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NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!





Wes Craven, il regista di Nightmare e del mio horror preferito di sempre, Scream, ci ha lasciati e in questo momento c'è una sola che ho voglia di gridare: “NOOOOOOOOOOOOOOOOO!”.

Wes Craven (1939 - 2015)


P.S. Gli volevo talmente tanto bene che a me è piaciuto persino il sottovalutato My Soul to Take, uno dei film più spernacchiati nella Storia del Cinema.

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"Giusto Pensieri Cannibali poteva parlare bene di questo film. Non è piaciuto nemmeno a me!"

Professore per amore e la riscrittura della carriera di Hugh Grant





(USA 2014)
Titolo originale: The Rewrite
Regia: Marc Lawrence
Sceneggiatura: Marc Lawrence
Cast: Hugh Grant, Marisa Tomei, Bella Heathcote, J.K. Simmons, Allison Janney, Chris Elliott, Emily Morden, Steven Kaplan, Aja Naomi King, Maggie Geha, Annie Q. Andrew Keenan-Bolger, Olivia Luccardi
Genere: collegiale
Se ti piace guarda anche: Words and Pictures, The English Teacher, Scrivimi una canzone

Hugh Grant era un nome importante di Hollywood. Era o forse dovrei dire fu, visto che è da parecchi anni che non se lo fila più nessuno.
Comunque no, non sto parlando di Hugh Grant-Hugh Grant. Sto parlando del personaggio che interpreta nel suo ultimo film, Professore per amore. E sì, forse sto parlando anche un po' di lui, Hugh Grant-Hugh Grant, intendo. Come spesso accade di recente, il confine tra attore e personaggio si fa sempre più sottile. Basti pensare a Michael Keaton in Birdman. O a Mickey Rourke in The Wrestler, e mica a caso compare pure qui Marisa Tomei. O basti pensare a qualunque malinconico film recente di e/o con Sylvester Stallone che fondamentalmente parla di come ormai nessuno, a parte il mio blogger rivale Mr. James Ford, se lo caghi più di striscio.

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"Marisa, alla tua età cerchi ancora di spacciarti per una studentessa?"
"E tu Hugh cerchi ancora di spacciarti per un attore?"

Paragone casuale?
Forse sì. O forse no. The Rewrite è un po' l'Expendable di Hugh Grant. Cosa che significa che non ci troviamo di fronte a una robaccia action tutta botte & botti, bensì a una commedia romanticheggiante dallo humour angloamericano. Allo stesso tempo, come gli Expendables, si tratta di un lavoro retrò, dalle tinte in questo caso piuttosto anni '90, e che rimanda al periodo d'oro di Hugh Grant, il tutto condito da un notevole velo di nostalgia. In pratica con gli Expendables non c'entra un corno. Grazie a Iddio.

Comunque, in apertura stavo dicendo: Hugh Grant era un nome importante di Hollywood, però negli ultimi tempi non se lo fila più nessuno. Da quando non azzecca più un successo?
Dai primi anni zero con Il diario di Bridget Jones, About a Boy e Love Actually. Dite che di recente è apparso piuttosto irriconoscibile anche in Cloud Atlas?
Ecco, io stavo parlando di successi. Non di uno dei più grandi flop nella storia del cinema recente. Dopo essere comparso nel disastroso film dei Wachowski, Hugh Grant non ha fatto più nulla fino a...
Professore per amore, così è stato reintitolato The Rewrite in Italia, dove la sua uscita è stata più volte rimandata e dove è appena uscito, in un numero per altro piuttosto limitato di sale (125 contro le oltre 800 dei Minions). Un ulteriore segno che lo status di star del povero Hugh Grant non è più quello di un tempo manco da noi. Ed è un peccato, perché The Rewrite o come diavolo hanno deciso di riscrivere il titolo dalle nostre parti è una commedia guardabilissima e gradevolissima. Niente di originale o di mai visto prima, ricorda anzi molto i recenti Words and Pictures con Clive Owen e Juliette Binoche e The English Teacher con Julianne Moore. Tutto fila liscio in maniera prevedibile, però mai zuccherosa. Nonostante un paio di risvolti sentimentali siano presenti, più che di fronte a una classica romcom, ci troviamo alle prese con una pellicola esistenziale.

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"Leggi ancora cose scritte sulla carta? Come sei jurassico, Hugh!"
"E tu leggi ancora quel Pensieri Cannibali? Come sei 'gnurant!"

Sempre all'inizio, stavo dicendo: Hugh Grant era un nome importante di Hollywood, però negli ultimi tempi non se lo fila più nessuno. Ecco, ma adesso non mi riferisco veramente all'attore. Parlo del suo personaggio nel film, quello di uno sceneggiatore one-hit wonder misogino, cinico ed egocentrico che a fine anni '90 è stato premiato con l'Oscar per la sceneggiatura originale di un film fittizio intitolato Paradiso perduto. No, non quella robetta con Ethan Hawke e Gwyneth Paltrow. Si tratta di un film fittizio, ve l'ho detto. Un film fittizio amatissimo all'interno del mondo fittizio in cui è ambientata la pellicola, un enorme successo che però il personaggio interpretato da Hugh Grant non è più riuscito a replicare e così, pur di pagare le bollette, si trova costretto ad accettare un lavoro lontano da Hollywood. Un lavoro da insegnante di un corso di sceneggiatura in una sperduta cittadina universitaria.
Da qui in poi, lo sviluppo del film ve lo potete immaginare da soli, almeno se siete aspiranti sceneggiatori.
Anzi, sapete che faccio? Vi assegno come compito quello di provare a buttare una bozza di come proseguirà la pellicola.

Fatto?

Non c'avete voglia?

In tal caso non vi resta che un'unica possibilità. O meglio due: la prima è fare come il resto del mondo. Ignorare il simpatico (che vi devo dire? a me è sempre stato simpatico) Hugh Grant.
La seconda possibilità, quella che personalmente vi consiglio poi oh, la vita è vostra e potete sprecare il vostro tempo come meglio credete, è appunto quella di dargli una seconda possibilità. La chance di riscrivere la sua carriera. Tutti hanno bisogno di una riscrittura. Anche questo film che, per quanto piacevole, qualche buco di sceneggiatura ce l'ha. Il rapporto del personaggio di Hugh Grant con il figlio e la ex moglie ad esempio è buttato lì un po' a casaccio e qualche personaggio minore come quello del neo premio Oscar J.K. Simmons avrebbe meritato uno sviluppo più ampio.


In più, per la colonna sonora l'autore si sarebbe potuto sforzare un po' di più, visto che in una pellicola come questa in qualche scena la canzone giusta al momento giusto avrebbe potuto fare la differenza.
Pure questo post ne avrebbe bisogno, di una riscrittura. Ci sono tante altre cose che avrei voluto dire riguardo a questo film, tipo che il regista e sceneggiatore Marc Lawrence è quello di Scrivimi una canzone, e si vede, lo dico in senso positivo. O che la giovane attrice Bella Heathcote, già vista in Dark Shadows di Tim Burton, è Bella di nome e di fatto.


Questo post avrebbe proprio bisogno di una riscrittura, certo, però il tempo a mia disposizione è ormai scaduto. Dopo tutto sto pur sempre parlando di una commedia leggera americana, mica di un mattonazzo russo, e mi sembra di essere già stato a sufficienza lungo e pesante. Proprio come un professore.
(voto 6+/10)

Operazione C.I.N.E.M.A.





I pezzi da 90 scendono sul ring del cinema. Dopo un'estate in cui le uscite degne di nota si sono potute contare sulle dita di una mano monca, questa settimana si intravedono una manciata di potenziali cannibalate: i nuovi film con gli idoli di casa Jake Gyllenhaal, Rachel McAdams e Alicia Vikander, più una pellicola super teen. Ce n'è abbastanza per farmi felice e soprattutto per far finire K.O. il co-conduttore di questa rubrica sulle uscite cinematografiche della settimana, Mr. James F.O.R.D..

Operazione U.N.C.L.E.
(dal 2 settembre)
Cannibal dice: Notevole incognita, questo Operazione U.N.C.L.E., film retrò spionistico dal sapore troppo da F.O.R.D.. Guy Ritchie è un regista che non mi ha mai convinto molto, l'ho sempre considerato una copia sfigata di Quentin Tarantino, e i due protagonisti Henry “Superman” Cavill e Armie “The Lone Ranger” Hammer insieme mi fanno paura. La splendida Alicia Vikander riesce però a farmi apprezzare qualunque roba, dai drammoni in costume ai lavori sci-fi, quindi chissà che non le riesce l'impresa pure in questa nuova e rischiosa operazione.
Ford dice: Guy Ritchie, tolti i primi lavori molto Tarantino-style ma comunque convincenti, non mi ha mai convinto particolarmente, ma se non altro nell'ambito dell'intrattenimento dovrebbe essere meglio di tante schifezze come quelle che spesso e volentieri promuove il mio rivale.
Dunque, pur con tutte le riserve del caso, un'occhiata a questo film si può dare senza problemi.
Southpaw - L'ultima sfida
(dal 2 settembre)
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"Rachel, ti prego: dimmi chi ha ucciso Caspere in True Detective."
"Oddio, ti interessa per davvero? Non è che ti hanno dato un pugno in testa troppo forte?"

Cannibal dice: Quando arriverà l'ultima sfida tra me e Ford?
Non ne ho idea. Nell'attesa, potete godervi intanto l'ultima sfida recitativa di Jake Gyllenhaal, qui alle prese con una pellicola pugilistica. Il genere non mi attira granché, visto che pare roba più adatta a uno pene... pardon, pane e salame come Ford, però la presenza di Gyllenhaal più quella della mia amata Rachel McAdams, più una colonna sonora curata da Eminem fa schizzare questo film tra quelli che attendo maggiormente nella nuova stagione cinematografica.
Ford dice: uscita fordiana della settimana a mani basse. Gyllenhaal è uno dei pochi attori in grado di mettere d'accordo perfino il sottoscritto ed il suo sparring partner Peppa Kid, l'ambito è quello della boxe, il tema quello del riscatto. Si direbbe che sia stato distribuito solo ed esclusivamente per farmi contento. E spero, ovviamente, scontenti alla grande il Cannibale.
Città di carta
(dal 3 settembre)
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"Lo sai che ho abbandonato il mondo delle passerelle per sempre?"
"Ah sì, e ora cosa farai?"
"Mi dedicherò all'impiego principale di Cannibal Kid: la guerra al Ford."

Cannibal dice: Un film adolescenziale tratto da un romanzo di John Green, l'autore di Colpa delle stelle, con protagonista la promettentissima ex modella Cara Delevingne?
Goduria totale e doppia. Oltre al fatto che io personalmente non vedo l'ora di vederlo, gioisco al solo pensiero che Ford possa guardarlo e patire dal primo fino all'ultimo istante le pene dell'inferno cannibalesco!
Ford dice: un film adolescenziale tratto da un romanzo di John Green, l'autore di Colpa delle stelle? Dovessi aver bisogno di un lassativo, ho il rimedio già pronto.
Sinister 2
(dal 3 settembre)
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"Zitto Ford che tu te la fai sotto persino con Scooby-Doo!"

Cannibal dice: Il primo Sinister era un horrorino ridicolo, banale e dal finale penoso, che aveva fatto paura giusto alle peggio mammolette come Ford. Questo sequel comunque racconterà un'altra storia con altri personaggi e altri attori e quindi sono fiducioso del fatto che difficilmente potrà fare peggio del precedente. Anche se, con gli orrori che ci sono in giro oggi e che puntualmente vengono esaltati dal mio blogger rivale, mai dire mai.
Ford dice: il primo Sinister, con tutte le sue imperfezioni, è stato uno degli esperimenti più interessanti dell'horror recente, eppure sinceramente dubito che questo sequel possa aggiungere davvero qualcosa ad una visione che parte male già in partenza.
Certo, rispetto alle proposte inutili del mio antagonista, tutto grasso che cola, ma a conti fatti, assolutamente evitabile.
Un'occasione da Dio
(dal 3 settembre)
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"Terrificante questo film consigliato da Ford!"
"E ci sono attori più cani di me, bau bau!"

Cannibal dice: Il titolo italiano rimanda a Una settimana da Dio e al suo spin-off Un'impresa da Dio, pellicole agghiaccianti che se Dio esistesse non avrebbe mai fatto esistere. Nonostante questo, Un'occasione da Dio è una pellicola britannica con Simon Pegg e Kate Beckinsale che con i quasi omonimi “colleghi” americani ha in comune giusto lo spunto di partenza e il titolo. Almeno spero.
Ford dice: io con Dio ho sempre meno a che fare ad ogni anno che passa.
Così come rispetto ai titolisti italiani e ad un film che, malgrado Simon Pegg, non lascia presagire nulla, ma proprio nulla, di buono.
The Visit - Un incontro ravvicinato
(dal 3 settembre)
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Lui ha appena avuto un incontro ravvicinato.
Con Mr. Ford.

Cannibal dice: Da non confondere con The Visit, l'imminente nuovo film diretto da M. Night Shyamalan. A questo punto ci si potrebbe chiedere perché i film si copiano i titoli l'uno con l'altro, ma rischierebbe di essere una domanda senza risposta, un po' come quella: “Perché a Ford i bei film non piacciono?”.
Questo documentario è inoltre firmato da Michael Madsen, ma non si tratta di “quel” Michael Madsen, quello di Le iene e Kill Bill, bensì di un omonimo danese.
Voglia di vedere questo film, saltami addosso!
Ford dice: documentario danese a metà tra l'inquietante ed il nerd legato a doppio filo agli alieni.
A meno che questi ultimi non si siano decisi a rapire Cannibal per sperimentare torture atroci su di lui, direi che non è la visione giusta per me.
Bolgia totale
(dal 3 settembre)
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"Che noia! Andiamo al cinema?"
"Va bene, basta che non andiamo a vedere un film consigliato da Ford,
altrimenti fissare il vuoto al confronto ci sembrerà uno spasso totale."

Cannibal dice: Pellicola italiana che vorrebbe essere un omaggio ai poliziotteschi degli anni '70 e che rischia di essere come un film a caso consigliato da Ford: una schifezza totale.
Ford dice: senza ombra di dubbio, questo film si prospetta come un qualsiasi film osannato come un Capolavoro da Cannibal: un abominio totale.
Storie sospese
(dal 3 settembre)
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"A Jake Gyllenhaal fanno scalare l'Everest, a me le colline del Monferrato...
Dannato cinema italiano!"

Cannibal dice: Altro film italiano, altra visione sospesa. A tempo indeterminato.
Ford dice: il Cinema italiano, purtroppo, andrebbe sospeso. Almeno al novanta per cento. Cannibal Kid, invece, tranquillamente al cento.

Minkions





(USA 2015)
Regia: Kyle Balda, Pierre Coffin
Sceneggiatura (?): Brian Lynch
Genere: bimbominions
Se ti piace guarda anche: Cattivissimo me, Cattivissimo me 2, Gli Incredibili, I Puffi


I Minions sono sempre esistiti.
Ancor prima della nascita del Cinema, con cui comunque hanno ben poco a che vedere, c'erano già. I Minions sono sempre stati i piccoli aiutanti non di Babbo Natale, bensì del cattivo più cattivissimo del momento.

Nella Preistoria, ad esempio, li si poteva trovare fianco a fianco con il temibile Tyrannosaurus Rex.


Sono quindi passati a dare una mano agli antichi Egizi.


I Minions sono quindi poi andati a “supportare” altri cattivissimi come il conte Dracula e Napoleone.
Hey, un momento. E Hitler?
Il film dei Minions intende sostenere che non è stato uno dei più grandi villain della Storia?
Gli autori dei Minions intendono sostenere che non è cattivissimo e quindi sono filo nazisti? Oppure l'hanno clamorosamente sottovalutato come cattivissimo e se lo sono scordati?


Di cattivo in cattivo, la Storia secondo i Minions arriva fino agli anni '60, dove il cattivone di turno è...
Richard Nixon, giusto?
No, sbagliato. L'ex presidente americano nella pellicola compare giusto su un manifesto promozionale, visto che verrà eletto soltanto nel 1969, mentre il film è ambientato nel 1968.


La cattivissima del periodo è allora tale Scarlet Sterminator che, nonostante il nome, non è la madre di Terminator, non credo almeno, e negli Usa non è nemmeno stata doppiata da Scarlett Johansson, bensì da Sandra Bullock.


Da noi invece ha la voce di... Luciana Littizzetto.
Una super cattivissima con la voce della Littizzetto?!? Sul serio?
Il doppiatore di Topo Gigio era troppo impegnato?


A “impreziosire” ulteriormente la versione italiana ci sono pure le voci della “collega” blogger Selvaggia Lucarelli e di Fabio Fazio.


