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ACCIDENTI A TE, ACCIDENTAL LOVE!

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Accidental Love
(USA, UK 2015)
Regia: Stephen Greene alias David O. Russell
Sceneggiatura: Kristin Gore, Matthew Silverstein, Dave Jeser
Tratto dal romanzo: Sammy's Hill di Kristin Gore
Cast: Jessica Biel, Jake Gyllenhaal, Catherine Keener, James Marsden, Tracy Morgan, Kurt Fuller, Malinda Williams, Jenny Gulley, Beverly D'Angelo, Bill Hader, Kirstie Alley, David Ramsey, Olivia Crocicchia
Genere: grottesco
Se ti piace guarda anche: non lo scrivo, perché tanto non ci credo che a qualcuno possa piacere

Mi sbagliavo, su Accidental Love. Mi sbagliavo profondamente. Pensavo fosse il solito cinepanettone romcom all'americana, storie corali con sprecatissimi cast all star di quelle che vanno negli ultimi anni, non si sa bene il perché. E invece no. Accidental Love è qualcosa di differente. Sì, è una commedia romantica e sì offre un tipo di comicità, se comicità si può definire, da fare un'enorme invidia a qualunque cinepanettone nazionale o internazionale mai prodotto. Sì, ha pure un cast all star o quasi che comprende i divi Jessica Biel e Jake Gyllenhaal, più gente quasi famosa come James Marsden, Catherine Keener e i comici Tracy Morgan e Bill Hader, o gente una volta famosa come Kirstie Alley.
Solo che questa non è una vicenda corale come l'orrido posterone della pellicola lascerebbe immaginare, visto che è tutta quanta incentrata sul personaggio di Jessica Biel. Una pessima Jessica Biel. Una Jessica Biel da far rimpiangere i tempi di Settimo cielo, per intenderci. Quindi mi sbagliavo. Accidental Love non è un nuovo cinepanettone all'americana. È ancora peggio.

"Con questo film coprirsi un occhio solo non basta.
Meglio chiuderli tutti e due!"

Guardando Accidental Love si resta basiti, qualunque cosa questo termini significhi. Un po' come con Mortdecai. Vedi che tutti si impegnano per far ridere ed essere divertenti, senza riuscirsi neanche lontanamente. È proprio vero che è più difficile far ridere che far piangere. Anche nelle commedie peggiori, almeno una volta può capitare di farsi una risata. Qui no, non si corre proprio il rischio.
La vicenda raccontata è quella di una ragazza che, mentre l'ambitissimo fighissimo boybriend poliziotto gli sta facendo la fatidica proposta di nozze, si becca un chiodo in testa e da qui inizia un'odissea nel mondo della sanità e della politica americana. No, non è il nuovo film di Michael Moore. È il nuovo film di David O. Russell, uno che non ha mai amato del tutto come regista, nonostante abbia adorato Il lato positivo ma più che altro per Jennifer Lawrence. Nonostante ritenga O. Russell un po' sopravvalutato, non pensavo si sarebbe mai abbassato a girare roba di questo livello. Se non altro c'è da dire che si è reso conto dello schifo che ha realizzato e, vergognandosene, ha deciso di non firmarsi con il suo nome, ma di utilizzare lo pseudonimo Stephen Greene. Mi spiace per te David, ma IMDb ti ha sgamato lo stesso. “Nuovo film” di David O. Russell non è però l'espressione più giusta, visto che in realtà le riprese si sono svolte nel 2008, e ciò spiega perché Jake Gyllenhaal sembra ancora un ragazzino. Il regista ha poi abbandonato il film quando manco era ancora finito e le riprese sono state completate senza di lui. Il tutto pur di far vedere la luce a questo travagliatissimo film che, se nessuno avesse mai visto, sarebbe stato solo un bene.

"Tranquilla, Jessica, qui in ospedale non sei da sola.
In terapia intensiva c'è anche David O. Russell."

Se la storia sentimentale qui proposta è davvero tremenda e può essere considerata tra le meno romantiche nella storia del cinema, la vicenda umana della protagonista presentata da Accidental Love è grottesca, parecchio grottesca. Un tipo di grottesco che potrebbe riecheggiare pellicole de 'na vorta come La morte ti fa bella, She-Devil o anche il primo Tim Burton e invece no. È un grottesco di quelli che ti fanno esclamare “È grottesco che stia davvero guardando una cosa simile”. Ed è grottesco che un attore come Jake Gyllenhaal si sia prestato a un'operazione del genere. Lui che, pur avendo girato qualche blockbusterone che magari non è proprio un capolavoro come Prince of Persia, aveva una carriera senza enormi macchie. Fino ad ora. Va detto comunque che, per quanto siano di gran lunga la sua peggiore interpretazione e la sua peggiore pellicola, Jake Gyllenhaal è comunque l'unico a salvarsi ancora un minimo dal disastro totale. Per il resto questo film è il contrario del maiale: è da buttare via tutto.
(voto 2/10)

KINGSMAN - SECRET BLOGGER

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Sono ufficialmente aperte le selezioni per diventare un blogger Kingsman.
Non sapete chi sono i blogger Kingsman?
Te credo. Il loro compito è proprio quello di agire in segreto. La loro missione è quella di salvare il mondo un post dietro l'altro, senza che nessuno lo sappia. Io però adesso vi svelo non solo la loro esistenza, ma anche che sono stato invitato a entrare nel loro esclusivo gruppo, di cui vi anticipo solo che fanno parte Beppe Grillo, Andrea Scanzi e Selvaggia Lucarelli. Prima di poter diventare uno di loro, devo però superare una prova: scrivere una recensione del film Kingsman - Secret Service senza menzionare una sola volta 007, o James Bond, o la spia al servizio di Sua Maestà, o come diavolo volete chiamarlo, da qui in poi.
Ce la farò?

Kingsman - Secret Service
(UK 2014)
Titolo originale: Kingsman: The Secret Service
Regia: Matthew Vaughn
Sceneggiatura: Matthew Vaughn, Jane Goldman
Ispirato alla serie a fumetti: The Secret Service di Mark Millar e Dave Gibbons
Cast: Colin Firth, Taron Egerton, Samuel L. Jackson, Mark Strong, Michael Caine, Sophie Cookson, Sofia Boutella, Edward Holcroft, Jack Davenport, Mark Hamill, Hanna Alström
Genere: spione
Se ti piace guarda anche: La regola del sospetto, Kick-Ass, Men in Black, Matrix, Utopia, Barely Lethal

Kingsman - Secret Service racconta di un'associazione di agenti segreti. Proprio come quel tizio di cui non possono fare il nome interpretato nel corso del tempo prima da Sean Connery per arrivare all'attuale Daniel Craig. Soltanto che qui il tutto è visto in una maniera più ironica. Non eccessivamente ironica alla Austin Powers. Giusto un filo. Diciamo che questo film si colloca all'incrocio tra Austin Powers e l'agente di cui non posso rivelare il nome.
Quando uno di questi Kingsman muore, iniziano le selezioni per prendere un nuovo membro e in questo caso siamo a metà strada tra le selezioni del Grande Fratello e le sfide di abilità di pellicole young adult di nuova generazione come Divergent. Anche se il film che più mi è tornato in mente è La regola del sospetto, quello con Colin Farrell e Al Pacino. Che figata, quella pellicola! Non che fosse niente di troppo originale però, non so perché, mi aveva esaltato tantissimo. Questo Kingsman sì, è un valido intrattenimento, però non mi ha gasato allo stesso modo. Sarà che i livelli di originalità in questo caso sono ancora più prossimi allo zero visto che, oltre alle pellicole del personaggio di cui non posso dire il nome e ai film già citati, vengono in mente anche Men in Black, per il rapporto tra i due protagonisti, e la serie Utopia, per via della tematica della sovrappopolazione e del genocidio. O sarà che nella parte finale il film si dilunga troppo e, snellito di una mezz'oretta, sarebbe risultato più veloce e godibile. O sarà per via di Colin Firth. Faccio proprio fatica a sopportarlo, quello lì. Anche qui come nel suo film migliore, A Single Man, ha uno stile impeccabile da perfetto gentleman britannico, ma continua comunque a sembrarmi uno degli attori più inespressivi in circolazione. Senza contare il fatto che nelle scene d'azione mi è parso ben poco a suo agio.

"Colin, se vai in giro tirandotela così, non lamentarti poi se ti prendono a colpi di machete."

Scene d'azione che in ogni caso, Firth o non Firth, sono parecchio spettacolari. Merito del regista Matthew Vaughn, che tra l'altro ho appena scoperto essere il marito di Claudia Schiffer. E non è nemmeno una cosa recente, ma è dal 2002. Cioè, quest'omino sta con Claudiona Schiffer?
Allora c'è speranza per tutti.

Claudia Schiffer non sta con quello alla sua destra, quello è Brad Pitt.
Sta con quello alla sua sinistra.

Oltre a essere il Signor Schiffer, Matthew Vaughn è anche il regista di Kick-Ass e, nei lampi di violenza e cattiveria pura presenti in questo Kingsman, si vede eccome, sebbene a tratti si faccia un po' prendere la mano dall'azione, manco fosse il terzo fratello Wachowski. Le vicinanze con Kick-Ass, oltre che nello stile registico, si notano anche a livello di humour e di storia, visto che la pellicola è anch'essa tratta da una serie a fumetti creata dallo stesso autore, Mark Millar.

"Ah, ma allora è questo ciò di cui tutti parlano, quando parlano di sogno bagnato!"

Un altro pregio, anzi il pregio principale del film è la sua britannicità, che si nota in qualche passaggio meno scontato rispetto al solito blockbusterone americano medio e in una colonna sonora parecchio figa, in cui trovano spazio tanto cose attuali come il rap di Dizzee Rascal e l'elettronica dei Rudimental, quanto chicche del passato come la disco dei KC & The Sunshine Band e la classe infinita di “Slave to Love” di Bryan Ferry.
Tutta la pellicola è così, giocata in bilico tra modernità e tradizione. Tra tamarraggine action e contenuto contegno british. Tra serietà e umorismo. Tra il “vecchio” Colin Firth e il nuovo Taron Egerton, entrambi però incapaci di convincermi del tutto.

"Cioè, ma ke è 'sta storia? Un paio di Converse non ce l'avete, sfigati?"
"Spiacente. Temo di no, Sir."

Chi invece non mi è piaciuto proprio per niente ma niente niente è il cattivone interpretato da Samuel L. Jackson, uno che quando non è diretto da Quentin Tarantino perde un buon 90% di efficacia recitativa.
In Kingsman si dice che nei film di James Bond un ruolo fondamentale è dato dal villain di turno. Così è anche qui, peccato che il villain di turno in questo caso sia davvero pessimo, è ritratto in maniera stereotipata e superficiale, in controtendenza con cattivi complessi e sfaccettati recenti come il Wilson Fisk di Daredevil. Ammetto però che parte della colpa va anche al doppiaggio italiano e pure a me perché per una volta non ho guardato il film in lingua originale. Fatto sta che non ho capito perché nella versione italiana di questo film Samuel L. Jackson parla come Jovanotti.

"E chi caffo è, Jovanotti?"

E fatto sta che io, proprio sul finire della recensione, ho nominato il nome di Bond invano e quindi sono fuori dalle selezioni per diventare un nuovo blogger Kingsman. Pazienza, tanto avevo già rivelato la loro identità e quindi ormai la loro copertura è saltata. Sorry, guys.
(voto 6+/10)

TESTA DI YOUTH

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Cara Alicia,
ti amo.

Sono troppo sfacciato, se inizio la lettera così?
Probabilmente sì, però non ho alternative. Devo convincerti a non sposare Kit Harington e non ho molto tempo, quindi preferisco andare subito al sodo. Molla lui e stai con me. Perché dovresti farlo?
Innanzitutto perché io non ti farei mai quello che fa lui in Testament of Youth: lasciarti da sola per andare in guerra. Capisco lasciare una donna per andare a vedere la partita o per uscire a sbronzarsi con gli amici, però per la guerra no, non si fa. Stiamo parlando poi della Prima Guerra Mondale. Io sono un pacifista. Alicia, facciamo l'amore, non facciamo la guerra. Sono persino contrario alle pellicole belliche. Qualcuna valida c'è, certo, mi vengono in mente Full Metal Jacket, La sottile linea rossa, Apocalypse Now e, più di recente, Fury. Non sarà al livello dei Capolavoroni prima citati, però non è male. Con Testament of Youth stiamo invece parlando della Prima Guerra Mondiale. Io le guerre le odio in generale, ma la Prima Guerra Mondiale è stata davvero la più grande rottura di balle tra tutte. La meno cinematografica, la meno spettacolare, la più noiosa. Tu che nel film la vivi in prima persona lo sai benissimo ma se ti vai a vedere War Horse, e ti consiglio di non farlo, ne avrai ulteriore conferma. Kit Harington molla una bella figliola come te, Alicia, per andare alla Prima Guerra Mondiale?
È una vergogna.
Se ciò non bastasse come motivo per non sposarlo, ti dico anche che lui è uno degli attori più inespressivi oggi in circolazione. In Testament of Youth appare senza barba e con un look parecchio differente rispetto a Game of Thrones, ma la sostanza non cambia: non era buono a recitare e non lo è tutt'ora.
E poi Jon Snow non sa niente. Lo sanno tutti.


