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Independence Day – Degenerazione

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Independence Day – Rigenerazione
(USA 2016)
Titolo originale: Independence Day: Resurgence
Regia: Roland Emmerich
Sceneggiatura: Nicolas Wright, James A. Woods, Dean Devlin, Roland Emmerich, James Vanderbilt
Cast: Liam Hemsworth, Maika Monroe, Bill Pullman, Jeff Goldblum, Jessie T. Usher, Travis Tope, William Fichtner, Charlotte Gainsbourg, Joey King, Judd Hirsch, Angelababy, Vivica A. Fox, Sela Ward
Genere: schi-fi
Se ti piace guarda anche: Independence Day, Deep Impact, The Day After Tomorrow – L'alba del giorno dopo


Vi ricordate i tempi del primo Independence Day?
Non intendo il primo Giorno dell'Indipendenza in assoluto. Nessuno in vita è vecchio abbastanza per ricordarselo, forse giusto il mio blogger rivale Mr. James Ford. Intendo il primo film Independence Day. Sì, quello con Will Smith e gli Stati Uniti d'America che salvano tutto il resto del mondo da una fine brutale per mano di una banda di brutti alieni cattivoni. Non si sa bene perché il loro scopo nella vita fosse quello di annientare la razza umana, ma d'altra parte l'approfondimento psicologico non era certo uno dei punti di forza del film girato da Roland Emmerich.
Quali erano i punti di forza del film?

Non chiedetelo a me. Io l'ho sempre detestato e non ho mai capito il motivo per cui ha ottenuto così tanto successo. All'epoca andavano di moda i film catastrofici e questo li superò tutti, facendo veri e propri sfracelli ai botteghini mondiali. Sarà stato anche per merito di Will Smith, ai tempi irresistibile e lanciatissimo. Mica come adesso che, partecipazione a Suicide Squad a parte, al massimo viene invitato al Festival di Sanremo. Willy in quel primo memorabile film, se non ricordo male visto che quel film non lo ricordo quasi per niente, era il personaggio più simpatico e rendeva la visione, tra un'esplosione e l'altra, se non altro accettabile.

Cos'hanno deciso di fare allora quando hanno pensato di realizzare un sequel di Independence Day?
Togliere di mezzo l'unico personaggio simpa, esatto!
A dirla tutta, è stato l'attore a rifiutare di tornare in Independence Day 2, dicendo che era stufo di girare remake. Qualche mese più tardi, è arrivato l'annuncio che Willy comparirà in Bad Boys 3...
Viva la coerenza!

"Come vorrei essere qui insieme a Will Smith invece che con te, Liam."
"Così mi spezzi il cuore, Jeff."

Il regista Roland Emmerich a proposito dell'abbandono di Will Smith ha specificato: “All’inizio, volevo davvero lavorare con lui ed ero così emozionato, ma poi mi ha detto di essere stufo di sequel e che aveva appena fatto un film di fantascienza con suo figlio, After Earth, e se n’è tirato fuori. All’inizio ero davvero deluso, ma poi un paio di amici mi hanno detto: 'Beh, questa potrebbe essere l’occasione per fare qualcosa di molto diverso e nuovo'. E io ho detto: 'Uhm, forse dovrei.' Mi ci sono voluti tre anni e alla fine ci sono riuscito. Abbiamo dovuto orchestrare la scomparsa di Will Smith dal film, ma non volevo buttarla via in malo modo. L’abbiamo gestita molto rispettosamente e lui è ancora parte di questo universo. È in qualche modo un passaggio di testimone tra la vecchia e la nuova generazione”.

ATTENZIONE SPOILER
Emmerich dice: “Abbiamo dovuto orchestrare la scomparsa di Will Smith dal film, ma non volevo buttarla via in malo modo.” Considerando che all'interno del film in circa 2 secondi si dice che il personaggio di Willy è morto, e non eroicamente, ma in una semplice esercitazione, non mi sembra che l'abbiano orchestrata così bene. In maniera molto banale, inoltre, il suo posto nel film viene preso dal figlio.
Non il figlio vero, Jaden Smith, bensì dall'attore Jessie T. Usher che a dirla tutta assomiglia a Will Smith più dello stesso Jaden Smith. Che sia il suo figlio segreto? Jada Pinkett Smith ne sarà al corrente?

"Oops!
Che sia davvero figlio mio?"
FINE SPOILER

Fatto sta che non è l'unico figlio protagonista del film. La protagonista femminile è la bionda di It Follows e The Guest, Maika Monroe, che è anche l'unico motivo per cui guardare questa pellicola. #sapevatelo
Maika Monroe ha la parte della figlia dell'ex Presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton Pullman. Avete capito bene: questo film è un inno al nepotismo.

Per renderlo meno tale, le 5 menti che si sono unite per scrivere questo popò di sceneggiatura hanno inserito anche due personaggi senza genitori: il figaccione di turno, Liam Hewsworth, inespressivo ma che comunque al confronto del fratello Chris sembra Al Pacino, e lo sfigatello di turno, Travis Tope, già visto nella serie Boardwalk Empire, che dovrebbe avere la parte del personaggio simpa di turno, visto che il figlio di Will Smith è molto meno cazzaro e molto più serioso rispetto al padre, solo non è poi così simpa.


Quello che manca a questo film è proprio il divertimento. A parte qualche battuta da action movie e qualche momento che forse negli anni '90 sarebbe risultato comico oggi invece molto meno, il film si prende troppo sul serio rispetto ad altri disaster movie recenti e appare come una versione noiosa della trashissima saga di Sharknado, che tra l'altro al quarto episodio è ormai diventata qualcosa di inguardabile.

Quello che manca a questo film è anche una sceneggiatura – nonostante ricordo ci abbiano lavorato in 5 – che abbia un minimo di senso o anche solo un briciolo di personalità.

Quello che manca è pure un briciolo di originalità. Nella dichiarazione sopra riportata, il regista Roland Emmerich sostiene di essere riuscito con questo sequel a fare qualcosa di molto diverso e nuovo...
Ma dove???

"Io adesso sembro un vecchio barbone psicopatico e questa è la più grande novità del film!
Non state già correndo al cinema?"

Independence Day – Rigenerazione appare in tutto e per tutto un disaster movie degli anni '90 giunto fuori tempo massimo. Qualcuno a questo punto dirà: “Ma come? Pensieri Cannibali esalta una serie come Stranger Things, che ricicla spudoratamente i film degli anni '80 e poi se la prende con il povero Independence Day 2 per la mancanza di originalità?”.

Rispondiamo subito. Per prima cosa, c'è una certa differenza tra prendere il meglio dai migliori film degli anni '80, come fatto dai Duffer Brothers, gli autori di Stranger Things, e prendere il peggio dai peggiori film degli anni '90, come invece fatto dalle 5 folli menti che hanno partorito Independence Day – Rigenerazione. La pellicola è infatti piena di tutti gli stereotipi più triti e banali, dai personaggi che fanno tutti a gara a chi è più eroico e a chi vuole a tutti i costi sacrificare la propria vita per il bene comune, agli alieni che come uno sciame seguono l'ape regina – quante storie sci-fi hanno già usato uno spunto del genere? –.
Oltre a questo, la rielaborazione fatta dai Duffer Brothers dell'immaginario 80s è estremamente personale e sentita. Si sente che ci hanno messo il cuore. Independence Day 2 nel riprendere il cinema 90s ci aggiunge invece soltanto un'altra cosa: il denaro. Per fortuna il film si sta rivelando un floppone di proporzioni disastrose. Costato $ 165 milioni, ne ha incassati in patria a mala pena un centinaio. Briciole al confronto degli oltre $ 300 milioni guadagnati in casa e $ 800 a livello mondiale dal primo capitolo, e senza manco contare l'inflazione.

ATTENZIONE SPOILER 2 – RIGENERAZIONE
Il flop al box-office Usa mette a rischio i piani di Emmerich di proseguire con questa terribile saga, nonostante il finale strizzi l'occhio, e pure parecchio, ad almeno un possibile sequel.
FINE SPOILER 2 – RIGENERAZIONE

In questa fiera del già visto non c'è in pratica niente da salvare. Nemmeno Charlotte Gainsbourg, attrice feticcio di Lars von Trier, che per tutto il tempo appare sullo schermo con lo sguardo da “Ma che c'entro io con questa merda?” e al momento di firmare il contratto con la produzione è stata forse tratta in inganno dal titolo, immaginando che questo fosse un film indie-pendent, non Independence Day.

"Ma il mondo non era già finito in Melancholia?
E pardon per lo spoiler!"

Tutto brutto, tutto fa schifo?
Ah no, dimenticavo! Da salvare c'è Maika Monroe, che nel passaggio dal cinema indie a quello mainstream ha perso qualche punto, ma tutto sommato ci crede e rende il suo personaggio, per quanto scritto con i piedi, il più umano. Consiglio inoltre la visione (se proprio dovete affrontarla) in lingua originale, visto che Maika Monroe ha una voce molto particolare, roca e sexy quasi quanto quella di Scarlett Johansson. Per il resto questo Giorno dell'Indipendenza non dovrebbe più venire celebrato. Non nei cinema, se non altro.

"Vuoi mollarmi per Miley Cyrus? Questa è davvero una roba dell'altro mondo!"

Riassumendo per chi non aveva voglia di leggersi tutto un inutile post su un'inutile pellicola come questa, dico solo: Independence Day – Rigenerazione è un film già visto.
No, ho sbagliato, mi correggo: Independence Day – Rigenerazione è un brutto film già visto.
(voto 3/10)


XOXO, il film sulla NHT Generation

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XOXO
(USA 2016)
Regia: Christopher Louie
Sceneggiatura: Dylan Meyer
Cast: Sarah Hyland, Graham Phillips, Brett DelBuono, Colin Woodell, Hayley Kiyoko, Chris D'Elia, Ryan Hansen, Ian Anthony Dale
Genere: EDM (Electronic Dance Movie)
Se ti piace guarda anche: We Are Your Friends, Spring Breakers, Eden


Ciao raga, mi presento: sono Cannibal Kid e faccio parte della NHT Generation.

Non sapete cosa vuol dire NHT????? *_______*

Ma siete proprio FDM!!!

Non sapete nemmeno cosa vuol dire FDM?

OMG! Ma allora siete proprio SCEMI!
E quest'ultima non è una sigla, ma una parola che dovreste conoscere parecchio bene, visto che probabilmente ve la sentirete rivolgere molto spesso.

Allora. Andiamo con ordine. Ora cercherò di spiegarvi tutto in maniera semplice, come se stessi parlando con un bambino, o con un BM (BimboMinkia).
Voi siete FDM nel senso che vivete Fuori Dal Mondo. Intendo il mondo reale, che oggi è quello della rete. Siete anche noti come Tripla R, ovvero Rincoglioniti Rimbambiti Rottami.
Io invece faccio parte della NHT Generation, ovvero la generazione Non Ho Tempo. Io faccio talmente tante cose, che non ho mai tempo per fare niente. In questo momento, ad esempio, mentre sto scrivendo queste righe sto anche aggiornando i miei profili Facebook e Twitter, sto chattando su WhatsApp, Snapchat e Messenger, mi sto scattando un selfie da postare su Instagram con i filtri e poi ripostarlo sui social in modo da capitalizzare il numero di visualizzazioni, like e condivisioni, e il tutto mentre sto tenendo una conference call su Skype, mi sto facendo una sega guardando un video su PornHub e una volta finita mi vedrò un tenero video di gattini su YouTube, che sono la versione moderna delle coccole dopo il sesso.
Negli ultimi tempi ho anche incominciato a usare Telegram, anche se non ho ben capito cosa sia e a cosa serva, solo perché se oggi non hai Telegram sei troppo FDM e pure Tripla R.

Se non avete capito niente di ciò che ho detto so FAR (Fino Ad Ora), don't worry. Per potervi aggiornare sulla NHT Generation c'è un film perfetto che può fare al caso vostro: XOXO.
State pensando che almeno questa sigla la conoscete e che vuol dire “baci e abbracci”, esatto?
No, sbagliato! XD


In questo caso XOXO è il nome di un festival musicale. Nella realtà, l'XOXO è un festival che si tiene ogni anno a Portland dedicato alla musica indipendente e agli artisti lanciati su Internet. I produttori del film ci tengono però a precisare che l'XOXO presentato nella loro pellicola è qualcosa di differente. Qui infatti è un festival fittizio specializzato nella musica EDM.
Non sapete nemmeno cosa vuol dire EDM? °______°

WTF (What The Fuck)?
Siete messi ancora peggio di quanto potessi immaginare IMO (In My Opinion).
EDM naturalmente sta per Electronic Dance Music, ovvero la musica dance, la musica elettronica. La musica che fa ballare e fa sballare. Capito, adesso?
Girare un film sulla musica EDM non è una cosa facile. C'hanno già provato con risultati poco esaltanti i francesi con Eden. E c'hanno provato pure gli americani - benché gli americani notoriamente non capiscano una mazza di musica EDM - con We Are Your Friends, pellicola non fenomenale ma che a me non è dispiaciuta con protagonisti Zac Efron ed Emily Ratajkovski, quel gran bel pezzo di FIGA, che non significa quello che potreste immaginare, bensì sta per Femmina Intelligente Ganza e Acuta.
Gli yankee ci riprovano ora con questo XOXO, che ricorda da vicino proprio WAYF (We Are Your Friends) e, oltre che un film EDM (Electronic Dance Movie), è un lavoro che mostra l'esperienza di un rave party a 360°, attraverso le vicende intrecciate di un gruppo variegato di personaggi.

Tra i protagonisti c'è un giovane DJ e producer emergente che ha composto un brano che si è rapidamente trasformato in una hit su YouTube, dove ha totalizzato un milione di visualizzazioni. Cifra che per un DJ alle prime armi sarà anche notevole, ma in senso assoluto non è nemmeno poi così fenomenale. Tanto per dire, il video di “Andiamo a comandare” di Fabio Rovazzi ha già superato i 60 milioni di views. Solo che lui come genere non fa EDM, ma fa MDM (Musica Di Merda).


Tra gli altri personaggi vi è poi il manager emergente del DJ emergente, che vive l'avventura più folle e psichedelica del film, quella che potrebbe essere apprezzata maggiormente anche da voi della FDM Generation, visto che in una scena viene citato esplicitamente l'antico cult movie dei remoti anni '90 Trainspotting, e le sue visioni assumono toni tra Lynch e Aronofsky.


Il personaggio che voi FDM dovreste trovare più vicino a voi FDM come voi comunque è un “vecchio” DJ, uno che faceva i rave nei remoti anni '90 e metteva probabilmente su la musica di Gigi D'Ag e che si trova ora suo malgrado in mezzo a noi ggiovani della NHT Generation in quella che ai genitori di voi della FDM Generation, ovvero i nostri bis-bis-bis-bisnonni, potrebbe sembrare una specie di moderna Woodstock 2.0.


Un'altra delle protagoniste è una ragazzetta VIA (Verginella Inutile e Astemia), una tipa, forse l'unica tipa al mondo, che non va a un rave party per bere, drogarsi e sballarsi, bensì va lì per incontrare la sua anima gemella. Really???
OMG (Oh My Goi)!
La cosa più paradossale è che in questa parte troviamo Sarah Hyland, nota al pubblico della sitcom Modern Family per un ruolo del tutto opposto, quello della SLUT (non è una sigla).


Gli altri protagonisti, quelli più inutili, sono una coppia di ragazzi che sta per vivere una RAD (Relazione A Distanza) e che quindi SSPM (Si Sta Per Mollare), visto che lei andrà a vivere a NYC (New York City, almeno questa dovreste conoscerla già), mentre lui rimarrà a vivere nel BCA (Buco del Culo dell'America).


Il cattivone, molto stereotipato, del film è invece un noto DJ, Avilo, chiara presa per il culo di Avicii. Magari voi della FDM Generation Avicii di nome non saprete manco chi è, visto che il DJ più nuovo che conoscete è Grandmaster Flash, ma di certo da qualche parte qualche sua canzone l'avrete sentita, considerando che ha collaborato persino con i Coldplay. Magari l'avrete sentita in filodiffusione mentre siete al supermercato a fare la spesa il sabato mattina insieme agli altri vecchi come voi, perché i supermercati al sabato mattina sono l'equivalente per i vecchi di un rave party il sabato sera per noi ggiovani, c'avete mai fatto caso?