Alla faccia di queste premesse tutt'altro che esaltanti, il pubblico italiano sta facendo la fila ai botteghini, proprio come successo nel resto del mondo, dove il film ha già superato quota 1 miliardo di dollari di incasso. Ad ingrossare le cifre del successo globale dei Minions devo ammettere che ci sono pure io anche se, diciamo pure questo, sono stato “costretto” dai miei nipoti a vederlo. Guardare loro alle prese con la visione è stato più divertente del film stesso, che è davvero una robetta difficile da apprezzare per un pubblico di età (fisica o mentale) superiore ai 6 anni. La trama è giusto un pretesto per mettere in azione i (più o meno) simpatici piccoli personaggi gialli. I dialoghi sono inesistenti, visto che i Minions parlano un linguaggio incomprensibile che è un misto tra inglese, spagnolo, qualche inserto italiano (O Sole mio) e parole dette del tutto a caso. All'insensatezza della loro parlata si aggiunge poi l'insensatezza di alcune situazioni, come l'inspiegabile potere ipnotico di un Minion. Di apprezzabile per un pubblico adulto c'è giusto l'ambientazione anni '60 in stile Mad Men e una colonna sonora che anch'essa fa molto Mad Men, non a caso tra i brani suonati c'è pure “I'm a Man” dello Spencer Davis Group, già usato anche nella soundtrack della splendida serie tv, oltre a canzoni di Beatles, Rolling Stones, Turtles, Donovan, Who, Box Tops, Jimi Hendrix, Kinks, Doors e molti altri.


Oltre alla soundtrack, c'è davvero ben poco da salvare. La pellicola è un delirio bambinesco che fa apparire dei capolavori i già non troppo esaltanti Cattivissimo me e Cattivissimo me 2, in cui i Minions facevano le loro prime apparizioni da comprimari. Se da comprimari facevano ancora la loro figura quasi divertente, e ho detto quasi, come protagonisti assoluti non reggono minimamente. Questa almeno è la mia opinione. Se chiedete invece un commento alla pellicola ai miei nipoti, vi risponderanno tutti esaltati: “Papaya!”, oppure “Banana!”. Cosa ciò significhi, dopo un'ora e mezza di visione, ancora mi sfugge. Mi sa che Minions è un film troppo complesso per la mia debole mente.
(voto 4+/10)

Nanni Moretti ne “La madre di Nanni Moretti”, un film di Nanni Moretti





Mia madre
(Paese di Nanni Moretti, 62 anni dopo la nascita di Nanni Moretti)
Regia: Nanni Moretti
Sceneggiatura: Nanni Moretti più qualcun altro
Cast: Nanni Moretti, la madre di Nanni Moretti, la sorella di Nanni Moretti, John Turturro, la versione italiana di Chloe Grace Moretz
Genere: Nannimorettiano
Se ti piace guarda anche: gli altri film di Nanni Moretti


Mia madre è l'ultimo film di Nanni Moretti in cui Nanni Moretti dirige Nanni Moretti con la partecipazione amichevole di Nanni Moretti in una pellicola prodotta da Nanni Moretti scritta da Nanni Moretti nata da un'idea di Nanni Moretti e forse pure di Stefano Accorsi che d'altra parte con Nanni Moretti aveva già lavorato in un film di Nanni Moretti con Nanni Moretti che qui con Mia madre è tornato a girare un film che guarda al cinema del Nanni Moretti del passato cercando di proporre un Nanni Moretti del futuro senza dimenticare il Nanni Moretti del presente e una gran parte della critica italiana questo nuovo film di Nanni Moretti l'ha trovato un film un po' troppo alla Nanni Moretti e ha detto “Ve lo meritate Nanni Moretti” e io proprio non ho capito come abbiano fatto a trovare questo nuovo film di Nanni Moretti con Nanni Moretti troppo alla Nanni Moretti visto che nei circa 100 minuti di visione ci saranno almeno 12 secondi in cui Nanni Moretti non parla di Nanni Moretti e quindi come fanno a dire che c'è troppo Nanni Moretti?
Questo film parla infatti anche della madre di Nanni Moretti e della malattia della madre di Nanni Moretti che non si sa bene quale sia il tutto visto attraverso gli occhi di Nanni Moretti alle prese con la malattia della madre di Nanni Moretti e se proprio vogliamo trovargli un difetto è che Nanni Moretti come interprete è un po' limitato visto che fa sempre la parte di Nanni Moretti recitata in uno stile alla Nanni Moretti che cerca di fare bene il ruolo del Nanni Moretti e in questo è simile a Roberto Benigni che fa sempre il Roberto Benigni anche quando legge Dante Alighieri è sempre molto Roberto Benigni mica come Nanni Moretti che legge solo libri su Nanni Moretti o al massimo sceneggiature scritte da Nanni Moretti come quest'ultima di Mia madre in cui non c'è solo Nanni Moretti ma attenzione perché c'è anche la sorella di Nanni Moretti interpretata dall'attrice feticcio di Nanni Moretti Margherita Buy impegnata in un ruolo che in pratica è la versione al femminile di Nanni Moretti che parla si muove si veste e ha persino la stessa pettinatura di Nanni Moretti.

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"Margherita, sul serio vuoi andare a vedere i Minions?
Guarda che se non vai a vedere il mio film te meno!"

Nanni Moretti per l'occasione ha ingaggiato pure John Turturro in un ruolo in cui io però avrei visto bene anche...
Nanni Moretti?
No, Margherita Buy, visto quanto è nevrotico.

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"Nanni Moretti, vorresti farmi indossare una maschera da Nanni Moretti, vero Nanni Moretti?"

Nella parte della figlia di Nanni Moretti Nanni Moretti ha invece ingaggiato una ragazzina che sembra...
Nanni Moretti?
No, sbagliato anche questa volta. Credete che una ragazzina possa sembrare Nanni Moretti?
No, lei sembra la versione italiana di Chloe Grace Moretz.

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"Guardate, c'è Chloe Grace Moretz! Fotografiamola!"
"Ma non sono Chloe Grace Moretz."
"Raga, allora ritirate subito i cellulari e lasciate perdere 'sta sconosciuta!"

Comunque non preoccupatevi, dato che questi sono gli unici due personaggi non troppo morettiani mentre gli altri sembrano degli alter-ego di Nanni Moretti persino la madre interpretata da Giulia Lazzarini. E ve l'ho già detto chi compare anche a un certo punto a sorpresa nell'ultimo film di Nanni Moretti?
Non lo direste mai ma c'è pure...

Nanni Moretti! Come avete fatto a indovinare?
Io non l'avrei mai detto e fortuna che e a me Nanni Moretti piace perché altrimenti sarei andato in overdose da Nanni Moretti e invece in questo film di Nanni Moretti con Nanni Moretti anche se sembra parlare solo di Nanni Moretti mi ci sono ritrovato perché è una pellicola in cui tutti si possono ritrovare e inoltre mi ha fatto ridere e mi ha fatto piangere e alla fine mi ha fatto molto piangere e per tirarmi su il morale adesso vado a scolarmi una bella birra. Indovinate di che marca?
(voto 8/10)

Il . sulle serie tv 2015: i telefilm comedy





Terza puntata del ripassone delle serie tv passate sui piccoli schermi di Pensieri Cannibali nel corso dei primi mesi del 2015.
Dopo i thriller e dopo i telefilm più o meno fantasy-sci-fi, oggi vanno in onda le comedy.
State pronti a ridere, ma anche a piangere visto che alcune sitcom non è che siano poi così spassose.

The Last Man on Earth

Phil Miller (Will Forte) è il più grande idolo sulla faccia della Terra. Non lo dico perché è anche l'unico uomo rimasto sulla faccia della Terra, ma perché è davvero un mito. Egoista, stupido, primordiale, sembra un Homer Simpson in carne e ossa. E poi non è che sia proprio l'unicounico uomo rimasto.

ATTENZIONE SPOILER
Se nel corso dell'episodio pilota Phil è solo soletto, ma è talmente un grande che a guardarlo non ci si annoia di certo, in quelli successivi arrivano via via altri personaggi. Compaiono alcune fanciulle, una bellissima (January Jones), una un pochino meno (Kristen Schaal) e anche altri uomini, tra cui il maledetto “freaking” Todd (Mel Rodriguez, visto anche in Better Call Saul).


Una serie originale, folle, fun-tastica. The last comedy on Earth.
(voto 7/10)

Continuerò a seguirla?
Certo, non vedo l'ora che inizi la seconda stagione!

Wet Hot American Summer

Per godersi al meglio la nuova serie comedy di Netflix Wet Hot American Summer: First Day of Camp sono necessari due requisiti fondamentali:
1) Apprezzare un certo di comicità americana assurda e nonsense.
2) Aver visto Wet Hot American Summer, film del 2001 mai uscito in Italia ma di cui sono stati resi disponibili i sottotitoli di recente proprio in vista dell'arrivo della serie tv.


Wet Hot American Summer: First Day of Camp è il prequel della pellicola. Laddove quella era ambientata nell'ultimo giorno di campeggio dell'estate 1981, questa serie in 8 veloci episodi da 25 minuti circa l'uno ci parla di come si è arrivati a quanto successo nel film. Serie e pellicola sono quindi legati in maniera profonda e questo è il limite del First Day, che non può essere gustato come prodotto indipendente, ma anche il suo pregio, visto che ripropone tutto ma proprio tutto il cast all-star del film. Rivediamo quindi divi oggi protagonisti di blockbusteroni come Bradley Cooper, Paul Rudd e Elizabeth Banks, insieme a Janeane Garofalo, Christopher Meloni, Molly Shannon, Ken Marino, la bella Marguerite Moreau, Joe Lo Truglio di Brooklyn Nine-Nine e la comica Amy Poehler, cui nella serie si aggiungono una serie di nuove guest-star speciali come Michael Cera, Jason Schwartzman, Lake Bell, Chris Pine, Kristen Wiig, “Weird Al” Yankovic, Josh Charles di The Good Wife e il trio delle meraviglie di Mad Men Jon Hamm + John Slattery + Rich Sommer.
Uno dei cast più incredibili e variegati nella storia delle serie tv ci regala un omaggio sincero e sentito a un piccolo cult della comicità demenziale americana. A tratti spassoso e geniale, a tratti gira un po' a vuoto, ci si poteva magari attendere qualcosina in più, ma come visione estiva scivola via che è un piacere. E poi è davvero uno spasso vedere degli attori tutti intorno ai 40 anni fare la parte dei 16enni come se niente fosse.
(voto al film 6,5/10
voto alla serie tv 6+/10)

Continuerò a seguirla?
Se mai faranno un nuovo prequel/sequel/remake o altro, sì.

Unbreakable Kimmy Schmidt
Kimmy Schmidt è una giovane che è stata tenuta sotto sequestro in un bunker per 8 anni insieme ad altre 3 donne da un pazzo psicopatico (Jon Hamm di Mad Men), che le ha convinte di tenerle in salvo mentre fuori era scoppiata l'Apocalisse. È lì dentro che la povera Kimmy è cresciuta e ha passato la sua adolescenza, fino a che finalmente non è stata liberata.


Sembra lo spunto iniziale per un thriller o per un drammone deprimente, invece no. È l'inizio di una delle comedy più spassose degli ultimi tempi. Non tutte le battute vanno a segno, non sempre si ride a crepapelle, però Unbreakable Kimmy Schmidt è una serie davvero simpatica che, oltre a far sorridere, riesce a creare un notevole coinvolgimento che è difficile trovare nei prodotti comici. Merito dell'ingenua, ma non troppo, protagonista interpretata da una efficace Ellie Kemper, rossa già vista in Le amiche della sposa, e di una serie di comprimari spassosissimi, come la superficiale Jane Krakovski, la fulminatissima Carol Kane, la teenager anti-Kimmy Dylan Gelula e soprattutto l'esilarante Titus Burgess, aspirante attore/cantante/celebrità gay.


Anche in campo comedy, Netflix ha tirato ancora una volta fuori un prodotto capace di creare dipendenza e di far venire voglia di divorare un episodio dopo l'altro. I binge-watchers sono avvisati.
(voto 7/10)

Continuerò a seguirla?
La seconda stagione arriverà nella primavera del 2016 e di certo non me la perderò. Anche dovesse venire per davvero un'Apocalisse.

Younger

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"Certo che quella Hannah Montana è molto più zoccola di me!"
"Lo so, Lizzie McGuire, lo so."
Younger è una serie mooolto anni '90. Non a caso l'ideatore è un certo Darren Star, l'uomo dietro a prodotti come Beverly Hills 90210 e Sex and the City. La vicenda alla base dell'intreccio narrativo è presto detta: la simpatica Sutton Foster, già protagonista della sottovalutata e troppo prematuramente cancellata Bunheads - A passo di danza, è una quaranteen, ovvero una quarantenne che si spaccia per ventenne pur di avere un posto di lavoro in una prestigiosa casa editrice, in cui si troverà fianco a fianco con l'ex teen idol Hilary Duff. Da qui nascono una serie di situazioni più o meno divertenti e più o meno già viste giocate sull'eterno tema del conflitto di età. Niente di memorabile, però carino caruccio.
(voto 6+/10)

Continuerò a seguirla?
L'ho abbandonata a malincuore dopo 5/6 episodi per mancanza di tempo, ma non mi spiacerebbe proseguirla, anche perché è arrivata la conferma di una seconda stagione.

Significant Mother

Mamma mia, le MILF, Dio le benedica!
Per chi non lo sapesse le MILF sono le Mother I'd Like to Fuck, in italiano le mamme scopabili. Bene. Una serie che vede la MILFona Krista Allen protagonista di una storia di sesso e forse anche d'amore con il BFF (Best Friends Forever), ovvero il migliore amico di suo figlio potrebbe essere lo spunto per una comedy esilarante e sexy. Invece, niente di tutto questo. Oddio, un po' sexy lo è, visto che Krista Allen, ex attriciona di Baywatch, è in splendida forma. Esilarante invece non lo è per niente. E per una sitcom non è un difetto da poco.
(voto 4/10)

Continuerò a seguirla?
Per Santa Krista Allen potrei fare uno sforzo e tentare di guardare il secondo episodio. O più probabilmente no.

Happyish
Una comedy dovrebbe ispirare simpatia, in teoria. L'unica cosa che mi suscita Happyish invece è odio. Sarà che il protagonista è Steve Coogan e io Steve Coogan non lo sopporto. O sarà che il Coogan ha la parte di un uomo di mezza età che lavora in un'agenzia pubblicitaria, però non sopporta le innovazioni e le nuove generazioni. In pratica, è una versione moderna e soprattutto sfigata, molto sfigata, di Don Draper di Mad Men. L'umorismo presentato dalle serie vorrebbe poi essere irriverente, perfido e magari perfino sovversivo, invece è solo un non-umorismo che non riesce a rendere happy e manco un pochino happyish.
(voto 4/10)

Continuerò a seguirla?
No, e se anche avessi avuto la tentazione (non credo) per fortuna Showtime l'ha già cancellata.

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"Ecco cosa ne penso di questa recensione."

Sex&Drugs&Rock&Roll

Come in Happyish, anche in questo caso il protagonista Johnny Rock è un vecchio, pardon un uomo di mezza età, acido e incapace di stare al passo con i tempi. In questo caso il risultato è un pochino migliore, visto che si parla di rock'n'roll ma, considerata la tematica, era lecito aspettarsi qualcosa di meglio. Molto meglio. Sex&Drugs&Rock&Roll è invece un frullato di luoghi comuni su una rockstar caduta in disgrazia già visti in un sacco di storie a tematica analoga. Già dal nome, Johnny Rock più che un vero personaggio è uno stereotipo vivente. Manca la fantasia, mancano le battute, non basta citare Lady Gaga per apparire al passo coi tempi visto che Lady Gaga è già passata di moda, e persino le canzoni presenti, cantate dalla comunque promettente gnocca Elizabeth Gillies, non sono un granché. Se questo è il rock di oggi, il rock è sempre più morto.
(voto 5,5/10)

Continuerò a seguirla?
L'ho abbandonata dopo due episodi e ormai, come Jack Frusciante, sono uscito dal gruppo, pardon dalla serie.

Ballers
Ballers potrebbe stare per footballers, visto che i protagonisti sono delle ex star del football americano, oppure per ballisti, visto che sono dei cazzari bugiardi. Qualunque sia quella valida tra le due opzioni, la situazione non cambia: questa non è una serie valida. È una specie di incrocio senza personalità tra Friday Night Lights ed Entourage, che ci mostra come anche la vita dei ricchi e famosi sia piena di magagne. Che tristezza. Anzi no, è una comedy e dovrebbe far ridere, solo che non ce la fa. Così come nemmeno The Rock ce la fa. A recitare, intendo.
(voto 5/10)

Continuerò a seguirla?
Non credo proprio.

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"Pronto, Minions?
Ci pensate voi a menare Cannibal Kid? Io gli farei troppo male..."