"Jon Snow..."
"Sì?"
"Non sai niente!"
"E invece questa è l'unica cosa che sapevo già, fregata!"

Cos'ho io da offrirti?
Visto che in questo film vai a Oxford e sogni di diventare una scrittrice, Alicia, io ti offro una possibilità unica per lanciare la tua carriera: potrai scrivere sul mio (più o meno) prestigiosissimo e (quasi) popolarissimo blog Pensieri Cannibali.
Non sai cos'è un blog?
Dimenticavo che siamo all'epoca della Prima Barbosa Guerra Mondiale e quindi internet non c'era ancora. Non c'è problema, comunque. Scrivere in rete è un po' come scrivere su carta. Non dare ascolto a Umberto Eco che pensa che i social network hanno dato la parola a legioni di imbecilli. Sì, di imbecilli sul web ce ne sono, ma direi che nel mondo in generale ce ne sono ovunque, persino tra gli scrittori professoroni intellettualoidi.
Penso che ti troverai bene a scrivere sul mio blog, Alicia. Basta che non ti metti a esaltare film action e poi puoi pubblicare quello che vuoi. Magari è la volta buona che finalmente il livello culturale di Pensieri Cannibali si innalza.
Potresti mandarmi una recensione di Testament of Youth, come articolo di prova. Perché sarai anche una bella fregna, però se ti riveli una scarpa a scrivere puoi anche stare a casa a cucinarmi il pranzo e a rammendarmi i calzini, che è meglio.
A me è piaciuto, Testament of Youth. Potrebbe sembrare un film troppo classico, per i miei gusti, però negli ultimi tempi non mi dispiace, il classico. Non siamo troppo distanti dalle parti di Storia di una ladra di libri o The Imitation Game, per dirne un paio. Pellicole di stampo tradizionale che affrontano il tema bellico in una maniera piuttosto insolita. Stando poco sui campi di guerra e concentrandosi su chi i conflitti bellici li vive non con i fucili in mano, ma in una maniera comunque altrettanto sentita. Qualcuno potrà anche dire che Testament of Youth è un film un pochino stucchevole, e forse a tratti leggermente lo è, ad esempio nella parte finale, ma è pure un lavoro pieno di momenti intensi. Non ruffiani, perché la pellicola mantiene comunque sempre un suo contegno, una sua freddezza britannica. E tu che sei svedese, Alicia, sfoggi un accento inglese davvero impeccabile, congrats!
Si può poi parlare del fascino delle musiche realizzate da Max Richter, quello di Valzer con Bashir e della serie The Leftovers, uno dei migliori compositori attualmente in giro, o di come la pellicola funzioni nonostante tutto. Nonostante la vicenda, tratta dall'omonimo romanzo autobiografico di Vera Brittain, non racconti qualcosa di troppo nuovo o mai visto. Nonostante un pessimo Jon Snow, pardon un pessimo Kit Harington. Nonostante anche una notevole durata, Testament of Youth è un film che tiene incollati allo schermo dal primo all'ultimo istante.
E il motivo sei tu, Alicia. Fisicamente sei davvero una bella fanciulla, però come attrice, se possibile, sei ancora meglio. Roba che al momento mi sembri una delle migliori interpreti in circolazione, insieme alle mie altre adorate Natalie Portman e Jessica Chastain. E accostarti a loro è un onore pari a quello che un cristiano devoto farebbe confrontandoti con la Madonna e Madre Teresa di Calcutta.
Voglio quindi ribadirlo ancora una volta: Alicia, ti amo e ti chiedo di scaricare Kit Harington. Non te ne pentirai.

Tuo per sempre,
o almeno fino a che un'altra attrice non mi piacerà più di te,
Cannibal Kid

"La mia risposta è: Caro Cannibal Kid, smettila gentilmente di rompermi le scatole.
E inoltre smettila pure con le lettere e impara a mandare un'e-mail, in che razza di epoca ti credi di essere?"

Testament of Youth
(UK 2014)
Regia: James Kent
Sceneggiatura: Juliette Towhidi
Tratto dal romanzo: Testament of Youth di Vera Brittain
Cast: Alicia Vikander, Kit Harington, Taron Egerton, Colin Morgan, Emily Watson, Dominic West, Anna Chancellor, Henry Garrett, Jonathan Bailey, Emily Bevan, Jenn Murray, Hayley Atwell, Alexandra Roach
Genere: pacifista
Se ti piace guarda anche: Storia di una ladra di libri, The Imitation Game, Royal Affair
(voto 7/10)

ANIME NERE E IL MISTERO DEI PREMI CINEMATOGRAFICI (E NON SOLO)

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Anime nere
(Italia, Francia 2014)
Regia: Francesco Munzi
Sceneggiatura: Francesco Munzi, Maurizio Braucci, Fabrizio Ruggirello
Liberamente ispirato al romanzo: Anime nere di Gioacchino Criaco
Cast: Marco Leonardi, Peppino Mazzotta, Fabrizio Ferracane, Giuseppe Fumo, Barbora Bobulova, Anna Ferruzzo, Pasquale Romeo, Vito Facciolla, Aurora Quattrocchi
Genere:mafioso camorrista'ndranghetoso
Se ti piace guarda anche: Gomorra, Gomorra - La serie

Io i premi non li capisco. Prendiamo ad esempio la prima edizione dei prestigiosi Moz Awards, consegnati dal blog Moz O'Clock. Il miglior sito cinetelevisivo dell'anno è risultato... Pensieri Cannibali. Pazzesco.
Anche i premi cinematografici spesso mi lasciano perplesso. Sono rimasto infatti enormemente stupito nel vedere trionfare il mio adorato Birdman agli ultimi Oscar. Di solito le cose non vanno così. Di solito i miei preferiti non vincono. Spesso qualche critico, qualche sito o qualche rivista mette in giro la voce che un film non è solo bello, è “il migliore dell'anno”, e poi tutti cominciano ad allinearsi a quel pensiero.
Nell'ambito del cinema italiano, quest'anno a un certo punto ha cominciato a diffondersi la voce che Anime nere era “il migliore dell'anno” e forse il “migliore del secolo”, fino ad arrivare ai David di Donatello, i premi più importanti della cinematografia nostrana giusto dopo i Cannibal Awards. Nella serata di premiazione che si è tenuta la scorsa settimana, è stato così un trionfo per Anime nere, che ha portato a casa ben 9 mila David, tra i quali quelli di miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura, miglior fotografia e miglior canzone. Sono allora andato a recuperarmi la pellicola di Francesco Munzi aspettandomi qualcosa di vicino al Capolavoro supremo o giù di lì come si diceva in giro e invece...



Invece Anime nere è solo una pellicola di medio livello. Nient'affatto malvagia, però esce con le ossa rotta da un confronto con Gomorra - La serie, un prodotto recente parecchio simile. Anime nere si può infatti riassumere magari un po' superficialmente, ma nemmeno troppo, come la versione 'ndrangheta di un episodio di Gomorra o, tanto per citare un "rivale" americano, di Sons of Anarchy. Il tutto in tono minore, senza la stessa potenza e ferocia espressiva. Laddove nella serie tratta dal romanzo di Roberto Saviano i personaggi sono lasciati crescere puntata dopo puntata, fino a riuscire a creare un inatteso coinvolgimento emotivo nei confronti di un gruppetto di camorristi, lo stesso non avviene qui, dove la vicenda si sbriga in maniera un po' troppo frettolosa e non certo imprevedibile.
Cosa dire degli attori, poi? Piuttosto modesti e inoltre i loro personaggi sono incapaci di uscire dai soliti stereotipi delle storie gangsta di questo tipo, a parte giusto il capraro Luciano.
La regia? Niente di così folgorante.
La sceneggiatura? Dialoghi tutt'altro che memorabili e una vicenda che sembra presa pari pari da un articolo di cronaca nera locale.
La fotografia? Gomorra sta proprio su un altro pianeta, sia il film che la serie.
La convinzione che fosse il migliore era talmente alta che hanno pure premiato “Anime nere” di Massimo De Lorenzo come miglior canzone. Poco importa che sia 'na roba inascoltabile. Quest'anno insomma hanno deciso di premiare Anime nere in tutto e per tutto. Mi pare si sia portato a casa pure l'award per il miglior stagista. Per me quest'anno avrebbe invece meritato parecchio di più Il giovane favoloso, per quanto anch'esso non al 100% favoloso.


Anime nere i suoi pregi ce li ha pure. Il principale è quello di non essere dispersivo come Gomorra il film che dà spazio persino a troppe storie e a troppi personaggi, mentre qui l'attenzione è quasi tutta concentrata su una famiglia sola. Il conflitto tra la vecchia e la nuova guardia della 'ndrangheta inoltre è efficace e interessante ma, ancora una volta, si finisce lì, a pensare a Genny e a Don Pietro Savastano e al confronto inevitabile con Gomorra. Non fosse per quello, probabilmente starei anch'io a gridare al miracolo per Anime nere e a volergli dare tutti i David e gli Oscar e gli Mtv Awards e pure i Telegatti di questo mondo. Peccato solo che già ci sia stato il romanzo, il film e anche la splendida serie. Per quanto mi riguarda camorra batte 'ndrangheta 3 a 0. Pardon, Gomorra batte Anime nere 3 a 0.
E io comunque i premi continuo proprio a non capirli.
(voto 6,5/10)

TORNO INDIETRO E CAMBIO FILM

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L'estate sta per entrare nel vivo, cosa che significa che le uscite cinematografiche italiane stanno per entrare nel morto.
Mentre negli Usa questo è il periodo più caldo dell'anno, almeno per i grandi blockbuster commerciali, dalle nostre parti cominciano a tirare fuori i saldi di fine stagione. Insieme però a qualche possibile sorpresa. Scopriamo quali, insieme ai bollenti commenti cannibali e a quelli glaciali di Mr. James Cold.

Fuga in tacchi a spillo
"Donna al volante... pericolo costante?
No, semmai Ford in auto... gridate aiuto!"

Cannibal dice: Al contrario di Jeremy Renner, c'è sempre qualcosa in Reese Witherspoon e nei film che gira che mi convince. Per quanto quindi questo Fuga in tacchi a spillo sembri una commedia poliziesca davvero banale, oltre a un'americanata pazzesca, mi sa che finirò per vederlo. Mentre Ford, pure lui sui suoi tacchi a spillo, fuggirà via veloce.
Ford dice: ho visto il trailer di questa commediola cui normalmente non darei una chance neanche per sbaglio prima di Jurassic World, e non so se a causa dell'hype da dinosauri o dai neuroni spenti estivi, ho pensato che un tentativo si poteva pur fare. Aspetterò di vedere cosa combina sui suoi tacchi a spillo Katniss Kid, e poi deciderò.

La regola del gioco
"Pronto, mi passa il Signor Ford?
Come, non ha il telefono?
Comunica solo con il telegrafo???"

Cannibal dice: In Jeremy Renner c'è sempre qualcosa che non mi convince. Così come in Ford. Così come nei suoi film. Questo La regola del gioco non sembra fare eccezione, visto che pare un thriller pseudo gangsta ad alto tasso di fordianità. E non è un bene.
Ford dice: Kill the messenger - titolo originale dell'insensato La regola del gioco - giace da tempo al Saloon in attesa di ispirazione e visione, nonostante si tratti di una proposta molto fordiana e ben poco cucciolesca.
Approfittando dell'uscita, vorrà dire che darò a Renner la possibilità di uscire dal suo anonimato di attore.

Unfriended
"Oddio, lo sapevo che non era una buona idea chattare con Ford!"

Cannibal dice: Horrorino sulle nuove tecnologie che riecheggia film recenti che non mi erano dispiaciuti come Open Windows e The Den, quindi mi sa che una visione estiva ci sta tutta. Tanto, mal che vada, peggio di un film consigliato dal mio unfriend Ford non può essere.
Ford dice: horrorino inutile di quelli estivi - nel senso peggiore del termine - che potrebbe riuscire a spaventare giusto quel pusillanime del mio rivale.
Passo.

Diamante nero
"Stasera ci divertiamo!"
"Hey, un momento, avete invitato Ford?"
"No."
"E allora sì che ci divertiamo alla grande!!!"

Cannibal dice: Pellicola francese che si candida prepotentemente al titolo di film della settimana. La regista Céline Sciamma con il precedente Tomboy mi sembrava promettente ma ancora acerba e questo potrebbe essere il film della sua esplosione totale.
Esplosione totale che auguro anche a Ford. La sua però in senso letterale.
Ford dice: nonostante l'aura molto d'essai, Tomboy mi sorprese in positivo qualche anno fa. L'ancora acerba Celine Scianna, allora al suo esordio, potrebbe con questo Diamante nero fare il salto di qualità. Sarà così, o il risultato sarà l'ennesima cannibalata?

