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Friend Request – Forse è meglio non accettare richieste d'amicizia dalla morte, forse eh

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Friend Request – La morte ha il tuo profilo
(Germania 2016)
Titolo originale: Friend Request
Regia: Simon Verhoeven
Sceneggiatura: Matthew Ballen, Philip Koch, Simon Verhoeven
Cast: Alycia Debnam-Carey, Liesl Ahlers, William Moseley, Connor Paolo, Sean Marquette, Brit Morgan, Brooke Markham
Genere: social deadwork
Se ti piace guarda anche: Final Destination, The Ring, Unfriended


Alycia Debnam-Carey è la ragazza più popolare dell'università che frequenta. Su Facebook continuano ad arrivarle richieste d'amicizia e lei le accetta tutte, tanto che il suo numero di amici supera quota 800...

Hey un momento, COOOOOSA???
Solo 800?

Evidentemente non è una tipa poi così popolare... Persino io che sono uno sfigato asociale ho molti più Facebook friends di lei e inoltre io sono pure molto selettivo nell'accettare le richieste d'amicizia. Mi riservo infatti il diritto di rifiutare le request che mi provengono dalle seguenti categorie di persone:

- Uomini

- Donne esageratamente strafighe che hanno aperto il loro profilo da 5 minuti e che tu non conosci, anche perché vivono dall'altra parte del mondo, e chissà perché hanno fatto richiesta d'amicizia proprio a te e non sono profili fake, no no certo che no no

- La morte
"Sono la morte, vuoi essere la mia BFF, Alycia?"
"Non vedo proprio perché no."

Ecco, se ci sono un paio di regole d'oro da tenere a mente quando si frequenta la rete, la prima è:

- Non pubblicare proprio foto e/o video piccanti e/o ridicoli e/o compromettenti

La seconda invece è:

- Non accettare richieste d'amicizia da personaggi satanici e potenzialmente mortali

"Cannibal Kid ha più amici di me, che depressione."

Alycia Debnam-Carey, volto noto al pubblico delle serie tv Fear the Walking Dead e/o The 100, non ha violato la prima regola. Purtroppo, visto che è una gran bella figliola e non sarebbe stato male vedere qualche sua foto e/o video piccante. Alycia Debnam-Carey ha invece scelto di violare la seconda regola d'oro accettando la friend request da una tipa darkona inquietante, stregonesca e che ha zero amici. Persino Donnie Darko le ha rifiutato la richiesta d'amicizia, ma Alycia Debnam-Carey no, lei l'ha accettata. Forse per far salire il suo numero di Facebook friends, o forse perché è un'anima pia. In entrambi i casi, da lì per lei comincerà un incubo. Così come per lo spettatore più sgamato in questo genere di pellicole.

Se la prima parte del film lascia infatti intravedere la possibilità di qualche riflessione interessante su temi più che mai attuali come quelli della dipendenza da Internet, dell'utilizzo dei social network, del cyber-bullismo e quant'altro, tutto questo viene vanificato nella seconda metà. Friend Request getta alle ortiche la possibilità di assomigliare agli episodi più paurosi della serie Black Mirror, per diventare la solita sequela di morti ammazzati in stile saga di Final Destination, con dietro un contorno di storia inquietante tipo The Ring, The Orphanage e cloni vari. Ed è così che il social network si trasforma in un social deadwork, e non è un gran bello spettacolo.

"Oddio, persino Ford ha più amici su Facebook di me. E lui non è manco iscritto a Facebook..."

Poteva essere l'horror manifesto della Facebook generation, invece finisce per essere un orrorino solo a tratti inquietante e in molti tratti noiosetto che scopiazza film già ampiamente scopiazzati ovunque da una quindicina d'anni a questa parte. Friend Request è insomma una pellicola che vorrebbe essere ggiovane e invece finisce per essere vecchia e datata. Quasi quanto Myspace.
(voto 5/10)


The Young Pope - Il Papa bono che di nome fa Giuda

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The Young Pope
(serie tv, stagione 1)
Rete italiana: Sky Atlantic
Rete Usa: HBO
Creata da: Paolo Sorrentino
Regia: Paolo Sorrentino
Sceneggiature: Paolo Sorrentino, Stefano Rulli, Tony Grisoni, Umberto Contarelli
Cast: Jude Law, Silvio Orlando, Diane Keaton, Scott Shepherd, Ludivine Sagnier, Cécile de France, James Cromwell, Javier Cámara, Ignazio Oliva, Stefano Accorsi
Genere: divino
Se ti piace guarda anche: Habemus Papam, The Royals, The Crown, House of Cards


Fratelli e sorelle, buongiorno!

L'omelia di oggi affronterà un tema diverso dai soliti.
Immigrati, guerra, poveri... quelli sono argomenti che, secondo le ultime rilevazioni Auditel, fanno abbassare lo share. Non tirano più. Per forza poi che la domenica Barbara D'Urso fa registrare ascolti più alti dei nostri.
Oggi parleremo allora di un tema che nelle ultime settimane sta facendo discutere parecchio il mondo della Chiesa, e non solo.
L'omosessualità?
I transgender?
Lo squirting?

No, cari fratelli e sorelle. Di queste cose parleremo magari nelle prossime puntate... intendevo dire nelle prossime omelie, quindi stay tuned!
Oggi vi voglio parlare invece di una nuova serie tv, The Young Pope. Una serie che tratta di me, il Papa.
Oddio... e scusa se invoco il tuo nome invano, però come si dice qua a Roma, quanno ce vo', ce vo'.



Oddio, dicevo, non è che sia proprio su di me-me, come ad esempio fa The Crown con la figura della Regina Elisabetta II. Se c'è una serie che The Young Pope mi ha ricordato è piuttosto The Royals, sebbene meno soap e meno trash, per il suo modo “blasfemo” di trattare delle istituzioni classiche che vanno avanti da secoli. Inoltre il protagonista della serie, Papa Pio XIII, è del tutto differente da me. È quasi il mio opposto.
In comune abbiamo giusto la figosità. Modestamente, siamo entrambi dei Papi molto affascinanti. Lui magari può essere considerato più bono di me, ma solo perché è più giovane. Qualche anno, facciamo qualche decennio fa, me la sarei potuta giocare alla pari con il nostro Jude Law XIII.


ATTENZIONE SPOILER (ma solo sulle prime puntate, non sulle ultime)
Magari, e sottolineo magari, non sarò bono quanto lui, ma di certo io sono più buono, più progressista, più moderno. Nonostante l'età, questo giovane Papa è quanto di più antiquato e conservatore si possa immaginare. Dimenticate quanto faccio io, che sono il pontefice dalla parte degli oppressi, dei più deboli, dei più poveri. Il Papa venuto dalla fine del mondo. Il Papa che parla con un simpatico accento argentino, come Belen Rodriguez, giusto un filo meno sexy. Dimenticate pure Papa Giovanni Paolo II.
Questo Pio XIII ricorda piuttosto Ratzinger, con le sue scarpette rosse da fighetto e i suoi cappellini trendy. Qualcuno l'ha anche definito un Papa rockstar, e in effetti un po'è così. Un Papa rockstar che ha copiato la strategia di marketing dai Daft Punk e da Mina e che ha fatto della canzone dei Radiohead “How to Disappear Completely” il suo motto personale. Per quanto sia bono e, grazie al suo aspetto fisico, potrebbe attrarre verso la Chiesa migliaia, forse milioni di groupie assatanate, Papa Pio XIII sceglie invece di non comparire in pubblico. Di non farsi vedere. Di riportare la religione a un puro atto di Fede. Di ridare alla Chiesa cattolica tutto il suo antico mistero. Una mossa azzeccata?


Fratelli e sorelle, questo lascio a voi il piacere di scoprirlo, guardando The Young Pope. Una serie che consiglio di vedere a tutti. Cristiani e non. Credenti e non. Sorrentiniani e non. Rispetto ai suoi film qui ci sono più dialoghi e più parole, quindi potrebbe avvicinare persino i suoi detrattori infedeli, eppure l'impronta di Paolino Sorrentino c'è. Non è una presenza impalpabile come quella del Signore. La sua mano si vede e si sente eccome. Nella caratterizzazione dei personaggi, tutti a loro modo grotteschi, tutti a loro modo solitari e in crisi esistenziale. Nell'uso geniale della colonna sonora, che passa da un impiego del tutto fuori di testa della hit tamarra “Sexy and I Know It” degli LMFAO alla riscoperta di una canzone di Nada del 2004 ai tempi passata inosservata, quel gioiellino di “Senza un perché”.



Così come c'è il tocco evidente di Sorrentino nelle inquadrature, con una costruzione degli spazi maestosa come solo pochi altri registi nel globo riescono a fare. C'è del divino, nel modo di girare di Sorrentino, e allo stesso tempo c'è una grande umanità nei suoi personaggi, pur nella loro freddezza e apparente mancanza di sentimenti. Come Suor Mary interpretata da Diane Keaton. Una che sembra avere un manico di scopa infilato su per il sedere, eppure di notte come pigiama indossa una maglietta con su scritto “I'm a virgin, but this is an old shirt”. LOL 😀


O come il Cardinale Angelo Voiello interpretato da un fantastico Silvio Orlando, uno stronzo di prima categoria, eppure capace anche lui di slanci di inattesa sensibilità.
Sì, ho detto stronzo. Che adesso un Papa non può dire stronzo?
Se questo Pio XIII può fumare dovunque nella Santa Sede, io non posso farmi scappare uno stronzo?


E pure il protagonista della serie è uno stronzo. Anzi, stronzo è ancora dire poco. Questo Pio XIII è un gran bastardo. Uno che fa passare Frank Underwood di House of Cards come un agnellino. E lui non ha nemmeno la scusante di essere un politico. Lui dovrebbe essere un uomo di Fede e invece non è manco sicuro della sua, visto che attraversa una profonda crisi di coscienza, un po' come capita al protagonista di Habemus Papam di Nanni Moretti. Solo che in The Young Pope è tutto più estremo, più assurdo, più imprevedibile. La grande dote di questa serie è proprio l'imprevedibilità sua e del suo protagonista. Giusto Sorrentino poteva prendere un attore che di nome fa Giuda, un Jude Law davvero sorprendente e azzeccato, per interpretare il suo Papa. Un Papa cattivissimo, eppure anche un Santo capace di fare miracoli, come ad esempio tirare fuori sigarette a ripetizione dalla propria mano, senza manco avere un pacchetto. Ma come diavolo fa?
Sarà che è un Papa che non crede in Dio, ma si crede Dio.
Amen.


Per questa puntata... volevo dire per questa omelia è tutto, vi do appuntamento alla prossima, in cui affronteremo la posizione della Chiesa nei confronti del tradimento: se si commette in un altro Stato, può essere considerato comunque un peccato, oppure no?
Avete tutta la settimana per rifletterci su.
Vaya con Dios.
(voto 8,5/10)

Rocco Schiavone e i livelli di rottura di coglioni seriali

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Ci sono 10 livelli di rottura di coglioni, da quello meno fastidioso a quello più insopportabile.
A dire il vero Rocco Schiavone, il protagonista interpretato da Marco Giallini della serie chiamata... Rocco Schiavone, parte dal sesto livello e sale fino al decimo.
Io però ho deciso di compilare tutti e 10 i livelli di rottura di coglioni, in questo caso legati al mondo delle serie tv.


I livelli di rottura di coglioni seriali

Rottura di coglioni del primo livello

Il comitato olimpico che ancora non si decide a inserire le maratone di binge-watching di serie tv tra le discipline in gara.



Rottura di coglioni del secondo livello

Quando un sito di streaming e scaricamento di film e serie tv viene messo offline da qualche autorità. Come mai soltanto una rottura del secondo livello?
Perché tanto dopo poche ore ricompare online sotto un altro dominio. Nessuno può fermare l'Internet, baby.



Rottura di coglioni del terzo livello

Quando segui una serie di cui non ti fregherebbe niente (tipo I Medici) solo perché c'è un attore/un'attrice che ti piace (tipo Miriam Leone), ma poi scopri che dopo il primo episodio non compare più.



Rottura di coglioni del quarto livello

Un episodio di The Walking Dead a caso.
Tranne quello con Negan che spappola delle teste a caso.



Rottura di coglioni del quinto livello

Quando una delle tue serie preferite giunge al termine, ma almeno le concedono di avere un series finale vero e proprio.



Rottura di coglioni del sesto livello

Quando scarichi una versione dei sottotitoli che non è compatibile con la versione video che hai scaricato. Non possono fare una versione unica?



Rottura di coglioni del settimo livello

Quando scopri che la serie che stai guardando, e ti sta pure piacendo parecchio, in realtà non è una serie vera e propria, bensì una fiction Rai. Succede persino questo ed è quanto capitato a me con Rocco Schiavone.


Se si chiamasse Rock Big Slave e andasse in onda su HBO, tutti la esalterebbero come la serie cult dell'anno, o quasi, e Marco Giallini si porterebbe a casa Emmy Awards e Golden Globes vari. Solo che invece è trasmessa da Rai 2 e allora un sacco di gente pensa: “No, che schifo. Giammai che mi veda una fiction della Rai. Ora però corro a guardare il GF Vip che mi esalta un casino!”.
Non sarà una serie HBO bensì di mamma Rai, però Rocco Schiavone dà tanta di quella merda alla gran parte delle varie serie poliziesche e crime americane fatte con lo stampino. Non che Rocco Schiavone a livello di gialli proponga chissà quali soluzioni innovative. Se proprio vogliamo trovare un punto debole alla serie è proprio la parte thriller, poco tesa e vicina ai casi di un'altra produzione Rai come L'allieva. E non è necessariamente un difetto enorme. Per chi si vuole godere una serata piacevole e non angosciante con un leggero velo di mistero, Rocco Schiavone è la scelta ideale.
Il punto di forza principale della serie sta invece nel suo protagonista, interpretato da un Marco Giallini enorme, intendo in senso sia fisico che recitativo. Con le sue espressioni accigliate la sua è una performance molto gigiona e altrettanto irresistibile. Il suo personaggio è poi a dir poco idolesco. É una specie di Dr. House in versione detective, con un grande intuito e se possibile ancora più ironico, strafatto e stronzo. Un antieroe perfetto, in pratica. Con l'aggiunta di risvolti comici in stile Giù al Nord/Benvenuti al Nord, visto che Rocco è un romano doc che si trova a doversi confrontare con la rigida (in tutti i sensi) vita nella fredda e innevata Aosta.
Un one-man show, sorretto però anche da una buona regia, almeno nei primi episodi curata da Michele Soavi, sì, proprio quello di Dellamorte Dellamore con Rupert Everett e Anna Falchi, e dalle sceneggiature ben stratificate tratte dai romanzi di Antonio Manzini.
Non fatemi quindi girare ulteriormente i coglioni e date una possibilità a Rocco Schiavone, anche se potreste pensare che sia solo una fiction e invece non lo è. È una serie vera e propria.



Rottura di coglioni dell'ottavo livello

Quando ti spoilerano il colpone di scena della nuova puntata di una serie che segui, giusto pochi minuti prima che ti mettessi a guardarla.



Rottura di coglioni del nono livello

Quando cancellano una delle tue serie preferite, magari dopo aver illusoriamente annunciato il suo rinnovo, e non le concedono nemmeno di avere un series finale vero e proprio.



Rottura di coglioni del decimo livello

Quando casi umani gente come Maurizio Gasparri e Carlo Giovanardi chiede un'interrogazione parlamentare e la cancellazione di una serie come Rocco Schiavone, e solo perché il protagonista è un poliziotto che si fa le canne. Ma questi se vedono un film con Seth Rogen dopo che fanno, scatenano la Terza Guerra Mondiale?



Rocco Schiavone
(serie tv, stagione 1, episodi 1-3)
Rete italiana: Rai 2
Tratta dai libri di: Antonio Manzini
Regia: Michele Soavi
Sceneggiature: Maurizio Careddu, Antonio Manzini
Cast: Marco Giallini, Ernesto D'Argenio, Francesco Acquaroli, Claudia Vismara, Isabella Ragonese, Francesca Cavallin, Fabio La Fata, Christian Ginepro
Genere: poliziottesco
Se ti piace guarda anche: Dr. House, L'allieva, True Detective
(voto 7,5/10)

Come andare al cinema nonostante i film che danno

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Cominciano a fioccare i primi film natalizi, ma non solo.
Vediamo tutto (o quasi) quello che arriva nelle sale questo fine settimana, insieme ai commenti del (purtroppo) solo e unico Cannibal Kid e del (per fortuna) solo e unico Mr. James Ford.

Snowden
"Potrei rivelare al mondo tutti i segreti di Mr. Ford...
peccato solo che sono talmente noiosi che non interesserebbero a nessuno."

Cannibal dice: Oliver Stone ha realizzato film grandissimi, altri meno, ma non ho mai terminato una visione di un suo lavoro deluso. Persino le sue pellicole più criticate a me non sono dispiaciute affatto. Questo nuovo Snowden come al suo solito ha molto diviso e ricevuto anche alcune stroncature, però a me fanno lo stesso effetto delle bottigliate di White Russian: le ignoro o, anzi, sono persino un incentivo alla visione.
Ford dice: Stone, per quanto incostante ed in grado di passare da film molto riusciti ad altri al limite del vomito - o all'altezza di Pensieri Cannibali, fate voi -, riesce sempre ad incuriosirmi. Dunque una bella visione di questo Snowden penso sia doverosa.