Togetherness

Negli ultimi tempi negli ambienti indie tirano un casino le storie di quaranteenni, i 40enni in crisi d'identità. Meglio ancora se sposati. Si vedano l'ultimo deludente film di Noah Baumbach Giovani si diventa, oppure serie come Married o questa Togetherness. Un telefilm che sembra sempre lì lì sul punto di esplodere, e poi invece niente.
(voto 5,5/10)

Continuerò a seguirla?
Ho guardato le prime 4/5 puntate sperando che mi prendesse, ma ormai ho rinunciato.

Fresh Off the Boat

Fresh Off the Boat è una sitcom fresca. Per lo meno se fossimo ancora negli anni '90, il decennio in cui è ambientata. Trasmessa oggi, questa comedy incentrata su una famiglia asiatica che insegue l'American Dream appare più come un prodotto retrò. Niente di nuovo sotto al sole dei sobborghi americani, visto che siamo dalle parti di un incrocio taiwanese tra Suburgatory e Modern Family, però si lascia guardare con piacere. In mezzo a tante sitcom tragiche, più che divertenti, non è poco.
E la diabolica madre del protagonista poi è favolosa!
(voto 6/10)

Continuerò a seguirla?
Per mancanza di tempo e abbondanza di concorrenza seriale non credo di seguirla regolarmente, ma se mi capita sott'occhio qualche episodio lo vedrò più che volentieri.

The Brink

La comicità americana di solito la apprezzo tutta, da quella più volgarotta alla American Pie a quella più intellettualoide alla Woody Allen/Lena Dunham, passando per quella più assurda e grottesca stile Andy Samberg o Wet Hot American Summer. C'è però un sottogenere che non riesco proprio a farmi piacere: quello della satira politica. Salvo rare eccezioni come il film The Interview, è qualcosa di troppo americano persino per me. Così come anche l'altra recente (e noiosa) serie tv con John Goodman Alpha House, The Brink va a scherzare sul mondo della politica a stelle e strisce, in questo caso con un'ambientazione divisa tra USA e Pakistan. Di recente ho abbandonato persino il pur divertente Veep e di questo nuovo The Brink con un Jack Black ormai sempre meno comico sinceramente non so che farmene.
(voto 5/10)

Continuerò a seguirla?
Non c'ho voglia!

Apologia di Roma - Bangkok






A me i tormentoni estivi mica piacciono. Qualcuno sì, però più che altro quelli del passato tipo la geniale “Vamos a la playa” dei Righeira che quando era uscita ero troppo piccolo, avevo tipo 1 anno, perché mi potesse frantumare le palle. Anche perché non so manco se mi si erano ancora sviluppate.

Il vero tormentone dell'estate 2015 si è rivelato, ancor più di quella latinata-americanata di “Nel sole” di Al Bano Soler... intendevo “El mismo sol” di Alvaro Soler e ancor più di “Canzone scritta apposta per passare in radio d'estate” di Jovanotti, “Roma - Bangkok” di Baby K con Giusy Ferreri. E a me questa canzone piace. Non al punto che mi comprerei il disco - anche perché chi diavolo li compra ancora i dischi? - però mi piace. Questo nonostante sia un tipico tormentone estivo e, come detto, io schifo i tormentoni estivi, come d'altra parte un po' tutti li schifano e allora poi com'è che tutti li ascoltano?
E questo nonostante Baby K come rapper non sia certo Eminem, né Biggie, né 2Pac, ma manco Nicki Minaj.
E questo nonostante la voce di Giusy Ferreri sia gradevole quanto quella di un rospo che ha ingoiato un minion.
E questo nonostante ci siano alcuni versi della canzone che proprio non hanno senso. Baby K ad esempio dice: “Vestiti in fretta perchè ho voglia di far festa, sai non importa il trucco, la bellezza è in testa”. Se credi davvero a una cosa del genere, allora perché nel video della canzone tu e Giusy siete più truccate dei protagonisti di Priscilla - La regina del deserto?


Nonostante tutti questi difetti, “Roma - Bangkok” è un pezzo estivo perfetto, perché mette una gran voglia di viaggiare, di trasferirsi tutti quanti a Bangkok, dove “la vita costa meno” e pazienza se ogni tanto scoppia una bomba. Questa vita ti sconvolge?
No, veramente a me sconvolge di più questa voce, e con questa intendo quella di Giusy Ferreri.
Anche a voi che la canzone non piace, so che siete numerosissimi e avete tutte le ragioni del mondo per detestarla, dovrete comunque ammettere una cosa. Persino voi mentre la ascoltate avrete voglia di viaggiare, di andare via, di scappare fino a Bangkok. Se non altro lì non sarete costretti a sentirla passare cento volte al giorno in radio, in tv e all'Esselunga dove probabilmente era tornata a lavorare la Giusy prima del successo di questo pezzo.

Southpaw - L'ultima sfiga





Southpaw - L'ultima sfida
(USA 2015)
Titolo originale: Southpaw
Regia: Antoine Fuqua
Sceneggiatura: Kurt Sutter
Cast: Jake Gyllenhaal, Rachel McAdams, Forest Whitaker, Oona Laurence, 50 Cent, Rita Ora, Naomie Harris, Miguel Gomez, Skylar Brooks, Beau Knapp, Victor Ortiz
Genere: boxaiolo
Se ti piace guarda anche: 8 Mile, Million Dollar Baby, Karate Kid, The Fighter, Sons of Anarchy, Kingdom

Benvenuti gentili spettatori al Madison Square Garden di Casale Monferrato City. È da qui che trasmettiamo quello che si preannuncia uno degli incontri più spettacolari e sanguinosi di sempre: il film Southpaw - L'ultima sfida contro...
tutti!

Round 1
Southpaw contro le aspettative

Le aspettative nei confronti di Southpaw sono davvero alle stelle, almeno qui su Pensieri Cannibali. Il protagonista è infatti l'idolo di casa nonché campione in carica Jake “Donnie Darko” Gyllenhaal, accompagnato dall'amata Rachel McAdams e dal Forest Whitaker ancora oggi osannato per Ghost Dog. Ciliegina sulla torta: Eminem ha curato la parte hip-hoppara della colonna sonora, regalando per l'occasione un paio di brani composti appositamente. Troppo hype cannibalesco per una pellicola sola, troppo. E così lo scambio di pugni del primo round è vittima dell'emozione e finisce con un nulla di fatto.

Round 2
Jake Gyllenhaal contro se stesso

Jake Gyllenhaal in Southpaw offre un'altra prova maiuscola. Ormai la cosa non fa più nemmeno notizia. Non quanto il Papa che va a cambiare gli occhiali, almeno. Per l'occasione, Gyllenhaal ha rispolverato il fisicaccio tutto muscoli e niente cervello già esibito in Prince of Persia - Le sabbie del tempo, forse il suo film peggiore. Questa volta però l'attore sfoggia anche numerosi tatuaggi. Dopo tutto siamo pur sempre in una pellicola sceneggiata da Kurt Sutter, l'autore della fichissima e cattivissima serie tv Sons of Anarchy, e quindi Jake si è dovuto Jaxizzare. Grazie al nuovo look muscoloso & tatuato, e a una faccia piena di lividi che secondo me si è guadagnato facendosi pestare per davvero, l'attore sembra proprio un pugile appena uscito dal ghetto. E da una rissa. Il tutto accompagnato da qualche scatto d'ira/follia in tipico Gyllenhaal-style.
Jake si conferma così la più grande garanzia attuale di attore trasformista, insieme a Christian Bale. Johnny Depp, fatti in là! L'attore è riuscito comunque a superare persino la sua performance gigantesca nel recente Lo sciacallo - Nightcrawler?
Questo no, ma solo perché quella era davvero una prova da Oscar, per quanto poi ignorata dai veri Oscar. Gyllenhaal perde allora il confronto con se stesso, però giusto ai punti.

Round 3
Rachel McAdams contro le altre attrici fighe

Rachel McAdams la amo. La amo sempre di più. Per alcune attrici la cotta iniziale spesso con il tempo scema, con lei invece va al contrario. A ogni ruolo l'amore cresce. Dopo essere stata la cosa più luminosa di una seconda stagione di True Detective andata avanti tra luci e ombre, la McAdams pure in Southpaw fa la sua splendida figura. Splendidissima figura. A livello recitativo e a livello fisico, dove è più figa che mai e più figa di tutte le altre attrici in circolazione.
Il giudizio imparziale del giudice Cannibal Kid è: Rachel McAdams ha vinto. Ha vinto tutto.

Round 4
Kurt Sutter contro Hollywood

Una volta terminata dopo 7 stagioni la grandiosa serie Sons of Anarchy, pensavate che il suo autore Kurt Sutter sarebbe stato a casa a farsi le seghe?
Beh, probabilmente l'ha fatto. Per un po' di tempo. Poi si è stufato, si è rimesso al lavoro e ha tirato fuori dalla naftalina la sceneggiatura di Southpaw - L'ultima sfida. All'inizio il progetto era nato come una specie di sequel di 8 Mile e doveva vedere Eminem di nuovo impegnato davanti alla macchina da presa, utilizzando l'analogia tra il mondo della boxe e le sue vicissitudini personali. Le cose poi sono andate diversamente, il film è stato fermo ai box di Hollywood per qualche tempo, il rapper è rimasto nel progetto solo come rapper e il ruolo del protagonista è finito a Jake Gyllenhaal. Per quanto abbia apprezzato Eminem in 8 Mile, mi sa che è andata meglio così.
Kurt Sutter per l'occasione ha firmato una classica vicenda pugilistica?
Sì. E no. Sì può dire che la pellicola segua la classica parabola di un pugile tra alti e bassi, ed è vero. Allo stesso tempo, Kurt Sutter preme sempre sul pedale dell'acceleratore e dell'esagerazione. Il film ha diversi cambi di ritmo, ma riesce a catturare l'attenzione dal primo all'ultimo istante senza mai stufare e sì che su Pensieri Cannibali le storie pugilistiche di questo tipo stufano piuttosto in fretta.
In più, dopo appena mezz'ora, Kurt Sutter attesta subito un colpo da K.O., sebbene qualcuno possa giudicarlo più che altro un colpo basso.
ATTENZIONE SPOILER
Kurt Sutter, quel brutto figlio di buona donna, fa morire la moglie del protagonista, la magnifica Rachel McAdams. Dico, ma si può?
Per quanto l'abbia odiato per questa scelta, a livello narrativo è una svolta importante che getta il protagonista dalle stelle alle stalle. Tanto la sua vita era perfetta prima (carriera perfetta + moglie perfetta + famiglia perfetta), tanto sprofonda nel baratro dopo. Sarà anche un colpo sotto la cintola, però a livello drammaturgico è una svolta che funziona alla grande. Grande Kurt.
FINE SPOILER

Round 5
Eminem contro James Horner

Eminem ha ceduto la parte dell'attore protagonista a Jake Gyllenhaal, ma ha tenuto quella del rapper. Southpaw sfoggia così una colonna sonora molto hip-hopposa in cui spicca il potentissimo dubstep-rap “Beast” di Rob Bailer and the Hustle Standard, che Jake Gyllenhaal si ascolta nelle cuffie a inizio pellicola, più un paio di pezzi inediti composti appunto da Eminem: il duetto con Gwen Stefani dei No Doubt “Kings Never Die”, suonata sui titoli di coda, e il singolo di lancio “Phenomenal”. La prima volta che l'ho sentita ho pensato: “Ma che pezzo di merda hai tirato fuori, Eminem?”.
Ascoltandola per bene però ha cominciato a piacermi e adesso mi sembra un pezzo fenomenale. O quasi.



Le altre musiche originali del film, quelle non hip-hoppare, sono invece state composte dal compianto James Horner, recentemente scomparso in un incidente aereo. Ammetto di non essere un grande fan della sua produzione passata, e di non aver apprezzato le sue soundtrack più celebri come quelle di Titanic e Avatar, però qui ha fatto un lavoro eccellente, creando atmosfere molto delicate e toccanti.
Il confronto tra le due anime musicali della pellicola quindi per me finisce alla pari.

Round 6
50 Cent contro la recitazione

Se Eminem ha passato la palla o meglio i guantoni come attore, chi invece compare nel film è il collega 50 Cent, per 2 motivi:
1) Come rapper ormai non se lo fila più nessuno.
2) Ha un dannato bisogno di soldi, visto che di recente è finito al verde. Proprio come capita a un certo punto a Jake Gyllenhaal in Southpaw. Per 50 Cent inoltre non è certo la prima volta davanti alla macchina da presa. Dopo una serie di performance non eccezionali in film come Get Rich or Die Tryin', Twelve, Il cacciatore di donne e un recente evitabile cameo in Spy, ciò che sorprende è che il rappettaro offre qui la sua interpretazione migliore. Questa volta sembra quasi un attore vero.

Round 7
Rita Ora contro Antoine Fuqua

Altra presenza musicale della pellicola: la cantante Rita Ora, pure lei nei panni di attrice e pure per lei non è la prima volta in assoluto, visto che aveva già collezionato una manciata di piccole apparizioni in Fast & Furious 6, Cinquanta sfumature di grigio e nella serie tv Empire. In Southpaw compare giusto in una scena, come super tossica, ed è davvero convincente. Il regista Antoine Fuqua a questo punto avrebbe dovuto darle più spazio, maledetto!
In questo caso lo scontro l'ha vinto Antoine Fuqua, ma Rita Ora avrebbe meritato molto di più.

Round 8
Antoine Fuqua contro le schifezze action

Dopo aver esordito con Costretti ad uccidere e Bait - L'esca, Antoine Fuqua era diventato un pezzo grosso di Hollywood con l'ottimo Training Day, pellicola cazzutissima che ha rappresentato una ventata d'aria fresca all'interno del genere gangsta-thrilla. Fuqua sembrava così destinato a grandi cose, invece ha poi tirato fuori schifezzuole come King Arthur e Attacco al potere - Olympus Has Fallen, più una serie di action trascurabili che infatti ho trascurato. Adesso Southpaw rappresenta la sua occasione di riscatto e il regista non delude. Nelle scene sul ring Fuqua tira fuori una serie di ottime riprese, aiutato da un Jake Gyllenhaal scatenato & allucinato, mentre nelle parti più riflessive adotta un inedito (almeno per lui) stile delicato, senza comunque essere troppo ruffiano, grazie allo script di Kurt Sutter che avvicina la pellicola a Sons of Anarchy e ai drammi famigliari del protagonista Jax Teller.

ATTENZIONE SPOILER
Proprio come il protagonista del film, Antoine Fuqua riesce così a riscattarsi dal suo passato vergognoso e va a vincere di nuovo. Come ai tempi di Training Day.
FINE SPOILER

Round 9
Forest Whitaker contro gli altri maestri di vita
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"Forest, a inizio post abbracciavo Rachel McAdams e adesso te..."
"Questa è l'ultima lezione di vita che ho per te, Jake: la vita a volta è davvero grama."

Uno sui titoli di testa legge il nome di Forest Whitaker, poi si guarda il film e si chiede: “Dove cazzo è, Forest Whitaker? L'hanno eliminato dal montaggio finale all'ultimo? Antoine Fuque si è cimentato pure lui nello sport preferito di Terrence Malick?”. Invece no. Dopo un'oretta buona di pellicola Ghost Dog entra in scena e ha il ruolo del nuovo allenatore di Jake Gyllenhaal. Una parte a metà strada tra il Maestro Miyagi di Karate Kid e il Clint Eastwood di Million Dollar Baby, che lo fa inserire tra i maestri di vita che chiunque vorrebbe avere. O per lo meno che qualunque pugile vorrebbe avere.

Round 10
Southpaw contro gli altri film combattivi
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"Clint, sicuro di farmi combattere contro un uomo?"
"Tranquilla. Quel Gyllenhaal parla ancora con i coniglioni, lo batti come niente."

E a proposito di altri film sui combattimenti, Southpaw inevitabilmente va a scontrarsi contro le numerose pellicole similari. Da non fan del genere, devo dire che la pellicola regge il confronto alla grande con qualunque contendente io abbia mai visto. Non sarà mitico quanto Karate Kid, non sarà toccante come Million Dollar Baby, non sarà girato in una maniera fenomenale quanto Toro scatenato, però riesce a unire bene la parte strettamente pugilistica, relegata più che altro a inizio e a fine film, con una forte componente intimista e psicologica. Una cosa che non si vede poi così spesso nelle pellicole di questo tipo e che fa rientrare Southpaw tra i miei campioni assoluti del genere pugilistico, o se preferite boxaiolo.

Round 11
Southpaw contro le critiche
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"Ma non finisce più questo cazzo di post... volevo dire questo cazzo di incontro?"

Le critiche non sono state particolarmente benevole nei confronti di Southpaw. Pur avendo lodato la performance di Jake Gyllenhaal, in molti hanno parlato di una pellicola pugilistica troppo piena di stereotipi e di cliché. Per quanto io in genere i luoghi comuni li odi, trovo che qui lo sceneggiatore Kurt Sutter abbia saputo utilizzarli a suo favore, risputandoli fuori in una maniera efficace e personale. Non si tratta certo di una pellicola particolarmente originale o rivoluzionaria, però in compenso si inserisce all'interno del genere con una notevole dose di realismo, e soprattutto con un sacco di cuore. Quello che manca ai recensori che hanno stroncato Southpaw e che per quanto mi riguarda se ne possono andare al tappeto. E pure a fanculo.