Teneramente folle
"Zoe, non azzardarti a girare Avatar 2, che se no ti mando Ford."
"No no, che schifo! Allora non lo faccio nemmeno per tutti i soldi del mondo."

Cannibal dice: Commedia romantica che non sembra niente di eccezionale, ma che dalla sua parte sembra avere un'ambientazione e una colonna sonora anni 70 intriganti. Potrei fare la follia di guardarlo, mentre teneramente mando a quel paese Ford.
Ford dice: teneramente, eviterò questa commediola neanche fosse teneramente sponsorizzata dal mio rivale.

Torno indietro e cambio vita
"Torno indietro e cambio vita."
"Io invece vorrei tornare indietro e cambiare film."

Cannibal dice: Ecco il nuovo film dei Vanzina, un vanto per il cinema italiano all'incirca quanto Ford lo è per il web italiano. A vedere il trailer, questa pellicola con Raoul Bova mi ricorda un'altra pellicola sempre con Raoul Bova: Immaturi. Ma tranquilli, potrebbe essere pure peggio.
Ford dice: neanche il tempo di nutrire una qualche flebile speranza per il Cinema italiano, quand'ecco che lo stesso abbassa il livello oltre livelli inimmaginabili.
Neanche fossimo tornati ai tempi delle varie Vacanze di Boldi e De Sica.

Soundtrack - Ti spio, ti guardo, ti ascolto
"Fermati! C'è qualcuno che ci guarda..."
"Qualcuno che guarda il nostro film? Ma non dirne più!"

Cannibal dice: Film già segnalato una manciata di settimane fa che esce ora, con un titolo leggermente differente. Non pensavo sarebbe stato possibile fare peggio di Soundtrack - Oltre ogni ragionevole desiderio, e invece con Soundtrack - Ti spio, ti guardo, ti ascolto ci sono riusciti.
Ford dice: potrebbe essere anche il film del secolo e del millennio, ma con un titolo come questo non mi ci metto neanche sotto costrizione.

Albert e il diamante magico
"Siamo troooppo bimbiminkia!"
"Sì, ma mai quanto Cannibal."

Cannibal dice: E se questa settimana non c'era anche la solita bambinata d'animazione, Ford non era felice. Quindi va beh, accontentiamolo ancora questa volta, ma poi basta!
Ford dice: ma con tutta l'animazione interessante che si trova in giro per il mondo, in Italia si deve distribuire solo il peggio neanche si trattasse di horror!?

COSE IMPARATE DALLA STAGIONE 5 DI GAME OF THRONES

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Game of Thrones
(stagione 5)

Cose imparate dalla stagione 5 di Game of Thrones:

ATTENZIONE SPOILER

Daenerys sembra sempre più Elsa di Frozen, solo con i draghi al posto della neve.
"Let it burn,
let it buuurn!
"


Cersei Lannister si deve vergognare per tante cose, ma non per le sue tettone.


A quanto pare le tette mostrate nella scena non sono dell'attrice Lena Headey, bensì di una controfigura.
Shame, Lena, shame!
"Col cavolo che vi mostro le mie tette, maniaci!"

Arya Stark la prossima volta dovrebbe fare un salto ad Arcore.

Con la sfiga che c'ha addosso Sansa Stark, la prossima stagione finisce sposata minimo con Genny Savastano di Gomorra - La serie.
"Va beh, dai, almeno a Scampia c'è il sole!"
"Ma dove lo trovi un marito migliore di me, svergognata. Dove?"

Jon Snow è stato sfottuto per non sapere niente da chiunque. Persino da Melisandre, la più grande zoccola... pardon, meretrice dei Sette Regni.
"Jon Snow non sai niente e ce l'hai pure piccolo!"

Se tuo fratello viene ucciso, può anche non essere una cosa così negativa.
Potresti infatti passare improvvisamente dall'essere un bimbominkia a diventare re e pure sposato con una gran sventolona come Margaery Tyrell.
"Che bello sarebbe se mi morisse un fratello ogni giorno!"

Dopo 5 anni, c'è gente che ci crede ancora che winter is really coming.
"Sul serio?"

La giovane attrice italiana Rosabell Laurenti Sellers non sarà “la donna più bella del mondo” come dice lei, però è comunque una bella fagiana.

Bruciare bambine non porta molta fortuna.

Daenerys ha smesso di essere cavalcata da cani e porci e ha cominciato a cavalcare draghi.
"Vooola, mio mini dragon. Vooooola!"

Tyrion Lannister può sboccare e poi ricominciare a bere subito dopo.
Proprio come me.

Il voto di Pensieri Cannibali alla spenta stagione 5 di Game of Thrones sarebbe stato un bel 5 tondo, ma dopo il series finale è salito a un inaspettato 6+.
"Con tutta la gnocca che c'è stata in questa stagione, solo 6+?"

La quinta stagione di Game of Thrones a tratti ha fatto dormire, però la scena della walk of shame di Cersei Lannister è una delle cose più devastanti mai viste su piccolo o su grande schermo.

A Salvatore Buzzi una bella walk of shame per le vie di Roma non farebbe male per niente.
"Walk of shame?
So' mica scem!"

L'omicidio di Jon Snow non è che abbia avuto tutto questo senso, ma è stato comunque una goduria pazzesca.

Tutto è bene quel che finisce bene.

BARELY LEGAL, LA SPIA CHE VENNE DAL FREDDOMINKIA

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Barely Lethal - 16 anni e spia
(USA 2015)
Titolo originale: Barely Lethal
Regia: Kyle Newman
Sceneggiatura: John D'Arco
Cast: Hailee Steinfeld, Samuel L. Jackson, Jessica Alba, Thomas Mann, Toby Sebastian, Sophie Turner, Dove Cameron, Rachael Harris, Jason Ian Drucker, Gabriel Basso, Jaime King, Dan Fogler, Steve-O
Genere: superteen
Se ti piace guarda anche: Hanna, Violet & Daisy, Una spia al liceo, 21 Jump Street, Kingsman - Secret Service

Con Barely Legal nei paesi anglofoni si indica qualcosa di a malapena legale. In particolare le ragazze appena maggiorenni. Come Ruby Rubacuori ai tempi delle feste ad Arcore?
No, perché lei non era a malapena maggiorenne. Lei era minorenne. Chi invece è ormai maggiorenne è Hailee Steinfeld, la bimbetta de Il Grinta dei Coen cresciuta più che bene. Per quanto mi piaccia, però, devo ammettere con una certa preoccupazione di non provare una grande attrazione sessuale nei suoi confronti. Mi sembra ancora troppo bimbetta. Sono certo che nel giro di un paio di anni cambierò idea nei suoi confronti, però la cosa al momento mi fa sentire un po'... vecchio.
Cannibal Kid che si sente vecchio?
Nah, non può essere.

"Da quando ho scoperto Pensieri Cannibali non mi perdo più un solo inutile film teen, che ficata!"

A rimettere le cose a posto ci pensa però l'ultimo film di cui Hailee Steinfeld è protagonista. Dopo l'imperfect Pitch Perfect 2, ecco una pellicola adolescenziale semplicemente perfetta, pur nel suo essere parecchio derivativa rispetto ad altri prodotti analoghi. Barely Lethal gioca con il suo titolo con l'espressione Barely Legal, ma perché Lethal?
Perché la protagonista è una ragazzina che, fin dalla più tenera età, ha ricevuto un addestramento da spia che l'ha trasformata in un'agente speciale programmato per uccidere. Solo che lei, entrata nella fase ormonal-adolescenziale, vorrebbe essere solo una teenager come le altre. Non andare in giro per il mondo a compiere operazioni segrete in stile Kingsman - Secret Service. La fanciullaminkia decide così di sfuggire alle grinfie dell'organizzazione gestita da Samuel L. Jackson, qui più convincente come villain rispetto al citato Kingsman, in cui nella versione doppiata sfoggiava un'inascoltabile parlata jovanottiana.

"Hailee, il tuo compito sarà quello di risultare più bimbominkia di Cannibal Kid."
"Ma questa è una vera mission: impossible!"

La nostra ragazzina barely legal molto lethal entra così in un programma di scambio culturale, si fa ospitare da una normale famiglia americana e si iscrive al liceo, scoprendo che la vita al liceo non è poi tanto più semplice di quella all'interno di un'associazione spionistica segreta. Tutt'altro.
Se dallo spunto iniziale qualcuno si può aspettare una pellicola action, meglio precisare che no, di azione ce n'è poca e il film, per la gioia dei patiti del genere come me, è più che altro una commedia adolescenziale in tutto e per tutto, che cita esplicitamente cult teen come Mean Girls e 10 cose che odio di te. C'è pure qualche eco di film dell'altra barely legal Saoirse Ronan come Hanna e Violet & Daisy, ma ci sono poi ovviamente anche dei risvolti sentimentali, con l'immancabile triangolo sentimentale che vedrà divisa la caruccia ma non sexy (non ancora, almeno) Hailee Steinfeld tra il figaccione di turno, la pseudo rockstar Toby Sebastian, e il geek Thomas Mann, già visto in Project X e presto in uno dei film indie più attesi dell'anno, Me and Earl and the Dying Girl.

"Dici che con questo look ci sono andata giù troppo pesante di bimbominkismo?"

In più, ci sono una serie di personaggi di contorno niente male. Jessica Alba nei panni della cattivona di turno se la cava decisamente bene.


La giovane bionda Dove Cameron, diciannovenne pure lei barely legal, come teenager cinica dalla battuta sempre pronta è uno spettacolo, e pure il prof interpretato da Dan Fogler, il simpatico cicciobombo della serie Secrets and Lies, è esilarante. Convince invece di meno Sophie Turner, la odiosa e sempre più sfigata Sansa Stark di Game of Thrones, ma anche lei può essere fatta rientrare nel gruppetto della barely legal del cinema contemporaneo, visto che ha appena 19 anni. Pure lei per altro non è che mi faccia tutto questo sesso, quindi chissà? Starò davvero invecchiando?

"Sophie, c'eri anche tu nel season finale di Game of Thrones?
Ma qualcuno se n' accorto?"

Considerando la maniera in cui mi ha gasato questo filmetto, tanto prevedibile e scontato, quando perfetto nella sua adolescenzialità, direi di no. L'unico difetto che mi sento di attribuirgli è quello di una colonna sonora, elemento fondamentale in un film teen, piuttosto deboluccia. Nel complesso comunque Barely Lethal agli occhi del pubblico cinefilo più snob apparirà come qualcosa di a malapena decente, o più probabilmente sarà considerato proprio indecente, ma per quanto mi riguarda la sua ora e mezza ha rappresentato uno degli intrattenimenti disimpegnati più piacevoli degli ultimi tempi. Quindi sì, evvai, yeah, figata, watanka, sono ancora un bimbominkia!
(voto 6,5/10)

I PEGGIORI TORMENTONI DELL'ESTATE 2015

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D'estate non possono proprio mancare i tormentoni musicali. Oddio, in un mondo ideale non esisterebbero, però in quello in cui ci dobbiamo accontentare di vivere non possono mancare. Sono quelle canzoni che vi faranno ricordare una determinata estate per sempre. E ve la faranno odiare per sempre. Volete per caso privarvi di una soddisfazione del genere?
In attesa di scoprire nel corso dei prossimi giorni quali sono i tormentoni 2015 preferiti, o se non altro meno sfavoriti, di Pensieri Cannibali, ecco a voi i pezzi più fastidiosi di quest'estate appena sbocciata.

Foto di una gnocca estiva a caso.

10. The Kolors “Everytime”
Tra tutti gli Amici di Maria de Filippi, i The Kolors sono ancora tra i pochi a salvarsi. Però della loro “Everytime” non se ne puooò ooò ooooò già più!



9. Madcon feat. Ray Dalton “Don't Worry”
Non so perché, ma a un certo punto le radio si sono messe a trasmettere SOLO questa canzoncina ottimista che di suo non sarebbe nemmeno troppo fastidiosa, se solo non la passassero 24 ore 24. E io, anche se loro cantano don't worry, mi preoccupo eccome.



8. Cesare Cremonini “Buon viaggio (Share the Love)”
Fondamentalmente, ci sono due tipi di cantanti italiani nazionalpopolari: quelli che sbucano fuori soltanto a Sanremo, e quelli che sbucano dalla loro tana ogni estate, gradevoli quanto una scottatura. Cesare Cremonini fa parte della seconda categoria.



7. Bob Sinclar ft. Dawn Tallman “Feel the Vibe”
Cosa sarebbe, un'estate senza un pezzo di Bob Sinclar?
Una figata, ecco cosa sarebbe!



6. Nicki Jam y Enrique Iglesias “El Perdón”
Musica reggaeton mista a bachata e tutto in una latinata sola?
È una cosa che io non posso perdonare.
Esto no me gusta.