Così come voi vecchi seguite ancora la programmazione tradizionale delle reti televisive, mentre noi della NHT Generation guardiamo solo le serie in streaming, senza pubblicità visto che non abbiamo tempo di fare niente e sicuramente non abbiamo tempo di guardare le pubblicità. Le vediamo in rete a sgamo, oppure su Netflix, un servizio geniale, che ha cambiato il modo di fruire le serie, visto che consente di spararsi una stagione tutta in un colpo solo, anziché dover aspettare un unico episodio a settimana. È grazie a Netflix se il binge-watching è diventato uno sport universalmente riconosciuto e, secondo recenti indiscrezioni, potrebbe essere ammesso persino alle prossime Olimpiadi. Al di là del metodo di fruizione, Netflix realizza serie di qualità sempre maggiore, come ST (Stranger Things), TGD (The Get Down) e BJH (BoJack Horseman) e negli ultimi tempi si è messa a produrre pure pellicole per lo più interessanti, anche se non ancora al livello delle serie, come ASD (Altruisti Si Diventa), BONN (Beasts of No Nation), RB (Rebirth) o questo XOXO.

Nel suo voler dare un ritratto della NHT Generation e dell'esperienza di un festival EDM in tutte le sue sfumature c'è da dire che XOXO risulta un po' troppo dispersivo e inoltre nei suoi momenti più seriosi rivela tutti i suoi limiti, con una serie di dialoghi infarciti per lo + di banalità. Non sarà un film generazional-epocale quanto SP (Spring Breakers), però a livello visivo e musicale riesce a essere un buon trip, in particolare quando si lascia andare nelle sue parentesi più visionarie e deliranti e quando i personaggi chiudono la bocca. Procuratevelo quindi ASAP (As Soon As Possible), alzate il volume delle casse e non state troppo a concentrarvi su ciò che nella pellicola viene detto a parole, ma su ciò che si vede e soprattutto che si “sente”.

E ora LDP! (Levatevi Dalle Palle!)
(voto 6+/10)


Alla ricerca di... un film decente

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La nuova stagione cinematografica ormai è entrata nel vivo. Con il Festival di Venezia alle spalle e l'estate addosso pure, è tempo per i cinema nostrani di riempirsi di nuovo. Questa settimana il menù cucinato è particolarmente variegato, tra disneyate che domineranno il box-office, pellicole italiane, proposte autoriali, documentari e quant'altro.
Ce la faranno a seguire tutto in maniera competente il sottoscritto Cannibal Kid e il suo mostruoso rivale James Ford?
Io scommetto di no.

Alla ricerca di Dory
"Secondo te è Ford che porta il Fordino a vedere il nostro film, o il contrario?"
"Beh, di sicuro il Fordino ha preso la patente prima del padre, quindi..."

Cannibal dice: Alla ricerca di Nemo mi era piaciuto. Un film caruccio, ma non il capolavoro che alcuni fan maniacali della Pixar e delle disneyate come Ford hanno cercato di spacciare. Questo sequel già super successo negli Usa non mi attira molto, ma considerando il fatto che la protagonista è una tipa smemorata mi sa che mi ci potrei ritrovare parecchio...
Di cosa stavo parlando?
Ford dice: Alla ricerca di Nemo, visto in sala ai tempi e adorato dal Fordino, è un buon prodotto, ma senz'altro lontano dai migliori realizzati dalla Pixar. Certo, rispetto ai "titoloni" che propone Cannibal, si tratta di un Capolavoro, ma questo è un altro discorso.
Da queste parti, si attende questo sequel anche perchè si tratterà di una nuova avventura sempre in sala del Fordino, che, chissà, potrebbe giustificare uno di quei post paterni tanto osteggiati dal mio rivale.

L'estate addosso
"Hey raga, lo sapevate che il nuovo film di Muccino è davvero bello?"
"AHAHAHAH, buona questa!!!"

Cannibal dice: Con un tempismo degno del Ford dei tempi peggiori, anche perché un Ford dei tempi migliori non ricordo sia mai esistito, Muccino senior tira fuori il suo film estivo proprio quando l'estate sta finendo e un anno se ne va e James Ford e Muccino invece quando se ne vanno? Eh, quand'è che se ne vanno?
Ford dice: Muccino senior è bollito praticamente da appena dopo i suoi esordi, e questo L'estate addosso, nonostante abbia adorato la canzone omonima di Jovanotti, che firma la colonna sonora, mi sa di cannibalata da gettare senza ritegno.
Potrei comunque pensare di darci un'occhiata giusto per avere un altro candidato al film peggiore dell'anno.

Demolition
"Ford vuole vedere questo film?
Ma l'ha capito che non è il sequel di Demolition Man con Stallone?"

Cannibal dice: Il nuovo film di Jean-Marc Vallée, il regista di C.R.A.Z.Y., Dallas Buyers Club e Wild, con protagonisti Jake Gyllenhaal e Naomi Watts. Se non diventa un cult cannibale questo, Ford potrebbe diventare uno che se ne intende di bel cinema!
Ford dice: Vallèe, che con Dallas Buyers Club ha fatto un gran lavoro in particolare sugli interpreti, non mi dispiace affatto, e considerato il cast spero di incontrare la sorpresa della settimana e del mese, a dimostrare ancora una volta che qui al Saloon non ci sono gli stessi pregiudizi che su Pensieri Cannibali.

Trafficanti
"Com'è divertente sparare alle sagome di Mr. Ford!"
"E aspetta di sparare a quello vero..."

Cannibal dice: Nuova commedia action di Todd Phillips, il regista di Road Trip e della saga di Una notte da leoni, con protagonista una coppia comica da verificare ma comunque promettente formata da Miles Teller e Jonah Hill. Un film cazzaro che a sorpresa potrebbe mettere d'accordo quei due trafficanti di brutti film di Cannibal e Ford.
Ford dice: film cazzarissimo che promette di essere perfetto per chiudere l'estate, e perfino di riuscire a mettere d'accordo Cannibal e Ford.
Sarà così, o tutto finirà con Ford pronto a trafficare gli organi di Peppa?

Questi giorni
"Ragazze, conoscete il detto: 'Donna al volante, pericolo costante'?"
"No, veramente io ne conosco solo un altro: 'Ford al volante, incidente assicurato'".
"Ma non fa rima."
"Che vi devo dire? Il detto fa così, mica l'ho inventato io."

Cannibal dice: Uno dei film italiani presentati in concorso all'ultimo Festival di Venezia. Nonostante il mio ammore per il cinema nostrano scoppiato nell'ultimo periodo, Questi giorni mi attirano quanto un post di Ford che parla delle fantastiche gioie della maternità.
Ford dice: considerato il mio rapporto con il Cinema italiano degli ultimi anni, questo Questi giorni sarà saltato a piè pari come se fosse un titolo radical consigliato da Cannibal.

Fuck you, Prof 2!
"Che palle 'ste vacanze insieme a Ford. Non vedo l'ora che ricominci la scuola!"

Cannibal dice: Sequel della commedia tedesca Fuck you, Ford... scusate Fuck You, Prof, che aveva avuto un grande successo, almeno in quel di Cruccolandia. Il primo l'avevo trovato molto simpatico e divertente, questo secondo episodio magari me lo vedo adesso che la scuola è ricominciata e, nel mio caso, è ripartito pure l'asilo.
Ford dice: così come avevo evitato il primo film di questo "franchise" tedesco, penso salterò il numero due, anche perché io, a differenza di Cannibal, la scuola l'ho finita da un pezzo e non la rimpiango per nulla.

Figli dell'uragano
"Veramente io non sono un figlio dell'uragano, sono un figlio di... Ford.
Ed è ancora peggio!"

Cannibal dice: Mentre il suo ultimo film The Woman Who Left ha appena vinto l'ultimo Festival di Venezia – e che sia una vittoria meritata è ancora tutto da verificare – ecco che nei cinema italiani approda un lavoro precedente del filippino Lav Diaz. Un documentario del 2014 che sembra proprio un mattonazzo, quindi la visione ideale per Ford.
Ford dice: non conosco il lavoro di Lav Diaz, così come il film The woman who left fresco trionfatore del Festival di Venezia, ma questo documentario, amando molto il genere, mi ispira non poco, e so già che irriterà tantissimo il mio antagonista, quindi sono pronto ad accoglierlo a braccia aperte.

The Beatles – Eight Days a Week
"Hey, ma tu non sei quel tipo di quella sitcom ambientata negli anni 50?"
"Già. E voi per caso non è che siete quelli di quel gruppo che andava forte negli anni 60? Com'è che si chiamava?"

Cannibal dice: Altro documentario, questa volta firmato da Ron Howard, su un gruppo di giovani emergenti di cui persino uno fuori dal mondo come James Ford avrà già sentito parlare una volta o due: i Beatles.
Ford dice: Ron Howard, documentario, Beatles. Direi che siamo di fronte al film che più, questa settimana, può mettere d'accordo il Saloon e l'asilo cannibale.

Emmy Awards 2016: vincitori, commenti e – soprattutto – red porchet

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Ieri notte sono stati consegnati gli Oscar della televisione. No, non sto parlando dei Telegatti. Quelli purtroppo non li fanno più. Almeno, non che io sappia. Per quanto trash fossero, è un peccato. Quando ero un bambino aspettavo la Notte dei Telegatti così come ora aspetto quella degli Oscar, che all'epoca invece non seguivo perché:

1) Mi pare andasse in onda sulla pay-tv e io che ero povero (e sono ancora povero adesso) non avevo la pay-tv.

2) Essendo trasmessa a notte fonda, all'epoca non mi era permesso fare le ore piccole, visto che il giorno dopo c'era la maledetta scuola.

Comunque come al solito ho divagato troppo.
Gli Oscar della televisione ora – e forse da sempre – sono considerati gli Emmy Awards. Ieri – sempre come al solito – è stata la grande notte di Game of Thrones, che per il secondo anno di fila si è portato a casa il premio più prestigioso e ambito, quello di miglior serie drama dell'anno. Un premio che ha meritato di più dell'anno scorso, però io l'avrei comunque dato a qualche altra serie, ad esempio a Mr. Robot.


Mr. Robot si è rifatto nella categoria di miglior attore protagonista, dove Rami Malek con quei suoi occhi da pazzo ha fatto impazzire tutti e ha superato il resto dell'agguerrita concorrenza capitanata da Kevin Spacey. Tra le attrici a sorpresa – forse l'unica vera sorpresa della serata – ha finalmente vinto Tatiana Maslany per la sua molteplice performance in Orphan Black. Era ora!


In ambito comedy ha avuto la meglio il “solito” Veep, che negli ultimi tempi è diventata la sitcom più premiata come qualche anno fa il “solito” Modern Family. Personalmente io avrei fatto vincere la geniale Unbreakable Kimmy Schmidt.

Molto d'accordo invece con il trionfo dello strepitoso The People v. O.J. Simpson: American Crime Story tra le miniserie. Anche se non mi sarebbe dispiaciuto un premietto all'eternamente sottovalutata Kirsten Dunst, Sarah Paulson è stata davvero grandiosa e l'award alla sceneggiatura per l'episodio "Marcia, Marcia, Marcia" che la vede protagonista assoluta è uno dei più azzeccati della serata.

Se volete conoscere tutti i premi più nel dettaglio, eccovi accontentati.
Regia, vai di elencone!

Emmy Awards 2016 - I premi

Miglior sceneggiatura in una serie commedia
Aziz Ansari per Master of None

Miglior regia in una serie commedia
Jill Soloway per Transparent

Miglior attrice non protagonista in una serie commedia
Kate McKinnon, SNL

Miglior attore non protagonista in una serie commedia
Louie Anderson, Baskets

Miglior attrice protagonista in una serie commedia
Julia Louis-Dreyfus, Veep

Miglior attore protagonista in una serie commedia
Jeffrey Tambor, Transparent

Miglior reality
The Voice

Migliore sceneggiatura per una miniserie
The People vs. O.J. Simpson: American Crime Story

Miglior attrice non protagonista in una miniserie
Regina King, American Crime

Miglior attore non protagonista in una miniserie
Sterling K. Brown, The People vs. O.J. Simpson: American Crime Story

Miglior attrice protagonista in una miniserie
Sarah Paulson, The People vs. O.J. Simpson: American Crime Story

Miglior attore protagonista in una miniserie
Courtney B. Vance, The People vs. O.J. Simpson: American Crime Story

Miglior film per la tv
Sherlock: The Abominable Bride

Miglior miniserie
The People vs. O.J. Simpson: American Crime Story

Miglior regia un varietà speciale
Grease: Live – Thomas Kail E Alex Rudzinski

Miglior sceneggiatura per una serie drama
Game of Thrones

Miglior regia per una serie drammatica
Game of Thrones

Miglior attrice non protagonista in una serie drammatica
Maggie Smith, Downton Abbey

Miglior attore non protagonista in una serie drammatica
Ben Mendelsohn, Bloodline

Miglior attore protagonista in una serie drammatica
Rami Malek, Mr. Robot

Miglior attrice protagonista in una serie drammatica
Tatiana Maslany, Orphan Black

Miglior serie commedia
Veep

Miglior serie drammatica
Game of Thrones


E ora passiamo al...

Red porchet

Priyanka Chopra

Ma quanto è bella?
Anzi, ma Quantico è bella?
(voto 8/10)

Sarah Paulson

Mi piace più come attrice che fisicamente, però qui ha il suo perché.
Sarà per la Vertiginosa scollatura a V?
(voto 6,5/10)

Kit Harington

Va beh che lui alle barriere è abituato, ma perché sta in posa come se fosse nella barriera di una punizione di calcio e stesse per prendersi una pallonata negli zebedei?
(voto 4/10)

Taraji P. Henson

Ghetto chic.
Come direbbe il rapper Wiz Khalifa: black and yellow, black and yellow, black and yellow, black and yellow.
(voto 7/10)

Tom Hiddleston

È apparso piuttosto attapirato.
Sarà forse per via della recente rottura con Taylor Swift?
(voto 5,5/10)

Kerry Washington

Oh, ma com'è che Kerry Washington a questi eventi di premiazione è sempre incinta?
Sta forse cercando di sfornare più marmocchi del mio blogger rivale Mr. James Ford?
(voto 5/10)

Claire Danes

Mai vista così lampadata.
Che abbia cominciato a frequentare Carlo Conti?
(voto 5,5/10)

Rami Malek

Se si presentava col cappuccio da Mr. Robot sarebbe stato molto più elegante che male(k) vestito da cameriere/gelataio.
(voto 5/10)

Constance Zimmer

Nella serie UnREAL la A-DO-RO.
Per gli Emmy però ha scelto un look davvero osceno.
Simpatico, ma osceno.
(voto 5/10)

Shiri Appleby

L'altra protagonista di UnREAL invece ha azzeccato il look.
E pure alla grande.
(voto 8/10)

Ellie Kemper

Non credo che Kimmy Schmidt approverebbe questo look serioso da segretaria anni 60.
Don Draper invece probabilmente sì.
(voto 6-/10)

Neve Campbell

Semplicemente perfetta.
Per un funerale.
(voto 5/10)

Keri Russell

Bellina, la American finta Russian - o forse Russian finta American? - Keri.
(voto 7,5/10)

Emily Ratajkowski

Sempre esageratamente strafiga, però un po' troppo coperta lì davanti. Come mai?
Emily, non credere a quelli di Game of Thrones: winter is NOT coming.
(voto 8-/10)

Emmy Rossum

Vuoi che agli Emmy Awards non ci sia Emmy Rossum?
E vuoi che non sia stupenda?
(voto 8,5/10)

Kirsten Dunst

Jesus Christ, che scollatura da fine del mondo!
E infatti in Melancholia il mondo finisce per davvero...
(voto 9/10)

Emmy 2016 alla più figa
Emilia Clarke

#ciaone proprio!
(voto 9+/10)

Menzione d'onore

I veri piccoli grandi protagonisti della serata sono stati loro, i ragazzini di Stranger Things.


Paradise Blake - Dentro l'ively

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Paradise Beach – Dentro l'incubo
(USA 2016)
Titolo originale: The Shallows
Regia: Jaume Collet-Serra
Sceneggiatura: Anthony Jaswinski
Cast: Blake Lively, uno squalo, Óscar Jaenada, Brett Cullen, Sedona Legge
Genere: sharkvival
Se ti piace guarda anche: 127 ore, In the Deep, Piranha 3D

Paradise Beach è un film che propone come protagonista assoluta Blake Lively in bikini per un'ora e mezza. Se vi aspettate però un post su Blake Lively, sul corpo di Blake Lively, su Blake Lively che si spoglia, su Blake Lively che si mette la crema solare, sul costumino sexy di Blake Lively, sul fisico tonico di Blake Lively, sulle chiappe da urlo di Blake Lively, sul seno rigoglioso di Blake Lively, su Blake Lively che rende uno sport eccitante il surf anche a chi del surf non gliene importa una cippa, su Blake Lively che struscia il suo corpicino da favola sulla tavola da surf e sugli scogli, su Blake Lively che esce dall'acqua come Ursula Andress e Halle Berry nei film di James Bond, sul viso di Blake Lively capace di illuminare anche la più drammatica delle giornate, vi sbagliate di grosso.
Questo post non parlerà di tutto ciò.
Questo post vi mostrerà tutto ciò. O almeno una parte di tutto ciò. Per il resto guardatevi il film, visto che lei è l'unica ragione razionalmente concepibile per farlo.