Round 12
Southpaw contro Pensieri Cannibali
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"Certo che questo articolo lunghissimo m'ha davvero stordito."

Per quanto come detto le aspettative nei confronti della pellicola fossero altissime qui su Pensieri Cannibali, la visione si è rivelata assolutamente all'altezza dall'inizio alla fine...
Ehm, quasi fino alla fine.

ATTENZIONE SPOILER
Se c'è una critica che Pensieri Cannibali si sente di fare, pur non volendo aggiungersi al coro di recensori-stroncatori-cattivoni, è al finale. Un po' troppo scontato. Un po' troppo happy-ending. È vero che dopo tutte le sfighe che hanno colpito il personaggio di Jake Gyllenhaal e la sua povera figlioletta nel corso del film una conclusione positiva la si può anche accettare, però un'ultima sfiga ci sarebbe potuta stare e avrebbe reso Southpaw il drammone pugilistico de-fi-ni-ti-vo.
FINE SPOILER

Il verdetto finale
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"E' riuscito a leggere tutto il post, dall'inizio alla fine. E' lui il campione!"

Per quanto manchi il colpo da K.O. finale, quindi, Southpaw qui su Pensieri Cannibali vince ai punti. E vince bene.
Dal Madison Square Garden di Casale Monferrato City è tutto. Buona notte e buone botte.
(voto 7,5/10)


La recensione invisibile de Il ragazzo invisibile





Il ragazzo invisibile
(Italia, Francia 2014)
Regia: Gabriele Salvatores
Sceneggiatura: Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi, Stefano Sardo
Cast: Ludovico Girardello, Noa Zatta, Valeria Golino, Christo Jivkov, Fabrizio Bentivoglio, Assil Kandil, Filippo Valese, Enea Barozzi, Riccardo Gasparini, Vilius Tumalavicius, Vernon Dobtcheff, Kseniya Rappoport
Genere: eroico
Se ti piace guarda anche: Turbo Kid, Misfits, Kick-Ass, L'uomo senza ombra, Banana, Maicol Jecson


Il ragazzo invisibile è un film strano. Per gli standard italiani, almeno, visto che per il resto del mondo non rappresenta certo un qualcosa di così singolare. Non quanto un ragazzo invisibile. Che poi nemmeno quella è una cosa così particolare. Nella serie Misfits ad esempio aveva lo stesso potere Simon, quello interpretato da Iwan Rheon, o se preferite quello che si diverte a stuprare Sansa in Game of Thrones. C'era poi stato L'uomo senza ombra, film stupidotto ma divertente con Kevin Bacon diretto da Paul Verhoeven, il regista campione dei film stupidotti ma divertenti. Ancor prima, secoli prima, c'era stato L'uomo invisibile, vecchio film tratto da un ancor più vecchio romanzo di H.G. Wells. E perché tutti o quasi gli scrittoroni importanti hanno sempre dei nomi con le lettere puntate? Devo per caso iniziare a farmi chiamare M.C.K. Goi per essere preso in considerazione sul serio?

In più, Il ragazzo invisibile è una pellicola supereroistica e cosa c'è di più abusato nel cinema contemporaneo se non la tematica supereroistica?
In Italia fa però specie vedere un film sui supereroi. Soprattutto, fa ancora più specie vedere una pellicola... adolescenziale.
Uoooooh, pazzesco!
Una pellicola adolescenzial/fanciullesca realizzata in un paese per vecchi come il nostro?
Incredibile più degli Incredibili, ma vero, e negli ultimi tempi si sta rivelando pure un trend in crescita, con Il ragazzo invisibile che si va ad aggiungere ai recenti piacevoli Maicol Jecson e Banana.

Chi poteva realizzare un'opera del genere nello Stivale se non Gabriele Salvatores? I suoi lavori spesso non sono del tutto riusciti, a volte non sono per niente riusciti, però il regista napoletano ha un occhio sempre parecchio rivolto all'estero, e non solo all'Italietta, un po' come un altro regista napoletano pure lui premiato con l'Oscar, Paolo Sorrentino.
Guardando alla cinematografia internazionale, questo Il ragazzo invisibile non appare quindi certo come una grossa novità. Allo stesso tempo comunque non ha molto da invidiare alle grosse produzioni americane supereroistiche e young adult in circolazione. Considerando come non possa competere contro i colossi d'Oltreoceano a livello di budget, Salvatores ha preferito usare gli effetti speciali il meno possibile, puntando più sulla loro invisibilità. D'altra parte per un film con un titolo e un protagonista del genere non poteva essere altrimenti. Se vogliamo proprio fare i pignoli, la pellicola è piuttosto carente sul versante del cast. Il giovanissimo protagonista Ludovico Girardello non se la cava male, però il suo volto non resta particolarmente impresso. Cosa che per essere il ragazzo invisibile magari è anche voluta. Valeria Golino e Fabrizio Bentivoglio non appaiono poi granché in parte, i volti internazionali come l'impronunciabile Vilius Tumalavicius ricicilato dal precedente mediocre film di Salvatores Educazione siberiana sono poco convincenti e la bimbetta Noa Zatta, la tipa per cui il protagonista sbava, è caruccia ma non è Chloe Grace Moretz.

Per quanto a livello recitativo i livelli siano bassini, per quanto la trama non rappresenti davvero niente di nuovo, il film si lascia seguire con piacere, regala un paio di simpatiche citazioni di Shining e una scena (quella della festa di Halloween) molto ben diretta da Salvatores. A tratti la pellicola è persino troppo infantile e “Giffoni style”, però fa piacere vedere realizzata per una volta dalle nostre parti una pellicola giovane, fresca, dal respiro internazionale e capace di uscire a testa alta a confronto con i più blasonati e costosi colleghi ammeregani. Nonostante il finale strizzi un po' troppo l'occhio alle saghe USA, con un finale aperto non solo a un sequel ma all'inizio di un'intera saga, Il ragazzo invisibile riesce a toccare tematiche abusate come il bullismo, la difficoltà di crescere, il rapporto con i genitori, la prima cotta etc. in maniera delicata e personale. In più si arriva alla fine della visione senza l'impressione di essere stati presi per il culo per 2 ore, come capita spesso con altri film supereroistici, e senza nemmeno l'impressione di aver assistito a qualcosa di memorabile, ma che comunque merita di essere visibile.
(voto 6+/10)

Il . sulle serie tv 2015: i telefilm drama





Ultima puntata con questa serie, o meglio miniserie, di post sulle serie tv andate in onda nel corso della stagione 2014/2015. Oggi toccaai drama, o comunque a quelle serie che non sono rientrate nei tre precedenti episodi, dedicati ai telefilm thriller, a quelli fantasy/mystery/sci-fi e alle comedy.
Non preoccupatevi, comunque, visto che la stagione tv 2015/2016 è già praticamente iniziata, con i primi pilot e i primi preair delle novità in circolazione in rete, quindi ci sarà presto modo di parlare ancora di serie televisive qui su Pensieri Cannibali.

Mr. Robot

C'è qualcosa di reale, in questo mondo? Quello che vedi davanti a te, lo puoi considerare davvero reale? Vivi circondato da persone finte, che fanno cose finte, comunicano attraverso social network e blog finti, passano tutto il giorno di fronte agli schermi di computer, iPhone, iPad, tablet e cellulari, mangiano cibi finti geneticamente modificati. E tu ne fai parte.
C'è allora una serie che devi seguire. Una serie che, in mezzo a tutte queste cose finte, dice cose vere. Parla di un hacker. Però non spaventarti. Non devi essere un hacker anche tu per poter apprezzare una serie come questa, che più che di un hacker parla di alienazione. Però non alienarti. Lo fa in una maniera accattivante, pur senza sforzarsi per nulla di essere accattivante. Così come il suo protagonista non fa nulla per risultare simpatico o fico e invece non puoi fare a meno che empatizzare con lui e fare il tifo perché riesca nella sua impresa. Quale impresa?
Cambiare il mondo.
Tra richiami a Matrix, Fight Club, Il sesto senso e American Psycho, Mr. Robot non sarà qualcosa di totalmente nuovo, eppure è la serie più nuova e attuale in circolazione. Parla del mondo di oggi e lo fa in una maniera così efficace da anticipare persino il mondo di oggi. Al punto che l'ultimo episodio l'hanno dovuto trasmettere con una settimana di ritardo rispetto al previsto, perché sarebbe dovuto andare in onda il giorno in cui in Virginia, nel mondo reale, un giornalista un pazzo ha ucciso una giornalista e un cameraman in diretta tv. Morte in diretta tv, proprio quanto capita nella puntata finale della prima stagione di Mr. Robot. Così si chiama la serie che devi seguire assolutamente. Chi è Mr. Robot invece non te lo dico. Lo scoprirai da solo. Ti dico solo che questa serie NON parla di robot. Parla di un hacker che vuole cambiare il mondo e se ce la farà o meno pure questo lo scoprirai da solo. Per intanto ti posso anticipare che sta cambiando il mondo delle serie tv.
L'unico limite che mi sento di segnalare è che i riferimenti musicali e letterari, oltre che cinematografici, sono talmente vicini ai miei che non c'è niente che mi abbia sorpreso del tutto. E' quasi come se fosse uscita dalla mia mente. E' quasi come se l'avessi potuta scrivere io, se solo fossi in grado di scrivere una serie.
Hey, un momento: e se l'avessi scritta io e poi me ne fossi dimenticato?
Hey, un altro momento: e se Mr. Robot in realtà fossi proprio io?
(voto 8+/10)

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"Dopo quest'opinione delirante un po' di fumo ci sta tutto."

Continuerò a seguirla?
Ci mancherebbe ancora che mi perda la seconda stagione, in arrivo nel 2016. La prima, per quanto grandiosa e con un paio di episodi a livelli eccelsi (il grandioso pilot e una quarta puntata talmente visionaria da essere degna di David Lynch), è sembrata giusto un antipasto e ha dato la sensazione che il meglio debba ancora venire. La stessa sensazione che si provava con Breaking Bad.
E a proposito di Breaking Bad...

Better Call Saul

Poteva essere il diludendo dell'anno. Forse il diludendo del secolo. Per diversi episodi ho avuto l'impressione che fosse proprio così. In giro avevo visto varie opinioni entusiastiche nei confronti dell'atteso spinoff del capolavoro Breaking Bad, ma sinceramente non avevo capito cosa c'era da gasarsi tanto. Nei suoi momenti migliori, Better Call Saul sembrava una brutta copia della serie “madre”. Nei momenti peggiori, Better Call Saul era una visione non brutta, però parecchio soporifera. Roba che al confronto The Walking Dead pareva un tourbillon di emozioni.
Saul, o meglio Jimmy, perché così ancora si chiamava, mi aveva talmente stufato che al sesto episodio ho persino abbandonato la serie. Ho detto “Basta!”.
Più di recente ho però deciso di dare una seconda possibilità a Jimmy, che una seconda possibilità non la si nega a nessuno, figuriamoci a un personaggio tanto idolesco, almeno ai tempi di Breaking Bad. Ho così ripreso in mano Better Call Saul parecchio sfiduciato e invece...
Mi sono divorato le ultime quattro puntate stagionali in men che non si dica. Anche Breaking Bad cresceva poco a poco, episodio dopo episodio e ancor di più stagione dopo stagione. Qualcosa del genere avviene anche con Better Call Saul. Mi sono dovuto armare di una pazienza infinita e superare la noia iniziale e poi qualche soddisfazione è arrivata. Nelle ultime puntate levitano parecchio i personaggi secondari. Non tanto l'inespressivo Mike (Jonathan Banks), quanto la bionda Rhea Seehorn e il fulminatissimo fratello di Jimmy, Michael McKean. Soprattutto, è il protagonista a venire finalmente fuori come personaggio ricco di sfaccettature, che esplodono nel suo splendido sclero al Bingo. Con l'ultimo episodio Better Call Saul mostra tutto il suo potenziale. Siamo ancora lontani dai livelli del migliore Breaking Bad, però alla fine sono riuscito a scorgere, almeno in parte, la bellezza di questa serie. Meglio tardi che mai.
(voto 7-/10)

Continuerò a seguirla?
Dopo la prima metà di stagione non l'avrei mai detto, anche perché ero troppo impegnato a dormire, ma adesso attendo la stagione 2 con una certa impazienza.

UnREAL
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"Vedete quello? E' Pechino Express.
Noi dobbiamo essere ancora più trash, intesi?"

Quest'anno per il titolo di guilty pleasure 2015 c'è un testa a testa davvero spietato. A contendersi il trono ci sono quella regale trashata di The Royals e il qui presente UnREAL. Cos'è UnREAL?
Una serie che ci scaraventa nel dietro le quinte della realizzazione di un reality-show. Uno di quelli in stile The Bachelor, in cui uno scapolo d'oro deve scegliere la sua donna ideale tra una vasta rosa di contendenti. Un gioco? Più che altro un gioco al massacro, mostrato qui in tutta la sua spietatezza. Perché UnREAL è sì una serie trash, ricca di risvolti soap, ma, mentre si ciba dei meccanismi da reality-tv, li risputa fuori con un'enorme ferocia e sembra il gemellino di un'altra delle serie più cattive degli ultimi anni: Dirt con Courteney Cox, ambientata nella redazione di una rivista di gossip.
In UnREAL il mondo dello spettacolo più superficiale viene fatto a pezzettini, in una maniera nemmeno tanto superficiale, da due protagoniste eccellenti: Shiri Appleby, che dopo Roswell e Life Unexpected centra una nuova grande serie, e Constance Zimmer, perfetta come showrunner senza scrupoli. Può sembrare UnREAL, ma questa trashata-noncosìtrashata, è una delle bombe dell'anno.
(voto 7,5/10)

Continuerò a seguirla?
Non vedo l'ora che nel 2016 arrivi la seconda stagione!

Bloodline

Bloodline è una serie che racconta di una famiglia, i Rayburn, che gestisce un'attività turistica in un'apparentemente paradisiaca isola delle Florida Keys. Sembra l'inizio di una serie famigliare estiva stile Summerland, invece è un thriller psicologico parecchio teso. Il difetto della serie è quello di avere ritmi spesso troppo blandi, per essere gentili e non dire sonnacchiosi. Il pregio è quello di essere graziato da interpretazioni eccellenti, in cui tra Kyle Chandler reduce da Friday Night Lights e la veterana Sissy Spacek, e guest star parecchio gradite qui su Pensieri Cannibali come quelle di Chloe  Sevigny e Mia Kirshner, spiccano soprattutto Linda Cardellini e un sorprendente Ben Mendelsohn. Quest'ultimo ha la parte della pecora nera della famiglia e in  quanto tale è lui a regalare le maggiori soddisfazioni. Beeeeeè (se non si era capito, questo voleva essere un belato).
(voto 7/10)


Continuerò a seguirla?
La prima stagione non è stata sempre convincente, però aspetto la seconda con una discreta curiosità.

Aquarius

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"Quel bel fiulin sarebbe il pericoloso Charles Manson??? Me lo immaginavo più dark-emo-gothic-metal!"
"Mi sa che fai confusione con Marilyn Manson..."

Anni '60. Charles Manson. Una colonna sonora da favola. Sembrano esserci abbastanza ingredienti per renderla una delle figate dell'anno. E invece...
Aquarius è proprio come guardare un acquario. All'inizio si rimane affascinati, poi che palle! A questa serie dalle tinte noir e dall'affascinante ambientazione 60s californiana mancano un cuore, uno stile originale che vada oltre lo scimmiottamento di Mad Men, e dei personaggi credibili. David Duchovny sembra capitato lì per caso e pare stranito manco fosse dentro un X-file. Gethin Anthony, proveniente da Game of Thrones e ottimo nell'indie-movie Copenhagen, nei panni del malefico Charles Manson non è che sia proprio in parte. I giovinastri Grey Damon (re delle serie teen visto in Friday Night Lights, Le nove vite di Chloe King, The Secret Circle, Twisted e Star-Crossed) e Claire Holt di The Vampire Diaries non c'azzeccano poi proprio niente con gli anni '60.
Poteva essere una delle figate dell'anno. E invece...
(voto 5,5/10)

Continuerò a seguirla?
L'ho abbandonata dopo 4/5 episodi, ma sono tentato di riprenderla. Se non altro per la spettacolosa sountrack. Anche se ormai stanno per iniziare le nuove serie 2015/2016 e quindi non credo di farcela.

The Astronaut Wives Club
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"Ma chissene dei nostri mariti.
Noi seguiamo la Cristoforetti su Twitter!"