5. Negramaro “Sei tu la mia città”
I Negramaro ormai più che canzoni scrivono slogan pubblicitari. "Sei tu la mia città" sembra composta apposta per uno spot...
e infatti sfreccia insieme alla pubblicità di un'auto.



4. Il Pagante “Vamonos”
Dopo “#Sbatti”, uno dei pezzi più trash nella storia della musica italiana, il collettivo di bimbiminkia Il Pagante, non so bene ideato da chi o sbucato fuori da dove e per quale ragione, torna con un nuovo pezzo allucinante, ma cazzomene della crema, mi scotto sulla schiena, niente timbro con l'inchiostro, il gestore è amico nostro.
Geni!



3. Eros Ramazzotti “Il tempo non sente ragione”
Il tempo non sente ragione, ma io purtroppo ci sento.
E quello che sento non mi piace, caro Eros. No no.



2. OMI “Cheerleader”
Questa canzone leggera e paracula aveva già spaccato la uallera nel corso della primavera, non oso immaginare quali altezze raggiungeranno i miei livelli di odio nei suoi confronti a fine estate...



1. Alvaro Soler “El Mismo Sol”
Alvaro, te digo claro claro,
quando ascolto questa canzone io cago cago.


La regola del gioco non vale la candela

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Il governo degli Stati Uniti nel corso degli ultimi decenni ha fondamentalmente combattuto due guerre: una contro il comunismo e l'altra contro la droga. Ne esiste però anche una terza, più nascosta e segreta, di cui quasi nessuno al mondo conosce l'esistenza, forse soltanto la CIA. Quella contro il mondo dei blog cinematografici. In particolare contro uno: Pensieri Cannibali. Il motivo?
Ufficialmente, è considerato la causa principale del degrado culturale che sta vivendo l'Italia negli ultimi anni. Su questo è difficile dare torto agli americani. Alcune teorie cospirazioniste suggeriscono però un'altra ipotesi: Pensieri Cannibali è tanto odiato dal governo degli Usa perché spesso e volentieri critica il cinema a stelle e strisce. Non tanto quello più indie e fighetto, che anzi volentieri celebra in maniera persino esagerata, quanto i grandi blockbusteroni commerciali. E così le grandi compagnie di Hollywood hanno deciso, in comune accordo con il governo, di far chiudere i battenti al sito.
Nonostante il boicottaggio, è “leakkata” nelle ultime ore in rete una nuova scottante recensione di Pensieri Cannibali che sta già facendo tremare uno dei nuovi divi di Hollywood, Jeremy Renner. Andiamo a leggerla insieme.

La regola del gioco
(USA 2014)
Titolo originale: Kill the Messenger
Regia: Michael Cuesta
Sceneggiatura: Peter Landesman
Ispirato: all'articolo Dark Alliance di Gary Webb e al libro Kill the Messenger di Nick Schou
Cast: Jeremy Renner, Mary Elizabeth Winstead, Rosemarie DeWitt, Paz Vega, Robert Patrick, Lucas Hedges, Barry Pepper, Michael Kenneth Williams, Tim Blake Nelson, Oliver Platt, Andy Garcia, Michael Sheen, Gil Bellows, Dan Futterman, Ray Liotta
Genere: giornalistico
Se ti piace guarda anche: State of Play, Erin Brockovich, Leoni per agnelli, Quinto potere

La regola del gioco pone di fronte a un problema. Non un problema esistenziale grave del tipo: “Oggi mangio caviale o aragosta, oppure tutti e due?”, ma quasi. Con una pellicola del genere bisogna cercare di distinguere tra la storia raccontata e il valore cinematografico di per sé.
La storia raccontata ne La regola del gioco è molto bella, anche se a prima vista può non sembrare così accattivante. La regola del gioco è un film uscito nel 2015, ambientato nel 1996 e che va a ripercorrere vicende dell'amministrazione Reagan degli anni 80, tra Guerra Fredda e lotta alla droga. Per quanto mi riguarda, da appassionato degli anni 80, degli anni 90 e da convinto anti-Reaganista, sono tematiche che mi interessano parecchio. Se a ciò aggiungiamo poi che il tutto è vissuto attraverso il punto di vista di un giornalista, le cose si fanno ancora più appetitose al mio palato. Non che io sia un giornalista vero e proprio però, in quanto blogger e autore di contenuti web, mi considero una specie di versione 2.0 di un giornalista vero e proprio. O anche una versione scema di un giornalista vero e proprio.
Ora, cosa gliene può fregare allo spettatore americano medio di una roba del genere?
Ben poco e infatti il film è uscito parecchio in sordina in patria e non è andato a vederlo quasi nessuno.
Cosa gliene può poi fregare allo spettatore italiano medio di una roba del genere?
Credo ancora meno, ma è un peccato, perché la vicenda vera del protagonista Gary Webb è una delle più clamorose nella storia del giornalismo e merita di essere raccontata. Nonostante i media e il governo americano abbiano cercato in tutti i modi di tenerla il più possibile nascosta.
Finalmente una storia potente, importante, che fa anche incazzare parecchio. Bene, molto bene, tutto bene?

"Macché giornalismo, meglio se mi dedico alla cucina!"

Qui arriviamo al problema di cui parlavo sopra. Una storia bella non sempre corrisponde a una pellicola bella. Credo di aver fatto un discorso del genere anche per il sopravvalutatissimo Il discorso del re. Una vicenda carina, ma col cavolo che è un film da Oscar!
Anche La regola del gioco a livello cinematografico purtroppo non è un granché. È un classico thriller sulle investigazioni giornalistiche con il regista Michael Cuesta che sui 110 minuti di durata gira in maniera anonima per 100 minuti, e poi ogni tanto prova a dare un tocco maggiormente personale inserendo un paio di pseudo videoclip musicali inseriti in mezzo a casaccio. I pezzi usati, “Know Your Rights” dei Clash e “Nothing As It Seems” dei Pearl Jam, sono ottimi e suonano perfetti a livello di testi, però fanno anche notare come nella pellicola non ci sia una particolare cura nella ricostruzione temporale dell'epoca. Il film è ambientato tra il 1996 e il 1997 e vengono usate una canzone del 1982, quella dei Clash, e una addirittura posteriore, del 2000, quella dei Pearl Jam. È una cosa che non si fa. Ed è un peccato non aver giocato di più sull'ambientazione 90s, sia a livello di colonna sonora che come look o atmosfere, cosa che avrebbe potuto dare più carattere e personalità a un thriller in tutto e per tutto di livello medio.

"Le cazzate di Pensieri Cannibali me le annoto tutte, così poi scatta una bella denuncia per diffamazione."

Media pure l'interpretazione del protagonista Jeremy Renner. Nonostante questa sia una delle sue performance recitative più sentite, anche questa volta non è riuscito a convincermi del tutto. Con lui è un po' come con Matt Damon, che considero una versione di serie B di Leonardo DiCaprio. Jeremy Renner invece per me è una specie di nuovo Tom Cruise. Solo che Jeremy Renner non ha la stesso impatto cinematografico né lo stesso carisma di Tom Cruise.

"Io il nuovo Tom Cruise?
Semmai è Tom Cruise a essere il vecchio Jeremy Renner."

A Jeremy Renner manca qualcosa, così come a questo film. Una cosa che non manca invece è il solito titolo italiano osceno. Capisco che l'originale Kill the Messenger da noi sarebbe potuto essere male interpretato: uccidi il messaggero sarebbe suonato come una minaccia all'interno della redazione de Il Messaggero. La distribuzione nostrana ha così optato per il titolo più impersonale possibile: La regola del gioco, tra l'altro già un film del 1939 di Jean Renoir. La regola del gioco è uno di quei titoli che vanno bene per tutte le occasioni. Fosse per la distribuzione italiana, intitolerebbero così qualunque film.
Titanic?
Nah, suona male, perché non lo chiamiamo La regola del gioco? Dopo tutto, la regola del gioco in questo caso è che chi è ricco può andare sulla scialuppa e salvarsi le chiappe, mentre i poveri morti de fame devono morire.
Il Padrino?
Suona malissimo! Chiamiamo La regola del gioco pure quello. Dopo tutto, anche la mafia è un gioco con le sue regole.
E 2001: Odissea nello spazio, che titolo è?
In fondo non sarebbe meglio chiamare La regola del gioco anche quello?

"Paz, davvero molto valide le tue...
argomentazioni."

La regola del gioco è allora un film con un titolo italiano pessimo, è un thriller di livello cinematografico mediocre con il solito mediocre Jeremy Renner, in cui oltre all'ambientazione anni 90 hanno pure sprecato una bomba sexy come Paz Vega relegandola a una piccola stereotipata parte da puta latinoamericana, e nonostante tutto questo mi sento comunque di consigliarne la visione. Perché?
Perché questa è una storia che va conosciuta e non va taciuta, alla facciazza del governazzo americano.
(voto 6/10)

Insidious: 3 is a diabolic number

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Insidious 3 - L'inizio
(USA, Canada 2015)
Titolo originale: Insidious: Chapter 3
Regia: Leigh Whannell
Sceneggiatura: Leigh Whannell
Cast: Stefanie Scott, Dermot Mulroney, Lin Shaye, Tate Berney, Angus Sampson, Leigh Whannell, Hayley Kiyoko, Ashton Moio
Genere: insidioso
Se ti piace guarda anche: Insidious, Oltre i confini del male: Insidious 2, Poltergeist, L'evocazione - The Conjuring, Ouija

I primi due Insidious si sono rivelate per me delle visioni davvero insidiose. Per una volta, anzi per due volte il titolo non è stato ingannevole.
Insidious numero 1 me l'ha fatta fare nei pantaloni, come non capita molto spesso, o meglio come non capita quasi mai con gli horror degli ultimi anni. Una pellicola parecchio derivativa nei confronti di Poltergeist, certo, però anche dannatamente inquietante ed efficace.
Insidious numero 2 invece era stato insidioso perché non sono riuscito a vederlo tutto. Ci avevo provato due volte, ma sarò riuscito a guardare a mala pena una mezzoretta, prima di finire entrambe le volte a russare alla grande. Il film forse poi migliorava e non posso darne un giudizio completo. Magari diventava un capolavoro - certo, come no? - so solo che la parte iniziale non invogliava a proseguire.

Nonostante non fossi riuscito ad arrivare vivo, o se non altro sveglio, al termine della visione del secondo capitolo, ho provato comunque a dare una possibilità al terzo. Dopo tutto si tratta di un prequel degli altri due, quindi può benissimo essere goduto come una visione indipendente. Goduto almeno fino a un certo punto. A differenza di Insidious 2, qui la prima parte è decisamente gradevole e guardabile. Insidious 3 inizia in modo molto adolescenziale, che qui dalle parti di Pensieri Cannibali è sempre sinonimo di cosa buona e giusta. Non sarà certo It Follows, nemmeno lontanamente, però è un horrorino che parte in maniera piuttosto intrigante, merito anche e soprattutto di una protagonista fighetta molto promettente, Stefanie Scott, attrice “barely legal” che ha iniziato la sua carriera nella serie Disney A.N.T. Farm: Accademia Nuovi Talenti e che sembra una versione giovane di Emily VanCamp, quella di Everwood e Revenge, soltanto meno fissata con la revenge.


Va detto che alla povera Stefanie Scott ne capitano di tutti i colori. A un certo punto viene il sospetto che la sceneggiatura sia stata scritta da George R. R. Martin featuring Shonda Rhimes, visto che la protagonista prima perde la madre, poi viene investita da un'auto all'improvviso in una scena ad alto tasso di WTF e in più, come se non bastasse, è perseguitata da alcune presenze demoniache. Se a ciò aggiungiamo che il ragazzo che le va dietro è un nerd senza speranze, che la sua BFF è scema come poche, che suo fratello è un bimbominkia totale, che suo padre è un vedovo in crisi che le chiede di occuparsi del fratello bimbominkia totale e che l'audizione per entrare nella scuola di recitazione dei suoi sogni va a dir poco da schifo, sta ragazza c'ha addosso più sfiga di Sansa Stark.

"Peggio di così non mi può proprio andare..."

"...ma perché non me ne sto zitta?"

La prima parte del film risulta perciò parecchio gradevole. Cosa c'è di meglio di un horrorino estivo in cui stare comodamente spaparanzati sul divano a godersi le sfighe altrui?
Come capita in un buon 80%/90% dei film horror, la seconda parte però svacca di brutto. L'ultimo caso che mi viene in mente è quello di The Lazarus Effect. A questo punto mi viene da pensare che gli horror dovrebbero tutti arrivare come durata massima all'ora, visto che è raro trovarne di decenti fino alla fine. La seconda pessima parte di Insidious 3 si rivela la solita sequela di sequenze che vorrebbero fare paura con l'effetto
BUUUUUUUUUUUUUU!