La cena di Natale
"La portata principale è stufato di Ford."
"Ottimo, questa sì che è una cena di Natale cannibale!"

Cannibal dice: Ecco il sequel di Io che amo solo te, che a sua volta era un remake di Io che odio solo te con protagonisti Cannibal Kid e James Ford. Considerando che non ho visto quello, che le pellicole natalizie mi danno l'orticaria quasi quanto il mio blogger nemico e che cominciare a tirarle fuori già un mese prima del 25 dicembre mi sembra una mossa davvero da brutte persone, diciamo che le possibilità che lo veda al momento sono molto prossime allo zero.
Ford dice: sequel? Film di natale? Spazzatura da grande distribuzione? Lo eviterò neanche fosse un Knight of cups qualsiasi.

Mechanic: Resurrection
"Davvero Cannibal non ha intenzione di vedere un film in cui ci sono io???
Stare troppo a contatto con quel Ford gli sta facendo proprio male."

Cannibal dice: Già mi sono perso il primo Professione assassino, figuriamoci se mi guardo questo sequel. Certo però che la presenza di Jessica Alba e il fatto che White Russian l'abbia stroncato potrebbero farmi cambiare idea...
Ford dice: filmaccio action purtroppo non troppo action come piace a me già visto e recensito qui.
Io voglio bene al Giasone, ma questo non è certo tra i suoi film più memorabili. Dovesse comunque avanzarvi una serata rutti e patatine, potete fare un tentativo.

Come diventare grandi nonostante i genitori
"Hey raga, come mai nessuno ha chiamato Cannibal Kid?"
"Quello è troppo un poppante. Alla sua età qui non gli servono manco un succo ACE."

Cannibal dice: Commedia pre-adolescenziale prodotta da Walt Disney Italia che potrebbe essere una specie di versione nostrana di High School Musical. Quindi una potenziale cannibalata pazzesca!
Io comunque, visto il titolo, consiglierei una visione soprattutto ai figli di Ford.
Ford dice: robetta adolescenziale buona giusto per il finto giovane che co-conduce con me questa rubrica. Io me lo risparmio almeno fino a quando in questo turbine non cadranno i Fordini.

Il cittadino illustre
"Ford pensava che Il cittadino illustre si riferisse a lui..."
"Povero illuso, AHAHAH!"

Cannibal dice: Pellicola scelta dall'Argentina come suo rappresentante nazionale ai prossimi Oscar e molto apprezzata all'ultimo Festival di Venezia, dove il protagonista ha conquistato la Coppa Volpi di miglior attore. Nonostante questo, mi sa di noioso e pretenzioso film (finto) impegnato fordiano. Però da buon radical-chic potrei dargli un'occhiata, ché potrebbe anche non essere niente male.
Ford dice: il Cinema argentino ha da sempre qualcosa da raccontare, e da sempre subisco il fascino delle proposte autoriali provenienti dall'America Latina. Potrebbe poi essere un buon modo per iniziare il percorso che condurrà ai prossimi Oscar. Speriamo solo non si riveli una radicalchiccata cannibalata.

3 Generations - Una famiglia quasi perfetta
"In Italia il mio film intitolato About Ray lo fanno uscire come 3 Generations - Una famiglia quasi perfetta...
Che depressione!"

Cannibal dice: Una famiglia quasi perfetta? Un po' come la famiglia Ford, che sarebbe perfetta se solo non ci fosse il suo capofamiglia, uahahah!
Quanto alla pellicola non sembra esattamente perfetta, ma nemmeno da buttare via.
Ford dice: Una famiglia quasi perfetta? Un po' come la famiglia Goi, se non ci fosse il piccolo Marco. Ahahahahah!
Quanto alla pellicola, penso di passare volentieri.

Monte
James Ford nei panni di James Ford in un film scritto, diretto e prodotto da James Ford

Cannibal dice: Un film ambientato nell'Italia medievale su un uomo che cerca di tirare giù una montagna a martellate... Non ci credo. È persino troppo fordiano per essere vero!
Ford dice: un film che, dalla trama, parrebbe proprio roba fordianissima. Peccato che leggendone in giro pare sia proprio un fuoco di paglia. Un po' come il mio rivale.

Il più grande sogno
James Ford nell'altro film in uscita questa settimana che lo vede protagonista

Cannibal dice: Il mio più grande sogno non lo rivelo, ma dico solo che ha a che vedere con Ford e con Marte. In alternativa mi posso accontentare anche solo di una settimana senza un miliardo di uscite inutili da commentare.
Ford dice: non posso rivelare il mio più grande sogno perchè scaramanticamente potrebbe non avverarsi. Per il resto, posso sempre augurarmi che le uscite settimanali diminuiscano e Pensieri Cannibali chiuda.

Palle di neve
"Che palle, 'sto film!"
"Di neve?"
"No, che palle e basta!"

Cannibal dice: Bambinata della settimana – d'altra parte avvicinandosi al Natale mi sa che si faranno sempre più insistenti – questa volta in arrivo dal Canada. Io mi diverto di più a gettare una palla, anzi una bomba di neve a Ford.
Ford dice: ultimamente mi sono schiaffato parecchie bambinate, alcune interessanti ed altre molto meno. Ho bisogno di una pausa. Perfino io.

Robbie Williams, Metallica, MinaCelentano etc. - La musica di novembre 2016

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Ultimo appuntamento del 2016 con la rubrica musicale di Pensieri Cannibali. Dicembre sarà infatti tempo di bilanci di fine anno e quindi niente rubrica del mese, sorry.
In compenso l'appuntamento con i dischi di novembre è più variegato che mai. Vediamo allora un po' quali sono gli ascolti promossi & bocciati, tra quelli delle ultime settimane.

Robbie Williams “Heavy Entertainment Show”

Robbie Williams is back ed è tornato nella versione in cui lo preferisco. Io, ma credo un po' tutti. Robbie il cazzaro, il buffone di corte, il tipo spumeggiante che fa musica pop con un atteggiamento da rockstar tossica. Messi (fortunatamente) da parte i toni swing alla Michael Bublé dell'ultimo noioso album "Swing Both Ways", Robbie è tornato a fare quello che sa far meglio: il pirla. Pirla, ma non idiota, visto che il primo singolo del nuovo disco, “Party Like a Russian”, è una presa per i fondelli ironica eppure anche dai toni politici di Putin e compagni, e per altro campiona in maniera grandiosa un classico della musica classica di Sergej Prokofiev. Anche il resto dell'album propone varie cose interessanti, mantenendo fede al suo titolo di spettacolo d'intrattenimento di livello davvero pesante. C'è il pezzo glam dalle parti di David Bowie “Bruce Lee”, c'è il brano che riporta alla mente gli Oasis “Motherfucker”, ci sono un paio di ballatone toccanti come “Love My Life” e “David's Song” che si candidano a essere le nuove “Feel” e “Angels”, e c'è una sorprendente canzone sperimentale e sognante come “Hotel Crazy”, per una scaletta che alterna con sapienza atmosfere e suoni diversi.
Robbie is back ed è pure tornato con un album ai livelli dei suoi primi lavori. Intendo quelli solisti, non quelli coi Take That.
(voto 7/10)




Metallica “Hardwire... to Self-Destruct”

Il nuovo disco dei Metallica può essere visto, o meglio sentito sia come:

A) Un ottimo disco di heavy-metal classico, né più né meno
B) Un'ora e passa di baccano infernale con pezzi tutti uguali

Non me ne vogliano gli amici metallari in ascolto, e non preparino qualche rito satanico contro di me, ma io sono più per la seconda ipotesi.
(voto 5,5/10)




Alicia Keys “HERE”

Alicia Keys ha un talento talmente pazzesco, sia a livello vocale che pianistico, che da lei ci si aspetterebbero solo dei capolavori. Invece, a parte alcuni brani grandiosi come “Fallin'”, “You Don't Know My Name”, “If I Ain't Got You”, “No One”, o anche “Empire State of Mind” realizzata insieme a Jay-Z, non è mai riuscita ad azzeccare l'album davvero perfetto, quello in grado di consegnarla alla Storia della Musica.
Anche a questo giro Alicia fallisce di centrare il bersaglio grosso. Paradossalmente, a colpire meno nel nuovo album “HERE” sono proprio i brani più sperimentali e coraggiosi, in cui finisce per strafare, mentre i pezzi più convincenti sono quelli in cui mette il suo talento al servizio di semplici canzoni strofa-ritornello-strofa, come i singoli “In Common” e “Blended Family (What You Do For Love)”. Un disco quindi di conferma: una conferma che Alicia è più artista da singola (grande) canzone che non da (grande) album. Almeno per ora.
(voto 6/10)




A Tribe Called Quest “We Got It From Here...Thank You 4 Your Service”

Gli A Tribe Called Quest sono un gruppo che ha fatto la storia dell'hip-hop anni '90. A 18 anni dal loro ultimo album, hanno tirato fuori (alla buon'ora) un nuovo lavoro, annunciando che si sarebbe trattato del loro disco conclusivo.
A questo punto si potrebbe pensare a una furba operazione di marketing, o a un ritorno fuori tempo massimo, e invece niente di tutto questo. “We Got It From Here...Thank You 4 Your Service” non suona né retrò, né come un tentativo di aggiornamento ai suoni più in voga della scena rap di oggi. Suona semplicemente come un classico moderno. Semplicemente si fa per dire.
(voto 8/10)




MinaCelentano “Le migliori”

Come direbbe Rocco Schiavone, questo disco è una rottura di coglioni del decimo livello cum laude.
Cosa che per Mina è un peccato, considerando che lei la migliore un tempo lo è stata, almeno in Italia. Meno per Adriano Celentano. Lui la migliore non lo è mai stata. E nemmeno il migliore.
(voto 4/10)




Ligabue “Made in Italy”

Il nuovo lavoro di Ligabue è un concept album.
Un concept album particolarmente riuscito sul pessimo stato di salute attuale della musica made in Italy, o se non altro made in Liga.
O forse non è un concept album su questo?
(voto 4,5/10)




Boosta “La stanza intelligente”

I Subsonica si sono sciolti?
I loro detrattori non comincino a esultare. La band torinese si è separata sì, ma solo provvisoriamente. I 5 membri del gruppo si sono presi un periodo sabbatico durante il quale ognuno si può dedicare alle sue cose. Il cantante Samuel ad esempio ha esordito da solista con il singolo La risposta, in attesa di un album in arrivo nel corso del 2017. Il chitarrista e producer Max Casacci credo sia in giro a produrre qualche band a caso, anzi a casacci.

Ahahah, che battuta!

Il batterista Ninja penso sia impegnato a tenere fede al suo nome e quindi si sta dedicando a mangiare pizza, giocare con il nunchaku e gridare “Cowabunga!”, o almeno questo è quello che mi immagino facciano i veri ninja, mentre il bassista Vicio non se lo fila nessuno, quindi potrebbe essere andato a cercarsi un impiego temporaneo da McDonald's.
E poi c'è il tastierista Boosta, il primo ad aver tirato fuori un intero album solista. Un lavoro piuttosto sorprendente, visto che Davide Dileo (questo il suo vero nome) dimostra qui di essere non solo un tastierista, DJ, produttore discografico, presentatore televisivo, presentatore radiofonico e ciulatore di Miriam Leone, ma sa anche cantare. Non è un cantante fenomenale, difatti in molti brani si avvale di una gamma assortita di ospiti, però quando lo fa riesce a essere efficace, come nel brano d'apertura nonché primo singolo “1993”, un pezzo che sembra ispirato alla nuova stagione della serie nata da un'idea di Stefano Accorsi. Non a caso Boosta ha composto la sigla della prima stagione di 1992. “1993” non suona però come una sigla tv ed è una ballata pianistica delicata, alla Air, con un crescendo alla Sigur Rós/Arcade Fire.
Il resto dell'album procede tra alti e bassi, a seconda delle collaborazioni. Promosse quelle con Cosmo, Nek, Malika Ayane e Raf (che incredibilmente canta in quello che sembra quasi un pezzo di Beck), bocciate invece quelle con Giuliano Palma, Luca Carboni, Briga, Enrico Ruggeri, Marco Mengoni e Diodato.
Un lavoro quindi discontinuo, che a tratti cerca in maniera troppo insistente l'epicità, il più delle volte senza trovarla, ma che comunque mi sento di incoraggiare. C'è ancora da lavorare neh, Boosta, però la strada è quella giusta.
(voto 6+/10)




Il Pagante “Entro in pass”

Il Pagante è come la serie tv Black Mirror: un riflesso inquietante della nostra società. Non quello che i giovani d'oggi sono, ma quello che potrebbero diventare se solo vengono esposti a una dose troppo massiccia di lampade, discoteche, Jersey Shore e sostanze chimiche.
Che poi chi o cosa sono Il Pagante?
Un gruppo musicale?
Un collettivo di tipi discotecari tamarri fuori di zucca?
Un'entità inquietante?
Oppure tutte queste cose messe insieme come in una canzone remix, o come in un cocktail superalcolico preparato a caso?
Qualunque sia la risposta, questo disco è talmente una tamarrata oscena che a tratti sembra di sentirci dentro qualcosa di quasi geniale. “Entro in pass” è un delirante diario della vita dei giovani Millennial senza futuro d'oggi, tra neologismi (“sbatti”, “sciabolarsi alla playa”, “sboccing like no tomorrow” e Dio solo sa cosa vogliano dire), revisioni ai tempi dei social network delle canzoni degli 883 (con la regina del Celebrità che è diventata la regina di Instagram) e perle di saggezza (“Alla sera leoni/la mattina in Bocconi/scrivo la tesina/quando esco dal Divina” oppure “Fra siamo qua a casa di Anna Frank/Tutti quanti fatti di Pineapple Chunk/Per la fame chimica, burger bar/Succede solo ad Amsterdam” o ancora “Qua si sta tutti in piedi/con le star dei nostri tempi/Martin Garrix come Jimi Hendrix/e il nostro Woodstock con il laser verdi”).
Nonostante a livello musicale sia poca roba, tra tentazioni dubstep ed echi della dance anni '90 di Gigi D'Agostino quando va bene, un ascolto attento ai loro testi è consigliato a chi studia sociologia e comunicazione. Più che un semplice disco, questo è un manifesto generazionale del “cazzo mene”.
(voto 6/10 se ascoltato il sabato sera, 0/10 se ascoltato la domenica mattina)




Laura Pausini “Laura Xmas”

Voci non confermate dal Polo Nord sostengono che Babbo Natale, dopo aver ascoltato l'album natalizio della Pausini, abbia bestemmiato pesantemente. Pare sia così incazzato da meditare di cambiare lavoro e così la consegna dei doni, il prossimo 25 dicembre, è fortemente a rischio. Se quest'anno non riceverete nulla, insomma, sapete con chi prendervela.
(voto sottozero/10)




Canzone del mese
The xx “On Hold”

I The xx sono tornati e sono meno soffici e sussurrati rispetto a quelli sentiti nei loro primi due dischi. Qui si sente di più il tocco dance di Jamie xx e qualcuno storcerà il naso, dicendo che sono diventati “commerciali”. In attesa del loro terzo atteso album “I See You” in uscita a inizio 2017, a me intanto questa versione xxx più gasante e (leggermente) ritmata degli xx mi gusta.




Il peggio del mese
J-AX & Fedez ft. Stash, Levante “Assenzio”

J-AX, Fedez e Levante presi singolarmente non mi dispiacciono nemmeno. Mixati insieme e con l'aggiunta di un tocco di Stash dei The Kolors, però, mi fanno lo stesso effetto dell'assenzio: mi provocano un gran mal di testa. E pure un po' di sbocco.

Let It Snowden! Let It Snowden! Let It Snowden!

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Snowden
(USA, Francia, Germania 2016)
Regia: Oliver Stone
Sceneggiatura: Kieran Fitzgerald, Oliver Stone
Cast: Joseph Gordon-Levitt, Shailene Woodley, Rhys Ifans, Nicolas Cage, Zachary Quinto, Melissa Leo, Tom Wilkinson, Joely Richardson, Timothy Olyphant, Scott Eastwood, Logan Marshall-Green, Ben Chaplin
Genere:informatico informativo
Se ti piace guarda anche: Il quinto potere, The Social Network, S.Y.N.A.P.S.E. - Pericolo in rete

Ho fatto richiesta all'ANSIA (Agenzia Nazionale Sicurezza Italiana Associata) per poter accedere ai dati riservati delle persone su Internet. Ho specificato che mi servivano per condurre “importanti analisi e ricerche per il mio blog Pensieri Cannibali”.
Loro mi hanno risposto: “Uhm... sì, ok, ci sembra una motivazione sufficientemente valida”. E così ora posso controllare in rete chi voglio in qualunque posto del mondo.

Chi guardare?
Diamo un'occhiata a quello che combina il mio blogger rivale, Mr. James Ford.
Vediamo la sua cronologia web: è andato sul suo White Russian, da buon egocentrico narcisista quale è, quindi su WWE.com, che speravo fosse un'associazione animalista e invece come prevedibile è un sito di wrestling, quindi è stato per circa 2 ore su www.beimaschionimuscolosi.org, e anche qui niente di sorprendente, e poi ha fatto un salto su www.bruttifilm.it, che credo sia il sito dove trova le pellicole di cui parlare sul suo blog.
Controlliamo la sua presenza sui social: su Facebook non è iscritto, su Twitter nemmeno, su Instagram figuriamoci, non ha manco WhatsApp sullo smart phone...