Ancora anni '60?
Dopo Mad Men, Masters of Sex e il qui sopra menzionato Aquarius, la rappresentazione televisiva del decennio comincia a saturarsi. Così come la qualità comincia a calare prodotto dopo prodotto, fino a raggiungere i minimi storici con questo The Astronaut Wives Club.
Come può essere descritto in maniera magari superficiale, ma comunque veloce ed efficace?
The Astronaut Wives Club è un Desperate Housewives con protagoniste le mogli del primo gruppo di astronauti americani. Fine.
Vogliamo aggiungere ancora qualcos'altro?
Possiamo allora dire anche che è priva della classe di Mad Men, dei lampi di profondità di Masters of Sex e persino della coolness di Aquarius. Quello che resta è una rappresentazione dei 60s stereotipata. Si può darle un'occhiata giusto per il bel cast femminile, in cui spicca la cattivella Odette Annable, e per l'idea di usare in colonna sonora brani di gruppi attuali dal tiro anni '60. Per il resto, meglio mettere su il casco da astronauta e avventurarsi su qualche altro pianeta del ricco spazio televisivo.
(voto 4,5/10)

Continuerò a seguirla?
Naaah.

I (forse) fantastici quattro (e passa) film della settimana





Settimana di transizione nei cinema italiani. L'estate lascia lentamente spazio all'autunno e qualche pellicola dal buon potenziale si affaccia nei cinema, insieme a una manciata tra le più promettenti trashate dell'intera annata.
In compagnia dei miei imperdibili commenti e di quelli trascurabili per non dire esecrabili (parola del giorno) del mio blogger rivale Mr. James Ford, godetevi questa settimana di transizione. Anzi, di metamorfosi...

Fantastic 4 - I fantastici quattro
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Kate Mara, Miles Teller, Michael B. Jordan e, alle loro spalle, Mr. James Ford.

Cannibal dice: Di questo film ne parlano tutti male e negli Usa è stato un flop clamoroso. Da una parte la cosa mi fa piacere, visto che le pellicole supereroistiche mi hanno stufato più delle recensioni di Preacher su WhiteRussian. Dall'altra mi spiace, perché il cast è composto da una serie di promettenti giovani attori come Kate Mara, Miles Teller, Michael B. Jordan, Jamie Bell e Toby Kebbell. Considerando che io e il resto del mondo sui film sui supereroi (e non solo) spesso la pensiamo al contrario, chissà allora che non avvenga qualcosa del genere pure in questo caso. Anche perché mi rifiuto di credere che questo nuovo Fantastic 4 possa essere peggio di quello uscito una decina d'anni fa.
Ford dice: i Fantastici 4 sono sempre stati tra gli eroi Marvel che meno preferivo ai tempi in cui divoravo albi senza alcun ritegno, e nonostante un cast che prometteva molto bene pare che il risultato cinematografico per Reed Richards e soci sia stato anche questa volta disastroso.
Ovviamente lo guarderò, ma per evitare di incazzarmi troppo, con le aspettative davvero al minimo.

Dove eravamo rimasti
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"Di certo sono più rock di Ford, ma più vecchia di lui non credo ahahah!"

Cannibal dice: Dove eravamo rimasti? Eravamo rimasti a Cannibal Kid che è uno dei più grandi blogger in circolazione, mentre Ford arranca tra i peggiori. Quanto al film, il fatto che sia diretto da Jonathan Demme e sceneggiato dall'idola assoluta Diablo Cody lo pone subito in cima alle visioni della settimana. La presenza nel cast dell'insopportabile prima della classe Meryl Streep e addirittura di Rick Springfield, rockstar fallita che oggi vanta un unico fan (Mr. Ford) abbassano però, e di parecchio, le aspettative. Di Diablo Cody ho apprezzato tutto, da Juno a Young Adult, passando per la serie tv United States of Tara e persino per lo spernacchiato Jennifer's Body. Spero che questa non sia la prima delusione che mi regala.
Ford dice: io ho sempre voluto un gran bene a Jonathan Demme, Diablo Cody è rock, Rick Springfield mitico, eppure dal trailer di questo film posso trarre solo le conclusioni peggiori, ovvero che si tratti della solita, bieca operazione per spingere l'insopportabile Streep verso un'altra inutile nomination all'Oscar, giusto per fare presenza.
Credo lo lascerò al mio rivale, che penso possa detestare la vecchia Meryl anche più del sottoscritto.

Metamorfosi
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"Hanno girato un docufilm su un tamarro criminale tatuato e non si tratta di Ford?
Incredibile!"

Cannibal dice: Questo è il vero film della settimana. Il documentario sull'esperienza di Fabrizio Corona durante i servizi sociali si preannuncia come l'evento “cinematografico” più trash dai tempi del “film” Troppo belli con Costantino e quell'altro di cui non ricordo più il nome. La classifica del peggio dell'anno reclama una visione di questa pellicola, che così potrebbe dare del filo da torcere ai lavori con Schwarzy tanto osannati su WhiteRussian.
Ford dice: se non fosse che difficilmente muoverò anche solo un dito sulla tastiera per cercarlo, probabilmente questo si rivelerà il titolo horror più importante dell'anno.
Pensare ad un documentario incentrato su Fabrizio Corona è da brividi almeno quanto le valutazioni cinematografiche di Peppa Kid.

Self/less
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"Ford pensa che sia più cane persino di Stallone?
Ma quello sta male!"

Cannibal dice: Il regista Tarsem non mi piace. Il cast composto dall'inespressivo Ryan Reynolds, dal sopravvalutato Ben Kingsley e dalla pessima Natalie Martinez, che si è segnalata in negativo in serie come Under the Dome e Secrets and Lies, non mi piace. Ford non mi piace. E anche se quest'ultima cosa non c'entra niente, mi piaceva dirla.
Ford dice: ennesimo filmetto inutile di un regista che non mi ha mai coinvolto, con protagonista uno degli attori più cani del panorama statunitense che per l'occasione sfoggia una spalla illustre che, nonostante tutto, sotto sotto non ho mai sopportato.
Come se non bastasse, la trama sembra la solita mistura di generi un po'"do cojo cojo" ed il trailer non è accattivante neanche per sbaglio.
Ci manca giusto il Cannibale nel cast, ed il titolo di schifezza del mese è garantito.

No Escape - Colpo di stato
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"Pierce, come si fa a diventare un action hero?"
"E che lo chiedi a me???"

Cannibal dice: Owen Wilson in versione action hero mi sembra più improbabile di me in versione action hero. Questo thrillerone d'azione sfoggia inoltre nel cast l'odioso Pierce Brosnan e pare un'americanata grande come una casa. Si chiamerà anche No Escape, ma a me ha fatto venire una gran voglia di scappare. Manco ci fosse un Mr. Ford in avvicinamento.
Ford dice: Owen Wilson mi sta simpatico. Da sempre. Ma come action hero è quasi meno credibile del mio scomodo co-conduttore.
Trailer ancora una volta pessimo, Pierce Brosnan a peggiorare la situazione, roba di grana grossa per nulla divertente come piace a me.
Qui c'è da pianificare un escape con i fiocchi per evitarlo.

Sangue del mio sangue
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"Mi son gettata in acqua.
Almeno qua spero di essere al riparo dai film di Ford!"

Cannibal dice: Marco Bellocchio è un autore troppo fordiano per i miei gusti. Per quanto abbia anche fatto film validi come Buongiorno, notte, il suo ultimo Bella addormentata teneva però troppo fede al suo titolo e faceva davvero addormentare. Questo suo nuovo film in concorso a Venezia che “vanta” nel cast la solita Alba Rohrwacher lo lascio quindi alla visione del brutto addormentato, Mr. James Ford.
Ford dice: Bellocchio da queste parti è fortemente rispettato, avendo sfornato cose grandiose come Buongiorno, notte o L'ora di religione, nonchè uno dei più grandi film italiani degli ultimi trent'anni, Vincere.
Avendo raccolto le energie durante l'estate, direi che questa potrebbe essere la mia prima visione autoriale della nuova stagione.

Non essere cattivo
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"Tre!
E' il voto garantito da Cannibal se vede il nostro film."

Cannibal dice: Non essere cattivo, Cannibal. L'ambientazione anni '90 potrebbe rendere questa pellicola italiana quasi interessante, quindi eviterò di parlarne male. Come fare?
Non lo guardo, così non ne parlo proprio.
Ford dice: non essere cattivo, Ford. Smettila di bulleggiare Peppa Kid. È così piccolo, carino e coccoloso!
Come dici!? Posso scordarmelo!?
Sei davvero il più bruto dei bruti!

Ooh, Eden is a place on Earth





(Francia 2014)
Regia: Mia Hansen-Løve
Sceneggiatura: Mia Hansen-Løve, Sven Hansen-Løve
Cast: Félix de Givry, Pauline Etienne, Vincent Macaigne, Hugo Conzelmann, Zita Hanrot, Greta Gerwig, Brady Corbet
Genere: french touch
Se ti piace guarda anche: The Last Days of Disco, Party Monster, 54, La febbre del sabato sera

Bello ballo. Bello sballo. Bello ballo. Bello sballo. Bella balla. Bello sballo. Bella di Twilight balla. Il bello di Twilight si sballa. Bello ballo. Bello sballo. Be-be-be-be bello ballo. Bello sballo.
Nel film Eden si parla di musica da ballo. E di gente che si sballa. E di dj che mettono pezzi radical-chic. Unz unz chic. Unz unz unz chic. Unz unz chic. Unz unz unz chic.
È tutta una questione di ritmo. Tutto è ritmo. Tette e ritmo. Tutto è ritmo. Tette e ritmo. Nel film Eden si parla di tette e ritmo, tette e ritmo, tette e ritmo.
Le tette ci sono.
OH YEAH!
Il ritmo un po' meno.
OH NO!
Il ritmo anzi proprio per niente.
OH NOOOOOOU!

Tutto è ritmo, tranne questo film, che ti fa venire due maroni così, tranne quando compaiono i Daft Punk, come nella scena in cui suonano per la prima volta “Da Funk”, e la sequenza in cui si parla di Showgirls, perché ve l'ho detto: questo film è tutto tette & girls.

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"Certo che siamo proprio uguali ai veri Daft Punk!"
"Ma tanto chi li ha mai visti in faccia, quelli?"
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"Piacere, siamo i Daft Punk."
"Sì, bravi. E io sono Elvis Presley."

È ironico che il film si chiuda con una poesia di Robert Creeley intitolata “The Rhythm”, che va a terminare una pellicola che come difetto principale ha proprio la mancanza di ritmo, ma se il ritmo non c'è, bum bum check, le tette ci sono, piu del suono, più del suono, più del suono. Le ragazze sono intercambiabili, come i pezzi di un dj set, e tra loro pure Greta Gerwig c'è. Solo che il suo personaggio ha lo spessore di una sottiletta, e purtroppo lei non mostra manco una tetta. Per fortuna ci sono altre fighette che fan vedere le loro tette, perché questo film è solo tette niente ritmo. Solo tette niente ritmo. E nemmeno troppe tette e più tettine che tettone. Anche se tutto è ritmo. Proprio tutto è ritmo, tranne questo film sulla musica elettronica French touch, persino per me troppo radical-chic. Unz unz chic. Unz unz unz chic. Unz unz chic. Unz unz unz chic.


L'altro problema di questo film è che non c'è nessun film, non c'è nessuna storia, ciò che resta è solo noia. Il protagonista è un dj molto anonimo, manco veneziano ma parigino e se la tira mica pochino ma proprio un casino. Tutti i francesi ballan come scemi, son scoordinati peggio di Pamela Prati, quando faceva il Bagaglino e pure lei se la tirava un casino, però persino il Bagaglino era più ritmato di questo film senza fiato e senza niente da dire. Da Eden mi aspettavo un nuovo cult personale e invece ora voglio solo morire. Oh mon dieu questa pellicola è una delusione, se ne accorgerebbe pure un francesone.

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"Oh, ma com'è che si addormentano tutti guardando questo film?"

Perché tutto è ritmo. Proprio tutto è ritmo. Davvero tutto è ritmo. Tranne questo film senza ritmo, che si sviluppa nel corso di 20 anni, che passan lenti come 1000 anni. Sembra di vedere un Boyhood electro non girato in tempo reale, e il protagonista che quando è 20enne è uguale a quand'è 40 anne è una cosa troppo irreale. Meno male che a salvare in parte la baracca c'è la colonna sonora, che il resto del film si divora. Un film senza ritmo. Proprio senza ritmo. Se volete ritmo e tette, soprattutto tette, piuttosto guardatevi il porno di Belen, ma lasciate perdere questo Eden.
(voto 5/10)

Il fidanzato di mia sorella è un vecchio porco





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Il fidanzato di mia sorella
(USA 2014)
Titolo originale: How to Make Love Like an Englishman
Regia: Tom Vaughan
Sceneggiatura: Matthew Newman
Cast: Pierce Brosnan, Jessica Alba, Salma Hayek, Malcolm McDowell, Ben McKenzie, Duncan Joiner, Fred Melamed, Merrin Dungey
Genere: oldcom
Se ti piace guarda anche: Professore per amore, Words and Pictures, The English Teacher

Pierce Brosnan è fidanzato con Jessica Alba.
Hey, un momento. Non metto in dubbio che sia un uomo affasciante e tutto e per avere 60 mila anni e passa li porta ancora più che bene. In più porta pure con sé il fascino dell'ex James Bond. Una come Jessica Alba potrebbe però avere di mooolto meglio di un vecchio porco con quasi il doppio il triplo della sua età e potrebbe anche avere un James Bond in carica, mica solo un ex James Bond.

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"Io sposata con Pierce Brosnan?
Ma che stronzata di film!"

Non è comunque finita qua. Prima di sposare Jessica Alba, Pierce Brosnan incontra sua sorella Salma Hayek, senza sapere che è sua sorella, e tra loro due scatta un immediato colpo di fulmine. Una cosa tipica. Delle vita reale?
No, delle romcom.
A questo punto ci si potrebbe aspettare il più classico dei triangoli sentimentali e invece no. Se c'è una sorpresa che questo filmetto per il resto parecchio prevedibile riserva è questa. Non c'è un triangolo vero e proprio. Non subito, almeno.

ATTENZIONE SPOILER
Pierce Brosnan a questo punto sposa comunque Jessica Alba. Mica scemo. Salma Hayek è ancora un bel donnino e tutto, ma Jessica Alba è Jessica Alba, Cristoiddiosanto. Con lei ha anche un figlio e tutto sembra andare per il meglio, fino a che non scatta il tradimento. Non di lui, farfallone impenitente, magari proprio con la sua sorellona porcellona. No, no. L'adultera è lei. Una volta trasferiti sulla West Coast, lei comincia a canticchiare California here we come e si imbatte in, o meglio si fa sbattere da...
Ben McKenzie. Proprio il Ryan Atwood di The O.C. e così bye bye Pierce Brosnan. Vattene in casa di riposo, vecchio James Bond in pensione!


È solo dopo il divorzio da Jessica Alba che Pierce Brosnan si riavvicina a Salma Hayek, quando ormai non si può più parlare di triangolo vero e proprio. Chi si immaginava un'orgia tra Brosnan e le due calienti latine resterà quindi deluso. Parecchio deluso. Questa è infatti una pellicoletta parecchio politically correct, in cui il protagonista all'inizio viene tanto ritratto come un professore playboy alcolista britannico incapace di legami duraturi, ma poi alla fine sapete già come si concluderà la vicenda... Con uno dei finali più stucchevoli, per non dire vomitevoli, visti negli ultimi tempi.
FINE SPOILER

A rendere questa commedia romantico/esistenziale più cattivella ci pensa allora giusto la figura del padre di Pierce Brosnan, un Malcolm McDowell che non sarà più drugo, ma ha ancora parecchia perfidia da regalare al mondo. È lui il vero mattatore di questa fiera del volemose bene.

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"Bambino, non hai mai visto Arancia meccanica?"
"No, ma ho appena 5 anni..."
"Niente scuse: sei comunque uno zozzone del cinema!"

Per il resto Il fidanzato di mia sorella perde nettamente il confronto con una pellicola simile arrivata nei cinema italiani proprio di recente, Professore per amore, con uno Hugh Grant ben più a suo agio di Pierce Brosnan con il genere romcom. Se avete voglia di vedere all'opera un professore playboy alcolista britannico anzianotto incapace di legami duraturi, lasciate allora perdere 'sta roba e rivolgetevi all'usato garantito Grant.
(voto 5-/10)

La donna che visse due volti





(Germania, Polonia 2014)
Titolo originale: Phoenix
Regia: Christian Petzold
Sceneggiatura: Christian Petzold, Harun Farocki
Tratto dal romanzo: Le Retour des cendres di Hubert Monteilhet
Cast: Nina Hoss, Nina Kunzendorf, Ronald Zehrfeld, Trystan Pütter
Genere: non-thriller
Se ti piace guarda anche: La donna che visse due volte, Ida, Il segreto dei suoi occhi

Volete sapere qual è il segreto del suo volto?
No. Non ve lo dico. Non sono così bastardo...

