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Sguardo serial, il libro perfetto per tutti i serial lovers. Dico sul serial

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Andrea Cinalli “sguardo serial”
(Galaad Edizioni, pp. 224)

Su Pensieri Cannibali si ritorna a parlare di libri. Dopotutto, se a Bob Dylan hanno dato il Nobel per la letteratura, Pensieri Cannibali non può uscire dai suoi soliti confini fatti di film, serie tv e dischi?
Che poi, a dirla tutta, secondo me il Nobel a Dylan è giusto. Lo dico pur non essendo mai stato un suo grande fan. Personalmente non mi piace molto la sua voce né il suo stile musicale per lo più orientato verso il folk, però sui suoi testi nulla da dire. Chi contesta questo riconoscimento soltanto perché il buon vecchio Bob non è uno scrittore, bensì un cantautore, credo dovrebbe allargare un po' i suoi confini mentali. Io intanto sogno già il giorno in cui questo riconoscimento andrà a un rapper. Tra qualche anno, più probabilmente tra qualche decennio, capiterà e allora si ripeteranno le polemiche che ci sono adesso su Dylan.

Comunque sto divagando, giusto un pochino.
Qui su Pensieri Cannibali oggi si parla di un libro, che però in realtà ha come soggetto le serie tv, quindi non è che siamo poi così lontani rispetto ai temi affrontati di solito qui sopra, almeno quando non si parla di figa, tette & culi.

Basta cacchiate ora, facciamo i serial, visto che il libro di cui sto parlando oggi ma di cui in realtà non ho ancora iniziato a parlare si chiama “sguardo serial”, scritto minuscolo e realizzato però da un autore maiuscolo: Andrea Cinalli. Chi è Andrea Cinalli?
È un giovane scrittore, giornalista e autore di sceneggiature abruzzese, classe 1992 ma non è nato (non che io sappia almeno) da un'idea di Stefano Accorsi. Soprattutto, lui è anche un'altra cosa: un serial...
Un serial killer?
No, sempre che io sappia, almeno. È un serial lover, un patito di serie tv o, come si diceva 'na vorta, di telefilm. Uno di noi, insomma. Solo che mentre noi ci limitiamo a guardarli, o a farci maratone di binge-watching, o al limite a scriverci sui nostri blogghini, lui ha realizzato un intero libro che affronta il tema seriale attraverso vari punti di vista.

Il grande pregio di “sguardo serial” è quello di essere una lettura esauriente e sfaccettata sul panorama seriale nazionale e soprattutto internazionale, con anche qualche intervista interessante ad alcuni professionisti del settore, al punto che mi sentirei di consigliarlo ad esempio a chi sulle serie tv deve scrivere una tesi di laurea. Allo stesso tempo si tratta anche di una lettura veloce e scorrevole, tutt'altro che “accademica”.
Al suo interno si parla di Breaking Bad, Shameless, Rectify, House of Cards, Gomorra, The Killing, True Detective, Hannibal, The Walking Dead e UnREAL, giusto per citarne alcune, ma sembra quasi di stare a leggere un romanzo unico, che ha un filo conduttore, uno scopo principale, quello di realizzare una fotografia unitaria del panorama seriale degli ultimi anni attraverso uno sguardo appassionato ma non da fangirl, competente ma non con il tono del professorino so tutto io.


Andrea Cinalli oltre a saperne e a capirne di telefilm ci sa fare con le parole, così come Ryan Murphy sa creare serie sempre in bilico tra trash e genialità, o come Shonda Rhimes riesce a ideare serie sempre in bilico tra trash e... trash, o come George R. R. Martin sa far fuori i personaggi dalle sue storie. È quindi un piacere farsi accompagnare da lui all'interno di un universo seriale sempre più vasto ma in cui, grazie a questo “sguardo serial”, da ora è un po' più facile orientarsi.
(voto 7+/10)


Cinema in missione

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Dopo aver sganciato nelle scorse settimane grossi calibri, almeno a livello commerciale, come Inferno e Pets – Vita da animali, questa settimana la distribuzione italiana tira leggermente il fiato. Cosa che però non significa che non arrivino in sala dei film dal discreto potenziale.
Quali?
Scopritelo insieme ai miei come al solito imprescindibili commenti, e poi va beh insieme anche a quelli del mio blogger-nemico Mr. James Ford che potete saltare come si fa con le pagine di politica sui quotidiani, per arrivare dritti a quelle degli spettacoli e dello sport.

Jack Reacher – Punto di non ritorno
"Pronto, Ford? Mi stai davvero parlando da uno smart phone???
Ah, stai usando la tua solita vecchia cabina telefonica? Lo immaginavo..."


Cannibal dice: Sono pochi gli action hero che mi piacciono, a differenza di Ford che si trasforma in una fangirl per ognuno di loro, da quelli più tamarri come Van Damme fino persino a Matt Damon. Io invece mi gaso solo (e comunque non sempre) con Bruce Willis e Tom Cruise. Il primo Jack Reacher mi era sembrato una versione più debole della saga di Mission: Impossible, ma tutto sommato credo che una visione gliela darò anche a questo secondo capitolo, se non altro per rivedere in azione il sempre più vecchio ma sempre più giovanile (al contrario di Ford) Tom Cruise.
Ford dice: Tom Cruise è uno dei pochissimi attori in grado di mettere d'accordo il sottoscritto e la sua nemesi qui presente, e Jack Reacher, per quanto non esaltante come i suoi film migliori, mi aveva soddisfatto discretamente alla sua uscita. Dunque una visione a questo secondo capitolo pare doverosa e scontata, sperando che superi in qualità il primo e dimostri ancora una volta che esistono interpreti e registi in grado di mettere d'accordo perfino i due nemici numero uno della blogosfera.

Cicogne in missione
"Ho una nuova consegna da fare a Casa Ford: è la decima, e solo quest'anno!"

Cannibal dice: Bambinata dell'anno e forse del secolo perfetta per uno che continua a portare in questo mondo bebè più di qualunque cicogna: Mr. James Ford.
Ford dice: titolo d'animazione che pare una delle peggiori trovate da botteghino degli ultimi mesi, eppure in cabina di regia figura Nicholas Stoller, che mise d'accordo contro la blogosfera tutta Cannibal e Ford ai tempi di Cattivi vicini. Cosa accadrà questa volta?

American Pastoral
"Ma come Ford e Cannibal si odiano?"
"Che tristezza, anche io pensavo fossero BFF!"

Cannibal dice: American Pastoral segna l'esordio dietro la macchina da presa di un attore cui voglio bene in maniera particolare fin dai tempi di Trainspotting. Per lui è arrivato il momento giusto per dare il via a una brillante carriera anche da regista, o avrà fatto il passo più lungo della gamba?
Ammetto di avere un po' paura di scoprirlo, ma mai quanto di avventurarmi nella lettura di un nuovo post fordiano.
Ford dice: ho sempre voluto bene a Ewan McGregor, ma questo suo esordio dietro la macchina da presa mi sa tanto di tentativo di reinventarsi destinato a fallire. Un po' come quando Cannibal tenta di spacciarsi per un esperto di Cinema.

Io, Daniel Blake

Cannibal dice: Ken Loach è notoriamente sempre stato un regista fordiano, e quindi barboso, che non sono mai riuscito ad amare più di tanto. Questo suo nuovo film dal trailer mi è però sembrato più emozionato ed emozionante del solito e ho l'impressione che per una volta potrebbe convincere anche me. Maybe.
E comunque sempre meglio un film che si chiama Io, Daniel Blake che uno intitolato Io, James Ford.
Ford dice: Ken Loach, nonostante di tanto in tanto finisca per esagerare con la sua retorica "contro", è da sempre uno dei favoriti del Saloon, e questo suo ultimo lavoro, vincitore della Palma d'oro a Cannes ed incentrato sulla classe operaia anglosassone pare essere quantomeno costruito sulle stesse fondamenta dei lavori migliori del regista. Dunque, alla facciazza dei radical come Cannibal che lo criticano, spero in una folgorazione fornita dal vecchio Ken.

Piuma
"Davvero leggi White Russian?"
"Sì, ma solo per farmi quattro risate alle spalle di Ford!"

Cannibal dice: Possibile ennesima piacevole sorpresa di un'annata cinematografica italiana che sta stupendo tutti, tranne quel vecchio repubblicano di Ford che si gasa solo con le produzioni USA! USA! USA! O, peggio ancora, con qualche mattonazzo made in Russia, contro cui questo film leggero come una Piuma sembra un buon antidoto.
Ford dice: curioso che, nello stesso giorno in cui ho ricevuto i commenti di Cannibal ai film in uscita, ho finito per assistere al trailer di quella che mi sembra l'ennesima, patetica, pacchianata italiana.
Bocciato a priori e senza alcun tipo di ripensamento.

I babysitter
"Ford ci ha chiamati a fare da babysitter ai suoi figli."
"Ma solo in due non ce la facciamo: quelli sono troppi per noi!"

Cannibal dice: Al Nongio Francesco Mandelli non riesco a voler male, anche quando fa le peggio cretinate come sembrerebbe in questo caso. A Paolo Ruffini invece sì. Considerando che questa è la versione italiana del francese Babysitting, che già a sua volta sembrava lo scopiazzamento di una commedia americana in stile Una notte da leoni, direi che se non altro ce n'è abbastanza da far incazzare a dovere Ford. Uno che avrebbe bisogno di un babysitter per sé, non per i suoi figli. Mentre io assumerei volentieri una babysitter. Per me.
Ford dice: robetta sempre italiana con il sempre poco sopportabile Mandelli e l'ancora meno sopportabile Ruffini che pare ancora meno interessante della robetta che pare l'abbia ispirato.
Ancora una volta, bocciato senza pensieri.

Pay the Ghost

Cannibal dice: Cos'è Pay the Ghost? La storia dei registi che continuano a pagare il fantasma di Nicolas Cage per farlo recitare nei loro film?
L'ambientazione halloweeniana la rende una visione perfetta per questo periodo, peccato che la presenza di Cage in un film sia sinonimo di disastro quanto quella di Ford all'interno di un post. Pure quello che state leggendo in questo istante.
Ford dice: Cage avrà sempre la stima del sottoscritto, ma questa non pare una delle sue interpretazioni più memorabili.
Un po' quello che accade con il Cannibale. Ad ogni suo post.

"Mr. Ford mi stima???
Quello ormai è più fuori di testa di me!"

Il missionario - La preghiera come unica arma
"Parla ancora bene di White Russian e poi non ci sarà più alcuna preghiera a poterti salvare!"

Cannibal dice: Film spagnolo ambientato in Paraguay con un protagonista teenager, e quindi potenziale visione cannibale, ma anche una pesante tematica religiosa, e quindi perfetta per quel chierichetto di Ford. Nell'indecisione, la mia missione settimanale, oltre a quella di pigliare per il culo il mio blogger-nemico come al solito, è quella di non guardarlo.
Ford dice: la religione ed il Saloon stanno su due pianeti - e anche galassie - profondamente lontane, dunque per il momento lascerò che il mio antagonista e finto ribelle Cannibal si sciroppi questa roba tra l'autoriale ed il mistico.
Io, dal canto mio, continuerò sulla mia strada da miscredente.

Hunt for the Wilderpeople, il post dato in affidamento

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Hunt for the Wilderpeople è un film che parla di un ragazzino teppistello senza famiglia che viene dato in affidamento dai servizi sociali a una coppia che vive in una cascina sperduta della Nuova Zelanda.
Io ho deciso di fare qualcosa di simile, lasciando l'affido del post dedicato a questa pellicola. Per farlo non mi sono spinto fino alla lontana Nuova Zelanda, bensì mi sono recato (virtualmente) nella più vicina Trieste, per consegnarlo tra le mani di Lazyfish del blog A fish-flavoured apple (Una mela al gusto pesce). Perché proprio a lei?
Perché è stata lei a consigliarmi di guardare Hunt for the Wilderpeople, un film che prima non avevo mai manco sentito nominare, suggerendo che potesse trattarsi di una visione adatta a me. Nonostante una certa diffidenza iniziale, per via dell'ambientazione un po' troppo campagnola e selvatica per i miei gusti, la pellicola in effetti mi ha conquistato. L'ho trovata divertente, sebbene a tratti velata di una certa tristezza, originale e ricca di idee. Caratteristiche che è sempre più raro trovare.
Adesso però lascio la parola e l'affidamento del post a Lazyfish. E se poi il film non vi piace, prendetevela con lei. :)

Hunt for the Wilderpeople
(Nuova Zelanda 2016)
Regia: Taika Waititi
Sceneggiatura: Taika Waititi
Tratto dal romanzo: Wild Pork and Watercress di Barry Crump
Cast: Julian Dennison, Sam Neill, Rima Te Wiata, Rachel House, Oscar Kightley, Rhys Darby, Tioreore Ngatai-Melbourne, Troy Kingi
Genere: selvatico
Se ti piace guarda anche: Swiss Army Man, Gran Torino, Up

Io non sono un'esperta di cinema. Sono una che lo apprezza ma non posso dire neppure lontanamente "di saperne"; quando si parla di film neozelandesi, il massimo che mi viene in mente è Peter Jackson e, più precisamente, la saga de Il Signore degli Anelli e de Lo Hobbit.

Non conosco la Nuova Zelanda come patria di film famosi ed intrattenenti a parte l'eccezione suddetta, anche se una breve ricerca mi ha fatto subito scoprire ovviamente che mi sbaglio... (clicca qui) quindi, per dirla sinceramente, quando il mio compagno mi arrivò con la proposta della visione di un film neozelandese, con un bambino difficoltoso che scappa per la foresta col burbero papà/nonno/non ho capito chi sia (così mi disse), sentivo puzza di noia a tre miglia di distanza.

Ed invece!!!

Il film parla di Ricky Baker, un teenager problematico che, dopo aver provato l'affidamento in varie famiglie, che l'hanno sempre "restituito" all'assistente sociale, ha come ultima speranza la sistemazione presso la famiglia composta da Bella, una contadina con un debole per i casi disperati (verrà poi fuori che suo marito è un ex homeless capitato lì per caso), ed Hec, interpretato dall'unico vero volto famoso del film (Sam Neill). Capita una disgrazia che spinge Ricky a fuggire per il bush neozelandese, dove verrà poi inseguito da Hec, e successivamente dagli assistenti sociali, la polizia (che crede si tratti di rapimento) ed una specie di cacciatori di taglie e, nella loro scombinata fuga, i due impareranno ad accettarsi, capirsi e persino a volersi bene.


Si poteva fare una cosa pallosa e lacrimevole con questo plot di base, ed invece la cosa che rende questo film una chicca imperdibile e divertente è che la sceneggiatura prende il pedale dello humor nero, e lo schiaccia a tavoletta. Oltre ad avere dei bei personaggi particolari, veri, ben caratterizzati, tutto il film è costellato di dialoghi frizzanti, situazioni assurde, e dettagli come ad esempio gli Haiku composti da Ricky (consigliatigli dallo psicoterapeuta per esternare le sue emozioni), o la canzonetta di compleanno "personalizzata" cantata da Bella (composta davvero sul set dagli attori dopo che, a riprese iniziate, la produzione si era resa conto di non avere i diritti per la classica "Happy birthday").


Ricky e Hec ricordano un po' la coppia di UP, con questo vecchio burbero che sotto la scorza che la vita gli ha fatto crescere ha pur sempre un cuore, e questo ragazzino che, con le sue bizzarre abitudini, il suo strano modo di essere, le sue felpe improponibili, saprà fare breccia non solo nel cuore di Hec, ma anche nel vostro. Perché qui soprattutto si ride tanto, ma ci sono anche un paio di momenti, ad esempio quando parla di una sua ex compagna di orfanotrofio che, si intuisce, ha fatto una brutta fine dopo l'affidamento ad una famiglia, dove ben altre emozioni entrano in gioco.


