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I, Tonya and you, you suck

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I, Tonya
Regia: Craig Gillespie
Cast: Margot Robbie, Allison Janney, Sebastian Stan, Julianne Nicholson, Bobby Cannavale, Bojana Novakovic, Mckenna Grace, Caitlin Carver, Paul Walter Hauser



Per giudicare I, Tonya, il film biografico sulla controversa pattinatrice su ghiaccio Tonya Harding, ho convocato alcuni giudici internazionali, proprio come avviene in questo sport. Le nazioni invitate sono Corea del Nord, Stati Uniti, Australia, Italia e La Repubblica (poco) democratica di Pensieri Cannibali.
Per chi non seguisse tutti i giorni le gare di pattinaggio artistico, ricordo che la valutazione ai tempi in cui la Harding gareggiava andava, almeno fino al cambio di regolamento nel 2004, da 0.0 a un punteggio massimo di 6.0.



Corea del Nord
Una cosa non abbiamo capito: questa Tonya Harding, cosa avrebbe fatto esattamente di male?
Fossimo stati al suo posto, a quell'insopportabile perfettina di Nancy Kerrigan non avremmo solo dato una leggera pacca sulle gambe. Le avremmo lanciato una bomba all'idrogeno!


Questa storia per noi quindi è un pochino leggera, oseremmo dire quasi disneyana, non fosse che il nostro leader massimo ama i prodotti Disney, quindi meglio non dirlo in senso dispregiativo. Americani, è tutto qui ciò che sapete fare?
Comunque Tonya Harding, se vuole venire ad allenare i nostri atleti per i giochi olimpici invernali, è solo la benvenuta.
(Voto 2.5/6.0)


Stati Uniti
What the fuck?
Tonya Harding è il simbolo supremo dell'antisportività, della meschinità, di tutto ciò che va contro i valori degli Stati Uniti e questo film cosa fa? Non ne dà un ritratto del tutto negativo ma, anzi, racconta la storia dal punto di vista suo e dei suoi malefici complici?
Sebbene il ritratto che ne esce non è del tutto lusinghiero nemmeno nei suoi confronti, la Harding finisce qui per passare quasi come una vittima, delle violenze del marito e della madre, quest'ultima la vera unica villain totale di questa incredibile vicenda, interpretata da una Allison Janney strepitosa e da Oscar. Anche se forse sarebbe un po' un Oscar anti-Usa.


I, Tonya è quindi un film moralmente troppo ambiguo e in definitiva antiamericano. Se non altro nella parte di Tonya Harding hanno preso un'attrice australiana, e così almeno qualcuno crede che la Harding non sia americana. E comunque non lo è: è antiamericana!
(voto 2.0/6.0)


Australia
Grande, grandissima Margot Robbie! E per una volta non intendiamo grandissima gnocca, visto che per la parte si è leggermente imbruttita. Non ai livelli di Charlize Theron in Monster, anche perché la vera Tonya Harding non è che fosse poi così cessa. Anzi, aveva una certa somiglianza con Amy Adams ed è strano che non abbiano preso quest'ultima per interpretarla.


Oggi invece la Harding assomiglia più che altro a un'altra Amy, Amy Schumer.


Più che per le sue qualità fisiche, Margot Robbie qui eccelle per le sue qualità interpretative. Basti vedere la scena allo specchio, che dovrebbe essere studiata in tutte le scuole di recitazione del nostro paese, e pure di Hollywood. E magari anche a Cinecittà, che in Italia non è che sono messi tanto bene a livello recitativo...


La Margot nazionale riesce a dare un'anima a un personaggio senz'anima, un po' come tutti gli americani eh, che fanno tanto gli sportivi e tutto, però alla fine ciò che interessa loro è soltanto essere i numero 1, sempre e comunque. La loro filosofia esistenziale è quella, e poi si lamentano se creano dei “mostri” come Tonya Harding, che comunque qui non appare nemmeno così mostruosa, grazie a una grande, grandissima Margot Robbie!
(voto 4.5/6.0)



Italia
Ottimo film I, Tonya. Un biopic originale, diverso dal solito, che ci va di sfruttar... ehm, che stiamo pensando già di adattare in una nostra versione nazionale: I, Carolina, il film tv prodotto da Rai Fiction incentrato sulla figura di Carolina Kostner, la nostra pattinatrice artistica su ghiaccio più celebre e anche la più discussa. Non è troppo difficile vedere dei paralleli tra lei e la Harding. Oltre ai suoi successi e al suo talento sul ghiaccio, la pellicola si concentrerà pure sulla pagina più delicata della sua vita, sia pubblica che privata, la storia con il controverso Alex Schwazer, il marciatore olimpico squalificato per doping. Non una, bensì due volte.
Per la parte di Carolina Kostner nel film tv, la favorita principale, anzi il favorito principale è Beppe Fiorello, scelta che ha subito sollevato un polverone. Lui in proposito ha dichiarato: “Solo perché è una donna, non posso interpretarla? Ma questa sarebbe discriminazione al contrario!”.
(voto 4.0/6.0)

"Speriamo almeno che per la parte di mio padre prendano Kevin Costner, ahahah."


Repubblica (poco) democratica di Pensieri Cannibali
Finalmente una pellicola made in Usa che non è per niente la tipica americanata. I, Tonya è un lavoro biografico sfaccettato, che non lascia spazio a facili moralismi, che non presenta una tipica figura eroistica o supereroistica. La protagonista è una donna forte e fragile allo stesso tempo. Una che lotta e che subisce. Una bifolca che quando indossa i pattini brilla come una star, oscurando tutte le rivali più fighette e aggraziate. Lo spirito di uno scaricatore di porto dentro il corpo di una campionessa di uno degli sport più raffinati e di classe del mondo. Una con cui a tratti ci si può immedesimare e che per altri tratti si può schifare. Una persona interessante, complessa pur nella sua apparente semplicità, forse anche una persona un pochino di merda, però una persona vera.

"Ehm... grazie?"

Intorno a lei si muovono tutta una serie di personaggi assurdi, che sembrano usciti da un film dei fratelli Coen. Quella raccontata in I, Tonya pare quasi una versione sportiva di Fargo, senza però le tipiche menate religioso-bibliche dei Coen. Inoltre non è certo la classica pellicola sportiva. Siamo più dalle parti delle parodie dei film sportivi tradizionali, come gli esilaranti Hot Rod – Uno svitato in moto con Andy Samberg e Blades of Glory – Due pattini per la gloria con Will Ferrell, lavoro anche questo ambientato nel mondo del pattinaggio su ghiaccio, che dimostra come questo sport sia perfetto per una sua revisione comica. Perché I, Tonya, pur raccontando una storia di rivalità che avrebbe potuto portare a una pellicola vicina alle parti de Il cigno nero, è soprattutto una commedia ricca di ironia. Feroce ironia e humour nero. Una visione perfida che sa anche come emozionare, almeno chi non si emoziona soltanto con le figure totalmente buone al 100%, che poi nella vita vera non esistono. Le storie tratte dalla realtà sono spesso un rischio quando vengono raccontate sul grande schermo, ma questo film riesce a superare la prova in maniera eccellente. Con la cattiveria e la classe giuste che consentono di primeggiare sia nel pattinaggio artistico che nel cinema.
(voto 5.0/6.0)



Sanremo 2018: L'Italia è una vecchia che balla e un Baglioni che canta

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La vita è troppo breve per sprecarla a guardare Sanremo. E Sanremo è troppo lungo per essere umanamente sopportato.
Quest'anno non ho visto il Festival. Io sono fatto così: o faccio una full immersion 5 serate su 5 senza perdermi un istante, commentando tutto ma proprio tutto, compresi gli spot, sputando veleno in ogni occasione, oppure ignoro l'evento del tutto.
Allora uno a questo punto si chiede: “Va beh, 'a stronzo, ma allora 'sto post a che serve?”.
Serve per consigliarvi di non guardarlo. Potete trovare di sicuro di meglio da fare. E serve per aggiungere che a dirla tutta non è che l'ho ignorato del tutto. In Italia è impossibile. Anche se non lo guardi direttamente, Sanremo è nell'aria. È ovunque. E così qualcosina l'ho seguita. Poco in diretta. Giusto qualche momento della prima serata. Molto in differita, tra sito Rai Play, YouTube e social. Mi sono anche scaricato la compilation del Festival e così ho fatto i compiti a casa, dando un ascolto alle canzoni. Per alcune è stata davvero dura.
Da quanto ho visto e sentito, e da quanto non ho visto e non ho sentito, queste sono le mie impressioni.
E comunque i primi 3 classificati, ovvero i vincitori Ermal Meta e Fabrizio Moro, Lo Stato Sociale e Annalisa, per una volta tanto non sono niente male!



Claudio Baglioni

Che gli vuoi dire? Claudio Baglioni ha vinto. Poco importa che l'abbiano paragonato a Lurch della Famiglia Addams. E sono ancora stati gentili.



Poco importa che il suo Festival sia stato il più vecchio degli ultimi anni. Per età media dei concorrenti, degli ospiti, e anche per la concezione. Fiorello, che ha 57 anni quindi appena 9 in meno di Baglioni, al suo confronto è sembrato più giovane di 90 anni. Non solo fisicamente, ma proprio per mentalità.
Il Festival di Baglioni ha avuto il merito di riportare al centro di Sanremo la musica, le canzoni. C'è solo un problema: le canzoni fanno schifo. Quasi tutte. La maggior parte. Tranne le prime tre classificate, che per una volta sono state davvero le migliori tre. Quindi forse era meglio non puntare sulle canzoni, o magari puntare su altre canzoni. Su altra musica.

Baglioni ha proposto un festival Baglionicentrico per proposta musicale, che quindi è risultata inevitabilmente anacronistica. Fuori da questo tempo. Come ha sottolineato Fiorello nel suo monologo d'apertura, un Fiorello che stranamente ho rivalutato, i giovani non guardano il Festival, anche perché in gara non sono presenti artisti rap e trap come Fabri Fibra, Mondo Marcio e Sfera Ebbasta. Piaccia o meno la cosa, la musica pop di oggi non può prescindere dalle contaminazione con l'hip-hop. Negli Usa, ma anche da noi. Basta vedere la classifica dei dischi più venduti in Italia, dove gente come Ghali, Madman, Dark Polo Gang, Salmo, Nitro oggi ormai vende più dei vari Emma, Biagio Antonacci, Gianni Morandi, dei fenomeni da talent show, dei concorrenti di Sanremo e di sicuro più di Claudio Baglioni. Non sto parlando di qualità musicale. Sto parlando di ciò che va. Di ciò che la gente ascolta. Di ciò che i giovani ascoltano oggi.

"Claudio, Michelle, perché mi avete invitato?"
"Per fare un po' contenti 'sti incontentabili ggiovani, Pippo. Per quale altro motivo?"

Poco importa comunque tutto questo, perché la prima serata del Festival ha fatto il 52% di share con 14 milioni di telespettatori, e anche le puntate successive hanno retto bene e si è parlato di record,  di Festival più seguito degli ultimi 150 milioni di anni, quindi Baglioni ha vinto la guerra degli ascolti e ha vinto in generale. Poco importa se, come qualcuno ha sottolineato, il pubblico davanti allo schermo fosse addormentato. L'importante è che fosse lì. Che facesse audience.


Michelle Hunziker e Pierfrancesco Favino

I veri conduttori del Festival 2018 mi pare siano stati loro. Baglioni ha delegato ai due il lavoro principale, limitando per se stesso il compito di fare ciò che sa fare peggio: cantare.







Da quel poco che ho visto, in ogni caso, tutti e due mi sembra se la siano cavata. Michelle Hunziker ha alternato il suo stile algido con alcuni momenti (veri o finti?) di emozioni, come quando ha salutato il marito.









Favino l'ha sfangata facendo il cazzaro della situazione e va bene così. Inoltre sembra sia riuscito persino a far commuovere, quindi va ancora meglio così.
Anche se io questa storia che è considerato un sex symbol non l'ho ancora capita...





Ospiti stranieri: non pervenuti. Ah no, ci sono stati Sting & Shaggy... cioè nel 2018, invece degli artisti più popolari oggi come Ed Sheeran, Dua Lipa, Bruno Mars, Kendrick Lamar, Taylor Swift o magari qualche emergente come l'italo-canadese Betta Lemme, hanno invitato Sting & Shaggy, che sono anni che non si fila più nessuno? Ma chi è il direttore artistico, un cantante finito lui stesso nel dimenticatoio che vive all'infuori del nostro tempo?