 




"Oh mio Dio, ma è spaventoso...
è spaventoso quanto sono figa!"

Adesso basta, che se no diventate ciechi.

Questo post non parlerà nemmeno della controfigura di Blake Lively.
Questo post vi mostrerà la controfigura di Blake Lively, pure lei niente male.


Questo post non parlerà nemmeno di altro, anche perché Blake Lively che mette in mostra il suo bel fisichino a parte non è che succeda molto altro. Paradise Beach si inserisce in maniera poco originale nel filone dei film su un nordamericano/a che si trova in una situazione estrema e pericolosa in un paese straniero, uno dei temi, come ricordato nella recensione di Escobar, più (ab)usati dal cinema degli ultimi anni, e si inserisce pure all'interno dell'altrettanto abusato filone delle pellicole survival.

Come trattato filosofico ed esistenziale sul corpo di Blake Lively, Paradise Beach funziona alla grande. Come survival-horror, nonostante qualche momento di discreta tensione, molto meno, complici alcuni cliché strappalacrime (la madre morta di cancro), soluzioni narrative fastidiose e inverosimili (Blake Lively che parla da sola e persino ai gabbiani pur di spiegare per filo e per segno allo spettatore tutto ciò che sta facendo), stereotipi razzisti (il tipo messicano grasso e ubriaco di tequila che anziché aiutarla la deruba), evitabili momenti che vorrebbero essere toccanti (il videomessaggio mockumentary-style fotocopia di quello di James Franco in 127 ore), un finale ruffiano e buonista e una sceneggiatura nel complesso davvero troppo esile.

In esclusiva per Pensieri Cannibali, ecco una copia della sceneggiatura di Paradise Beach – Dentro l'incubo scritta da Anthony Jaswinski.


Certo, il fatto che come protagonista ci sia una Blake Lively anziché un Robert Redford ha reso il film, almeno ai miei occhi, INFINITAMENTE più godibile di un'esperienza marittima in solitaria vagamente simile come quella di All Is Lost – Tutto è perduto. A parte la sua presenza, però, questo film è il nulla totale. Come questa recensione, in cui non ho parlato di niente. Di sicuro non di Blake Lively e del suo corpo, magnifico persino dopo essere stato mangiucchiato da uno squalo.
(voto 4+/10)

I magnifici (?) sette (o forse più) film della settimana

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Capisci che l'estate è finita da un paio di cose: le temperature si abbassano, mentre ad aumentare sono le uscite nei cinema italiani. Questa settimana sono davvero tante, pure troppe, le pellicole in arrivo nelle nostre sale. Per fortuna qualche film che promette bene c'è. Per sfortuna, insieme ai miei commenti dovete pure leggervi quelli del mio blogger-nemico Mr. James Ford.
Se volete però saltateli pure e tranquilli che tanto non vado a dirglielo.

Bridget Jones's Baby
"Ma perché siamo in posa insieme al Cucciolo Eroico?"
"Che sia lui il vero padre del futuro bebè?"


Cannibal dice: Pellicola ispirata alla recente gravidanza della Signora Ford, che sta per avere una figlia, ma non sa se il padre sia il Signor Ford oppure... Rocco Siffredi.
Quanto a questa libera rivisitazione con Bridget Jones futura madre di un babé che potrebbe essere di Colin Firth oppure del Dottor Stranamore, penso proprio che me la gusterò. Di recente mi sono rivisto il primo film della saga, Il diario di Bridget Jones, e per la prima volta anche il sequel, Che pasticcio, Bridget Jones, che avevo snobbato ai tempi dell'uscita e devo dire che, se a livello cinematografico non sono niente di che, il personaggio di Bridget Jones è davvero idolesco!
Ford dice: non ho mai fatto i salti di gioia all'idea del personaggio di Bridget Jones, ho vaghissimi ricordi della visione del primo film e la certezza di aver snobbato il secondo. Questo terzo capitolo, fuori tempo massimo e dal trailer assolutamente imbarazzante, sarà felicemente accantonato e lasciato alla vera casalinga disperata della blogosfera, Bridget Kid.

Blair Witch
"Questa è la fordesta di Ford? AAARGH!!!"

Cannibal dice: Altro sequel, che in questo caso mi spaventa molto più di quello di Bridget Jones. E, anche se è un horror, non lo dico in senso positivo. The Blair Witch Project, quello originale, aveva avuto una campagna di marketing geniale ed è stato di sicuro uno dei film più imitati nella storia del cinema recente. E anche in questo caso non lo dico in senso positivo.
Mister James Ford...
anche questo è un nome che non pronuncio in senso positivo. :)
Ford dice: ricordo la visione del tanto pubblicizzato Blair Witch Project in sala, con il rischio sbocco da sparatutto in prima persona e poco altro. Sinceramente, la mia voglia di affrontare questo sequel è la stessa che avrei di passare una vacanza da solo con la strega di Casale Monferrato, Marco Goi.

I magnifici sette
"Dite che Ford si offende che non l'abbiamo invitato nella nostra compagnia di cowboy?"
"E perché mai? Siamo i Magnifici sette, mica gli Schifosi sette."

Cannibal dice: E dopo due sequel, ecco un remake. Certo che questa settimana le uscite sono proprio all'insegna dell'innovazione e dell'originalità! Considerando poi che si tratta di un western, il genere prediletto da Ford e quello più detestato da me, mi sa che di magnifico almeno per quanto mi riguarda qui ci sarà davvero poco...
Ford dice: normalmente l'idea del remake di un cult come I magnifici sette - a sua volta remake de I sette samurai di Kurosawa, uno dei più grandi Capolavori del Cinema di tutti i tempi - mi farebbe accapponare la pelle più di Cannibal che affronta un western o un incontro di wrestling, ma il cast ed il trailer mi hanno parecchio esaltato, e spero si riveli, quantomeno, la tamarrata di Frontiera dell'anno.

Frantz
"Scusa se mi sono addormentato, però è colpa tua: mi stavi parlando di Ford."

Cannibal dice: Nuovo lavoro di François Ozon, regista non sempre autore di capolavori, ma sempre di film interessanti. In più è stato ben accolto all'ultimo Festival di Venezia, dove la protagonista femminile Paula Beer si è portata a casa il premio Mastroianni come attrice rivelazione dell'edizione. Una visione quindi ci sta tutta, alla faccia di chi odia il cinema francese come Monsieur Ford.
Ford dice: Ozon è uno dei pochi registi francesi ad essere riuscito nell'impresa di coinvolgermi ad ogni visione di un suo lavoro, più o meno riuscito che fosse. Dunque, nonostante l'apparenza radical, questo Frantz potrebbe addirittura rappresentare la sorpresa della settimana per il Saloon, come sempre più elastico e pronto a guardare a trecentosessanta gradi il Cinema rispetto al talebano Pensieri Cannibali.

Elvis & Nixon
"Se noi due abbiamo fatto una foto insieme, c'è speranza che un giorno la facciano pure Cannibal & Ford..."

Cannibal dice: Il confronto tra due figure chiave della storia recente. Cannibal & Ford?
Nah, solo Elvis & Nixon.
Ford dice: se hanno fatto un film su Elvis e Nixon, mi pare doveroso si realizzi al più presto almeno una saga sulla rivalità tra Cannibal e Ford.

La teoria svedese dell'amore
James Ford mentre spiega la teoria lodigiana dell'amore.

Cannibal dice: Documentario diretto dal regista di Videocracy sulla società svedese che potrebbe rivelarsi clamorosamente interessante. Così come clamorosamente per una volta sono io a essere incuriosito da un docu-film e non docu-Ford.
Ford dice: Videocracy è stato un esperimento sicuramente interessante, e da appassionato di documentari e simili non posso che sponsorizzare una visione di questo titolo, nonostante credo che recuperarlo possa essere più difficile che convincere Cannibal ad accettare un faccia a faccia con il sottoscritto.

Prima di lunedì
"Ah Vincé, prima di lunedì... ce la fai a cambiare canale? Questo film consigliato da White Russian è inguardabile!"
"Hai ragione, Martina. Molto meglio il GF Vip!"

Cannibal dice: Ma quanti film fa Vincenzo Salemme? Forse più di Nicolas Cage e Jackie Chan...
E quanti film con Vincenzo Salemme io mi guardo bene dal guardare?
Quasi quanti i filmacci con Nicolas Cage e Jackie Chan che invece Ford non si perde per niente al mondo.
Ford dice: sono fiero di dichiarare di non aver mai visto un film di Vincenzo Salemme. E altrettanto fiero di non avere intenzione di iniziare ora.
Allo stesso tempo, sono fierissimo di essere il nemico giurato del nemico giurato del Cinema, Cannibal Kid.

La vita possibile
"Margherita, ma quanti cacchio di film del cacchio giri?"
"Perché te invece no, Valeria?"

Cannibal dice: Ecco un'altra prezzemolina del cinema italiano: Margherita Buy. Certo, meglio lei di Salemme, però questo film non finisce comunque in cima alla lista delle mie prossime visioni. Così come non ci finisce qualunque film consigliato, o anche solo non disprezzato, da Ford, uahahah!
Ford dice: già negli ultimi anni il rapporto del sottoscritto con il Cinema italiano è stato quasi peggiore che quello con Cannibal, figuriamoci poi se parliamo di una pellicola pseudo di nicchia con Margherita Buy. Passo con gran piacere.

Caffè
"Ford e Cannibal non bevono caffè?"
"Per quello che non sono tanto svegli, AHAHAH!"

Cannibal dice: Film ambientato tra Italia, Belgio e Cina con tre storie che forse sono unite dal tema del caffè, o forse solo dal caso. In ogni caso a me non me ne frega niente, visto che io il caffè non lo bevo, così come non mi bevo manco le stronzate che spara a ripetizione James Ford.
Ford dice: purtroppo occorre che io ammetta di non bere il caffè al pari di Cannibal Kid. Allo stesso modo, ammetto che salterò senza problemi la visione e continuerò a non bermi le stronzate che spara a ripetizione quel finto giovane che mi ritrovo come antagonista.

Spira mirabilis
"Guarda, quei due sono i blogger che criticano sempre tutti i film senza manco averli visti."
"Che facciamo, li meniamo?"

Cannibal dice: Docu-film italiano presentato tra gli applausi al Festival di Venezia che pare sia molto concettuale e incomprensibile. Roba che al confronto un nuovo lavoro di Terrence Malick è una passeggiata. Solo per questo glielo farei sorbire a Ford 24 ore su 24 come punizione per avere avuto la malaugurata idea di creare il blog White Russian.
Ford dice: questo mi sa proprio di prodotto radical da brodo di giuggiole per supposti critici che se ne intendono di Cinema. Non vedo l'ora di metterci le mani per massacrarlo come si deve. Un po' come per Cannibal.

The Rolling Stones – Havana Moon in Cuba
"Oh yeah, siamo più arzilli noi di Mr. Ford!"
"Per forza, Mick, quello ha almeno il doppio dei nostri anni..."

Cannibal dice: Dopo il docu-film sui Beatles, ecco che Mick Jagger e soci rispondono prontamente con la versione per il cinema dello storico concerto evento tenuto a Cuba. Per me però i film-concerto non hanno senso di esistere, visto che tra vedere uno show su schermo e viverlo dal vivo passa la stessa differenza che tra leggere di un film su White Russian e vederlo in prima persona. Oppure leggerne su Pensieri Cannibali.
Ford dice: gli Stones, non nuovi ad esperimenti legati a film-concerto come il discreto Shine a light, propongono il concerto evento a Cuba come un nuovo appuntamento cinematografico della loro strepitosa carriera. Preferisco i documentari veri e propri ai film-concerto, ma amando molto Jagger e soci penso che, dovesse capitarmi, non mancherò all'appuntamento.
Mentre manco volentieri all'appello ogni volta che Cannibal spara qualcuno dei suoi giudizi che spero sempre siano segnati da un uso eccessivo di Havana Club, l'alma de Cuba, tanto sono assurdi.

L'ingiusta demolizione di Demolition

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Demolition – Amare e vivere
(USA 2015)
Titolo originale: Demolition
Regia: Jean-Marc Vallée
Sceneggiatura: Bryan Sipe
Cast: Jake Gyllenhaal, Naomi Watts, Judah Lewis, Heather Lind, Chris Cooper, Brendan Dooling
Genere: distruttivo
Se ti piace guarda anche: Rudderless, The Leftovers

Fuck is a great word.”
Fanculo è una grande parola.
Chi lo dice? Io?
No, lo dice Jake Gyllenhaal nel film Demolition, quindi fidatevi.
Io di lui mi fido e dico fanculo a tutti quelli che hanno criticato questo film.



Fanculo a chi pensa sia un film ruffiano e buonista. Mi sa che avete sbagliato sala e siete finiti a vedere qualche popolare pellicola Disney. È vero che Demolition affronta il tema del lutto, un tema che può facilmente portare a un risultato ruffiano e buonista, da lacrima facile. Solo che nella pellicola di momenti che possano essere considerati ruffiani non ce ne sono...
Okay, lo ammetto: ce n'è uno, verso la fine, però uno concediamoglielo, dopo un'ora e mezza di cattiveria e demolizione allo stato puro. Demolition è un film che letteralmente e metaforicamente demolisce tutti i cliché sul lutto visti in altre pellicole che trattano un argomento simile. A un certo punto, quando appare in scena il personaggio di Naomi Watts, sembra che tutto il racconto possa (s)cadere nella facile storiella d'amore, o anche solo nella storiella di sesso e invece... ATTENZIONE SPOILER no, non è così. Jake Gyllenhaal e Naomi Watts non scopano. Non si danno manco un bacino. Niente. In qualunque altro film sarebbe successo, perché il pubblico VUOLE vedere Jake Gyllenhaal e Naomi Watts che scopano, ma questo non è un film qualunque.

"Davvero io e te non facciamo fiki fiki insieme?"
"Eh, mi sa di no..."
FINE SPOILER

Fanculo a chi voleva un film sul lutto classico e invece si è trovato di fronte a una pellicola stronza, cattiva, apatica, contro tutte le convenzioni ed è rimasto spiazzato e deluso perché Demolition non ha rispettato le sue aspettative. Io quando mi trovo di fronte a un film capace di spiazzarmi, cosa che capita sempre più raramente, sono contento, mica deluso. Non capita spesso di trovarsi di fronte a una pellicola in cui tutti i protagonisti dicono e fanno quello che pensano, senza freni, e non importa quanto ciò possa sembrare irrazionale e insensibile agli altri.
E poi decidetevi: questo è un film troppo ruffiano, oppure è troppo freddo?

"E fattela una risata, Jake!"

"Come non detto, Jake. Molto meglio quando fai il darkone depresso."

Fanculo alla critica che ha criticato questo film. Qualcuno ha messo in giro la voce che di Demolition in giro si parla male, e quindi bisogna parlarne male per forza. Demolire Demolition questa stagione va di moda. Perché, poi?

Fanculo a chi non è riuscito a vedere quanto Demolition sia un film onesto e vero, e allo stesso tempo così ben scritto e costruito. Una vicenda che cammina in bilico tra realismo e fiction come non se ne vedono molte.

Fanculo al grande pubblico che ha ignorato questo film. Almeno i critici si sono sforzati di vederlo, o almeno hanno fatto finta di farlo. La gente invece ha disertato le sale. Cioè, esce un nuovo film di Jean-Marc Vallée, il regista di Dallas Buyers Club, C.R.A.Z.Y. e Wild con protagonista Jake Gyllenhaal e voi non andate a vederlo? Ma cosa siete: scemi o solo masochisti?

Fanculo al sottotitolo italiano che i soliti furboni della distribuzione hanno deciso di mettere a Demolition: Amare e vivere?
Ma che stronzata!
Non lamentatevi poi se la gente non va a vederlo.

Fanculo a Jake Gyllenhaal, che non sbaglia mai un film, e allora perché ha deciso di girare quella merdatona di Accidental Love? Manco Massimo Boldi avrebbe accettato di girare una porcata del genere, anche perché ormai è troppo impegnato a lavorare con Paolo Sorrentino... certo, come no?

