teeeeeeneri!
(voto 8/10)

Premio coppia più tenerosa - Parte II
David Oyelowo + Michael Keaton

Che teeeeeeneri!
Hey, un momento, loro non sono una coppia. Oppure sì?
Michael Keaton tra l'altro si porta a casa anche il Coke Award per essersi presentato sul red carpet strafatto.
Di Coca-Cola, intendo naturalmente.
(voto 7/10)

Premio Runaway Bride
Felicity Jones

Sposa bagnata, sposa fortunata?
Non proprio. L'Oscar se l'è portato a casa comunque Julianne Moore, ma lei è apparsa una delle più eleganti della serata.
(voto 7,5/10)

Premio che classe, gente!
Emma Stone

Bella, brava & pure elegante.
Grande Big Eyes!
(voto 8/10)

A piacciono davvero tanto i gatti. S'è persino messa con Garfield.

Premio ciuff ciuff
will.i.am
"Prossima fermata: Hollywood.
Si scende, signori."

Non sapevo che il look da capostazione fosse tornato di moda.
Anzi, non sapevo fosse mai diventato di moda.
Bella anche la maglia rubata ai commessi di Foot Locker.
(voto 5/10)

Premio scazzo, raga
Josh Hutcherson

Josh Hutcherson sembrava più felice agli Hunger Games.
Ma d'altra parte lì, oltre a una serie di torture assortite, si faceva Jennifer Lawrence, quindi come dargli torto?
(voto 5/10)

Premio Gesù Cristo è risorto di nuovo
Jared Leto

Sei Gesù, fai smettere di piovere!
(voto 7+/10)

Ogni volta che vedo mi viene da farmi il segno della croce.

Premio ex CBCR
Chloe Grace Moretz

Chlor Grace Moretz lo scorso 10 febbraio ha compiuto 18 anni e quindi posso finalmente dire cosa ne penso di lei senza rischiare di essere arrestato: è proprio una bella porcellina maialina cresciuta a pane & Peppa Pig!
Hey, perché sento le sirene fuori da casa mia?
(voto 7+/10)

Premio Girlhood
Lorelei Linklater

Caro Richard Linklater, se invece di Boyhood con protagonista Ellar Coltrane giravi Girlhood con protagonista assoluta tua figlia Lorelei, a quest'ora l'Oscar te lo saresti portato a casa tu. Dai ascolto a un cretino.
(voto 7/10)

Premio #TeamJenniferForeva
Jennifer Aniston

Sempre fighissima. Alla faccia di Angelina Jolie.
(voto 7,5/10)

Premio burina foreva
Jennifer Lopez

Sono sempre felice di cambiare idea sulle persone. Su J.Lo attack the block però non ce la faccio. Per me burina cafona era, burina cafona rimane. A mandara, tornatene a casa!
(voto 4/10)

hai sbagliato serata. I erano ieri.

Premio Anna Tatangelo
Reese Witherspoon

38 anni e dimostrarne quasi il doppio.
Comunque come GILF ha il suo fascino.
(voto 5,5/10)

Premio della maniglia
Melanie Griffith + Dakota Johnson

50 sfumature di botox una, 50 sfumature di imbarazzo l'altra, perché manco sua mamma ha avuto il coraggio di ammettere di aver visto il suo film.
(voto 6,5/10)

Non ho ancora trovato una persona che ha ammesso di essere andata a vedere . Manco la madre della protagonista.

Premio maggiordomo of the year
Bradley Cooper

American Sniper, apparivi più a tuo agio se ti vestivi da American Apparel.
Agghindato così vorresti sembrare James Bond, ma sembri più che altro un maggiordomo.
Bocciato, come il tuo film.
(voto 5/10)

Premio tua moglie è una leggenda
John Legend + Chrissy Teigen

Glory a te, John Legend, e ancor di più alla tua mogliettina.
(voto 7+/10)

Trash award
Lady Gaga

Lady Gaga è passata dall'essere una popstar trasgressiva a cantantucola da musical buonista alla Tutti insieme appassionatamente. Che tristezza.
Il suo (pessimo) gusto nel vestire vedo però che è rimasto invariato.
Si sarebbe potuta risollevare soltanto cantando Ale-Alejandro in onore di Inarritu.
(voto 3/10)

Premio Breaking Bad
J.K. Simmons

Il cappello fa subito stile.
E poi, non so voi, ma io dopo aver visto Whiplash non oso dire niente di male contro quest'uomo.
(voto 7/10)

Premio red porca
Rosamund Pike
"Hey Ben, perché non mi saluti?
Ancora paura di me?"