Ospiti italiani: Laura Pausini, Biagio Antonacci, Il Volo... tutta gente chiamata per far sembrare gli artisti in gara migliori di ciò che in realtà sono, vero?


E comunque, com'è che vanno a Sanremo come “super” ospiti? Se la tirano troppo per essere semplici concorrenti? Giù dal piedistallo!
Qualcuno glielo spiega che pure loro non se li caga più nessuno dai tempi in cui Sting & Shaggy erano famosi?



Ospiti comici: Mi spiace essermi perso Virginia Raffaele, non gli altri. Sul serio hanno ospitato il Mago Forest? Quello ormai non lo invitano più manco ad animare le feste di paese a San Germano Monferrato. Con tutto il rispetto.
Per le feste di paese.


E ora passiamo alle canzoni in gara.

Nuove Proposte

Beati gli ultimi poiché saranno i primi, diceva qualcuno da qualche parte nel Vangelo, credo. Così è stato. Ultimo è arrivato primo tra le Nuove Proposte. Il rap ha vinto a Sanremo? Era già successo nel 2014 con Rocco Hunt, sempre tra i Giovani naturalmente, però è sempre una cosa shockante, soprattutto nell'anno dell'avvento di Baglioni. C'è però da dire che non è che sia proprio un pezzo rap rap, anzi...

Ecco tutti i Giovani in ordine di come si sono piazzati nella classifica finale.


1° Ultimo “Il ballo delle incertezze”

La versione sanremese dell'hip-hop. Quindi non ha niente a che vedere con la musica rap/trap che gira adesso, ma comunque è una delle poche cose più o meno attuali sentite quest'anno a #Sanremo2018, quindi ci si accontenta.
(voto 6+/10)




2° Mirkoeilcane “Stiamo tutti bene”

Premio della critica e secondo posto in classifica per Mirkoeilcane, uno che suona come un incrocio tra un pezzo a caso di Daniele Silvestri e la versione con meno carattere di Signor Tenente di Faletti. Il testo impegnato non è male, sebbene un po' ruffianotto, ma a livello musicale non è niente di eccezionale e inoltre non mi sembra che chi la canta stia proprio tanto bene...
Ma poi è un caso che, dopo il video di “Stiamo tutti bene”, su YouTube parte la pubblicità del nuovo film di Gabriele Muccino “A casa tutti bene”?
(voto 6/10)





3° Mudimbi “Il mago”

Terzo classificato tra i Giovani è Mudimbi, anche lui con un brano più parlato che rappato. Il fischiettio fa molto pezzo di Bob Sinclar di qualche anno fa, ma se non altro è una ventata d'allegria in un oceano di tristezza infinita.
(voto 6,5/10)


4° Lorenzo Baglioni “Il congiuntivo”

La versione non a cappella di “Le ragazze” dei Neri per caso. Una cosa tremenda. Non a caso di cognome chi ha il coraggio di cantarla fa Baglioni. Comunque su Twitter mi aspettavo di trovare più battute su Di Maio...
(voto 4/10)



5a Alice Caioli “Specchi rotti”

“Specchi rotti”... mica tanto... Alice Caioli, prima tra le 3 Amy Winehouse-wannabe presenti nelle Nuove Proposte, è una delle poche belle figliole presenti al Festival di quest'anno.
A quanto pare la sua esibizione alla serata della finale dei Giovani ha fatto parlare più per la trasparenza del suo abito che per la sua musica. La canzone però è valida, non fosse per qualche solito vocalizzo sanremese esagerato di troppo nel ritornello. Nel complesso comunque voce e corpo promossi.
(voto 7/10)


6a Eva “Cosa ti salverà”

Cosa ti salverà, cara Eva?
I capelli rossi. I piercing. I tattoo alla Amy Winehouse. Il look in generale da rockettara. La canzone tipicamente sanremese no di certo.
(voto 5,5/10)


7a Giulia Casieri “Come stai”

Cos'è, una cover del pezzo di Vasco?
No, per fortuna no. Giulia Casieri è una Amy Winehouse-wannabe. La voce c'è, la canzone abbastanza e nel complesso è la mia preferita di queste Nuove Proposte. E infatti è arrivata quasi ultima. Perchè la cosa non mi sorprende?
(voto 7+/10)


8° Leonardo Monteiro “Bianca”

E questa cos'è, una cover degli Afterhours?
No, in questo caso purtroppo no. C'è un trend nella musica degli ultimi anni che non ho proprio capito: il perché del successo del pop-gospel da Chiesa in stile Sam Smith, di cui Leonardo Monteiro è perfetto esponente, per giunta in salsa sanremese. Bocciato.
(voto 4,5/10)


Campioni
Classifica finale del Festival di Sanremo 2018


1. Ermal Meta e Fabrizio Moro – “Non mi avete fatto niente”
2. Lo Stato Sociale – “Una vita in vacanza”
3. Annalisa – “Il mondo prima di te”
4. Ron – “Almeno pensami”
5. Ornella Vanoni, Bungaro e Pacifico – “Imparare ad amarsi”
6. Max Gazzè – “La leggenda di Cristalda e Pizzomunno”
7. Luca Barbarossa – “Passame er sale”
8. Diodato e Roy Paci – “Adesso”
9. The Kolors – “Frida (mai, mai, mai)”
10. Giovanni Caccamo – “Eterno”
11. Le Vibrazioni – “Così sbagliato”
12. Enzo Avitabile e Peppe Servillo – “Il coraggio di ogni giorno”
13. Renzo Rubino – “Custodire”
14. Noemi – “Non smettere mai di cercarmi”
15. Red Canzian – “Ognuno ha il suo racconto”
16. Decibel – “Lettera dal Duca”
17. Nina Zilli – “Senza appartenere”
18. Roby Facchinetti e Riccardo Fogli – “Il segreto del tempo”
19. Mario Biondi – “Rivederti”
20. Elio e le storie tese – “Arrivedorci”


La classifica dei preferiti di Pensieri Cannibali di Sanremo 2018, dal peggiore al migliore

20. Giovanni Caccamo “Eterno”

L'eterna sanremità fatta canzone.
Da brividi. Di paura.
(voto 1/10)


19. Roby Facchinetti e Riccardo Fogli “Il segreto del tempo”

Ma i Pooh ormai non ce li eravamo tolti dalle palle – Parte 1?
(voto 2/10)


18. Luca Barbarossa “Passame er sale”

A questo Sanremo c'era anche Luca Barbarossa?
Ao', e chi se n'è accorto?
(voto 3/10)


17. Red Canzian “Ognuno ha il suo racconto”

Ma i Pooh ormai non ce li eravamo tolti dalle palle – Parte 2?
(voto 4/10)


16. Ron “Almeno pensami”

Ron ha portato a Sanremo un pezzo inedito di Lucio Dalla. Una mossa più paracula, no?
E comunque, se Dalla non l'aveva mai incisa un motivo ci sarà pur stato...
(voto 4/10)


15. Renzo Rubino “Custodire”

E chicazz'è adesso questo?
(voto 4/10)


14. Enzo Avitabile con Peppe Servillo “Il coraggio di ogni giorno”
Una scena in anteprima da Gomorra 4

Io preferisco Toni Servillo.
(voto 4,5/10)


13. Noemi “Non smettere mai di cercarmi”

Solita botta di vita sanremese!
Sono anni che si dice che Naomi potrebbe fare di meglio, ma ormai non ci crede più nemmeno lei.
(voto 4,5/10)


12. Mario Biondi “Rivederti”

La voce più sexy della musica italiana...
Ma anche no.
Il pezzo è un mezzo scopiazzamento, nemmeno troppo velato, di "Strangers in the Night". E poi hanno rotto le palle a Meta e Moro...
(voto 4,5/10)


11. Ornella Vanoni con Bungaro e Pacifico “Imparare ad amarsi”

Quando ho cominciato a sentire in giro la voce che la Vanoni era tra le favorite per la vittoria finale di Sanremo 2018 ho pensato di essere finito su Scherzi a parte. Poi mi sono chiesto: ma esiste ancora Scherzi a parte? E soprattutto: esiste ancora la Vanoni?
La canzone in ogni caso, anche se non la sentirei mai più volontariamente, è meno tremenda di quanto mi immaginassi.
(voto 5/10)



10. Decibel “Lettera dal Duca”
Baglioni quest'anno è ovunque!

Di sfuggita avevo letto "Lettera del Duce" e mi ero preso male.
Poi ho sentito la canzone con la solita voce comica di Ruggeri e mi sono preso male lo stesso.
Ma una volta questi non facevano musica new-wave e poi cos'è tutto questo inglese random nel ritornello? Strano che non ci siano state proteste di qualche patriota, o me le sono perse?
(voto 5/10)


9. Max Gazzè “La leggenda di Cristalda e Pizzomunno”

Un Gazzè favolistico, disneyano e oserei dire natalizio. Ma perché a Sanremo si trasformano (quasi) tutti nei re dei ruffiani?
(voto 5,5/10)


8. Diodato e Roy Paci “Adesso”

Non fosse così lagnosa, potrebbe anche essere una canzone quasi decente.
(voto 5,5/10)


7. Nina Zilli “Senza appartenere”

Nina mi è sempre piaciuta abbastanza, ma quest'anno si è presentata più sanremese del solito. Sempre meglio di altri, ma parecchio diludente.
(voto 5,5/10)


6. Elio e le Storie Tese “Arrivedorci”
Sento odore di denuncia per molestie sessuali in arrivo nei confronti di Elio

“Arrivedorci” è un pezzo di chiusura di carriera in perfetto stile del gruppo. Non è per niente una canzone nazional-popolare come La terra dei cachi, non ha un vero e proprio ritornello ed è più che altro un pezzo autoreferenziale. Elio e compagni se la cantano e se la suonano con la loro solita dose d'ironia ormai prevedibile e regalano un finale che non ti lascia a bocca aperta, ma che ti lascia se non altro con il sorriso sulle labbra.
L'ultimo posto nella classifica finale del Festival è cattiveria pura.
(voto 6/10)


5. The Kolors “Frida (mai, mai, mai)”

Tra i pochi rappresentanti del teen-pop bimbominkioso in un Festival pieno di mummie, pur non facendo un figurone sono se non altro apparsi contemporanei. Apprezzabile l'omaggio a Frida e non originale ma discreto a livello di look il plagio di Zucchero che plagiava i Coldplay che plagiavano i Beatles. Meno peggio di quanto mi aspettassi.
(voto 6+/10)





4. Le Vibrazioni “Così sbagliato”

È così sbagliato partecipare a Sanremo?
Sì, per lo meno se vuoi avere un minimo di credibilità rock. A quella Le Vibrazioni hanno però rinunciato già da tempo, e quindi per Sarcina e compagnia il problema ormai non si pone più nemmeno e alla fine non hanno sfigurato. Anche perché non è che ci fosse tutta 'sta concorrenza con cui sfigurare... L'attacco della canzone in particolare non è niente male, mentre il ritornello è la solita sarcinata pazzesca.
(voto 6+/10)


3. Ermal Meta e Fabrizio Moro “Non mi avete fatto niente”

Nomen omen. Il pezzo di Ermal Meta e Fabrizio Moro ha lo stesso ritornello di un brano già esistente, solo che la cosa era già nota e non si tratta di un plagio. Si tratta solo di un'inutile polemica e di un'inutile guerra. Quindi niente squalifica. Non mi avete fatto niente, appunto.
Al di là della polemica – forse costruita ad arte giusto per sollevare un po' di polverone, chissà? – la canzone è un po' meno valida rispetto ad altre di Ermal Meta, ma molto più valida di tutte le altre di Fabrizio Moro. Peccato per qualche forzatura buonista tipo “Contro ogni terrore che ostacola il cammino/Il mondo si rialza col sorriso di un bambino”, ma nel complesso è uno dei pochi pezzi di questo #Sanremo2018 che resteranno. Almeno per una settimana o due.
(voto 7/10)





2. Annalisa “Il mondo prima di te”

Bella e brava. Quest'anno ancora più del solito, con una canzone che finalmente riesce a mettere in risalto il suo potenziale. A voler fare i pignoli potrebbe fare ancora di meglio, discostandosi del tutto da Sanremo e dalla sanremità, però senza di lei sarebbe davvero difficile trovare motivi per seguire questo carrozzone. Peccato abbiano fatto la cazzata di farla suonare come prima della prima serata e quindi di ragioni per continuare a guardare 'sta roba io non ne ho più trovate.
(voto 7,5/10)







1. Lo Stato Sociale

Lo Stato Sociale ha tenuto alto il nome dell'indie-pop nostrano con un pezzo spumeggiante e irresistibile che ci terrà compagnia da qui fino all'estate. Il loro è un brano che parla di un'Italia immobile, incapace di dare spazio ai giovani e al nuovo, un po' come questo Sanremo mummificato. L'Italia è una vecchia che balla e un Baglioni che canta.
E poi, nel finale in stile lirico della canzone, solo io ho visto una geniale presa per il culo de Il Volo?
I veri trionfatori di Sanremo 2018 per me sono loro.
(voto 8/10)





Arrivedorci al prossimo anno, se ritroverò il coraggio di seguire il Festival...