Una vera gemma premiata al Sundance, un road movie dal gusto indie e da noi passato quasi inosservato, che io vi consiglio con tutto il cuore di recuperare.
Perché ne vale maledettamente la pena.
(voto di Lazyfish 8,5/10
voto di Cannibal Kid 7,5/10)

I Medici – Peste Is Coming

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I Medici – Masters of Florence
(serie tv, stagione 1, episodi 1 e 2)


La Rai presenta I Medici, la sua nuova serie internazionale con un cast stellare, capitanato da Dustin Hoffman...



Peccato che dopo 60 secondi lo facciano già morire. George R. R. Martin, sei un dilettante al confronto di Mamma Rai.
Ammazza che inizio, è proprio il caso di dirlo!
A sorpresa, chi invece non è stato ammazzato dalla visione prolungata di fiction Rai sono stato io. Negli ultimi giorni mi sono guardato per 3 giorni di fila Braccialetti rossi stagione 3, L'allieva con Alessandra Mastronardi e ora I Medici. E sono ancora vivo. Malconcio, ma vivo. Forse vi chiederete come sia possibile, se proprio non avete nient'altro di più importante da chiedervi.
Il fatto è che ormai nei confronti delle fiction Rai ho sviluppato gli anticorpi. Oserei quasi dire che alcune mi piaciucchiano, se solo non sentissi delle fortissime fitte allo stomaco al solo sopraggiungere di questo pensiero (malato).


De L'allieva e di Braccialetti rossi 3 però parlerò forse in separata sede in futuro, se la mia memoria difettosa me lo consentirà. Adesso concentriamoci su I Medici, la serie più discussa del momento, tanto criticata quanto (inspiegabilmente) amata. Con i primi due episodi ha fatto subito il pieno di ascolti: 8 milioni di telespettatori per il primo, 7 milioni per il secondo. Numeri che fanno girare la testa, mentre la serie più che altro fa venire il mal di testa, ma questo è un altro discorso. I Medici hanno battuto persino la partita di Champions League della Juve, al punto che i dirigenti della squadra il prossimo anno stanno meditando di vendere Gonzalo Higuaín e comprare al suo posto Richard Madden per vendere più biglietti allo stadio. Se acquistano anche Miriam Leone, potrei fare l'abbonamento persino io che sì, sono juventino da sempre, ma se non altro ho smesso di gridarlo ai quattro venti da Moggiopoli in poi.

Come al solito sto diva-gando, ovvero sto facendo la diva, mettendo al centro i miei pensieri cannibali, anziché parlare del vero soggetto di questo post: I Medici.
Oddio, dobbiamo e soprattutto vogliamo proprio parlarne?


Va bene, parliamone e io avrei voluto farlo in maniera positiva. Ero già pronto a battermi in difesa di questa fiction... pardon di questa serie che in molti hanno criticato soltanto perché è italiana e per di più della Rai, sostenendo ancor prima di vederla che i livelli degli americani e della HBO e di Game of Thrones sono per noi irraggiungibili. Quest'ultima è una cosa non vera, visto che Gomorra – La serie ha dimostrato per intensità nel racconto, ma anche per qualità visiva e recitativa, di non avere nulla da invidiare – tutt'altro – alle produzioni d'Oltreoceano. Per non parlare di The Young Pope di cui infatti credo parlerò anch'esso in separata (Santa) sede.
I livelli di Game of Thrones sembrano invece irraggiungibili sì, ma per I Medici. Non basta ingaggiare Richard Madden e il gioco è fatto. E comunque non potevano prendere Emilia Clarke, semmai?


Avrei voluto ribattere a chi critica I Medici dicendo: “Allora te lo meriti, Don Matteo!”. Solo che, dopo aver visto i primi due episodi de I Medici – Masters of Florence, e chiudendo un occhio sul fatto che il sottotitolo è una gran bischerata, devo dire che se ci si accontenta di una fiction spacciata per serie come questa solo perché Richard Madden e Miriam Leone sono dei bonazzi e insieme sono tanto pucciosi, allora te li meriti, I Medici!

È vero che a livello produttivo lo sforzo fatto è notevole e si vede nella cura delle scenografie, dei costumi, etc., che non so se siano effettivamente fedeli rispetto all'epoca (il XV secolo) e nemmeno mi interessa scoprirlo, però a vederli fanno più o meno la loro porca figura.
È vero anche che c'è un cast internazionale di buon livello. Andando però a vedere più da vicino:

  • Dustin Hoffman recita con uno scazzo addosso che manco Robert De Niro nei sequel di Ti presento i miei.

"Ma che mi avete dato da vestire? Un grembiulino dell'asilo???"

  • Richard Madden è tanto bello, quanto inespressivo.


  • Miriam Leone è tanto bella, quanto bona.


  • Guido Caprino fa impressione vederlo con i boccoli ricci e, se nella serie 1992 faceva un figurone, qui è del tutto fuori parte e fa più che altro una figura di M.


  • C'è poi Alessandro Preziosi nella parte di un Brunelleschi sopra le righe che potrebbe regalare qualche soddisfazione nei prossimi episodi, ma comunque stiamo pur sempre parlando di Alessandro Preziosi di Rivombrosa.


  • A colpire in positivo è allora giusto Annabel Scholey, l'interprete dalla moglie per interesse di Richard Madden, una tipa già vista nell'atroce musicarello inglese Walking on Sunshine e che qui si rivela la più piacevole sorpresa di questa produzione poco serial e molto fiction.


Il livello recitativo finisce così per essere nel complesso ben più basso di quanto ci si poteva attendere da una grande produzione international del genere e piuttosto in linea con gli standard delle fiction de 'noantri.
Meglio stendere un velo pietoso poi sul doppiaggio a tratti ridicolo, a tratti inquietante, e molto spesso fuori sincrono.

Qualcuno ha sottolineato come ci sia un maggiore coraggio, rispetto ai soliti prodotti Rai, con delle scenone di sesso in prime time e addirittura due uomini che giacciono nello stesso letto!
Sì, si potrebbe parlare di coraggio se fossimo ancora negli anni '50 e Rai 1 fosse l'unico canale a disposizione. Peccato che, considerando che siamo nel 2016, oggigiorno si vedono cose più coraggiose persino su Cartoon Network. Non dico così per dire. L'altro giorno stavo guardando la serie a cartoni Teen Titans con i miei nipotini (non lo guardavo per piacere personale ma perché mi hanno obbligato loro, anche se c'è da dire che è tanto caruccio). C'era una puntata in cui i personaggi facevano una sfida per vedere chi è meglio tra maschi e femmine e c'erano scene in cui i giovani supereroi maschietti si comportavano in una maniera sessualmente molto più libera e gaia di quanto si sia mai visto in una fiction Rai.


Il tanto sbandierato coraggio di questa produzione è quindi praticamente inesistente, visto che non solo HBO ma la stessa Miriam Leone ci hanno abituati a ben altro. In ogni caso questa è una fiction... pardon, una serie Rai e quindi non è che si possa pretendere un prodotto chissà quanto trasgressivo. Per quello tanto c'è The Young Pope su Sky, che già solo nei primi 15 minuti può bastare per far parlare di blasfemia e far fuggire scandalizzato il pubblico Rai.


Era comunque lecito aspettarsi un coraggio maggiore, o se non altro un briciolo di originalità in più in fase di sceneggiatura. Invece si deve stare ad ascoltare dialoghi di una banalità sconcertante del tipo: “Io sono figlio di mio padre”. Inoltre tutte le situazioni sono già viste e riviste, tra giochini di potere, matrimoni combinati e un Richard Madden diviso tra una noiosa vita da banchiere ricco da far schifo e una carriera da artista squattrinato che però si ciula la bella lavanderina che lava i fazzoletti per i poveretti della città interpretata da Miriam Leone.
L'ho già detto che in questa serie Richard Madden si ciula Miriam Leone?


D'altra parte, se la serie ha fatto 8 milioni di spettatori credo sia principalmente per questo. Già nella seconda puntata, in cui Miriam Leone non compare più, non a caso gli ascolti sono scesi a 7 milioni. Adesso sarà interessante vedere come proseguirà la serie a livello di pubblico. Un po' meno interessante sarà invece vedere come continuerà a livello qualitativo. Sebbene qualche personaggio importante debba ancora essere introdotto e magari qualche sottotrama potrà rianimare la situazione, per il momento ci troviamo di fronte a una fiction storica classica e non del tutto da buttare, ma che sembra la versione più noiosa di Da Vinci's Demons e Reign, che già non è che siano il massimo della vita, o più che altro una brutta copia senza componente fantasy di Game of Thrones.

In compenso la sigla cantata da Skin non è malaccio. Un po' lagnosa e non sembra azzeccarci un granché con la serie, ma non è malaccio.



Miei cari messeri, se questi Medici sono chiamati a curare la serialità televisiva italiana, direi che è molto meglio ammalarsi. Anche perché tanto per quello non c'è problema. Come preannuncia il colpone di scena finale del secondo episodio: Peste is coming!
(voto 5/10)

Per non farci mancare niente, ecco anche la mini-recensione di Dustin Hoffman.

Mike e Dave – Un annuncio da sballo

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AAA Cercasi ragazze per collaborazione con il sito Pensieri Cannibali.
Le ragazze potranno scrivere recensioni cinematografiche e pubblicare news di intrattenimento a 360°, oltre a essere libere di potersi spogliare ogni volta che lo riterranno opportuno e pubblicare poi i loro scatti hot direttamente sul sito.
Non sono richieste capacità o competenze particolari, se non una comprovata abilità nell'arte del selfie. Si richiede la massima non-serietà. Sì perditempo!
Se interessate, potete mandare i vostri CV e soprattutto le vostre foto all'indirizzo marcogoi82@gmail.com

Postato su Craigslist!
Vediamo adesso se questo annuncio otterrà lo stesso successo di quello pubblicato da Mike e Dave Stangle nel febbraio 2013. Un annuncio che ha fatto talmente parlare da diventare persino un film.

Mike & Dave – Un matrimonio da sballo
(USA 2016)
Titolo originale: Mike and Dave Need Wedding Dates
Regia: Jake Szymanski
Sceneggiatura: Andrew Jay Cohen, Brendan O'Brien
Cast: Zac Efron, Adam DeVine, Anna Kendrick, Aubrey Plaza, Sugar Lyn Beard, Sam Richardson, Stephen Root, Stephanie Faracy, Mary Holland, Alice Wetterlund, Jake Johnson
Genere: stupidoso
Se ti piace guarda anche: 2 single a nozze, Nonno scatenato, Non mi scaricare


Da dove pensate che nascano i film?
Pensate si trovino sotto un cavolo?
O credete che li portino le cicogne?
Sbagliato! Spesso le pellicole nascono da altre pellicole: è il caso dei vari sequel, prequel, remake, spin-off e reboot che spopolano oggi. Oppure sono ispirate da romanzi, racconti, fumetti, graphic novel, pupazzi, videogame, giochi, giochi da scatola, articoli di giornale o persino... annunci.
È successo davvero?
Sì, è successo. È il caso di Mike & Dave – Un matrimonio da sballo, ispirato alla vera storia di questi due tizi.


Mike e Dave Stangle sono due tipi casinisti che rovinano sempre le feste cui partecipano, ubriacandosi e facendo follie varie che possono anche finire in maniera violenta. In occasione delle nozze della loro sorella, i genitori li obbligano così a portare alla cerimonia due brave ragazze che li possano tenere a freno. Per trovarle, loro due decidono di pubblicare un annuncio sul popolare (almeno negli Usa) sito Craigslist, dicendo che cercano delle tizie che devono essere “attraenti abbastanza, altrimenti i nostri zii vi criticheranno, ma non troppo attraenti, altrimenti i nostri zii vi molesteranno”. Il tutto accompagnato da questa immagine.


L'annuncio diventa virale, riceve centinaia, migliaia di risposte e loro due vengono ospitati persino ai talk-show televisivi. Credo anche da Barbara D'Urso. Adesso la loro storia è pure diventata un film che ha il grande pregio di non essere tanto, o comunque non solo, una tipica romcom matrimoniale con qualche scena comica e demenziale inserita al suo interno, quanto piuttosto una pellicola comica demenziale travestita da romcom matrimoniale.

Se vi piacciono le coppie di idoti come Beavis & Butt-head, Wayne e Garth di Fusi di testa, Scemo & più scemo, o i protagonisti di Fatti, strafatti e strafighe, la buona notizia è che qui non troverete una sola coppia di idioti, il Bello Zac Efron e la Bestia Adam DeVine nei panni di Mike & Dave, bensì due coppie di idioti.


Oltre ai due maschietti, ci sono anche due femminucce fuori di testa e scatenate come e più dei loro “colleghi” al maschile. Questo sì che è girl power. Questa sì che è parità dei sessi.
Perfette nella parte delle due bad (and stupid) girls ci sono la “solita” Aubrey Plaza, una che con quel volto da nerd in stile Daria Morgendorffer sopra un corpo esplosivo è ormai stata sdoganata nella parte della tizia stramba dalle pellicole indie (Scott Pilgrim vs. the World, Safety Not Guaranteed, The To Do List, Life After Beth) a quelle “commerciali” (Nonno scatenato e questa)...


...e poi la sempre valida Anna Kendrick, pure lei lontana dallo stereotipo della bellona, eppure dotata di un suo particolare e magnetico fascino.


Dall'unione di queste due coppie di scemi & più sceme ne nascono un sacco di sketch a tratti esagerati, al punto che un qualsiasi Vacanze di Natale può essere considerato una visione per milord inglesi al confronto. Le gag comunque sono per lo più divertenti e i 4 protagonisti risultato azzeccati abbastanza da far seguire tutto il film dall'inizio alla fine con stampato in faccia un sorriso ebete.
Per chi cerca qualcosa da guardare con il cervello del tutto sconnesso e che elevi la “stupidera” a stile di vita, Mike & Dave è l'annuncio a cui rispondere subito... pardon, è il film da vedere subito.
(voto 6+/10)

Meh in the Dark

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Man in the Dark
(USA 2016)
Regia: Fede Alvarez
Sceneggiatura: Fede Alvarez, Rodo Sayagues
Cast: Jane Levy, Dylan Minnette, Stephen Lang, Daniel Zovatto
Genere: oscuro
Se ti piace guarda anche: Lights Out – Terrore nel buio, L'ultima casa a sinistra, Non aprite quella porta

Si può parlare male di un cieco?
E di un cieco che per di più è un eroe di guerra, visto che ha perso la vista combattendo per noi (noi si fa per dire) in Iraq?
E di un cieco che oltre a essere un eroe di guerra ha pure perso, poveretto, la sua amata unica figlioletta, morta in un tragico incidente stradale?


Sì che si può, se a farlo è un blog basta##o che non si cura troppo del politically correct come Pensieri Cannibali. E sì, soprattutto se il suddetto cieco è uno dei peggiori figli di pu##ana visti al cinema, e non solo al cinema, negli ultimi anni. Se non ci credete, guardate cosa combina questo apparentemente innocuo non vedente in Man in the Dark. In più è pure interpretato da Stephen Lang di Avatar, un attore che non sopporto e che qui è dunque perfetto nella parte del tipo insopportabile. Inoltre, solo perché una persona ha un handicap, non significa che sia automaticamente una bella persona o un uomo da rispettare. Dico solo: Oscar Pistorius.


"Oh mio Dio, ma è quel tipo che ha fatto Avatar!"
"Quello sì che era un horror terrificante!"
"Hey, ma non era un horror..."

Qualcuno a questo punto dirà: Pensieri Cannibali dice di non curarsi del politically correct e poi censura le parole basta##o e pu##ana?
Sì, perché a Google non piacciono le parolacce e penalizza i siti che le utilizzano. Fanc##o G##gle!
E poi ho scritto che Pensieri Cannibali non si cura troppo del politically correct, non ho detto che non si cura del tutto del politically correct.

Altra domanda. Si può parlare male di un film come Man in the Dark, che è un thriller-horror dal ritmo incalzante, con un sacco di trovate che riescono a tenere alta l'attenzione per quasi tutta la sua durata e che come thriller-horror funziona decisamente bene?