"Hey, guardate: quello è Jake Gyllenhaal!"
"Hey, guardate: quello è pazzo!"

Fanculo a chi mette in giro delle notizie bufala come quella su Massimo Boldi che sarebbe stato scelto per la parte di Silvio Berlusconi nel nuovo film di Paolo Sorrentino. Uno già si immagina Cipollino nella cinquina dei nominati all'Oscar di miglior attore al fianco di Leonardo DiCaprio, George Clooney, Brad Pitt e Christian Bale e poi invece scopre che la news è stata inventata da un tizio che ha scritto su fanpage.it e poi gli altri organi di informazione l'hanno ripresa. È come quando mettono in giro la voce che un film fa schifo. Qualcuno ha detto: “Demolition fa schifo!” e da lì tutti a dire che di Demolition si sente parlare male e quindi non bisogna vederlo. Non dovete credere a tutto quello che si dice. Quello che viene scritto su questo blog compreso.

"Massimo, non è che adesso ti sei messo in testa di interpretare anche me?"

Fanculo Mister James Ford del blog White Russian, che con Demolition per fortuna (per fortuna del film) non c'entra niente, però è il mio acerrimo nemico e ogni occasione è buona per insultarlo.

Fanculo Aldo Magro del blog Muffin con post, per aver avuto un'idea geniale per parlare di questo film che avrei voluto fosse venuta a me, anziché scrivere questo volgare post di merda.

Fanculo questo post, che anziché mettere in risalto la bellezza notevole e dirompente di Demolition ha fatto prevalere l'odio e gli insulti.

Fanculo a te che stai leggendo questo post, anziché impiegare il tuo tempo in maniera più costruttiva, tipo vedere Demolition. Per quanto costruttivo possa essere guardare un film che si chiama Demolition.

Fanculo a chi dice sempre fanculo. Fanculo è una grande parola e bisogna saperla usare solo quando è davvero necessario.

Fanculo Pensieri Cannibali.
Ecco, quest'ultimo sì che è stato davvero un ottimo uso della parola fanculo.
(voto 8/10)

The Neon Demon, il film più... ATTENZIONE SPOILER cannibale dell'anno

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The Neon Demon
(USA, Danimarca, Francia 2016)
Regia: Nicolas Winding Refn
Sceneggiatura: Nicolas Winding Refn, Mary Laws, Polly Stenham
Cast: Elle Fanning, Karl Glusman, Jena Malone, Bella Heathcote, Abbey Lee, Keanu Reeves, Christina Hendricks, Desmond Harrington
Genere: cannibalesco
Se ti piace guarda anche: Mulholland Drive, Suspiria, Showgirls

In esclusiva per Pensieri Cannibali, ecco le reazioni VIP ad alcuni commenti della stampa internazionale più fashion su The Neon Demon, l'ultimo controverso film di Nicolas Winding Refn con protagonista Elle Fanning nei panni di una giovane aspirante modella appena approdata in quel di Los Angeles.









































































Mr. Robot: una seconda stagione pazzesca, in tutti i sensi

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Mr. Robot
(serie tv, stagione 2)

La stagione 2 di Mr. Robot è stata una delusione pazzesca!

La stagione 2 di Mr. Robot è stata una figata pazzesca!

La prima parte della seconda stagione di Mr. Robot ha fatto cagare il cazzo, è stata di una noia mortale, a tratti, molti tratti, mi sono chiesto: “Ma cosa diavolo sta succedendo e soprattutto perché?”

La seconda parte della seconda stagione di Mr. Robot è stata a tratti geniale, ha offerto un episodio divertentissimo in stile sitcom anni 80/90, ha proposto un colpo di scena shyamalaniano più di quello della prima stagione e più di quello di molti film shyamalaniani e ha riscattato un avvio a dir poco sonnacchioso.

Nonostante nella seconda parte della stagione si sia trovata in qualche modo una spiegazione alla prima parte, niente può cancellare la noia di quelle quattro puntate. Niente. Nemmeno quel colpone di scena shyamalaniano nella quinta. Così come il brillante The Visit non può cancellare quelle merdate de L'ultimo dominatore dell'aria e After Earth.

I vecchi personaggi sono sempre una garanzia. In questa seconda stagione sono cresciuti parecchio in particolare quelli di Portia Doubleday e Carly Chaikin.



I nuovi personaggi sono stati buttati dentro la mischia un po' a casaccio e a tratti sembravano fondamentali, salvo poi sparire senza lasciare traccia e rivelarsi poi non così fondamentali. Brava però Grace Gummer, che non è solo la figlia raccomandata di Meryl Streep, ma anche un'ottima attrice.

Sì, su questo sono d'accordo.


Rami Malek è ancora una volta fe-no-me-na-le.

Pure Christian Slater se la cava alla grande. Ma perché nessuno lo dice?


La stagione 1 di Mr. Robot mi aveva ricordato un po' Matrix. La stagione 2 invece Matrix Reloaded. E non è proprio una bella cosa...

Sarà, ma a me queste due stagioni sono invece sembrate più che altro una versione nerdosa di Fight Club.

Hey, buchi di culo parlanti, ma l'avete vista la terza parte della seconda stagione di Mr. Robot?

Ehm... no.

Non ancora, perché?

Perché è un esatto mix tra le vostre due impressioni da decerebrati: un po'è estremamente intrigante e un po' fa appisolare. Un po' ricorda David Lynch e un po' sembra una parodia di David Lynch. Un po' ci sono scene che ti fanno esclamare: “Wow!!!” e un po' ci sono scene come quella dell'interrogatorio della bambina con Portia Doubleday che ti fanno domandare: “WTF???”.



Un po' sembra una serie perfetta per fotografare il presente, il mondo hackerato, terroristico e terrorizzato in cui viviamo, un po' nemmeno l'autore Sam Esmail sembra più in che direzione andare e quali pesci pigliare.
Insomma, un po'è geniale e un po'è una minchiata.

Hey, ma comunque voi chi siete?

No, ma scusa: chi sei tu?

Io non chi siete voi e di sicuro non so chi sono io. Sarò mica Mr. Robot?

(voto alla prima parte della seconda stagione di Mr. Robot 5/10)

(voto alla seconda parte della seconda stagione di Mr. Robot 8/10)

(voto alla terza parte della seconda stagione di Mr. Robot 6-/10)

"Sinceramente questa recensione non l'ho capita nemmeno io..."

Cinema Society

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È il weekend di Woody Allen, dei remake più improbabili, dei documentari e del cinema italiano.
È un weekend tutto da vivere e da scoprire nelle sale cinematografiche del nostro paese. Per decidere quale film può fare al caso vostro, bastano due operazioni semplici semplici: seguite i miei consigli e NON seguite quelli del mio blogger-nemico Ford.

Café Society
"Kristen, che fai con quel pupazzo in mano?"
"Non posso farne a meno. Adoro andare in giro con il Cucciolo Eroico!"

Cannibal dice: Woody Allen in genere alterna un film buono a uno cattivo e, considerando che l'ultimo Irrational Man nonostante l'ottimo cast a me aveva fatto abbastanza pena manco l'avesse consigliato l'Irrational Ford, da questo mi aspetto grandi cose. E, considerando l'aria retrò vagamente da Midnight in Paris che si respira, le premesse sembrano buone. Anche perché un café con Blake Lively io me lo berrei volentieri. E io in genere non bevo caffè.
Ford dice: più o meno da vent'anni a questa parte, la puntuale uscita autunnale di Woody Allen è una scommessa. Ci si può trovare di fronte cose pregevoli come Match Point o Midnight in Paris o atrocità come Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni o Vicky, Christina, Barcelona. Tant'è che l'ultimo Irrational Man - e non parlo del biopic su Marco Goi - da queste parti non è neppure passato.
Questo Cafè Society mi attrae molto poco, ma potrebbe rivelarsi una sorpresa.
Quella che non è il mio antagonista, radical sempre e comunque.

Ben-Hur
"Dai, che ho più cavalli io della macchina di Ford!"

Cannibal dice: Il remake di cui nessuno sentiva la necessità. Penso manco Ford che quando usciva l'originale era ancora un pischelletto. O forse era un pischelletto ai tempi proprio di Ben-Hur?
Ford dice: ho sempre adorato i classiconi come Ben Hur, e purtroppo penso che remake di questo genere non possano fare altro che danneggiarne il ricordo, o peggio, passare come "originali" al pubblico più giovane e poco cosciente. E non parlo di Cannibal: nonostante quello che continua a ripetere, lui giovane non è più neanche per sbaglio.

Nick Cave – One More Time with Feeling
"Un pensiero a Ford. Ma anche a quell'altro blogger..."

Cannibal dice: Nick Cave non mi ha mai fatto impazzire. Troppo deprimente, troppo fordiano. L'ultimo disco che ha da poco realizzato con i suoi Bad Seeds è però davvero notevole e il documentario sulla sua luttuosa realizzazione, a cui fino a poco tempo fa non avrei nemmeno pensato di avvicinarmi, ora mi attira non poco. Dimostrazione di quanto i pensieri cannibali siano in costante evoluzione e mutamento, mentre i pensieri annebbiati dall'alcol (e dalla vecchiaia) di White Russian restano sempre immutabili.
Ford dice: ho sempre trovato notevole Nick Cave, nonostante il suo approccio funereo al rock lo renda un tantino indigesto per un tamarro sguaiato come il sottoscritto.
Questo documentario, come tutta la sua opera, potrebbe essere molto interessante: dunque, nonostante non si tratterà di un'epidemia di buonumore, penso lo recupererò. Distribuzione permettendo.

Indivisibili
"Siamo davvero come Ford e Cannibal: per quanto lo desideriamo, non riusciamo proprio a staccarci l'una dall'altra."

Cannibal dice: Film inserito tra i 7 potenziali candidati italiani agli Oscar, a spese di lavori più quotati come La pazza gioia o Veloce come il vento, potrebbe rivelarsi una piacevole sorpresa. Le protagoniste poi sono due gemelle siamesi che sono proprio come me e Ford: indivisibili.
Ford dice: nonostante non si tratti di una rivisitazione del rapporto simbiotico tra questo vecchio cowboy ed il finto giovane Cannibal Creed, e si tratti di un film italiano, questo Indivisibili potrebbe addirittura risultare interessante. Speriamo di non rimanere troppo delusi.

Al posto tuo
"L'ennesimo film per ragazzine consigliato da Pensieri Cannibali? Eh no, basta!"

Cannibal dice: Ford sarà già pronto a bollare questo film come una schifezza assoluta. Io che per fortuna non sono al posto di Ford dico invece che potrebbe essere una commedia più gradevole e divertente di tante scemate americanate come Una spia e mezzo. Anche perché il regista è quello del caruccissimo Poli opposti, che a sorpresa mi era piaciuto, quindi un'occhiata pure a questo ci potrebbe stare.
Ford dice: non ho bisogno di bollare questo film. Lo salto a piè pari, e felicemente. E corro a rivedermi Una spia e mezzo.

Liberami
"Ford, esci subito da questa povera fanciulla e lasciale guardare tutti i film teen che vuole!"

Cannibal dice: Altro lavoro italiano che non promette male. Un documentario sull'esorcismo premiato all'ultimo Festival di Venezia come miglior film della sezione Orizzonti. In più mi offre lo spunto per un grido disperato: liberatemi da Ford, vi prego!
Ford dice: se non fosse un film italiano, sarei molto più curioso di questo documentario sugli esorcismi. Tuttavia, lo guarderò nella speranza di carpire qualche segreto per esorcizzare la blogosfera dalla presenza di Cannibal Kid.

Le ultime cose
Un momento di tenerezza tra Ford e Signora.

Cannibal dice: Dopo tre pellicole italiane promettenti, ecco un lavoro neo neorealista che sembra buono giusto per il più radical e noioso dei Ford. Io passo.
Ford dice: ho diverse cose in arretrato da recuperare, in termini di visioni. Per il momento Le ultime cose non è tra quelle.

The Assassin
"Ford, dopo che ti avrò sconfitto passerò al prossimo duello, quello con Cannibal...
con lui però alla PlayStation."

Cannibal dice: Film di cappa e spada che pare visivamente molto affascinante, ma che a livello di storia potrebbe interessarmi all'incirca quanto un incontro di wrestling con Ford che combatte contro Hulk Hogan e The Rock. Un sogno erotico per lui, un incubo per me.
Ford dice: il wuxia è un genere che ho sempre amato. Se, inoltre, consideriamo che dietro la macchina da presa c'è Hou Hsiao Hsien, allora siamo a cavallo. Potrebbe diventare il mio film della settimana, se non del mese.

Se permetti non parlarmi di bambini
"Lo sapevi che Ford ha avuto un'altra figlia?"
"Se permetti non parlarmi di bambini. E soprattutto se permetti non parlarmi di Ford."

Cannibal dice: Romcom argentino-spagnola che non sembra niente di eccezionale, però il titolo per me è intrigante. Mentre al super pluri papà Ford potrebbe suonare spaventoso!
Ford dice: considerata la mole di impegni accumulata con i Fordini, e quanto, a volte, io e Julez finiamo stremati le giornate, direi che per il momento questo film lo eviterò con cura.
Preferisco mettere la felicità a letto con loro, e godermi qualche tamarrata che non mi faccia pensare troppo a quanto il mio corpo chieda un paio di settimane di ferie in qualche isola sperduta dei Caraibi, solo con la signora Ford.

Abel – Il figlio del vento
"Guarda, Jean Reno: lui è il figlio del vento."
"Ma siamo sicuri non sia anche lui figlio di Ford?"

Cannibal dice: Film con bambini + animali = il male assoluto. Manca solo Ford...
Ford dice: filmaccio con un Jean Reno ormai privo di ogni vergogna che pare la versione ancora più brutta di Belle e Sebastian. Non lo farei vedere neppure a Cannibal. Che è tutto dire.

Nick Cave, Britney Spears, Green Day etc. - La musica di settembre 2016

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Qualche opinione, o più che altro qualche pensiero sparso, e naturalmente cannibale, sulle uscite discografiche delle ultime settimane.
Questo mese spazio per un po' di tutto, dal depresso Nick Cave alla più spensierata Britney Spears, passando per Green Day e... Moreno?!?


Nick Cave & The Bad Seeds “Skeleton Tree”
"Pensieri Cannibali mi ha davvero infilato nello stesso articolo con Britney, Lady Gaga e Moreno???"

Non sono mai stato un grande fan di Nick Cave. Io odio le canzoncine allegre e spensierate, sia chiaro, però la sua musica l'ho sempre trovata troppo deprimente persino per i miei gusti. Adesso con “Skeleton Tree”, registrato nel periodo successivo alla tragica morte del figlio, ha realizzato con i suoi Bad Seeds quello che è forse il loro lavoro più triste e scuro in assoluto. La morte ha sempre aleggiato sulle “murder ballads” di Nick Cave, ma qui il cantante australiano è stato costretto a immergersi nel dolore più profondo, quello per cui non esiste nemmeno una definizione. Come viene detto nel film Demolition: “Un uomo perde sua moglie, diventa un vedovo. Un figlio perde un genitore, diventa un orfano. Ma perdere un figlio... Non c'è un termine per questo. E non dovrebbe esserci”.
Nonostante tutta questa depressione, o forse proprio “grazie” a questa...

il disco mi è piaciuto, sorpresa sorpresa!
Oh meglio, precisiamo, mi sono piaciuti, anzi ho adorato i primi tre pezzi del disco: l'inquietante “Jesus Alone”, la sognante “Rings of Saturn” che non so perché mi sembra un pezzo anni '80 stile Roxy Music, e la devastante “Girl in Amber” che presenta cori radioheadiani e quindi stupendi. Splendida pure “I Need You”. Il resto del disco procede in maniera valida ma più in tono minore, con alcuni momenti da tagliamento delle vene assicurato e con il duetto con la soprano danese Else Torp in “Distant Sky” che non vale certo quello con Kylie Minogue nella storica “Where the Wild Roses Grow”, però tutto sommato da non fan di Nick Cave posso considerarmi più che soddisfatto.
E allora sarà anche un disco triste, mooolto mooooolto triste, ma io grido: allegria!