Trovate da criticarla pure questa volta, se ci riuscite.
(voto 8/10)

Un rosso da infarto quello di , ci vuole ammazzare così stanotte.

Premio bonazza femme fatale
Margot Robbie

Questo sì che è un abito da bonazza femme fatale.
Non quella robina castigata con cui si è presentata al Festival di Sanremo.
(voto 8/10)

Premio Olivia Poppe
Kerry Washington

Sempre scandalosamente stilosa. Sempre scandalosamente figa. La lovvo troppo.
(voto 7,5/10)

Premio meringa secca
Gwyneth Paltrow

Cara Gwyneth, se vuoi far uscire Jennifer Lawrence dalla testa e dal letto di Chris Martin, mi sa che è meglio se cambi stylist.
(voto 4,5/10)

Premio murales
Keira Knightley

Keira, non so se te ne sei accorta, ma qualcuno ti ha scritto sul vestito sulle tende.
(voto 5,5/10)

Diludendo Award
Scarlett Johansson

Con un look ispirato un po' a Miley Cyrus, un po' a Irene Pivetti e un po' a Skrillex, Scarlett Johansson per me è il diludendo in negativo di una serata per il resto piena di sorprese positive.
(voto 6-/10)

Jessica Chastain Award
Jessica Chastain

Jessica Chastain è sempre splendida e fa categoria a parte. Però se proprio vogliamo fare i pignoli ai Golden Globe sì che aveva dato il suo meglio.
(voto 8/10)

Oscar del red porchet 2015 di Pensieri Cannibali
Anna Kendrick

Con Jennifer Lawrence a casa, con Jessica Chastain leggermente al di sotto delle sue possibilità e con una Scarlett Johansson diludente assai, a sorpresa l'Oscar di gnocca del red porchet degli Oscar 2015 se lo aggiudica una Anna Kendrick mai così sexy.
(voto 8+/10)

Vi lascio ricordandovi una cosa: "Stay weird, stay different" e vi consiglio, se ancora non l'avete fatto, di guardare Birdman.
E' un film che mette le aaali!

GET ON UP - LA STORIA TRANQI FUNKY DI JAMES BROWN

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Get on Up - La storia di James Brown
(USA, UK 2014)
Regia: Tate Taylor
Sceneggiatura: Jez Butterworth, John-Henry Butterworth
Cast: Chadwick Boseman, Nelsan Ellis, Viola Davis, Lennie James, Dan Aykroyd, Fred Melamed, Craig Robinson, Octavia Spencer, Jill Scott, Aloe Blacc, Allison Janney, Tika Sumpter
Genere: funky
Se ti piace guarda anche: Ray, Cadillac Records, The Blind Side, Jersey Boys

C'è un sacco di gente che odia i biopic. Soprattutto in questo periodo in cui un buon 50% delle pellicole nelle sale e il 99% dei film nominati agli Oscar sono tratti da storie vere o quasi. Per quanto il genere si stia effettivamente inflazionando e per quanto ciò dimostri come a Hollywood e dintorni le idee originali siano sempre più una rarità e quindi è meglio prendere ispirazione dalla realtà, io non posso fare a meno di guardarli. Mi farei un film biografico in vena al giorno. Per me quella con il biopic è una delle sfide più impegnative con cui possa confrontarsi un regista. Mettere la vita di un uomo dentro un film. Vi sembra un'impresa semplice?
Grande il rischio, grande la ricompensa. Così come può essere grande la caduta.

Una pellicola biografica non è una sfida tosta soltanto per registi e sceneggiatori, ma pure per chi si trova a doverle giudicare. Nel giudizio rientra sì la qualità cinematografica, però non si può prescindere nemmeno da un confronto con l'uomo/la donna protagonista. Quando c'è di mezzo un biopic, è difficile capire quali siano i reali meriti artistici da attribuire al film e quali siano invece quelli del personaggio raccontato. Tutto questo per dire che le pellicole biografiche, ancora più di altri generi cinematografici, rappresentano sempre un'esperienza particolarmente soggettiva.