Certo che, se fossero tutti come Mr. James Ford, le preoccupazioni presentate da Oliver Stone nel suo ultimo film Snowden sarebbero del tutto vane. Nella pellicola si parla di come il governo degli Usa abbia controllato per anni il comportamento online di qualunque persona volesse. Non solo terroristi. Non solo criminali. Chiunque.


Con Ford però fallirebbero clamorosamente. Se, come teorizza Stone, un giorno il controllo dei dati online finisse nelle mani sbagliate, tipo quelle di un tiranno, la situazione potrebbe farsi parecchio allarmante. A salvare il sottomesso popolo della rete potrebbe allora esserci qualcuno che con Internet, computer e smart phone ha ben poco a che fare come Ford. Questa sì che sarebbe un'ipotesi preoccupante. Grazie tante, Oliver Stone!

"Attento a ciò che dici, Kid, che posso controllare il tuo telefono."

Tralasciando il mio blogger rivale, andiamo un po' a vedere cosa fa oggi Edward Snowden, il personaggio su cui è incentrato il film di Stone.
Snowden non c'è su Facebook, su Twitter o su Instagram e non ha manco un blog. Certo che questo è peggio persino di Ford!
Dopo aver guardato la pellicola a lui dedicata, la cosa in effetti non stupisce più di tanto. Con tutto quello che ha scoperto su cosa fa il governo americano alle spalle di noi poveri internauti ignari, viene proprio la voglia di sconnettersi dalla rete...

Naaah! Se no poi come passiamo il nostro tempo, se non possiamo comunicare al mondo intero quante volte al giorno andiamo in bagno e quali nuovi episodi di serie tv abbiamo visto mentre siamo in bagno?

Visto che in rete ormai è impossibile rintracciarlo, c'è un solo modo per saperne di più su Edward Snowden e su quanto gli è capitato. A dire il vero ci sono due modi. Il primo è recuperare Citizenfour, che si è aggiudicato l'Oscar 2015 di miglior documentario e che io colpevolmente non ho ancora visto. Il secondo è vedere Snowden, la pellicola di Oliver Stone che vi racconterà tutta la sua vicenda in una maniera di certo migliore di quanto potrei fare io qui. Qualcuno potrà dire che il docu è molto meglio della versione fiction e può anche darsi che abbia ragione, chissà?

"Fino ad ora questo post fa schifo, vediamo se adesso migliora..."
"Seeeh, figuriamoci!"

Io che ho visto soltanto la pellicola con Joseph Gordon-Levitt posso solo dire che, ancora una volta, non sono rimasto deluso da un lavoro di Oliver Stone, uno dei registi migliori nel raccontare la Storia recente degli Stati Uniti, in tutte le sue contraddizioni. Lo stesso cinema di Stone è ricco di contraddizioni: da una parte sa realizzare lavori adatti anche a un pubblico mainstream. Questo Snowden ne è la più lampante delle dimostrazioni visto che, nonostante il tema non semplice affrontato, non si perde troppo in nerdate e discorsi informatici – giusto in qualche momento – e riesce a essere un prodotto di intrattenimento solido e robusto, che rapisce dal primo all'ultimo istante, riuscendo a tratti a emozionare parecchio, in una maniera persino un pochetto ruffianotta. Per certi versi questo film è una ammereganata pazzesca. Dall'altra parte è però anche una critica feroce nei confronti del governo Usa, che non concede sconti a nessuno, tanto a George W. Bush quanto a Barack Obama. Inoltre innalza a eroe un personaggio come Ed Snowden, che molti negli Stati Uniti considerano un traditore della patria. Questa pellicola in pratica è un'americanata antiamericana e il suo bello è proprio questo.

L'altro suo bello è... Shailene Woodley. Qualcuno potrà dire che il suo personaggio è inserito così, tanto per rendere la visione appetibile anche al pubblico femminile, o in generale a quello interessato più ai risvolti sentimentali che non a quelli informatici e socio-politici, e probabilmente anche in questo caso avrà ragione, però ben venga. Attraverso la storia d'amore, è possibile indagare più a fondo dentro Snowden come persona, e non solo come genio informatico e tecnico della CIA. Con questo stratagemma, che può essere considerato una furbata per ammiccare al grande pubblico, passa inoltre con più efficacia anche il messaggio di Snowden come rivoluzionario anti-sistema, ATTENZIONE SPOILER visto che rinunciare a un'agiata vita in compagnia di Shailene per denunciare il comportamento scorretto del governo Usa non è mica da tutti. FINE SPOILER


Adesso però, già che l'ANSIA mi ha fornito gli accessi, andiamo un po' a stalkerar... volevo dire a dare uno sguardo più da vicino a quello che combina Shailene Woodley sul suo computer.
Ecco qua che ho scovato un suo video...



Ma...
ma hey, non è un video piccante, mannaggia!
È solo un video in cui viene arrestata perché stava partecipando a una manifestazione pacifica al fianco dei Sioux, per protestare contro la realizzazione di un oleodotto in North Dakota che li danneggerebbe. Certo che questa qua è impegnata a livello sociale e politico proprio come nel film.

"Guarda, ho sgamato un video di Shailene Woodley senza veli."
"Dove, dove??? Fammelo vedere subito!!!"
"Hey Ed, ma tu non eri il paladino del diritto alla privacy?"

Chissà dove l'ha scovata una tipa così, uno come Edward Snowden.
Considerando che con gli accessi forniti dall'ANSIA l'unica cosa che sono riuscito a trovare su di lui è il suo contatto su WhatsApp, chiediamoglielo un po'...


Cannibal Kid
Buongiorno Ed. Posso chiamarti Ed?
Sono Cannibal Kid, un giornalista del The Guardian Italian Tarocco Version, volevo chiederti una cosa importantissima.


Edward Snowden
Buongiorno Kid. Posso chiamarti Kid?
Sarò felice di rispondere a qualsiasi tua domanda. Voi giornalisti del Guardian siete stati molto importanti per me, di voi mi fido.
Che cosa vuoi sapere?
Qualche nuova rivelazione sui servizi segreti americani e sul loro sordido e illegale modo di violare la privacy delle persone di tutto il mondo?

Cannibal Kid
Ma no, Ed, chemmenefrega a me di quello?
Volevo chiederti una cosa molto più importante: ma dove l'hai conosciuta una come Shailene Woodley, una fotografa amatoriale bella, simpatica, intelligente, impegnata socialmente e che nel tempo libero fa pure l'insegnante di lap dance?

Edward Snowden
Mi spiace, Kid, ma questa è un'informazione troppo riservata.
Non posso proprio rivelartelo.


Cannibal Kid
Dici sul serio?
Tu che non puoi rivelare qualcosa??? 😮


Edward Snowden
Ci sei cascato!
Stavo scherzando, naturalmente. 😆
Non mi sono fatto problemi a sputtanare l'amato governo per cui lavoravo, vuoi che sia capace di mantenere un segreto tutto per me?
Shailene l'ho conosciuta sul sito geek-mate.com.


Cannibal Kid
Ottimo, grazie Ed!
Adesso ti saluto che vado su 'sto sito a cercare la mia personale Shailene.



Edward Snowden
Buona fortuna, Kid.
E stai attento a quello che combini su Internet.
Ci stanno osservando!


Cannibal Kid
Sì, certo, Ed.
Come no?
Sei proprio un paranoico senza speranza.
Quelle sono cose che succedono solo nei film, lo sanno tutti!
(voto 7+/10)

The Crown, la Corona non perdona

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The Crown
(serie tv, stagione 1)
Rete: Netflix
Creata da: Peter Morgan
Cast: Claire Foy, Matt Smith, Vanessa Kirby, John Lithgow, Jared Harris, Ben Miles, Jeremy Northam, Victoria Hamilton, Nicholas Rowe, James Hillier
Genere: regale
Se ti piace guarda anche: Una notte con la regina, The Queen - La regina, The Royals, The Young Pope


Good morning Ladies & Gentlemen,

oggi mi rivolgo a voi popolo italiano, che come tutti sappiamo è inferiore a quello britannico, of course.
Per quanto voi siate inferiori, stupid Italians, non ho niente contro di voi. Anzi, devo dire che mi state abbastanza simpatici. E ho detto abbastanza. Non capisco il vostro senso dell'umorismo caciarone, io comprendo solo lo humour britannico che a voi non fa ridere per nulla, però diciamo che non vi sterminerei dalla faccia della terra.
Anyways, oggi mi rivolgo a voi per suggerirvi...
no, per consigliarvi...
no, per ordinarvi di guardare The Crown!


Stop per un momento di vedere le vostre fiction, che diciamo sono... uhm, come definirle?
Ah sì, stop alle vostre shitty fiction. Anche se devo dire che alcune negli ultimi tempi sono persino quasi carine. E ho detto quasi.
Adesso ad esempio sto guardando Rocco Schiavone, che qui da noi in UK trasmettono con il titolo di Rock Big Slave e che è un crime davvero niente male. Very funny. Il protagonista Marco Giallini poi è un uomo charming. Un po' troppo giovane per me, però charming. Deve più o meno avere l'età di mio figlio, solo che è meno tonto del mio Charles, of course.
E poi guardo pure L'allieva, da noi intitolata Pretty Little Scholar, che anche quello è very funny. Un very guilty pleasure.
Instead non mi piace I Medici, che da noi si chiama The Doctors. Vorrebbe essere una grande produzione international, but it really sucks!

"Dopo questa stroncatura di Sua Maestà, penso proprio che andrò a farmi un bel pianto nella mia cameretta."

Se volete guardare una bella serie storica, lasciate perdere The Doctors, perché ho io il consiglio, anzi l'ordine giusto per voi, che poi è il motivo per cui vi sto lanciando questo messaggio. E consideratevi fortunati perché ho deciso di lanciarvi un messaggio e non una bomba.

L'ordine, come ho already detto, è quello di guardare The Crown. Non è la classica serie in costume pallosa come Downton Abbey. Yeah, it's true: I hate Downton Abbey! Noi nobili non siamo così. Noi nobili sappiamo essere anche peggio che in Downton Abbey. The Crown ci mostra in tutta la nostra sfaccettata umanità. Ci mette a nudo. Non intendo letteralmente a nudo. Non è uno spettacolino erotico da quattro soldi come quelli che piacciono tanto al vostro Premier.

Come???
Berlusconi non è più il vostro Premier?
Now avete Renzi?
What is a Renzi?

Anyways, The Crown è una serie raffinata, dai costumi e dalle scenografie magnifiche, non a caso è la produzione più costosa nella storia di Netflix e forse dell'umanità tutta, ma non solo. È anche un prodotto molto ben scritto. Ogni episodio è quasi un film a se stante. La protagonista sono sempre io, of course, però viene regalato in maniera generosa anche un bello spazio ai vari personaggi inferiori... volevo dire minori. Come un fa-vo-lo-so Matt Smith nei panni di quel farfallone di mio marito Philip, il duca di Edimburgo, un titolo che – diciamolo – ha lo stesso valore del Trofeo Birra Moretti nel calcio. E con farfallone intendo non solo e non tanto che gli piacciono le belle donne, dopo tutto ha sposato una bella topolona come me almeno quando ero young, ma intendo proprio in senso letterale: è sempre in volo, quello. Chissà perché? Vorrà mica stare il più lontano possibile da me? Who knows?


Grande importanza ha poi la figura di John Lithgow nei panni di quell'odioso di Winston Churchill, uno che è davvero troppo vecchio per fare il premier. E lo dice una che ha appena compiuto 90 anni!


Nei primi episodi viene dato grande risalto anche al mio pa-pa-pa-paparino, Re Gio-Gio-Gio-Giorgio VI. Sì, quello de Il discorso del re. Esatto, quello che ba-ba-ba-balbetta sempre.
Sorry, daddy, I'm kidding. 😂


Viene inoltre dato spazio persino alla mia sorellina minorata... intendevo dire alla mia adorata sorellina minore, verso la quale io non ho mai provato alcuna invidia né tanto meno rivalità. Per chi non l'avesse ancora capito, visto che non è mai stata famosa quanto me, mi riferisco a quella stronzetta della Principessa Margaret. Certo che qui hanno preso davvero un'attrice troppo beautiful per interpretarla: Vanessa Kirby.


In un film recente che mi vedeva di nuovo protagonista, la carinissima commedia Una notte con la Regina, avevano invece preso un'attrice ben più cessa, com'è giusto che fosse, per la parte di Margaret: Bel Powley.


Se in quel film per la mia parte avevano ingaggiato Sarah Gadon, attrice molto caruccia e brava, qui in The Crown ne hanno presa una un po' meno caruccia, o comunque meno caruccia di quanto ero io in realtà, ma ancora più brava: Claire Foy. Un'interprete talmente good che era riuscita a rendere quasi guardabile la solita porcata con Nicolas Cage, L'ultimo dei templari. E ho detto quasi.


Per quanto brave siano Sarah Gadon e Claire Foy, la mia rappresentazione per fiction preferita resta comunque quella in Una pallottola spuntata, sorry girls.


Anyways, se ancora non l'avete capito, dovete guardare The Crown! Che vi piaccia o meno, e secondo me vi piacerà. Non costringetemi a mettere in pratica l'editto del 1776 che garantisce alla Regina d'Inghilterra di cambiare canale a suo piacimento sul vostro televisore...

Dite che nel 1776 non esisteva la televisione, e nemmeno Netflix?
It doesn't matter!
L'unica cosa che importa è che io vi ordino di vederlo e mai nessuno sano di mente osa disubbidire ai miei ordini! Altrimenti potrei incacchiarmi parecchio. Potrei persino piangere, anche se credo di non averlo mai fatto in vita mia. Nemmeno quando è venuto a mancare il mio amato pa-pa-pa-pa-paparino.

That's all folks.

La vostra, anzi non la vostra perché io non sono la vostra Regina, o almeno non fino a che noi britannici non vi avremo conquistati nel corso della Terza Guerra Mondiale,
Elisabetta “Lilibeth” II
(voto 7,5/10)

Sully e gli altri film in volo questa settimana

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Tom Hanks vs Matthew McConaughey: sarà questa la grande sfida del weekend nei cinema italiani?

Nah, la vera battaglia è quella che si tiene qui sotto tra il sottoscritto, il vostro amato Cannibal Kid, e il suo eterno nemico, il vostro odiato Mr. James Ford.
Ecco cosa i due rivali più agguerriti della blogosfera pensano delle uscite cinematografiche di questa settimana.

Sully
"Hey Clint, che ne dici se, invece che sul fiume Hudson, atterro sulla casa di Cannibal Kid?"
"Finalmente hai avuto una buona idea, Tom!"

Cannibal dice: Fordianata della settimana numero 1. Un film di Clint Eastwood con Tom Hanks su un eroe americano che si preannuncia per me come un volo più turbolento di quelli con Ryanair e invece come un volo in prima classe per il mio blogger rivale. Andrà davvero così?
Il responso a Malpensa e Linate... volevo dire a Pensieri Cannibali e White Russian.
Ford dice: ovviamente, per un film di Clint il Saloon è in prima linea. Ovviamente, l'ho già visto ed il post è già pronto per l'occasione.
Sarà guerra con Cannibal come ai tempi di American Sniper, oppure ci troveremo sulla stessa linea? A giorni l'ardua sentenza.

Free State of Jones
"Vieni via con me, ragazzo. Ti porto in salvo prima che Ford voglia adottare pure te."

Cannibal dice: Film storico ambientato durante la Guerra civile americana che mi attira ben poco e mi pare la più classica delle fordianate assurde, e infatti è la fordianata della settimana numero 2. Inoltre pensavo che un lavoro con Matthew McConaughey negli ultimi tempi meritasse sempre e comunque una visione, ma quella noiosa porcata di La foresta dei sogni mi ha fatto cambiare idea. E mi ha fatto pure addormentare.
Ford dice: l'ambientazione e McConaughey mi fanno pensare che questo possa essere un titolo da vedere, il fatto che non mi sia ancora neppure sforzato di farlo la dimostrazione che Cannibal continua erroneamente a pensare che io mi fossilizzi solo su un genere e su un certo tipo di proposte.

Amore e inganni
"Così agghindate siamo più eleganti di Cannibal."
"Sì, però siamo anche quasi più ridicole di Ford quando indossa il suo costume da wrestler."

Cannibal dice: Pellicola in costume tratta da una novella di Jane Austen, quindi una roba che sembra più adatta alle donzellette come Mrs. Jane Ford piuttosto che agli uomini duri e puri come me, uahahahah!
A firmare la regia c'è però uno dei miei registi indie preferiti, il sottovalutato Whit Stillman, che qui torna a dirigere Kate Beckinsale e Chloë Sevigny come ai tempi dello splendido The Last Days of Disco. E quindi una visione mi sa che ci sta!
Ford dice: roba in costume diretta da un regista che mi interessa poco o nulla tratta da Jane Austen? Qui mi pare ci siano tutte le carte in regola per il the delle cinque di Katniss Kid!

Un Natale al Sud
"Anna, solo perché sai fare un selfie, non significa che sei una fotografa."
"Così come il fatto che tu abbia fatto un film non ti rende un'attrice."
"Avete anche ragione, però voi due chi diavolo siete???"

Cannibal dice: Cinepanettone anticipato con Massimo Boldi e una delle persone meno divertenti a questo mondo dopo Ford, Biagio Izzo. Sembra proprio la ricetta natalizia perfetta... almeno se volete qualcosa che vi rimanga sullo stomaco.
Ford dice: mi basta Boldi per cestinarlo. E non ho bisogno neppure di Peppa Kid.