(voto 8/10)




M.I.A. “AIM”

Il nuovo album di M.I.A. si chiama AIM ed è IPNOTICO IPNOTICO IPNOTICO IPNOTICO IPNOTICO IPNOTICO ti manda in botta si chiama AIM ed è IPNOTICO IPNOTICO IPNOTICO ti manda in botta botta botta BOTTA BOTTA BOTTA è una roba fuori da tutti i confini fisici mentali e musicali ed è HIP-NOTICO HYPE-NOTICO IPER-NOTICO Il nuovo album di AIM si chiama M.I.A. no! Che dico? Ho sbagliato!!! Si chiama AIM e l'ha fatto M.I.A. ed è uno di quei rari dischi che potrebbero suonare perfetti sia in un locale di lap dance che come sottofondo a una marcia di protesta no-global ed è un album che ti manda fuori di testa run-pama pama pa-pama pama pama RUN-PAMA PAMA PA-PAMA PAMA PAMA e a un certo punto come ospite spunta persino l'ex One Direction ZAYN! Ma che davvero??? E pure lui è in un brano che ti manda in botta così come tutto il nuovo album di M.I.A. che si chiama AIM e puoi considerarlo geniale oppure demente ma è impossibile che ti lasci indifferente e soprattutto è IPNOTICO IPNOTICO IPNOTICO IPNOTICO IPNOTICO IPNOTICO roba da manicomio manicomio manicoM.I.A.
(voto 6,5/10)




Frank Ocean “blond”

Ci sono dischi belli e dischi coraggiosi. Ci sono anche dischi che sono entrambe le cose e che possono essere considerati capolavori.
Il nuovo album di Frank Ocean “blond” senza dubbio è un lavoro coraggioso. Al suo interno non ci sono singoli a presa rapida, ritornelli ruffiani e anche le ospitate prestigiose presenti non è che siano giocate come una carta per farsi facile pubblicità. Il brano realizzato con Beyoncé ad esempio non è proprio un duetto, ma l'ha usata più che altro come una semplice corista.
La musica proposta non è poi né R&B, né pop. Qua e là si prendono direzioni elettroniche, sperimentali, tanto che qualcuno ha avanzato persino paragoni con “Kid A” dei Radiohead. Non a caso Jonny Greenwood ha collaborato alla realizzazione di una traccia del disco, “Seigfried”. Spesso inoltre la voce di Frank appare trasfigurata, come nel primo spiazzante singolo “Nikes”. Uno sente “Nikes” e pensa che sia musica proveniente dallo spazio. La domanda però è: “Nikes” è un pezzo assurdo e forse geniale, ma può anche essere considerata una bella canzone?
Il punto interrogativo resta nell'aria per tutto il disco. Di momenti notevoli, e anche molto notevoli, ce ne sono, come “Ivy”, “Solo”, “Self Control” e soprattutto l'enorme “Nights”. Nel complesso comunque appare, più che un disco bello, un disco “solo” coraggioso.
(voto 7-/10)




Green Day “Revolution Radio”

I Green Day sono uno dei pochi gruppi recenti che possono vantare nel proprio curriculum non uno, bensì due album cult generazionali in due decenni differenti. Il primo è Dookie, che nel bel mezzo del cammin degli anni '90 trascinò il revival del punk, e il secondo è quell'American Idiot che, 10 anni dopo, nel 2004, diventò un manifesto dell'antibushismo. Da allora hanno cercato di replicare il successo di quest'ultimo con due lavori ambiziosi: 21st Century Breakdown e la tripletta ¡Uno!, ¡Dos! y ¡Tré!, con risultati purtroppo ben poco esaltanti.
Con il nuovo Revolution Radio hanno smesso di cercare di fare un American Idiot – Parte II, nonostante ci sia il rischio di avere un nuovo American Idiot come President of the USA, e sono tornati a pubblicare un disco semplice, tirato, piacevole dall'inizio alla fine e che fila veloce come la luce. Il problema?
Altrettanto velocemente si fa dimenticare e nessun pezzo al suo interno riesce a segnalarsi in maniera particolare. In attesa di vedere quando, e soprattutto se, riusciranno a tirare fuori un album cult numero 3, che mica nella vita si può fare solo album cult, per il momento ci si può comunque accontentare.  O quasi.
(voto 6/10)




Bon Iver “22, A Million

Bello l'uso del vocoder e dell'auto-tune. Però dopo un po' basta!
Non siamo più nel 1998 e già ai tempi di “Believe” di Cher aveva rotto le palle.
(voto 5/10)




Bastille “Wild World”

La prima volta che ho sentito il nuovo disco dei Bastille, “Wild World”, il successore del brillante esordio “Bad Blood” diventato un piccolo grande cult per le nuove generazioni, ho pensato: “Bah, diludendo.
La seconda volta che l'ho ascoltato ho pensato: “Però, è figo! Che avevo in mente la prima volta?
La terza volta che l'ho messo su ho pensato: “A tratti bello, a tratti un po' noiosetto. La voce del cantante è molto affascinante e particolare, però alla lunga infastidisce anche un pochino. E poi forse i 19 brani presenti nella deluxe edition (che diventano addirittura 21 nella Target Edition) sono un pochino troppi. Forse, eh...
La quarta volta che l'ho riascoltato ho pensato: “Mi piace alla grande, oh yeah! Anzi no, non mi piace proprio! O forse sì, a ripensarci non è niente male. Solo che boh, c'è qualcosa che non mi convince”.
Se sia un disco valido o meno non l'ho ancora capito, e forse non lo capirò mai, ma di sicuro è un lavoro che mi ha mandato in pappa il cervello.
(voto 6/10)




Britney Spears “Glory”

Britney Spears è la Madonna della mia generazione. Intendo proprio in senso religioso. Fin da quando l'ho vista vestita da scolaretta nel video di “...Baby One More Time” ho un'autentica venerazione nei suoi confronti. E da allora mi si è bloccata la crescita. Da allora Britney ne ha inoltre combinate di tutti i colori: ha cantato capolavori pop come “Everytime” e “Toxic”, si è rasata a zero e ha dato i numeri, e negli ultimi tempi si è trasferita a Las Vegas a intascare bei soldoni dai suoi spettacoli nella Città del Peccato e a fare la vita da MILF... volevo dire la vita da mamma.
Adesso è uscito “Glory”, il suo nono album che, dopo i poco irresistibili “Femme Fatale” e “Britney Jean”, ce la restituisce in buona forma, non solo fisica ma anche musicale. Ok, non sarà un lavoro glorioso o in grado di spostare i confini della musica, ma in compenso al suo interno contiene una manciata di brani contagiosi e di potenziali nuove hit. Non parlo del primo flopposo singolo “Make Me...”, una merda di R&B commerciale moderno per niente nelle sue corde. Tralasciando i poco riusciti primi brani, per fortuna il resto della tracklist prende per lo più altre direzioni musicali, toccando il vertice in “Man on the Moon”, che okay non è bella quanto quella dei R.E.M., però è comunque una grande canzone pop. Gli altri pezzi più interessanti sono soprattutto quelli contenuti nella edizione deluxe, dove Britney osa di più, flirtando con atmosfere latine in "Change Your Mind (No Seas Cortes)" e persino francesoneggianti in "Coupure Électrique".
Un dischetto discontinuo insomma, ma che rappresenta bene l'intera carriera di Britney, ricca di alti così come di bassi. It's Glory, bitch.
(voto 6+/10)



Moreno “Slogan”

Il nuovo disco di Moreno non è brutto come può sembrare a un primo ascolto.
Al secondo è anche peggio.
(voto 3/10)

P.S. Sì, ho ascoltato questo album due volte e sono ancora vivo. D'ora in poi chiamatemi Jeeg Robot.




Canzone del mese
Lady Gaga “Perfect Illusion”

Dite un po' quello che volete, ma il nuovo singolo di Lady Gaga a me mi Lady Gasa. E pure parecchio!




Il peggio del mese
Ligabue “G come Giungla”

Chi vuol sopravvivere deve cambiare”, canta il Liga nel suo nuovo singolo.
Peccato che lui non cambia mai e il pezzo suona proprio come (quasi) tutte le sue altre canzoni, ovvero male.
G come Guai a chi ascolta 'sta roba.


Mai 'na pazza gioia, però 'na volta tanto sì

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La pazza gioia
(Italia 2016)
Regia: Paolo Virzì
Sceneggiatura: Francesca Archibugi, Paolo Virzì
Cast: Valeria Bruni Tedeschi, Micaela Ramazzotti, Valentina Carnelutti, Marco Messeri, Anna Galiena, Tommaso Ragno, Bob Messini, Sergio Albelli
Genere: pazzoide
Se ti piace guarda anche: Si può fare, Qualcuno volò sul nido del cuculo, Thelma & Louise

Certo che là fuori ce ne sono di pazzi. Ah, se ce ne sono! Prendete questi blog di cinema che ci sono in giro oggi. Tutti a sparare le loro opinioni vuote e insulse, senza manco sapere di cosa stanno parlando. Gli autori in genere sono ragazzini youtubbari che probabilmente non hanno mai visto manco le basi del grande Cinema italiano, cose come Vacanze di Natale, Pierino contro tutti e Quel gran pezzo dell'Ubalda tutta nuda e tutta calda.
Sui blog oggi ci scrive gente che ha delle lauree in Scienze della Comunicazione, delle specialistiche, dei Master. Sì, ok, bravi! Però la quinta elementare ce l'avete?
Scommetto di no!
Manco la patente, c'avrete...


Anche io un tempo non troppo lontano scrivevo di cinema. Solo che io non avevo un blog. Allora non esistevano i blog, grazie a Dio. Avevo una rivista. Una di carta. Una di quelle che si possono toccare con mano. Non 'ste stronzate virtuali. Intervistavo tutti quelli che contavano. I pezzi grossi del mondo del cinema: Bombolo, Lando Buzzanca, Jimmy il Fenomeno...
Nominatemi un nome importante di Hollywood o di Cinecittà e io l'ho intervistato e magari pure frequentato. Non per vantarmi, ma sono anche stato con delle interpreti stupende. Giusto per dirvi un nome: Plinio Fernando, la bellissima attrice che ha dato il volto a Mariangela Fantozzi.

Uno scatto sexy della stupenda Plinio Fernando che mi sono fatto.

Ho fatto la dolce vita a lungo, fino a che un giorno sono stato coinvolto in una brutta vicenda. Hanno cercato di screditarmi. Hanno detto che le mie recensioni erano troppo assurde per essere vere. Hanno sostenuto che chiunque considerasse Cruel Intentions, Jennifer's Body o 50 sfumature di grigio (le uniche altre pellicole che sono riuscito a vedere negli ultimi tempi) dei film decenti è di certo un pazzo e così sono stato rinchiuso in una struttura piena di pazzi. Solo che io non sono come loro, così come non sono come quelli che stanno in libertà, i cosiddetti “sani di mente”. È così con mia somma sorpresa che mi trovo a parlare bene di un film che è stato parecchio apprezzato da pubblico e critica. Persino dai blogger youtubbari di oggi.


Sto parlando di La pazza gioia. È il film nuovo più bello che ho visto negli ultimi 15 anni. Sarà anche perché è l'unico film nuovo che ho visto negli ultimi 15 anni. Da quando sono qui rinchiuso ci fanno vedere solo pellicole ambientate nei manicomi ed era tipo da Qualcuno volò sul nido del cuculo che non ne facevano più, o se non altro che non arrivavano in VHS nella nostra struttura.
Adesso gli operatori socio-sanitari hanno comprato il lettore DVD e ci hanno fatto vedere La pazza gioia ed è stato quasi come rivedere la storia della mia vita, solo un po' più romanzata e in versione al femminile, ma comunque mi sono ritrovato parecchio nella protagonista. Non sto parlando di quella tossica rinsecchita tatuata annamariafranzonizzata di Micaela Ramazzotti, naturalmente. Poveretta, è bravissima pure lei e la sua vicenda personale è tanto triste triste. Solo che io mi riferisco a Valeria Bruni Tedeschi. Attrice che avevo sempre considerato troppo radical-chic e con la puzza sotto il naso per i miei gusti e che qui invece è straordinaria. Il suo è il personaggio non solo più pazzesco, ma anche il più idolesco visto negli ultimi 15 anni. E non lo dico perché sono 15 anni che non vedevo più un film nuovo. O comunque non solo per quello.


La pazza gioia è una pellicola sì melodrammatica, emozionante, a tratti persino commovente, però grazie a una Valeria Bruni Tedeschi così spumeggiante riesce anche a essere una commedia clamorosamente divertente. Una cosa che non mi stupisce più di tanto, visto che il regista è Paolo Virzì ed è uno che è quasi sempre riuscito a fare pellicole brillanti e allo stesso tempo dotate di una loro profondità. Io sono rimasto fermo a Ovosodo, però a quanto si dice in giro anche i film che ha girato negli ultimi anni come Tutta la vita davanti, La prima cosa bella e Il capitale umano non devono essere niente male.


Non che io mi fidi di quello che dicono tutti i bischeri pseudo espertoni di cinema là fuori. A volte però pure loro ci possono prendere. Com'è il caso di questo La pazza gioia. Se ne hanno parlato tutti bene, vuol dire che la pensano come me. Vuol dire che non sono del tutto pazzi. O forse vuol dire che sono pazzi, pazzi forte, proprio come me?
Mi sa che siamo tutti pazzi. Pazzi di questo film, dotato di una bellezza “senza fine”.
(voto 8/10)

Sapore di Fuocoammare

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Fuocoammare
(Italia, Francia 2016)
Regia: Gianfranco Rosi
Sceneggiatura: Gianfranco Rosi
Da un'idea di:Stefano Accorsi Carla Cattani
Cast: Samuele Pucillo, Pietro Bartolo, Maria Costa, Samuele Caruana
Genere: documentarioso
Se ti piace guarda anche: Sacro GRA, The Act of Killing


Fuocoammare è il film che l'Italia ha scelto di nominare come rappresentante del nostro cinema alla prossima edizione degli Oscar nella categoria dei film in lingua non inglese. A dirla tutta, in alcune scene della pellicola il ragazzino protagonista si cimenta proprio con l'inglese, solo che i risultati sono al livello di Renzi e quindi non possono essere considerati davvero in lingua inglese.



La decisione di proporre il documentario di Gianfranco Rosi come candidato italiano per gli Academy Awards ha subito scatenato un fuocoammare di polemiche. O, se non altro, a infuocare il dibattito è stato il “solito” Paolo Sorrentino, uno che quando c'è da dire la sua opinione non si tira indietro.
Il regista, che l'ambita statuetta dorata se l'è portata a casa nel 2014 grazie a La grande bellezza e con tanto di memorabile discorso di ringraziamento, ha criticato la decisione da parte della Commissione selezionatrice. Commissione di cui lui stesso fa parte, quindi diciamo che il suo è un comportamento un po' dalemiano.

"Ammazza, quanto è politico oggi Pensieri Cannibali.
Mi fa quasi più paura di Nanni Moretti!"

A proposito di Fuocoammare, Sorrentino ha dichiarato: “È un film bellissimo, ma andava candidato all'Oscar nella categoria dei documentari. Questa scelta è un inutile masochistico depotenziamento del cinema italiano che quest'anno poteva portare agli Oscar due film: un film di finzione che secondo me avrebbe avuto molte chance è Indivisibili di Edoardo De Angelis, mentre Fuocoammare può concorrere e vincere nella categoria dei documentari”.

Io non sono d'accordo con Paolo Sorrentino. Non sono d'accordo quando dice che Fuocoammare è un film bellissimo. Per me non lo è. Quando si parla di premi e riconoscimenti, non solo in ambito cinematografico, i lavori che affrontano un tema impegnato godono sempre di una corsia preferenziale rispetto agli altri.
Il caso Spotlight affronta il problema della pedofilia nella Chiesa? Allora è automaticamente un capolavoro da Oscar.
Fuocoammare affronta il dramma dei migranti? Allora è automaticamente un capolavoro da Oscar, e pure da Orso d'oro al Festival di Berlino.

"Mi limono l'Orso d'oro alla faccia tua, Cannibal, e anche di Sorrentino!"

"E adesso è il tuo turno, Meryl..."

The Neon Demon di Nicolas Winding Refn è un film che non parla di modelle anoressiche, bensì di modelle cannibali? Ma allora fa schifo, si merita solo dei fischi!

Quello che le giurie e le commissioni selezionatrici non riescono proprio a fare è separare in maniera obiettiva il tema trattato dall'effettiva qualità artistica dell'opera. È una trappola in cui è cascato persino Quentin Tarantino, presidente della giuria del Festival di Cannes 2004 che premiò Fahrenheit 9/11: un film politicamente importante, ma cinematograficamente non così notevole persino all'interno della stessa opera di Michael Moore, autore pure di Bowling a Columbine, quello sì un grande film-documentario.