Riparare i viventi per riparare il cinema di oggi (sto esagerando?)

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Riparare i viventi
Titolo originale: Réparer les vivants
Regia: Katell Quillévéré
Cast: Emmanuelle Seigner, Tahar Rahim, Anne Dorval, Monia Chokri, Bouli Lanners, Kool Shen, Alice Taglioni, Gabin Verdet


C'è gente, un sacco di gente, che aspetta con ansia l'uscita di – chessò? – Guardiani della Galassia Vol. 10 o di Jabba the Hutt: A Star Wars Story. Io invece attendevo come se non ci fosse un domani di vedere... Riparare i viventi.


Ok, forse sono io che non sono normale, o forse non lo è il resto del mondo. Non lo so. È una cosa che non ho ancora capito.

Riparare i viventi era uscito nei cinema italiani un annetto fa, il 26 gennaio 2017. Dire che un film come questo sia uscito nei cinema italiani però non è propriamente corretto. Diciamo che è uscito in un paio di sale sul suolo nazionale, tipo a Milano e Roma. A Canicattì, così come a Casale Monferrato, non s'è invece visto manco col binocolo. Speravo sarebbe arrivato almeno in rete entro la fine dell'anno per le classifiche 2017 e invece niente da fare nemmeno in questo caso. A inizio 2018, quando ormai non ci speravo più, ecco che la pellicola ha fatto capolino sui “soliti” siti noti. Così noti che eviterò di farne il nome, anche perché non so quanto siano legali e, anche se, come canta J-Ax (perché, J-Ax canta?) “tutto quello che amo fare è immorale o illegale”, è meglio non dirlo troppo forte, che sento già le sirene della polizia avvicinarsi.
Il fatto è che per film come questo non è che ci siano molte alternative. O te lo vedi in qualche modo in rete, oppure che fai? Aspetti che lo diano in prima serata su Canale 5? #Credici
Qualcuno dirà che l'alternativa più valida è evitarlo del tutto, e al suo posto guardarsi qualcosa tipo Avengers: Infinity Whore, ma io a quel qualcuno dico:


Se di merdosi film commerciali sui supereroi una volta ne uscivano 2 o 3 all'anno, mentre adesso ne arrivano 2 o 3 alla settimana, non capita invece tutti i giorni di vedere un film francese super radical-chic dai toni adolescenziali che parte con dei ragazzi che fanno surf. In pratica, questa pellicola sembra uscita da un mio sogno. Io infatti adoro le radical-chiccate francesi, le robe teen e pure le storie di surf. Non so bene perché, non sono mai salito su una tavola in vita mia, ma le storie di surf mi gasano 'na cifra.


Peccato che questo sia solo l'incipit del film. I primi 10 minuti potrei averli girati io, se solo fossi un regista e pure uno capace, non uno tipo Tommy Wiseau o, peggio ancora, Paolo Ruffini. L'inizio della pellicola è perfetto. Il resto poi non è che sia malvagio, però è un'altra cosa. La parte adolescenziale si perde quasi completamente, le onde del surf spariscono all'orizzonte, e il tutto lascia spazio a una cosa sola: il DRAMA.


Dopo la parte iniziale, Riparare i viventi entra in modalità depressione allo stato puro. D'altronde affronta un argomento che non è certo di quelli che si tirano fuori tra amici quando si vogliono fare quattro risate spensierate: la donazione degli organi una volta che sei morto.


Ok, siete morti anche voi?
Vi siete pentiti di aver letto questo post?
Credevate che Pensieri Cannibali fosse un sito più o meno simpatico e disimpegnato, di quelli che si leggono in bagno mentre si fa la cacca, e voi vi sgancia una bomba di tristezza del genere?

Succede. Così come succede di trovarsi di fronte a un film che inizia in un modo e poi si trasforma in qualcos'altro.


Menzione d'onore per il cast: se Tahar Rahim, quello de Il profeta, nei panni del medico buonista in stile Gianni Morandi in L'isola di Pietro o uno a caso dei dottori di Braccialetti rossi non convince troppo, sono invece apprezzabili in particolare le prove delle due attrici “dolaniane” Anne Dorval, quella di J'ai tué ma mère e Mommy, e una quasi irriconoscibile Monia Chokri, quella al vertice del triangolo sentimentale di Les Amours imaginaires, della polanskiana Emmanuelle Seigner, e poi dell'esordiente Gabin Verdet.


Nel suo raccontare una storia piccola, ma poi nemmeno così tanto piccola, senza troppi orpelli o voglia di stupire, Riparare i viventi è una visione che scorre bene, ma non benissimo. Deprimente, ma non deprimentissima. Bella, ma non bellissima. Non è la pellicola dei miei sogni che speravo di vedere a occhi aperti, però per quanto mi riguarda credo sia comunque sempre meglio di tutti i Guardiani della Galassia Vol. 10 o i Jabba the Hutt: A Star Wars Story dell'universo. E pure di Avengers: Infinity Whore...
No beh, di quello forse no.
(voto 6,5/10)


San Valentino Movies

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Appuntamento di San Valentino. O meglio con i film in arrivo nei cinema italiani a San Valentino.
Chi sarà il prestigioso ospite di questa in teoria romantica, ma alla fine più che altro bellicosa, puntata della rubrica a tre condotta da me Cannibal Kid e da quell'altro, il mio nemico Mr. James Ford?

L'onore tocca alla simpatica e bravissima (sì, sono un ruffiano) Melissa alias Lazyfish, autrice del blog A fish-flavoured apple, traduzione istantanea: Una mela al gusto pesce...
Okay, il nome del suo blog forse l'ha già spiegato, ma non credo di averlo comunque capito. In ogni caso, lascio la parola direttamente a lei, visto che si è sbattuta a scrivere un'efficace intro.

Intro di Lazyfish: Volevo cominciare il mio intervento parlando di come chiamare me, come "ospite" per questa rubrica, evidentemente fosse segno che i due blogger sono arrivati a raschiare il fondo del barile, ma ho notato che l'espressione è già stata usata da altri precedentemente, quindi evidentemente non solo nel barile non c'è più nulla da raschiare, ma il barile è stato buttato, e si è cominciato a scavare sotto di esso. Dopo di me, da queste parti, cominceranno ad arrivare blogger che si occupano di mazze da golf, diete o che spiegano come creare il proprio bidone di compost in salotto, mimetizzandolo con l'arredamento.

La forma dell'acqua – The Shape of Water
"Ma quanto sei carino!"
"Mi sa che te sei cieca, non muta."

Lazyfish: Ma veniamo ai film in uscita in questa settimana di San valentino: il primo è "La forma dell'acqua – The Shape of Water", che esce proprio il 14 e, oltre ad avere al volante il mitico Guillermo del Toro, che adoro dai tempi del meraviglioso "Il labirinto del fauno", ha sulla carta tutti i numeri per piacermi: una grande produzione, begli effetti speciali, una storia d'ammmmore tormentata fra due esseri molto diversi fra loro, peccato per il Leone d'oro vinto a Venezia che, con l'Orso d'oro di Berlino, a casa mia grida sempre PACCO!!! Spero non sìa il caso.L'ambientazione, anni 50/60, unita alle atmosfere anfibie, mi ricorda molto Bioshock, un favoloso videogioco che ho amato molto.
Cannibal Kid: Siamo all'appuntamento di San Valentino, ma qui da queste parti solo per questo non è che si diventa più teneri e sdolcinati. Dico subito quindi che io parto da premesse opposte a quelle di Lazyfish, visto che Guillermo del Toro in passato raramente mi ha fatto impazzire, la storia stile La Bella e la Bestia non è certo una bella premessa e degli effetti speciali non me ne importa una mazza. Il fatto che abbia vinto il Leone d'oro invece per me è un notevole motivo di vanto, nonché una ragione per recuperarlo subito. Io infatti il film l'ho già visto e presto ve ne parlerò, a modo mio...
Comunque Melissa P. su una cosa c'ha ragione: se abbiamo invitato lei, siamo davvero al di sotto del barile...
No, dai, scherzo! Altri due o tre pessimi elementi da chiamare ce li abbiamo ancora.
Ford: Guillermo Del Toro è sempre stato piuttosto ben accetto da queste parti, ed ha avuto i suoi momenti migliori con i due Hellboy e lo splendido Il labirinto del fauno. Cosa accadrà, dunque, quando il film che ha sbancato Venezia giungerà al bancone del Saloon? In barba a San Valentino ho già visto questa pellicola due o tre settimane or sono, e attendevo il momento dell'uscita in sala per poter cavalcare l'onda del maggior nominato alla prossima Notte degli Oscar. Quale sarà stato il risultato? Prestissimo lo scoprirete.
Nel frattempo, non vedo l'ora di scoprire cosa ne penseranno la nostra ospite della settimana Lazyfish e soprattutto il mio tanto detestato rivale Cannibal: che possa essere l'inizio di una nuova Blog War?


Black Panther
"Daenerys, Cersei e Jon Snow, beccatevi questa: sul Trono ci sto seduto io!

Aaah... ma questa non è una puntata di Game of Thrones?!?"

Lazyfish:"Black Panther" era un fumetto che l'editoriale Corno mi propinava sempre come seconda/terza storia nelle testate Marvel che pubblicava e seguivo nella mia gioventù (lasciamo stare che anni erano, probabilmente persino Ford era giovane, all'epoca), e non è mai riuscito ad interessarmi minimamente. Certo i film di adesso sono tratti dalle versioni moderne di quei personaggi, e da quanto vedo online il film sembra una figata tamarra che da queste parti potrebbe riscuotere un buon successo. Da completisti della Marvel, in ogni caso daremo una chance a re T'Challa. Non potrà essere peggio di Iron Fist,comunque!
Cannibal Kid: Lazyfish più vecchia di Ford???
Naaah, non ci credo. Altrimenti vorrebbe dire che è la versione al femminile di Matusalemme.
Il film, come al solito quando si tratta di prodotti Marvel, negli Usa ha ricevuto recensioni entusiastiche. Del tipo che ha il 100% su Rotten Tomatoes. E questa è una cosa che io proprio non capisco. Nemmeno alcun capolavoro nella storia del Cinema ai tempi della sua uscita ha mai ottenuto consensi unanimi. Nessuna cosa in generale può piacere a tutti. Soprattutto, non un film Marvel. Questa cosa quindi ha un'unica spiegazione: i giornalisti che hanno visto la pellicola in anteprima sono stati pagati profumatamente da un certo Topolino, con soldi oppure con gadget pucciosi.
Detto questo, Black Panther ha un ottimo cast, una colonna sonora figosa curata da Kendrick Lamar e il regista Ryan Coogler, nonostante in passato abbia lavorato con Stallone, è uno dal potenziale notevole, quindi il risultato potrebbe essere piuttosto valido. Anche se non da 100% di consensi.
Ford: da ex accanito lettore di Fumetti, il personaggio di Black Panther non mi ha mai detto granché, e l'ho sempre considerato un personaggio tutto sommato minore del mondo degli Avengers. Eppure, sarà per la colonna sonora, per una certa quale atmosfera tamarra o la regia di Ryan Coogler - regista del più che discreto Fruitvale Station e dell'ottimo Creed -, ma sono molto, molto curioso di questa proposta "black" del Cinematic Universe.


A casa tutti bene
"Ci siamo tutti? Possiamo cominciare a magnà?"
"Un momento, manca ancora Lazyfish."
"Quella non viene. Ha preferito accettare l'invito di Cannibal e Ford."
"Ma è scema?"