Dopo questo barboso sermone introduttivo, veniamo a parlare di Get on Up, il biopic dedicato a James Brown che al suo interno contiene un po' tutti i pregi e i difetti riscontrabili nei lavori biografici.
La domanda fondamentale cui il regista di un biopic deve rispondere è: sono riuscito a mettere dentro al mio film l'anima del personaggio raccontato? In questo caso specifico, Get on Up è una pellicola con dentro molta musica soul, ma ha anche catturato la vera soul di James Brown?
Quella che emerge dal film è una figura molto conflittuale, dotata di una grande forza vitale, di una carica irresisitibile che a volte si dimostra contagiosa e altre si rivela distruttiva. James Brown era una persona capace di illuminare le persone al suo fianco, ma più spesso le oscurava. Ciò che ne è venuto fuori è il ritratto di un uomo parecchio egocentrico ed egoista. Un aspetto che lo fa risultare un po', anzi diciamo parecchio, stronzetto e che però allo stesso tempo si è rivelata una virtù fondamentale per la sua carriera. La scelta di concentrarsi soprattutto sugli aspetti più negativi del suo carattere è interessante, considerando che stiamo parlando dell'uomo di brani positivi come “I Feel Good”. Nonostante ciò, la pellicola non riesce a scavare fino in fondo in questa cattiveria esistenziale. Ogni tanto il regista Tate Taylor, quello di The Help, offre dei momenti visionari potenzialmente affascinanti per farci entrare davvero dentro al personaggio, poi però tira indietro la mano, come se si ricordasse di essere alle prese pur sempre con un biopic tradizionale. Proprio come James Brown, anche il film stesso sembra essere in conflitto con se stesso, tra la tradizione e il tentativo di essere qualcosa di differente.

Riuscita solo in parte pure la scelta di raccontare la vita del padrino della musica soul con una narrazione non lineare, attraverso salti temporali repentini. Si parte dal James Brown fuori di brocca degli anni '80, poi lo si ritrova nel Vietnam anni '60, quindi lo si vede bambino alla fine degli anni '30. Il problema del film è di voler raccontare tutto e molti argomenti, come appunto il Vietnam oppure l'omicidio di Martin Luther King, sono giusto accennati e non trovano uno spazio sufficiente. È una scelta che ricorda un po' quella di The Butler - Un maggiordomo alla Casa Bianca, altro biopic convincente solo a metà che affrontava un periodo di tempo troppo esteso e presentava gli stessi pregi/difetti.

I continui passaggi tra un'epoca e l'altra e tra fasi differenti nella vita di James Brown sono alternati in una maniera che a volte ha un senso mentre altre volte sembra più che altro casuale, ma in ogni caso sono mixati insieme con buon ritmo, almeno nella prima parte, e per un film dedicato al re della musica funky questo è un merito non da poco. Peccato che le 2 ore e 20 di durata siano eccessive e in alcune parti il ritmo cali paurosamente. E questo per un film dedicato al re della musica funky è un demerito non da poco.
Convince poco anche la scelta di mostrare un James Brown che ogni tanto infrange la quarta parete e si rivolge direttamente agli spettatori, in una maniera analoga a quanto fanno i protagonisti delle serie tv House of Lies e House of Cards. Solo che questa scelta non viene utilizzata fino in fondo ma solo in maniera occasionale, risultando più fastidiosa che efficace.

"Certo che ero proprio un tamarro!"

Tutto il film è così. Presenta degli spunti ottimi, ma non riesce a renderli in una maniera efficace. Vuole essere un biopic di rottura rispetto a quelli del passato e finisce invece per apparire una copia in tono minore di Ray. Discorso simile per il protagonista Chadwick Boseman, totalmente calato nella parte sul palco e capace di ricreare i movimenti e i passi di ballo di James Brown in una maniera super stilosa, meno efficace invece nei momenti più drama del film. Nell'ottimo cast di contorno in cui ben figurano Viola Davis di How to Get Away with Murder, Lennie James di Line of Duty e Octavia Spencer di The Help, più le comparsate di cantanti R&B come Jill Scott e Aloe Blacc, a impressionare è soprattutto Nelsan Ellis, il Lafayette di True Blood qui quasi irriconoscibile e tremendamente efficace nella parte del migliore, e forse unico vero amico di James Brown.