E invece sì. Il segreto del suo volto è che alla fine si scopre che in realtà la protagonista è...
Keyser Söze.
Ebbene sì. Ve l'ho detto. Vi ho rovinato la visione del film. Buah ah ah!

In realtà, la vera rivelazione del finale è che...
Bruce Willis era già morto all'inizio del film.
Dite che, anche se ancora non l'avete visto, ne Il segreto del suo volto di sicuro non c'è Bruce Willis?
È vero. Avete ragione. La conclusione de Il segreto del suo volto non sarà sconvolgente quanto quella de I soliti sospetti o de Il sesto senso, però è un gran finale. Così come il film ha un ottimo inizio. Misterioso, avvolgente, con delle belle atmosfere noir. L'unico problema della pellicola sta nel mezzo.


Il segreto del suo volto (titolo originale: Phoenix, e va beh) è uno di quei film dai ritmi lenti. Molto lenti. A me in genere piacciono quei film. In questo caso si rischia però di superare il sottile confine tra “ritmi lenti” e “coma totale”.
In tanti hanno paragonato questa pellicola tedesca ai lavori di Alfred Hitchcock. Per quanto la storia sia ambientata al termine della Seconda Guerra Mondiale, non ci troviano dalle solite parti delle solite vicende belliche o post-belliche, quelle ad esempio affrontate nel non troppo riuscito Suite francese. È piuttosto una pellicola che mi ha ricordato il gioiellino polacco Ida ed è inoltre molto giocata sulla questione dell'identità, tra i lavori di Brian De Palma e La donna che visse due volte (Vertigo) appunto di Hitchcock. A mancare al lavoro firmato dal pur promettente Christian Petzold, che aveva già girato anche La scelta di Barbara, è la capacità dei colleghi di creare lo stesso tipo di tensione. Probabilmente è una scelta voluta. Questo non vuole essere tanto un thriller, quanto piuttosto un non-thriller. È un film giocato sui misteri, sugli inganni, su un'attrice ottima (Nina Hoss) che recita la parte di una donna che recita la parte di se stessa morta. O almeno, della se stessa che tutti credono essere morta in un campo di concentramento. Tutto chiaro, vero?


Di più non vi posso dire, se non che questo è un bel film, con un finale davvero potente ed efficace, eppure a livello emotivo non mi è entrato dentro più di tanto. È una di quelle visioni che ho apprezzato, più che amato. Altro davvero preferisco non rivelarvelo. A meno che non vogliate che vi spoileri tutto. Persino la conclusione.
Ve la spoilero?
Dai, ve la spoilero che non sto più nella pelle.
La grande rivelazione del finale de Il segreto del suo volto è che la protagonista in realtà è...
La madre di Luke Skywalker!
Non mi credete nemmeno questa volta?
(voto 6,5/10)

Guida galattica alle serie tv 2015/2016: le novità





Settembre, si ricomincia.
Con la scuola? Con il lavoro? Con la solita routine?
Sì, anche, ma soprattutto si ricomincia con le serie. Per quanto nel corso dell'estate non si può certo dire che siano mancati i telefilm da seguire, adesso sta per partire la nuova stagione tv, che promette di tirare fuori una miriade di prodotti. Un sacco sulla carta imperdibili, poi può darsi che la curiosità nei loro confronti svanisca dopo appena una manciata di episodi.
In ogni caso, stiamo per essere sommersi da un sacco di merda nuovi pilot e di nuove serie. Ecco quelle più attese qui su Pensieri Cannibali.


Top 10, le serie tv più attese da Pensieri Cannibali
(le date si riferiscono alla messa in onda americana)

10. Blindspot
(NBC, dal 21 settembre)
Una donna nuda ricoperta di tatuaggi viene trovata a Times Square e nessuno ha la più pallida idea di chi sia. Nemmeno lei lo sa. La fanciulla, una Jaimie Alexander parecchio sexy, non ricorda niente del suo passato. O almeno così dice.
Classica serie giocata su un mistero intrigante, non fosse che ci sono già decine di altre serie giocate su misteri intriganti sarebbe imperdibile. Dal pilot comunque sembra un prodotto piuttosto accattivante, peccato che la mia attenzione possa scemare parecchio in fretta...
Di cosa stavo parlando?



9. Limitless
(CBS, dal 22 settembre)
Il film con Bradley Cooper mi aveva gasato parecchio e mi aveva pure fatto venire una gran voglia di drogarmi. A quanto pare non ero l'unico a esserne rimasto colpito, visto che Lucy e Italiano Medio l'hanno scopiazzato alla grande si sono vagamente ispirati a esso. Riguardo a questa sua versione per il piccolo schermo ho un po' paura, considerando che il network CBS è spesso sinonimo di banali e perdibili serione commerciali, però la mia fiducia resta senza limiti. Almeno prima di aver visto il pilot.



8. Quantico
(ABC, dal 27 settembre)
Già descritto come una specie di Grey's Anatomy meets Homeland, o come un How to Get Away with Murder ambientato all'interno dell'FBI, questo Quantico potrebbe rivelarsi uno degli intrattenimenti trash più guilty pleasure dell'anno. Peccato che, senza il tocco di Shonda Rhimes, potrebbe anche essere solo una ridicola pagliacciata. Chissà...



7. Ash vs Evil Dead
(Starz, dal 31 ottobre)
Non sono mai stato un grande fan dei film de La casa, né di Sam Raimi, né di Bruce Campbell. Riguardo a questa serie revival nutrò però una speranza. Quella che possacompiere qualcosa di simile a Mad Max: Fury Road, ovvero esaltarmi partendo da una vecchia saga che in passato non mi aveva esaltato.



6. Jessica Jones
(Netlix, 20 novembre)

Le mie aspettative nei confronti di una serie supereroistica Marvel di norma sarebbero basse. Parecchio basse. Dopo la validissima Daredevil però questa nuova produzione Netflix, con per di più protagonista l'idola Krysten Ritter, potrebbe rivelarsi un'altra super sorpresa.

(trailer non ancora disponibile)

5. Heroes Reborn
(NBC, dal 24 settembre)
Heroes una decina d'anni fa era stato un mezzo cult. Non un cult totale, visto che dopo la prima ottima stagione non se l'era più filato quasi nessuno, me compreso, però all'inizio aveva rappresentato una bella boccata d'ossigeno all'interno del genere supereroistico. Chissà se questo revival riporterà l'attenzione ai livelli dell'esordio.



4. Lucifer
(Fox, dal 2016)
Questa serie che racconta di Lucifero disceso dagli Inferi sulla Terra, più per la precisione in quel di Los Angeles mica a Casale Monferrato, mi sapeva di gran porcatona. Poi ho visto il pilot, già disponibile in rete, l'ho trovato davvero spassoso e il protagonista è un idolo totale. E adesso, sorpresa sorpresa, mi attendo che questo possa diventare uno dei più goduriosi guilty pleasure del 2016.



3. Red Oaks
(Amazon, stagione completa disponibile il 9 ottobre)
Il pilot era stato trasmesso in streaming da Amazon già l'anno scorso e quest'anno finalmente hanno deciso di dare a questa serie teen ambientata negli anni '80 l'ordine per una stagione completa. E io non vedo l'ora di spararmela tutta in vena, pardon in binge-watching.



2. The Bastard Executioner
(FX, dal 15 settembre)
The Bastard Executioner è una serie storica ambientata in periodo medievale e nel cast “sfoggia” il pessimo Stephen Moyer di True Blood. Ce ne sarebbe abbastanza per farmi scappare a gambe levate, invece la mia curiosità è parecchio alta per via di un solo nome, quello del creatore. Non intendo il Creatore-Creatore. Intendo Kurt Sutter, già paparino di Sons of Anarchy e sceneggiatore di Southpaw. E in Kurt I trust.



1. Scream Queens
(Fox, dal 22 settembre)
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"Se non guardate la mia serie, sapete già quale parte del corpo vi taglio..."

Ryan Murphy è uno che sa come dare vita a una serie tv. Non sa magari come proseguirle e terminarle al meglio, però quando tira fuori qualcosa di nuovo, l'eccitazione è sempre alle stelle. Dopo Nip/Tuck, American Horror Story e Glee, ecco che arriva Scream Queens, un horror-comedy con un cast pieno di giovani divette pop capitanato da Emma Roberts. Di sicuro sarà una serie da urlo. Spero urla di gioia e di sano terrore, non urla di disperazione.



Già in onda

Fear the Walking Dead
(AMC, dal 23 agosto)
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Gli zombie non sono loro. Almeno credo...

I primi episodi non sono stati troppo esaltanti. Ma d'altra parte cosa ci si poteva aspettare da uno spinoff del mortalmente soporifero The Walking Dead?

Public Morals
(TNT, dal 25 agosto)
Serie poliziesca ambientata negli anni '60, non l'ho ancora vista ma mi sa tanto di versione poraccia di Aquarius. E già Aquarius non è certo il massimo...

Narcos
(Netflix, stagione completa disponibile dal 28 agosto)
Presto arriverà il mio post. Nel frattempo, dico solo: non perdetevela!

Hand of God
(Amazon, dal 4 settembre)
Nuova serie in bilico tra fede e blasfemia con protagonista Ron Perlman, reduce da Sons of Anarchy. Non ho ancora capito se mi piace o meno, ma continuerò a seguirla pregando mi possa convincere.

In arrivo ci sono anche...

Minority Report
(Fox, dal 21 settembre)

Dall'ottima pellicola sci-fi di Steven Spielberg non era semplice tirare fuori una serie tv che non facesse schi-fo. La Fox ce l'avrà fatta?
Il pilot non riesce a chiarire del tutto il dubbio, ma se non altro è meno peggio di quanto mi aspettassi ed è anzi piuttosto divertente.

Best Time Ever with Neil Patrick Harris (NBC, dal 15 settembre)
Life in Pieces (CBS, dal 21 settembre)
The Muppets (ABC, dal 22 settembre)
Rosewood (Fox, dal 23 settembre)
Blood & Oil (ABC, dal 27 settembre)
Grandfathered (Fox, dal 29 settembre)
The Grinder (Fox, dal 29 settembre)
Code Black (CBS, dal 30 settembre)
Benders (IFC, dall'1 ottobre)
Dr. Ken (ABC, dal 2 ottobre)
Casual (Amazon, dal 7 ottobre)
Truth Be Told (NBC, dal 16 ottobre)
Crazy Ex-Girlfriend (CW, dal 19 ottobre)
Wicked City (ABC, dal 27 ottobre)
Master of None (Netflix, 6 novembre)
Flesh and Bone (Starz, dall'8 novembre)
Into the Badlands (AMC, dal 15 novembre)
The Man in the High Castle (Amazon, dal 20 novembre)
Preacher (AMC, 2016)
Sneaky Pete (Amazon, 2016)

Possibili ciofeche
The Player (NBC, dal 24 settembre)
Angel from Hell (CBS, dal 5 novembre)
Chicago Med (NBC, dal 17 novembre)

Supergirl
(CBS, dal 26 ottobre)
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"Non male questo costume, però troooppo poco scollato!"

I fan delle serie supereroistiche alla Smallville probabilmente andranno in brodo di giuggiole con questa nuova Supergirl. Io invece ho visto la puntata pilota e mi è sembrata solo una supervaccata!


We Are Your Films





Attenzione gente perché questa si preannuncia come una delle settimane più cannibali dell'intera annata cinematografica! Una settimana lunga, che si apre con l'attesissimo docufilm dedicato ad Amy Winehouse e che prosegue con una serie di pellicole parecchio promettenti.
In attesa di scoprire se le aspettative saranno rispettate o meno, gustatevi i commenti miei e disgustatevi con i pregiudizi forniti dal mio blogger rivale James Ford.

Amy - The Girl Behind the Name
(dal 15 settembre)
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"They tried to make me go to Ford,
but I said: no, no, no!"

Cannibal dice: Dopo l'ottimo Cobain: Montage of Heck, ecco che arriva un altro documentario su un altro dei miei miti musicali assoluti. Dopo Kurt Cobain, tocca ad Amy Winehouse e so già che sarà un'altra visione intensa, emozionante e sofferta. Sofferta in senso positivo, non sofferta in senso brutto come una visita horror su WhiteRussian.
Ford dice: Amy Winehouse è stata senza dubbio uno dei volti più importanti della scena musicale degli anni zero, in grado di mettere quasi d'accordo perfino il sottoscritto e Peppa Kid. Sono curioso di scoprire cosa potrà essere raccontato di lei in questo documentario, quasi quanto delle sviolinate che tirerà fuori il mio rivale per l'occasione.
Inside Out
(dal 16 settembre)
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"Oh no, la scuola è ricominciata!
Stavo così bene a casa a guardare i film consigliati da Pensieri Cannibali..."

Cannibal dice: Non sono tra i più grandi fan della Pixar, chi mi conosce lo sa. Riguardo a questo nuovo Inside Out sono però sorprendentemente fiducioso e mi sembra che possa far tornare la casa d'animazione ai vertici toccati con Wall-E. Di cosa parla? Inside Out è una pellicola incentrata sulle 5 emozioni principali: gioia, tristezza, rabbia, paura e disgusto. Tutte emozioni che mi provoca leggere le parole del mio blogger rivale, tranne una. Indovinate quale?
Ford dice: ho sempre considerato la Pixar una delle realtà più importanti della Storia del Cinema d'animazione insieme allo Studio Ghibli. Negli ultimi anni, però, perfino Lasseter e soci hanno prestato il fianco ad operazioni commerciali che hanno evidenziato piccole crepe nella loro scintillante armatura. Inside out sarà una di queste ultime, oppure dimostrerà ancora una volta il valore di Pete Docter, già regista degli splendidi Monsters&Co e Up!, una delle punte di diamante del gruppo?
Le recensioni entusiastiche piovute da ogni parte troveranno conferma al Saloon?
A brevissimo la risposta a queste domande.
Per quanto riguarda Cannibal, non preoccupatevi: vi aspetta il solito, prevedibile post anti-Pixar con i paraocchi.
Via dalla pazza folla
(dal 17 settembre)
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"C'è un asino che vola...
Ah no, è un Ford che vola! Meglio sparargli."

Cannibal dice: Il nuovo film di Thomas Vinterberg è una BBC Production in costume tratta da un romanzo ottocentesco di Thomas Hardy che sembra proprio la visione ideale per la collega blogger Alessia Carmicino.
Lo avrei lasciato volentieri a lei, non fosse che l'ottimo cast capitanato da Carey Mulligan mi ha spinto a vederlo e...
A breve il mio post.
E intanto io fuggo via dal pazzo Ford!
Ford dice: Vinterberg mi è sempre piaciuto a corrente alterna, regalandomi in egual misura delusioni come il sopravvalutato Festen e cose magnifiche come Il sospetto. Sono molto curioso, dunque, di capire da quale lato della barricata si troverà Via dalla pazza folla, che almeno dal cast promette scintille come se piovessero.
Io, nel frattempo, vado incontro a quel pazzo di Cannibal sperando di dargli un paio di sonori calci rotanti.
Un disastro di ragazza
(dal 17 settembre)
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"John Cena mi ha portata a vedere un film consigliato da Ford...
ovviamente fa schifo!"

Cannibal dice: Judd Apatow è un regista che incredibilmente di solito mette d'accordo sia me che Ford. Cosa ancora più sorprendente, considerando come sia un regista comico e la mia idea di comicità sia parecchio differente da quella di uno che in genere ride solo alle battute geriatriche dei vecchi eroi d'azione anni '80...
Se a ciò aggiungiamo che la protagonista è la comica americana più promettente del momento, Amy Schumer da poco scoperta nella serie Inside Amy Schumer, potrebbe rivelarsi una delle visioni più divertenti dell'anno. Sempre che non si riveli un disastro di film.
Ford dice: Apatow, con la sua comicità di grana grossa da vero e proprio buddy, è uno dei pochi registi in grado di mettere d'accordo perfino due acerrimi nemici come me e Cannibal. Questo suo nuovo lavoro, scritto ed interpretato dall'interessante Amy Schumer, potrebbe addirittura compiere il miracolo di mantenerci sulla stessa lunghezza d'onda.
Anche se, di fatto, un'eventualità del genere è sempre un disastro, perchè priva noi e voi di sano e verace divertimento.
We Are Your Friends
(dal 17 settembre)
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"Questi pezzi che mi ha passato Cannibal spaccano un casino!
Devo ammettere però che anche quelli di Ford spaccano troppo... i maroni."

Cannibal dice: Dopo la cocente delusione di Eden, spero che la DJ culture possa avere un film come si deve. L'accoglienza negli USA è stata tutt'altro che esaltante, ma si sa che gli americani di musica elettronica ne capiscono quanto James Ford: un bel nulla!
Nel cast poi oltre a Zac Efron c'è anche Emily Ratajkowski, quindi la visione è più che d'obbligo. E no, Ford, anche se pure tu deciderai di vederlo: I am not your friend!
Ford dice: mi basta il trailer di questa robetta che sa di video musicale ipertrofico e di ennesimo spot delle Beats per non considerare neppure la visione. Lascio senza pensieri il pacchetto completo al mio rivale, che tanto in queste stronzate ci sguazza.
L'attesa
(dal 17 settembre)
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"Sono così radical-chic che Cannibal al confronto può considerarsi solo un dilettante."