Lazyfish: Di Muccino ho visto 2 film in vita mia: "L'ultimo bacio", che mi aveva fatto davvero schifo, e "Sette anime", che invece mi era piaciuto molto. "A casa tutti bene" sfoggia un cast discreto, sembra ben fatto e potrei recuperarlo prima o poi, anche se la lista di film italiani da vedere senza il mio lui (che li detesta) è tanto lunga che, per darvi un'idea, non ho manco visto "Perfetti sconosciuti", ancora. Questo trabocca di paturnie relative alla famiglia che non so se ho la forza di affrontare, in questo momento.
Cannibal Kid: Pure in questo caso opinione opposta rispetto a quella di Lazyfish, che oggi sembra rivelarsi la mia nuova nemesi peggio di Ford. L'ultimo bacio era esagerato, troppo urlato e corso dai suoi personaggi, però all'epoca dell'uscita mi era sembrato una piacevole boccata d'aria fresca per il cinema italiano che allora doveva ancora risorgere. Sette anime invece era una stronzat**a di proporzioni galattiche che non a caso ha rischiato di mettere fine alla carriera hollywoodiana di Muccino, e non solo hollywoodiana.
Ma poi non hai mai visto lo splendido Perfetti sconosciuti?
Corri subito a recuperarlo, Mela, che un bel film al giorno toglie il Ford di torno.
Ford: di Muccino apprezzai, ai tempi, soltanto il genuino - del resto allora era ancora praticamente uno sconosciuto - Come te nessuno mai, finendo per detestare gradualmente tutta la sua produzione successiva, culminata con merdate atomiche uscite negli States, tra le quali, a malincuore dovendo dare ragione a Cannibal, metto Sette anime, una roba che mi fece, ai tempi, vomitare anche le budella.
Sinceramente, di recuperare quest'ennesimo ritorno della fine degli anni novanta con Accorsi e compagnia non ho proprio alcuna voglia.


Hannah
"Evvai, ho vinto la Coppa del Nonno. Stai morendo d'invidia, vero Ford?"

Lazyfish: Produzione Italo-franco-belga, "Hannah" vede protagonista un'anziana Charlotte Rampling, col marito in prigione, il figlio che la odia e, come dire, mi ha stracciato le palle già dal trailer. Già i film con protagonisti vecchi mi fanno tristezza ed un po' ansia, aggiungiamoci che la storia non è proprio un'allegria... me lo risparmierò supervolentieri.
Cannibal Kid: Ooh, finalmente. Qui sì che siamo sulla stessa lunghezza d'onda! Abbasso i film sui vecchi, abbasso i vecchi, e quindi abbasso Ford!
Ford: i film sui vecchi funzionano se si parla di Expendables o Gran Torino, ma in questo caso prevedo una rottura di palle radical che non riuscirebbe ad immaginare neppure il mio nemico Cannibal. Cinque alto dunque a Lazyfish ed approvazione per la bocciatura.


Hostages
"Sicuro che se sparo a Ford non mi mettono in galera?"
"Sì, l'ha detto Salvini: la difesa è sempre legittima. Credo intendesse anche quella nei confronti del Cinema."

Lazyfish: Tratto da un tragico fatto vero accaduto nella Georgia russa negli anni '80, "Hostages" potrebbe essere un thriller niente male e ben recitato, malgrado l'aspetto squallidino e la povertà (di mezzi cinematografici) generica che emana il trailer che lo riguarda. Credo finirà anche questo nella lista degli eventuali recuperi in home video, con tutta la calma del caso. Eventualmente vedrò prima cosa ne dicono i miei blogger di fiducia (no, non ho detto Cannibal e Ford).
Cannibal Kid: Tipico mattonazzo russo buono giusto per l'autore di White Russian, o potenziale sorpresa internazionale della settimana?
Credo che aspetterò il giudizio di qualcuno che ne capisce davvero di cinema...
Peccato che, a parte me, non mi venga in mente proprio nessun altro.
Ford: questo thriller ad ambientazione sovietica potrebbe essere una buona scusa per una serata a base di White Russian - come se ne avessi bisogno - o per un ritorno alla guerra tutt'altro che fredda con Cannibal, eppure non riesco ad essere ispirato rispetto al recupero. Sarà l'influenza del Pescepigro o della pigrizia di Cannibal?


San Valentino Stories
"Pensavate che It facesse paura?"

Lazyfish:"San Valentino Stories"è un film ad episodi (ma non erano passati di moda almeno 30 anni fa?) ,di ambientazione/produzione/protagonisti partenopei, perchè, come recita il flano, "Cupido è nato a Napoli". Sì, vabbè, parliamoci chiaro: ho visto il trailer, che mostra solo scene non parlate, ma io, oltre alla colonna sonora del promo, che consta di una canzone strappacuore, già vi sento abbaiare, cari protagonisti supersconosciuti di questo filmetto, e quindi mi terrò ben lontana da qualsiasi cosa vi riguardi.
Cannibal Kid: Chiudiamo questo appuntamento di San Valentino con una nota positiva. No, non intendo quelle del trailer inascoltabile, oltre che inguardabile, di questa pellicola neomelodica a episodi che non credo vedrò mai nemmeno sotto tortura. A meno che l'alternativa non sia un concerto di Gigi D'Alessio. Intendo perché almeno su questo “film” torno ad andare d'ammore e d'accordo con Lazyfish. E credo che pure Ford in questo caso sarà sulla nostra stessa lunghezza d'onda. Un piccolo miracolo di San Valentino?
Ford: miracolo di chiusura di San Valentino, perfetto per questa rubrica ormai definitivamente a tre, la stroncatura il più pesante possibile di questa roba, talmente indigesta da farmi rivalutare perfino le peggiori proposte radical di Cannibal Chic. Personalmente, credo potrebbe farmi lo stesso effetto di un concerto di D'Alessio. E credetemi, non sarebbe bello da vedere.

Questo sarebbe un filmone da Oscar? Ma voi non siete a Post

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Steven Spielberg, giri un film intitolato The Post a tematica giornalistica?
E allora ti becchi un Post con una bella rassegna stampa di opinioni sul film.


The Post
Regia: Steven Spielberg
Cast: Tom Hanks, Meryl Streep, Bob Odenkirk, Tracy Letts, Sarah Paulson, Carrie Coon, Alison Brie, Matthew Rhys, Jesse Plemons, David Cross, Zach Woods, Pat Healy


Lucia Patrizi su Il giornale degli zombi
“Io neanche riesco più a esprimere a parole che regista enorme dimostra di essere Spielberg a ogni film, anche in uno apparentemente "piccolo" come The Post.”


Lisa Costa su In Central Times
“Cara Meryl ti scrivo, così mi distraggo un po'.
È facile odiarti, non sopportarti, con quella tua aria da prima della classe, con ogni interpretazione -anche in film non particolarmente memorabili (Into the Woods)- a finire candidata agli Oscar.
È facile con ogni attrice che si rispetti a giudicarti come un faro, come un'icona da eguagliare o da imitare, a cui guardare. Mettici che ultimamente i film che hai fatto non sono certo chissà che (Florence, Suffragette, di nuovo Into the Woods), ed ecco che mi sono dimenticata in fretta del calore che sai emanare, della bravura nella caratterizzazione del tuo personaggio, che siano dita che si muovono, labbra da mordere.
Certo, pure qui esageri un po', e ci si perde più a guardare Meryl che fa Kay, che non a vedere Kay Graham all'opera, alle prese con un ruolo altrettanto difficile, quello di donna-capo, di donna in mezzo a soli uomini, a prendere decisioni editoriali e politiche per cui sì -scusa il francesismo- ci vogliono due palle così.”


Mr. James Ford su Il Ford Quotidiano
Rispetto ad un'opera come L'ora più buia - ascrivibile alla stessa tipologia di prodotti quasi pensati per l'Academy -, l'apporto emozionale di The Post è paragonabile a quello di una lastra di ghiaccio sulla quale organizzare un bel giaciglio di fortuna in una serata d'inverno, non proprio il luogo più piacevole in cui si desidererebbe trascorrere una notte in questo periodo dell'anno: senza, dunque, mettere in discussione l'impianto tecnico e scenico, ho finito per considerare The Post come una sorta di versione molto in minore di pellicole di riferimento come Tutti gli uomini del Presidente, un tentativo fuori tempo massimo di presentare un Cinema "di denuncia" che risulta, però, anacronistico rispetto ai tempi e poco simpatico rispetto a tutto il pubblico nato dopo l'epoca in cui si sono svolti i fatti narrati, e forse perfino a quelli che l'hanno vissuta. […] Per essere un racconto - o un resoconto, considerato che parliamo di reali accadimenti - costruito per esaltare la libertà di espressione, opinione, stampa e pensiero, l'impressione che ho avuto è stata quella di un esercizio di stile controllato e precisino - non nel senso buono -, di quelli che i secchioni della classe portano a termine per compiacere il professore di turno. E questo non è certo combattere il Potere come fecero gli uomini e le donne mostrati in questo film.”

"Tom, ci dobbiamo fidare più del parere del Time o del blog di Mr. Ford."
"Mmm, non saprei Meryl, proprio non saprei..."


“The Post, l'ultimo film di Steven Spielberg, parte dal ritrovamento e conseguente diffusione di documenti compromettenti ed affermanti quanto sopra, i cosiddetti Pentagon Papers, per analizzare altre questioni spinose, dall'ovvia punta dell'iceberg rappresentata dalla lotta tra stampa e potere fino ad arrivare a toccare temi quali il conflitto d'interesse legato a questioni di amicizia/prestigio e persino il ruolo della donna nei luoghi di potere. Quest'ultimo punto in particolare mi ha colpita, soprattutto perché la questione della parità dei sessi è argomento di grande attualità. [...] Il dramma umano di Kay viene posto su un piano parallelo ma equivalente a quello dell'intera indagine giornalistica e i due aspetti del film lavorano in perfetta sinergia per offrire allo spettatore sia l'emozione di un'inchiesta seria, con echi da spy story e legal drama, sia quella di godersi un interessante racconto di formazione che evidenzia con garbo ma anche decisione la stupida disparità tra i sessi, promulgata spesso dalle stesse donne. Al di là delle tristissime dichiarazioni dei consiglieri di Kay e dell'appassionante monologo di Sarah Paulson, sono proprio gli atteggiamenti remissivi ed indecisi della facoltosa editrice e molti eventi di mero contorno a dare un quadro chiaro del terreno minato in cui erano costrette a muoversi donne potenti come la protagonista, considerate dai più nient'altro che bambine desiderose di fare "le grandi" senza tuttavia esserne in grado”.


Alfonso Maiorino su Il Paragone XIX
“In un film come "The Post", che del dialogo fa il suo fondamento e dalle interpretazioni dei suoi protagonisti cerca di trarre il suo punto di forza, non mi ci sono ritrovato proprio: i dialoghi mi sono sembrati fin troppo verbosi e tirati abbastanza al limite, il ritmo ne risente terribilmente e presto, in un film che dura più di due ore, è sopravvenuta una certa sensazione di noia durante la visione. Insomma saremo pure davanti ad un film in cui il regista mette ancora una volta tutto se stesso, in cui la solita Meryl Streep offre una performance buona - ma sarà stata davvero da Oscar o dite tutti che lo è solo perchè si chiama come si chiama? - e nel quale, però, non ci ho trovato, oltre che un'ottima confezione, un'anima vera e propria.”


Il grande cinema, quello che si costruisce sui punti fondamentali: regia accurata e brillante di Steven Spielberg (con alcuni virtuosismi speciali di zio Steven), che trae il meglio da una sceneggiatura (Liz Hannah e Josh Singer) solida e precisa, con una svolta netta nella seconda parte dove si sfiora la perfezione; e cast sontuoso, con Tom Hanks e Meryl Streep, per la prima volta insieme, in due delle migliori prove della loro folgorante carriera (e pazienza se l'Academy il povero Tom non lo considera più...)”.

"Tom, l'hai pagato tu Giuseppe per scrivere queste cose?"
"Io? Pensavo l'avessi fatto tu."


“La poetica Spielberghiana è pienamente ed abbondantemente rappresentata in questo The Post, film capace di coinvolgere fino ad emozionare lo spettatore pur non essendo di certo un film innovativo, almeno narrativamente parlando (si pensi a Tutti gli Uomini del Presidente, capostipite delle pellicole che trattano l'argomento del giornalismo d'inchiesta), scritto da Liz Hannah e Josh Singer, musicato dall'immancabile John Williams e diretto da Steven Spielberg col preciso obiettivo di sensibilizzare le menti degli spettatori, oltre che istruirli su una pagina di storia fondamentale per la democrazia, la libertà di stampa, di parola e di pensiero”.

"Finora non è male come rassegna stampa."
"Aspetta di leggere The Casale Monferrato Post..."