"Hey bella parrucca, Lafayette."
"Anche la tua, James!"

Il mio giudizio del film è sospeso a metà tra Bene e Male, forse perché sospeso a metà è anche il mio giudizio nei confronti di James Brown. Alcuni suoi pezzi sono proprio fighi, la sua carica sul palco era irresistibile, eppure non c'è una sua canzone che mi faccia davvero venire i brividi, forse giusto “It's a Man's Man's Man's World”. Anche dopo la pellicola la mia opinione su di lui non è cambiata. È un personaggio fenomenale che ha influenzato un sacco di artisti che mi piacciono, però allo stesso tempo la sua musica non la sento davvero mia. Il film è uguale. A tratti è intrigante, ma non è mai riuscito a trascinarmi fino in fondo e dalla pellicola non traspare un reale trasporto di Brown nei confronti della musica, vissuta più come una professione che come una passione. Colpa della pellicola? Colpa del personaggio?
Misteri destinati a non trovare mai una vera risposta, tipici di ogni biopic che si rispetti. Quel che è certo è che questo film, pur mettendo al suo interno tutto ma proprio tutto di James Brown, si è dimenticato giusto di inserire la sua anima. Un difetto mica da poco, per una pellicola sul Godfather of Soul.
(voto 6/10)

A MOST VIOLENT YEAR, UN ANNO E UN FILM MOLTO VIUU-LEEENTI

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A Most Violent Year
(USA 2014)
Regia: J.C. Chandor
Sceneggiatura: J.C. Chandor
Cast: Oscar Isaac, Jessica Chastain, David Oyelowo, Elyes Gabel, Catalina Sandino Moreno, Albert Brooks, Alessandro Nivola, Christopher Abbott, Pico Alexander
Genere: viu-lento
Se ti piace guarda anche: Margin Call, All Is Lost, Scarface, Due giorni, una notte

Non so proprio cosa passi per la testa al regista J.C. Chandor quando sceglie il tema da affrontare in un suo film. Il suo primo lavoro, Margin Call, è per me una delle migliori pellicole d'esordio degli ultimi anni. Margin Call parla di come l'attuale crisi economica è cominciata, a causa dei gomblotti architettati nel 2008 in quel di Wall Street. L'argomento finanziario può non interessare tutti, io non ne sono certo un patito, eppure il film riesce a spiegare tutto come se parlasse “a un bambino o a un golden retriever”. Inoltre, per quanto il mondo della finanza possa entusiasmare o meno, tratta di una questione con cui tutti abbiamo a che fare ancora oggi, perché la crisi ci ha toccato tutti. E con toccato intendo proprio in senso sessuale, visto che ce l'ha messo in quel posto.

Nel suo secondo film All Is Lost, il regista J.C. Chandor ha invece deciso di parlare di uomo anziano da solo in mezzo al mare che si fa un viaggetto in barca. Uno di quegli argomenti da: “E chissenefrega?” gridato ai quattro venti. Se il tema non sembrava dei più appealing, il risultato era persino più noioso delle aspettative. All Is Lost ha così trionfato con grande facilità lo scorso anno nella categoria Valium Award di Pensieri Cannibali come pellicola più pallosa del 2014. E se la giocherebbe anche in una classifica dei film più noiosi di sempre.

Arrivato al suo terzo film, J.C. Chandor ha scelto un altro argomento da: “E chissenefrega?” assoluto. A Most Violent Year ci fionda indietro nel 1981, un anno molto problematico per un uomo che gestisce una ditta di camion che si occupano di trasportare carburante a New York City.
State pensando: “E chissenefrega?”.
Come darvi torto?
Se anche questa volta il tema non è troppo irresistibile, posso però specificare che il modo in cui è affrontato è più interessante rispetto al suo film precedente. Non che ci andasse molto. Nonostante questo, Chandor non riesce a catturare l'attenzione come ai tempi del suo film d'esordio.