I cormorani
"Scusa amico, ma mi hai portato in vacanza, o dentro a un film di Terrence Malick?"

Cannibal dice: Classico film di formazione pre-adolescenziale sull'estate di due ragazzini. Solo che, con l'inverno ormai alle porte, non si può fare uscire ora una roba estiva del genere adesso. Eddai, questi sono errori di tempismo che persino uno fuori dal tempo come Ford ormai ha imparato a evitare.
Ford dice: io ho sempre sostenuto il Cinema stagionale. Dunque, almeno fino alla prossima estate, una cosa del genere non la prendo neppure in considerazione.
Cannibal, invece, non lo prendo in considerazione tutto l'anno.

La stoffa dei sogni
Una sfida a duello tra Sergio Rubini e Mr. Ford, in attesa di vedersela contro il mostro finale: Cannibal Kid

Cannibal dice: Pellicola sperimentale italiana di impostazione teatrale che mi attira all'incirca quanto un saggio di Ford sull'importanza del wrestling nella società odierna. Ovvero nessuna.
Ford dice: pellicola sperimentale italiana di impostazione teatrale che mi attira all'incirca quanto un saggio di Cannibal sull'importanza del Cinema attuale di Malick nella società moderna. Ovvero nessuna.

La mia vita da zucchina
"Ford, mi sa che è meglio se guido io."
"Ma tu sei un bambino, non hai la patente."
"Lo so, ma guido comunque meglio di te, fidati."

Cannibal dice: Film in stop-motion che sembrerebbe la solita bambinata fordianata d'animazione che intasa le sale, soprattutto nel periodo natalizio e pre-natalizio, e che invece potrebbe rivelarsi la sorpresa della settimana, visto che a firmare la sceneggiatura c'è la regista francese super radical-chic Céline Sciamma. Insomma, non fate gli zucconi e concedete una possibilità a questa zucchina.
Ford dice: nonostante le origini francesi, questo potrebbe rivelarsi quasi la sorpresa della settimana, radicalchicchismo permettendo.
Dovesse capitare, una chance la darò molto volentieri. Alla peggio, mi preparerò un minestrone.

Rock Dog
"Ho il presentimento che il nostro film farà schifo."
"Su con il morale. Se non altro non farà mai schifo quanto James Ford."

Cannibal dice: Questo Rock Dog sembra la solita bambinata fordianata d'animazione... ma in realtà probabilmente sarà persino peggio!
Ford dice: poracciata d'animazione che non mi attrae in versione originale tanto quanto in versione italiana, nonostante le canzoni del fordiano vincitore dell'X-Factor dello scorso anno Giosada.
Probabilmente finirà - giustamente, a mio parere - nel dimenticatoio anche prima del mio rivale.

The Gilmore Girls are back in town

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Gilmore Girls: A Year in the Life
(mini-serie tv)
Creata da: Amy Sherman-Palladino
Regia e sceneggiature: Amy Sherman-Palladino, Daniel Palladino
Cast: Lauren Graham, Alexis Bledel, Kelly Bishop, Scott Patterson, Sean Gunn, Matt Czuchry, Liza Weil, Yanic Truesdale, Milo Ventimiglia, Danny Strong, Jared Padalecki, Melissa McCarthy, Julia Goldani Telles, Ray Wise, Mae Whitman, Jason Ritter, Peter Krause, Stacey Oristano, Jack Carpenter, Carole King
Genere: materno
Se ti piace guarda anche: Parenthood, This Is Us, A passo di danza (Bunheads), Girls


Cannibal Kid
Ciao Lorelai, come stai?
Guarda, senza pensarci ho fatto la rima!
Potrei comporre la nostra intera conversazione sotto forma di rap... però hey, forse non è una gran buon idea. Siamo mica nel musical Hamilton. Non vorrei poi che mi accusassero di averlo copiato. E poi negli ultimi tempi sto scrivendo un po' troppi post in rima e la cosa comincia a diventare ripetitiva. Come una serie che va avanti per un sacco di stagioni e a un certo punto sembra riciclare sempre le stesse idee. Viene a noia. Meglio prendersi una pausa e poi ricominciare dopo anni, quando nessuno ormai se lo aspettava più. O al limite se lo poteva giusto sognare. Come avete fatto voi Gilmore Girls, ricomparse all'improvviso su Netflix dopo 9 anni di assenza dagli schermi. Sai Lorelai, è un vero piacere rivederti dopo tutto questo tempo.

Lauren Graham
Hey Cannibal, cosa intendi con “rivedermi dopo tutto questo tempo”?
Vuoi dire che io in tutti questi anni è come se non avessi fatto più nient'altro?
Tu stesso mi chiami Lorelai, ma io non sono Lorelai, sono Lauren, Lauren Graham. Sono famosa. A parte Gilmore Girls, o Una mamma per amica come lo chiamate voi italiani, ho fatto un sacco di altre cose... Ad esempio...
Ah sì: Parenthood!
Voi italiani di recente ne avete fatto pure un remake, mi pare si chiami Tutto può succedere e non è niente male. L'attrice che hanno preso nella mia parte, Maya Sansa, è bravina. Non quanto me, però se la cava, e mi assomiglia pure. Gran bella donna, infatti. Ho fatto poi anche un sacco di film, per esempio...
Uhm...
Ah, certo: Babbo bastardo!
Un moderno classico di Natale, o forse è meglio dire un anti-classico, visto che è parecchio trasgressivo ed è un film di quelli che è meglio non vedere sotto l'albero insieme a tutta la famiglia. A meno che non si abbia una famiglia non convenzionale come quella che formiamo io e Rory... volevo dire io e Alexis. Comunque vedi, io non sono solo Lorelai. Io in questi anni senza Gilmore Girls ho lavorato un sacco, anche se Babbo bastardo è del 2003 quindi fa parte del periodo in cui la serie era ancora in onda e tecnicamente quindi non conta come lavoro post-Gilmore Girls, però ho girato parecchie cose e non è carino dire che è un piacere “rivedermi dopo tutto questo tempo”.

Cannibal Kid
È sempre più carino che dire che non è un piacere rivederti, però capisco ciò che vuoi dire. Ho sbagliato la scelta delle parole e, se ho urtato la tua sensibilità, ti chiedo umilmente scusa. Non era mia intenzione. Io poi Parenthood l'ho sempre seguita, mi sono visto pure Tutto può succedere, perciò Lauren apprezzo molto tutto quello che ha a che fare con te. Intendevo semplicemente dire che è bello rivederti nella parte di Lorelai e rivederti così in forma. Non so come fate tu e Rory... intendevo dire tu e Alexis Bledel, a mantenervi sempre tanto bene, considerando tutto ciò che mangiate nella serie, e invece Alexis sembra quasi anoressica, ma pure lei sta benissimo. È sempre stata carina e ora ha un aspetto da eterna adolescente, ma allo stesso tempo è diventata una donna, e questa è una cosa che chi ha guardato Mad Men avrà già notato visto che, pur apparendo giusto in un piccolo arco di episodi, riusciva a fare innamorare persino uno come Pete Campbell, e ho detto Pete Campbell! Uno dei personaggi più insensibili e stronzi nella storia dei telefilm che però grazie all'amore di Alexis si trasformava del tutto e mostrava per la prima e unica volta un lato sensibile per lui del tutto inedito. Non è da tutte riuscire a sciogliere il cuore di uno così, quindi complimenti ad Alexis, e pure tu sei sempre molto affascinante, anche se ormai sei sulla soglia dei 50. Mi sa che riuscite a mantenervi in forma perché bevete un sacco, ma proprio un sacco di caffè, e quindi è normale che la notte non riusciate a dormire. Con tutto il caffè che consumate mi stupisco che riusciate a chiudere occhio per 5 minuti di fila. Visto che siete sempre sveglie e attive, bruciate un sacco di calorie più che con qualunque attività di fitness o di pilates e apparite sempre al top. Era questo che volevo dire quando ti ho detto che è un piacere rivederti dopo tutto questo tempo e poi era soltanto un modo di dire, giusto per rompere il ghiaccio.

"Non è mica vero che mangiamo un sacco..."
"E di certo non è vero che beviamo sempre caffè!"

Lauren Graham
Mi piace il ghiaccio, tu non me lo rompere!”.
Questa era una citazione, ma non so se l'hai capita. Ho letto il tuo blog e tu parli sempre male dei film action e questa era una frase tratta da un film action, quindi non so se l'hai colta. Probabilmente no. Sei troppo radical-chic per comprendere cose del genere.

Cannibal Kid
E invece certo che l'ho capita! È da L'ultimo boy scout. È vero che odio gli action, però Bruce Willis fa categoria a parte. Lui è un fuoriclasse. È uno che oltre a essere un action hero ha girato anche un sacco di cinema d'autore. Ha lavorato con Tarantino, De Palma, Soderbergh, Linklater, Shyamalan, Anderson e intendo Wes Anderson e non Paul W. S. Anderson quello di Resident Evil. Bruce Willis quindi è una mia grande influenza! La gente viene qui su Pensieri Cannibali e magari pensa che le mie principali fonti d'ispirazione siano Shakespeare, Hemingway, Dante, Einstein, Leonardo da Vinci o che so io? Io invece mi ispiro più che altro ai testi della canzoni di Britney Spears, ai monologhi di Macaulay Culkin in Mamma, ho perso l'aereo e a voi Gilmore Girls. I vostri dialoghi ricchi di riferimenti alla cultura pop simili a quelli dei personaggi di Tarantino solo senza parolacce riescono a essere allo stesso tempo sia radical-chic che nazional-popolari e sembrano dei lunghi flussi di coscienza infiniti, solo non deprimenti come quelli di James Joyce ma anzi parecchio divertenti e quindi sono stati molto importanti per la mia formazione e ho scritto diversi post immaginandoli quasi come dei dialoghi o dei monologhi usciti dalla vostra serie e anche il titolo di questo post è molto nel vostro stile, visto che si tratta di una citazione di una nota canzone dei Thin Lizzy, “The Boys Are Back in Town”, solo resa in versione femminile, quindi è allo stesso tempo un riferimento alla pop-rock culture ed è pure un gesto femminista: due piccioni con una fava, come si suol dire, che poi perché si dice una cosa del genere? Boh, non l'ho mai capito.

Lauren Graham
Mai capito nemmeno io. In effetti comunque in Gilmore Girls parliamo un sacco, roba che al confronto i film di Woody Allen sembrano un convegno di monaci che hanno fatto voto del silenzio. Sai che è una cosa che non avevo mai notato?
Non so se nella vita di tutti i giorni esistano davvero persone che dialogano in maniera rapida come facciamo io e Rory o, se esistono, verrebbero considerate delle gran rompiscatole e verrebbero probabilmente accusate di stregoneria e messe al rogo. Non è infatti umano riuscire a parlare come facciamo noi per almeno 10 minuti di fila senza prendere fiato infilando una marea di riferimenti a film e/o serie tv e/o canzoni e/o libri che ci fanno apparire così intelligenti e ricercate e allo stesso tempo usarle dentro a conversazioni ordinarie, parlando del più e del meno. Se dietro di te non hai due sceneggiatori come Amy Sherman-Palladino e suo marito Daniel Palladino che ti hanno scritto i discorsi è davvero difficile per qualcuno riuscire a parlare proprio così. Nella vita di tutti i giorni è più facile trovare persone che parlano come Luke, anche se gente che tiene sempre il cappellino in testa 24 ore su 24 come lui spero non ce ne siano molte, oppure come Jason Bourne, ovvero persone che dicono due parole in croce e poi basta. Qualcuno potrà dire che nella nostra serie ci sono troppe parole e troppi dialoghi, però d'altra parte siamo state zitte per 9 lunghi anni e ora ci dobbiamo rifare. Gli autori Amy e Daniel in questi 9 anni hanno fatto anche altro, come la carinissima e sfortunata serie Bunheads, o A passo di danza come l'avete chiamata voi italiani con la vostra solita enorme fantasia, cancellata dopo appena una stagione e tra l'altro diverse attrici di quella serie fanno la loro comparsa pure nella nuova stagione di Gilmore Girls: A Year in the Life così come anche alcuni attori di Parenthood, però Amy e Daniel hanno pure avuto tutto il tempo per preparare questi nuovi episodi della nostra serie e dentro hanno voluto infilarci quante più idee e parole potevano. Certo che scrivere come fanno loro non è mica semplice. Fare lo sceneggiatore dei film di Jason Bourne, quello si che è fare soldi facili. Per scrivere i dialoghi di Matt Damon quanto tempo ci vuole?
Un quarto d'ora a film, a dire tanto. Per quanto riguarda le trame basta poi fare un copia e incolla da situazioni random prese dalle pellicole di James Bond o da un episodio a caso di 24 e il gioco è fatto. Fare lo sceneggiatore delle pellicole di Jason Bourne è in pratica l'equivalente hollywoodiano di avere un posto fisso statale in Italia. Non fai niente dal mattino alla sera e inoltre sai che avrai sempre un lavoro perché i film di Jason Bourne, pur non incassando quanto quelli della Marvel, i loro milioncini di dollari li portano sempre a casa e quindi la serie va avanti uguale. È come hai detto tu circa 6 ore fa, all'inizio della nostra conversazione: per rinnovarsi per bene a volte è meglio fermarsi, e poi magari ricominciare dopo qualche anno.

Cannibal Kid
Esatto, abbiamo parlato 6 ore, per ritornare punto e a capo. Fondamentalmente, sono state 6 ore in cui non è successo niente di nuovo, ma sono state 6 ore molto piacevoli. O almeno, per me lo sono state. Proprio come le 6 ore divise in quattro episodi da un'ora e mezzo l'uno passate in compagnia di voi Gilmore Girls. A Year in the Life non rappresenta una novità assoluta, d'altra parte è un revival, però ha alcune trovate fantastiche come il fidanzato di Rory che nessuno ricorda e com'è che si chiama? Boh, non lo ricordo. Ed è un tuffo divertente, a tratti malinconico e toccante, a tratti un po' kitsch e folle come nella parentesi musical o nella nottata di Rory con Logan e i suoi amici o nell'avventura simil-Wild, all'interno della cittadina di Stars Hollow, dove tutto è rimasto uguale e dove è bello tornare e farsi sommergere dalle vostre parole e rivedere tu e Alexis, e anche tutti gli altri, Paris/Liza Weil ad esempio è sempre amorevolmente e nevroticamente odiosa come anche in How to Get Away with Murder e Kirk/Sean Gunn con le sue trovate tipo Ooober e il suo secondo cortometraggio è ancora genialmente folle e Jess/Milo Ventimiglia fa un po' strano rivederlo qua ora che è in un'altra splendida serie come This Is Us con un personaggio parecchio diverso e Logan/Matt Czuchry è sempre così schifosamente ricco, mentre sembrano un po' più campate per aria le comparsate di Dean/Jared Padalecki, che dopo Una mamma per amica ha girato 12 miliardi di stagioni di Supernatural, e di Sookie/Melissa McCarthy, che è l'unica del cast ad aver davvero sfondato nel mondo del cinema e chi l'avrebbe detto che, tra tutti, la star di Hollywood sarebbe diventata proprio lei?
Riguardo a ciò che potrà succedere adesso non lo so. Se questo è il finale definitivo della serie, va bene così, visto che è stato doppiamente perfetto, quelle “final four words” comprese. Se invece decidete di tornare di nuovo, mi piacerebbe rivedervi presto, senza magari dover aspettare altri 9 anni, però nemmeno tutti gli anni, perché poi diventerebbe una cosa ripetitiva. Facciamo che ci rivediamo tra 5 anni, okay Lorelai... volevo dire Lauren?

Lauren Graham
Va bene, Cannibal. E cerca di essere più stringato ed essenziale nei tuoi dialoghi, perché così – scusa se te lo dico – sei davvero logorroico. Bla bla bla, mamma mia, quanto parli! Non so davvero da chi tu possa aver imparato...
(voto 8-/10)


"Hey mamma, sai quali sarebbero state le final four words davvero perfette?"
"No, quali?"
"Stai un po' zitta."

Capitan Schettino, prendi esempio dal Capitan Sully invece che dal Capitan Uncino

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Sully
(USA 2016)
Regia: Clint Eastwood
Sceneggiatura: Todd Komarnicki
Ispirato al libro: Highest Duty: My Search for What Really Matters di Chesley Sullenberger e Jeffrey Zaslow
Cast: Tom Hanks, Aaron Eckhart, Laura Linney, Mike O'Malley, Anna Gunn, Sam Huntington, Autumn Reeser, Max Adler, Michael Rapaport
Genere: miracolato
Se ti piace guarda anche: Flight, United 93, Snowden


Non mi sono mai piaciuti i Capitani, da Capitan Findus ai "capitani coraggiosi" Claudio Baglioni e Gianni Morandi.
Non reggo i film sugli American Heroes.
Non mi fanno impazzire le pellicole tratte da eventi di cronaca vera, soprattutto recenti.
Non sono un fan di Clint Eastwood.
Mai sopportato Tom Hanks.