La risposta è di nuovo sì, perché a farlo è sempre Pensieri Cannibali, un sito che non è mai contento, soprattutto in campo horror. Solo perché un film ha una discreta costruzione della tensione, non significa che debba essere indicato come il capolavoro imprescindibile del genere di quest'anno e segni l'inizio di una nuova era per il cinema di paura, come l'accoglienza di pubblico e critica trionfale nei suoi confronti sembra aver suggerito, soprattutto negli Usa. Anche se c'è da dire che in Italia, per fortuna, ha scatenato entusiasmi parecchio inferiori.

Man in the Dark è un buon horrorino, eppure non mi è piaciuto. L'ho detestato. È uno dei film che quest'anno più mi hanno infastidito. Cosa che ci sta. Un film dell'orrore non deve essere gradevole. Dev'essere disturbante e questo disturba, eccome. Solo che esagera, soprattutto nella parte finale. Ok che è un film e ok che è un film horror, però a un certo punto tra colpi di scena e colpi di sfiga sparati al ritmo di uno ogni 30 secondi più che nell'inverosimile si cade proprio nel ridicolo.
Così come il cieco interpretato da Stephen Lang, nel suo essere un incrocio tra Rambo, Freddy Krueger e Daredevil, finisce per essere sì un villain con i fiocchi, ma anche un villain assurdo e improbabile, capace di regalare alcune delle scene e delle frasi più scult dell'annata, come quando ATTENZIONE SPOILER vuole inseminare la protagonista femminile dicendole: “Sei forte, sei giovane, riprodurrai bene”. FINE SPOILER


La costruzione delle psicologie dei protagonisti inoltre è davvero stereotipata ed elementare. C'è la protagonista femminile (la simil-Emma Stone Jane Levy già vista nella serie Suburgatory) che vive in una roulotte con la madre che la considera una pu##ana (sì, mi sono censurato di nuovo, e che ca##o!), e che desidera mettersi un bel gruzzoletto da parte in modo da potersi trasferire a Los Angeles con la sorellina. È per questo che si mette a fare rapine. Lavorare no, eh?
Per cercare di creare empatia nei suoi confronti, viene pure raccontata una stucchevole storiella su una coccinella che manco nei film tratti dai romanzi di Nicholas Sparks si sente una ruffianata del genere.
I suoi due partner di crimine sono un tizio (Daniel Zovatto già visto in It Follows, quello sì un horror bello bello in modo assurdo) che sembra la parodia di James Franco in Spring Breakers, che già era la parodia di un gangsta-rapper, e Dylan Minnette, il figlio di Jack in Lost, che pure lui ha una situazione familiare non troppo piacevole ed è segretamente (ma nemmeno troppo segretamente) innamorato della protagonista femminile. Che sorpresa!


Questi tre ragazzetti decidono di mettere a segno il colpo della loro vita, quello che li possa far svoltare, andando a derubare il cieco eroe di guerra a cui hanno ammazzato la figlia, ed è quindi difficile empatizzare nei loro confronti e fare il tifo perché si salvino.
Perché un conto è parlare male di un cieco eroe di guerra a cui hanno ammazzato la figlia, come ho fatto io, un conto è andarlo a derubare. Per fare quello bisogna davvero essere dei brutti basta##i figli di pu##ana!
(voto 5,5/10)

Cinema Strange

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Questa settimana nei cinema italiani Pif va in guerra. Contro i nazisti?
No, contro un esercito forse ancora più potente e minaccioso: quello della Marvel.
Nella battaglia tra cinema italiano e supereroistico si insinuano inoltre un thriller ammeregano, un filmetto d'animazione, un horror arrivato giusto in tempo per Halloween e qualche proposta più o meno autoriale.
La vera guerra è però un'altra: quella combattuta come al solito senza esclusione di colpi in questa rubrica, tra i miei commenti e quelli del mio blogger-avversario Mr. James Ford.

Doctor Strange
"Con la sola imposizione delle mani farò sparire White Russian dal web.
E al suo posto ci metterò uno spin-off di Pensieri Cannibali."

Cannibal dice: Una delle più grandi incognite dell'anno. Il pessimo gusto del Doctor Ford?
No, quella è una certezza ogni anno. Mi riferisco a Doctor Strange, pellicola con Benedict Cumberbatch nei panni di un supereroe Marvel che però dal trailer sembra più vicina a Inception rispetto ai soliti cinecomics. Potrebbe quindi rivelarsi una piacevole sorpresa, così come un gigantesco epic fail fordiano.
Ford dice: tassello dopo tassello il Cinematic Universe della Marvel si arricchisce ed allarga sempre di più, questa volta con uno dei personaggi più curiosi e meno noti al grande pubblico della Casa delle Idee, il Doctor Strange.
Non sono mai stato un grande fan del mago, ma se lo dovessero sviluppare bene potrebbe anche venire fuori qualcosa di interessante, e magari una magia in grado di permettere perfino a Cannibal di apprezzare per una volta il Cinema non radical.

In guerra per amore
"Anche se viviamo negli anni '40, siamo molto più tecnologici noi di Ford!"

Cannibal dice: Con il suo esageratamente acclamato film d'esordio, La mafia uccide solo d'estate, Pif aveva realizzato un film carino caruccio, ma alla fine anche piuttosto innocuo e buonista. Con questa opera seconda alza ulteriormente il tiro, passando dalla mafia alla Seconda Guerra Mondiale, trattando un tema pesante in maniera sempre leggera. L'odore di una versione meno bella de La vita è bella, tanto per rimanere in tema di film sopravvalutati, è nell'aria.
O forse è solo il rancido odore di Ford in avvicinamento?
Ford dice: Pif mi è sempre stato simpatico, il suo La mafia uccide solo d'estate era stato una visione carina, spero dunque che al secondo film possa fare un passo in avanti e non due indietro, come accade a Cannibal ad ogni nuova recensione.
Di sicuro, una visione ci scappa.

The Accountant
"Stando ai miei ultimi calcoli...
Ford di cinema non ne capisce mezza."

Cannibal dice: Ben Affleck nei panni di un matematico autistico in quello che potrebbe essere un action-thriller piuttosto avvincente. Sperando non si riveli un actionaccio tamarro per fordiani, quanto un teso e raffinato thriller per cannibali.
Ford dice: Ben Affleck matematico autistico suona stonato tanto quanto Cannibal su un ring di wrestling con The Rock, ma il film potrebbe perfino rivelarsi una visione piacevole. Sempre che non sia una cannibalata: in quel caso fuggirò a gambe levate come se tornassi a funzioni e trigonometria sui banchi di scuola.

Trolls
"Negli Usa ci ha doppiati Justin Timberlake, in Italia Alessio Bernabei..."
"E chi ca##o è???"

Cannibal dice: I trolls oggigiorno sono quelle creature che commentano in maniera anonima i blog, lanciando insulti da codardi. Quando lo fanno su White Russian la cosa fa anche ridere, quando capita su Pensieri Cannibali meno.
I trolls ai tempi di Ford e degli antichi scandinavi sono invece dei pupazzetti scemi che in questo film appaiono come degli alter-ego dei Minions. Sarà allora la solita bambinata fordiana? Temo proprio di sì.
Ford dice: film che è già stato prenotato dal Fordino, incuriosito - anche se non ai livelli di qualsiasi pellicola "animalesca" - dal trailer ai tempi della visione di Alla ricerca di Dory in sala. Personalmente non credo si rivelerà chissà cosa, quanto più probabilmente uno di quei film d'animazione pronto ad esaurirsi già con il trailer, ma resto disponibile a rimanere stupito.
Cannibal, invece, si meriterebbe il ritorno del suo troll preferito, il fan di Messi.

Ouija – L'origine del male
"SAPEVO CHE NON DOVEVO GUARDARE UN FILM CONSIGLIATO DA FOOOOOOOOOOOOORD!!!"

Cannibal dice: Il primo Ouija si è rivelato uno degli horror più insulsi, vuoti e inutili visti di recente. E lo dico da amante degli horrorini teen. Questo prequel parte però favorito dal fatto che peggio del primo non può fare e che è diretto dallo specialista Mike Flanagan, regista del troppo esaltato Oculus ma anche dei recenti discreti Somnia e Hush – Il terrore del silenzio. Oltre che dalla sempre affascinante ambientazione anni '60, che farà sentire James Ford di nuovo un giovanotto. Che l'origine del male sia proprio la sua storia?
Ford dice: il primo Ouija è stato una delle visioni più terrificanti - e non in senso horror - dello scorso anno, un horrorino buono giusto per far cagare sotto i pusillanimi come Cannibal.
Questo secondo promette meglio, ma tutto dipenderà da cosa avrà combinato Flanagan, autore del sopravvalutato Oculus, del più che discreto Hush e della via di mezzo poco consistente Somnia: riuscirà il buon Mike, ormai considerato uno specialista, a portare in sala un horror degno di questo nome?
Speriamo bene, almeno si festeggerà Halloween come si deve!

La ragazza senza nome
"Come sospettavo, si tratta di dolore allo stomaco provocato da una visione fordiana."
"Ma è grave?"
"Tranquillo: una bella vomitata, e passa tutto."

Cannibal dice: Non sono un fan dei fratelli Dardenne, troppo neorealisti e fordiani per i miei gusti, però il loro ultimo Due giorni, una notte con Marion Cotillard mi era piaciuto davvero parecchio. Ho l'impressione che il miracolo potrebbe ripetersi anche con questo La ragazza senza nome, che vede come protagonista la promettente Adèle Haenel già vista nel sorprendente The Fighters – Addestramento di vita.
Ford dice: i Dardenne, simboli del neorealismo moderno ed amati da una buona fetta di pubblico radical - e mi stupisco del fatto che non siano tra i favoriti di Cannibal -, sono una vera e propria certezza, anche se non sempre ho amato il loro Cinema "della strada". Ad ogni modo, una visione ci sta tutta, sperando che si tratti di uno dei loro lavori più "umani".

Saint Amour
Depardieu porta al pascolo Ford.
O forse è il contrario?

Cannibal dice: Commedia alcolico-campagnola franco-belga con protagonista il sempre odioso Gérard Depardieu. Più che una chicca radical-chic come di solito arrivano da Oltralpe, sembra una robaccia pane & salame perfetta per Ford, da cui nessun Santo ci potrà salvare.
Ford dice: alcool, campagna e pane e salame sono da sempre la mia materia. Un po' meno Depardieu, che non sono ancora riuscito a capire se detesto o riesco a digerire.
Nel dubbio, una visione - magari con sottofondo alcoolico - ci potrebbe stare. Alla facciazza di quel cittadino snob di Radical Kid.

Racconto calabrese
Una foto di Ford dopo che è stata cacciato di casa da sua moglie Julez.
Aveva cercato di farle vedere un mattonazzo russo...

Cannibal dice: Film on the road su un padre che cerca di ricongiungersi con la figlia, sembra una vicenda perfetta per il daddy Ford, che però lo ignorerà solo perché non arriva dall'America ma dall'Italia. Io invece lo ignorerò solo perché mi sembra una fordianata bella e buona, anzi brutta e cattiva.
Ford dice: rapporto tra padri e figli e film on the road potrebbero giocare a favore di questo film, che di contro ha lo svantaggio di essere una produzione italiana, e dunque entra nel grande gruppo di incognite della settimana.
Non fosse altro che per sbugiardare Cannibal, dovessi riuscire a recuperarlo lo vedrò in barba al fatto che il Cucciolo Eroico continui a credere nella mia crociata anti Terra dei cachi.

Parola di Dio
"Non capisco tutto il successo di questa Bibbia...
Io preferisco conoscere la parola di Cannibal a quella di Dio."

Cannibal dice: Lavoro russo a tematica religiosa che già solo dal titolo sa di una pesantezza divina. White Russian potrebbe quindi eleggerlo a capolavoro dell'annata.
Ford dice: drammone a sfondo religioso russo che qualche anno fa avrebbe fatto la felicità del sottoscritto, e che ora, Fordini ed impegni da casalingo sempre presenti, temo parecchio per il potere da pennica.
Proverò comunque ad inserirlo nella lista dei film d'autore da recuperare.

Enclave
"Hey voi due, quando avete finito di spararvi possiamo giocare semplicemente a nascondino?"

Cannibal dice: Pellicola sulla guerra nel Kosovo con protagonista un bambino che vuole dare una sepoltura al suo nonno deceduto... Ma questa settimana quanti film sceneggiati da Ford escono?
Ford dice: altro film potenzialmente molto fordiano ed in grado di indisporre o stroncare Cannibal. Potrei vederlo anche solo per questo.

Lady Gaga, Zen Circus, Kings of Leon etc. – La musica di ottobre 2016

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Pop, rock, jazz, metal, roba italiana, artisti nuovi e gruppi vecchi...
Questo e molto altro vi aspettano nella rubrica tutta da leggere e soprattutto da ascoltare dedicata alla musica passata su Pensieri Cannibali nell'ultimo mese.

Lady Gaga “Joanne”

Bello, semplice, essenziale, sobrio.
Sto davvero parlando del nuovo disco di Lady Gaga?!?
Sì, e sto dicendo sul serio. Dopo quel pastrocchio inverosimile di “Artpop”, in cui aveva messo al suo interno di tutto e di più, tranne che delle canzoni valide, la Germanotta ha deciso di ripartire da zero, dimenticare gli eccessi del passato, i vestiti in carne, le sonorità pop-dance e reinventarsi. Non con un altro disco di noioso jazzettino come quello realizzato in coppia con Tony Bennett, per fortuna, bensì con un lavoro che mette al centro di tutto le canzoni. Brani pop-rock ben prodotti, ma non iper-prodotti come quelli del passato. A livello commerciale suona come un mezzo suicidio, però pazienza.
“Joanne” è un disco bello, semplice, essenziale, sobrio e sì, l'ha fatto proprio Lady Gaga.
(voto 7+/10)




The Zen Circus “La terza guerra mondiale”

Stanchi del buonismo imperante?
Gli Zen Circus hanno il rimedio che fa al caso vostro: il cattivista, il protagonista del loro nuovo singolo.
Tutto il loro nuovo album in generale suona poi come un bell'antidoto alla musica leggera italiana. Rispetto ai loro lavori precedenti non è che ci siano rivoluzioni a livello sonoro e di testi, solo una piacevole conferma di come gli Zen Circus siano oggi uno dei migliori gruppi, italiani e non solo, in grado di raccontare al meglio il peggio del presente.
(voto 7/10)




Dente “Canzoni per metà”
e
Nicolò Carnesi “Bellissima noia”

Via il Dente, via il dolore. Sganciamo subito la brutta notizia: il nuovo disco di Dente non è bello quanto “L'amore non è bello” che, almeno a mio giudizio, continua a restare il suo lavoro più riuscito. Detto questo, “Canzoni per metà” è un album che non convince subito, ma che poi con gli ascolti comincia a entrarti dentro sempre più. L'aspetto negativo è che si allunga troppo e, nonostante contenga dei momenti notevoli assai come l'ipnotico singolo “Cosa devo fare”, finisce per annoiare un pochino. Ma comunque la noia può anche essere bella, bellissima, come sostiene un altro cantautore indie nostrano...



Il palermitano Nicolò Carnesi dopo due lavori superindipendenti può finalmente ambire a conquistare un pubblico non dico da divo dei talent-show, ma se non altro potrebbe cominciare a farsi conoscere un po' in giro. In fondo, alcune sue canzoni sono persino a presa rapida. Non parlo di “M.I.A.”, una suite di 9 minuti follemente scelta come singolo, quanto piuttosto di “Lo spazio vuoto” o della title-track, con la Noia che riecheggia la Gloria di umbertotozziana memoria.