Cannibal Kid sul The Casale Monferrato Post
Il cinema ha raccontato il mondo del giornalismo in varie occasioni. Il più delle volte, soprattutto nel periodo degli anni '70 con Tutti gli uomini del presidente e affini, cui questo The Post si rifà, tende però a darne una visione troppo idealizzata e mitologica. I giornalisti sono visti come i paladini della libertà di parola e di espressione, i supereroi di turno.
La rappresentazione che preferisco io è invece un'altra, quella messa in scena in Quasi famosi (Almost Famous). Il giovane protagonista in questo caso non è mosso tanto dalla voglia di dire le cose come stanno, smascherare i sotterfugi del Governo, raccontare la Verità suprema ai lettori, bensì da altre due cose, che sono poi quelle che fanno girare il mondo: la musica e la patata. Nel suo caso più specifico: il rock'n'roll e Kate Hudson. Sono queste le cose che lo fanno diventare un giornalista. Sono questi i suoi ideali.
The Post rientra invece nella solita tradizionale categoria delle storione che puntano a enfatizzare alcuni valori fondamentali della società americana. Non la musica e la patata, che sono qui quasi del tutto assenti, a parte una canzone dei Creedence Clearwater Revival suonata all'inizio nel momento Vietnam e una Alison Brie presente per altro in vesti non particolarmente sexy. In The Post si punta sulla libertà di stampa e sul femminismo e tutti a dire che Spielberg ha fatto un film attuale. Ok, ma forse perché questi sono temi evergreen attuali un po' sempre, quindi grazie ar cazzo, Spilby. Ti piace vincere facile, vero?

Così come piace vincere facile a Meryl Streep, che si è beccata per l'occasione la 21esima nomination della sua carriera. Come al solito del tutto inventata dall'Academy, visto che la candidatura come miglior attrice protagonista è un doppio regalo, perché:

1) la Streep qui non è poi nemmeno così protagonista (e questo è uno dei pochi pregi del film)
e
2) la sua interpretazione è tutta maniera e zero emozioni.

"Certo che questo giornale monferrino mi odia proprio.
Pazienza, mi consolerò nuotando in mezzo alle mie statuette dorate come Paperon de' Paperoni."

Come del resto il film in generale. Grande cura a livello tecnico nella realizzazione, ma ben poco cuore. La storia dei Pentagon Papers, documenti top secret pubblicati prima sul The New York Times e poi sul The Washington Post nel 1971, sulla carta (stampata) sarebbe in teoria anche interessante. O almeno lo è per me che sono discretamente appassionato di vicende giornalistiche e pure di politica a stelle e strisce. Solo che è raccontata in maniera molto frammentata, attraverso una miriade di punti di vista e di mini-personaggi che si fanno ombra l'uno con l'altro. Spielberg mette insieme un cast pazzesco, pieno di volti noti soprattutto del piccolo schermo, come Sarah Paulson, Bob Odenkirk, Matthew Rhys, Alison Brie, Carrie Coon e Jesse Plemons, e poi dà loro soltanto degli spazi risicati. Piccoli spazi in cui in pochi istanti gente come Carrie Coon e Alison Brie riesce comunque a brillare più della solita sopravvalutata Meryl Streep, ma andate a spiegarglielo voi a quelli dell'Academy che io ho perso la pazienza.

"Alison, mo' adesso tu reciti meglio di me?!? Ahahah!"
"Ma che cazzo te ridi, Meryl?"

Non è che manchi il ritmo, al film. È solo che è troppo spezzettato. Ogni volta che la vicenda sembra finalmente ingranare la quarta, o diciamo la terza, ecco che passa ad altro e non riesce mai a coinvolgere per davvero. Finendo per annoiare a morte. E lo dico io da appassionato di giornalismo e politica Usa, posso solo immaginare cosa possa provare chi degli argomenti in questione in genere se ne sbatte alla grande...

Di storie di questo tipo inoltre se ne sono già viste molte altre sul grande schermo, l'ultimo caso è stato Il caso Spotlight giusto un paio d'anni fa, e questo “nuovo” The Post non fa altro che portare avanti un cinema vecchio, stanco, moralmente anche apprezzabile, ma tutto sommato freddo, banale e ripetitivo. In una parola “spielberghiano”, termine che è passato dall'essere un complimento al diventare un insulto. Steven Spielberg ai tempi di E.T. l'extra-terrestre faceva sognare. Ora fa solo dormire.
(voto 5/10)


La forma dell'acqua, della poesia e di quell'altra c❤sa

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La forma dell'acqua – The Shape of Water
Regia: Guillermo del Toro
Cast: Sally Hawkins, Doug Jones, Michael Shannon, Richard Jenkins, Octavia Spencer, Michael Stuhlbarg




































(voto 8+/10)


Le canzoni di Marinelli

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Fabrizio De Andrè – Principe libero
Regia: Luca Faccini
Cast: Luca Marinelli, Valentina Bellè, Elena Radonicich, Ennio Fantastichini, Davide Iacopini, Tommaso Ragno, Gianluca Gobbi, Matteo Martari


Bocca di Faber
Lo chiamavano bocca di Faber
o anche solo Luca, o anche solo Luca
Lo chiamavano Jeeg Robot
ma si confondevano, lui era lo Zingaro

Appena scese alla stazione
nel paesino vicino a Zena
tutti si accorsero con uno sguardo
che non si trattava di un genovese
ma parlava come Carletto Verdone, e come Er Pupone

C'è chi la fiction Rai la fa per noia
chi come Beppe Fiorello se la sceglie per professione
Marinelli né l'uno né l'altro
lui lo faceva per passione e pure per il ricompensone
ma il ricompensone spesso conduce
a fare una fiction un po' schifosa
per fortuna non era questo il caso
a parte una cosa parecchio scandalosa...


Pubblicità!
Cioè, questi sul serio hanno interrotto bruscamente “Bocca di rosa” cantata live da Fabrizio De André che concludeva il film tv in due puntate di 3 ore Fabrizio De Andrè – Principe libero? Non potevano aspettare ancora un minuto per lanciare la pubblicità?
Posso ancora capire quando lo fanno con le pellicole americane o realizzate da altri, ma questa è una Rai Fiction. L'hanno prodotta loro e la tagliano pure?
Mi sa che questi, oltre che scemi e oltre che stronzi, sono pure masochisti. Comunque fine dell'interruzione e riprendiamo con la canzone.


E fu così che da un giorno all'altro
Marinelli si tirò addosso
l'ira funesta degli attori cani
a cui aveva sottratto l'osso

E se lui se la cavò bene
a parte l'accento romanesco
niente male fu anche Valentina Bellè
quella che si era già vista tra le Sirene


Così la vecchia moglie Elena Radonicich
con un figlio rompiscatole come Cristiano
si prese la briga e di certo il gusto
e rivolgendosi all'Anonima Sarda
la apostrofò con parole argute:
“Il furto d'amore sarà punito, o meglio sequestrato”


E quelli andarono e rapirono Marinelli e la Bellè
e dissero senza parafrasare:
“Ajò, Faber, non fare il genovese e caccia il dané”
E lui rispose in modo piccato:
“A' stronzi, che ve sembro de Genova?
Li mortacci vostri, so' de Tor Bella Monaca”

"Me la ricordavo un po' diversa, questa canzone, ahahah."

E così li liberarono senza aspettare i gendarmi
con i pennacchi e con le armi
e li accompagnarono al primo treno
alla stazione c'erano tutti è vero
a dare loro il bentornato
c'era anche il figlio Cristiano col cuore in mano
il padre disse: “Figlio mio non mi scassare,
renditi utile e portami da bere”

Ma una notizia un po' originale
Non ha bisogno di alcun telegiornale
e manco di quegli impiccioni delle Iene
che son stipendiati dal Cavaliere
come una freccia dall'arco scocca
vola veloce di bocca in bocca
e alla stazione successiva
molta più gente di quando partiva
chi mandò le mutandine, chi gettò un fiore
persino il parroco che non disprezza gli richiese un'altra canzone




Volete un'altra canzone?
E famo un'altra canzone!


La canzone di Marinelli
Questa di Luca Marinelli è la storia vera
che scivolò nel fiume a primavera
ma il pubblico che lo vide così bello
pensò che per fare De André fosse troppo bello
e pure troppo romano, aò!

"Romano io? Ma che stai a dì?"

Solo senza il ricordo di un dolore
vivevi senza il sogno di un filmone
ma i dirigenti Rai senza scorta
bussarono tre volte un giorno alla tua porta

Bianco come la Luna era il tuo volto
ah Marinelli, e prendi un po' di sole che sembri morto
tu li seguisti senza una ragione
e decidesti di fare un po' di televisione


E c'era il sole e finalmente prendesti un po' di tintarella
loro ti dissero: “Se vuoi lavorare in tv, ce lo devi succhiare Marinelli”
Avevi fatto notte su Netflix e avevi gli occhi stanchi
ti venne in mente che potevi recitare in un loro show, uno dei tanti

Furono baci, furono tv canzoni e sorrisi
poi li salutasti dicendo: “Tenetevi Al Bano Carrisi!”
e il pubblico generalista italiano ti volle credere morto
quando tu grazie alla serie Trust a livello internazionale eri risorto

Questa è la tua canzone Marinelli
che grazie allo streaming non devi ciucciare piselli
e come tutte le più belle cose
girasti una sola fiction, e poi sparisti alla Keyser Söze
certo però che questo film tv merita uno spin-off
io lo voglio sull'idolo Paolo Villaggio, altrimenti fuck off!

(voto 7/10)




The Disaster Movies

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Film disastrosi, oppure pellicole da Oscar?
Questa settimana nei cinema italiani sembra esserci pane per tutti i gusti. Sia per i palati più raffinati come quello del sottoscritto, sia per quelli più alla buona come quello del mio blogger nemico Mr. James Franco Ford.
Da che parte starà invece l'ospite settimanale?
Scopriamolo attraverso le sue parole. Direttamente dall'Inghilterra, ecco a voi l'immigrata clandestina extracomunitaria espatriata italiana Alessandra Muroni, autrice del simpatico ma pure competente blog cinematografico Director's Cult.


Intro di Alessandra Muroni: Patria mia, pe(rd)dono, mancai l’uscita del film di Muccino!!!
Tanto onore per essere stata scelta dalla odd couple fatta da Cannibal Kid e Ford come ospite per le uscite della settimana. Italiana. Perché in barba a Salvini, loro mi vogliono lo stesso anche se sono expat, essendo immigrata dalla Er Re(g)gina quasi 5 anni fa e mi fanno lavorare aggratis per i loro blog italianissimi. Salvini, prrr!
Tengo pur sempre un cuore italiano, e oltre a sentire la mancanza della lasagna di mamma, sento anche nostalgia del cinema nostrano, ma non mucciniano muhahuahua.
Ordunque, ecco le uscite italiche, che si differenziano assai da quelle inglesi.


The Disaster Artist
"Tranquillo, Tommy, tutti i siti che contano hanno adorato il tuo film."
"Variety? Movieplayer? Ciak?"
"No. Pensieri Cannibali, White Russian e pure Director's Cult."
"Oh, cazzo, ma allora è davvero un disastro!"


Alessandra Muroni: Prima di Corinna Negri, aka la Cagna Maledetta, c’era lui, Tommy Wiseau, che non solo era ed è tutt’ora il cane dei cani della recitazione, ma è anche stato capace di produrre (non si sa con quali soldi), dirigere (non si sa con quale talento) e recitare (con grandissima cagnitudine) The Room, ovvero il Quarto potere dei film demme#da. Interpretato e diretto da James Franco, il film mostra la parabola esistenziale di questo malaugurato progetto che vide il coinvolgimento (suo malgrado) di Greg Sestero, suo partner a delinquere, nonché suo migliore amico. Dalle stelle alle stalle, James Franco ha fatto a malapena in tempo a coccolarsi il suo Golden Globes come migliore performance di un attore canissimo, che è stato travolto dalle accuse di molestie. Il film merita la visione, a meno che non lo boicottate - come potrebbe fare il Cannibal - che spera di ridare la spilla a Scarlett Johannson ora che è MILF e pure single. E se andate a vederlo e vi perdete i titoli di coda, siete dei brutti figli di sultana.
Cannibal Kid: Con tutto il rispetto, ma Scarlett se ne può andare a quel paese, insieme a tutti quelli che hanno boicottato il povero James Franco. Come attore non è mai stato cagno quanto Wiseau, ma non è mai stato nemmeno fenomenale. Fino a questo film, in cui dà veramente il massimo, con un'interpretazione da Oscar che probabilmente non ripeterà mai più. E invece non è arrivata per lui nemmeno la nomination. Per rimediare a questo torto, potete tutti precipitarvi a guardare questa pellicola tutt'altro che disastrosa, di cui a breve parlerò. E secondo me potrebbe piacere anche a James Ford, il Tommy Wiseau dei blogger cinematografici.
Ford: prima che a Franco venisse l'idea di produrre un film sull'Ed Wood moderno, Tommy Wiseau, non avevo assolutamente idea di chi fosse quest'ultimo. Poi ho visto questo film, che purtroppo, come dice Cannibal, è tutt'altro che disastroso, e più che rimanere basito di fronte all'ennesima ostracizzazione della finta società bene e dell'Academy non ho potuto fare. A breve ne parlerò, e secondo me potrei addirittura essere d'accordo con Cannibal Kid, il Greg Sestero dei blogger cinematografici.