Partendo da delle basi del genere, le premesse per un disastro c'erano tutte. Non un disastro aereo, ma qualcosa di persino peggiore: un disastro cinematografico.
Se fosse stata una simulazione di visione, la stroncatura sarebbe stata assicurata. Il voto era già pronto: 4/10, lo stesso dell'ultimo terrificante film di Clint Eastwood, American Sniper. Una pellicola controversa che ha molto diviso e che può essere vista e interpretata nella maniera che si preferisce. Per me si tratta di una delle peggiori robacce propagandistiche pro-guerra mai girate, nonché un innalzamento del tutto fuori luogo a eroe di quello che per me è invece stato solo un assassino psicopatico. Ripeto: punto di vista del tutto personale e discutibile. Per qualcuno ad esempio è addirittura un film pacifista, a testimonianza di come un'opera artistica, una volta che viene data in pasto al pubblico, può essere letta nei modi più disparati possibili e sfugga al controllo del suo stesso autore. Come un pilota alle prese con un aereo che ha i motori fuori uso.

"Ora so come si sente un pilota Ryanair ogni giorno della sua vita..."

A ciò aggiungiamo il fatto che Sully racconta una storia parecchio simile a quella di American Sniper, visto che parla della tormentata figura di un eroe, o presunto tale, ammeregano. C'è giusto una “piccola” differenza. Chris Kyle era un cecchino che ha fatto fuori centinaia di persone, donne e bambini compresi, in nome di una guerra che la Storia ha dimostrato essere stata del tutto inventata dai signori Bush & Blair e lui si è limitato a premere il grilletto, seguendo gli ordini come una pecora.
Il Capitano Chesley Sullenberger soprannominato Sully ha invece salvato la vita a 155 persone, se stesso compreso, con il miracoloso atterraggio sul fiume Hudson. E questo non è uno spoiler visto che, oltre a essere un fatto di cronaca ampiamente noto, è subito specificato all'inizio del film.

"Tranquilli, stiamo per atterrare su un fiume. Ma a parte questo procede tutto nella norma!"

Sully inoltre non si è comportato da pecora. Non ha seguito passivamente le norme previste in caso di un incidente aereo come quello. Ha invece scelto di ragionare con la sua testa, azzardando un atterraggio, o meglio ammaraggio (o forse sarebbe più corretto dire affiumaggio?) tanto folle quanto riuscito. Oltre a ciò, Sully si è comportato da vero Capitano, visto che non ha abbandonato il suo aereo fino a che non si è accertato che tutti i passeggeri fossero in salvo. Schettino, prendi appunti.

Sully può essere considerato un eroe, oppure con il suo atterraggio assurdo ha messo in maniera immotivata a rischio la vita di oltre 100 persone?

"Se mi sento un eroe? Me la sono appena fatta addosso, forse è meglio che me lo chieda in un altro momento..."

È intorno a questo interrogativo che viaggia la pellicola di Clint Eastwood e, almeno per i primi 40 molto intensi minuti, lo fa ad alta quota. Nella prima parte il film tiene con il fiato sospeso, per quanto la storia raccontata sia già conosciuta, e riesce anche a sorprendere con qualche inserto visionario e una bella atmosfera da thriller psicologico che mi ha ricordato non poco Flight, il sottovalutato film di Robert Zemeckis con Denzel Washington.

Nella seconda parte Sully perde invece gradualmente quota e diventa un filo ripetitivo nella sua ricostruzione minuziosa (persino troppo) di quanto accaduto. Nonostante ciò, Clint Eastwood, con l'aiuto del co-pilota Tom Hanks qui più convincente del solito, dall'alto della sua esperienza e professionalità fa proprio come il protagonista, il Capitano mio Capitano Chesley Sullenberger, e porta lo spettatore a destinazione sano e salvo. Senza andarsi a schiantare come invece aveva fatto con il precedente American Sniper.

"Quel Cannibal Kid se lo prendo gli faccio un culo così."
"Mettiti in fila, Clint, ci sono prima io!"

Com'è possibile che un film del genere, pur con i suoi limiti e con la sua eccessiva classicità, mi sia tutto sommato piaciuto?
Il fatto è che questa non è una simulazione. Non è una semplice addizione in cui una serie di elementi (almeno per me) negativi messi insieme portano in maniera matematica a un risultato negativo. Questa è una pellicola da vivere sulla propria pelle e, nel corso della visione, entrano in gioco degli altri fattori. Entra in gioco la dannata componente umana. Quella che non può essere spiegata con la logica. Per quanto retorico e patriottico, Sully mi ha emozionato, e questa non è una cosa che capita con tutti i film. Maledette emozioni!
(voto 7/10)

È solo la fine del cinema

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Commedie natalizie, pellicole autoriali applaudite ai festival cinematografici, film italiani e persino un horror.
C'è un po' di tutto in arrivo nelle sale italiane nel corso di questo weekend lungo dell'Immacolata.
Pronti per vedere le cose belle e quelle brutte in arrivo nei cinema insieme ai due peggiori blogger di tutti i tempi, ovvero me e ancor di più Mr. James Ford?

Captain Fantastic
Captain Fordastic vestito con il suo abito più elegante, accompagnato da alcuni dei suoi figli.

Cannibal dice: Film che ho già visto, ma di cui non ho ancora parlato. Considerando che tra poco sarà tempo di concentrarsi sulle classifiche di fine 2016, potrei anche non riuscire a scrivere mai un post al riguardo. Dopo che il poco fantastic Ford ne ha già parlato molto bene, inoltre, mi è passata del tutto la voglia di prepararlo, visto che è piaciuto pure a me. Purtroppo.
Ford dice: film che ho già visto e postato, molto fordiano e molto indie - nel senso buono del termine - che è stato anche ospitato come header del Saloon il mese scorso. Inutile dire che, oltre a mettere d'accordo il sottoscritto e Cannibal - cosa più unica che rara -, si tratta di uno dei film più belli dell'anno, dunque va visto e rivisto.

È solo la fine del mondo
"Ford e Cannibal continuano a tenere una rubrica insieme? Ma questo è un segno che la fine del mondo è sempre più vicina..."

Cannibal dice: Xavier Dolan è il giovane regista più interessante oggi in circolazione e ha firmato un paio di miei cult personali assoluti come Mommy e Les amours imaginaires. Va anche detto che è un po' discontinuo e forse persino troppo prolifico, però il suo nuovo film promette parecchio bene. Giusto uno zozzone del cinema come Ford può ancora ignorare un autore del genere. Ma d'altra parte dove ci sono dei giovani, e per di più di talento, è normale che lui sia assente.
Ford dice: Dolan, celebrato in tutto il mondo ed in tutta la blogosfera, è a detta di chiunque il giovane fenomeno del Cinema mondiale. Un po' per timore di rimanere deluso, un pò per caso, non ho ancora visto neanche un film del ragazzo. Che sia questa la prima volta? Staremo a vedere.

Una vita da gatto
Cat-niss Kid controlla il suo blog insieme alla sua gatta Birba.

Cannibal dice: Film che da bravo gattaro che si rispetti, mica come quel finto animalista e in realtà solo animale di Ford, ho già visto. A breve il miao... volevo dire il mio parere.
Ford dice: nonostante viva ogni giorno con quelle due bestie dei miei gatti, quasi più rompipalle di Cannibal Kid, la voglia di buttarmi in questa visione è assolutamente sotto zero, considerati gli ultimi recuperi che vorrei fare in vista delle classifiche di fine anno. Salto agile e felino e senza voltarmi indietro.

Babbo bastardo 2
"Fordino, cosa vuoi che ti porti quest'anno?"
"Un nuovo papà, ti prego!"

Cannibal dice: Pur essendo un fan delle pellicole poco politically correct, il primo Babbo bastardo, anche se mi aveva strappato qualche risata, non si era trasformato in un mio cult come avrei sperato. Chissà se questo sequel era davvero necessario, soprattutto ora che, dopo la doppia paternità, c'è in giro un altro e ben più temibile Babbo bastardo, ovvero Babbo Ford?
Ford dice: stranamente, nonostante avesse tutte le carte in tavola per conquistarmi, il primo Babbo Bastardo non mi aveva particolarmente colpito. La mia necessità, dunque, di un sequel è la stessa che ho di leggere ogni giorno un nuovo sproloquio del mio rivale. Molto, molto bassa.

La festa prima delle feste
Questa è la fine che si fa quando si bevono troppi White Russian.
E non si ha più l'età per reggerli.

Cannibal dice: Commedia con Jennifer Aniston che dal trailer promette di essere una cacchiata enorme, per non dire di peggio, ma una cacchiata stupidamente divertente. Più che Babbo bastardo 2 o qualche smielato film bambinaro consigliato da White Russian, quest'anno la mia commedia natalizia, se proprio devo averne una, mi sa che potrebbe rivelarsi questa.
Ford dice: commediola da due soldi per le feste comunque preferibile ai nostri Cinepanettoni, che comunque non penso prenderò in considerazione, in vista dei già citati recuperi da classificoni. Lascio il pacco volentieri insieme al carbone a Bambino Kid.

Shut In
"7 giorni."
"Oh ciao, Samara, sei tu? Era da tanto che non mi chiamavi. Mi sei mancata!"

Cannibal dice: Thriller-horrorino con Naomi Watts e il giovanissimo Jacob Tremblay che pare più un fondo di magazzino, che un nuovo potenziale cult alla The Ring. Una visione comunque non mi sento di escluderla. A Ford invece, più che Shut In, consiglio: Shut Up!
Ford dice: horror che si rivelerà di fattura non proprio esaltante ripescato, a mio parere, grazie alla presenza di Jacob Tremblay, che ormai sta diventando il nuovo riferimento per i ruoli da bambino inquietante.
Cercherò di evitarlo, e come regalo di natale di rinchiudere Cannibal da qualche parte. Come in un baule da gettare sul fondo dell'oceano.

Robinù
"Siete liberi di non vedere il nostro film. Se però un giorno vi trovate Genny Savastano in casa, non lamentatevi..."

Cannibal dice: Ecco il docufilm diretto da Michele Santoro sui baby-boss della camorra. Potrebbe essere una specie di versione più documentaristica di Gomorra? E, nel caso Ford lo bocciasse, potrebbe essere una visione davvero interessante?
Ford dice: documentario che sulla carta potrebbe anche essere interessante, se solo non detestassi Santoro e non avessi l'impressione che si tratti solo di una cosa "troppo italiana". Settimana grama, questa. Pare quasi abbia messo mano alla distribuzione Cannibal.

Non c'è più religione
"Ho vinto un viaggio insieme a Ford? Posso cederlo a Cannibal Kid?"

Cannibal dice: Purtroppo per Padre Ford, amante delle pellicole su preti & suore, non c'è più religione. Non sarebbe male se non ci fossero più anche film con Claudio Bisio sull'Italia di oggi, ma adesso non è che si possa chiedere troppo. A Dio, Babbo Natale, al genio della lampada o a chiunque altro esprimiate i vostri desideri.
Ford dice: e in tema di cose "troppo italiane", ecco l'ennesima pellicola che snobberò questa settimana. Deve esserci per forza lo zampino di Cannibal.

Inferno: mai titolo fu più azzeccato

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Inferno
(USA, Ungheria 2016)
Regia: Ron Howard
Sceneggiatura: David Koepp
Tratto dal romanzo: Inferno di Dan Brown
Cast: Tom Hanks, Felicity Jones, Ben Foster, Omar Sy, Sidse Babett Knudsen, Irrfan Khan, Ana Ularu, Fortunato Cerlino, Francesca Inaudi
Genere: pestilenziale
Se ti piace guarda anche: Il codice da Vinci, Angeli e demoni

Ci sono troppe persone nel mondo. Per risolvere il problema della sovrappopolazione, che nel giro di qualche decennio potrebbe portare all'estinzione dell'intera razza umana, una soluzione potrebbe essere quella di diffondere un nuovo virus della peste.
Fermi! Non denunciatemi! Non sono io a dirlo, ma uno ancora più psicopatico di me, un personaggio di Inferno: Bertrand Zobrist, uno scienziato transumanista (attenzione, Lapo: non ho detto transessuale) e fanatico di Dante. Un segno che leggere troppo la Divina Commedia può far male, capito Benigni?


Ci sono troppe persone nel mondo?
Può darsi, ma di certo ci sono anche troppi film nel mondo. Troppi film inutili, come questo Inferno. Se Il codice da Vinci riusciva a essere una pellicolona commerciale di solido intrattenimento anche per chi non è un patito del genere come me, questo nuovo lavoro tratto da un lavoro di Dan Brown con protagonista l'odioso professorone Robert Langdon dopo Angeli e demoni (che mi ero perso) non riesce a ripetere l'impresa. Inferno è lungo, lento, noioso, pesante.

A parte questi “piccoli” dettagli, quali sono gli altri problemi del film?
Sarebbe più veloce dire cosa funziona, ma qui siamo all'Inferno, mica in Paradiso, quindi le cose gradevoli sono bandite.
A non funzionare è soprattutto la regia. Non sono mai stato un fan di Ron Howard, però qui ha confermato in pieno il mio peggior timore su di lui, ovvero il fatto che non solo è un mestierante, cosa credo difficile da negare, ma è pure un mestierante molto mediocre. Inferno è privo di ritmo, ha una visione dell'Italia, in cui è ambientata buona parte della vicenda, parecchio stereotipata non solo per i luoghi comuni presenti, ma pure per le riprese da cartolina turistica del regista ammeregano. La solita visione hollywoodiana del nostro paese, mista a uno stile visivo che ricorda le fiction Rai. Quest'anno ne ho viste parecchie, e quindi so di cosa parlo. Va inoltre detto che alcune fiction Rai sono girate molto meglio di 'sta roba, su tutte Rocco Schiavone.

Per la serie #mainagioia, persino il prestigioso cast messo in campo da Ron Howard delude assai. Su Tom Hanks non è che riponessi molte aspettative però, dopo la prova a quota piuttosto alta in Sully, speravo in qualcosa di meglio. Invece qui è persino più bolso del solito, come se lui per primo fosse stanco del personaggio di Robert Langdon, figuriamoci noi spettatori.


Ben poco in parte pure Omar Sy, il “quasi amico” che, con quella faccia da tipo buono e simpatico che si ritrova, non è tagliato per fare il cattivone e di certo il doppiaggio italiano con quel finto accento francese non aiuta.


Male pure Ben Foster, sottovalutato attore che di solito adoro, qui quasi ridicolo nei panni del citato pesticida Bertrand Zobrist.


La grande delusione è però soprattutto Felicity Jones, strepitosa in La teoria del tutto e che qui appare un pesce fuor d'acqua. Segno che le grandi produzioni commerciali, se non altro quelle girate senza ispirazione ma solo per soldi come questa, tendono ad appiattire tutto, persino il talento di un'attrice tanto promettente. Adesso c'è da temere pure per Rogue One: A Star Wars Story anche se, almeno a guardare dai trailer, la performance della Jones sembra poter essere ben più convincente.


In un piccolo ruolo c'è pure il nostro Fortunato Cerlino che ormai, in ogni produzione internazionale ambientata in Italia che si rispetti, viene convocato. Peccato che, quando non fa Pietro Savastano, sembri davvero una pippa. Colpa sua, o colpa delle misere particine che gli concedono?


L'unica ad apparire in parte dell'intero cast internazionale è allora Sidse Babett Knudsen, attrice danese dal nome impronunciabile già vista anche nella serie Westworld che si candida a essere la prima scelta del cinema mondiale da qui ai prossimi anni per le parti della donna di mezza età affascinante e anche un filo ambigua. Isabelle Huppert permettendo.

"Cannibal in questo film ha preferito me a Felicity Jones???
Sono sotto shock!"

Sidse Babett Knudsen – che fatica dirlo di nuovo! – è una nota positiva della pellicola e poi...
Poi basta, non me ne vengono in mente altre. Per il resto sono due ore infernali in cui la sola idea di sceneggiatura sembra essere quella di infilare un inseguimento dietro l'altro – e a mio parere gli inseguimenti sono la morte del cinema, Mad Max: Fury Road escluso – all'interno di una trama che è la solita rimescolatura apocalittica già vista e stravista, con qualche riferimento culturale random soprattutto a Dante, e in cui viene trattato in maniera molto superficiale e poco approfondita il tema della sovrappopooo po po po po pooo pooopolazione. Un argomento affrontato altrove in modo ben più efficace, come nel libro Libertà di Jonathan Franzen e nella serie britannica Utopia. E così pure io ho messo dentro un paio di riferimenti culturali random che fanno molto Dan Brown.

"Guarda, Felicity, questo è un antico cimelio appartenuto prima a Dante Alighieri e poi a Leonardo da Vinci."
"Tom, veramente questo è un soprammobile che ho comprato ieri all'IKEA!"

A risvegliare l'interesse a un certo punto c'è un colpo di scena, che non vi svelo. Peccato che sia giocato troppo in anticipo, a metà film, e per tutta la seconda parte non succeda più altro di rilevante, o in grado di risvegliare l'attenzione. Dico solo che c'ho messo ben quattro giorni, tra un appisolamento e l'altro, per portare a termine l'intera visione.

"Inferno ha fatto addormentare persino me."