Cannibal dice: L'attesa per questo film non è che si possa definire alle stelle. Eppure questa pellicola italiana con protagonista Juliette Binoche a Venezia è stata accolta piuttosto benino, il regista pare abbia uno stile molto Sorrentino, e l'attesa quindi è cresciuta. Giusto un pochino.
Ford dice: quest'anno posso dire di non avere affatto seguito Venezia, probabilmente mosso da una crescente voglia di dedicarmi al Cinema e alle recensioni senza farmi influenzare troppo da premi, grandi occasioni e via discorrendo.
Poi, certo, arriveranno le classifiche di fine anno, i pronostici per gli Oscar e Cannes, ed io sarò pronto a dire la mia, ma per adesso mi godo la pia illusione di fare quello che non bada troppo alla forma, e attendo tempi migliori anche per vedere questo film.
Per quanto riguarda Cannibal, invece, l'attesa di scoprire che possa aver imparato qualcosa di Cinema è vana.
Per amor vostro
(dal 17 settembre)
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"Io ho vinto la Coppa Volpi e Cannibal non s'è portato a casa manco un Macchianera Award. Questo sì che è stato un gran weekend!"

Cannibal dice: Altra pellicola italiana presentata al Festival di Venezia, pure questa ha fatto parlare più che altro per la sua protagonista. Valeria Golino non è che mi abbia mai esaltato troppo, ma per questo ruolo si è portata a casa la Coppa Volpi di miglior attrice del Festival. Una fordianata da parte della giuria presieduta da Alfonso “Gravity” Cuarón, o un premio davvero meritato?
Ford dice: ho sempre considerato Valeria Golino una cagna maledetta di prima categoria, sempre uguale a se stessa anno dopo anno e film dopo film. Non sarà certo la Coppa Volpi appena vinta a farmi cambiare idea, o spingermi a vedere questo film.
Rimandato a data da destinarsi.
Marguerite
(dal 17 settembre)
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"Vive la France et les Pensées Cannibales!"

Cannibal dice: Un film francese che per una volta non mi ispira manco da lontano. Questa è una notizia. L'altra notizia è che lo passo volentieri al mio blogger rivale, sperando si possa rivelare per lui una visione molto ostica. Anche se questa mi sa che non è una notizia poi così sorprendente...
Ford dice: Cinema francese sbolognato da Peppa? Potrebbe quasi essere interessante! Quasi.
Tutte lo vogliono
(dal 17 settembre)
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"Di cosa parla Tutte lo vogliono?
Di sicuro non di Ford."

Cannibal dice: C'è Vanessa Incontrada? C'è pure Giulio Berruti, già pessimo nel musicarello inglese Walking on Sunshine?
Se Un disastro di ragazza si preannuncia come uno dei film comici più divertenti del 2015, questo si preannuncia come uno dei film comici più tristi. Soprattutto perché come protagonista ha l'unico uomo sulla faccia della Terra capace di tirar fuori battute che fanno apparire spassose quelle di Mr. James Ford: Mr. Enrico Brignano.
Ford dice: io film come questo non li voglio più vedere in sala.
Almeno quanto non voglio più vedere Cannibal Kid imperversare nella blogosfera.

Guida galattica alle serie tv 2015/2016: i ritorni





In questi giorni ci sono un sacco di nuove serie in partenza sugli schermi televisivi americani, e di conseguenza anche sugli schermi dei nostri computer scrocconi. Non fossero però già abbastanza, ci sono anche tutte le serie “vecchie”, quelle già rodate di ritorno con le loro nuove stagioni. Armandoci di giornate da 48 ore l'una, o magari abbandonando lavori e vita sociale (che tanto non abbiamo), sarà possibile riuscire a seguirne per intero almeno qualcuna. Pensieri Cannibali vi consiglia di non perdere soprattutto questa decina (o meglio undicina), poi fate come meglio credete...

Top 10Top 11, i ritorni più attesi da Pensieri Cannibali
10. Scandal
(ABC, dal 24 settembre)
&
How to Get Away with Murder
(ABC, dal 24 settembre)
Shonda Rhimes è la regina del trash d'autore. Non solo per la sua creatura più celebre, Grey's Anatomy, ormai svaccata del tutto, ma anche per due dei più guilty tra i guilty pleasure televisivi oggi in circolazione: Scandal, sempre fighissimo, e How to Get Away with Murder, con una seconda stagione che proverà un'altra volta ad ammazzarci dalla tensione. E dal trash.

9. American Horror Story: Hotel
(FX, dal 7 ottobre)

E a proposito di trash d'autore...


In attesa di American Horror Story: Toilet (questa l'ho rubata a mia sorella), ecco che arriva American Horror Story: Hotel. La creatura di Ryan Murphy sempre meno horror e sempre più kitsch quest'anno vanta nel cast persino Lady Gaga e Naomi Campbell. Si preannuncia una gran bella porcata, però se non altro Hotel dovrebbe essere più divertente del Freak Show. Almeno si spera.

8. Homeland
(Showtime, dal 4 ottobre)

I vertici delle due prime grandiose stagioni sembrano ormai lontani, però Homeland alla quinta season continua comunque a essere una visione imprescindibile. Sembra poi che nei nuovi episodi ci possano essere riferimenti a: ISIS, Vladimir Putin, Charlie Hebdo ed Edward Snowden. Una roba leggera, quindi.

7. The Affair
(Showtime, dal 4 ottobre)

Sono davvero curioso di scoprire cos'avranno in serbo per noi "affaristi" gli sceneggiatori di The Affair per questa seconda stagione. La prima era una piacevolissima sorpresa e poteva vantare l'idea piuttosto originale di alternare i punti di vista dei due protagonisti. Ora che l'effetto novità è svanito, cosa si inventeranno?

6. Empire
(Fox, dal 23 settembre)
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"Ma quanto siamo sobri?"

Yo, yo, la nuova serie più seguita d'America della scorsa stagione tv torna con dei nuovi episodi che proveranno ad essere ancora più accattivanti e capaci di creare dipendenza dei precedenti. L'impero soap-hip-hop is back!

5. Fargo
(FX, dal 12 ottobre)
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Non è un fotomontaggio.
No, no.

Fargo è una serie antologica.
No, non la sto insultando. Significa che a ogni stagione cambia storia e personaggi. Come True Detective. Sperando però che, a differenza di TD, la stagione 2 sia al livello, e magari anche meglio, della prima. Considerando che nel cast c'è Kirsten Dunst, io sono molto fiducioso.

4. The Leftovers
(HBO, dal 4 ottobre)

La prima stagione aveva scatenato entusiasmi, quanto critiche feroci. Tra echi religiosi, gente sparita nel nulla e altra gente che fumava più che in Mad Men, The Leftovers sapeva come dividere il pubblico. E ho l'impressione che la seconda season, che promette parecchie novità e cambiamenti, farà altrettanto. Bene così.

3. X-Files
(Fox, 24 gennaio 2016)

A volte ritornano. Negli ultimi tempi quella di resuscitare vecchie serie tv è una moda sempre più consolidata. All'interno di questo revival del revival si inserisce ora la nuova mini-serie di episodi di X-Files in onda a inizio 2016. Devo ammettere di aver seguito le precedenti stagioni saltuariamente. D'altra parte sono andate in onda tra il 1993 e il 2001 e allora, oltre al fatto che ero ancora un bambinetto prima e un ragazzetto poi, non era mica come oggi che si possono recuperare tutte le puntate su Internet. In quell'epoca bisognava seguire la programmazione schizofrenica di Italia 1 e non era facile. I nuovi episodi però ho intenzione di gustarmeli tutti in rete. Alla faccia di Italia 1.

2. Gomorra - La serie
(Sky Atlantic, primavera 2016)
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"Genny, nu consiglio: sta senza pensier... cannibali."

In Italia la produzione delle serie funziona in maniera meno “industriale” rispetto agli Usa, dove ogni anno parte puntuale una nuova stagione. Per vedere i nuovi episodi di Gomorra - La serie, rivelazione del 2014, dovremo quindi attendere ancora un po', ma speriamo che nel corso della prossima primavera possano arrivare sugli schermi.

1. Les Revenants
(Canal +, 28 settembre 2015)

I cugini francesi a quanto pare sono ancora più lenti di noi italiani. La bellissimissima prima stagione di Les Revenants si era guadagnata il titolo di serie dell'anno di Pensieri Cannibali nel 2013. Da allora attendo che ritorni in vita con una seconda stagione e ora c'è addirittura una data di partenza: 28 settembre 2015 (e in Italia su Sky Atlantic il 29 settembre), quindi tra... pochissimo. Evvai!



Serie già ricominciate negli scorsi giorni

Switched at Birth (ABC Family, dal 24 agosto)
From Dusk Till Dawn: The Series (El Rey, dal 25 agosto)
Faking It (Mtv, dal 31 agosto)
Awkward (Mtv, dal 31 agosto)
You're the Worst (FXX, dal 9 settembre)
Z Nation (SyFy, dall'11 settembre)
Continuum (SyFy, dall'11 settembre)
The Mindy Project (Hulu, dal 15 settembre)

Nei prossimi giorni ripartono anche tutte queste

South Park (Comedy Central, dal 16 settembre)
The Big Bang Theory (CBS, dal 21 settembre)
Scorpion (CBS, dal 21 settembre)
NCIS: Los Angeles (CBS, dal 21 settembre)
Gotham (Fox, dal 21 settembre)
Castle (ABC, dal 21 settembre)
Fresh Off the Boat (ABC, dal 22 settembre)
NCIS: New Orleans (CBS, dal 22 settembre)
The Mysteries of Laura (NBC, dal 23 settembre)
The Middle (ABC, dal 23 settembre)
The Goldbergs (ABC, dal 23 settembre)
Modern Family (ABC, dal 23 settembre)
Law & Order: Special Victims Unit (NBC, dal 23 settembre)
Blackish (ABC, dal 23 settembre)
Nashville (ABC, dal 23 settembre)
Grey's Anatomy (ABC, dal 24 settembre)
Last Man Standing (ABC, dal 25 settembre)
Hawaii Five-0 (CBS, dal 25 settembre)
Blue Bloods (CBS, dal 25 settembre)
Once Upon a Time (ABC, dal 27 settembre)
The Last Man on Earth (Fox, dal 27 settembre)
Bob's Burgers (Fox, dal 27 settembre)
The Simpsons (Fox, dal 27 settembre)
Family Guy (Fox, dal 27 settembre)
Brooklyn Nine-Nine (Fox, dal 27 settembre)
Marvel's Agent of S.H.I.E.L.D. (ABC, dal 29 settembre)
Criminal Minds (CBS, dal 30 settembre)
Bones (Fox, dall'1 ottobre)
Sleepy Hollow (Fox, dall'1 ottobre)
The Blacklist (NBC, dall'1 ottobre)
Madam Secretary (CBS, dal 4 ottobre)
The Good Wife (CBS, dal 4 ottobre)
CSI: Cyber (CBS, dal 4 ottobre)
iZombie (CW, dal 6 ottobre)
The Flash (CW, dal 6 ottobre)
Finding Carter (Mtv, dal 6 ottobre)
Arrow (CW, dal 7 ottobre)
The Vampire Diaries (CW, dall'8 ottobre)
The Originals (CW, dall'8 ottobre)
Undateable (NBC, dal 9 ottobre)
Reign (CW, dal 9 ottobre)
The Walking Dead (AMC, dall'11 ottobre)
Manhattan (WGN, dal 13 ottobre)
Chicago Fire (NBC, dal 13 ottobre)
Kingdom (DirecTv, dal 14 ottobre)
The Knick (Cinemax, dal 16 ottobre)
Satisfaction (USA, dal 16 ottobre)
Jane the Virgin (CW, dal 19 ottobre)
Da Vinci's Demons (Starz, dal 24 ottobre)
Grimm (NBC, dal 30 ottobre)
Mom (CBS, dal 5 novembre)
Elementary (CBS, dal 5 novembre)

E, tra la fine del 2016 e il 2017, attenzione al ritorno di...
Twin Peaks
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"Non ce la faccio più ad aspettare, ueeeeeeeé!"

Self/less: bella la vita da Ryan Reynolds, o no?





Self/less
(USA 2015)
Regia: Tarsem Singh
Sceneggiatura: David Pastor, Àlex Pastor
Cast: Ryan Reynolds, Ben Kingsley, Natalie Martinez, Matthew Goode, Michelle Dockery, Victor Garber, Derek Luke
Genere: buddhanata
Se ti piace guarda anche: Adaline - L'eterna giovinezza, Lucy, Quel pazzo venerdì - Freaky Friday

DRIN DRIN DRIN DRIN DRIN DRIN DRIN DRIN DRIN DRIN
Yaaawn, ho ancora sonno!
DRIN DRIN DRIN DRIN DRIN DRIN DRIN DRIN DRIN DRIN
E smettila, maledetta sveglia!
DRIN DRIN DRIN DRIN DRIN DRIN DRIN DRIN DRIN DRIN
Ho capito, mi alzo, mi alzo. Solo che mi sento strano, questa mattina. Davvero strano. Mi sento meglio del solito. Mi sento come se fossi più fico del solito. Ho fatto anche dei gran bei sogni, 'sta notte. In uno c'era Scarlett Johansson. In un altro c'era Blake Lively. In un altro ancora c'erano tutt'e due. Solo che non sembravano sogni. Sembravano più dei ricordi. Va beh, andiamo a pisciare, va...
Hey, fermi un attimo: chi è quel tipo nello specchio?


Sembra... sembra quell'attore che ha fatto tutti quei film...
Oddio, adesso non mi viene in mente manco un titolo.
Ah sì, Maial College. Gran film, quello. Probabilmente il suo migliore.

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"Copriti gli occhi!
Forse Maial College non era poi così un gran film come ricordavo..."

Ne ha fatti anche tanti altri, solo che proprio non me li ricordo. Quello che ricordo di lui è che...
Era sposato con Scarlett Johansson da cui poi - folle! - aveva divorziato.


Per rifarsi si è però risposato con Blake Lively.


Quello che non capisco è cosa ci faccia quel tipo dentro il mio specchio...
Aspettate un attimo: ma quello sono io!
Sono diventato Ryan Reynolds, ecco come si chiama. Ecco come io adesso mi chiamo: Ryan Reynolds, evviva!
Come può essere successo?
Ah già. Stavo per morire e così ho contattato una misteriosa compagnia di “trapianti di corpi” che prometteva una vita dopo la morte. Una vita migliore della precedente, per di più. Ho così selezionato il modello di corpo in cui volevo vivere e ho scelto Ryan Reynolds e così ora sono Ryan Reynolds.
Bene, a questo punto c'è una sola cosa che devo fare: andare a casa dalla mia mogliettina Blake Lively e poi magari riallacciare anche i rapporti con la mia ex Scarlett, che magari ci sta una sveltina post-rottura.

Cerco su Google l'indirizzo di casa di Ryan Reynolds, cioè il mio nuovo indirizzo di casa e lo trovo: è a Los Angeles, California, USA. Un po' lontano da dove mi trovo ora, Casale Monferrato, Piemonte, Italia, ma inserendo la destinazione sul navigatore della mia auto dice che in 1 mese, 14 giorni, 17 ore e 24 minuti dovrei arrivare. Mi armo così di Santa Pazienza e mi metto al volante...
O forse faccio prima a prendere un biglietto aereo?
Vada per il volo aereo, dai.

Arrivo a casa di Ryan Reynolds, cioè la mia nuova casa. C'è la porta chiusa. Dannazione. Questo è un imprevisto che non mi aspettavo. Entro così di soppiatto da una finestra, grazie al mio nuovo atletico corpo da Ryan Reynolds e sento piangere. Blake Lively sta in lacrime di fronte a una foto di Ryan Reynolds. Io le arrivo in silenzio alle spalle e le grido: “Sorpresa!!!”.
Lei ha tipo un mezzo infarto e sviene. Quando riprende i sensi, la consolo e le dico che andrà tutto bene e cerco di portarmela a letto, ma lei è troppo shockata dal rivedere il maritino che credeva morto in vita e non sembra dell'umore giusto. Dannazione. Un altro imprevisto inatteso.
Per cercare di convincerla a darmela le racconto tutta la situazione per filo e per segno. Peccato che lei creda si tratti della trama di un film e si incazzi di brutto: “Anche tu stai girando una pellicola sull'immortalità? L'ho appena fatta io: Adaline - L'eterna giovinezza. Che fai, mi copi?”. E mi caccia di casa.

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"Ryan, vai viaaa!"