Il filo nascosto
"Questo abito starà una favola addosso a Cannibal."

Alessandra Muroni: Il re del fesciòn londinese Reynold Woodcock (Daniel Day Lewis) incontra Alma, una bella cameriera in un ristorante dove era in procinto di abbuffarsi (ha fatto un patto con il diavolo, perché è così magro che vola alla prima folata di vento), e lei botta di chìulo da cameriera diventa modella e poi musa del fesciosissimo stilista. Dedito al lavoro e sempre in procinto di creare vestiti per le signore dell’alta borghesia, la sua vita e le sue abitudini abitudinarie (d’altronde uno che si chiama Woodcock – ovvero ca@@o di legno - mica è pieno di vitalità, no?) verranno sconvolte da questa deliziosa ragazza, che sembra uno zuccherino ma non lo è, ma è una tipa che quando mastica fa più rumore di un trattore e ha una malsano uso della cucina da far rabbrividire pure Gordon Ramsay. Film finto zuccheroso ma cazzuto, roba che potrebbe piacere al duro e puro come il Ford, che è cazzuto, ma con un velo di zuccherosità, nascondendo dentro ai piedi un sottile strato di pisellaggine romantica.
Cannibal Kid: Sul fatto che la protagonista femminile abbia una botta di chìulo a incontrare Woodcock avrei qualche dubbio... quasi quasi le andava meglio se conosceva Fordcock dal pizzettaro di Lodi. Perché dico questo?
Guardate il film del solito imprevedibile Paul Thomas Anderson e lo scoprirete.
Ford: Paul Thomas Anderson è da sempre uno dei favoriti del Saloon. Questo film, che ho già visto, è stato un banco di prova importante. Accadrà quanto è accaduto con Del Toro? Oppure no? A breve la risposta.


La vedova Winchester
"Oh mio Dio! La recensione di Ford de La forma dell'acquaè spaventosa!"

Alessandra Muroni: Oh mio Dio hanno ucciso il commissario Winchester dei Simpson, brutti bastardi! Ah, no, è un’altro Winchester, l’inventore dell’arma che ha il suo nome, che è moruto e ha reso vedova Sarah (Helen Mirren). Oltre alla vedovanza ha un gran bel da fare nel costruire una magione per tenere lontani gli spiriti uccisi dall’arma creata dall’anima dei mortacci di suo marito. Occhio, malocchio prezzemolo e finocchio non bastano, e quindi si deve fare il mazzo qadro nel costruire questa magione senza fine per tenere alla larga la miriade di anime dannate. Ammazza quanti ne ha ammazzati la Winchester! Un dottore è incaricato di verificare se la vedova ha sbroccato o meno, ma a quanto pare è vero le anime nel loro piccolo s’incazzano e invocano vendetta. Che gli spiriti vogliono anche vendicarsi di Ford e Cannibal e dei loro blog (così, come passatempo tra uno spavento alla Winchester e l’altro)? Per scoprirlo, dovete andare al cinema!
Cannibal Kid: Questa potrebbe essere una visione letteralmente mortale, per quanto mi riguarda. I film sulle case infestate non li sopporto più. A dire il vero credo di non averli mai sopportati. Come protagonista c'è pure Helen Mirren, una di quelle attrici per il mondo brave brave ma che io troppo sopravvalutata quasi quanto Meryl Streeptease. Mi vuoi proprio ammazzare proponendomi un film del genere, vero Alessandra?
Ford: lascio volentieri quest'ennesima ghost story che mi pare priva di qualsiasi appeal all'ormai anglosassone Alessandra, che di case infestate, abitando da quelle parti, ormai se ne intenderà parecchio. A Cannibal, invece, lascio la parte del fantasma.


Sconnessi
"Nooo, ma come facciamo a stare sconnessi senza poter leggere Pensieri Cannibali?"
"Consoliamoci. Almeno per qualche giorno non leggeremo nemmeno le sconclusionate opinioni di Ford sui film da Oscar."

Alessandra Muroni: Sapessi quanto sono sconnessa io la mattina quando mi sveglio! Ah, un momento, non è un film su quanto si è rinco@lioniti la mattina, ma è la storia una famiglia (rinco@lionita) dove il patriarca (Fabrizio Bentivoglio) è nemico giurato di internet e talmente figlio di sultana da riunire per il suo compleanno la sua famigliola in uno chalet di montagna senza I-Pad, Internet, Instagram, Facebook, WhatsApp, roba che manderebbe al manicomio l’intera famiglia Kardashian insomma. Tutto sto’ ambaradam per far riavvicinare il figlio giocatore incallito e l’altro figlio sfigat... Ehm, nerd e introverso con la seconda moglie ciòfane e con prole in arrivo. Alla famigliola si aggiungerà la tata, sua figlia, il fratellastro del patriarca e il bipolare. Vale la pena vederlo, o il Ford e il Cannibal si sconetteranno dalla blogosfera pur di non parlare di questo film in caso di monnezza movie conclamato?
Cannibal Kid: Tipica commediola italiana incentrata sulle nuove tecnologie, o meglio sull'astinenza da nuove tecnologie. Sottogenere che come guilty pleasure/monnezza movie a me personalmente non dispiace nemmeno. E la prevedibile morale di fondo, che è meglio la vita sconnessi in uno sperduto chalet di montagna rispetto alla frenesia del mondo moderno iperconnesso, potrebbe far felice persino il vecchio Ford che ancora rimpiange i tempi in cui si comunicava attraverso i geroglifici e Kardashian era solo l'avvocato di O.J. Simpson.
Ford: tipica commediola italiana che farà andare in brodo di giuggiole Cannibal, che ormai difende qualsiasi porcata si produca da queste parti, ma che, avendo già dato con il caro vecchio Verdone, dubito passerà da queste parti. Piuttosto, vado a fare un salto sull'Appennino da mio nonno, dove davvero non c'è possibilità che internet e affini prendano in alcun modo.


Belle & Sebastien – Amici per sempre
"Oooh, ma guardate questi cuccioli... fanno quasi più tenerezza di Forde & Cannibalien che fingono di litigare."

Alessandra Muroni: Canta con noi, auuu, meglio che puoi auuuuu, canta con noi meglio che puoi canta insieme a noi viva viva i nostri eroi, viva Belle e Sebastien. Versione in carne ed ossa del cartone giappo, Belle e Sebastien racconta la storia di un cane finisce per fare da genitore all’ennesimo ragazzino rimasto orfano. Dopo le prime rocambolesche (?) avventure del primo film, ci smaron... Ehm, ci allieta con il ritorno del bambinello orfanello che inizia ad andare a scuola dopo la fine della guerra. Che bello, un po’ di normalità dopo una mamma cane e tante tante bombe! Ma anche no! E infatti la sua amica Angelina è forse perita in un incidente aereo, o forse è ‘solo’ dispersa. Mai una gioia eh. Ma il piccolo Sebastien – carramba che sorpresa! – scopre di avere un papà, che non solo se ne sbatte di lui, ma anche di trovare Angelina. Così Belle, deve fare da mamma e da inviato di Chi l’ha visto, cercando di ritrovare l’amica di Sebasien. Pierre li aiuta svogliatamente, ma forse c’è speranza si avvicini a Sebastien, così come c’è speranza che Cannibal e Ford si vogliano bene!
Cannibal Kid: Alessandra, sul serio ti sei vista il primo film, o hai fatto solo un sapiente uso del copia e incolla della trama da Wikipedia?
Spero la seconda, temo la prima. Comunque devo correggerti: questo non è il secondo film della serie, Belle & Sebastian – L'avventura continua, bensì addirittura il terzo, Belle & Sebastien – Amici per sempre. Ebbene sì. Sono arrivati al terzo capitolo della trilogia, proprio come quella di Cinquanta sfumature.
Comunque sia, io già non sopportavo il cartone giappo, figuriamoci se mi guardo la trilogia di una versione melò strappalacrime e animalesca di una tipica bambinata fordiana. Preferisco un'altra visione: Ford & Cannibal – Nemici per sempre.
Ford: ricordo il vecchio cartone animato dedicato a Belle e Sebastien, che comunque non è mai stato tra i miei preferiti. Dai film mi sono sempre tenuto alla larga. Quindi, cara Alessandra, per una volta ancora, purtroppo, questa settimana, sono d'accordo con il mio antagonista e preferisco pensare a Ford&Cannibal - Nemici per sempre.
Alessandra Muroni: Tana per Cannibal! Io ho copiato pari pari da Wikipedial, tu invece di sicuro l'hai visto, e scommetto che l'hai visto insieme a Ford, anche se negate! E tu Ford, scommetto che farai vedere ai tuoi figli, piuttosto si vedono la serie di Sharknado! XD


Omicido al Cairo

Alessandra Muroni: Urka qua le cose si fanno serie in Egitto, quando il poliziotto Nouredin è corrotto fino al buco del c@lo come tutti i suoi colleghi e si ritrova a dover indagare un omicidio, talmente preso da fare tana ai commercianti che doveva proteggere dal marasma di una rivoluzione che sta per scoppiare in piazza Tahrir. Come se la grossa crisi non bastasse, pure le botte. Non bastava Amazon? Se ci dovete corcare, comprate online, no?!? Nouredin è talmente coinvolto dal caso, da arrivare a un possibile colpevole - Il Cannibal? Ford? No, dippiù! Un deputato del Parlamento. Salveneee? Tsé, magari!
Cannibal Kid: Leggo su MYmovies che “questo film si ispira a un omicidio realmente accaduto nel 2008 di cui risultò colpevole un uomo d'affari e parlamentare egiziano vicino alla famiglia Mubarak”. Più che Salveneee, Silvio, c'entri qualcosa tu?
Ford: questa sorta di noir politico egiziano mi lascia perplesso. Scommessa d'essai della settimana o roba dalla quale scappare a gambe levate? Direi che non ho voglia di scoprirlo. Quanto più di ritrovare l'alchimia giusta per una nuova Blog War con Cannibal.

"Hey, dov'è finita Alessandra Muroni? Sono giorni che non si vede più in giro."
"E chi lo sa? Dopo l'ospitata sui bloggacci di Cannibal e Ford dev'essersi nascosta per la vergogna."



Kiss Kiss Molly's Game

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Molly's Game
Regia: Aaron Sorkin
Cast: Jessica Chastain, Idris Elba, Michael Cera, Kevin Costner, Jeremy Strong, Bryan d'Arcy James, Bill Camp, Chris O'Dowd


Molly Bloom è il nome di un personaggio dell'Ulisse di James Joyce e non stupisce che uno come Aaron Sorkin per il suo film d'esordio dietro la macchina da presa abbia scelto di raccontare la vita di un personaggio con un nome del genere sebbene poi quello sia solo un nome e non è che siano poi così tanti i punti di contatto tra la Molly Bloom di Joyce e la Molly Bloom della pellicola interpretata da una strepitosa e stupenda Jessica Chastain che non si capisce come non sia stata nominata per questa parte agli Oscar 2018 tra le migliori attrici protagoniste a discapito della solita insopportabile Meryl Streep di The Post ma questo comunque non è un post sugli Oscar né tantomeno un post su The Post bensì è un post su Molly's Game che racconta di questa Molly Bloom che è una tipa veramente esistita ed era pure una bella gnocca anzi lo è ancora visto che è viva e vegeta e ha 39 anni e se ne va pure in giro alle première dei film insieme alla Chastain.