È stata insomma un'esperienza davvero... infernale. Tra tanti difetti, almeno non si può accusare questa pellicola di non essere coerente con il suo titolo.
(voto 4/10)

La miao vita da gatto

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Una vita da gatto
(Francia, Cina 2016)
Titolo originale: Nine Lives
Regia: Barry Sonnenfeld
Sceneggiatura: Gwyn Lurie, Matt Allen, Caleb Wilson, Dan Antoniazzi, Ben Shiffrin
Cast: Kevin Spacey, Jennifer Garner, Malina Weissman, Christopher Walken, Robbie Amell, Mark Consuelos, Cheryl Hines
Genere: felino
Se ti piace guarda anche: Senti chi parla, Beethoven

Miao, mi state leggendo?
Sul serio ci riuscite?
Questa sì che è una gattata pazzesca! Sono anni che provo a prendere il possesso del blog del miao padrone, ma finora non ero mai riuscita a farmi capire. Io scrivevo in italiano, ma tutto quello che usciva per voi stupidi umani erano solo dei “Miao, miaoooo, miaoooooooo”.
Adesso finalmente riesco a scrivere in un italiano comprensibile come il mio padrone, anzi molto meglio del mio padrone, sarà per via di qualche specie di incantesimo scattato alla visione di Una vita da gatto, in originale intitolato in maniera ben più azzeccata Nine Lives, il film in cui Kevin Spacey in seguito a un incidente finisce dentro il corpo di un gatto.


Hey, un momento! Io ora sono finita dentro il corpo di un uomo. È per questo che riesco a scrivere! Ho le mani da umano, anziché delle zampe pelose. Chissà com'è il resto del mio aspetto?
Vado a vedermi allo specchio.

Uffa, sono finito dentro il corpo del mio padrone, Cannibal Kid. Non potevo finire dentro il corpo – chessò? - di Ryan Reynolds (come capita a Ben Kingsley in Self/less), o di Ryan Gosling o comunque di qualcuno di nome Ryan?


Miao, va beh. Se non altro ne approfitto per scrivere su Pensieri Cannibali, così alzo un po' il livello di questo blog sempre più allo sbando, anche se devo dire che il film di cui vi parlo oggi non è che sia poi cinematograficamente qualcosa di così eccelso. A dirla tutta, è una roba davvero animalesca e non lo dico in senso positivo, parola di gatto.

Una vita da gatto è la classica pellicola su un uomo cattivo ed egocentrico (no, non sto parlando del mio padrone Cannibal), interpretato da un Kevin Spacey che sembra fare il verso a se stesso e al suo cinico personaggio di Frank Underwood, con la differenza che qui, anziché trovarsi in House of Cards, si trova piuttosto dentro a un... House of Cats.

Miahahah, che battuta felina!


Spacey ha qui la parte di un miliardario ossessionato dall'impresa di erigere il grattacielo più alto del mondo. Con questa mania di grandezza deve forse compensare qualcosa?

In ogni caso, se ve lo stavate chiedendo, Kevin Spacey in versione felina non è così, o almeno non in questo film...


Ma così...

"Questo giornale è proprio scritto da cani! Cos'è, Libero?"


Come se fossimo dentro a un film con Adam Sandler stile Click – Cambia la tua vita con un click, non a caso di mezzo c'è sempre coinvolto il solito stralunato Christopher Walken, un giorno il miliardario si trova nel corpo del gattino che aveva comprato per la sua figlioletta in un raro impeto di umanità.
Impeto di umanità... questo sì che è saper scrivere, altroché Cannibal Kid dei miei stivali!


Questa situazione è resa ancora più assurda dal fatto che il personaggio interpretato da Kevin Spacey odia i gatti. Ve l'avevo detto che è una persona cattiva. Come si può odiare noi gatti? Siamo degli animali “leggermente” egocentrici, certo, però volete mettere con quei rompiscatole dei cani?
Sempre lì che hanno bisogno di qualcuno che li porti in giro a fare i loro bisogni. Per non parlare del fatto che abbaiano, mordono, puzzano e lo so che il mio potrà sembrare un discorso un pochino razzista, però hey, sono un gatto. Vi aspettavate forse che potessi parlare bene dei cani. Sul serio?


Noi gatti siamo indipendenti, puliti, silenziosi e soprattutto abbiamo una dote unica: ci facciamo i cazzi nostri! Ogni tanto possiamo essere teneri e coccolosi e veniamo vicini a voi umani a farvi le fusa. Dopodiché viviamo la nostra vita in maniera separata da voi. Va bene dover dividere lo stesso tetto, però ognuno fa le proprie cose. Questo purtroppo è un aspetto che non emerge più di tanto nel film, realizzato attraverso un punto di vista troppo umano. E questo è un suo difetto non da poco. Una vita da gatto inoltre è una commediola famigliare che non fa granché ridere, sa di già visto e stravisto, ha una sceneggiatura banalotta nonostante sia stata scritta da un branco di ben 5 umani, e ha un finale persino più assurdo di quanto era lecito prevedere, però se siete anche voi gattari come il mio padrone Cannibal Kid, non riuscirete a detestarlo del tutto.

Per quanto mi riguarda comunque io sogno, anzi pretendo, una pellicola che racconti la vita di noi felini in maniera più realistica e cinematograficamente potente, senza tutte quelle gag sceme con gli animali che fanno cose stupide e buffe, ma soprattutto cose stupide. Vorrei un film in grado di fare con la rappresentazione dei gatti quello che Christopher Nolan con Il cavaliere oscuro è riuscito a fare nei confronti dei supereroi.
È forse chiedere troppo a voi inutili umani?

Un miao, o meglio un graffio di addio,
Birba
(voto 5/10)

Cotta adolescenziale 2016 – La top 10

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La "bella del paese" in versione Pensieri Cannibali.
È così che può essere riassunto il prestigioso riconoscimento Cotta adolescenziale, che tradizionalmente apre la stagione dei premi di fine anno su questo blog.
Un riconoscimento all'insegna della bellezza, del glamour, o più semplicemente della gnoccaggine.

Quali sono le due donne che più hanno affascinato il titolare di questo blog, Mr. Cannibal Kid, nel corso degli ultimi 12 mesi?
Andiamo subito a scoprirlo che tanto le parole nelle classifiche di fine annata, soprattutto di questa, non le legge nessuno e stanno tutti a guardare soltanto le figure.

Prima comunque ancora una cosa, l'elenco delle vincitrici delle passate edizioni:


Cotta adolescenziale 2016 - La top 10 di Pensieri Cannibali


10. Virginia Raggi
(Roma 1978)
Il suo 2016:è stata eletta sindaco, anzi sindaca di Roma


No, questo non è il coming out politico di Cannibal Kid.
Io, così come il mio collega (si fa per dire) Enrico Mentana, preferisco non schierarmi politicamente da nessuna parte. O se non altro non lo dichiaro.
Per par condicio dico quindi che a sinistra mi farei Maria Elena Boschi e a destra il mio inconfessabile sogno erotico segreto è Mariastella Gelmini.
La mia politica preferita dell'anno, e intendo a un livello puramente fisico, è però lei, Virginia Raggi, la neo sindaca di Roma. La prima sindaca donna nella Storia di Roma. Me cojoni!



"Sono commossa per essere tra le Cotte adolescenziali di Pensieri Cannibali.
E' il riconoscimento più importante che abbia mai ricevuto, altroché fascia da sindaco!"


9. Tessa Thompson
(USA 1983)
Il suo 2016: il film Creed – Nato per combattere e la serie tv Westworld


Quest'anno Tessa Thompson si è segnalata in una doppia veste: tutta tenera e coccolosa e impossibile da non amare nel film Creed – Nato per combattere, e poi stronza e prepotente e impossibile da non odiare nella serie tv Westworld.
In entrambi i casi il risultato è stato comunque lo stesso: io l'ho adorata uguale.

"Un brindisi alla mia e a Pensieri Cannibali.
Ma soprattutto alla mia!"


8. Gal Gadot
(Israele 1985)
Il suo 2016: la parte di Wonder Woman in Batman v Superman: Dawn of Justice, più apparizioni nei film Codice 999 e Criminal


Visto che definirla una Wonder Woman sarebbe una cosa troppo banale, io rilancio definendola una Wonderbra Woman!

O forse è meglio di no. Qualcuno potrebbe considerarla una cosa sessista e poi Gal Gadot non è che abbia un seno così enorme e quindi Wonderbra Woman è una cazzata senza senso.
Diciamo allora, per quanto scontato possa essere, che Gal Gadot è proprio una bella Wonder Woman e chiudiamola qui prima di peggiorare ulteriormente la situazione.

"Ok, mi fa piacere essere in questa classifica, ma il premio in denaro quando mi arriva, eheh?"


7. Saoirse Ronan
(Irlanda, USA 1994)
Il suo 2016: il film Brooklyn


È la prima volta che Saoirse Ronan compare in una classifica delle Cotte adolescenziali. Perché prima non mi piaceva?
No, è solo che fino a non molto tempo fa era minorenne e quindi sarebbe stato un po' immorale, e forse pure un po' illegale, inserirla in lista.
Ora però che è ampiamente oltre i 18 anni e che la cotta per lei è riscattata, o meglio è riscottata grazie alla sua adorabile interpretazione nell'adorabile film Brooklyn, non ci sono più ostacoli che le impediscano di essere presente.
Ormai non fatevi quindi problemi a fare pensieri impuri su di lei. Ora nemmeno i giornalisti del caso Spotlight potranno più rompervi le scatole.

"Sono in classifica?
Evvai, che bello essere maggiorenni!"


6. Kendall Jenner
(USA 1995)
Il suo 2016: ha cazzeggiato in giro per sfilate ed eventi mondani 


Se la classifica l'avesse fatta Lapo Elkann adesso probabilmente ci trovereste Caitlyn Jenner. Io invece che sono più tradizionalista, almeno al suo confronto, preferisco sua figlia Kendall.
Chi è Kendall Jenner?
Beh, è una modella, è una celebrità dei reality show (esticazzi!) e poi appunto sua madre... volevo dire suo padre è Caitlyn Jenner, una delle sue sorellastre è Kim Kardashian, suo cognato è Kanye West, il padre delle sue sorellastre Robert Kardashian era l'avvocato e migliore amico di O.J. Simpson e insomma, se paragonati a loro gli Addams possono essere considerati una famigliola normale.
Inoltre e soprattutto, è una bella figliola ed è per questo che è presente in questa classifica. E pazienza se la campagna di intimo per Calvin Klein è la cosa artisticamente più rilevante che abbia mai fatto in vita sua.

Se non è arte questa...


5. Angela Sarafyan
(Armenia 1983)
Il suo 2016: la serie tv Westworld, il film La legge dei narcos


Ci sono due motivi in particolare per seguire la serie Westworld con grande interesse, a parte le spettacolari interpretazioni di Evan Rachel Wood e Thandie Newton.
La trama e i colpi di scena?

No. Il primo l'avete trovato in nona posizione e risponde al nome di Tessa Thompson.
Il secondo è Angela Sarafyan, un autentico angelo sceso in Terra dal fascino tanto particolare quanto magnetico.

"Com'è che, da quando sono arrivata io, Cannibal Kid ha cominciato a interessarsi al vecchio West?"


4. Margot Robbie
(Australia 1990)
Il suo 2016: i film Suicide Squad, The Legend of Tarzan e Whiskey Tango Foxtrot, più un cameo in La grande scommessa


C'è a chi Margot Robbie non piace. C'è chi la considera troppo la classica bionda bellona perfettona.
Certo che c'è gente che non si accontenta mai di niente e io sono contento di non essere al Governo perché è davvero impossibile mettere d'accordo tutti. Se non ci riesce Margot Robbie, chi può?

In ogni caso Margot Robbie può piacere o non piacere, anche se in quest'ultimo caso vi consiglio una visita dall'oculista, che male non vi fa.
Margot Robbie in versione Harley Quinn però è qualcosa che va oltre ogni più rosea fantasia sessuale. Non può non piacere. E se proprio non vi piace, l'unico consiglio è quello di farvi vedere. Non da un oculista, ma da un esorcista.



3. Alessandra Mastronardi
(Italia 1986)
Il suo 2016: la serie L'allieva, il film Life e lo spot Nespresso con George Clooney


Viva la bernarda e viva l'Alessandra Mastronarda!

Sono stato troppo volgare?
Ma perché? Non mi risulta che Mastronarda sia un termine volgare.
Strano comunque notare come i gusti col tempo possano cambiare. Io ad esempio lei non l'avevo mai cagata di striscio sopportata e invece quest'anno, guardandola nella thriller-medical-soap-fiction di Rai 1 L'allieva, con colpevole ritardo è infine scattata la cotta adolescenziale nei suoi confronti. Meglio tardi che mai.

"Ecco cosa ti sei perso in tutti questi anni a non guardare I Cesaroni, stupido Cannibal!"


2. Emilia Clarke
(Inghilterra 1986)
Il suo 2016: la serie Game of Thrones, il film Io prima di te


Io amo tutto di Emilia Clarke: amo la sua dolcezza con i draghi, amo la sua capacità di passare dal ruolo di una donna potente che incute timore in Game of Thrones a quella di una tipa goffa che ispira tenerezza in Io prima di te, amo la sua altezza, o meglio la sua bassezza, e sì, amo anche quelle sue assurde sopracciglione!


1. Brie Larson
(USA 1989)
Il suo 2016: premio Oscar di miglior attrice protagonista per Room


Un film come Room non è stata proprio l'occasione ideale per mostrare il suo fascino. Lì più che altro ha messo in evidenza il suo talento recitativo. Brie Larson si è però poi presentata in tutta la sua bellezza alla cerimonia degli Oscar, dove ha ritirato la meritata statuetta dorata, e in altri red carpet ed eventi mondani.
Brava e bella, cosa chiedere di più? Che sia anche dolce e simpatica?
Hey, a vederla agli Oscar insieme al piccolo Jacob Tremblay, sembrerebbe anche quello.


E allora quest'anno il primo posto nelle classifica delle Cotte adolescenziali non glielo leva proprio nessuna.

"Ci rivediamo il prossimo anno.
Sempre se quel dannato Cannibale non decide come al solito di escludere dalle nuove classifiche le vincitrici delle passate annate..."

La casa dei filmazzi speciali

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Il Natale si avvicina, per la gioia di tutti i Babbi Fordali di questo mondo e per lo sconforto degli Scrooge come me.
Anche perché, al di là di luci, addobbi e insopportabili canzoncine, le feste invernali portano anche un carico di film non proprio esaltanti. Quest'anno però, insieme ai cinepanettoni che provano (spero senza riuscirci) a tornare di moda, c'è anche qualche pellicola che potrebbe rivelarsi niente male.
Vediamo allora qui sotto cosa sta per arrivare questa settimana nelle sale italiane...

Rogue One: A Star Wars Story
"Chissà se in questo film si scoprirà che Ford Vader in realtà è il padre di Kid Skywalker?"
"Con tutti i figli che ha quello in giro quello per la galassia, niente di più probabile!"

Cannibal dice: L'anno scorso Star Wars: Il risveglio della Forza si era rivelato una delle sorprese più piacevoli e clamorose, almeno per quanto mi riguarda. Da non fan della saga di Guerre stellari, inaspettatamente mi aveva gasato parecchio e, almeno a giudicare dai primi trailer, pure questo film spin-off con Felicity Jones non sembra niente male. Che la Forza sia con me e non con Ford (intendo James, non Harrison)!
Ford dice: sono da sempre un fan di Star Wars, e lo scorso anno in questo periodo Il risveglio della Forza si impose come una delle sorprese più belle della stagione. Onestamente, pur rischiando di essere ancora d'accordo con Peppa, spero possa essere lo stesso con Rogue One.

Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali
"Non vedo l'ora di sparare a Ford nel deretano!"

Cannibal dice: Il nuovo film di Tim Burton l'ho già visto e presto ne parlerò. Nel frattempo comincio a sconsigliarlo a Ford, che non è né un ragazzo (se mai lo è stato, lo è stato un secolo fa), né tanto meno è speciale.
Ford dice: Burton, da qualche anno a questa parte, pare l'ombra del mitico autore che negli anni novanta incantava una generazione. A breve vedrò anche questo, anche se l'hype è sotto le scarpe neanche fosse stato acclamato come il film dell'anno da Cannibal.
Alla peggio, voleranno bottigliate.

The Birth of a Nation – Il risveglio di un popolo
"ABBASSO IL WHITE POWER!"
"SÌ, E ABBASSO ANCHE WHITE RUSSIAN!"

Cannibal dice: Pellicola trionfatrice all'ultimo Sundance Film Festival, sembrava lanciata verso i prossimi Oscar. Peccato che, durante la promozione del film, è uscita la storia di un presunto stupro che il regista e protagonista Nate Parker avrebbe commesso quando era al college e così all'improvviso si è parlato più di quello che non della pellicola. Questo The Birth of a Nation resta comunque un lavoro molto ma molto promettente e speriamo si torni a discuterne per le sue qualità cinematografiche e non per altro, come fa sempre quel gossipparo di Ford.
Ford dice: si dice un gran bene di questo film, e un po' meno del suo regista. Un po' come Ford e Cannibal. Personalmente, a prescindere da come finiranno le vicende giudiziarie di Nate Parker, sono curioso. Cinematograficamente, almeno.

Fuga da Reuma Park
Aldo, Giovanni e Giacomo tutti e tre impegnati a imitare il vecchio Ford.