Scrivo una canzoncina tutta per te, vera come le mie lacrime. Ma non ti preoccupare, non la sentirà nessuno: i cantautori non vendono più”, canta Dente in “Canzoncina”, il brano di apertura del suo ultimo album. Sarà anche vero, che non vendono più, ma in compenso i cantautori oggi vincono i Nobel per la letteratura. E che cos'è più importante?
(voto 6,5/10 al disco di Dente e
voto 7+/10 al disco di Nicolò Carnesi)


White Lies “Friends”

L'equivalente in musica della serie tv Stranger Things. O quasi.
Il nuovo album dei White Lies suona come un incrocio tra i Joy Division, i Tears for Fears e gli Echo & the Bunnymen, ovvero il meglio degli anni '80. Si può dire, non a torto, che sono derivativi e che non inventano niente di nuovo, o che rispetto ai loro precedenti album non è che abbiano cambiato granché la loro formula, però ascoltare pezzi come “Take It Out on Me” è una libidine coi fiocchi.
(voto 7/10)




Kings of Leon “WALLS”

Il gruppo preferito di Simba è tornato. I re leoni della musica rock hanno tirato fuori un nuovo disco pieno di ritornelli a facile presa, come quelli di “Waste a Moment”, “Reverend” e “Find Me”, più qualche ballata come “Over” e la title-track pronte per strappare le mutande di dosso alle loro groupies. Un lavoro di classic rock forse ruffiano, anzi togliamo pure il forse, a tratti molto pop (“Around the World” ricorda addirittura “Girls Just Want to Have Fun” di Cyndi Lauper) ma anche dannatamente efficace.
Talmente efficace che persino io in questo momento mi sto strappando le mutande di dosso!
(voto 6,5/10)




Kaiser Chiefs “Stay Together”

Che diavolo è successo ai Kaiser Chiefs?
Sono, o meglio erano un gruppo che nel 2005 con l'album “Employment” aveva resuscitato lo spirito del Britpop e si era proposto come il più autorevole candidato al titolo di “nuovi Blur”. Con i loro dischi successivi la capacità di tirare fuori hit e pezzi folgoranti è via via diminuita, ma nel complesso il loro sound è sempre rimasto molto cool. Fino ad ora.
Il nuovo “Stay Together” rappresenta la svolta su territori pop-dance commerciali che davvero ben poco sembrano adatti a loro. Oltre ad aver perso del tutto la loro identità sonora, con una serie di canzoncine anonime e prive di personalità, suonano troppo spenti per essere veri e persino la voce del cantante appare irriconoscibile. Cambiare va bene e un'evoluzione nel loro suono era ormai necessaria, solo che questa non è un'evoluzione, è una regressione.
(voto 4/10)




Korn “The Serenity of Suffering”

Una volta la musica dei Korn mi gasava parecchio.
Adesso la voce di Jonathan Davis mi sembra solo un fastidioso rutto.


Non che io abbia qualcosa contro i rutti, però alla lunga stufano...
Colpa mia, o colpa loro?
(voto 4/10)




Pretenders “Alone”

Ci sono dei ritorni di cui non si sente un gran bisogno. Quello di MinaCelentano, tanto per dirne uno, anzi due a caso. Quello di Chrissie Hynde con i suoi Pretenders fa invece un gran piacere. Soprattutto se il loro decimo album, anche se non ai livelli delle loro cose migliori degli anni '80, è un disco che suona bene. Anzi, benone, senza apparire né passatista né fintamente ggiovane, ma più che altro fuori dal tempo. E se lo dice uno come me che non ama reunion, rimpatriate e vecchie glorie in generale, buona camicia a tutti.
(voto 7+/10)




Norah Jones “Day Breaks”

Norah Jones è tornata a essere Noia Jones.
Se con gli ultimi lavori che avevo parecchio apprezzato, in particolare "...Little Broken Hearts", aveva cercato nuove vie sonore, considerati i non troppo fortunati risultati a livello commerciale ottenuti con il nuovo “Day Breaks” è così tornata al jazzettino che le aveva regalato un enorme successo a inizio anni duemila. Niente di troppo male in questo e tutto suona tanto carino e precisino e perfettino. Ma pure sbadiglioso.
(voto 5,5/10)




Briga “Talento”

Il “rapper” uscito dagli Amici di Maria de Filippi oltre che al “rap” con questo nuovo “disco” si dà anche al “pop” e al “rock”. Il risultato?
Al suo confronto, Emis Killa & Fedez sembrano Biggie e 2Pac.
Se non altro gli vanno fatti i complimenti per il titolo dell'album ricco di autoironia...
Come?
"Talento" non è un titolo autoironico???
(voto 1/10)




Benji & Fede “0+”

Il nuovo album del duo di pop italiano più bimbominkioso oggi in circolazione si intitola “0+” e sembrerebbe, più che un riferimento al loro gruppo sanguigno, un suggerimento per il voto al disco.
La verità è che sono stati troppo ottimisti.
(voto 0-/10)




La canzone del mese
Robbie Williams “Party Like a Russian”

Il pezzo di Robbie Williams è pieno di stereotipi?
Può darsi, ma i russi, incazzandosi con lui per questa canzone, non hanno fatto altro che confermare che almeno uno stereotipo su di loro è vero: quello che non scherzano mai.




Il peggio del mese
Vasco Rossi “Un mondo migliore”

Se davvero volesse un mondo migliore, Vasco dovrebbe scrivere canzoni migliori.
O anche non scriverne proprio.


Lights Out – La terrorizzante recensione nel buio

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Lights Out – Terrore nel buio
(USA 2016)
Titolo originale: Lights Out
Regia: David F. Sandberg
Sceneggiatura: Eric Heisserer
Cast: Teresa Palmer, Maria Bello, Gabriel Bateman, Alexander DiPersia, Billy Burke
Genere: buio
Se ti piace guarda anche: La madre, Man in the Dark, Somnia, The Ring


Il post di Halloween di Pensieri Cannibali è sconsigliato a chi ha paura del buio. O dei brutti film.
Se però stai riuscendo a leggere questo post significa che:
A) Sei intelligente
B) Non hai paura del buio, o se non altro non hai paura delle recensioni al buio

Una volta superata questa prova di grande intelligenza e coraggio, ti devo comunque avvisare. Questa recensione non sarà un granché. I film bruttarelli e modesti possono anche far nascere delle recensioni interessanti, ma non è questo il caso di Lights Out – Terrore nel buio, film tratto da un corto realizzato dallo stesso regista, David F. Sandberg, che pare sia parecchio superiore a questo lungometraggio. Peccato che non lo scoprirò mai, visto che la pellicola non mi ha certo fatto venire voglia di recuperarlo.

La storia è più o meno la solita raccontata in decine di pellicole post-The Ring. C'è una figura inquietante che si mette a perseguitare e uccidere le persone, a causa del suo misterioso passato che, tra uno spavento (si fa per dire) e l'altro viene portato a galla dalla protagonista. Protagonista che è Teresa Palmer, qui nei panni di una tipa metallara. Perché è una tipa metallara?
La cosa non è particolarmente rilevante ai fini della storia, ma credo l'abbiano caratterizzata in questo modo più che altro perché ai metallari in genere piacciono i film horror e quindi lo sceneggiatore per convincerli ad andare a vedere questa pellicola ha pensato di unire i due elementi, come già successo in La madre con una Jessica Chastain in versione dark. Solo che Teresa Palmer (che sia parente di Laura?) è carina caruccia, ma ben poco convincente nella parte della metallara.

Teresa Palmer in versione death metal si trova ad avere a che fare con una creatura satanica ben più metal e soprattutto death di lei che si muove nel buio. L'unica idea, se si può considerare un'idea, del film è quella di sfruttare appunto la paura del buio, fobia comune a molte persone, ed è per questo probabilmente che la pellicola ha ottenuto un buon successo di pubblico, soprattutto negli USA. Io che sono un discreto fifone, devo dire che sinceramente non ho una particolare paura del buio. Mi spaventano di più altre cose, come i ragni, i clown, i film con Schwarzenegger, le grandi altezze o il mio blogger-avversario Mr. James Ford. Il mio horror ideale sarebbe quindi una pellicola con Schwarzy che combatte ragni e clown sopra a un grattacielo ed esaltata con il voto massimo sul blog White Russian.

Lights Out – Terrore nel buio non è invece per niente il mio horror ideale.
È un film che fa cagare, però non fa cagare addosso.
È un film che fa paura. Sì, giusto per la sua infima qualità.
È un film che mi ha messo i brividi, ma solo perché guardandolo ho fatto la cazzata di tenere la finestra aperta. Peccato non fosse più estate e io non c'avevo voglia di alzarmi dal divano per chiuderla.

"Hai paura del buio?" chiedeva un tempo Manuel Agnelli con l'album più celebre dei suoi Afterhours. Solo che mi sa che fa più paura, e pure molta di più, lui nelle vesti di giudice di X-Factor che non questa pellicoletta innocua.
(voto 4/10)


Ava's Possessions – Non è un altro stupido film sugli esorcismi

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Ava's Possessions
(USA 2015)
Regia: Jordan Galland
Sceneggiatura: Jordan Galland
Cast: Louisa Krause, Lou Taylor Pucci, Dan Fogler, Annabelle Dexter-Jones, Whitney Able, Wass Stevens, William Sadler, Deborah Rush, Alysia Reiner, Carol Kane, Alysia Reiner, Joel de la Fuente, Jemima Kirke
Genere: assatanato
Se ti piace guarda anche: Buffy l'ammazzavampiri, Jennifer's Body, Una notte da leoni, The Exorcist, Outcast


Che è Ava's Possessions?
Sarà mica l'ennesima pellicola sul tema delle possessioni demoniache?

No!
Anche se un po' sì...
E quindi?


Ava's Possessions affronta l'argomento da un punto di vista differente rispetto alla miriade di pellicole che hanno posseduto il mondo del cinema a partire dal successo de L'esorcista, film che ha generato numerosi cloni, più o soprattutto meno richiesti, al cinema oltre che adesso pure in tv, si veda il recente e non troppo riuscito Outcast o il sorprendentemente sorprendente The Exorcist.
Se in molti, in moltissimi, ci hanno raccontato tutto il processo di esorcismo per filo e per segno, prima e durante, Ava's Possessions ci mostra invece cosa succede DOPO.


Com'è la vita dopo essere stati esorcizzati da un demone cattivone?
Non ve lo dico per 2 motivi:

1) Sono più cattivo di un demone cattivone
2) Dovete vedervi il film per scoprirlo


Ava's Possessions è un B-movie, girato probabilmente con 2 vecchie lire, eppure fa il suo porco dovere d'intrattenimento per un'ora e mezzo come e più di molte blasonate pellicole dell'orrore in teoria di serie A. Anche perché Ava's Possessions non è che sia proprio un horror-horror. È più una comedy-horror che non si prende mai sul serio ed è proprio questa la sua carta vincente. Rispetto a tutte le pellicole e serie tv che trattano l'argomento delle possessioni demoniache con la massima serietà e sparandoci dentro pure varie implicazioni religiose, è invece qui presente dall'inizio alla fine una forte componente umoristica che mi ha ricordato Buffy l'ammazzavampiri e anche il tanto (ingiustamente) criticato Jennifer's Body. A tratti il film assomiglia persino a una versione assatanata di Una notte da leoni.
Che cosa?


Avete capito bene! Più che L'esorcista o affini, Ava's Possessions ricorda Una notte da leoni, è scritto e girato in maniera piuttosto brillante dal promettente Jordan Galland ed è inoltre impreziosito da un'azzeccata colonna sonora firmata da Sean Lennon, il figlio di John Lennon e Yoko Ono. Non pensate che sia il solito figlio d'arte raccomandato. È un cantante e musicista di grande talento, ha inciso due ottimi album (Into the Sun e soprattutto Friendly Fire) e per quest'occasione ha composto delle musiche dai toni tarantiniani. Bella Sean!



Il cast non sarà proprio posseduto dallo spirito delle interpretazioni da Oscar, però la protagonista Louisa Krause regge bene i toni cazzari della pellicola e in piccole parti ci sono pure le apparizioni di alcuni volti già visti come Jemima Kirke di Girls, Carol Kane di Unbreakable Kimmy Schmidt, Alysia Reiner di Orange Is the New Black, Dan Fogler del film Take Me Home Tonight e Lou Taylor Pucci di recente in Spring e nel remake de La casa.


Pensieri Cannibali per una volta se la sente quindi di consigliare la visione di un film sugli esorcismi. Sarà perché è stato posseduto da uno spirito demoniaco?
O sarà perché questo non è il classico film sugli esorcismi?
O sarà perché la serie tv The Exorcist è riuscita a farmi avvicinare a questa tematica?
O probabilmente sarà perché questa pellicola è UNA FOTTUTA FIGATA?!?

ATTENZIONE: quest'ultima frase potrebbe essere stata aggiunta da un demone cattivone

(voto 6,5/10)

Black Mirror - Specchio riflesso senza ritorno

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Black Mirror
(stagione 3)

Black Mirror lo sapete ormai tutti cos'è, giusto?
Per quei due o tre che vivono nel mondo delle fate e di Mediaset e ancora non lo sanno, per farla breve si tratta di una specie di Ai confini della realtà ai tempi di Twitter.
Ancora non avete capito?

È una serie diciamo di fantascienza, ma non di quella fantascienza assurda e irrealizzabile. È una sci-fi che ci mostra il mondo non com'è, ma come potrebbe diventare tra un anno, o magari tra 10 minuti.
Non vi è ancora chiaro?


E allora cominciate a guardarlo. Si tratta di una serie in cui ogni episodio è un mini (a volte nemmeno troppo mini) film a sé stante, quindi non è nemmeno necessario guardare tutte le puntate in ordine, anche se il consiglio è quello di recuperarle tutte. Innanzitutto perché, pur tra alti e bassi, sono tutte interessanti e poi perché sono poche: tre nella prima stagione, tre nella seconda, 1 episodio speciale natalizio con Jon Hamm, e sei della terza appena approdata su Netflix.
Ed è proprio di questi sei nuovi episodi che andiamo a parlare nel futuro, cioè tra pochi istanti, con un'avvertenza di visione per ognuno di essi.



Caduta libera – Nosedive
(stagione 3, episodio 1)

Avvertenza! Questo episodio potrebbe farvi passare la voglia di: Dare un voto a qualunque cosa

Per il passaggio dal britannico Channel 4 al servizio di streaming internazionale Netflix, Black Mirror decide di fare le cose in grande, con un episodio d'autore diretto da Joe Wright, il regista di Espiazione e Hanna (e anche del recente Pan - Viaggio sull'Isola che non c'è, ma quello è meglio far finta che non sia mai esistito), e con protagonista un'attrice star come Bryce Dallas Howard direttamente da The Village e Jurassic World.


Il risultato non delude le aspettative e anzi ci mostra al meglio (o sarebbe meglio dire al peggio?) il nostro rapporto irrimediabilmente malato con i social network. Nel mondo rappresentato in questa puntata, tutte le persone hanno un punteggio. Ogni comportamento, ogni interazione reale o virtuale è sottoposta a una valutazione da 0 a 5 stelline. Proprio come si fa con i film su IMDb, con l'unica differenza che lì il voto è in decimi.
Un episodio per me particolarmente inquietante, considerata la mia mania di votare ogni cosa. Pure le singole puntate di Black Mirror.
(voto 8,5/10)

Voto all'interpretazione di Bryce Dallas Howard: 5 stelline ★★★★★
Anche perché, se gliene metto di meno, potrebbe non prenderla troppo bene...



Giochi pericolosi – Playtest
(stagione 3, episodio 2)

Avvertenza! Questo episodio potrebbe farvi passare la voglia di: Accettare lavori come cavie umane, o anche giocare ai videogame

L'episodio più cult per gli appassionati di videogame, quello forse dalle tinte più horror dell'intera serie, però a mio giudizio anche quello leggermente meno riuscito. La regia è affidata a Dan Trachtenberg, autore dell'ottimo 10 Cloverfield Lane, e diciamo che l'universo distopico dei film di Cloverfield (nel 2017 è in arrivo pure un terzo film) non è poi molto distante da questo di Black Mirror.
Protagonista dell'episodio è Wyatt Russell, il figlio di Kurt Russell e Goldie Hawn, nella parte di un tipo parecchio insopportabile. Uno dalla battuta sempre pronta, peccato che le sue battute facciano sempre schifo. Lo spunto di partenza è vagamente alla Hostel, visto che il protagonista è un americano che se ne va in giro per il mondo a fare il figo, fino a che non incappa in una singolare e pericolosa avventura. Decide infatti di accettare il lavoro come cavia umana per un videogame di nuova generazione, e finisce dentro un incubo. Il peggiore dei suoi incubi.