Ovvero delle visioni, dei rumori, delle urla, dei suoni improvvisi che ti fanno scattare in piedi sul diavano. Non per la paura, bensì per l'irritazione e perché ti viene voglia di spegnere tutto e mandare al diavolo l'ennesimo horrorino partito bene e poi finito male. In questo caso molto male, considerando che il finale è particolarmente prevedibile e pure buonista.
Nel complesso comunque posso dirmi quasi soddisfatto. Se non altro questa volta sono riuscito ad arrivare alla fine della visione vivo.
Volevo dire sveglio.
(voto 5/10)

Kung Foo Panda Fighters - Addestramento di vita

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The Fighters - Addestramento di vita
(Francia 2014)
Titolo originale: Les combattants
Regia: Thomas Cailley
Sceneggiatura: Thomas Cailley, Claude Le Pape
Cast: Adèle Haenel, Kévin Azaïs, Antoine Laurent, Brigitte Roüan, William Lebghil, Thibaut Berducat, Nicolas Wanczycki
Genere: guerriero
Se ti piace guarda anche: La leggenda di Kaspar Hauser, Wild, Into the Wild


VOLETE UNA RECENSIONE DI THE FIGHTERS – ADDESTRAMENTO DI VITA?
E IO VE LA DO'. SIGNOR SI' SISSISIGNORI!
NON LA VOLETE?
E IO VE LA DO' LO STESSO, INSIEME A UNA BELLA GRANATA A MANO, CONTENTI?
NO?
CAZZACCIVOSTRISIGNORI!

THE FIGHTERS ALL'APPARENZA VI POTRA' SEMBRARE UNA CLASSICA COMMEDIOLA ROMANTICA ESTIVA ADOLESCENZIALE. MA QUESTO NON E' GREASE NE' TANTO MENO UNA DI QUELLE ROBETTE TEEN CHE CONSIGLIA DI SOLITO PENSIERI CANNIBALI, NOSSIGNORI. THE FIGHTERS C'ENTRA CON I SOLITI FILM ADOLESCENZIALI COME CHRIS KYLE C'ENTRA CON LA PACE NEL MONDO. OVVERO UNA BEATA MAZZA DI NIENTE.

"Ecco un regalo per te."
"Il romanticismo te dove l'hai imparato? A un corso tenuto da Ozzy Osbourne?"


THE FIGHTERS PARLA DI UN RAGAZZO CHE CONOSCE UNA RAGAZZA D'ESTATE, SIGNORSI', MA E' QUALCOSA DI DIVERSO. LORO DUE SONO DIFFERENTI DAI TIPICI TEEN BIMBIMINKIA IN CIRCOLAZIONE. SONO DUE FISSATI CON GLI ADDESTRAMENTI MILITARI E LO SO CHE LA COSA A VOI ESTREMISTI PACIFISTI POTREBBE NON SEMBRARE TROPPO ACCATTIVANTE, PERO' IN LORO DUE TUTTI CI SI POSSONO TROVARE. PURE VOI CON LE MAGLIETTE DI GREENPEACE. AL DI LA' DELLE LORO MANIE GUERRAFONDAIE E DELLA LORO CONVINZIONE DI VIVERE COME SE FOSSERO DENTRO A UNO SHOW SURVIVAL STILE L'ISOLA DEI FAMOSI MA IN VERSIONE MOLTO PIU' CAZZUTA, SONO DUE ANIME IN PENA. SONO DUE “DIVERSI” CHE CERCANO UN LORO POSTO NEL MONDO.

"MA CHE C'E' TANTO DA URLARE, IN QUESTA MALEDETTA RECENSIONE?"

LEI IN PARTICOLARE E' UNA IDOLA TOTALE. PENSO POSSA ESSERE LA MIA DONNA IDEALE, SIGNOR SI'. CERTO, IL SUO LIVELLO DI FEMMINILITA' E' SOTTO LA SOGLIA DI GIANNA NANNINI ED EMMA MARRONE COMBINATE INSIEME, PERO' E' UNO SPASSO VEDERLA IN AZIONE CON I SUOI ATTEGGIAMENTI DA DURA SENZA CUORE TENERO. L'ATTRICE CHE LA INTERPRETA, ADELE HAENEL, E' POI UN'AUTENTICA RIVELAZIONE. DOPO ADELE EXARCHOPOULOS SISSIGNORI SI CHIAMA PROPRIO COSI' DE LA VITA DI ADELE, LA FRANCIA L'HA FATTO DI NUOVO. HA TIRATO FUORI UN'ALTRA SPLENDIDA GRANDE ADELE. L'ENNESIMO CENTRO DA PARTE DEI CUGINI FRANCESI E MI VIENE QUASI VOGLIA DI ARRUOLARMI NELLA GENDARMERIE FRANCESE, SISSIGNOR OUI.


AL DI LA' DI ADELE, E' IL FILM NEL SUO COMPLESSO A RISULTARE UNA PIACEVOLISSIMA RIVELAZIONE. UNO SGUARDO FRESCO E IMPREVEDIBILE ALL'ADOLESCENZA, LONTANO DA TUTTI GLI STEREOTIPI E LUOGHI COMUNI. UNA FUGA DAL CINEMA TRADIZIONALE IN COMPAGNIA DI DUE PERSONAGGI IN FUGA DALLA CIVILTA', IN UNA MANIERA CHE RICORDA PERO' POCO FILM AMERICANI COME INTO THE WILD O WILD E DI PIU' L'ITALIANO LA LEGGENDA DI KASPAR HAUSER, SARA' PER LA SUA ECCENTRICITA' O SARA' PER LA SUA COLONNA SONORA PARECCHIO ELECTRO IN CUI FA CAPOLINO PURE QUI VITALIC, SISSISIGNORI. IL TUTTO CON L'AGGIUNTA DA PARTE DEI DUE PROTAGONISTI DI UNO SPIRITO DA VERI GUERRIERI, ANZI DA FOO FIGHTERS, STILE DAVE GROHL CHE SI SPACCA UNA GAMBA MA CONTINUA LO STESSO IL CONCERTO DELLA SUA BAND.



SI' SI', E' PROPRIO BELLO TROVARE OGNI TANTO UN FILM ANCORA CAPACE DI SORPRENDERE E STUPIRE, SISSIGNORI. DAVVERO NIENTE MALE PER QUELLA CHE SAREBBE POTUTA ESSERE LA SOLITA ROMCOM TEEN DA BOMBARDARE E INVECE E' UNA VISIONE BELLA FRESCA E TREMENDAMENTE ORIGINALE, DA ASSAPORARE COME L'ODORE DEL NAPALM AL MATTINO.
(VOTO 7,5/10)

Contagious - Cinema mortale

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L'estate avanza con il suo carico di pellicole tutte più o meno perdibili. Cosa che non significa che non ci sia qualche filmetto buono per passare in maniera spensierata una serata di caldazza estiva.
Cosa vale la pena vedere?
Cosa è meglio lasciar perdere?
Scopritelo seguendo in maniera religiosa le parole mie e di Ford. Ovvero, fate come con le religioni: ignoratele.

Ted 2
Hey, ma allora non sono l'unico a dormire ancora con l'orsacchiotto di peluche!

Cannibal dice: Ted 1 si è rivelata per me una delle commedie più esilaranti degli ultimi tempi. Riguardo a Ted 2 però ho una brutta sensazione. Seth MacFarlane finora non mi ha mai deluso particolarmente, ma questo sequel mi sa tanto di minestra riscaldata.
E poi non c'è più Mila Kunis, rimpiazzata da new-entries come l'insipida Amanda Seyfried e l'insopportabile Liam Neeson... Ma si può?
È come sostituire Cannibal Kid con James Ford e Giacomo Festi, uahahah!
Ford dice: il primo Ted, per quanto simpatico, non era nulla più di una commediola da neuroni spenti. MacFarlane, poi, ha prodotto uno dei film più brutti degli ultimi anni, Un milione di modi per morire nel West.
Le aspettative rispetto a questo secondo Ted, dunque, sono bassine, ma in questo periodo ci potrebbe anche stare.

Contagious - Epidemia mortale
"Ma perché ho usato un'ascia? Il Cannibale potevo farlo fuori anche a mani nude..."

Cannibal dice: Il nuovo film con Arnold Schwarzenegger. No, non l'atteso (ma da chi?) nuovo Terminator, bensì questa pellicola zombie di cui vi parlerò presto, molto presto...
Ford dice: a prescindere dal ridicolo titolo italiano, Maggie è stata una vera e propria rivelazione. Si parla di zombies e di Schwarzy, ma non aspettatevi il consueto action tutto esplosioni e morti ammazzati.
Sarà un bene o un male? A brevissimo la risposta di White Russian.

Ruth & Alex - L'amore cerca casa
"Meno male che ci siamo ancora noi vecchi a leggere i giornali e non solo quei bloggacci scadenti."

Cannibal dice: Morgan Freeman + Diane Keaton in uno di quei film per la terza età di cui l'anti-teen Ford andrà pazzo. Io invece torno alle mie pellicole adolescenziali, probabilmente più sceme, ma sicuramente anche più divertenti.
Ford dice: tipica commedia da terza età come ne sono uscite parecchie negli ultimi anni. Non essendo una tamarrata action, però, non mi attira per nulla.

Big Game - Caccia al presidente
"Quentin, salvami tuuu!"

Cannibal dice: Film che si annuncia una big cazzatona, e pure una big fordianata action. Considerando però che il clima estivo invoglia a vedere porcatone disimpegnate come questa, non escludo del tutto la possibilità di una visione. E non escludo nemmeno la possibilità di dare la caccia al presidente di WhiteRussian.
Ford dice: sarà pure un action, ma ormai Samuel Jackson è garanzia di cagata neppure si trattasse di Johnny Depp. Passo più che volentieri.

Bota Cafè
Giusto a Ford poteva venire in mente di parcheggiare lì...

Cannibal dice: Pellicola albanese che dal trailer sembra più interessante di un prodotto italiano medio. Non credo di aver mai visto un film albanese in vita mia, al massimo ne ho visto qualcuno di Antonio Albanese, questa potrebbe essere – fooorse – l'occasione per rimediare. Di certo Bota Cafè è sempre meglio che andare a prendere un caffè con Mr. Ford. Anche perché io non bevo caffè.
Ford dice: essendo estate ed avendo, di fatto, solo voglia di sole, sbronze, mare e film disimpegnati, passo.
Resto più che altro stupito che la mia nemesi per eccellenza, come me, non beva caffè.

Violette
"Quasi quasi mi prendo un White Russian. Sta diventando parecchio popolare tra i radical-chic."

Cannibal dice: Violette non è il film su Violetta, l'idolo delle teenagers e di Mr. Ford, bensì una pellicola franco-belga sul femminismo che sembra più noiosetta che radical-chic. Però mai sottovalutare il cinema franco-belga.
Ford dice: dopo Alabama Monroe, qualsiasi cosa venga dal Belgio finisce per ispirarmi, eppure in questo caso sento puzza di radicalchiccata che in questo periodo dell'anno sta al Saloon quasi peggio del Cannibale.

Crushed Lives - Il sesso dopo i figli
"Ti prego, Cannibal, smettila di ospitare Ford o sarò costretta ad abbandonare il tuo blog."

Cannibal dice: Per il sesso dopo i figli non c'è bisogno di vedere questo film che non promette niente di buono. Basta chiedere a Ford.
E la vera risposta che dovrà darvi sarà: niente sesso dopo i figli, ah ah aaah!
Ford dice: il sesso dopo i figli è un argomento particolare, perchè di fatto finisce per riportare ai tempi in cui si faceva di nascosto dai genitori.
Preferisco, comunque, vivermi il sesso dopo i figli, che vedere film che non mi attraggono neanche per sbaglio.

Noi siamo Francesco
"Lo sai che né Ford né Cannibal la mattina prendono il caffè?"
"Si vede: nessuno dei due infatti sembra tanto sveglio..."

Cannibal dice: E io no. E soprattutto, grazie a Iddio, non sono nemmeno Fordesco.
Ford dice: neanche io. E grazie a tutti gli dei, non sono Cannibalesco.

I migliori tormentoni dell'estate 2015

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Dopo essere scesi negli inferi, e non per il caldo, con l'ascolto dei peggiori tormentoni dell'estate 2015, adesso tocca ai migliori. In alcuni casi non si tratta esattamente di canzoni eccezionali, ma se non altro sono quelle che mi stanno piacendo di più nel corso della stagione più bollente dell'anno. O se non altro quelle che, almeno al momento, mi hanno rotto di meno le scatole. Ed è già un successo.
Ecco la top 10 dei tormentoni dell'estate 2015 preferiti qui su Pensieri Cannibali.

Un'immagine di Emily Ratajkowski che non c'entra niente con il post.
Ma da quando in qua è necessario un motivo per inserire un'immagine di Emily Ratajkowski?

10. Fedez “Non c'è due senza trash”
…E non c'è estate cannibale senza un po' di (più o meno) sano trash.



9. Jason Derulo “Want to Want Me”
Al momento mi piace tanto il suono tanto anni ottanta di questo pezzo, ma lo stanno passando così tanto che so già che finirò per odiarlo tantissimo, una volta che sarà arrivato settembre... o forse anche solo luglio.