Cannibal dice: Una volta Aldo, Giovanni e Giacomo facevano ridere, e pure parecchio. Una volta, tanto ma tanto tempo fa, quando Ford era ancora un giovanotto di belle speranze.
Adesso invece il trailer di questo Fuga da Reuma Park (il parco fondato dal mio blogger rivale) è così sconfortante che per tirarmi su il morale sono stato persino tentato di andare a leggermi White Russian.
Ford dice: all'inizio della loro carriera, Aldo, Giovanni e Giacomo erano tra i miei preferiti nel panorama italiano. Penso che cose come Chiedimi se sono felice siano piccole perle, ma ormai da una quindicina d'anni i tre si sono seduti sui fasti di un tempo finendo per sfornare cose sempre più tristi. Questo Fuga da Reuma Park già dal trailer pare tristissimo.
Talmente triste che perfino i presunti titoli radical esaltati da Cannibal paiono una botta di vita.

Poveri ma ricchi
"Riprese finite!
E mo' non mi resta che pregare che Ford e Cannibal non mi massacrino troppo."

Cannibal dice: A sorpresa, il trailer di Poveri ma ricchi non m'è sembrato nemmeno troppo 'na poracciata. Un pochino sì, ma il giusto. I film di Fausto Brizzi poi sono un mio guilty pleasure italico e De Sica, quando non lavora con Boldi, non è nemmeno troppo terribile, si veda anche la sua partecipazione alla serie Mozart in the Jungle. Se proprio devo mangiare un cinepanettone italiano, quindi, punterei su questo. Se proprio devo, ho detto.
Ford dice: bastano due parole. Cinepanettone italiano. E salto dritto dritto al nuovo anno.

Natale a Londra – Dio salvi la Regina
Ford e famiglia riuniti per la tradizionale visione del cinepanettone annuale.

Cannibal dice: Lillo & Greg, ovvero l'unica coppia al mondo meno comica di Kid & Ford, si sono recati in Inghilterra in compagnia di Paolo Ruffini?
Te credo che poi quelli hanno votato per la Brexit!
Dio salvi la Regina, e soprattutto salvi chi avrà il coraggio di vedere questo film.
Ford dice: Cinepanettone italiano numero due. Secondo salto al nuovo anno.

Aquarius
"Lo sapevo che il tanto atteso faccia a faccia tra Ford e Cannibal sarebbe finito così..."

Cannibal dice: Pellicola brasiliana che mi pare sia stata abbastanza osannata dalla critica internazionale, sarà una radical-chiccata di quelle che piacciono a me, oppure una di quelle cose pretenziose e inconcludenti che tanto piacciono al losco figuro che scrive su White Russian?
Ford dice: pellicola brasiliana che mi pare sia stata abbastanza osannata dalla critica internazionale: sarà una radicalchiccata di quelle che piacciono al Cannibale, ovvero una schifezza atomica, o uno dei veri film d'autore segnalati dal sottoscritto?

Men of the Year 2016 – La top 10 di Pensieri Cannibali

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C'è una cosa che tutto il mondo si stava chiedendo in questi giorni.
Dopo essere stato eletto Presidente degli Stati Uniti e scelto come Person of the Year dal prestigioso Time magazine, Donald Trump sarebbe comparso anche nella classifica dei Men of the Year 2016 di Pensieri Cannibali?
La risposta al quesito che stava tenendo milioni, forse miliardi di persone con il fiato sospeso è...

Assolutamente no, fanculo Trump!

Nell'elenco degli uomini dell'anno di Pensieri Cannibali comunque i nomi discussi e discutibili non mancano. Scoprite chi è riuscito a finire nella lista, subito dopo aver ricordato i vincitori delle annate passate.



Men of the Year 2016 - La Top 10 di Pensieri Cannibali




10. Lapo Elkann
(New York 1977)
Il suo 2016: si è rapito da solo

Lo sceneggiatore dell'anno.
Lapo Elkann è stato non solo protagonista, ma anche ideatore della storia più incredibile del 2016. Una roba che non si è mai vista manco in Fargo, né il film né la serie tv.
Il rampollo Agnelli ha deciso di andare a New York a passare un tranquillo Giorno del Ringraziamento. Si è così rinchiuso in un appartamento in compagnia di una escort transgender, per un festino privato a base di sesso e droga. Una volta finiti i soldi della paghetta, Lapo ha un'intuizione geniale: fingere il suo rapimento. Ciliegina sulla torta numero 1: manco si trovasse a Chi vuol essere milionario?, chiede l'aiuto da casa telefonando lui stesso, scordandosi che non si è mai visto un ricatto richiesto dal ricattato anziché dal ricattatore.
Ciliegina sulla torta numero 2: chiede appena 10 mila dollari, forse dimenticando che li sta chiedendo a una delle famiglie più ricche d'Italia. Forse dimenticando pure che è la sua, di famiglia.
Adesso rischia di passare qualche tempo in galera per falsa denuncia, e negli Usa su queste cose non scherzano troppo.
Una volta uscito, per lui si potrebbero spalancare le porte di Hollywood: idee come quelle che ha avuto lui, fior fior di sceneggiatori se le sognano.



9. Checco Zalone
(Italia 1977)
Il suo 2016: il film campione d'incassi Quo vado?

Il re del cinema italiano?
Ehm, forse no.
Il re del box-office italiano?
Quello sì. Il suo ultimo film Quo vado? è stato il maggiore incasso nei nostri cinema del 2016, e il secondo di tutti i tempi, giusto a un passo dal record assoluto di Avatar.
Alla faccia di critici e snob, Checco Zalone in Italia ha oggi come oggi un consenso senza pari.
E se adesso si candidasse in politica?


8. Manuel Agnelli
(Italia 1966)
Il suo 2016: l'album “Folfiri o folfox” con gli Afterhours, la partecipazione come giudice a X Factor
"Sono tra i Men of the Year di Pensieri Cannibali?
Ammazza, che onore!"

Il secondo Agnelli presente in questa classifica.
Hey, mi avranno mica ricattato?

Può essere. In ogni caso Manuel Agnelli quest'anno innanzitutto ha tirato fuori un grande disco con i suoi Afterhours, “Folfiri o folfox”. Dopodiché si è messo pure a fare il giudice e coach a X Factor. Una decisione che è stata molto criticata dal popolo indie, ma che alla fine si è rivelata azzeccata, visto che Manuel Agnelli è stato tra i personaggi televisivi dell'anno. Senza nemmeno sputtanarsi troppo.
Certo, c'è il rischio che le nuove generazioni lo conoscano più come personalità tv che non come cantante e musicista, però sempre meglio che non essere conosciuto del tutto, no?



7. Jacob Tremblay
(Canada 2006)
Il suo 2016: i film Room, Somnia e Shut In, più un'apparizione nella serie tv The Last Man on Earth

Più che il man of the year, Jacob Tremblay è il...
child of the year.

"Gimme five!"


6. Nick Cave
(Australia 1957)
Il suo 2016: l'album Skeleton Tree con i Bad Seeds, il docufilm One More Time with Feeling, la colonna sonora del film Hell or High Water composta con Warren Ellis

Nick Cave in una classifica cannibale?
Ebbene sì.
Non sono fai stato un fan del cantante australiano, che ho sempre trovato troppo deprimente per i miei gusti. Quest'anno ha però tirato fuori un disco talmente deprimente, che mi è sembrato sublime. Alla registrazione del disco, avvenuta nel periodo successivo alla tragica morte del figlio, è dedicato anche il docufilm One More Time with Feeling di Andrew Dominik. E in più ha pure firmato, insieme a Warren Ellis, la bella colonna sonora del film Hell or High Water.
In mezzo a tante delusioni, il 2016 è insomma stato anche l'anno del riscatto di Nick Cave vs Pensieri Cannibali.


5. BoJack Horseman
(USA 1964)
Il suo 2016: protagonista della terza stagione di BoJack Horseman

Immagino già le proteste nelle piazze di mezzo mondo. Che ci fa un cavallo tra gli uomini dell'anno?
Come dice il suo cognome, BoJack è metà cavallo e metà uomo e quindi può comparire in entrambe le classifiche. Mentre quella degli Horses of the year è ancora in fase di lavorazione, il mitico protagonista della serie animata più bella degli ultimi anni è presente intanto tra i Men of the year. In cartone e ossa.


4. Jude Law
(Inghilterra 1972)
Il suo 2016: la serie tv The Young Pope, il film Genius

Jude Law è presente quest'anno in classifica grazie al film Genius...

Nah!
L'attore inglese è presente grazie alla sua sorprendente interpretazione del personaggio più sorprendente visto sul piccolo schermo (e non solo) quest'anno: Lenny Belardo, anche noto come Papa Pio XIII, nella serie creata e diretta da Paolo Sorrentino The Young Pope. Il pontefice più assurdo nella storia della cristianità. O se non altro della televisione.


3. Marco Giallini
(Italia 1963)
Il suo 2016: i film Perfetti sconosciuti e Assolo, la serie tv Rocco Schiavone

Non contento di essere presente in un gran film come Perfetti sconosciuti, Marco Giallini quest'anno ha deciso di conquistare anche il piccolo schermo. Con Rocco Schiavone ha dato vita a un detective tanto stronzo quanto irresistibile, che non fa nulla per farsi volere bene, eppure dopo pochi minuti di visione già lo si adora. Idolo.


2. Leonardo DiCaprio
(USA 1974)
Il suo 2016: il premio Oscar per il film Revenant - Redivivo, il documentario ambientalista Punto di non ritorno - Before the Flood

Il detto #mainagioia quest'anno dev'essere corretto e rivisto, visto che una gioia c'è stata: l'Oscar a Leonardo DiCaprio. Dopo 5 nomination (4 da attore e 1 da producer) andate a vuoto, finalmente Leo ce l'ha fatta. Ha realizzato il suo sogno, anche se nelle interviste faceva finta di non darci troppo peso, e ha conquistato la tanto ambita statuetta.
Se proprio andiamo a fare i rompiscatole, avrebbe meritato l'Oscar più per altre interpretazioni, come quelle in The Wolf of Wall Street e The Aviator, piuttosto che per Revenant - Redivivo, però oh, una volta che una gioia arriva, meglio prenderla che chissà poi se e quando potrà mai ricapitare...

Prima...

Dopo...


1. David Bowie
(Londra 1947 – New York 2016)

Man on the year di quest'anno, ma diciamo anche degli ultimi 69 anni.
Questo può essere visto come un riconoscimento onorario, alla (straordinaria) carriera, e in parte lo è. È però anche un riconoscimento che ci sta tutto, anche considerando unicamente quest'annata. In appena 10 giorni, David Bowie ha fatto due cose davvero notevoli, più di quanto ogni altro uomo (o almeno io) può dire di aver fatto con a disposizione tutti e 366 i giorni: ha pubblicato un nuovo grande disco, Blackstar, ed è uscito di scena quando era ancora al top. Vi sembrano cose da tutti?

Miss Peregrine – La poco speciale casa dei ragazzi speciali

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Miss Peregrine - La casa dei ragazzi speciali
(USA, UK, Belgio 2016)
Regia: Tim Burton
Sceneggiatura: Jane Goldman
Ispirato al romanzo: La casa per bambini speciali di Miss Peregrine di Ransom Riggs
Cast: Asa Butterfield, Eva Green, Ella Purnell, Terence Stamp, Chris O'Dowd, Samuel L. Jackson, Rupert Everett, Judi Dench, Allison Janney, Finlay MacMillan, Lauren McCrostie
Genere: burtonesco
Se ti piace guarda anche: la saga di Harry Potter, la saga degli X-Men


Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali vede come protagonista un ragazzino che, dopo la morte dell'amato nonnino, anziché fare come un ragazzino in lutto qualunque, ovvero piangere oppure sperperare l'eredità, decide di andare a riscoprire il suo misterioso passato. Dopotutto si tratta pur sempre di un film di Tim Burton e quindi il protagonista non può comportarsi in maniera troppo normale. L'oscuro passato lo porta fino in Galles, dove riesce a trovare La casa dei ragazzi speciali in cui il nonno è cresciuto, ed è ancora tutto com'era ai suoi tempi. Com'è possibile?
Miss Peregrine, la babysitter-tutrice dei ragazzi speciali, ha creato un loop.
Che cos'è un loop?
È una cosa che si ripete sempre uguale.

Che cos'è un loop?
È una cosa che si ripete sempre uguale.

Che cos'è un loop?
È una cosa che si ripete sempre uguale.

Che cos'è un loop?
È una cosa che si ripete sempre uguale.

Che cos'è un loop?
È una cosa che si ripete sempre uguale.

Che cos'è un loop?
È una cosa che si ripete sempre uguale EBBASTA ADESSO!

"Se non la smetti, ti meno!
Se non la smetti, ti meno!
Se non la smetti, ti meno!
Se non la smetto, mi meno!"

In pratica, Miss Peregrine e i suoi ragazzi speciali rivivono sempre la stessa giornata del 1943, un po' come succede a Bill Murray in uno dei film più scopiazzati... volevo dire che più hanno dato ispirazione ad altri film nella storia della cinema: Ricomincio da capo.
Ripetere sempre la stessa giornata?
E che due coglioni!
E che due coglioni!
E che due coglioni!
E che due coglioni!
E che due coglioni!

"Sto davvero perdendo la pazienza!"

A essere finiti in un loop non sono però soltanto il protagonista del film e gli altri ragazzi speciali. Anche lo stesso Tim Burton ormai è entrato in un loop. Questa pellicola è una riproposizione di tutto quanto ha fatto in passato. Ci sono un sacco di freak come in Nightmare Before Christmas, La sposa cadavere, Frankenweenie etc., ci sono i rapporti conflittuali con il padre e la fotografia meno dark e più solare del solito di Big Fish, ci sono i toni da fiaba come in Beetlejuice – Spiritello porcello, Edward mani di forbice e Il mistero di Sleepy Hollow, c'è una narrazione che strizza l'occhio al pubblico dei più piccoli come in La fabbrica di cioccolato e Alice in Wonderland, ci sono i personaggi dagli occhioni grossi grossi come in Big Eyes, c'è un tocco quasi supereroistico alla Batman, anche se qua i toni sono più da versione harrypotteresca degli X-Men, e c'è persino una scena con gli scheletri che sembra un omaggio al video da lui girato per Bones dei Killers.



Insomma, Miss Peregrine potrebbe quasi sembrare un greatest hits dell'opera di Tim Burton. Peccato che invece suoni più come una raccolta di B-side e scarti delle sue opere migliori. Il problema è che, benché tutto sia burtonesco al 100%, manca un elemento fondamentale: l'anima. I personaggi del film sono clamorosamente piatti. Non vengono portati in vita. La Miss Peregrine del titolo interpretata da una sprecata Eva Green compare come se fosse una Willy Wonka al femminile, ma la sua presenza si limita a poche e poco incisive scene. Di lei cosa sappiamo, di lei cosa scopriamo nel corso della visione?
Quasi niente.


Il protagonista poi è l'anonimo Asa Butterfield che, proprio come nell'Ugo Capretto di Martin Scorsese, continua a non convincermi o coinvolgermi minimamente.

"Che fai, Eva, mi vuoi strozzare?"
"Ma no, tranquillo Asa, volevo solo darti un amichevole abbraccio della morte."

I ragazzi speciali del titolo inoltre si limitano giusto a una serie di macchiette in stile La famiglia Addams dei poveri, ovvero Dark Shadows. E difatti il film finisce per somigliare proprio a quest'ultimo. Non una cosa terribile come Alice in Wonderland, ma allo stesso tempo niente di anche solo lontanamente memorabile. Peccato soprattutto per il personaggio di Emma Bloom che avrebbe meritato uno spazio maggiore, ma se non altro c'è da segnarsi il nome della sua interprete: la 20enne Ella Purnell che sembra una giovane Vanessa Paradis, solo con dei denti normali.


Per niente convincenti invece Rupert Everett e un Samuel L. Jackson che conferma come il suo potenziale sia ridotto (almeno) del 90% quando non lavora con Quentin Tarantino e nelle vesti del super cattivone appare super ridicolo proprio come in Kingsman.


Detto tutto questo, il film si lascia vedere, soprattutto nella prima parte. È una favoletta che scivola via che è un piacere, annoiando giusto negli scontri finali, e che magari, vista con gli occhi, anzi gli occhioni di un ragazzino, potrebbe apparire persino magica e incantata. Per chi invece conosce bene i precedenti lavori di Tim Burton, Miss Peregrine può apparire giusto come una versione spenta del suo cinema. È tutto troppo ordinario. Tutto troppo poco speciale.

Tim Burton ormai è entrato in un loop e forse pure io. Mi riesce sempre più difficile sorprendermi per qualcosa. Mi sembra che la Storia si ripeta sempre uguale. L'elezione di Donald Trump ad esempio per certi versi è stata uno shock, è vero, ma alla fine nemmeno troppo. Sapevo che sarebbe andata a finire così. Si tratta di un film noto. È il remake americano di una produzione italiana di oltre 20 anni fa chiamata Forza Italia. Certo, alcune cose sono cambiate nell'adattamento a stelle e strisce, ma la sostanza non è variata di molto. Il popolo, credendo di rompere con la politica tradizionale, ha eletto un vecchio imprenditore miliardario maniaco sessuale sessista con manie di onnipotenza parrucchinato e con la faccia di plastica, al cui confronto i protagonisti dei film di Tim Burton è difficile considerarli dei freak.