Comunque stavo dicendo che non stupisce la scelta di una protagonista con un nome come Molly Bloom per il primo film nelle vesti di regista del noto e bravissimo sceneggiatore Aaron Sorkin che è quello che ha creato serie tv come Sports Night e West Wing e Studio 60 on the Sunset Strip e la sottovalutata The Newsroom e scritto gli script di vari film tra cui quello grandioso di The Social Network con cui ha vinto l'Oscar e quello di L'arte di vincere – Moneyball con cui è stato nominato agli Oscar e quello di Steve Jobs con cui ha vinto il Golden Globe e ora ha realizzato pure questo di Molly's Game con cui è in corsa agli Oscar 2018 e se c'è una cosa che tutti i suoi lavori hanno in comune sono i fiumi di parole di cui sono composti i dialoghi e i monologhi dei suoi personaggi che rappresentano qualcosa di magnifico con tutti i loro riferimenti sia alla cultura alta sia alla pop culture e che ogni volta sanno essere delle vere e proprie lezioni di scrittura di cui far tesoro sebbene alle volte siano anche un pochino pesanti da seguire soprattutto con i sottotitoli e a un certo punto mentre li leggi c'è il rischio che ti si incrocino gli occhi e quindi è meglio lasciarsi cullare cullare dalla voce degli attori e dalle onde dei fiumi di parole fiumi di parole tra noi prima o poi ci portano via e sono proprio questi fiumi di parole la cosa che hanno in comune James Joyce e Aaron Sorkin.


Circe era la dea greca della magia sebbene secondo alcuni fosse solo una fattucchiera e regalava agli uomini feste con vino e miele per poi trasformarli in porci e qualcosa di simile lo faceva anche Molly Bloom la donna definita la regina del poker anche se lei non giocava mai a poker ed è un peccato perché avrebbe una gran bella poker face p p p poker face p p p poker face e io non credo di aver mai visto una donna giocare a poker né nella realtà né nei film nonostante ci siano film in cui le donne fanno i soldati o in cui danno fuoco a Hitler o esistano persino serie come Pitch su una ragazza che gioca a baseball nella lega maschile eppure non mi viene in mente una sola pellicola o una sola serie tv e sì che ne guardo tante in cui ci sia una donna seduta al tavolo da poker e la prossima rivoluzione femminista allora potrebbe essere un film tutto al femminile su un gruppo di donne che si ritrovano a giocare a poker mentre i mariti restano a casa a lavorare a maglia e questo sì che sarebbe qualcosa in grado di cambiare tutto più dei vari #MeToo Movement e Time's Up e Dissenso comune e sarebbe qualcosa di diverso dal solito mentre qui in Molly's Game tutti i giocatori di poker sono rigorosamente uomini e tra loro il più forte tra tutti è Michael Cera sì proprio quello di Juno e Scott Pilgrim e Suxbad e Arrested Development qui nella parte del divo hollywoodiano bravo a giocare a poker che pare che il suo personaggio sia ispirato a un misto tra Leonardo DiCaprio, Tobey Maguire, Ben Affleck e altri attori patiti di poker nella vita reale e però è una donna a organizzare i loro incontri e che donna che è Molly Bloom interpretata da una Jessica Chastain fenomenale in tutti i sensi possibili e immaginabili e questa forse è una cosa che ho già detto in vari post e anche in questo stesso post però è sempre meglio ribadirla per sicurezza e perché la vera forza del film oltre allo script da Oscar sorkiano è proprio lei capace di regalare una grande umanità a una donna così controversa un po' alla Tonya Harding giusto un filo meno stronza che all'inizio appare fredda e arrogante e saccente ed egocentrica a livelli egomaniacali ma che poi poco a poco prende vita e diventa sempre più umana e riesce non dico a commuovere però forse un pochino sì mannaggia a lei e a quanto è brava e bella Jessica Chastain e a come ogni volta riesca ad annullarsi dietro al personaggio che interpreta come tante altre star di Hollywood non riescono invece a fare giusto per citarne un paio dico Tom Cruise e Will Smith e invece lei ogni volta si trasforma in una donna diversa ma con qualcosa in comune con le altre quasi come se ci fosse un filo conduttore tra le varie donne forti che porta sul grande schermo da Zero Dark Thirty passando per Interstellar fino ad arrivare al recente Miss Sloane - Giochi di potere con cui questo Molly's Game ha più di un punto in comune soprattutto nella determinazione delle protagoniste e poi in quei fiumi di parole da cui nonostante qualche calo e lungaggine nella parte centrale della visione è bello lasciarsi travolgere.
(voto 7,5/10)

"Dopo aver letto questo post, sono rimasta senza parole. Isn't it ironic?"

The Disaster Artist – La grande bruttezza

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The Disaster Artist
Regia: James Franco
Cast: James Franco, Dave Franco, Alison Brie, Ari Graynor, Seth Rogen, Josh Hutcherson, Zac Efron, Megan Mullally


Perché, Lisa, perché, perchééé?
Mi stai distruggendo Lisa!
Come puoi dire che The Disaster Artist è meglio di mio The Room?

Cioè, sì, capisco che film di James Franco può sembrare fatto meglio. Più professionale. Può permettersi di avere attoroni come Seth Rogen, Josh Hutcherson, Zac Efron, Jackie Weaver, Alison Brie, Megan Mullally, Judd Apatow e Sharon Stone in parti minori. Può permettersi le comparsate di gente come Melanie Griffith, Kate Upton, Zoey Deutch e Dylan Minnette che manco si riconoscono, e quindi che cavolo li avete messi a fare? Può permettersi i cameo nella parte di loro stessi di Bryan Cranston, Kristen Bell, Zach Braff, Lizzy Caplan, Adam Scott, Danny McBride e J.J. Abrams. Vuoi però mettere come intensità con mio lavoro?
E poi chi sono costoro, al cospetto di Tommy Wiseau?


Di The Room hanno detto che è: “il Quarto potere dei film brutti”. Io lo prendo come complimento. Grande complimento. A quanti altri film lo hanno detto?
E quanti altri film possono vantare di avere altro film che parla di lavorazione di proprio film?


In The Disaster Artist la mia parte, la parte di grande Tommy Wiseau, è andata a uno più brutto di me. Molto più brutto di me. Tale James Franco che, in preda a attacco di megalomania che manco io mi sogno, ha deciso pure di dirigere e produrre tutto. Risultato è buono, non dico di no. Poteva essere meglio, se lo facevo io, ma è buono. A tratti fa ridere, anche se quando ridono di me non è che io ho riso tanto. A me è venuto un po' di magone. Sono tutti cattivi. Il mondo non mi capisce. Nessuno mi capisce. Forse solo mio migliore amico Greg Sestero, qui interpretato da tale Dave Franco, che a quanto pare James ha messo solo perché è suo fratello e che comunque alla fine se la cava abbastanza. Anche se io avrei preso il vero Greg per fare Greg. Solo che a Hollywood non è così che funziona. Qui è tutto più... come si dice? Luccicante, glamour, finto.


Bella però colonna sonora. Canzoni hanno fatto muovere mie chiappe, su tutte The Rhythm of the Night di gruppo italiano Corona.



Io ballato, sballato e mi sono divertito e commosso, molto commosso, guardando The Disaster Artist, un ottimo film sull'amicizia, sul credere in se stessi, nei propri sogni, anche quando tutto il mondo dice che non sei capace, che non hai talento e forse c'ha ragione il mondo, ma l'importante è comunque crederci e andare avanti.
Anche se di questa pellicola non ho capito tutta la curiosità per sapere da dove vengo, o da dove vengono i miei soldi, domanda questa che ricorda quella di Nanni Moretti ne Il caimano, o da dove viene la mia genialità...
Come, quest'ultima è cosa che nessuno si chiede?


Certo che il mondo è pieno di gente strana. Critici snob con puzza sotto naso come Cannibal Kid, che mio film manco sotto tortura si vedono e poi corrono a guardare un film sulla realizzazione di mio film solo perché a farlo c'è di turno un James Franco qualunque che qualcuno voleva candidare a Oscar, tanto per restare in tema di snob con puzza sotto naso. Peccato che James alla fine no nominato. C'è questa storia di molestie sessuali intorno a lui. Io non credo a queste voci. Quando ci siamo conosciuti, non c'ha manco provato con me che sono un figo della Madonna, quindi non credo abbia potuto molestare qualcuno. E poi, tra tutti i film e le serie tv che gira, se riesce pure ad abusare della gente, c'è solo da chiedergli: ma dove trovi tempo, caro ragazzo, dove?
Forse però è meglio non fare troppe domande. Certe cose è meglio non abbiano risposta. Come il mistero sulla mia età.


Io comunque spero di correre per Oscar prossimo anno. Ho un bel nuovo progetto in cantiere che promette bene e secondo me questa volta mondo non potrà fare altro che amarlo. Magari saremo in nomination io, i due Franco, Kevin Spacey e quel tizio di Titanic.
E se non mi candidano potrei incazzarmi parecchio e buttare via tutte le bottigliette d'acqua che mi ritrovo tra le mani. Oh, ciao Mark.
(voto 7,5/10)


Il film nascosto

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Il filo nascosto
Titolo originale: Phantom Thread
Regia: Paul Thomas Anderson
Cast: Daniel Day-Lewis, Vicky Krieps, Lesley Manville


 






















(voto 6,5/10)


Top dei top e floppacci - Il meglio e il peggio della musica di febbraio 2018

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Cosa mi è piaciuto e cosa no di quest'ultimo mese in musica?
Che vi interessi o meno, potete scoprirlo qui sotto.




Flop

4. Franz Ferdinand

I Franz Ferdinand si sono trasformati nella parodia di loro stessi?
Forse sì, o forse no. In ogni caso la sensazione è quella di una band immobile, impegnata a scrivere sempre le stesse canzoni nello stesso stile e se una volta suonavano freschi e divertenti, ora: che noia, che barba.




3. Muse

Un tempo adorati, ora quasi inascoltabili.
Muse, ma che v'è successo di brutto nella vita per trasformarvi da un mix di Jeff Buckley, Radiohead e Nirvana alla brutta copia degli Imagine Dragons?




2. Bianca Atzei

Quasi quasi la preferivo in versione sanremese, rispetto al suo attuale doppelgänger tamarro, messo in mostra con la letteralmente agghiacciante “Fire on Ice”, una canzone electro che suona vecchia di almeno 10 anni. Cosa che per gli standard della musica dance rappresenta almeno un secolo.
E mi sa che pure Max Biaggi la preferiva una volta...




1. Elettra Lamborghini

Mi spiace parlare male di Elettra Lamborghini. Lei mi sta simpatica. Fisicamente simpatica. Il suo esordio musicale però non si può proprio sentire, quindi beccatevi il video in modalità rigorosamente MUTE ON.





Top

11. Alice Merton

“No Roots” parte con una linea di basso che sembra rubata a “Seven Nation Army” dei White Stripo-po po po po po po, quindi entra un cantato alla Florence + the Machine, poi diventa un pezzo in stile “Rolling in the Deep” di Adele e nel finale fa capolino pure un pizzico di dubstep. Insomma, all'esordio musicale della giovane cantante tedesca Alice Merton non manca niente, giusto un pizzico di originalità, ma è così contagioso che gli si perdona pure questo.




10. Anna Burch

È sempre il momento per una nuova cantante indie-rock. Chi è che lo diceva?
Nessuno?
Va beh, allora d'ora in poi sarò io a dirlo.




9. Ghali

Visto che Fratelli d'Italia ormai fa venire in mente più che altro la Meloni, e non è una cosa piacevole, io propongo come nuovo inno nazionale il nuovo pezzo di Ghali, “Cara Italia”.




8. MGMT

Gli MGMT avevano esordito con due ottimi album, mentre con il terzo, un delirio psichedelico senza capo né coda, avevano perso del tutto la bussola e qui su Pensieri Cannibali si erano “meritati” il titolo di peggior disco del 2013. Per fortuna ora hanno ritrovato il senso dell'orientamento e se ne sono tornati dopo una pausa di 5 anni, che a quanto pare ha fatto loro un gran bene, con un ottimo disco dalle sonorità parecchio anni '80, ma che a me ricorda anche e soprattutto gli Air di “Moon Safari”, non so bene perché. Sarà perché hanno sempre un che di psichedelico, questa volta però in senso buono.





7. Lo Stato Sociale

La fissa per “Una vita in vacanza” non mi è ancora passata, quindi non mi rompete i coglioni.




6. Courtney Barnett

L'album che Courtney Barnett aveva realizzato lo scorso anno in coppia con Kurt Vile non mi era piaciuto. Per limiti miei, lo ammetto. Ora però sono pronto a venerare questa cantautrice indie con tutto me stesso grazie a “Nameless, Faceless”, il primo esaltante sbilenco singolo che anticipa il suo nuovo disco solista “Tell Me How You Really Feel”, in arrivo il prossimo maggio.