Sono invece d'accordo con Paolo Sorrentino quando dice che l'Italia quest'anno avrebbe potuto correre con due film differenti. Fuocoammare nella categoria dei documentari, e poi un altro film “fiction” nella categoria delle migliori pellicole straniere. I 7 titoli che erano finiti nella final list come possibili candidati italiani agli Oscar erano:

Fuocoammare
Gli ultimi saranno ultimi
Indivisibili
Pericle il nero

A parte il preferito di Sorrentino, Indivisibili, che ancora mi manca, gli altri li ho visti tutti e mi sono piaciuti tutti di più di Fuocoammare. Considerando che tra i film che non sono finiti tra i magnifici 7 c'erano anche altri lavori notevoli come La pazza gioia e Veloce come il vento, in tutto quel ben di Dio che è stato il cinema italiano degli ultimi 12 mesi io certo non avrei scelto il documentario di Rosi. Avrei preferito Perfetti sconosciuti, una pellicola dal respiro internazionale che negli Usa è già stata apprezzata e poteva esserlo ancora di più con la vetrina promozionale degli Oscar, ma anche Lo chiamavano Jeeg Robot e Suburra possiedono un respiro internazional-romanesco che Oltreoceano potevano gradire parecchio, così come hanno fatto con La grande bellezza.

"L'Oscar limona meglio dell'Orso d'oro.
E pure di Meryl Streep..."

Detto questo, Fuocoammare secondo me ha le sue buone possibilità di ottenere una nomination agli Oscar, o nella categoria dei documentari o in quella di miglior film straniero. Questo non per la sua qualità, non eccelsa, quanto piuttosto per il tema impegnato che affronta...
Che poi, a dirla tutta, i migranti non è che siano proprio i protagonisti della pellicola. Anzi, sono più che altro delle comparse. Il vero protagonista è Samuele, un ragazzino siciliano che vive a Lampedusa. Un ragazzino dall'occhio pigro, che non riesce a vedere bene le cose che gli stanno davanti agli occhi. È attraverso il suo sguardo difettoso che assistiamo alla vita sua e delle altre persone sull'isola. È molto bello e interessante il parallelo tra lui e i migranti. Loro sono costretti ad andare ammare per sfuggire dalla guerra. Lui è costretto ad andare ammare perché a Lampedusa “tutti sono pescatori” e quindi anche lui sarà costretto a diventarlo, nonostante a remare non sembri certo un fenomeno e quando mette piede su una barca vomita.


Il modo in cui Gianfranco Rosi ci presenta la questione immigrazione è quindi parecchio originale e pure intelligente, in grado di sfuggire a banalità, pietismi e facili discorsi moralistici di sorta. Nonostante questi meriti non da poco, Fuocoammare per il resto non mi è sembrato un documentario così folgorante o riuscito. Ho apprezzato il fatto che Rosi abbia voluto optare per una prospettiva differente, però un po' di spazio maggiore ai migranti non avrebbe guastato. Non a caso molte delle scene più notevoli del film sono proprio quelle che li riguardano, come il racconto in musica dell'esodo o la partitella di calcio vissuta quasi come se fosse la finale dei Mondiali. Anche se la scena più impressionante del film per quanto mi riguarda è quella del ragazzino che mangia gli spaghetti. Ma cosa fa? Li aspira???
Mai visto niente del genere.


Niente da dire sulla messa in scena. A livello estetico e di fotografia Fuocoammare è un prodotto di pregevole fattura. Ho trovato invece molto discutibile il montaggio. Alcune singole scene colpiscono, come quella del racconto della nonna o del medico, altre sono devastanti, come quella del recupero dei migranti disidratati, però nel complesso sembrano essere messe insieme un po' a casaccio.

"Questo sito, questo Pensieri Cannibali, è chiaramente molto ma molto malato. Parola di medico."

Fuocoammare è un film dal forte valore simbolico eppure sfilacciato, che ha qualche buon momento, ma che nella sua interezza non mi ha convinto granché. Capisco che in quanto documentario viaggi su coordinate differenti rispetto al cinema di finzione, però in confronto a capolavori recenti del genere come The Act of Killing o Searching for Sugar Man, il lavoro (senza capo davanti) di Rosi manca quasi del tutto di senso del ritmo e di gusto per la narrazione e per la comunicazione, oltre che di coinvolgimento emotivo. Di sicuro non mi sembra un film da Oscar, né da nomination agli Oscar e neppure da candidatura italiana alle nomination degli Oscar. Almeno una decina di altre pellicole nostrane uscite negli ultimi mesi a mio parere l'avrebbero meritata di più.
E così Pensieri Cannibali si è unito a Paolo Sorrentino nel coro di voci che dissentono dalla scelta caduta su Fuocoammare, però a un certo punto chissenefrega?
Ci sono problemi più importanti nel mondo. Quello dei migranti, ad esempio. O quello di avere un occhio pigro.
(voto 6/10)

Vita da sPetstatori cinematografici

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Cosa capita questa settimana nelle sale italiane?
Niente di eccezionale, a quanto pare. Però se ci tenete ad andare a vedere qualcosa, ecco quali sono le uscite del weekend, tra pellicole d'animazione, belliche, religiose e/o con Mark Wahlberg. Insomma, tutta roba che sembra perfetta per il mio blogger rivale e co-conduttore di questa rubrichetta, Mr. James Ford.
Ci sarà qualcosa di buono anche per me, e magari pure per voi lettori di Pensieri Cannibali?
Let's find out.

Pets – Vita da animali
"Oh, finalmente a casa da solo!
Ora posso godermi un bel film per adulti consigliato da Pensieri Cannibali e sconsigliato da White Russian."

Cannibal dice: Ecco una nuova bambinata che pare fatta giusto per Mr. James Ford. Io l'ho già vista e...
Per saperne di più dovrete attendere di leggere il mio bellissimo post su Pensieri Cannibali, oppure il pezzo autobiografico su WhiteRussian: Ford – Vita da animale.
Ford dice: da buon animale, e considerato l'amore per gli animali del Fordino, non potrò esimermi dalla visione di questo film, anche se l'impressione è che si tratti del tipico prodotto che si esaurisce con il trailer, un po' come quel blog tutto fumo e niente arrosto di Pensieri Cannibali. Staremo a vedere presto con la recensione.

Deepwater – Inferno sull'oceano
Ford aveva solo provato a cucinarsi un piatto di spaghetti.
Questo è stato il risultato...

Cannibal dice: Ed ecco un altro film che sembra sceneggiato apposta per Ford. O forse l'ha sceneggiato proprio Ford?
Per lo meno, se si mette a scrivere drammoni con Mark Wahlberg, che ci faccia il favore di smetterla di scrivere su WhiteRussian!
Ford dice: Peter Berg? Mark Wahlberg? Kurt Russell? Drammone eroico americano?
Ma questo è un regalo di natale anticipato!

Mine
"Un altro film survival esaltato da Ford?
Piuttosto mi sparo!"

Cannibal dice: Nella vita può capitare di calpestare una m...ina. In senso figurato, come a me quando mi sono imbattuto in Ford e ho persino acconsentito a co-realizzare questa co-rubrica insieme. O in senso letterale, come allo sfigato protagonista di questa pellicola che si preannuncia come l'ennesimo survival estenuante e già visto, che WhiteRussian esalterà e io bombarderò.
Ford dice: se ci fossero stati Peter Berg, Mark Wahlberg e Kurt Russell forse avrei pensato al secondo drammone eroico americano della settimana, ma mi sa tanto che non andrà così di lusso, anche perchè dietro questo progetto c'è lo zampino della Terra dei cachi. Che non è mai un buon affare. Neanche fosse Cannibal Kid.

La verità sta in cielo
"Ford, hai deciso di farti prete? Bravo, così finalmente smetterai di fare figli... si spera!"

Cannibal dice: Il film sul misterioso caso della scomparsa di Emanuela Orlandi, con un bel cast capitanato da Riccardo Scamarcio, Maya Sansa, Valentina Lodovini, Greta Scarano di Suburra e... Shel Shapiro?!?
Tralasciando la presenza del cantante dei Rokes, gruppo che ascoltava Ford quando era un teenager, se mai lo è stato, sembra l'ennesima pellicola italiana potenzialmente interessante di una grande annata per il cinema made in Italy. Checché ne dica Mister Ford che è convinto di essere nato e di vivere in Texas e alla prossima tornata elettorale non voterà né sì né no. Lui voterà sempre e comunque: Trump.
Ford dice: anche in questo caso si entra in un campo minato, considerato che non parliamo di drammoni eroici americani ma di un film italiano a tutti gli effetti che potrebbe rivelarsi una sorpresa o l'ennesima conferma che il nostro paese, più che avanti, sta purtroppo andando indietro anche per quanto riguarda il Cinema.
Nonostante il mio atteggiamento belligerante, comunque, spero sempre di essere contraddetto.

Il sogno di Francesco
"Ho appena visto Spring Breakers dietro consiglio di Pensieri Cannibali e...
ho scoperto cos'è la vera estasi!"

Cannibal dice: Co-produzione italo-franco-belga con Elio Germano nei panni di San Francesco. Ottimo attore, però non so se sono pronto per una pellicola del genere. Preferisco pregare San James Ford affinché se lo sorbisca lui.
Ford dice: l'ultimo San Francesco che mi sono riuscito a sorbire era quello interpretato da Mickey Rourke, e sono passati davvero parecchi anni. Per quanto Elio Germano sia bravo, preferisco costringere Cannibal a fare quello che gli riesce meglio, lasciare che il cattivo Cinema vada a Lui.

Quando hai 17 anni
"Hai copiato le risposte del test di cultura generale da Ford??? Ma guarda che sono tutte sbagliate!"
"No, non tutte. Quelle sul wrestling sono di sicuro giuste."

Cannibal dice: Io ricordo bene quando si hanno 17 anni, visto che era giusto ieri e poi mentalmente non ho mai superato quell'età. E diciamolo, anche se lo sanno già tutti. Ford invece...
Ma quello quando mai li ha avuti 17 anni???
Ford dice: produzione francofona che potrebbe essere interessante, legata alla storia di un legame tra due giovani diversi tra loro ma che potrebbero finire a farsi forza l'un l'altro.
Praticamente una trasposizione della rivalità tra me e Cannibal, con la differenza che ormai, io e lui, giovani non siamo più.

Romeo y Julieta

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Cara Antía,

come va la vita, tutto bene?
Non è la classica domanda di circostanza, lo voglio sapere davvero. Sai com'è, è un “pochino” che non ci sentiamo. Quanti anni sono passati? Tredici?
Certo che ogni tanto potresti anche farmi una telefonata. Oppure mandarmi un messaggino su WhatsApp, che tanto non ti costa mica niente. Non devi scrivermi chissà che cosa. Basta che mi mandi un emoji scema e io sono contento.


Ecco, anche una così può andare.

Ho sentito dire in giro, da quella tua amica pettegola che non si fa mai gli affaracci suoi, che in questo tempo hai avuto tre figli. Ammettilo: stai cercando di battere il record del mio blogger-nemico Mr. James Ford per fargli un dispetto, vero? Se è così, significa che lo fai per me e significa che mi vuoi ancora bene.

Quanto a me, io in questi ultimi tredici anni che ho fatto?
Niente di particolare. Figli, dopo di te, non ne ho più avuti.
Scusa, la frase m'è uscita male. Detta così sembra che non ne ho più voluti a causa tua, ma non è così...
Oddio, forse avere una figlia che non ti caga per tredici anni senza un apparente motivo può essere una ragione sufficiente per non desiderare altri pargoli almeno per i prossimi due secoli. Fatto sta che non mi è più capitato di avere altri figli, grazie a Iddio.
In compenso in questi ultimi anni ho dato vita a un blog pseudo cinematografico. Si chiama Pensamientos Caníbales, se vuoi andare a dare un'occhiata lo trovi in rete. Se poi ti scappa anche qualche like su Facebook ai miei post non mi offendo. Non dico sia un blog di successo, in confronto per dire a quello di Chiara Ferragniè una merdina, però mi piace scriverci sopra e commentare i film che ho visto. Gradirei di più commentarli insieme a te come facevamo una volta, solo che tu sei sparita nel nulla per cercare la tua strada spirituale e spero almeno tu l'abbia trovata. Anche perché, se in tredici anni non ce l'hai fatta, tutto questo tempo l'hai buttato nel cesso, lasciatelo proprio dire, tesoro mio.

L'ultimo film di cui ho parlato sul mio blogghettino è Julieta di Pedro Almodóvar. È la storia drammatica di una tipa che si chiama Julieta. Con un nome del genere, Shakespeare insegna, la tragedia ce l'ha nel sangue. In effetti di cose non proprio piacevoli gliene capitano una dietro l'altra, al punto che sembra di stare nella versione spagnola e almodovariana di una serie anime giapponese degli anni '80 tipo Candy Candy o Peline Story. Sono varie le varie disgrazie che capitano a questa povera donna, una bella povera donna interpretata da giovane da Adriana Ugarte e poi da vecchia... pardon da più anziana da Emma Suárez, entrambe bravissime. Insomma, fa un po' strano il passaggio dall'una all'altra, però sempre meglio una scelta del genere piuttosto che usare il trucco in maniera diciamo discutibile per invecchiare i personaggi come in J. Edgar di Clint Eastwood.


"Non è che ci assomigliamo molto."
"Se magari provassi a toglierti quel sacco di patate dalla testa, Emma..."

Nonostante la mestizia degli eventi che la coinvolgono, Julieta non indugia troppo nel dolore. È un melodramma appassionante, ma non deprimente. Una pellicola esistenzialista, eppure priva di pesanti seghe mentali e filosofiche. Una storia piccola e semplice e allo stesso tempo dannatamente efficace. Lontano dalla commedia Gli amanti passeggeri, così come dal thriller dark La pelle che abito, Almodóvar torna al cinema che sa far meglio, con un parente nemmeno troppo lontano del suo capolavoro Tutto su mia madre. Diciamo che può esserne considerato il figlio o, meglio ancora, la figlia.

Julieta non sarà una visione sconvolgente o qualcosa di mai visto prima. Lì per lì coinvolge ed emoziona, ma senza scatenare pianti fragorosi. Eppure è uno di quei film di cui al termine ti resta attaccato qualcosa. Sarà perché nella storia di un genitore che non sente più la figlia per anni mi sono ritrovato abbastanza. O sarà anche per quel finale, che sul momento fa rimanere un po' spiazzati per non dire incazzati e che poi invece ripensandoci sembra una conclusione perfettamente in linea con il resto della storia. Un finale che ti abbandona, il grande tema del film, ma non ti lascia da solo, bensì con il ricordo di un thriller dell'anima destinato a rimanere un'enigma senza una risposta e destinato a restarti dentro a lungo.

Spero che questa mia lettera sia servita per convincerti, mia cara Antía, a guardare il film e magari pure a rispondermi. O se non altro a mandarmi una maledettissima emoji di tanto in tanto, eddai!

Con immutato amore,
il tuo paparino
Romeo


Julieta
(Spagna 2016)
Regia: Pedro Almodóvar
Sceneggiatura: Pedro Almodóvar
Ispirato ai racconti: Fatalità, Fra poco e Silenzio di Alice Munro
Cast: Adriana Ugarte, Emma Suárez, Rossy De Palma, Michelle Jenner, Inma Cuesta, Daniel Grao, Darío Grandinetti, Priscilla Delgado, Blanca Parés
Genere: materno
Se ti piace guarda anche: Tutto su mia madre, Candy Candy, Peline Story
(voto 7+/10)


La vita segreta dei blogger

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Cosa fanno i blogger quando non scrivono sui loro blog?
Pensate che abbiano una vita privata?
Io non ne sarei così sicuro.
Quando non scrivono sui loro blog, alcuni di loro scrivono sui loro diari segreti, a cui confidano i loro pensieri più nascosti, quelli che ufficialmente è difficile che postino sui loro siti ufficiali.
In esclusiva per Pensieri Cannibali, in onore dell'uscita di The Secret Life of Pets, anche noto in Italia come Pets – Vita da animali, che ci svela cosa combinano i nostri amici animali quando non siamo a casa con loro, andiamo a scoprire cosa scrivono in gran segreto alcuni (più o meno) celebri blogger quando non li vediamo.



Il massimo dello chic è...
indossare una tuta. Non dico per fare jogging. Intendo proprio per uscire la sera. Per andare a una serata di gala.
Io questa sera lo faccio. Lo faccio per davvero. Sì, dai, ce la posso fare. Tutti i fotografi mi immortaleranno e poi la tuta diventerà il nuovo must della stagione. Tuta is the new black.
#ChiaraFerragniLovesTuta

P.S. Fedez è solo un mio scopamico. Non posso fidanzarmi ufficialmente o sposarmi con un rapper. Sono mica una burina pizzettara come Kim Kardashian.