"Ma andiamo, vi sembra davvero un episodio horror?"

L'episodio mi ha ricordato da vicino eXistenZ, uno dei miei film cult assoluti, solo senza il tocco autoriale di un David Cronenberg a renderlo davvero speciale.
Considerando che questa è la puntata che mi ha convinto meno, ma mi è comunque piaciuta più di quasi tutti gli horror usciti quest'anno, il risultato non è poi così male.
(voto 7-/10)


Zitto e balla – Shut Up and Dance
(stagione 3, episodio 3)

Avvertenza! Questo episodio potrebbe farvi passare la voglia di: farvi le seghe davanti al computer

Zitto e balla. Shut Up and Dance è il titolo di questo episodio che riecheggia uno dei tormentoni di un paio di anni fa, l'allegra canzoncina dei già passati di moda Walk the Moon. Non fatevi ingannare dal titolo spensierato, però, perché questa puntata avrebbe meritato di chiamarsi: L'angoscia.
Zitto e balla parte con un ragazzino che viene ricattato con la minaccia di pubblicare un video con lui che si masturba davanti al PC nel caso non faccia esattamente ciò che gli chiedono di fare. Da qui inizia un thriller tesissimo che non concede un attimo di respiro, ben diretto da James Watkins, quello di Eden Lake, ma anche di The Woman in Black e Bastille Day - Il colpo del secolo, fino a un finale scurissimo. Persino troppo. Più che Black Mirror, qui siamo dalle parti di un Very Very Very Very Black Mirror.
(voto 7/10)


San Junipero – San Junipero
(stagione 3, episodio 4)

Avvertenza! Questo episodio potrebbe farvi passare la voglia di: vivere

Il capolavoro.
Della stagione, dell'intera serie, oserei dire dell'anno. Sul piccolo, come sul grande schermo, nel corso del 2016, in questa vita o in un'altra, è difficile che troverete qualcosa di meglio di San Junipero.
Pur non mancando di avere elementi inquietanti al suo interno, San Junipero riesce a essere l'episodio più poetico e anche positivo mai visto in Black Mirror. Non sto a dirvi di cosa parla, per non rovinarvi la sorpresa e anche perché non mi sento all'altezza di discuterne. Al di là delle sue implicazioni esistenziali, etiche, filosofiche e morali presenti, di cui altri hanno parlato e parleranno meglio di quanto possa fare io, io ci tengo giusto a sottolineare la bravura e la bellezza e la dolcezza della due protagoniste, Mackenzie Davis dritta dalla splendida e sottovalutatissima serie Halt and Catch Fire e Gugu Mbatha-Raw già vista nelle serie Undercovers e Touch, due attrici di cui sentiremo parlare ancora a lungo.


Segnalo anche il regista, il promettente Owen Harris che ha debuttato nel cinema con il figo Kill Your Friends. E poi vorrei sottolineare la genialità della colonna sonora. Arrivati a fine episodio, capirete che le canzoni non sono affatto usate a caso: “Heaven Is a Place on Earth”, “C'est la vie”, “Girlfriend in a Coma”, (Don't You) Forget About Me”, “Addicted to Love”, “Living in a Box”, “Can't Get You Out of My Head”... Più che canzoni, sono indizi sulla realtà presentata nella puntata. Una soundtrack capolavoro per un episodio che non può essere definito altrimenti: capolavoro.
(voto 9+/10)


Gli uomini e il fuoco – Men Against Fire
(stagione 3, episodio 5)

Avvertenza! Questo episodio potrebbe farvi passare la voglia di: andare in guerra

Dopo quel celestiale capolavoro di San Junipero, si ritorna su standard qualitativi più umani, ma tutt'altro che disprezzabili. Gli uomini e il fuoco inizia come un incrocio tra un film bellico e uno di zombie. Solita roba post-apocalittica, niente di nuovo, tutto in linea con le produzioni che vanno tanto in voga nell'ultimo periodo?
Sembrerebbe così. Solo che Black Mirror sa sempre come spiazzare e cambiare marcia. La parte finale della puntata mette così in moto delle riflessioni profonde sulla guerra che non sto qui a fare perché meriterebbero un post, o magari anche una tesi di laurea, a parte. E poi perché non sono in grado di farle. E inoltre sono noiose le riflessioni sulla guerra e se c'è una cosa che Black Mirror non è, è l'essere noiosa. Può piacere o meno, ma con ogni episodio sa stupire e catturare l'attenzione.
(voto 7+/10)


Odio universale – Hated in the Nation
(stagione 3, episodio 6)

Avvertenza! Questo episodio potrebbe farvi passare la voglia di: criticare le persone sui social network. Forse, ma non è detto, persino Salvini e la Lorenzin.

A degna chiusura di una grande stagione, discontinua ma grande, arriva quello che può essere considerato un vero e proprio film, considerata anche la sua durata di un'ora e mezza. Allo stesso tempo però, più che un episodio di chiusura di stagione, sembra quasi essere il pilot di una potenziale nuova serie. Una nuova serie poliziesca con una coppia di sbirre fantastiche: Kelly Macdonald di Trainspotting con il suo irresistibile accento scozzese e l'attrice rivelazione Faye Marsay già vista in Game of Thrones, My Mad Fat Diary, Glue e nel film Pride. La puntata è ambientata in un mondo quasi uguale al presente attuale, solo un filo distopico per via della presenza delle api-droni, che sono andate a sostituire le ormai estinte api vere per riequilibrare l'ecosistema. Oltre alla tematica degli insetti killer, quest'anno tornata cool grazie pure alla serie BrainDead, c'è spazio più che altro per parlare dei social network e di come anch'essi possano trasformarsi in strumenti di morte. Cosa che, andando a leggere certe recenti notizie di cronaca nera, non è che sia poi molto distante da quanto succede per davvero. E allora perché Black Mirror viene ancora indicata come una serie fantascientifica?
Black Mirror non è sci-fi. Black Mirror è il neorealismo di domani. #TerzaStagioneFigata
(voto 8+/10)

La ragazza del cinema

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Rocco Siffredi, party di salcicce, Manuela Arcuri che recita, ragazze sul treno che riportano alla memoria Nymphomaniac...
Hey, un momento. Questa è la rubrica delle uscite cinematografiche settimanali, o delle uscite porno settimanali?
Il mistero verrà svelato dai due cine-porno-commentatori Cannibal Kid e James Ford?
Scopritelo qui sotto.

La ragazza del treno
"Speriamo che Ford stamattina non si sieda di fianco a me.
Quando si mette a parlare di cinema, quello, mi fa subito passare la voglia di guardare film. Persino i miei."

Cannibal dice: Thrillerone o thrillerino?
Questo film con Emily Blunt potrebbe rivelarsi L'amore bugiardo – Gone Girl di quest'anno, oppure una robetta media di quelle già viste e straviste.
Detto in altri termini: sarà una figata cannibale, o una diarrea fordiana?
Ford dice: l'impressione che questo thriller con Emily Blunt si riveli una robetta è grande almeno quanto i dubbi che di norma mi assalgono quando leggo di un film esaltato da Cannibal, ma il regista è il Tate Taylor di The Help, che non mi era affatto dispiaciuto e aveva perfino messo d'accordo i due nemici più acerrimi della blogosfera.
Mi sa tanto che toccherà vederlo, per scoprire di che si tratta.

Sausage Party – Vita segreta di una salciccia
"È terribile!!!"
"Cosa? Che Ford ci vuole mangiare?"
"No, che Ford ci vuole far vedere un film!"

Cannibal dice: Dalla cricca di Seth Rogen & friends, un film che sembra una supercazzola, ma speriamo che sia se non altro una supercazzola divertente. Inoltre si propone come una specie di sberleffo/parodia nei confronti delle pellicole d'animazione classiche stile Pixar, quindi speriamo che faccia inorridire gli ex duri e puri oggi diventati moralisti benpensanti come Mrs. Jenny Ford, ormai conosciuta da tutti come la più tenera mammina del web.
Ford dice: non sapevo granchè a proposito di questo film fino a quando l'ombra del clan di Rogen e soci ed una pubblicità geniale con Rocco Siffredi protagonista sentita su Spotify mi hanno fatto ricredere. Mi sa tanto che una visione ci scapperà tutta, alla faccia di quel finto trasgressivo di Peppa Kid.

Rocco
"Ford, mi piacerebbe tanto girare un film con te.
Non dimenticare la vaselina, però!"

Cannibal dice: E a proposito di salcicce, ecco il docufilm sul pornodivo più celebre del mondo. Cannibal Dick? No, Rocco Siffredi. Un'altra visione che potrebbe scandalizzare Ford, bene così!
Ford dice: il Rocco Nazionale mi è sempre stato simpatico, si sa vendere bene - in tutti i sensi - e nel suo genere è una garanzia. Ricordo di aver intravisto anche qualche programma in tv che girava attorno a lui, dunque penso proprio che vestirò i panni di MrJamesHard e cercherò quanto prima di recuperare questo docufilm.

Kubo e la spada magica
James Ford e Cannibal Kid per la prima volta insieme.

Cannibal dice: Ma quanti film trasgressivi escono questa settimana?
Ecco che arriva anche Kulo e la spada magica...
Ah, sì chiama Kubo e la spada magica?
Mmm, allora mi sa che è una bambinata buona giusta per Ford & family.
Ford dice: questo Kubo e la spada magica potrà sembrare una robetta per famiglie o qualcosa che può tirare fuori solo il Cannibal dei giorni peggiori - ovvero quasi tutti - eppure pare si tratti davvero di una gran ficata, che dunque sottoporrò ben volentieri al nuovo esperto del Saloon per quanto riguarda l'animazione, il Fordino.

Non si ruba a casa dei ladri
"Manuela, sei proprio una grande attrice...
scusa, non ce la faccio a dirlo senza ridere."

Cannibal dice: Nuovo film dei Vanzina che proveranno a smentire tutti i radical-chic come Ford che criticano i loro lavori senza manco averli visti, tirando fuori un film decente...
Ehm, sono troppo radical-chic se dico preventivamente che non ce l'hanno fatta manco 'sta volta?
Ford dice: evito i Vanzina quasi più dei film tacciati dal mio rivale come Capolavori. E neppure a questo giro farò eccezione.

7 minuti
"Mi sono dimenticata la battuta che dovevo dire...
Gianni Boncompagni, dove sei finito?"

Cannibal dice: Michele Placido per me è sempre un grande meh, capace di cose valide e altre molto meno. Questo film sul tema del lavoro al femminile sembra essere un incrocio tra Ken Loach e i Dardenne all'italiana. Come suggerisce il titolo, potrei concedergli 7 minuti e poi, se non mi ha rotto le scatole, continuare con la visione. A un nuovo post di Ford invece posso concedere al massimo 7 secondi. Poi è sicuro che mi ha rotto.
Ford dice: Placido è uno dei registi più incostanti del panorama italiano, oltre a starmi da sempre profondamente sul cazzo - ma mai, ovvio, quanto Cannibal -. Questo tentativo di apparire come una sorta di Ken Loach italiano mi puzza parecchio, ma chissà che non riesca a stupirmi in positivo - una cosa che Cannibal non riesce mai a fare -.

In bici senza sella
"Scusate, ma stiamo facendo la parodia de I guerrieri della notte, o di Mr. Ford quando va in giro per la metro di Milano?"

Cannibal dice: In Italia non c'è lavoro, ma in una sola settimana escono due film sul mondo del lavoro?
Isn't it ironic, don't you think?
Ford dice: la prospettiva della mia imminente disoccupazione non ha influito sul mio umore ed il mio modo di vivere, ma certo andarmela a cercare non è il massimo, neppure se si tratta di film. Passo.

La pelle dell'orso
"Vieni, giovane Cannibal, ti insegno come si fa a uccidere un orso."
"Ma scusa, vecchio Ford, non possiamo tornare semplicemente a giocare col Liquidator?"

Cannibal dice: La pelle dell'orso?
Manca solo Stallone, e poi questa è una fordianata al 200%!
Ford dice: il Cinema italiano ed io, negli ultimi anni, siamo andati quasi meno d'accordo che Cannibal ed io. Per il momento farò finta di nulla, poi chissà.

Un mostro dalle mille teste
"Di' ancora che White Russian non è il miglior sito di consigli materni del mondo, e ti sparo!"

Cannibal dice: Film messicano sul tema del cancro. Mi sembra una roba non mostruosa quanto Ford, ma una visione comunque un po' troppo dura. Questa settimana meglio darsi alle salcicce. Anche se pure quelle mi sa che potrebbero essere piuttosto dure...
Ford dice: film messicano, tematica tosta, potenzialità fordiane alte. Senza dubbio lo prenderò in considerazione, anche se, terminata la visione, temo dovrò dedicarmi almeno una settimana alle cazzatone stile salsiccia o ad una maratona del Cinema di Rocco.

L'allieva supera la maestra Shonda Rhimes

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L'allieva
(serie tv, stagione 1)
Soggetto: Peter Exacoustos, Alessia Gazzola
Sceneggiature: Peter Exacoustos, Cecilia Calvi, Valerio D'Annunzio, Vinicio Canton
Tratta dai romanzi: L'allieva - Sindrome da cuore in sospeso e Un segreto non è per sempre di Alessia Gazzola
Cast: Alessandra Mastronardi, Lino Guanciale, Dario Aita, Martina Stella, Francesca Agostini, Emmanuele Aita, Marzia Ubaldi, Pierpaolo Spollon, Ray Lovelock, Giselda Volodi, Michele Di Mauro, Fabrizio Coniglio, Chiara Mastalli, Jun Ichikawa, Anna Dalton
Genere: comedy-medical-thriller
Se ti piace guarda anche: Grey's Anatomy, Tru Calling, Il diario di Bridget Jones, La signora in giallo


Mi accingo a fare l'autopsia di una serie tv. La prima stagione de L'allieva ha infatti appena tirato le cuoia su Rai 1.


Non mettetevi però subito a piangere disperati, almeno se siete tra i suoi fans, né tanto meno mettevi a esultare come pazzi scalmanati se siete suoi detrattori.


Anche perché esultare per la morte di qualcuno è sempre una cosa brutta. A meno che non si tratti di... (inserire qui un nome a propria scelta, o anche più di uno, a me ad esempio in pochi secondi ne sono già venuti in mente 3 o 4).

La stagione numero 1 de L'allieva è terminata, ma prossimamente ne arriverà una seconda. Cosa inevitabile, considerati gli ottimi ascolti che ha ottenuto. È riuscita a battere persino il GF Vip, in una supersfida tra guilty pleasure trash assoluti.

Il primo dato che emerge dall'autopsia de L'allieva è che si tratta proprio di un guilty pleasure, su questo non ci sono dubbi. È una fiction... scusate una serie tv talmente trash e di qualità certo non eccelsa che però si lascia guardare con peccaminoso piacere e quindi non può essere definita in altro modo.


Un altro risultato rilevato dall'autopsia è che si tratta di una serie brutta. O almeno in apparenza si tratta di una serie brutta. Basta guardare ciò che ci ha lasciato quando era in vita, a partire da una sigla che definire imbarazzante è essere ancora gentili. Uno guarda la sigla de L'allieva e dice: “No, ma che è, state facendo sul serio?”.

E la risposta è no. Non stanno facendo sul serio. Perché L'allieva è una serie comedy. I risultati tossicologici dell'autopsia segnalano come gli autori fossero costantemente fatti mentre la scrivevano ed è probabilmente per quello che risulta così divertente. L'allieva è forse la serie comedy più spassosa dell'anno.


Proseguendo maggiormente in profondità con gli esami autoptici si può notare che L'allieva non è, o meglio non fu una serie comedy-comedy. Fu anche una serie medical-thriller. Non pensate però subito a un medical classico o serioso alla E.R. - Medici in prima linea. Qui nelle scene più visionarie siamo addirittura dalle parti di Scrubs, ma più che altro siamo tra le corsie di un Grey's Anatomy ambientato in un'istituto di medicina legale di Roma dove si praticano le autopsie, però ancora più assurdo, trash e goduriosamente divertente rispetto alla serie creata da Shonda Rhimes. In pratica sto dicendo che una serie piena di morti e di autopsie fa ridere?
Sono forse più fatto degli autori della serie?