8. Jovanotti “L'estate addosso”
Un pezzo cantato da Jovanotti scritto a quattro mani con il cantautore indie Vasco Brondi alias Le luci della centrale elettrica e accompagnato da un video diretto da Gabriele Muccino?
Lo so, molti di voi odiano Lorenzo, Le luci e Muccino e odieranno ancora di più me per averla messa tra i migliori tormentoni del 2015, anziché tra i peggiori. Però non ci posso fare niente, questa canzone mi si è attaccata addosso.



7. Robin Schulz feat. Ilsey “Headlights”
Ci sono pezzi che puzzano e pezzi che puzzano di estate.
“Headlights” del dj crucco Robin Schulz fa parte della seconda categoria. Almeno secondo me.



6. J-Ax feat. Il Cile “Maria Salvador”
Ohi Maria, parte seconda.
Mettetevi il cuore in pace, fino a che la marijuana non sarà legalizzata in Italia, J-Ax continuerà a fare canzoni sul tema.
Anche se probabilmente le farebbe lo stesso...



5. Jess Glynne “Hold My Hand”
Se solo ci fosse ancora il Festivalbar, questa frizzante “Hold My Hand” della promettente cantante inglese Jess Glynne sarebbe la sigla dell'edizione 2015.
Ah, se solo ci fosse ancora, che bello sarebbe...

mmm, forse.



4. Maroon 5 “This Summer's Gonna Hurt Like A Motherfucker”
Per un'estate all'insegna dell'ottimismo, ci pensano i Maroon 5 di Adam Levine. Massì, pensiamo positivo: quest'estate farà soffrire come un figlio di puttana!



3. Chemical Brothers “Go”
Non tanto un tormentone, quanto un bombone di pezzone!



2. Natalia Lafourcade “Hasta la Raíz”
Hasta la raiz, siempre.
O almeno este verano.



1. Major Lazer & DJ Snake feat. MØ “Lean On”
Per creare una roba così contagiosa e malata ci va del talento e i due dj più tamarri del momento, Major Lazer alias Diplo e DJ Snake, insieme alla cantante danese MØ ne hanno da vendere.
Canzone dell'estate, a mani basse.


Altri tormentoni, o potenziali tali, dell'estate 2015, rimasti fuori per poco dalla Top 10:
Kygo ft. Conrad Sewell “Firestone
LunchMoney Lewis “Bills
Felix Jaehn feat. Jasmine Thompson "Ain't Nobody (Loves Me Better)"
Flo Rida ft. Sage the Gemini and Lookas “GDFR
Lost Frequencies "Are You With Me"
Ariana Grande “One Last Time
E poi "Freedom" di Pharrell Williams, che arriverà soltanto il prossimo 30 giugno.

Cosa che mancano (finora) alla stagione 2 di True Detective

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Cose che mancano (finora) alla seconda stagione di True Detective:

Le perle di ottimismo di Matthew McCoso.

La Louisiana.

Una California come quella di Beverly Hills 90210.

Dylan di Beverly Hills 90210.

I capelloni di Taylor Kitsch.

Vince Vaughn che fa il cretino.

Le tette di Alexandra Daddario.

Le tette di Kelly Reilly.
Cara Kelly, ti ricordo che sei su HBO e non in una serie della rete per bambini The CW, quindi esci 'ste tette!

Il voto di Pensieri Cannibali. Meglio aspettare fino alla fine della stagione.


Cose che invece non mancano alla nuova stagione di True Detective:

Un Colin Farrell in grande spolvero.

Una splendida sigla cantata da Leonard Cohen.


La mia recensione del primo episodio che potete leggere qui.

Una strepitosa Rachel McCosa

Cannibal Music: i dischi di giugno 2015

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Questo mese rischiavo di non farcela, preso com'ero ahimé tra i migliori e i peggiori tormentoni dell'estate, ma alla fine ce l'ho fatta. La rubrica dei dischi di Pensieri Cannibali ahivoi va avanti ancora e questo mese ci sono suoni di un po' tutti i tipi: pop, rock, electro e persino country!

Florence + the Machine
“How Big, How Blue, How Beautiful”

Forse stufa di essere considerata una Dea, la rossa di capelli Florence Welch è tornata con i piedi per Terra, con il suo disco probabilmente più umano. Cosa che non significa che io abbia smesso di rivolgere a lei una preghiera ogni sera prima di andare a dormire. Rispetto al precedente “Ceremonials”, in questo nuovo album Florence sembra però aver voluto usare un tono meno religioso, meno sacro. È una Florence più diretta, come nel singolo radiofonico “Ship to Wreck”, più rock, come nella bomba “What Kind of Man”, più sognante, come nella stu-pen-da “St. Jude”, più spensierata, come dimostrano i coretti anni 50 di “Third Eye”, e persino più sculettante e quasi danzereccia, come nel cambio di ritmo di “Delilah”,
Soltanto il tempo ci dirà se questo disco è meglio rispetto ai precedenti, quel che è certo è che per la terza volta Florence ha centrato un disco big, blue e soprattutto beautiful. Dio, cioè lei, la benedica.
(voto 8/10)




Muse “Drones”

Non capisco. Non capisco se sono io a essere cambiato, o sono loro. O entrambi. I primi tre album dei Muse li avevo adorati. Da lì in poi ho invece fatto quasi fatica ad ascoltarli. Questo “Drones” mostra qualche leggero segnale di ripresa, un paio di pezzi come “Psycho” e “Reapers” sono parecchio esaltanti, eppure non riesco più ad amarli. Mi sembrano sempre più eccessivi, barocchi, pomposi e sempre più presi dalla loro - per carità innegabile - bravura tecnica. I Muse, come conferma anche la tematica fantascientifica di questo concept album, sono diventati come un blockbusterone di Michael Bay: tutti effetti speciali, zero sostanza e, soprattutto, niente cuore.
Non il mio, almeno.
(voto 5/10)

P.S. I cori da Chiesa della conclusiva “Drones” ce li potevi anche risparmiare, caro Matthew Bellamy.




Ash “Kablammo!”

Se l'amore per gruppi come i Muse, o ad esempio anche gli Smashing Pumpkins, è svanito nel corso del tempo, c'è una band per cui il mio cuoricino non ha mai smesso di battere: i sottovalutati Ash.
Dopo un'assenza dalle scene durata alcuni anni e in cui il cantante Tim Wheeler ha pubblicato un disco solista, i tre nordirlandesi sono tornati a fare quello che sapevano fare meglio: un pop-rock frizzante e potente in grado di gasare oggi quanto ieri, intervallato qua e là da qualche bella ballatona. Nessuna rivoluzione o innovazione musicale. Solo una manciata di canzoni semplici e genuine. Gli anni non sembrano essere passati per loro e, almeno quando li ascolto, nemmeno per me.
(voto 7/10)




Giorgio Moroder “Deja Vu”
"Mi faccio una birra per consolarmi della bocciatura di Pensieri Cannibali."

To', guarda un po' chi si rivede: Giorgio Moroder. Tirato fuori dalla soffitta dai Daft Punk con l'enorme pezzo “Giorgio by Moroder”, il produttore italiano più cool degli anni '80 è tornato con il suo primo album da 30 anni a questa parte ed è...
Una delusione. O, almeno, una mezza delusione. Chi si aspettava un nuovo disco in grado di reinventare la musica Disco come fatto appunto dagli amichetti Daft Punk con il loro ultimo “Random Access Memories” dovrà abbassare, e di parecchio, le sue aspettative. “Deja Vu” è una raccolta di canzoni pop-dance che ripescano il suono commercial-house di primi anni zero di Spiller e Modjo piuttosto che dei Daft Punk o del Moroder de 'na vorta, con pezzi che passano dal carino, come “Diamonds” con Charli XCX o la title-track cantata da Sia, al pessimo, come la cover di “Tom's Diner” di Suzanne Vega interpretata da Britney Spears. E lo dico da fan di Britney ma proprio no, non ci siamo.
Il nuovo album di Giorgio Moroder per un ascolto estivo è sempre meglio di una compilation Hit Mania Dance, ma da uno come lui era lecito aspettarsi di più. Parecchio di più.
(voto 5,5/10)




Jamie xx “In Colour”

In attesa del nuovo dei Chemical Brothers, il disco di musica elettronica dell'anno l'ha tirato fuori Jamie xx, con il suo primo album solista in libera uscita dai The xx. Si tratta di un lavoro talmente trasversale e all'infuori di ogni classificazione di generi che potrebbe piacere anche ai meno appassionati di musica electro. Più che un disco di musica dance, un gran trip che quest'estate vi permetterà di viaggiare, anche se non avete prenotato da nessuna parte.
(voto 8/10)




Kacey Musgraves “Pageant Material”

Da quando ha deciso di fare la popstar a tempo pieno, Taylor Swift ha lasciato vacante il posto di reginetta della musica country. Parlo al passato, perché adesso bisogna inchinarsi a una nuova sovrana.
Dopo aver realizzato un gioiellino di esordio come “Same Trailer Different Park”, Kacey Musgraves con la sua opera seconda ha fatto ancora di meglio. “Pageant Material” è il disco di pop-country perfetto, quello che le protagoniste della serie tv Nashville si possono sognare di realizzare soltanto in cartolina.
Il primo singolo “Biscuits” racconta con la semplicità del country una delle grandi verità del mondo: fatti i biscotti tuoi anziché quelli degli altri e vedrai che la vita ti andrà meglio. Al di là del singolo, tutte le canzoni dell'album hanno il potere di restare impresse e vanno a comporre un disco consigliato a tutti. Non solo ai buzzurri di campagna.
(voto 8/10)



Canzone del mese
Beck “Dreams”
Con il suo ultimo osannato disco “Morning Phase”, Beck ha indossato i panni del cantautore serio e impegnato ed è andato a vincere facile il plauso della critica tradizionale, oltre al Grammy Award di miglior album del 2014. Con tutto il rispetto per quel Beck, ma il Beck che preferisco io è invece quello più cazzaro, più frizzante, più divertente, più pop. E questa “Dreams” rappresenta il ritorno a quel Beck, il Beck dei miei sogni.


Greetings from Tim Buckley - Jeff Buckley in versione Gossip Boy

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In occasione dei 40 anni dalla scomparsa del cantautore americano Tim Buckley, avvenuta il 29 giugno del 1975, Pensieri Cannibali parla di un film a lui dedicato. Anche se, purtroppo, il film non si è rivelato proprio il massimo dell'omaggio nei suoi confronti.

Greetings from Tim Buckley
(USA 2012)
Regia: Daniel Algrant
Sceneggiatura: Daniel Algrant, David Brendel, Emma Sheanshang
Cast: Penn Badgley, Ben Rosenfield, Imogen Poots, William Sadler, Norbert Leo Butz, Isabelle McNally, Kate Nash, Jessica Stone, Ilana Levine
Genere: musicale
Se ti piace guarda anche: Io non sono qui, Sugar Man, Nowhere Boy

C'è fondamentalmente un problema in Greetings from Tim Buckley, il film dedicato ai cantautori padre & figlio Tim & Jeff Buckley. Quel problema si chiama Penn Badgley. Un nome che a chi non ha mai seguito Gossip Girl, ovvero qualunque persona sana di mente, non dirà nulla, ma per chi come me si è sorbito le 6 stagioni all'inizio gradevoli e divertenti e poi via via sempre più scandalose della serie teen, Penn Badgley è e sarà sempre Dan Humphrey. Di certo non Jeff Buckley.

"Spero non se ne accorga nessuno che non so manco accordare una chitarra..."

Non è mia intenzione sostenere che un attore diventato popolare per un ruolo, non possa poi più smarcarsene. Leonardo DiCaprio ad esempio è riuscito, all'inizio con fatica, poi in maniera sempre più convincente, a far dimenticare di essere “quello di Titanic”. Pure George Clooney ce l'ha fatta: è passato dall'essere “quello di E.R.” a essere “quello forse gay”. C'è poi invece chi non è mai riuscito a scostarsi dal suo ruolo più identificativo, come Mark Hamill (chiiiiiii?), ovvero Luke Skywalker di Guerre Stellari, o Henry Winkler, alias Fonzie di Happy Days.

Nel caso di Penn Badgley non si parte da un ruolo così celebre, visto che Gossip Girl è sì una serie piuttosto conosciuta, ma più malfamata che conosciuta. La differenza la fa la personalità dell'attore e a volte anche la scelta del film giusto al momento giusto da interpretare. Penn Badgley ha avuto coraggio, parecchio coraggio, nel volersi cimentare con il ruolo di un'icona leggendaria quanto misteriosa della musica anni '90, come Jeff Buckley, peccato ne sia uscito con le ossa rotte. Basta prendere, come termine di paragone poco impegnativo, la performance di Eddie Redmayne in La teoria del tutto. Non c'è stato un solo attimo della pellicola in cui io sullo schermo ho visto l'attore Eddie Redmayne e non Stephen Hawking. Lui sì che è riuscito ad annientarsi, a cancellarsi completamente per dare vita al personaggio. Penn Badgley ci prova anche a diventare Jeff Buckley dall'inizio alla fine del film, ma tutto quello che ho visto io è sempre stato Penn Badgley o, peggio ancora, Dan Humphrey di Gossip Girl.