Mi reco così a trovare Scarlett Johansson. Lei mi chiede come sono messo con gli alimenti che devo passarle ogni mese, ma io replico: “Guarda che i miei film non se li fila nessuno e tu guadagni molto più di me. Sei tu che devi passarmi gli alimenti!” E così la ammutolisco. Dopodiché racconto pure a lei la storia di come sono finito nel corpo di Ryan Reynolds e pure lei si incazza: “Anche tu giri un film sull'immortalità? Ma l'ho già fatto io: Lucy. O almeno, credo trattasse anche il tema dell'immortalità. Non è che capito molto di cosa parlasse...”. Mi dice poi che secondo lei una pellicola con una trama sulla reincarnazione come quella che gli ho raccontato verrà di certo fuori una buddhanata, soprattutto se a girarla ci fosse un regista sopravvalutato come Tarsem Singh e un protagonista inespressivo come me, e in effetti come darle torto?


A questo punto ricevo una chiamata sul cellulare. È una certa Natalie Martinez. E chi cacchio è???
Blatera qualcosa sul fatto che ha scoperto che sono in vita, visto che il sito TMZ mi ha paparazzato prima insieme a Blake Lively e poi a Scarlett Johansson e dice che devo tornare subito a casa. A quanto pare sono sposato anche con lei. O meglio Ryan Reynolds lo è. Ma quante cazzo di mogli ha, questo corpo che mi sono comprato?


Un'altra chiamata sul cellulare: è Ben Kingsley. E che vuole, questo? Dirà mica che sono sposato pure con lui?
No. A quanto pare, vuole riavere il suo corpo. Cioè il mio corpo. Cioè il corpo di Ryan Reynolds. Sostiene di averlo comprato prima lui di me e dice che lo rivuole. Io non mi oppongo. Sarà anche fico e tutto essere Ryan Reynolds, però la sua vita è troppo complicata. Che se la tenga Ben Kingsley, basta solo che non mi dia in cambio il suo corpo, che non mi piace.

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"Ma come non ti piaccio?
Sono così cariiino!"

Torno alla compagnia dove effettuano i trapianti di corpi e specifico che mi va bene tornare in vita dentro qualunque corpo, tranne quello di Ben Kingsley. I medici mi dicono: “Sì sì, tranquillo. Ti diamo il corpo di un altro tra gli attori più fichi di Hollywood.” E così tranquillo mi addormento e mi sottopongo all'operazione.


DRIN DRIN DRIN DRIN DRIN DRIN DRIN DRIN DRIN DRIN
Yaaawn, ho ancora sonno!
DRIN DRIN DRIN DRIN DRIN DRIN DRIN DRIN DRIN DRIN
E smettila, maledetta sveglia!
DRIN DRIN DRIN DRIN DRIN DRIN DRIN DRIN DRIN DRIN
Che mal di testa. E mi sento molto pesante. Ieri sera avrò mica esagerato con i superalcolici?
Ah no, adesso ricordo. Mi sono sottoposto a un altro “trapianto di corpi”. Chissà quale corpo fico mi avranno dato questa volta, dopo Ryan Reynolds?
Tom Cruise?
O magari Michael Fassbender?
Vado allo specchio tutto emozionato e di fronte a me vedo il corpo flaccido di...
Johnny Depp grasso!


Ma NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!
(voto 5/10)

Nightmare - Vecchio incubo





Nightmare - Dal profondo della notte
(USA 1984)
Titolo originale: A Nightmare on Elm Street
Regia: Wes Craven
Sceneggiatura: Wes Craven
Cast: Heather Langenkamp, Robert Englund, Johnny Depp, John Saxon, Ronee Blakley, Amanda Wyss, Jsu Garcia, Lyn Shaye
Genere: da incubo
Se ti piace guarda anche: gli altri Nightmare

Freddy Krueger a me non ha mai fatto una gran paura.
Lo so a cosa state pensando, lo so: che sono una persona estremamente coraggiosa. Quello, o forse state pensando che sia una persona estremamente bugiarda. Qualunque sia la verità, in questo caso sto dicendo proprio la verità. Ho sempre trovato Freddy più comico che spaventoso. Sarà che sono cresciuto con le sue imitazioni, come quella fatta da Willie nei Simpson, prima ancora che con la pellicola originale, che ho recuperato poi più in là in età relativamente adulta. O sarà che da bambinetto i miei incubi erano già troppo impegnati ad essere infestati da un'altra creatura demoniaca: Bob di Twin Peaks.
Insomma, Freddy Krueger non mi ha mai fatto tutta 'sta paura.

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"1, 2, 3, Freddy viene per te."

AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!
Quel coso è Freddy Krueger?
Oddio che paura!!!
Ritiro tutto. Mi fa una paura fottuta. Quando sono sveglio no, però. Solo quando dormo.
Questo significa che ora sto sognando?
Sto sognando di scrivere un post su Freddy Krueger anziché sognare di fare all'amore con le protagoniste della serie tv Scream?
Ma che son scemo?
Questo sogno mi ha fatto venire voglia di riguardarmi Nightmare. Questo sogno, o anche il fatto che Wes Cravenè venuto a mancare pochi giorni fa e quindi mi andava di ricordarlo con quella che è la sua creatura più celebre e identificativa, visto che la saga di Scream la conosco già a memoria.
Sono così andato a rivedermi il primo Nightmare - Dal profondo della notte a qualche anno di distanza dalla prima visione e visto oggi fa un effetto un po' particolare. Da una parte è una pellicola troppo avanti. Il vero e proprio capostipite e modello di riferimento per gran parte dei miei amati teen horror che sono venuti in seguito. Come Halloween di John Carpenter, forse anche più di Halloween di John Carpenter. Scream dello stesso Wes Craven a tratti appare quasi una presa in giro ironica di Nightmare. Ultimo esempio: lo splendido It Follows, che in più di una scena lo omaggia, anche in maniera piuttosto esplicita. Si può quindi definire un film ancora oggi più che attuale e che non mostra troppe rughe.
Freddy Krueger: 30 anni e passa portati benissimo.
Insomma...

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Freddy Krueger in posa sexy per il magazine Playgirl.

Dall'altra parte continua a non spaventarmi un granché, questo Freddy. Fino a che non chiudo gli occhi. Se la visione di Nightmare scivola che è un piacere, anche nei suoi momenti più inquietanti e splatter, una volta che vado a dormire me lo ritrovo lì davanti. Con i suoi artigli e le sue filastrocche.

1, 2, 3 Freddy viene per te…
4, 5, 6 al sicuro non sei…
7, 8 il crocifisso tieni stretto…
8, 9 sta dormendo e tu sai dove…
8, 9, 10 apri gli occhi e poi muori…
(voto 7,5/10)


Nightmare - Nuovo incubo
(USA 1994)
Titolo originale: New Nightmare
Regia: Wes Craven
Sceneggiatura: Wes Craven
Cast: Heather Langenkamp, Robert Englund, Miko Hughes, Tracy Middendorf, Wes Craven
Genere: da sogno
Se ti piace guarda anche: gli altri Nightmare

Sono morto?
Sono in Paradiso?
Sì, figuriamoci, al massimo sono finito all'Inferno.
O forse sto sognando?
È questo il nuovo incubo di cui parla Wes Craven?
Probabilmente sono dentro a un incubo in cui continuo a scrivere sempre lo stesso post. Mi sembrava di aver terminato quello su Nightmare e invece sono ancora qui. Perché?
Perché, Dio, perché???

Dio: “Perché devi scrivere di Nightmare - Nuovo incubo, imbecille!

Ah, è vero. Grazie Dio!
Nightmare - Nuovo incubo segna il ritorno di Wes Craven al suo Freddy. Dopo che la saga era continuata con al timone altri registi, per una serie di sequel che continuano a mancare alle mie visioni, il settimo capitolo, oltre a vedere il comeback del suo autore, è anche qualcosa di differente dal solito seguito. Nightmare 7 è piuttosto una rielaborazione dell'immaginario di Nightmare in bilico costante tra realtà e finzione e tra realtà e sogno. O meglio incubo. In Nightmare 7 vediamo ritornare anche la protagonista dei primi episodi della saga, l'attrice Heather Langenkamp, il prototipo della ragazza-Craven, con quel suo volto da innocente brava ragazza americana che avranno anche le future fanciulle dell'universo craveniano, come Neve Campbell della saga cinematografica di Scream e Willa Fitzgerald della nuova serie televisiva di Scream, che tra l'altro ha chiuso con il botto, con un penultimo episodio girato alla grande da Ti West, uno dei più accreditati aspiranti al titolo di “nuovo Wes Craven”. Non per essere cinici ma, anche se è morto da appena pochi giorni, bisogna già cercare un suo erede. Niente male anche l'ultima puntata della prima stagione di Scream che ha svelato l'identità dell'assassino, senza dover aspettare settordicimila stagioni come ad esempio è successo con le Pretty Little Liars.
Le due attrici per altro si somigliano parecchio, al punto che non ci sarebbe da stupirsi se si scoprisse che in realtà Willa Fitzgerald è la figlia segreta di Heather Langenkamp.

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Heather Langenkamp
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Willa Fitzgerald

O comunque si assomigliano di più loro del Johnny Depp in Nightmare...


...e del Johnny Depp di oggi.


Nella serie tv Scream la madre di Willa Fitzgerald è interpretata dalla bionda Tracy Middendorf, che in Nightmare - Nuovo incubo aveva invece la parte della babysitter...
...babysitter tra l'altro di un bambino inquietantissimo, Miko Hughes, visto anche in Un poliziotto alle elementari e Codice Mercury.
Heather Langenkamp ha qui la parte di se stessa, l'attrice che è chiamata a reinterpretare Nancy nella saga di Nightmare ancora una volta diretta da Wes Craven, pure lui nel ruolo di se stesso, e a vederlo scende giù una lacrimuccia.

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"Credete davvero che sia stato il cancro ad uccidermi?
Ma va, è stato Freddy!"

Non sarà mitico quanto il primo capitolo, però Nightmare - Nuovo incubo è una pellicola estremamente interessante. Non il solito remake porcata, quanto piuttosto un elaborato gioco metacinematografico, che verrà poi ripreso da Wes Craven anche in Scream 3. Un film in cui non si capisce dove finisce la finzione del grande schermo e inizia la vita vera. Un po' come sta capitando a me adesso. Non so se sto scrivendo per davvero, o se sto solo sognando di scrivere e, se sto sognando, devo fare molta attenzione perché Freddy potrebbe venire a prendermi. Finché sono sveglio, non può farmi del male. Solo che non sono sicuro di essere sveglio...
C'è un tipo ustionato da troppe lampade e che avrebbe bisogno di una manicure che si sta avvicinando a me con aria minacciosa...
Hey, ma è proprio Freddy!


AAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!
(voto 7/10)
 


Questo post partecipa al Memorial Day in onore del grande maestro dell'horror Wes Craven insieme ai seguenti blog:

Il Bollalmanacco - Il serpente e l'arcobaleno 
Non c'è paragone - La casa nera
Mari's Red Room - L'ultima casa a sinistra
Scrivenny - Scream 
Combinazione casuale - Nightmare - Dal profondo della notte
WhiteRussian - Red Eye
Cinquecento Film Insieme - Scream 3 e 4
In Central Perk - Nightmare - Dal profondo della notte
Il Zinefilo - Dovevi essere morta
Montecristo - L'ultima casa a sinistra
Director's Cult - La casa nera

We are the losers





No. Nonostante la doppia nomination, anche quest'anno Pensieri Cannibali NON ha vinto ai Macchianera Italian Awards 2015, gli Oscar della rete. O qualcosa del genere.
Il premio di miglior sito cinematografico 2015 è andato a I 400 calci. Quello di miglior sito televisivo a TvBlog. Congratulazioni a loro!
Dopo questa concessione al politically correct e al buonismo più sfrenato, passiamo alla vera buona notizia: Pensieri Cannibali si è confermato al quinto posto tra i migliori siti di cinema, proprio come nel 2014, con 4.189 voti ottenuti. Segno che il blog e i suoi supporters sono sempre lì, e io voglio ringraziarli uno ad uno. Questo è solo un modo di dire. Non ho tempo per ringraziarvi uno ad uno, quindi accontentatevi di questo ringraziamentone collettivo, okay?
Volete vedere la classifica completa?
Ecco i numeri.

MIGLIOR SITO CINEMATOGRAFICO

1 I 400 calci 18.185 (numero di voti) 28,5% (percentuale di voto)
2 MyMovies 17.005, 26,6%
3 Cineblog 10.996, 17,2%
4 Movieplayer.it 5.011, 7,8%
5 Pensieri Cannibali 4.189, 6,6%
6 Friday Prejudice 3.490, 5,5%
7 Gli 88 Folli 1.985, 3,1%
8 Gli Spietati 1.180, 1,8%
9 Coming Soon 1.153, 1,8%
10 BadTaste 658, 1,0%

Pensieri Cannibali quest'anno parecchio a sorpresa era in corsa anche tra i migliori siti televisivi. Anche in questo caso NON ha vinto ed è arrivato sesto. Ancora più a sorpresa ha però ottenuto più voti in questa categoria che in quella cinematografica, addirittura 4.715. Cosa che mi fa riflettere. Il premio comunque alla fine è andato a TvBlog.
Vai di classifica.

MIGLIOR SITO TELEVISIVO

1 TvBlog 10.476 (numero di voti) 18,8% (percentuale di voto)
2 Subsfactory 9.478 17,0%
3 Davide Maggio 7.801 14,0%
4 Subspedia 5.838 10,5%
5 Serial Minds 5.078 9,1%
6 Pensieri Cannibali 4.715 8,5%
7 Telefilm Addicted 4.121 7,4%
8 Tv Serial 3.548 6,4%
9 BadTv 2.452 4,4%
10 SerialMente 2.214 4,0%

C'è in ogni caso ancora una buona notizia: Pensieri Cannibali ormai può essere considerato il Leonardo DiCaprio dei siti cinematografici. Lui ha avuto 5 nomination agli Oscar (4 come attore e uno come produttore) e non ne ha vinto manco uno. Io sono arrivato alla quinta candidatura ai Macchianera Awards e indovinate quanti ne ho conquistati?

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Leonardo DiCaprio quando ha saputo che I 400 Calci ha battuto Pensieri Cannibali

E allora a me, e ai comunque tantissimi che hanno votato per Pensieri Cannibali e che hanno votato per gli altri siti perdenti o che hanno un blog che non è stato nemmeno nominato, dedico questa variante del celebre brano dei Queen “We Are the Champions”:

We are the losers, my friends
and we'll not keep on fighting
till the end

We are the losers
we are the losers
no time for champions
'cause we are the losers of the Wooorld

Per par condicio, spazio infine anche ai vincitori, tra cui ci sono stati Lercio, Gianni Morandi, Radio Deejay, Yotobi, Zerocalcare, Beppe Grillo, Samantha Cristoforetti, Matteo Salvini e molti altri.

Miglior sito: Lercio
Miglior personaggio dell’anno: Gianni Morandi
Miglior rivelazione: Mamme che scrivono su Whatsapp
Miglior articolo: Cosa sapete della Grecia (fact cheking) – Goofynomics
Miglior community: Spinoza
Miglior presenza social: Samantha Cristoforetti
Miglior canale TV: DMax
Trasmissione più social: Masterchef
Miglior personaggio video online: Yotobi
Miglior sito televisivo: TvBlog
Migliore radio: Radio DeeJay
Migliore radio online: Querty
Miglior testata giornalistica: Il fatto quotidiano
Miglior testata online: Il Post
Miglior sito umoristico-satirico: Lercio
Miglior battuta: “Macchinista fa arrivare il treno in orario: denunciato per apologia di fascismo” (Lercio)
Miglior sito cinematografico: I 400 calci
Miglior sito musicale: Bastonate
Miglior sito letterario: L’apprendista libraio
Miglior sito fashion & beauty: Clio Make up
Miglior sito food: Giallo Zafferano
Miglior foodblogger: Chiara Maci
Miglior chef: Antonino Cannavacciuolo
Miglior sito di economia: Goofynomics
Miglior sito per genitori e bambini: Pianeta Mamma
Miglior sito educational: Wikipedia in italiano
Miglior sito tecnico-divulgativo: Tom’s hardware
Miglior sito politico-d’opinione: Beppe Grillo
Miglior sito LGBT: Gay.it
Miglior sito di viaggi: Turisti per caso
Miglior brand online: Amazon
Migliore web agency italiana: Doing
Miglior startup italiana: Stonex
Miglior disegnatore italiano: Zerocalcare
Miglior polemica online: Gattini vs Salvini
Miglior hashtag: #daunideadistefanoaccorsi
Peggior cattivo online: Matteo Salvini
Premio speciale “disputive advertising”: Fluid Next Sport

Se volete vedere le classifiche complete di tutte le categorie, voto per voto, potete fare un salto su Macchianera, dove trovate anche il video della serata di premiazione alla Festa della Rete.

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