Grande Matteo che negli ultimi tempi le hai proprio cantate giuste alla Merkel e a Hollande, altroché burattino dell'Unione Europea e dei poteri forti!
E quell'Italicum poi è una grande riforma, lo vogliamo ammettere?
Grazie a quella il Movimento 5 Stelle potrebbe davvero andare a comandare!
Bella Renzie, continua così.
Un bacione da Beppe.




Dieci, cento, mille film teen!
Mi sono sparato una maratona di pellicole adolescenziali consigliate da Pensieri Cannibali e devo dire che...
sono tutte una figata! Una meglio dell'altra. E pensare che ho sprecato la mia vita a guardare robaccia action con Van Damme e Stallone quando avrei potuto passare molto meglio il mio tempo. Ah, se solo potessi tornare indietro e non fossi ormai più vecchio di Matusalemme...
Il più grande rimpianto della mia vita è aver snobbato Dawson's Creek quand'ero relativamente giovane e avevo ancora l'età di James Van Der Beek quando interpretava il 16enne Dawson Leery, ovvero già intorno ai 30 anni e passa.
Ma vogliamo dirlo: che figata era, Dawson's fuckin' Creek?!?

Ecco un collage fotografico che ho realizzato con le mie enormi doti tecnologiche dedicato alla mia coppia preferita dello show: Pacey + Joey forever!




Matteo Salvini è proprio un gran bell'uomo.
Sia fuori che dentro.




Il Festival di Venezia quest'anno è stato di una pesantezza insostenibile. Se sono andata alle proiezioni diurne di quasi tutti i film in concorso e pure fuori concorso è stato solo per prendere i contatti con i PR in modo da andare alle feste più cool la sera. Dopo una decina di giorni di mattonazzi filippini che parlano di argomenti che manco alla mia domestica interessano ho avuto proprio bisogno di staccare in maniera radicale.
Mi sono guardata i Vacanze di Natale dal primo agli ultimi. Tutti! Non ho mai riso così. Anche perché le scoregge di Boldi puzzano tanto quanto quelle di Lav Diaz o Terrence Malick, solo che sono più divertenti.

"Finalmente sdoganato anche sui blog di cinema più chic, bestia che roba!"



Stasera non c'ho proprio voglia di cucinare.
Stasera si va dal McDonald's, che anche se tutti fanno finta di schifarlo in realtà c'ha il cibo migliore del mondo, e che cacchio!




Sul mio comodino ci sono dieci libri uno impilato sopra l'altro che non aspettano altro di essere recensiti. La gente che segue il mio blog si chiede: “Ma come fa a leggerli tutti, quel Mr. Ink? Dove trova il tempo? È uno di quei geni che conoscono le tecniche di lettura rapida e finiscono un libro in 30 minuti?”.
La verità semplice semplice è che io i libri mica li leggo. Ma che siete scemi? E chi c'ha voglia? Io leggo giusto il retro copertina, poi lo rielaboro creativamente et voilà, sembra che abbia letto dieci romanzi, cinque raccolte di poesie, una tesi di laurea, tre saggi brevi, quattordici racconti e sei numeri di Topolino in una sola settimana.



Il cinema d'autore è...

una cagata pazzesca!




Sono appena terminate le votazioni per i Macchianera Internet Awards 2016 e sono arrivate quasi un milione di preferenze. E io devo contarle tutte, una per una?
Non ci penso nemmeno!
Ricopio le nomination dell'anno scorso, aggiungo qualche nome nuovo a caso giusto per creare un po' di effetto sorpresa, e il gioco è fatto! Nella categoria dei migliori siti cinematografici ci metto poi dentro anche Pensieri Cannibali, giusto per fare un po' di beneficenza, visto che il suo autore mi fa un po' pena.
E comunque QUI c'è la scheda per votare.


È così che nascono le nomination, anche quelle degli Oscar.
Tanto chi volete che controlli? Verrà mica la polizia a casa mia, ma quando mai?
Hey, cos'è questo suono di sirene in avvicinamento...
Hanno suonato alla porta, ma io non aspettavo nessuno...
Chissà chi è?


Oggi non ho un ca**o da dire! Su nessun argomento. Proprio niente. Non sento l'impulso di dire la mia su quello che sta succedendo nel mondo.
Sul serio.


...

...

Ok, meglio se mi stacco da computer e smart phone, che mi sta salendo di nuovo la voglia di scrivere...




Ho pianto.
Guardando Creed – Nato per combattere mi sono davvero commosso. L'interpretazione di Sylvester Stallone è struggente. È l'ultimo dei veri eroi. Quelli che non li tiri giù manco con una cannonata. Quelli che così non li fanno più. Altroché Jake Gyllenhaal!


Ho riso.
Non per il modo di recitare di Sylvester Stallone. Quella è una cosa non faccio più. Ho riso per Pets – Vita da animali, meglio intitolato in originale The Secret Life of Pets, ovvero La vita segreta degli animali domestici. Considerando che a produrlo è stata la Illumination Entertainment, mi aspettavo una minionata assurda, e invece no. Siamo lontani, molto lontani dalle vette della Pixar con un Inside Out, e la sceneggiatura sembra la copia di un episodio di Toy Story a caso solo con gli animali al posto dei giocattoli, però siamo se non altro a un livello superiore rispetto ai due modestissimi Cattivissimi me e a quella bambinata senza senso dei Minions. Pets è una commedia avventurosa simpatica, che fa ridere. Tutto qua. Alcuni degli sketch migliori se li sono già giocati nei trailer, vero, però la pellicola nel complesso riesce a fare il suo porco lavoro d'intrattenimento veloce e godibile. Avrei tolto giusto le solite scene d'inseguimento, inserite per allungare il minutaggio, o la pessima strizzatina d'occhio ai Minions nella fabbrica di salsicce, mentre per il resto ci sta tutto. Compresa l'esaltante scena di combattimento della cagnolina contro tutti. Una delle migliori sequenze action dell'anno.
Mi vergogno a dirlo, e infatti spero che queste parole non vengano mai rese pubbliche, però Pets – Vita da animali mi ha fatto ridere un sacco e nel complesso devo ammettere che mi è piaciuto decisamente. O se non altro più degli ultimi lavori di Sofia Coppola, Terrence Malick e Gus Van Sant. Sì, proprio così.

"Ma come? Il mio blog non è stato menzionato?
Maledetto Pensieri Cannibali!"

Pets – Vita da animali
(USA, Giappone 2016)
Titolo originale: The Secret Life of Pets
Regia: Yarrow Cheney, Chris Renaud
Sceneggiatura: Cinco Paul, Ken Daurio, Brian Lynch
Genere: animalesco
Se ti piace guarda anche: Zootropolis, Toy Story
(voto 6+/10)

Café Society e Crisis in Six Scenes: du Allen is megl che uan?

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O-o-o-ogni volta che esce un nuovo film di Wooh-Wooh-Woody Allen è sempre la stessa storia. Si-si-si continua a ripetere di qua-qua-qua-quantico... di quanto il regista newyorkese sia troppo pro-pro-iss-pro-profilat-prolifico e che alterna una pellicola brutta a una bella e poi pen-pen-peni-Pensieri Cannibali tira fuori una delle sue stupide recensioni ba-ba-ba-ba-balbettanti che sono una vera e proprio offesa per chi ba-ba-ba-ba-balbetta per davvero come Wooh-Wooh-Woody Allen.



So-so-solo che quest'anno come si fa?
Wooh-Wooh-Woody Allen non ha so-so-solo tirato fuori la sua nuova pellicola annuale, Café Society, ma pure una serie tv, Crisis in Six Scenes. Co-co-pro-co-co-cosa che fa pensare che negli ultimi 12 mesi Wooh-Wooh-Woody Allen non ha avuto proprio un ca-ca-cazzo d'altro da fare. Co-co-cose come, non so, andare a fare la spesa di domenica co-co-come Gianni Morandi.

Wooh-Wooh-Woody Allen quest'anno ha avuto talmente tanto tempo libero che ha written & directed un film e una serie tv. Va però detto che la su-su-giù-su-su-suddetta serie tv è composta di appena 6 episodi da una ventina di minuti l'uno, quindi Wooh-Wooh-Woody Allen è proprio uno ska-ska-ska-scansafatiche! Ma non si vergogna a lavorare così po-poppopopopò-poco?

So-so-solo perché ha 80 anni dovrebbe ritirarsi e andare in pensione?
No, per lo meno se i suoi ultimi lavori, pur non essendo dei capolavori, rimangono su questi buoni livelli? Qua-qua-qua-quali livelli?

Crisis in Six Scenes
(serie tv, stagione 1)
Ideatore: Woody Allen
Regia: Woody Allen
Sceneggiatura: Woody Allen
Cast: Woody Allen, Elaine May, Miley Cyrus, John Magaro, Rachel Brosnahan, Michael Rapaport
Genere: alleniano comico
Se ti piace guarda anche: Billy & Billie, Girls


Que-que-quelli di Crisis in Six Scenes, una serie che in pratica è un suo nuovo film vero e proprio, solo spacchettato in sei pa-pa-party, che sono piene di parole-parole-parole e di dialoghi ba-ba-ba-ba-balbettati e ancora di parole-parole-parole, e che in più di un'occasione strappano il sorriso e fanno intravedere lampi dell'umorismo del Wooh-Wooh-Woody Allen senza freni, persino troppo senza freni, dei vecchi tempi. Si rischia quasi di perdersi, di annegare tra questi fiumi di parole, fiumi di parole tra noi e prima o poi ci portano via. Oltre a un sacco, ma proprio a un sa-sa-sa-sacco di dialoghi, incentrati soprattutto sul conflitto tra agiata vita capitalista e moti rivoluzionari di stampo comunista, non c'è molto altro. C'è un pizzico di azione e c'è un pizzico di intrighi da spy-story, tutti comunque mitigati da un mare di ironia. Si ritorna indietro agli anni '60, con Ma-Mai-Maiala-Ma-Mai-Miley Cyrus in versione hip-hip-hurra-hip-hip-hippie ribelle figlia dei fiori che punzecchia alla grande il vecchio Wooh-Wooh-Woody Allen e con John Magaro, giovane promettente attore già visto in The Box, My Soul to Take, Not Fade Away e Orange Is the New Black, nei panni del ragazzo diviso tra una vita regolare moglie-figli-postofisso e la tentazione di scappare a Cuba con Ma-Mai-Maiala-Ma-Mai-Miley Cyrus.
Co-co-co-cosa deciderà di fare?
Dopo fiumi, mari e oceani di parole, e anche qualche risata, lo sco-sco-scope-scoprirete...
(vo-vo-voto 6+/10)

"Woody, mi spiace ma ormai ho passato quella fase artistica in cui mi spogliavo sempre."
"Ma co-co-come? Io ti avevo presa so-so-solo per quello..."


Café Society
(USA 2016)
Regia: Woody Allen
Sceneggiatura: Woody Allen
Cast: Jesse Eisenberg, Kristen Stewart, Steve Carell, Blake Lively, Corey Stoll, Anna Camp, Parker Posey, Sheryl Lee
Genere: alleniano nostalgico
Se ti piace guarda anche: Midnight in Paris, Magic in the Moonlight


So-so-sono ancora superiori i livelli di Café Society. Se Crisis in Six Scenes a un certo punto esagera nei suoi giochi di equivoci e soprattutto nelle parole, con un Wooh-Wooh-Woody Allen che appare troppo retrò e spaesato per i moderni ritmi di una serie tv, con Café Society il regista 80enne fa invece quello che oggi sa fare meglio. Una rom-com-com-commedia romantica che viaggia ancora indietro nel tempo, questa volta fino agli anni '30, non troppo lontani dalla Belle Époque degli anni '20 di Midnight in Paris.

Ca-Ca-Ca-Café Society propone un intreccio sentimentale che prima è un triangolo e poi diventa un quadrangolo ma che, nonostante questa apparente complessità, è molto semplice. Fila via via via veloce che è un piacere, come un caffè espresso buttato giù tutto in un colpo. O meglio in due. La prima parte si svolge in quel di Hol-Hol-HollyeBenji-Hollywood con un ottimo e superallenizzato Jesse Eisenberg alle prese con Kristen Stewart, qui sorprendentemente più femminile del solito e che conferma così come in Sils Maria di essere un'interprete molto più di talento di quanto chi la conosce solo per la se-se-se-saga di Twilight possa pensare. La seconda parte passa invece a New York, con Jesse Eisenberg alle prese con Blake Lively...
Che-che-che-cacchio dire di Blake Lively?


"Jesse, guarda che se preferisci Blake a me non mi offendo mica. Pure io preferirei farmi lei che te..."

La sua bellezza lascia senza pa-pa-parole. Forse ha lasciato senza pa-pa-pa-parole persino Wooh-Wooh-Woody Allen visto che in Café Society i dialoghi, per quanto dominanti, sono in una quantità parecchio inferiore e umanamente molto più tollerabile rispetto alla serie Crisis in Sex-Sex-Six Scenes. Il film può essere considerato Wooh-Wooh-Woodyalleniano al 100%, un esercizio di stile, un ripetersi di personaggi e di situazioni già proposti in passato, come la simpatica put-put-prostituta interpretata da una fi-fi-fi-fantastica Anna Camp, d'altra parte è un film che proprio nel suo essere nostalgico si crogiola, però va notata anche qualche piccola differenza. Ris-Ris-RISdiParma-rispetto a molti altri suoi lavori, qui come detto ci sono meno pa-pa-parole e c'è inoltre una cura maggiore per l'immagine, per la rappresentazione estetica che tocca vette forse mai più raggiunte dal regista dai tempi del raffinato bianco e nero di Manhattan. Il merito, più che di Wooh-Wooh-Woody Allen, va però a un italiano: Vittorio Storaro, il direttore della fotografia tre volte premio Oscar per Apocalypse Now, Reds e L'ultimo imperatore che dimostra di possedere ancora un occhio u-u-unico.
Ca-Ca-Café Society sarà anche il classico esercizio di stile annuale di Wooh-Wooh-Woody Allen e non inventerà niente di nuovo, però è un vero piacere per gli occhi, grazie a un Vittorio Storaro in stato di grazia, a una Blake Lively pure lei in stato di grazia e anche a una Kristen Stewart più graziosa del solito.


In genere non bevo café, ma questo l'ho trovato squi-squi-squi-nesquik-squisito.
(vo-vo-voto 7/10)

Bad Movies – Film molto cattivi

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Dopo una serie di settimane per lo più adatte al mio blogger rivale Mr. James Ford, e quindi pessime, finalmente l'autunno cinematografico si fa un pochino più cannibale, e quindi interessante.
Questa settimana arrivano infatti un paio di commedie americane scem... volevo dire spensierate perfette per me, insieme a qualche altre pellicola che potrebbe rivelarsi più o meno guardabile.
Ecco a voi le uscite cinematografiche del weekend.

Inferno
"Guarda Felicity, quello lassù è Mr. Ford."
"Ma allora è proprio vero che siamo finiti all'Inferno."

Cannibal dice: Avevo visto Il codice da Vinci al cinema, ai tempi dell'uscita 10 anni fa, e, nonostante non sia proprio il mio genere di film e Tom Hanks non sia proprio il mio genere di attore, non mi era affatto dispiaciuto. Quando poi era arrivato Angeli e demoni l'avevo ignorato alla grande, però adesso potrebbe essere l'ora di rifare un tuffo nelle danbrownate, che continuano a non essere il mio genere, ma sempre meglio delle infernali jamesfordianate.
Ford dice: ai tempi dell'uscita in sala, pur non avendo letto il romanzo, avevo visto Il codice da Vinci. Purtroppo per me.
Ricordo, comunque, che mi fece così cagare che penso mi terrò lontano da questo Inferno almeno quanto ho fatto dal precedente Angeli e demoni, e dal demonio numero uno delle cattive scelte cinematografiche: Cannibal Kid.

Bad Moms – Mamme molto cattive
"Hai ordinato un White Russian? Ma quello è un drink per femminucce, non per bad moms come noi!"

Cannibal dice: Oh, finalmente una cannibalata come si deve! Una commediola americana che in patria è andata molto bene e che ora potrebbe conquistare anche il pubblico italiano, o se non altro quello cannibale. E secondo me potrebbe strappare qualche risata persino a quel depresso cronico di Mr. Ford, visto che è anche lui una bad mom... o forse un bad dad.
Ford dice: commediola ammeregana che ha conquistato Julez dalla prima visione del trailer, e dato che di norma sono io che presso per vedere questo o quell'altro titolo, sono contento, per una volta, di farmi trascinare in sala dalla signora Ford.
Tutto questo sperando di non incontrare nel tragitto la bad girl più insopportabile della blogosfera, Katniss Kid.
Al limite, potrei metterla sotto in macchina.