Il problema numero 1 è lui, il protagonista. Detto questo, Greetings from Tim Buckley è carente pure sotto altri aspetti. L'idea di raccontare le vite dei due artisti padre e figlio in parallelo, alternando le scene ambientate negli anni '60 di Tim con quelle di inizio anni '90 di Jeff, sulla carta era buona. Il pretesto per la narrazione viene dato da un concerto tributo organizzato nel 1992 in memoria di Tim Buckley, cui viene invitato anche suo figlio, il giovane e allora sconosciuto Jeff, un paio d'anni prima della pubblicazione del suo esordio “Grace”. Tra l'organizzazione del concerto 90s e i flashback 60s, il film racconta del rapporto di amoreodio di un figlio nei confronti di un padre che non ha mai incontrato di persona, se non per un paio di brevissime occasioni, e che conosce solo per la musica che ha lasciato. Una relazione conflittuale e sofferta che però viene affrontata in maniera scontata, priva di un vero approfondimento, cui si aggiunge una storiellina d'amore con Imogen Poots campata lì in mezzo così, a casaccio.

"Penn, quand'è che arriva l'attore che ha la parte di Jeff?"
"Ehm, veramente sono io."
"Ahahah, buona questa!"

Il film è allora una delusione pazzesca, ma se non è da buttare del tutto non è certo per meriti cinematografici. È per via della musica. Grazie al cazzo. Le belle canzoni di Tim Buckley, tra cui svetta l'evocativa “Song to the Siren”, riletta poi negli anni '80 da una fenomenale versione dei This Mortal Coil, accompagnano l'intera pellicola, sia in versione originale che nelle cover cantate dai membri del cast, tra cui spicca la cantante britannica Kate Nash.



Sentire Penn Badgley che canta le canzoni di Tim Buckley imitando Jeff Buckley non è però lo spettacolo migliore del mondo. Non che la sua voce sia terribile, solo che non è neanche lontanamente paragonabile all'originale. L'unico momento del film che emoziona, non a caso, arriva alla fine quando si sente la voce di Jeff Buckley, quello vero, che canta “Lilac Wine”. Lì capisci che occasione sprecata è stata una pellicola del genere che, con un grande attore a disposizione, avrebbe potuto regalare parecchi brividi e far rivivere su grande schermo una delle figure più enigmatiche, curiose e talentuose della musica recente. Un personaggio che qui ne esce come un ragazzino piuttosto fastidioso e sclerato che ogni tanto si mette a cantare in mezzo alla strada come un pazzo.


Jeff Buckley avrebbe meritato di più, molto di più di questo, così come Tim Buckley, interpretato da un pure lui non troppo convincente Ben Rosenfield (chiiiiiiiii?).


Possiamo in ogni caso parzialmente consolarci pensando che poteva andare persino peggio. L'altro nome che si vociferava potesse interpretare Jeff Buckley era infatti... Robert Pattinson.
Jeff, non ti sei risparmiato di essere stato ritratto da un Gossip Boy, però se non altro da un anonimo vampirello sì. Ti è quindi consentito di rivoltarti nella tomba, ma con moderazione.
(voto 5/10)

Contagious - The Walking Dad

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Contagious: Epidemia mortale
(USA, Svizzera 2015)
Titolo originale: Maggie
Regia: Henry Hobson
Sceneggiatura: John Scott 3
Cast: Abigail Breslin, Arnold Schwarzenegger, Joely Richardson, Raeden Greer, Bryce Romero
Genere: mortale
Se ti piace guarda anche: In the Flesh, The Walking Dead, Life After Beth

Finalmente Arnold Schwarzenegger ha azzeccato il ruolo giusto: gli fanno fare lo zombie.
No?
Come, no?
È il padre di una ragazza zombie, ma lui recita la parte dell'essere umano al 100%?
Allora non ci siamo. Non ci siamo proprio. Il film Contagious: Epidemia mortale è infatti tutto così: è uno zombie che cerca di essere umano, solo che non ci riesce. Manco lontanamente. Arnold Schwarzenegger se la cava bene solo quando fa la parte della statua. Ecco. Non l'attore, né tanto meno il governatore. Quello è il suo lavoro ideale: la statua di cera.


Un'altra professione che potrebbe fare è la stessa cui si è dedicato Gianni Morandi: quella di commentatore sui social network.


Meglio si dedichi a questi mestieri, visto che ormai persino nella parte dello Schwarzenegger c'è chi riesce a fare meglio di lui. Jake Gyllenhaal, Emilia Clarke, Cara Delevingne e Tinie Tempah, per esempio...



Purtroppo, Arnold Schwarzenegger ogni tanto si crede di essere anche un attore e in Contagious: Epidemia mortale pretende pure di fare l'attore serio. Nella drammatica parte del padre con la figlia che si sta per tramutare in una zombie, tiene per tutto il tempo la faccia da cane bastonato. Il fatto di essere un attore cane non lo rende però credibile come cane bastonato. Non è mica Carey Mulligan.


Arnold Schwarzenegger è un problema grosso e muscoloso, ma non è l'unico della pellicola, intitolata in originale Maggie e tramutata da noi non in zombie, ma in qualcosa di peggio: Contagious: Epidemia mortale. A questo punto uno si immagina una pellicola post-apocalittica piena d'azione con Schwarzy impegnato in sparatorie e inseguimenti al cardiopalma. Così non è e per me sarebbe solo un bene. Peccato che il film sia qualcosa di ancora peggio...
UNA PALLA ALLUCINANTE FINTO AUTORIALE.

"Ma dai...
ti sei addormentata pure tu?"

Contagious: Epidemia mortale sembra la versione noiosa di un episodio noioso di The Walking Dead, ovvero un episodio qualunque di The Walking Dead. A differenza della serie tv, in cui di solito in una puntata non succede un bel nulla di niente per 50 minuti, e poi negli ultimi 2 c'è magari un mezzo colpo di scena, qui manco quello. Ci sono solo 90 minuti di attesa, aspettando che capiti qualcosa e poi quando succede finalmente qualcosa...

ATTENZIONE SPOILER
Il film ci regala uno dei finali più idioti nella Storia del Cinema.
Una ragazza zombie la fa finita buttandosi dal tetto di una cascina?!?
Chi glielo spiega che una caduta di pochi metri a uno zombie non fa manco un graffio e dopo pochi istanti può rialzarsi e riprendere la sua non-vita come prima?
FINE SPOILER

Vogliamo essere buoni e salvare qualcosa, giusto per non apparire i soliti blogger faziosi che partono con i pregiudizi nei confronti di Arnold Schwarzenegger e delle storie di zombie che oramai hanno entrambi rotto gli zebedei?
A livello estetico la fotografia non è malaccio, per quanto appaia giusto come la brutta copia di un film a caso di Terrence Malick.
L'interpretazione di Abigail Breslin nei panni della ragazzetta che sta per trasformarsi non in una donna ma in una zombie non è poi del tutto da buttare, sebbene la sceneggiatura non la aiuti di certo, visto che i dialoghi sono banalissimi e, soprattutto, manca quasi del tutto quel rapporto che dovrebbe essere la chiave dell'intero film: il rapporto con il padre. A parte un paio di scene, una ruffianissima in cui ricordano la madre scomparsa di lei e un'altra in cui Schwarzy fa il buffone a pranzo, non è che tra loro ci sia tutta questa interazione che potrebbe portare a empatizzare con loro. Questo film è freddo come uno zombie.

"Scommetto che questo sguardo perso nel vuoto l'hai imparato da Schwarzy, vero?"

Il pregio principale è allora paradossalmente anche ciò che più lo affossa. L'unica idea originale di questo ennesimo zombie-movie non troppo lontano dalle atmosfere della serie inglese In the Flesh è che la trasformazione da vivente a non-vivente avviene in maniera lenta e graduale, al contrario di molti film e telefilm in cui è più veloce e repentina. Uno spunto che non sarebbe malvagio, se solo fosse stato supportato da una sceneggiatura un minimo decente. Con quella che si ritrova, il film è proprio come la trasformazione della ragazza in zombie: una lunga, estenuante agonia.
(voto 4,5/10)

"Ho una nuova missione nella vita: bruciare Pensieri Cannibali."

Mad Mel

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In attesa dell'attesa (???) recensione di Pensieri Cannibali di Mad Max: Fury Road, ecco un ripassone veloce dei primi tre capitoli della saga.

Interceptor
(Australia 1979)
Titolo originale: Mad Max
Regia: George Miller
Sceneggiatura: George Miller, James McCausland
Cast: Mel Gibson, Joanne Samuel, Hugh Keays-Byrne, Steve Bisley, Lisa Aldenhoven, Roger Ward, Tim Burns, David Cameron
Genere: (poco) distopico
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Più che un film distopico, Interceptor mi è sembrato un film di sto... BEEP!



Apprezzabile a livello visivo, ma con una sceneggiatura davvero modesta e un Mel Gibson inespressivo che allora era ancora parecchio acerbo e poi sarebbe migliorato...


No, non è vero. È sempre rimasto una scarpa di attore.
Il problema principale del film, al di là di un protagonista parecchio anonimo o con cui almeno io non sono riuscito a entrare minimamente in connessione emotiva, è nel ritmo. Per essere una pellicola action, è troppo lento, noioso, soporife...

ZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZ

Scusate, a ripensarci mi sono addormentato di nuovo.
Il mio primo impatto con la saga di Mad Max si è quindi rivelato uno schianto e non uno schianto del tipo che dici: “Che schianto!”, ma più del tipo: “Mi sono schiantato e me ne sono a malapena reso conto”.
(voto 5-/10)

Ecco la reazione di un fan di Mel Gibson
e del primo Mad Max a questa pseudo recensione.


Interceptor - Il guerriero della strada
(Australia 1981)
Titolo originale: Mad Max 2
Regia: George Miller
Sceneggiatura: George Miller, Terry Hayes
Cast: Mel Gibson, Bruce Spence, Max Phipps, Vernon Wells, William Zappa, Virginia Hey, Emil Minty
Genere: (abbastanza) distopico
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Con il secondo Mad Max cominciamo a ragionare. Il primo film della serie era ambientato in una distopica Australia post-apocalittica?
Davvero?
Non me ne ero accorto. A me pareva un'Australia abbastanza normale. Sì, c'era qualche pazzo che correva in auto, ma dalle parti delle nostre strade e autostrade si vede ben di peggio, quindi non mi sembrava ci fosse niente di così fantascientifico. Nel secondo capitolo della saga si può invece finalmente ammirare un'immaginario particolare e questa volta davvero post-apocalittico.

Un elemento che rende particolarmente efficace questo sequel che - grazie a Dio - con il capitolo precedente non ha un granché a che fare è la scelta di ambientarlo tutto nel giro di pochi giorni. Una decisione che rende la pellicola parecchio più coinvolgente e intensa e che sarà poi ripresa anche in Fury Road.
Altra carta vincente è l'elemento della tribù. Una componente sociale che ci fa gettare uno sguardo all'interno di un'umanità disperata. È qui che il potenziale della saga viene fuori, anche perché Max continua a essere un protagonista non troppo eccezionale, rinforzato qui dal supporto di altri personaggi più interessanti come il bimbetto selvaggio Kid (gran nome!) o lo strambo Capitano Gyro.

"Ecco cosa gli faccio io a quelli che si chiamano Kid..."

Il regista George Miller al secondo gyro comincia così a premere il piede sull'acceleratore e la pellicola ne guadagna. Questa V8 Interceptor non viaggia ancora al massimo delle possibilità del suo motore, però se non altro ha imboccato la strada giusta.
(voto 6,5/10)


Mad Max: Oltra le sfera del tuono
(Australia 1985)
Titolo originale: Mad Max Beyond Thunderdome
Regia: George Miller, George Ogilvie
Sceneggiatura: George Miller, Terry Hayes
Cast: Mel Gibson, Tina Turner, Bruce Spence, Frank Thring, Robert Grubb, George Spartels
Genere: (parecchio) distopico
Se ti piace guarda anche: gli altri Mad Max

Uno dei miei video, e anche brani, musicali preferiti di tutti i tempi è “California Love” di 2Pac e Dr. Dre. Quando ho saputo che omaggiava molto esplicitamente un film, mi sono detto: “Devo vedere quel film”. Quel film era Mad Max: Oltra le sfera del tuono e, siccome era il terzo capitolo di una saga cinematografica con protagonista il da me tanto odiato Merd Gibson, non l'avevo mai recuperato. Sono passati 30 anni dall'uscita della pellicola e 20 dal video di 2Pac e infine ce l'ho fatta.