No. O forse sì, ma non è questo il punto. L'autopsia non la stiamo facendo mica su di me. Toccando ferro, e guardando questa serie è meglio farlo spesso, io sono ancora vivo e l'autopsia è invece su L'allieva. La protagonista Alice Allevi è una studentessa di medicina legale che, dovunque vada, porta con sé la morte. Praticamente porta più sfiga de La signora in giallo e di Meredith Grey messe insieme. Le persone intorno a lei muoiono al ritmo di almeno una ad episodio, ma nonostante questo si ride. Un po' si ride perché la serie, tratta dai romanzi L'allieva - Sindrome da cuore in sospeso e Un segreto non è per sempre di Alessia Gazzola che si è occupata anche della supervisione della serie, è molto naïve e ingenua. E un po' si ride perché i personaggi sono davvero simpatici. All'inizio magari stanno un po' sulle scatole, ma poi si finisce per voler loro un gran bene, e forse pure qualcosa di più.

L'allieva Alessandra Mastronardi con la maestra Alessia Gazzola

Non l'avrei mai detto, visto che fino ad ora non l'avevo mai retta nemmeno quando aveva lavorato con Woody Allen, però mi sono innamorato di Alessandra Mastronardi, o se non altro del suo personaggio, che è una tipa imbranata e incline alle figure di merda come Bridget Jones, e allo stesso tempo è anche una che sa il fatto suo. Una prima della classe non odiosa alla Meredith Grey, ma decisamente più umana e terra-terra, con in più un fiuto nel risolvere i casi di omicidio che al confronto Sherlock sembra un dilettante.


Altro dato dell'autopsia: Martina Stella non è proprio capace a recitare. Solo che non è che fosse necessario un esame autoptico per scoprirlo. Se non altro comunque negli ultimi tempi deve aver preso lezioni di dizione perché, rispetto ai tempi de L'ultimo bacio, almeno ora si capisce (più o meno) quando parla.


Un altro elemento che emerge dall'autopsia è che si tratta di una serie thriller molto all'acqua di rose. I suoi casi sono quasi rassicuranti. Al termine di ogni episodio il colpevole viene preso e il caso viene ricostruito passo per passo con un classico “spiegone”, perché se no il pubblico Rai andrebbe fuori di testa. Sia mai che sia lasciato un po' di mistero e di ambiguità come ad esempio nella serie HBO The Night Of. La tensione data dalle vicende gialle presenti è quindi pari a quella che può dare bersi una camomilla, ma ciò non è importante.

L'allieva la si guarda, o meglio la si guardava quando era in vita, perché la Mastronardi c'ha un fascino magnetico che è inspiegabile, però ce l'ha. E pensare che l'avevo sempre detestata e adesso invece quando la guardo mi vengono gli occhi a cuoricino.


L'allieva poi la si guardava per il triangolo amoroso che proponeva, con la Mastronardi divisa tra l'amore per il fidanzatino Arthur Malcomess (ma che razza di nome è???), un tipo talmente fuori di testa che, invece di stare lì a Roma a fare gli occhi dolci (giusto per usare un eufemismo) alla sua tipa, se ne va il più lontano possibile facendo il reporter di guerra nelle zone più pericolose del mondo, e l'infatuazione per il suo boss.

"Mi spiace, non posso restare qui con te.
Devo andare a fare un reportage per Novella 2000 d'importanza vitale."

Il risultato più importante che viene fuori dall'autopsia è che il punto di forza della serie stava proprio nel rapporto, o meglio nell'alchimia tra Alice Allevi/Alessandra Mastronardi e il suo superiore, il Dr. Claudio Conforti/Lino Guanciale, una specie di incrocio tra il Dr. Bollore/Eric Dane di Grey's e Mark Darcy/Colin Firth de Il diario di Bridget Jones. Anche se il personaggio cui più assomiglia è il Dr. House: un tizio talmente stronzo e con una faccia da schiaffi da risultare irresistibile e simpaticissimo.


Così come tutta la serie in generale, anche lui all'inizio appare fastidioso, ma poi episodio dopo episodio ci si affeziona. E ci si affeziona pure ai personaggi minori, per quanto siano delle macchiette, dal detective Calligaris al suo fido assistente Visone che sembra uscito dalla miniserie francese P'tit Quinquin, dalla coinquilina della protagonista Yukino che pare venuta fuori da un anime fino alla rigida Professoressa Boschi, soprannominata non ho ancora capito bene perché “la Wally”.


Ci si affeziona così tanto a L'allieva che ora, mentre sto compiendo quest'autopsia, una lacrima mi sta scendendo giù dal volto.
Così non va bene. Non è una cosa professionale. Devo rimanere distaccato. L'allieva è una seriaccia. Anzi, non è nemmeno una seriacca. È una fictionaccia Rai. Una roba che dovrei detestare con tutto me stesso. Eppure sono qui a piangerne la sua morte come una vedova inconsolabile e non vedo l'ora che Rai 1 la riporti in vita con una sacrosanta seconda stagione, che Endemol ha già confermato.
Rest in peace, cara allieva Allevi, and come back soon, please. I miss you already. You've been the guilty pleasure of the year. And why the Hell am I talking in English right now?
Più che in inglese, è meglio parlare in romanesco, considerata l'ambientazione capitolina. E allora li mortacci tua, cara allieva Allevi, nun fa' scherzi e vedi de tornà ar più presto, daje!
(voto 6+/10)

Swiss Army Man, il film in cui Harry Potter rubò la parte a Massimo Boldi

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Swiss Army Man
(USA 2016)
Regia: Dan Kwan e Daniel Scheinert
Sceneggiatura: Dan Kwan e Daniel Scheinert
Cast: Paul Dano, Massimo Boldi Daniel Radcliffe, Mary Elizabeth Winstead
Genere: scoreggione
Se ti piace guarda anche: The Last Man on Earth, Cast Away


Ci sono cose che uno preferisce fare da solo, nella sua intimità, senza che nessuno lo veda. Nel mio caso una di queste cose è scrivere. Quando scrivo, non voglio nessuno alle spalle che mi spii. Non importa se poi qualche minuto dopo ciò che ho scritto finirà qui su Pensieri Cannibali in pasto a milioni... ehm, a migliaia... mmm, a centinaia... okay, a quelle due o tre persone che leggono questo blog. Mentre sto componendo un nuovo post, non voglio che nessuno mi veda.
Quindi smettetela di guardarmi e lasciatemi finire questa maledetta pseudo recensione!

Stavo dicendo: ci sono cose che uno preferisce fare da solo, nella sua intimità, senza che nessuno lo veda. A meno che uno non sia uno spudorato esibizionista ed è per questo che esistono il GF e il GF Vip. Quali sono queste cose, oltre (almeno nel mio caso) allo scrivere?
Sono cose private. Cose che tutti fanno, ma di cui ci si vergogna. Cose come masturbarsi, o scoreggiare, o guardare fiction Rai come L'allieva o anche film che celebrano le scoregge.


Film che celebrano le scoregge?
E magari senza Massimo Boldi nel cast?
Ma che esistono davvero???


Ebbene sì. Esistono. Swiss Army Man è una pellicola indie statunitense con protagonista uno degli attori indie più amati della scena indie, Paul Dano. E che nessuno faccia facili battute sul suo cognome, io in primis.
Questa pellicola che sta ricevendo buone critiche su riviste e blog è piena, ma proprio piena di scoregge e potrebbe quindi riuscire a sdoganarle in ambito artistico. Si potrebbe arrivare persino a una clamorosa rivalutazione delle scoregge e del cinema tutto di Massimo Boldi. Per lui sento già odore, o meglio puzza di Oscar alla carriera.


In Swiss Army Man oltre a Paul Ano... no, non volevo scriverlo, è stato un lapsus, lo giuro!
Oltre a Paul Dano, dicevo, nel cast del film c'è anche Daniel Radcliffe e, senza spoilerare troppo, dico solo che Daniel Radcliffe recita meglio da morto che da vivo.


Sempre senza spoilerare troppo, forse giusto un pochino, vi dico che è presente pure Mary Elizabeth Winstead, che quest'anno dopo la serie tv comedy-splatter-politica BrainDead e il riuscito thriller-horror-sci-fi-distopico 10 Cloverfield Lane mette a segno un ottimo triplete personale di pellicole-inclassificabili-ma-fighe con un film strambo anch'esso difficile da catalogare all'interno di un unico genere.


Parlare di questa pellicola senza spoilerare troppo comunque è davvero difficile e allora non mi resta che consigliarvi di vederla. Swiss Army Man è uno dei film più geniali e originali visti negli ultimi anni. Di certo il più folle. Un lavoro alla Michel Gondry/Spike Jonze, con un gran montaggio e ottimamente diretto dagli esordienti Dan Kwan e Daniel Scheinert anche noti come DANIELS, che può rientrare all'interno dell'ormai abusatissimo genere survival, ma che prende anche altre direzioni, imprevedibili e flatulenti.
Può un film pieno di scoregge essere anche tanto pieno di emozioni e d'amore?
Certo che sì!
(voto 7,5/10)


Aspettate, mi scappa da dire ancora una cosa...


Ah no, era solo una scoreggia.


Girlbusters - Sottotitolo: Uomini che odiano le donne che fanno le acchiappafantasmi

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Ghostbusters
(USA, Australia 2016)
Regia: Paul Feig
Sceneggiatura: Katie Dippold, Paul Feig
Cast: Kristen Wiig, Melissa McCarthy, Kate McKinnon, Leslie Jones, Chris Hemsworth, Zach Woods, Ed Begley Jr., Charles Dance, Toby Huss, Michael Kenneth Williams, Matt Walsh, Andy Garcia, Bill Murray, Dan Aykroyd, Ernie Hudson, Annie Potts, Sigourney Weaver, Ozzy Osbourne
Genere: resuscitato
Se ti piace guarda anche: Ghostbusters – Acchiappafantasmi, Ghostbusters II


La notizia di un reboot di Ghostbusters, ma più che altro la notizia di un reboot di Ghostbusters con protagoniste quattro donne, ha scatenato una marea di proteste e di reazioni indignate. Alcuni commenti postati in rete possono essere considerati “leggermente” misogini e sessisti. Vediamone alcuni.

Non fraintendetemi. Io non ho niente contro le quattro protagoniste di Ghostbusters in particolare. È solo che secondo me le donne non dovrebbero fare le comiche, né tanto meno le acchiappafantasmi. Dovrebbero stare in cucina tutto il giorno a preparare la cena.
FuckULisbethSalander86 su Facebook


Ah, scusate. Mi ero dimenticato, sia mai che io sottovaluti l'importanza del ruolo delle donne nella società attuale: dovrebbero preparare anche il pranzo.
Ancora FuckULisbethSalander86 su Facebook


Le donne adesso vogliono fare persino le acchiappafantasmi? Non so, fino a che punto arriveremo? Un giorno vorranno pure diventare Presidentesse degli Stati Uniti? #QuestoPazzoPazzoMondo
RonaldMcDonaldSupertrump su Twitter


Questi sono ancora stati tra i commenti più gentili nei confronti del gentil sesso.
C'è ad esempio anche chi ha scritto:

Ma invece dei fantasmi, acchiappatemi 'sto ca##o!!!
#BoicotGhostbusters2016
MarsVonTrier su Twitter



È in un clima del genere che io, un uomo, devo scrivere una recensione obiettiva di Ghostbusters versione 2016. Senza farmi condizionare dal fatto che qualunque critica io faccia al film possa essere interpretata come misogina o sessista.

Se scrivessi ad esempio che il nuovo Ghostbusters fa schifo, arriverebbero subito reazioni del tipo:

Uomo che odia le donne!

Figogino!

Sei peggio di Clemente Russo!

"Sei peggio persino di Donald Trump!"

Non ti sarà mai più permesso di guardare un film di Bridget Jones in vita tua e ogni volta che ci proverai partirà in automatico al suo posto una pellicola con Sylvester Stallone!


Ho così eliminato tutte le frasi che potevano essere considerate in qualche modo misogine o sessiste nei confronti delle acchiappafantasmi in gonnella... pardon, volevo dire al femminile, dalla prima bozza originale della mia recensione, e questo è ciò che è rimasto.

Le protagoniste di Ghostbusters 3D sono bravissime e simpaticissime. Tutte a quattro, ognuna a modo suo, sono anche bellissime, ma non lo dico in un senso meramente sessuale o per oggettivare il loro corpo. Lo dico come sincera ammirazione nei confronti della loro naturale femminilità, girl power!

Uno scatto delle protagoniste in tutta la loro femminile bellezza. E ciò non sia inteso con implicazioni sessuali.

Quanto al film, Ghostbusters nuova versione nel complesso non fa schifo. Alcune scene però sì. Ci sono momenti davvero poco riusciti, in cui il fim si sforza troppo di scatenare la risata a tutti i costi, fallendo miseramente. Sarà per colpa del doppiaggio, ma molti giochi di parole in italiano si perdono e finiscono per suonare solo assurdi e senza senso. O sarà che già in inglese magari non facevano ridere, who knows? La lacuna principale del film sta nella parte comica e ciò è paradossale, considerando che il regista e sceneggiatore Paul Feig ha firmato film che mi avevano divertito parecchio come Le amiche della sposa e Spy. Lavori ricchi di humour deliziosamente al femminile. Solo che Feig (che credo si pronunci fig, ma nessuno osi fare battute di tipo sessuale) non è J. J. Abrams e l'operazione reboot non gli è riuscita, né per l'effetto nostalgia né per il rinnovamento mostrato dal collega, che pure ha realizzato una versione di Star Wars piacevolmente virata al femminile, grazie al fantastico personaggio di Rey, girl power!

Il nuovo Ghostbusters non è un capolavoro, ma per par condicio va notato che non lo era nemmeno l'originale, e diciamolo. Capisco che si tenda a mitizzare ogni cosa del passato e a smerdare ogni cosa del presente, o meglio è una cosa che non capisco ma so che è una tendenza molto diffusa, però andando a rivederla oggi, la pellicola di Ivan Reitman del 1984 è invecchiata maluccio. Ha una sceneggiatura striminzita, degli effetti speciali agghiacciandi persino per l'epoca, una componente fantasy-horror che da bambini metteva una certa inquietudine mentre adesso appare risibile, dei personaggi abbozzati, a parte un leggendario Bill Murray, che tiene in piedi il film quasi da solo e regala quasi tutti i momenti più divertenti del film, che non sono pochi. In quello nuovo invece si ride pochino. A tratti al massimo si sorride. Kate McKinnon nei panni del personaggio troppo strambo per essere vero non è che sia tutto 'sto divertimento. Forse anche in questo caso il problema sta nel doppiaggio, visto che la sua voce italiana è fastidiosissima, e ciò sia detto senza offesa nei confronti della doppiatrice italiana. Nemmeno Leslie Jones riesce a far ridere, anche perché le sue battute sarebbero suonate vecchie già negli anni '80. Melissa McCarthy poi appare molto più sottotono rispetto al suo solito e l'unica che diverte è allora l'arrapata Kristen Wiig alle prese con Chris “Thor” Hemsworth qui in versione svampito totale. Sempre per la parità dei sessi va detto che nemmeno il personaggio di quest'ultimo riesce a far ridere, così come sono davvero scarse le comparsate “speciali” dei membri del cast della pellicola originale. Apparizione di Slimer compreso, e così oltre che per gli uomini e per le donne ne abbiamo pure per i non-viventi. Non è quindi una questione di maschile o femminile, è proprio il livello generale di comicità a essere molto basso.
A funzionare di più, cosa sempre più paradossale considerando che l'autore è Paul Feig, sono allora la vicenda “fantasmica”, che è ricalcata in maniera fedele al film del 1984, e la costruzione dei personaggi, che qui appare un minimo più elaborata rispetto all'originale. Kristen Wiig ad esempio racconta di come ha avuto origine la sua fissa per i fantasmi. I personaggi poi sono più interessanti perché le protagoniste sono tutte donne e, si sa, le donne sono meglio degli uomini. Senza offesa per gli uomini, però è così.
Sono meglio persino di Bill Murray???
Emmm... sì... diciamo di sì. Girl power!