Mike & Dave: Un matrimonio da sballo
"Dici che a una gara di bocce lo battiamo Ford?"
"Difficile, Zac. I vecchi sono sempre bravi a giocare a bocce e Ford è mooolto vecchio."

Cannibal dice: Due cannibalate in una sola settimana? È già arrivato il Natale in quel di Pensieri Cannibali?
Zac Efron, Anna Kendrick e Aubrey Plaza potrebbero riuscire a divertire pure Ford, considerando che ha adorato Nonno scatenato e che ormai in queste comedy made in Usa ai limiti dell'osceno e dello scemo ci sguazza quasi più di me!
Ford dice: altra commediola di grana grossa che di norma ignorerei bellamente lasciandola nelle per nulla capaci mani del mio antagonista, ma considerato il fatto che ho finito per divertirmi come un totale imbecille con Nonno scatenato, potrei perfino darle una possibilità.

Neruda
"¡Resistencia al señor Ford siempre!"

Cannibal dice: Il cileno Pablo Larraín è talmente prolifico che rischia di far passare Woody Allen per un pelandrone. Nei soli ultimi mesi ha girato Il club, che non ho ancora visto, Jackie con Natalie Portman che attendo come se non ci fosse un domani, e questo Neruda. Considerando che di Pablo Neruda ammetto di non sapere praticamente nulla, al contrario di quell'intellettuale di Ford che ne conoscerà già vita, morte e miracoli, questa potrebbe rivelarsi una visione molto interessante e istruttiva.
Ford dice: sono sempre scettico, di fronte a Larrain. Nonostante siano passati anni, pago ancora la scottatura della delusione per Tony Manero, che detestai profondamente, e ancora oggi mi fa sempre muovere con circospezione a fronte di un autore che negli ultimi anni pare aver iniziato a lavorare neanche fosse Miike.
Spero quantomeno che le delusioni, quando si tratta di visioni che lo riguardano, siano finite.

Rara – Una strana famiglia
"Strana famiglia noi?
Ma li avete visti i Ford???"

Cannibal dice: Due pellicole cilene in una sola settimana? In già arrivato il Natale anche in quel del Cile?
Comunque pure questa sembra una pellicola che merita di essere vista, quindi ¡que viva el Chile! e ¡que abbasso Ford!
Ford dice: se non avessi così poco tempo a causa degli impegni in famiglia e la mia componente tamarra non si fosse amplificata negli ultimi anni un titolo come questo avrebbe rappresentato la chicca della settimana, almeno sulla carta.
Ora, invece, mi riservo di recuperarlo solo se dovesse capitare.
Un po' come, se dovesse capitare, potrei rifilare al Cannibale un paio di mosse di wrestling.

Go With Me

Cannibal dice: MYmovies lo definisce “un vero western autunnale”. Ecco, se volevano essere convincenti con me ci sono riusciti...
Mi hanno convinto a girare al largo e a lasciare la visione a Ford. Go without me.
Ford dice: nonostante le premesse siano del tutto fordiane, la presenza di Alfredson in regia e di un bollito Hopkins tra i protagonisti mi fanno sperare ben poco di positivo, dunque andrò without questo film e pure senza Cannibal, dato che è meglio soli che male accompagnati.

"Ford mi ha dato del bollito."
"Anthony, ma lo sa che sei nel cast della serie del momento, Westworld, che tra l'altro gli potrebbe pure piacere parecchio?"

Qualcosa di nuovo
"Questo menù sembra il sito White Russian: sopra non ci trovo niente che mi piace."

Cannibal dice: Qualcosa di nuovo sarebbe Ford che esprime un'opinione condivisibile o anche solo vagamente furba, ma il 2016 volge al termine e ancora non è successo. E non penso succederà. Un'occhiata a questo film con due attrici valide come Paola Cortellesi e Micaela Ramazzotti, alla faccia del “razzismo” di Ford contro il cinema italiano, penso invece che succederà.
Ford dice: qualcosa di nuovo potrebbe essere un film italiano pronto a conquistarmi o quantomeno alimentare l'hype per la visione, o Cannibal che esprime un'opinione sensata in ambito cinematografico.
Purtroppo, temo dovrò aspettare ancora per entrambe le cose.

Attesa e cambiamenti
"Si può sapere cosa stiamo festeggiando?"
"La nomination di Pensieri Cannibali ai Macchianera Internet Awards 2016."
"E vi sembra una cosa da festeggiare?!?"

Cannibal dice: Attesa e cambiamenti, un titolo perfetto per esprimere la mia situazione con Ford. Attendo che cambi, ma ahimé mi toccherà aspettare ancora molto a lungo...
Ford dice: io ormai non attendo più che Cannibal possa cambiare. Me lo tengo così com'è, almeno finchè non deciderò di riciclarlo.

Lettere da Berlino
"Pensieri Cannibali è candidato ai Macchianera Internet Awards? Ma è terribile!"
"Tranquilla, tanto non vincerà mai."

Cannibal dice: Ennesimo dramma ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale?
Lo passo a quel serioso di Ford e vado a vedermi le due commedie sceme made in Usa!
Ford dice: nonostante si vada verso l'autunno pieno, la voglia di buttarmi in una visione pesante da dramma legato alla Seconda Guerra Mondiale è minore che affrontare una maratona di stronzate cannibalesche.
Piuttosto, mi rifaccio con qualche bell'action ignorante.

Indeciso se votare Sì o No? Vota Pensieri Cannibali!

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Giunto alla sua sesta nomination agli Oscar, Leonardo DiCaprio quest'anno finalmente ce l'ha fatta e ha conquistato la tanto desiderata statuetta.
Giunto alla sua sesta nomination ai Macchianera Internet Awards della Festa della rete, Pensieri Cannibali ce la farà finalmente a vincere?

Così come Leo ha avuto 4 nomination come miglior attore protagonista, 1 come non protagonista e 1 come produttore, Pensieri Cannibali nel corso degli anni ha ricevuto 4 candidature per il miglior sito cinematografico, 1 per il miglior sito televisivo e 1 per il miglior articolo.

Un'altra similitudine?
Leonardo DiCaprio si è fatto Blake Lively, Paris Hilton, Gisele Bündchen, Bar Refaeli e Rihanna, e l'autore di Pensieri Cannibali ha fatto pensieri peccaminosi su tutte loro.
Vedete quante cose in comune?



Pensieri Cannibali deve quindi vincere il Macchianera Internet Awards 2016 per il miglior sito cinematografico dell'anno e tu, sì proprio tu, puoi contribuire a realizzare questo sogno. Come?


Non con preghiere, né con donazioni in denaro. Oddio, se vuoi sei libero di farle. Le donazioni in denaro, intendo.
Per far vincere Pensieri Cannibali, basta che lo voti nella scheda qui sotto nella categoria numero 20 per il miglior sito cinematografico. È semplice, veloce e gratuito. Affinché il tuo voto sia valido, è necessario esprimere la preferenza in almeno 10 categorie.

Qui di seguito trovi alcuni consigli di voto:

1. Miglior sito: Lercio
4. Miglior articolo:"Mi dispiace, non voglio diventare un genio in 21 giorni" di Zucchero Sintattico
5. Miglior community: ItaSa
13. Miglior sito televisivo: Serialcrush
18. Miglior sito di satira: Lercio
20. Miglior sito cinematografico: Pensieri Cannibali (naturalmente)
22. Miglior sito letterario: Diario di una dipendenza
28. Miglior sito per genitori e bambini: Stratobabbo
31. Miglior sito LGBT: Zucchero Sintattico
36. Miglior disegnatore - vignettista: Zerocalcare

E ora a te la parola, o meglio: a te il voto!



Suicide Squad – La squadra sudicia

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Suicide Squad
(USA 2016)
Regia: David Ayer
Sceneggiatura: David Ayer
Cast: Will Smith, Margot Robbie, Joel Kinnaman, Viola Davis, Jared Leto, Cara Delevingne, Jay Hernandez, Jai Courtney, Adewale Akinnuoye-Agbaje, Adam Beach, Karen Fukuhara, Ike Barinholtz, David Harbour, Common, Scott Eastwood, Kenneth Choi, Ezra Miller, Ben Affleck
Genere: supercattivone
Se ti piace guarda anche: Deadpool, Ant-Man, Misfits, Kick-Ass

Io non sono cattiva, è che mi disegnano così” diceva Jessica Rabbit in Chi ha incastrato Roger Rabbit.
Siamo cattivi, siamo fatti così”, le fa quasi il verso Harley Quinn in una delle frasi più azzeccate, e non a caso subito sparate nel trailer, di Suicide Squad.


Essere cattivi è una maledizione. Una volta che sei etichettato come tale, ti devi comportare come tale. Io ad esempio sono stato bollato come un recensore cattivo. Nel senso sia che svolgo il “mestiere” di recensore in maniera pessima, sia che non mi faccio troppi scrupoli a parlare male e in maniera ironica di film e attori. Una “fama” che penso sia nata con la stroncatura di Avatar. Solo cheparlare male di Avatar non significa essere cattivi. Significa solo avere del buon senso.

Fatto sta che sono finito nella squadra dei blogger cinematografici cattivi, se ne esiste una, e quindi quando esce una pellicola che hanno già disintegrato quasi tutti, da me ci si attende un massacro di proporzioni tarantiniane. Suicide Squad è stato criticato pure dai blogger cinematografici buoni. Credo che persino Vincenzo Mollica, che non ha mai parlato male di niente e di nessuno e infatti guarda caso il suo posto fisso in Rai ce l'ha da decenni, l'abbia demolito brutalmente.
Tutti contro Suicide Squad e Pensieri Cannibali che fa?

Pensieri Cannibali lo difende. Pensieri Cannibali si batte dalla parte dei cattivoni. Che poi, a dirla tutta, i protagonisti di Suicide Squad non è che siano poi così brutti, sporchi e cattivi come li si vorrebbe dipingere. Al limite li si può considerare giusto dei tipi un po' sudici.

Prendiamo Deadshot alias un Will Smith a sorpresa più convincente del solito. Nel corso della sua perfida vita avrà ucciso quante persone? Centinaia? Forse migliaia?
Dettagli...
In fondo in fondo ha dei suoi valori. Ad esempio non sparerebbe mai a donne e bambini, lui, al contrario di gente come l'American Sniper Chris Kyle che viene spacciato per un eroe nazionale americano. Quindi chi è davvero il buono e chi il cattivo?


C'è poi la mitica Harley Quinn (S. Margot Robbie) che sì, è fuori come una cavalla pazza, però un tempo era una psichiatra rispettabile e, se è passata al “lato oscuro”, l'ha fatto solo per amore, per amore del Joker.


La loro love story, per quanto malata alla Kurt & Courtney o alla Sid & Nancy o forse proprio per questo, è tra le più genuinamente romantiche dell'attuale annata cinematografica. Peccato non sia al centro dell'intera pellicola. Peccato inoltre che Jared Leto in versione Joker compaia per pochi, pochissimi, troppo pochi minuti, quando avrebbe meritato uno spazio maggiore, e di molto. Questo è il difetto principale del film e d'altra parte ho mica detto che si tratta di un film perfetto. La delusione per una così piccola presenza del Joker è tanta e rende difficile poter paragonare l'interpretazione di Leto, che pure sul set pare essersi calato al 100% nella parte, con quella dei suoi storici predecessori Heath Ledger e Jack Nicholson. Dai trailer, dalle anticipazioni, dalle foto promozionali e dal suo impegno sui social network sembrava sarebbe stato il protagonista assoluto, e poi invece in fase di montaggio s'è visto ridurre la parte a una manciata di apparizioni dal perfido regista David Ayer, lui sì un vero villain con i controfiocchi, o da chi per lui.
Posso solo immaginare la faccia del povero Jared Leto all'uscita dalla premiere della pellicola. Anzi no, non devo immaginarla, eccola qui.

"Ma porco zio!!!"

Chi sono gli altri presunti "cattivi" del film?
C'è El Diablo (Jay Hernandez), un tipo “maledetto” con il potere di controllare il fuoco tra le sue mani e che nella sua vita ha bruciato migliaia, forse milioni di persone, compresi la moglie e i figli. Certo, tutto vero, però adesso ha deciso di pentirsi e di sopprimere i suoi poteri. Vedete? È un tenerone redento!


C'è inoltre June Moone, anche nota come Incantatrice, che è una semplice archeologa del tutto buona, bona (a interpretarla è la modella Cara Delevingne) e pure un po' secchiona. Il suo unico “difettuccio” è quello di essere posseduta dallo spirito di una strega cattiva che disintegra chiunque gli capiti a tiro, però non è mica colpa sua. È colpa della fattucchiera cattiva.


C'è anche Killer Croc (Adewale Akinnuoye-Agbaje), che in realtà non ha nessun atteggiamento particolarmente cattivo. Ha solo un aspetto mostruoso ma, se giudicate un libro dalla copertina, siete voi quelli perfidi. E pure superficiali.


C'è quindi Katana (Karen Fukuhara), che è un'assassina e spadaccina spietata in grado di far passare La Sposa Beatrix Kiddo di Kill Bill come una dilettante, ma in realtà è una romanticona che parla con lo spirito del suo defunto marito attraverso la spada e quindi se uccide è solo un modo per rimanere in contatto con lui. Che dlce!


Nella Suicide Squad c'è poi Captain Boomerang (Jai Courtney), un tizio australiano che fa le rapine con il boomerang. Vi sembra davvero che un tipo del genere possa essere considerato un cattivo temibile?
Cattivi sono se mai gli autori della DC Comics che hanno creato un personaggio tanto stereotipato. Se inventavano un villain italiano facevano un mafiosetto che uccide armato di pizza, spaghetti e mandolino?


Chi altri rimane?
Nella Suicide Squad c'è pure uno che si chiama Slipknot (Adam Beach), ma piuttosto che un membro della celebre band metal sembra Steven Seagal. Pure lui quindi a chi volete che faccia paura?
Giusto agli amanti del buon cinema.

"Il mio nome è Seagal, mezza Seagal."

Suicide Squad è proprio come i suoi protagonisti. È un film molto meno cattivo di quanto si dice in giro. È vero che ha un sacco di difetti. Oltre all'ingiusto e ingiustificato sottoutilizzo del Joker Leto, c'è il sovrautilizzo di sequenze da videoclip musicale, in particolare nella presentazione dei personaggi, ognuno con la sua canzone. Una scelta che comunque non è nemmeno così malvagia. C'è quindi un'eccessiva frammentazione, con la presenza di un numero troppo alto di personaggi, di cui alcuni compaiono a malapena (come Slipknot, Katana, Killer Croc e Captain Boomerang) e che quindi si sarebbe potuto lasciare fuori del tutto. Il numero di battute presenti è inoltre più limitato di quanto ci si poteva attendere dal trailer e purtroppo il film non riesce a divertire quanto il fantastico Deadpool. In compenso Harley Quinn/Margot Robbie qualche sorriso riesce sempre a strapparlo. E non solo perché è una visione paradisiaca, per quanto una supercattivona come lei possa essere considerata paradisiaca, ma anche per il suo perfido senso dell'umorismo.


La sceneggiatura della pellicola è poi davvero esile, per non dire che è giusto un pretesto per mettere insieme un sacco di personaggi differenti e fargli fare un po' di casino. Nella sua leggerezza e nella sua mancanza di pretese di fare discorsi “alti” o politici, Suicide Squad riesce comunque a essere una visione d'intrattenimento, almeno per quanto mi riguarda, molto più piacevole e veloce rispetto alla pesantezza dei vari pretenziosi film sugli Avengers, Iron Man, Captain America o dell'estenuante Batman v Superman: Dawn of Justice, quella sì la superschifezza dell'anno. Per non parlare di quelle porcheruole di serie tv supereroistiche della The CW stile Arrow, The Flash, Supergirl etc. capaci di far passare persino Smallville per uncapolavoro.

A voler cercare il pelo nell'uovo ci si può soffermare su tutti i suoi vari limiti, ma se si guarda Suicide Squad senza farsi tanti pensieri lo si può godere per ciò che è, ovvero un fumettone figoso, molto figoso. Niente di più, niente di meno.

Visto che recensione tenera che ho fatto nei confronti di uno dei film più criticati dell'anno?
E poi sarei io il recensore cinematografico cattivone?
Ma andate a fan...









(voto 6,5/10)


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