Pur avendo sentito che Fury Road era una pellicola del tutto indipendente dalla trilogia originale di George Miller, mi giravano le scatole ad arrivare alla visione impreparato e così mi sono imposto di recuperarli tutti, nonostante il primo Interceptor mi avesse fatto venire qualche dubbio, oltre a qualche calo della palpebra. Sono contento di averlo fatto perché, dopo il valido Interceptor - Il guerriero della strada, questo Mad Max: Oltra le sfera del tuono rappresenta un ulteriore passo in avanti.

Grazie al video di 2Pac, che comunque a mio modesto parere continua a restare superiore al film, mi sono trovato di fronte a un'atmosfera molto famigliare. Non avevo mai visto Mad Max: Oltra le sfera del tuono, ma era come se avesse fatto parte di me da sempre. Pure qua c'è qualcosa da rivedere, Tina Turner come attrice non è troppo convincente, sebbene se la cavi pur sempre meglio di Mel Gibson, e c'è ancora qualche rallentamento, eppure c'è voluto del tempo, però sono riuscito finalmente a scorgere il fascino di questa saga sempre più post-apocalittica. A contribuire sono i costumi, le ambientazioni, il “branco”, la spettacolare scena di combattimento all'interno del Thunderdome. La sceneggiatura poi mostra qui uno spessore maggiore, soprattutto nella seconda parte, in cui Max entra in contatto con un gruppo di ragazzini che sembrano i Bimbi Sperduti dell'Isola che non c'è. È così che, a sorpresa, le pellicola assume contorni quasi spielberghiani e io, nonostante Mel Gibson, ho cominciato a sentirmi a mio agio, in questo viaggio in compagnia del cinema di George Miller. Un'impressione che verrà confermata oppure smentita da Mad Max: Fury Road?
(voto 7+/10)

"C'è mica qualcuno che si chiama Kid pure qua, che gli faccio subito fare una brutta fine."

To be continued...

I film predestinati della settimana

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La schizofrenia della distribuzione italiana riesce sempre a sorprendermi. Più della schizofrenia del mio sempre più prevedibile blogger nemico Mr. James Ford, se non altro.
Questa volta devo riconoscere che la distribuzione nostrana mi ha stupito in positivo, visto che escono appena quattro pellicole. Alcune settimane ne arrivano 20, adesso solo quattro. Meglio così e meglio non stare a farsi troppe domande sulle ragioni di tale scelta. Vediamo quali sono i pochi, pochissimi film del weekend.

Predestination
"Devo tornare indietro nel tempo e impedire a Cannibal di iniziare a collaborare con Ford.
E' un evento che porterà alla fine del mondo."

Cannibal dice: Film sui viaggi nel tempo che ricorda un sacco di altri film sui viaggi nel tempo. Non malaccio, ma nemmeno un capolavoro come definito da alcuni che forse farebbero meglio a tornare indietro nel tempo e guardare Ritorno al futuro, quello sì un filmone.
Anche per leggere la mia recensione dovete tornare indietro nel tempo, visto che come al solito la distribuzione italica ha impiegato parecchio per distribuire questa pellicola.
Ford dice: i viaggi nel tempo sono uno dei territori in grado di attrarre perfino due esseri così diversi come il sottoscritto e Peppa Kid. Come sarà andata, dunque, con questo Predestination, che il mio rivale ha già recensito e che una parte della critica oltreoceano - anche illustre - non ha esitato a definire un filmone?
Si tratterà di una cannibalata della peggior specie o di un cult di genere?
Non preoccupatevi, dovrete solo viaggiare nel tempo fino a lunedì, e lo saprete.
Naturalmente su White Russian.

Poltergeist
"L'ultimo film consigliato da Pensieri Cannibali era talmente bello che mi ha fatto venir voglia di entrare dentro lo schermo!"

Cannibal dice: Le aspettative nei confronti di questo remake di Poltergeist sono alte.
Alte nel senso che mi aspetto una delle peggiori e più inutili pellicole dell'anno. Visione quindi suo malgrado d'obbligo. Così come ogni volta che vado a leggere WhiteRussian mi aspetto di leggere uno dei post peggiori dell'annata, e quando va bene pure di sempre.
Ford dice: ai tempi dell'uscita di Cinquanta sfumature di grigio, il film dell'anno del mio rivale, pensavo che non ci sarebbe stata storia, rispetto al titolo che avrebbe conquistato il Ford Award dedicato al peggio del duemilaquindici.
Al contrario, però, negli ultimi mesi sono passate in sala frotte di schifezze che insidieranno, e non poco, la schifezza di cui sopra.
Questo Poltergeist promette di essere una di loro.

Duri si diventa
"Will, ma come ti sei vestito?
Perché vuoi diventare un tamarro come Ford, perché?"

Cannibal dice: Commedia stupida americana con l'accoppiata Will Ferrell e Kevin Hart che non mi farò mancare di certo. Anche se so già che sarà una probabile, probabilissima porcatona.
E Ford?
Lui è troppo duro per film come questo. Lui guarda solo Olivia, la brutta copia di Peppa Pig in onda su Rai YoYo.
Ford dice: porcatona probabilmente volgare e poco divertente che potrei finire a vedere giusto perchè siamo in estate, e dunque il mio cervello finisce per annaspare in attesa di ferie e di non sentire per almeno un paio di settimane quel tordo del Cucciolo Eroico e della sua amica Olivia, che non so proprio chi sia, se non la fidanzata di Braccio di ferro.

Annie - La felicità è contagiosa
"Ford, ti piace tanto il trash?
Beccatene un po'!"

Cannibal dice: Dopo gli zombie di Contagious, pure la felicità è contagiosa?
E mobbasta! Ci manca solo che diventi contagioso pure WhiteRussian e poi siamo davvero a posto...
Ford dice: di contagioso, qui, vedo solo la schifosa zuccherosità delle peggiori commedie. Lascio volentieri la visione al mio zuccheroso rivale.

L'unica stroncatura al mondo di Mad Max: Fury Road...

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L'unica stroncatura al mondo di Mad Max: Fury Road...
la leggerete non so dove, ma a sorpresa non qui su Pensieri Cannibali. E sì che le premesse non erano certo delle migliori. Il primo episodio di questa anomala saga non è che mi avesse entusiasmato più di tanto, giusto per usare un eufemismo. Le cose erano però migliorate con i due capitoli successivi. Ed è ora è la volta di mettersi in marcia su una nuova strada, sulla Fury Road.

Mad Max: Fury Road
(Australia, USA 2015)
Regia: George Miller
Sceneggiatura: George Miller, Brendan McCarthy, Nico Lathouris
Cast: Tom Hardy, Charlize Theron, Nicholas Hoult, Hugh Keays-Byrne, Rosie Huntington-Whiteley, Riley Keough, Zoë Kravitz, Abbey Lee, Courtney Eaton, Megan Gale, Melissa Jaffer
Genere: disto-fico
Se ti piace guarda anche: gli altri Mad Max

È stato un viaggio lungo e difficoltoso, non privo di incidenti e contrattempi. Meglio così. Che palle, quando tutto fila liscio come l'olio. I viaggi più memorabili sono quelli che procedono tra alti e bassi e presentano delle difficoltà sul loro cammino. Dopo una falsa partenza con il primo soporifero Interceptor, l'auto di George Miller ha preso velocità e ha mostrato con Interceptor - Il guerriero della strada e ancor di più con Mad Max: Oltra le sfera del tuono paesaggi parecchio intriganti. Strani, però intriganti. La cosa che più mi ha colpito di questa saga è che ogni episodio è un'avventura a parte. Ognuna è in qualche modo collegata all'altro, ma allo stesso tempo è tutta un'altra storia. Non fa eccezione Mad Max: Fury Road. Non un reboot, né un sequel, quanto piuttosto una rivisitazione dei precedenti episodi. Per fortuna c'è ben poco del primo, giusto la mania per gli inseguimenti in auto, qui comunque condotti a ben altra velocità e potenza visiva. Ci sono diversi richiami ai costumi e alle tribù incontrate in Interceptor - Il guerriero della strada e in Mad Max: Oltra le sfera del tuono e allo stesso tempo c'è qualcosa di più e di diverso. È come se George Miller stesso si fosse reso conto che la sua trilogia possedeva del potenziale che non era riuscito a sfruttare in pieno. Ci sono voluti 30 anni di tempo e il regista australiano è riuscito a spremere tutto il succo presente nei primi tre film in una sola pellicola action de-fi-ni-ti-va.

GeorgeMillerConMadMaxFuryRoadHaDecisoDiDareIlTuttoPerTuttoRealizzandoUn'OperaCheNonSiPrendeUnSoloFottutoAttimoDiPausaETiLasciaIncollatoAlloSchermoInUnaManieraCheNonAvreiCredutoPossibileDaUnaSagaPartitaConUnPrimoEpisodioTantoSpentoEppureFuryRoadPossiedeTuttoUnAltroPassoTuttaUn'AltraMarciaAncheRispettoAiPurApprezzabiliDueFilmSuccessiviPerchéQuestaVoltaC'E'UnTonoDiEpicitàAncoraMaggioreEUnSensoDellaFineEDellaDisperazioneCheInUnaPellicolaPostApocalitticaSonoIndispensabiliEViaggiandoSuQuestaFuryRoadCiSiSenteDavveroSull'OrloDellaFineDelMondoMentreSiCorreVelociInsiemeAFuriosaEANuxAncorPiùCheConMax.


Per quanto il film corra a una velocità davvero mad, non fa venire il mel (gibson) di testa e non sembra un videogame. È sempre cinema. È sempre grande Cinema e qua e là sa anche prendersi qualche momento di pausa. Sono pochi, ma davvero efficaci, le scene in cui George Miller si ricorda dell'esistenza del pedale del freno, però sono fondamentali per dare maggiore spessore ai personaggi. In particolare a Nux, interpretato dall'ex di Jennifer Lawrence Nicholas Hoult, per quanto mi riguarda un idolo assoluto nonché il vero grande protagonista di Mad Max: Fury Road.


Tom Hardy mi è sembrato invece un pochino sacrificato, costretto ancora una volta, così come già nella parte di Bane ne Il cavaliere oscuro - Il ritorno, a recitare mascherato, se non altro nella prima parte del film. Tom Hardy è più convincente rispetto a Mel Gibson, e non c'andava molto, però anche questa volta il personaggio di Mad Max mi è sembrato paradossalmente non essere tra i punti di forza della saga chiamata Mad Max.


Una cosa che a questo punto non mi sorprende nemmeno più di tanto, visto che si tratta di una serie di pellicole davvero anomala. Mai infatti avevo visto un miglioramento del genere, film dopo film. Di solito capita esattamente il contrario. I sequel non sono mai all'altezza dell'originale. In questo caso Fury Road viaggia chilometri più avanti rispetto ai suoi predecessori. Difficile spiegarne a parole i motivi. Anche in questo caso non incontriamo un livello recitativo eccelso. Dico solo che nel cast c'è Megan Gale.




Le cinque mogli di Immortan Joe, Rosie Huntington-Whiteley, Riley Keough, Zoë Kravitz, Abbey Lee e Courtney Eaton, sono tutte splendide, li immortacci sua, però pure loro non è che offrano delle performance recitative così memorabili.




I migliori del cast sono allora Nicholas Hoult e pure una più che convincente Charlize Theron.


La forza del film però, oltre che in loro e nei loro due personaggi, sta anche in qualcos'altro. Non mi riferisco ai dialoghi, ridotti all'osso, né a una sceneggiatura piuttosto elementare che anche questa volta non presenta svolte così inaspettate, e nemmeno a un cattivone come Immortan Joe che sembra un incrocio tra Bane, Darth Vader e Skeletor, solo ancora più brutto, ma non è troppo incisivo.
La potenza della pellicola è da ricercare semmai nelle trovate geniali sparse qua e là, come il tizio che suona una chitarra infuocata su un camion, interpretato dal musicista australiano iOTA. Quando l'ho visto ho riso per 10 minuti buoni.


Soprattutto, il vero grande pregio di questo film disto-fico sta nel ritmo.

ÈTuttaUnaQuestioneDiRitmoSparatoAMilleEDiTrovateDiRegiaEDiMontaggioCheTiTravolgonoComeUnaTempestaDiSabbiaENonTiLascianoMancoIlTempoPerTirareIlFiatoESonoTutteIntornoATeComeMeganGaleETiRicordanoDiComeIlCinemaPossaEssereUn'EsperienzaVisivaMaPureFisicaEForseParlareDiCinemaNonÈNemmenoPropriamenteEsattoVistoCheMadMaxFuryRoadÈUnPo'ComeTheWolfOfWallStreetEBirdmanPiùCheUnSempliceFilmÈUnaVeraEPropriaDroga.
(voto 8+/10)

P.S. RingraziateIlCieloCheIlPostNonL'HoScrittoInteramenteCosì.
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