Quindi com'è, questo suo nuovo A Most Violent Year? Più – speriamo – Margin Call o più – Dio, ti prego, no!– All Is Lost?
In realtà, per quanto all'apparenza possa sembrare distante tra entrambi, è un mix tra i due. Di Margin Call c'è la tematica finanziaria, con un'ambientazione temporale che passa questa volta dall'ultima crisi economica al punto più alto del capitalismo americano: gli anni Ottanta. Dal suo film d'esordio J.C. Chandor riprende inoltre la capacità dei dialoghi di esprimere concetti complessi in poche parole.
Purtroppo, ci sono anche alcuni aspetti che ricordano il suo precedente insostenibile All Is Lost, soprattutto uno: la lentezza. A Most Dangerous Year è un film dai ritmi parecchio sonnacchiosi. Diciamo che ci mette un pochino a carburare, tipo un'ora e, anche quando ha qualche accelerazione, in concomitanza soprattutto con qualche improvvisa esplosione di viuuleeenza, subito dopo rallenta. Non ci troviamo di fronte a una visione noiosa quanto All Is Lost, meglio ribadirlo, eppure è una pellicola che non riesce mai a coinvolgere/sconvolgere del tutto. È come se procedesse per quasi tutto il tempo con il freno a mano tirato. Si può apprezzare il fatto che il film non cerchi mai la scena di facile impatto, o l'applauso da Oscar, non a caso l'Academy l'ha ignorato del tutto. Allo stesso tempo è un film freddo. BRRR, troppo freddo.


J.C. Chandor resta allora, almeno per il momento e almeno a mio modesto giudizio, una promessa non mantenuta. È un pilota che ha esordito con un'annata straordinaria e poi si è messo a girare lento. Qui in A Most Violent Year tra l'altro si trovava a guidare un'auto potentissima. Il film vanta infatti un cast di primo piano. Il protagonista Oscar Isaac, il cantante folk sfigato di A proposito di Davis, appare qui come un giovane Al Pacino, almeno sul piano fisico, mentre come recitazione fa un'ottima figura ma non è ancora a quel livello. È nel suo volto che viene fuori in tutta la sua forza il dramma esistenziale del suo personaggio, che per certi versi mi ha ricordato quello di Marion Cotillard in Due giorni, una notte.

Jessica Chastain poi... Su Jessica Chastain ormai credo di aver esaurito ogni possibile complimento. A ogni film, con ogni ruolo, riesce a reinventarsi, a sembrare qualcuno differente. Qui appare in versione bionda nei panni della moglie del protagonista Oscar Isaac, ma è una bionda parecchio distante da quella svampita che le era valsa la nomina agli Oscar con The Help e che avrebbe meritato un'altra candidatura pure quest'anno. Qui è una donna determinata, la vera forza trascinatrice del film, che però le riserva uno spazio troppo piccolo.

"Mi preferite in versione nerd?"

"O con le zinne in mostra?"

"La seconda, Jessica. La seconda!"

Così come avrebbe meritato di più anche David Oyelowo, lo strepitoso protagonista di Selma che qui, pur nelle poche scene a disposizione, conferma di essere uno dei volti nuovi più interessanti in circolazione.

"Agli Oscar hanno nominato Bradley Cooper al mio posto, te ne rendi conto?"
"E al mio post hanno nominato Meryl Streep nel musical più agghiacciante di sempre, te ne rendi conto?"

La sensazione è quella di una pellicola raffinata, molto elegante (grazie anche agli abiti firmati Armani), con una colonna sonora curiosa che spazia da Marvin Gaye a “Una lacrima sul viso”. Un film potenzialmente grande che però non riesce mai a schiacciare sul pedale dell'acceleratore fino in fondo. Sarà anche che lo spunto di partenza non è che fosse proprio il massimo. È vero che la vicenda assume un valore universale, però a chi frega davvero qualcosa della storia di un proprietario di una ditta di camion e delle difficoltà che ha affrontato nel 1981?
Credo nemmeno a chi nel 1981 è stato il proprietario di una ditta di camion.
(voto 6,5/10)
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