Il nuovo Ghostbusters non è quindi un film eccezionale e non riesce neanche lontanamente a essere un cult come la pellicola di Ivan Reitman, pur con tutti i suoi limiti, riusciva a essere. Grazie a Bill Murray, ai costumi, a quella leggerezza tipica degli 80s e a quella canzoncina che ancora oggi suona irresistibile nella versione originale di Ray Parker Jr., e non in qualche sua poco riuscita cover.



Per quanto il reboot di Ghostbusters sia un'operazione più fallita che riuscita, bisogna comunque riconoscere che l'idea di un cast tutto al femminile, con un ribaltamento dei ruoli anche nella figura del segretario Chris Hemsworth, almeno sulla carta era la cosa più originale e, se solo la parte comica fosse stata curata meglio, alla fine si sarebbe rivelato un buon prodotto d'intrattenimento. Così com'è venuto fuori invece è solo scarsino, ma non è colpa delle donne, è tutta colpa del regista Paul Feig che è un uomo, girl power!

Infine, se andate in giro per la rete a trollare il nuovo Ghostbusters dicendo che è una schifezza immonda, e soprattutto se trollate le sue protagoniste, siete solo dei brutti uomini cattivi, patetici e misogini, morirete soli e non vedrete mai più una fig... pardon, una donna in tutta la vostra vita, girl(busters) power!
(voto 5,5/10)


Fai bei film

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Questa settimana a livello cinematografico ci sono una notizia buona e una cattiva.
Quella buona è che escono un sacco di film e alcuni promettono anche piuttosto bene, yahoo!
Quella cattiva è che il mio blogger nemico, il sempre più vecchio, stanco e stancante Ford, continua a lasciare il suo contributo in questa rubrica sulle uscite nelle sale italiane, quindi vi tocca sorbirveli (o fare finta di sorbirveli) un'altra volta.

Fai bei sogni
"Tesoro, non riesci a prendere sonno?"
"No, soffro d'insonnia."
"E che problema c'è? Guardati un film consigliato da Ford e vedrai che ti addormenti all'istante."

Cannibal dice: Nuovo film di Marco Bellocchio, regista troppo fordiano che non ho mai amato molto e che con Bella addormentata mi aveva proprio fatto addormentare. Questo suo ultimo lavoro è tratto dal tanto celebrato e pare commovente best seller di Massimo Gramellini, che non ho letto ma che mi incuriosisce, quindi una visione ci potrebbe stare. Alla peggio andrà come con Bella addormentata e mi farò tanti bei sogni...
Ford dice: ho sempre amato Bellocchio, autore di alcuni dei film italiani più importanti degli ultimi vent'anni. Nel corso delle ultime stagioni, però, lo ammetto, l'ho perso parecchio di vista. Chissà che questa non sia l'occasione giusta per tornare in uno dei territori più fordiani della penisola, alla faccia di quel radical di Peppa.

Che vuoi che sia
"Proviamo a mandare a Ford il nostro selfie."
"Ma non lo riceverà mai, quello ha ancora un Nokia del 1998..."

Cannibal dice: Film di e con Edoardo Leo, mio nuovo idolo del cinema italiano. Ford invece mi pare che lo consideri sopravvalutato. La visione della sua pellicola sarà quindi per me un doppio piacere.
Ford dice: Edoardo Leo, sopravvalutato attore ed autore buono giusto per i finti alternativi come Cannibal, già dal trailer di questo Che vuoi che sia mi è parso più bollito del solito. Una visione per bottigliarlo potrebbe starci niente male.

Knight of Cups
"Vamos a la playa, a mi me gusta bailar, el ritmo de la noche, sounds of fiesta."
"Ehm, Christian... sicuro che sul copione di Terrence Malick ci fossero scritte proprio queste parole?!?"

Cannibal dice: Il “nuovo” film di Terrence Malick ormai è piuttosto anzianotto, quasi più di Ford, visto che risale al 2013. Io l'ho visto qualche tempo fa e ho ancora la (pseudo) recensione conservata in freezer e tra poco la scongelerò. Una cosa che posso solo immaginare sono le bestemmie belle fresche che tirerà fuori il mio blogger rivale se e quando deciderà di vedere questa pellicola.
Ford dice: ho recuperato Knight of cups parecchio tempo fa, ma considerato l'effetto che mi hanno fatto gli ultimi film di Malick, ex protetto fordiano, me ne sono tenuto bene alla larga.
A questo punto direi che potrei rispolverarlo, giusto in tempo per un'altra dose devastante di bottigliate all'indirizzo di un preferito cannibale.

Sing Street
"Scappiamo!"
"Per andare dove?"
"Non importa dove, basta che sia lontano da Ford e da Trump!"

Cannibal dice: Film musicale presto in arrivo su Pensieri Cannibali... stay tuned!
Ford dice: film musicale che non ho idea di quando arriverà su White Russian. Non trattenete il respiro!

Masterminds: I geni della truffa
"Non mi sono mai divertita tanto!"
"Te l'avevo detto che non c'è niente di meglio di sparare a Ford."

Cannibal dice: Commedia criminale che fa molto anni '90, non a caso è tratta da una vicenda realmente successa in quel decennio, quando un giovane Cannibal e un già vecchio Ford, non avendo niente di meglio da fare, visto che ancora non avevano un blog, misero insieme a una squadra di ladri improvvisati. Naturalmente tutti da ridere. O da piangere?
Ford dice: operazione nostalgia - almeno nella confezione - che a pelle non mi dice granchè - sarà che richiama gli anni novanta, i più sopravvalutati che si possano idolatrare -. La visione riuscirà a farmi ricredere, o dovrò accettare una settimana di spompate proposte buone giusto per il mio antagonista?

Morgan
"GRRR, ridatemi indietro i soldi del biglietto: io pensavo che questo fosse un biopic su Morgan dei Bluvertigo."

Cannibal dice: Pellicola fantascientifica diretta dall'esordiente Luke Scott, il figlio raccomandato di Ridley Scott, che negli Usa è stata un flop di proporzioni fordiane, ma che a me intriga parecchio. Film porcata, o rivelazione della settimana?
Presto (forse) lo scopriremo...
Ford dice: il nepotismo mi è sempre stato un pò sul cazzo, e considerate le bottigliate raccolte al Saloon dal figlio di Cronenberg, prevedo un altro grande momento di tempesta per una settimana dalle previsioni disastrose.
Non per niente, esce un sacco di roba buona per Cannibal.

Oasis: Supersonic
"La nostra rivalità con i Blur? Niente al confronto di quella tra Cannibal Kid e James Ford."

Cannibal dice: Gli Oasis sono stati il mio primo amore musicale. Un po' come Mozart per Ford quando era un teenager nel 1700...
Dai 90s a oggi molta altra musica è passata dalle mie parti, ma ai fratelli Gallagher continuo a voler bene, e in attesa di una loro possibile reunion attesa per il 2017, cercherò di certo di procurarmi questo docu, sperando sia esaltante e cattivo al punto giusto come loro sono sempre stati.
Ford dice: gli Oasis andavano forte ai tempi in cui ero al liceo, le loro canzoni mi sono sempre piaciute sia da ascoltare che da suonare, ma Liam e Noel - in particolare il primo - li ho sempre detestati.
Questo documentario, comunque, potrebbe valere una visione: quantomeno, se anche non valesse troppo, permetterebbe in ogni caso di ascoltare buona musica.

A spasso con Bob
"Hey Bob, come hai fatto a ridurti a chiedere l'elemosina per strada?"
"Ero il gatto di casa Ford, poi sono nati quei due bebè e io me ne sono andato perché quel bruto di James non mi cagava più, miao."

Cannibal dice: Da buon gattaro che si rispetti, sono arrivato a vedermi persino Una vita da gatto con Kevin Spacey. Concederò il bis pure con questo? E Ford, che a sorpresa è un gattaro pure lui, riuscirà a tenere il passo e ad andare a spasso con Bob?
Ford dice: per quanto gattaro, da quando sono diventato padre - soprattutto la seconda volta - gli amici pelosi di casa Ford hanno subito un drastico calo delle loro azioni di motivo d'interesse per il sottoscritto, che comunque da buon capitano della nave continua a nutrirli e pulire la loro sabbietta ogni giorno.
Non credo, però, di essere disposto a concedere anche una visione a questo Bob.

Genius
"Chissà di chi parla un film biografico intitolato Genius?"
"Di certo non di James Ford, ahahah!"

Cannibal dice: Genius è il film biografico su... Cannibal Kid?
No, a sorpresa no. È invece una pellicola sul curatore editoriale Max Perkins. E da quando gli editor letterari si sono guadagnati il diritto di avere addirittura dei biopic su di loro?
Dove arriveremo?
A girare persino cose su Mr. James Ford?
Ford dice: film che da tempo intercetto in rete che non ho mai avuto lo stimolo di recuperare. Neanche fosse di Malick. O di Cannibal.

La leggenda di Bob Wind
"Scusate, ma dov'è diretto questo pullman?"
"Lodi."
"Oddio, ma è proprio dove abita Ford! Fatemi scendere immediatamente!"

Cannibal dice: Altro biopic, questa volta incentrato sul regista teatrale d'avanguardia Roberto Cimetta. Il rischio è che sia una cosa troppo radical-chic persino per me.
Ford dice: sento puzza di radical lontano un chilometro. E me ne tengo ben bene alla larga.

Fratelli di sangue
Il film è pronto per l'arrivo anche nelle sale americane.
Le sale americane però ancora non lo sanno.

Cannibal dice: Lavoro italiano che sa di amatorialità e di pane & salame. Potrebbe quindi essere la visione fordiana della settimana.
Ford dice: lavoro italiano di basso cabotaggio che, nonostante non paia per nulla radical, mi attira meno di una recensione esaltata di Cannibal. Passo.

I cantastorie
"Buongiorno, mi fa entrare?"
"Certo. Prego si accomodi, signor Testimone di Geova."
"Ma io non sono un Testimone di Geova, sono Mister Ford."
"Allora se ne vada immediatamente, prima che chiami la polizia!"

Cannibal dice: Altro film italiano mandato allo sbaraglio, peccato che gli unici cantastorie che voglio sentire questa settimana sono gli Oasis.
Ford dice: altro film italiano? Altro salto a piè pari.

La ragazza del mondo
"Mi spiace ragazze, ma non voglio cambiare religione. Sono già Testimone di Cannibal, e fiero di esserlo!"

Cannibal dice: Film sui Testimoni di Geova. Penso che farò proprio come quando loro o Ford suonano al mio citofono: lo ignorerò del tutto.
Ford dice: già sono ateo e miscredente, quando poi si parla di Testimoni di Geova, quasi quasi mi incazzo più che con la Chiesa Cattolica. O con Cannibal Kid. Tanti saluti e a mai più rivederci.

Money Monster – L'opinione de Il Sòla 24 Ore

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Articolo tratto dall'ultimo numero de Il Sòla 24 Ore


Acque agitate ieri sui mercati finanziari. Le azioni di IBIS sono scese dell'1,1%. Una percentuale che a voi poveri morti de fame potrà sembrare irrilevante, ma per noi che nuotiamo nelle monete d'oro come Paperon de' Paperoni si è trattata della perdita in poche ore di milioni e milioni di capitalizzazione.
Come fare per rimediare a questo tracollo e recuperare in fretta tutti i nostri milioni di dollari andati in fumo?
Abbiamo la soffiata giusta che fa al caso nostro e pure vostro, se avete un po' di sale in zucca. Un investimento sicuro su cui puntare: mettere i nostri e i vostri soldi sulle azioni del film Money Monster.

Money Monster – L'altra faccia del denaro
(USA 2016)
Titolo originale:
Money Monster
Regia: Jodie Foster
Sceneggiatura: Jamie Linden, Alan DiFiore, Jim Kouf
Cast: George Clooney, Julia Roberts, Jack O'Connell, Dominic West, Caitriona Balfe, Christopher Denham, Giancarlo Esposito, Condola Rashad, Emily Meade
Genere: infotainment
Se ti piace guarda anche: La grande scommessa, Billions, Inside Man, Phone Booth - In linea con l'assassino, Le idi di marzo


La pellicola firmata da Jodie Foster cerca di mettere in cattiva luce noi che lavoriamo nell'alta finanza? Può darsi, però va detto che la nostra vita non è tutta soldi, escort e Dom Pérignon. Ci sono anche altre cose che per noi sono importanti, come avere sempre il completo firmato all'ultima moda. Non è come per voi che se vi presentate in ufficio in bermuda non se ne accorge nessuno, o magari vi beccate persino qualche applauso.

Un altro stereotipo perpetrato dal film Money Monster è che noi ci divertiamo a giocare con i vostri investimenti e risparmi di una vita, il tutto per rovinarvela, la vostra vita. È vero che ci divertiamo, però dei vostri miseri soldi non ci importa. Non è che io la mattina mi sveglio pensando: “Oggi rovino la vita al Signor Rossi e lo faccio diventare ancora più pezzente di quanto già non sia”. Non sopravvalutatevi. Io non ho niente contro il Signor Rossi o contro di voi. Il fatto è che a me non frega proprio un bel niente del Signor Rossi, o di voi.
Visto? Non siamo poi così cattivi come ci dipingono.

Tralasciando la critica nemmeno troppo velata nei confronti di noi economisti, borsisti e yuppie 2.0, Money Monster è una pellicola molto interessante non solo e non tanto sul mondo finanziario, ma anche e soprattutto sui mass-media. Sul loro impatto che hanno sulla vita delle persone. Come Jack O'Connell, tipo già visto in Skins, Eden Lake, Unbroken e '71 e tra gli attori britannici più promettenti in circolazione, nei panni di un giovane uomo che ha perso tutti i suoi risparmi dopo aver seguito un consiglio di George Clooney in un programma televisivo economico.
Se però uno segue dei consigli di George Clooney che non siano su come preparare un Martini o come conquistare una donna (o un uomo), non può prendersela con altri che non se stesso. E che cazzo.

Fatto sta che Jack O'Connell prende in ostaggio il suddetto Clooney e il resto del suo studio televisivo come farebbe un terrorista. Siamo sicuri che non abbia alcun legame con l'ISIS?
Nessuno?
Neanche un cugino di terzo grado?

Nel raccontare questa situazione drammatica, Money Monster riesce a essere avvincente quanto una diretta tv del TG di Enrico Mentana su un attentato terroristico. E questo è il miglior complimento che possa immaginare di fare attualmente a un thriller. Non solo, però. Money Monster è pure una pellicola brillante dai toni comedy, che affronta con leggerezza il tema economico in una maniera non troppo distante da La grande scommessa, sebbene privo delle sue trovate più geniali e azzeccate, come le apparizioni di Margot Robbie e Selena Gomez.

Dal mix tra questi due elementi, thriller da una parte ed economy-comedy dall'altra, ne esce una pellicola che combina due risultati: da un lato è un intrattenimento hollywoodiano godibilissimo, che fila via che è un piacere, e dall'altro lato riesce a regalare anche qualche riflessione più o meno profonda. Niente di sconvolgente o di mai visto prima, però è un lavoro estremamente attuale che può essere infilato tra i migliori esempi di “infotainment” attuali.

Quanto alle interpretazioni, Juliona Roberts rispetto agli ultimi exploit de I segreti di Osage County e The Normal Heart appare qui un po' messa in ombra da un George Clooney che gigioneggia persino troppo, mentre Jack O' Connell è un grande, solo che avrebbe bisogno di fare qualcosa per i suoi denti.

"Oh mio Dio! La situazione è terribile!
Intendo la situazione dei suoi denti..."

Pure il resto del cast, in cui si segnalano i “telefilmici” Dominic West (The Affair, The Wire e The Hour), Caitriona Balfe (Outlander), Emily Meade (The Leftovers), Condola Rashad (la serie finanziaria Billions) e Giancarlo Esposito (Breaking Bad), fa la sua porca figura.