Ho il sospetto che anche molti miei post ormai siano entrati in un loop. Riciclo idee usate in passato in una maniera leggermente differente e ripeto sempre le stesse cose. Mi sto timburtizzando. Mi sto timburtizzando. Mi sto timburtizzando. Mi sto timburtizzando. Mi sto timburtizzando. Mi sto timburtizzando. Mi sto timburtizzando. Mi sto timburtizzando. Mi sto timburtizzando. Mi sto timburtizzando. Mi sto timburtizzando. Mi sto timburtizzando. Mi sto timburtizzando. Mi sto timburtizzando. Mi sto timburtizzando. Mi sto timburtizzandooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo
(voto 6/10)

I migliori album del 2016 – La Top 20 di Pensieri Cannibali

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Volete sentire un pippone di bilancio del 2016 musicale fatto da me, oppure passiamo direttamente a sentire un po' di musica dell'anno che sta volgendo al termine?

Facciamo la seconda, che facciamo prima, ed è una cosa più piacevole sia per voi che per me.
Prima posso solo dire che è stato un anno pieno di tristezza in campo musicale, questo deprimente 2016. Tanti morti, pochi gruppi nuovi interessanti, nessuna novità davvero rivoluzionaria all'orizzonte. Insomma, un anno un po' delle palle, giusto per fare un bilancio che comunque non dovevo fare, quindi basta e andiamo a scoprire le 20 gioie a livello di dischi arrivate negli ultimi 12 mesi.

Prima ancora un'altra cosa: il riassuntone degli album preferiti da Pensieri Cannibali gli scorsi anni.

2008 - Vampire Weekend"Vampire Weekend"
2009 - The Horrors"Primary Colours"
2010 - Kanye West "My Beautiful Dark Twisted Fantasy"
2011 - Zola Jesus"Conatus"
2012 - Fiona Apple"The Idler Wheel"
2013 - Daft Punk"Random Access Memories"
2014 - Damon Albarn"Everyday Robots"
2015 - Grimes "Art Angels"


I migliori album del 2016 scelti da Pensieri Cannibali


20. Sia “This Is Acting”
Goduria pop in compagnia di una delle voci sia più singolari sia più irresistibili in circolazione.




19. Ex-Otago “Marassi”
Belìn, che disco bellino hanno tirato fuori i genovesi Ex-Otago!




18. Lady Gaga “Joanne”
Lady Gaga ha smesso di cazzeggiare ed è diventata una persona seria?
Sì, ma tranquilli solo in parte, visto che il suo è uno dei dischi di pop commerciale più divertenti e variegati usciti quest'anno e a tratti riesce a essere emozionante e persino una roba seria.




17. Thegiornalisti “Completamente Sold Out”
I Thegiornalisti sono troppo indie per poter essere considerati davvero commerciali, e troppo commerciali per poter essere considerati davvero indie. Sono in pratica una contraddizione vivente, e io amo le contraddizioni. Oppure no?




16. Daughter “Not to Disappear”
Un disco teso e delicato allo stesso tempo. Non chiedetemi come ce la facciano a bilanciare due cose così in apparenza opposte, ma i Daughter ci riescono, in questo gioiellino indie-pop-rock ipnotico.




15. ANOHNI “Hopelessness”
ANOHNI è l'artista transgender precedentemente nota come Antony Hegarty degli Antony and the Johnsons. Il suo primo album al femminile è un lavoro di pop elettronico all'esterno con dentro l'epicità della musica lirica. E il risultato è molto più accessibile di quanto non possa sembrare dalla mia allucinata descrizione.




14. A Tribe Called Quest “We Got It From Here... Thank You 4 Your Service”
Il mio disco hip hop preferito del 2016 l'ha fatto un gruppo assente dalle scene dagli anni '90. Sono troppo old school io, o la scena rap di oggi ha qualche problema?




13. Afterhours “Folfiri o folfox”
Se io fossi un giudice di X Factor, direi che questo nuovo album degli Afterhours per me è sì.




12. Bat for Lashes “The Bride”
Bat for Lashes si è sposata?
Ehm, non proprio, visto che la storia della Sposa presentata in questo concept album non è a lieto fine. E a me le storie non a lieto fine piacciono parecchio. Soprattutto se raccontate, pardon cantate, così bene.




11. Savages “Adore Life”
Ci sono gruppi che mantengono fede al loro nome. Gli Zero Assoluto ad esempio, o anche le Savages, una band di ragazze che propongono un suono punk-rock selvaggio e che a questo giro hanno acquisito una maggiore maturità compositiva, un maggior gusto per la melodia e per le atmosfere ecc ecc, ma che ancora hanno un che di brutale e selvatico che me le fa sempre adorare.




10. Motta “La fine dei vent'anni”
Ci sono dischi generazionali. L'esordio solista di Francesco Motta (già con i Criminal Jokers) è uno di questi. Per tutti quelli che ormai sono giunti già da un pochino alla fine dei vent'anni, ma forse anche per qualche giovinastro là fuori che non si ritrova nelle "canzoni" di Fabio Rovazzi.




9. Cosmo “L'ultima festa”
Il disco figata dell'anno, in mezzo a tanti lavori più seri e in alcuni casi persino tristi, l'ha fatto un italiano. L'ultima festa è un party album in bilico tra indie ed electro-dance. Se vi piace non significa per forza che siete hipster, però forse un pochino sì.




8. The 1975 “I Like It When You Sleep, for You Are So Beautiful Yet So Unaware of It”
Se ci sono gruppi che mantengono fede al loro nome, come le Savages, ce ne sono altri invece che non lo fanno. Loro ad esempio si chiamano The 1975, ma suonano come se fossero nel mezzo degli anni '80. A questo punto propongo loro un cambio di nome: The 1985.




7. Michael Kiwanuka “Love & Hate”
Artista soul? Cantautore? Tutte e due le cose?
Da buon fuoriclasse, Michael Kiwanuka fa categoria a parte, e che si fottano le definizioni!




6. Nick Cave & the Bad Seeds “Skeleton Tree”
Si può realizzare un disco allegro dopo che ti è morto un figlio, per di più in maniera tragica e per di più quando i dischi allegri non sono certo la tua specialità?
No, e infatti Nick Cave ha realizzato il disco più funereo della sua già parecchio dark carriera ed è così straziante da far male come poche altre cose sentite quest'anno, e non solo quest'anno.




5. David Bowie “Blackstar”
Una star come David Bowie non poteva spegnersi così, senza un degno addio. Il Duca Bianco allora pochi giorni prima di morire ci ha consegnato un album che non è il suo capolavoro assoluto, d'altra parte in passato ne ha realizzati di inarrivabili, ma che è un Signor Disco e che suona non come un testamento, bensì come una delle opere più creative e vitali di questo 2016.




4. Iggy Pop “Post Pop Depression”
Il pop di oggi vi deprime?
Iggy Pop ha la cura giusta per voi.
Un disco da assumere due volte al giorno, meglio se dopo i pasti.
Avvertenze: l'uso prolungato potrebbe provocare allergia a Justin Bieber, Laura Pausini e Alvaro Soler.




3. Last Shadow Puppets “Everything You've Come to Expect”
Il secondo disco dei Last Shadow Puppets, il duo formato da Alex Turner degli Arctic Monkeys e da Miles Kane, non è piaciuto quasi a nessuno. Non ho ancora capito il perché, però non m'importa. Io questo disco me lo sono goduto e me lo sto godendo ancora. Da solo, ma me lo sto godendo. #foreveralone




2. Beyoncé “Lemonade”
C'è un detto che fa: “Se la vita ti offre limoni, fai una limonata”.
A Beyoncé la vita negli ultimi tempi ha offerto i tradimenti del marito Jay-Z e lei, anziché chiedere il divorzio, ci ha fatto su un disco. Anzi, una limonata.
E come limona Beyoncé, nessuno.




1. Radiohead “A Moon Shaped Pool”

I Radiohead sono tipo il mio gruppo preferito, insieme ai Blur, e non è quindi un'enorme sorpresa trovarli al primo posto. Considerando però come molti altri miei idoli quest'anno mi abbiano deluso e che l'ultimo lavoro di Thom Yorke e compagni The King of Limbs era sì intrigante ma non del tutto riuscito, non era una cosa poi così scontata. Tutt'altro. Io amo distruggere i miei eroi, di tanto in tanto, solo che loro questa volta l'hanno scampata bella.
Le Testine di Radio hanno fatto un disco non proprio allegro, ma che mi ha fatto felice. In questo anno bisesto anno funesto e pure fetuso, regalo più gradito non poteva esserci.

Le meglio serie tv 2016 – La top 20 di Pensieri Cannibali

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Il 2016 non è che sia proprio stato un anno felice, e diciamolo. Tra lutti, disgrazie, attentati, catastrofi naturali e non, c'è stato poco per cui restare allegri. Anche tra le uscite cinematografiche e musicali di gioie non è che ne siano arrivate poi così tante.
C'è però un campo che nel corso di quest'annata si è davvero superato: quello delle serie tv. Qui sotto trovate i 20 titoli che ho apprezzato di più, ma ce ne sono (almeno) altrettanti che meriterebbero una menzione e una visione.

Scopriamo allora quali sono i 20 prescelti per questo 2016, tutti accompagnati dalle speciali (si fa per dire) immagini promozionali realizzate per l'occasione da Pensieri Cannibali, ma prima una veloce occhiata alle serie tv vincitrici delle passate annate.

2008 Skins
2009 Mad Men
2010 Misfits

Le meglio serie tv 2016 secondo Pensieri Cannibali


20. Game of Thrones
(stagione 6)


19. The Exorcist
(stagione 1)


18. The Get Down
(stagione 1)


17. Gilmore Girls: A Year in the Life
(mini-serie speciale, stagione 8)


16. Narcos
(stagione 2)


15. Atlanta
(stagione 1)


14. Billions
(stagione 1)


13. Fleabag
(stagione 1)


12. BrainDead
(stagione 1)


11. Vinyl
(stagione 1)


10. Rocco Schiavone
(stagione 1)


9. Black Mirror
(stagione 3)


8. The Night Of
(stagione 1)


7. Westworld
(stagione 1)


6. BoJack Horseman
(stagione 3)


5. The People v. O.J. Simpson: American Crime Story
(stagione 1)


4. This Is Us
(stagione 1)


3. The Young Pope
(stagione 1)


2. The OA
(stagione 1)


1. Stranger Things
(stagione 1)


La strada verso il cinema

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Ultimo appuntamento dell'anno con la rubrica delle uscite cinematografiche che conduco insieme a Mr. James Ford.

Cosa sono questi caroselli per le strade di tutta Italia e del mondo intero?

Ho solo detto l'ultimo dell'anno, non l'ultimo di sempre. Purtroppo.
In attesa di scoprire se Babbo Natale mi regalerà un nuovo co-conduttore, o preferibilmente una co-conduttrice, di questa rubrica, andiamo a vedere cosa arriva nei giorni festivi nei cinema italiani.

Oceania
(dal 22 dicembre)
"Chissà perché il nostro film in Italia uscirà intitolato Oceania, anziché Moana?"
"Proprio non ne ho idea, maremma maiala!"


Cannibal dice: Bambinata Disney spacciata per storia di formazione adatta anche a un pubblico adulto, ma sempre di bambinata Disney si tratta. Cosa che significa che probabilmente White Russian lo esalterà e Pensieri Cannibali lo massacrerà. O forse ci saranno delle sorprese?
Ford dice: Disneyata totale che sta riscontrando un successo clamoroso un pò ovunque, e che per ambientazione ed ispirazione potrebbe senza dubbio piacermi. Se poi la cosa dovesse irritare Cannibal, tanto meglio.

Lion – La strada verso casa
(dal 22 dicembre)
"Ti prego Dio, o Babbo Natale, o tutt'e due, fa' che Ford e Cannibal non stronchino il mio film."

Cannibal dice: Edificante storia buonista in odore di Oscar, oppure un film realmente interessante? In altre parole: solita pappetta riscaldata fordiana, o intrigante e sorprendente visione cannibale?
Ford dice: robetta che mi sa tanto di film da Oscar che penso eviterò volentieri a meno di nomination e dunque visione da dovere di cronaca. Il Natale impazza.

Florence
(dal 22 dicembre)
"Cannibal e Ford, questa canzone la dedico tutta a VOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOIIIIIIII!"

Cannibal dice: La storia curiosa di una donna stonata come una campana che si mette in testa di fare la cantante lirica. È un po' come se un tipo che non ne capisce niente di cinema aprisse un blog di cinema... oops, ma è già successo!
Questa vicenda per altro è stata raccontata pure in un film francese carino ma non fenomenale, Marguerite, e quindi della versione britannica con protagonista la solita irritante prima della classe Meryl Streep mi sa che ne posso anche fare a meno.
Ford dice: la lotta contro Meryl Streep è, purtoppo, uno dei pochi punti in comune che White Russian e Pensieri Cannibali hanno.
E non penso che questo film farà la differenza, in questo senso.

Il medico di campagna
(dal 22 dicembre)
"Voglio andare a vivere in campagna."
"Ah Toto Cutugno, ma perché invece non te ne vai a quel paese?"

Cannibal dice: Pellicola francese con il quasi amico François Cluzet che, come un po' tutte le uscite di questo periodo, puzza un po' di roba ruffianotta, ma che potrebbe anche essere la sorpresa di una settimana altrimenti troppo natalizia e troppo da Mr. Ford per essere adatta ai Mr. Grinch come me.
Ford dice: Cinema francese? Odore di ruffianata? La lascio a quel radical finto cattivo del mio rivale!

Le stagioni di Louise
(dal 22 dicembre)
"Adesso mi bevo un bel White Russian, il drink preferito da noi vecchi... pardon, anziani."

Cannibal dice: Dalla Francia questa settimana arriva un altro regalo, solo che questa volta è indirizzato unicamente a Ford, visto che è una pellicola d'animazione e ha pure come protagonista una vecchina. Cosa può chiedere di più il mio blogger rivale a Babbo Natale? Che sia diretto da Clint Eastwood?
Ford dice: pellicola d'animazione che, oltre ad essere francese, non presenta alcun animale, e dunque rischia di essere ignorata dal Fordino. Dunque, a meno di qualche miracolo, penso la ignorerò anch'io.

Paterson
(dal 29 dicembre)
Hanno visto un film che White Russian aveva definito "elettrizzante".
E' da una settimana che dormono come angioletti.

Cannibal dice: Jim Jarmusch è uno dei registi più discontinui di sempre. Un'incognita capace di realizzare dei cult cannibali assoluti come Ghost Dog, ma anche delle palle allucinanti che sembrano uscite da un cineforum organizzato da Ford come The Limits of Control. Questo nuovo Paterson sembra possa essere tra i suoi film buoni, ma è una cosa che si diceva anche di quella noia di Solo gli amanti sopravvivono, quindi c'è da stare attenti...
Ford dice: Jarmusch è uno di quei registi potenzialmente radical del quale, incredibilmente, io e Cannibal pensiamo le stesse cose, dal mitico Ghost Dog al pallosissimo Solo gli amanti sopravvivono.
Quello che posso sperare, prima ancora che il mio rivale cominci davvero a mostrare di capire qualcosa di Cinema, è che questo Paterson possa rivelarsi davvero interessante.

Passengers
(dal 30 dicembre)
"Hey Jennifer, cos'è quella faccia?"
"Sto pensando a cosa sarebbe successo se al posto nostro, da soli su un'astronave, si fossero trovati Ford e Cannibal..."
"Beh, di sicuro ne sarebbe venuto fuori un grande horror."

Cannibal dice: Sono la coppia più cool del mondo e no, sorprendentemente non sto parlando di Cannibal Kid e James Ford. Mi riferisco a Jennifer Lawrence e Chris Pratt, i due fighissimi protagonisti di Passengers. Filmone a metà strada tra lo sci-fi e la romcom che potrebbe essere una porcata commerciale della peggior specie, oppure un interessante ibrido. Comunque da vedere, per il simpatico Chris Pratt, ma soprattutto per JLaw!
Ford dice: Jennifer Lawrence è Jennifer Lawrence. Chris Pratt mi sta simpatico. Julez non vede l'ora di vedere questo film. Direi che sono a cavallo per il mio titolo delle Feste.

Il GGG – Il grande gigante gentile
(dal 30 dicembre)
Il piccolo Cannibal Kid e il gigante Ford in giro per le colline del Monferrato.

Cannibal dice: Una bambinata targata Steven Spielberg? Se fossimo negli anni '80, ai tempi del mitico E.T., ci sarebbe da andare al cinema con la BMX a vederlo di corsa. Adesso è invece meglio restarsene a casa, lontani da questo grande gigante gentile che sembra un alter ego di Mr. Ford, il gigante muscoloso e dal cuore tenero della blogosfera.
Ford dice: non ho mai amato il GGG, libro che ricordo fu imposto a mio fratello ai tempi delle elementari e mi sorbii per osmosi. Dunque non amo neppure l'idea di una sua buonista trasposizione cinematografica, che lascio volentieri al mio rivale in modo che possa alimentare il suo odio per lo Spielberg recente.

Mister Felicità
(dall'1 gennaio 2017)
"Ma come? Non ho ancora girato manco una scena e Cannibal e Ford vogliono già farmi chiudere le riprese?"

Cannibal dice: Alessandro Siani non mi fa certo impazzire, però quando per caso ho visto Il principe abusivo non mi è sembrato nemmeno così terribile. Se, sempre per caso, mi capiterà di vedere pure questo nuovo Mister felicità, potrei non tirarmi indietro. Sempre meglio Mister Felicità di Mister Infelicità Ford, dopo tutto.
Ford dice: Siani mi pare la tipica macchietta all'italiana. E questo film la tipica merdina all'italiana. Salto con più piacere di quanto non avrei a stroncare qualche cult cannibale.
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