Quanto a Jodie Foster dirige senza particolari guizzi, ma segue con buon ritmo l'ottima sceneggiatura e si fa così perdonare lo scivolone dell'agghiacciante Mr. Beaver con Mel Gibson che parla con un castoro infilato nel braccio.

Dopo quel film le quotazioni di Jodie Foster erano crollate a picco e, se siete stati previdenti all'epoca, le avete comprate e adesso sono tornate ad alta quota. Se invece non l'avevate fatto allora, fate ancora in tempo adesso a puntare sulle azioni del suo ultimo Money Monster. Un film che vi farà diventare ricchi. O se non altro vi farà passare una bella serata all'insegna dell'infotainment.

Un ultimo avvertimento e lo so che non sarebbe manco una cosa da dire, però dopo questa pellicola è comunque meglio specificarlo: che nessuno segua più i consigli in campo economico di George Clooney mentre balla il rap, per favore.
(voto 7/10)
"Certo che questo articolo è una vera sòla!"

Knight of Cups - Fante di Chiappe... pardon, Fante di Coppe

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Knight of Cups
(USA 2015)
Regia: Terrence Malick
Sceneggiatura: Terrence Malick
Cast: Christian Bale, Cate Blanchett, Natalie Portman, Brian Dennehy, Wes Bentley, Freida Pinto, Teresa Palmer, Imogen Poots, Isabel Lucas, Cherry Jones, Antonio Banderas, Jason Clarke, Joel Kinnaman, Nick Offerman, Clifton Collins Jr., Dane DeHaan, Shea Whigham, Joe Lo Truglio, Joe Manganiello
Genere: umano
Se ti piace guarda anche: The Tree of Life, To the Wonder


Terrence Malick forse non è Dio.
Forse, eh.

Forse è solo un'anima in pena, come Christan Bale nel suo ultimo film, Knight of Cups. Un fante di coppe alla deriva che non sa dove andare. Quale direzione prendere. Uno che, nell'indecisione, continua a prendere sempre la stessa direzione. A ripetersi tutte le volte. Così come Christian Bale passa da una donna magnifica all'altra, Terrence Malick passa da una pellicola magnifica all'altra.
Esteticamente magnifica, però oltre le gambe c'è di più?



Con The Tree of Life Terrence Malick ha girato uno dei film più incredibili e “game changing” nella Storia del Cinema recente. Dopo aver fatto una cosa del genere, “Perché cambiare?” dev'essersi chiesto.

To the Wonder e questo Knight of Cups sono gli altri due atti dell'albero della vita. Solo che non possiedono lo stesso effetto sorpresa. Non stupiscono allo stesso modo. Sono bellissimi, ma manca loro qualcosa.

"Tutti ar mare, tutti ar mare, a mostra' le chiappe chiare!"

Terrence Malick forse non è Dio.
Terrence Malick non ha le risposte agli interrogativi della vita che da lui vorremmo. È per questo che Knight of Cups lascia con un senso di enorme insoddisfazione. Perché se con il divino The Tree of Life e, sebbene in misura decisamente minore, con To the Wonder, Terrence Malick sembrava poter indicare la via, la strada giusta, l'ultimo Knight of Cups ci presenta un protagonista, e un regista, che vagano senza scopo e senza meta. Probabilmente anche senza senso.
Knight of Cups non ha senso?
Sembra non aver senso. D'altra parte, nemmeno la vita sembra averne uno, e quindi quale rappresentazione della vita migliore dei film malickiani?

Si può accusare Malick di manierismo?
Sicuramente.

Dopo The Tree of Life, tra To the Wonder e questo Knight of Cups il grande regista statunitense si è fossilizzato?
Molto probabile.


In compenso i suoi film, quest'ultimo compreso, sono come le scene fighe dei film “normali” tutte messe insieme e montate un po' a caso. E poco importa se non c'è una trama ben definita. Poco importa se non c'è una narrazione tradizionale e i dialoghi sono pochi e quasi sempre sostituiti dalle ormai immancabili voci fuoricampo. Il cinema di Terrence Malick è poesia. È bellezza. Una bellezza in questo caso più umana che divina.

Se poi andiamo a vedere da vicino, una trama in realtà c'è: Knight of Cups ci racconta il tragico dramma di un uomo che esce con lei...



E poi con lei...



Solo che era sposato con lei...



Ma poi frequenta pure lei...

"Sono andato al supermercato e ho trovato lei.
Ditemi voi se questa è vita..."


Non si fa mancare un po' di lei...



E soprattutto si fa Lei...



Un tipo che esce con tutte queste donne magnifiche, come mai potrebbe raggiungere la felicità?
Come?

"Christian, te le devi fare tutte. Tutte, ho detto!"
"Tutte? Ma è terribile, non ce la posso fare."

Knight of Cups con il suo vagare confuso allora ci dice che no, Terrence Malick non è Dio.
È solo un uomo.
Un uomo che dirige da Dio, ma che dentro la testa ha solo un sacco di domande e nessuna risposta.
Proprio come tutti gli altri uomini.
Proprio come tutti noi comuni mortali.
(voto 6/10)

Sing Street, la canzone che ha preso il posto della recensione

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Sing Street
(Irlanda, UK, USA 2016)
Regia: John Carney
Sceneggiatura: John Carney
Cast: Ferdia Walsh-Peelo, Lucy Boynton, Jack Reynor, Aidan Gillen, Maria Doyle Kennedy, Ben Carolan, Mark McKenna, Don Wycherley
Genere: pop-rock
Se ti piace guarda anche: Killing Bono, Quasi famosi, Tutto può cambiare, Once (Una volta)



Song Street
Quasi quasi ci scrivo su una canzone
per quanto Sing Street mi ha regalato più di un'emozione
Mi ha fatto sorridere e pure un po' commuovere
e cosa per me molto strana persino riflettere

Quasi quasi ci scrivo su una canzone
ma no, che dico? La sto già scrivendo, che emozione!
Peccato stia venendo fuori una roba peggio di Ramazzotti
è ora di cambiare ritmo, questa lagna i co###oni ce li ha rotti!


[rit. - Tutti in coro!]
Sing Street, Sing Street
è una figata
Sing Street, Sing Street
per 'sto film mi son preso una sbandata
Sing Street, Sing Street
è troppo bello
Sing Street, Sing Street
se non lo guardi faccio un macello


Quasi quasi anzi per davvero sto componendo una canzone
forse per mascherare il fatto che non so scrivere una vera recensione
sempre meglio comunque tirar fuori qualcosa che vien dal cuore
no, non la faccio la rima con amore, sai che orrore?

Quasi quasi questa canzone sta venendo meglio di quelle di Vasco
sì, lo so, fare peggio di lui sarebbe un vero fiasco
Due parole in più sul film comunque non sarebbero male
ma l'unica cosa che mi viene da dire è che è speciale, e ciò è banale

Okay, come recensore non ho proprio un futuro
ma che mi frega a me? Divento cantante e spacco a tutti il culo
Magari un giorno mi danno pure il Nobel per la letteratura
e lì sì che poi Baricco chiama la questura

[rit. - Tutti in coro!]
Sing Street, Sing Street
è una figata
Sing Street, Sing Street
una pellicola ben girata
Sing Street, Sing Street
è troppo bello
Sing Street, Sing Street
anche meglio dell'Otello

"Come si chiama il tuo gruppo?"
"Sing Street."
"Beh, non fa schifo quanto Gemelli DiVersi, però si può trovare di meglio..."

Quasi quasi ho scritto tutta una canzone
che non parla molto di Sing Street ma tanto lo potete vedere in televisione
o magari nei cinema o sui PC
basta solo non siate allergici alla grande musica, etcì

Nella soundtrack ci sono Cure, Clash e Duran Duran
è un film che piacerà a quelli affetti dalla sindrome di Peter Pan
i protagonisti sono tutti giovani promettenti
le loro canzoni non vi lasceranno indifferenti

Quasi quasi questa non è per niente una recensione
ma che ci posso fare io se il film m'ha dato questa ispirazione?
Forse non sono ancora così vecchio per fondare una mia band
e per andarmene via da questo country for old men

Se nell'85 si scappava a Londra dall'Irlanda
oggi si va via dall'Italia anche a bordo di una Panda
non è mai troppo tardi per inseguire le proprie aspirazioni
certo che però io è meglio se la smetto qua di scrivere canzoni

[rit. - Tutti in coro!]
Sing Street, Sing Street
è una figata
Sing Street, Sing Street
ha una colonna sonora prelibata
Sing Street, Sing Street
è troppo uno sballo
Sing Street, Sing Street
non ho più rime, sono in uno stallo
(voto 8/10)

Film fantastici e dove trovarli

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Si preannuncia una settimana davvero... animalesca nei cinema italiani. Almeno a giudicare dai titoli delle due uscite di maggiore richiamo: Animali fantastici e dove trovarli e Animali notturni. Voi quali preferite?

Vediamo poi cos'altro ci aspetta in questo weekend cinematografico insieme ad altre due bestie: il tenero gattino che all'occasione sa trasformarsi in tigre Cannibal Cat e lo scimmione Monkey Ford.

Animali fantastici e dove trovarli
"Questa bacchetta che ho fregato a Harry Potter non funziona!
Non riesce nemmeno a far sparire Ford da questo blog..."

Cannibal dice: Non si può certo dire che sia tra i più grandi fan della saga di Harry Potter. Me la sono guardata tutta più o meno con piacere, ma non ha certo segnato la mia vita come per molti altri spettatori. Alla serie comunque sono grato per aver lanciato Emma Watson e poi per... no, basta così. Come sarà il primo episodio di questa nuova serie prequel/spin-off Animali fantastici e dove trovarli che avrà in totale 5 film? Una bambinata assurda degna dell'animale meno fantastico del mondo, Ford, o una roba incantata in grado di far dimenticare il maghetto Potter?
Ford dice: non sono mai stato un fan esagitato della saga di Harry Potter, eppure l'ho sempre trovata a suo modo geniale, e mi sono goduto i film con i loro alti ed i loro bassi, già pronto a riproporli ai Fordini quando saranno un pò più grandi. Sinceramente, però, non ho gran voglia di affrontare questo Animali fantastici, che ha suscitato più la curiosità di Julez che non la mia.
Senza contare che ho a che fare ogni settimana con un animale tutt'altro che fantastico: Cannibal Kid.

Animali notturni
"Non riesco proprio a prendere sonno...
adesso faccio un salto su White Russian e sono sicura che mi verrà immediatamente."

Cannibal dice: C'è un Ford che merita il mio rispetto più di ogni altro, e non parlo certo di James Ford. Mi riferisco invece a Tom Ford, lo stilista che nelle vesti da regista ha esordito con lo splendido A Single Man, un film in cui sono riuscito ad apprezzare persino Colin Firth. Questa sua opera seconda, già applaudita e premiata all'ultimo Festival di Venezia, si preannuncia persino meglio. Un thriller noir bello cattivo con Amy Adams e Jake Gyllenhaal. Ce n'è abbastanza affinché si trasformi in un nuovo cult cannibale e in un nuovo scult fordiano.
Ford dice: Tom Ford è il tipico regista radical che prenderei a bottigliate, eppure sono piuttosto curioso di affrontare la visione di questo Animali notturni, che potrebbe addirittura risultare l'animalesca sorpresa della settimana.
Speriamo bene.
In alternativa, sarò lieto di massacrare un film che a Cannibal piacerà di sicuro.

Quel bravo ragazzo
"Che Dio ti benedica, S. Cannibal, sei la nostra sola e unica guida spirituale."

Cannibal dice: Ci sono poche persone che sanno sempre farmi ridere. Ford quando prova a fare il serio è una di queste. Un'altra è Maccio Capatonda. In quel bravo ragazzo però il (quasi) sempre geniale e divertente Maccio compare in una parte minore, mentre questa volta i riflettori sono tutti puntati sul suo fido compare, Luigi Luciano anche noto come Herbert Ballerina. Io faccio il bravo ragazzo, al contrario di James Ford che è un cattivo vecchio, e a questo film una possibilità gliela concedo volentieri.
Ford dice: Capatonda non mi ha mai particolarmente colpito, tantomeno i suoi compari. Dunque a questo film non credo darò alcuna possibilità, un po' quello che dovrei fare con tutti i film consigliati da Peppa Kid.

Ti amo presidente
"Coraggio, Michelle, il 2020 è vicino."
"Mica tanto, Barack. Ti ricordo che qui siamo ancora nel 1989..."

Cannibal dice: Mentre Donald Ford festeggia la vittoria del nuovo presidente repubblicano, ecco che nei cinema arriva una pellicola sulla storia d'amore tra il presidente uscente, il democratico Barack Obama, e sua moglie Michelle. Sa un po' di film tv stile Lifetime, ma un'occhiata potrebbe meritarla.
Ford dice: roba che mi pare da casalinghe disperate o nostalgici di un periodo che ora purtroppo ci sogneremo che lascio volentieri per sperare che Donaldone Trump non faccia troppi danni, e che decida di oscurare Pensieri Cannibali.

La verità negata
"Prometto che mi batterò fino a che tutte le persone del mondo non avranno il diritto di prendere a pugni Ford senza rischiare denunce."

Cannibal dice: Legal drama britannico che non mi ispira granché. Mi ispirerebbe di più invece un bel processo a carico di Mr. Ford, reo di propaganda a favore del brutto cinema.
Ford dice: film di quelli buoni per il sabato sera su Italia Uno. Devo recuperare talmente tanti titoli che lascio volentieri alla sbarra il mio co-conduttore di rubrica.

Agnus Dei
"La vita in convento è persino più divertente del blog Pensieri Cannibali, chi l'avrebbe detto?"

Cannibal dice: Film franco-polacco ambientato in un convento con protagoniste delle suore all'indomani della Seconda Guerra Mondiale?
Sento la stessa pesantezza che provo dopo aver letto un post esistenzialista su White Russian.
Ford dice: questo è il tipico film in bilico tra il radicalchicchismo cannibale da pipponi malickiani e la vera autorialità fordiana. Speriamo si riveli legato a questa seconda corrente di pensiero.

Talking to the Trees
"Ti prego, S. Cannibal, salvami tu da Ford che mi vuole adottare.
Ma i 10 figli che ha già non gli bastano?"

Cannibal dice: Pellicola di denuncia sul turismo sessuale di minori in Cambogia. Buone le intenzioni, il risultato rischia però di essere un altro mattonazzo fordiano.
Ford dice: tematiche importanti ed interessanti. Speriamo che il film sia all'altezza. Ad ogni modo, potrebbe essere uno dei recuperi più interessanti della settimana.

La sindrome di Antonio
"Stavo per dire che White Russian è un sito interessante, ma sono stato subito zittito, chissà perché?"

Cannibal dice: L'ambientazione nella Grecia del 1970 non sembra male, peccato che sembri anche una robetta amatoriale affetta da una sindrome ben più grave di quella di Antonio: la sindrome di Ford.
Ford dice: più che la sindrome di Antonio, il fuoco di Sant'Antonio dovrebbe costringere Cannibal a stare lontano dalla blogosfera per almeno un paio di mesi.

Per mio figlio
"Questo lifting ti ha fatto proprio bene, mia cara. Non sembra nemmeno che hai la stessa età di Ford."

Cannibal dice: Film francese, e quindi in teoria cannibale, che però parla di due madri, quindi due “colleghe” di Mrs. Ford e perciò in pratica mi sa di fordianata.
Ford dice: Cinema francese? Sento già puzza di radical-Cannibal!

Bianca & Grey e la pozione magica
"Ford ha già prenotato i biglietti per venire a vedere il nostro film???
Certo che quello non ha davvero tutte le rotelle a posto!"

Cannibal dice: Poteva mancare una pellicola d'animazione per far contenti tutti i (sempre più numerosi) Ford del mondo, grandi o piccini che siano?
Certo che poteva, ma in un mondo che non dà mai 'na gioia, ecco che questa settimana arriva addirittura una bambinata dalla Russia. Una roba che meriterebbe una bella sanzione internazionale.
Ford dice: l'animazione è sempre una scommessa, e di norma mi fido delle reazioni del Fordino ai trailer così come alle visioni. Questo, però, me lo risparmio volentieri.
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