5. Janelle Monáe

Dopo aver esordito al cinema, e averlo fatto pure alla grande con due ottime interpretazioni in Moonlight e Il diritto di contare, Janelle Monáe sta tornando ora al suo primo ammore, la musica. Aspettando l'arrivo del nuovo album “Dirty Computer” in uscita a fine aprile, i primi due singoli rilasciati promettono bene. Soprattutto una "Make Me Feel" che ricorda il miglior Prince.






4. CHVRCHES

In attesa dell'uscita del loro album numero 3 simpaticamente intitolato “Love Is Dead”, la synthpop band scozzese CHVRCHES ha tirato fuori un gran singolo, “Get Out”, e sento che questi sono a un passo dal diventare il mio nuovo gruppo preferito. Se solo si scegliessero un nome più pronunciabile, e che cazzo.




3. Rae Morris

L'album più fico del mese?
“Someone Out There”, opera prima di Rae Morris, un disco di electropop che suona come dovrebbe suonare oggi Björk se solo non si fosse fissata con le soporifere menate new-age.




2. First Aid Kit

“Fireworks” del duo indie-folk svedese First Aid Kit è talmente bella che, più che di canzone dell'anno, io parlerei di potenziale canzone del decennio. Giusto per non fare il solito esagerato.




1. Calcutta

We deficiente, guarda che se portavi questa canzone a Sanremo, il Festival lo vincevi facile.




Guilty pleasure
Sfera Ebbasta

Negli ultimi tempi sto ascoltando parecchia musica trap, sia made in Usa tipo i Migos che roba italiana. Perché? Perché son scemo, e poi perché mi sembra uno dei pochi antidoti al politically correct imperante. I testi parlano più che altro di figa, droghe & abiti di marca. Se vogliamo è l'evoluzione più trendy e meno violenta del gangsta rap anni '90. Zero impegno socio-politico (a parte Ghali vedi sopra) e spazio solo per il cazzeggio ebbasta.




Sgnacchera del mese
Annalisa

La più figa di Sanremo 2018  si è rivelata... Annalisa. Who else?
Tra l'altro - se ve ne può fregare qualcosa - il suo nuovo album "Bye Bye"è un ottimo disco di pop commerciale con produzioni di livello oserei dire internazionale che non fanno rimpiangere quelle dell'ultimo lavoro di Taylor Swift. Anzi.




Movie Soundtrack
Jóhann Jóhannsson

Per il triste appuntamento con il “morto del mese”, in questo febbraio 2018 il ricordo va a Jóhann Jóhannsson, compositore islandese morto improvvisamente all'età di 48 anni. Tra le sue colonne sonore più belle ci sono quelle di Prisoners, Arrival e soprattutto La teoria del tutto, con cui è stato nominato agli Oscar. Se c'è un motivo in particolare per cui ho adorato quel film, ancor più di Felicity Jones, sono proprio le sue incantate incantevoli musiche.




Serial Music
Everything Sucks!

Se non avete ancora visto la prima stagione di Everything Sucks! rilasciata da Netflix, interrompete qualunque cosa inutile state combinando in questo momento e fiondatevi a guardarla. Una chicca particolare di questa serie ambientata negli anni '90 è la sua colonna sonora. D'altra parte gli anni '90 sono stati il decennio migliore per la musica, lo sanno tutti. A giocare un ruolo centrale, anche a livello di trama, oltre agli Oasis è in particolare Tori Amos. Quindi, come dicevano i VJ di MTV dell'epoca: check it out!




Video del mese
Drake

Il budget del nuovo video del rapper Drake era di quasi 1 milione di dollari e lui...
l'ha dato TUTTO via!
Movimento 5 Stelle cosa?




La passera rossa, la donna uccello, più gli altri film non volanti della settimana

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Meglio Jennifer Lawrence in versione bomba sexy spia russa, o Saoirse Ronan in versione Greta Gerwig?
O forse Emmanuelle Seigner ed Eva Green che si fanno?
Perché scegliere per forza? Questa settimana meglio prendere tutto ciò che di buono i cinema italiani hanno intenzione di regalarci, ed è tanta roba.
Per commentare queste affascinanti uscite nella nuova puntata della rubrica condotta da me e dal mio poco affascinante "collega"Mr. James Ford, visto che siamo in vista degli Oscar abbiamo chiamato Gabriele La Spina, uno dei due co-creatori di Awards Today, sito di informazione cinematografica molto competente e ben scritto che, come si può evincere dal titolo, è specializzato in particolare nei premi. Quindi, quale ospite più gradito di lui, a parte Jennifer Lawrence o Saoirse Ronan, o Emmanelle Seigner insieme a Eva Green?


Red Sparrow
"C'è gente che mi ha criticata perché in questo servizio fotografico appaio troppo svestita.
Questo significa che c'è gente che sta messa peggio di Ford, ve ne rendete conto?"

Gabriele La Spina: Parliamo chiaramente: a Jennifer Lawrence ultimamente non gliene va bene una. Madre! ha raccolto fischi, nonostante sia tra i sostenitori di Aronofsky, e la sua stella si sta un po’ eclissando. Quale modo migliore dunque per tornare in pista, e tra i favori degli affezionati della saga di Hunger Games, con un nuovo ruolo action? Il regista dopotutto è sempre lo stesso, Francis Lawrence (no, non si tratta di suo zio), ma in Red Sparrow, la Lawrence è una ballerina russa che diviene spia, dunque un Atomica Bionda che si prende sul serio. Si tratta di un genere un po’ demodé, che ci ricorda i vecchi fasti di Luc Besson e il suo Nikita del 1990, ed è forse per questo che negli USA non è andato poi così bene. Motivo per cui si tratta di un titolo che eviterei di vedere in sala, giusto per dire: “Provaci ancora Jen!”
Cannibal Kid:È vero che la stella di Jennifer Loverence, tanto amata sia da me che a sorpresa anche da Ford, ultimamente brilla meno del solito. Però non è colpa sua. È colpa della galassia. Dopo il successo di Hunger Games e l'Oscar, le sta capitando un po' quello che ha subito Leonardo DiCaprio nel post-Titanic. Si cerca a tutti i costi di farli affondare. Così come all'epoca era stato massacrato The Beach, adesso hanno demolito Madre!, che per quanto mi riguarda è un capolavoro o quasi, e comunque, al di là dei deliri biblico-aronofskyani, l'interpretazione di JLaw è davvero notevole. Non certo da nomination ai Razzie Award che invece le è piovuta addosso senza motivo. Scommetto che la critica distruggerà anche questo nuovo Red Sparrow, che però per me è già uno dei filmoni imperdibili dell'anno. Cioè, Jennifer Lawrence nei panni della ballerina russa che diventa una sexy spia... cosa volere di più da un film?
Ford: Jennifer Lawrence non si discute e chiunque lo faccia merita un Razzie Award, o un Cannibal Award. Detto questo, il film meriterebbe una guardata solo per dare una guardata a JLaw, che per quanto mi riguarda non è affatto in parabola discendente - almeno per certe cose - e che continua a contendersi il ruolo di mia favorita americana con Jessica Chastain. E non parlo necessariamente di questioni legate alla settima arte. E penso che perfino Cannibal potrebbe convenire.


Lady Bird
"Signora Preside, mi vuole davvero mettere in classe con Ford?
Ma dove sono finita, all'Università della Terza Età?"

Gabriele La Spina: Il Cannibale lo ha apprezzato, dunque miglior motivo per essere il must-see della settimana. Ex-attrice, ex-musa di Baumbach, Greta Gerwig si aggiunge all’olimpo ristrettissimo di registe nominate all’Oscar insieme a Kathryn Bigelow, Jane Campion e Sofia Coppola, e di quest’ultima sembra volerne seguire le orme stilistiche, anche se non in pochi hanno definito la Gerwig una Woody Allen donna (una frase che non potrebbe essere più contorta). Lady Bird, che probabilmente non vincerà nessun Oscar sulle 5 nomination ricevute, è il naturalismo cinematografico che ha conquistato gli americani, per il paesaggio di una cittadina tipica dello Zio Sam, ma soprattutto per il ritratto disfunzionale (termine abusato nel cinema indie), intimista e sincero di una madre e una figlia. Ronan e Metcalf sono due fuori classe, di due generazioni a confronto. Ma non vi aspettate “il filmone”, Lady Bird va visto senza alcuna pretesa.
Cannibal Kid: Magari non un filmone perfetto, ma un'imperfetta cannibalata assurda sì! Io l'ho già visto, già adorato, già recensito e non posso fare altro che consigliare a tutti di guardarlo. Anche a Ford. Ho il sospetto che possa massacrarlo, così almeno saremo per una seconda volta in disaccordo sui film nominati agli Oscar, dopo la sua mostruosa e a oggi ancora inspiegabile stroncatura de La forma dell'acqua.
Ford: ho già visto Lady Bird, così come tutte le pellicole che saranno candidate alla statuetta per il miglior film, ed attendevo il momento dell'uscita italiana per pubblicare il post, cosa che farò prontamente nei prossimi giorni. Parliamo della quota indie della Notte degli Oscar, che forse non sarà ai livelli di cose come Little Miss Sunshine ma potrebbe addirittura stupire in positivo e strappare un parere discreto anche qui al Saloon nonostante sia materia decisamente cannibalesca. Sarà vero? O dopo La forma dell'acqua un altro candidato si troverà candidato al titolo di film più sopravvalutato dell'anno?


Quello che non so di lei
"Questi due che scrivono su Awards Today mi sembrano un po' troppo bravi.
Meglio eliminarli dalla rete, prima che Cannibal e Ford si rendano conto che sono meglio di loro."

Gabriele La Spina: I fischi ai festival non sono mai un monito distintivo per la riuscita di un film, anzi quando un film divide è solitamente interessante, ma non si tratta dell’ultimo lavoro di Polanski. Sembra avere di fronte l’ennesimo thriller-erotico-trash, incrocio lesbo tra Attrazione fatale e Misery non deve morire, con l’ennesima Emmanuelle Seigner insieme a Eva Green, sogno erotico di gran parte degli spettatori, e potrei scommetterci anche del Cannibale. Ma qui non si tratta di un concorso di miss maglietta bagnata (con dispiacere del Cannibale e di Polanski), è un cinema di genere ormai usurato, che il pubblico va a vedere solo per la firma dell’autore, pensando ingenuamente di ritrovarsi una pellicola orchestrata ad arte come Carnage, o imponente come Il panista, ma non abbiamo più di fronte quel Polanski, nonostante Venere in pelliccia, il suo penultimo lavoro, non sia stato poi così male. O forse non è più capace di adattamenti non-teatrali?
Cannibal Kid: Un thriller-erotico-trash, incrocio lesbo tra Attrazione fatale e Misery non deve morire, con l’ennesima Emmanuelle Seigner insieme a Eva Green? Cosa volere di più da un film, a parte Jennifer Lawrence che trasforma la relazione tra le due in un ménage à trois?
Oltre a questo, personalmente gli ultimi film di Polanski a me avevano convinto: Venere in pelliccia, L'uomo nell'ombra e anche quel Carnage che Ford aveva bottigliato. E le bottigliate di Ford sono (quasi) sempre un sinonimo di film riuscito. Qualcuno ha menzionato di nuovo La forma dell'acqua?
Ford: Polanski, quasi sempre, è stato un grandissimo regista. Dico quasi perché, con l'avanzare dell'età, di tanto in tanto ha compiuto qualche scivolone niente male - La nona porta, il sopravvalutatissimo Carnage -. Eppure Venere in pelliccia non mi era affatto dispiaciuto, e quest'ultimo Quello che non so di lei, con potenziale erotico a mille, mi ispira parecchio. Quasi quanto Jennifer Lawrence, oserei dire.
Che sia la settimana soft-porno dell'anno?


Puoi baciare lo sposo
"Genny Savastano, mi vuoi sposare?"
"Ma tu si pazz!"

"Hey, un momento: quest'anello è da favola. Ti sposo subito!"

Gabriele La Spina: Ho un’orticaria solo a scrivere di questo titolo. Ma davvero in Italia non si sa produrre niente di meglio sul genere commedie? L’ennesima marchetta a tematica gay, stereotipata, sul genere Diverso da chi, Mine vaganti, e company. Protagonisti l’interprete di Gomorra, Salvatore Esposito, forse una delle persone meno credibili per un ruolo del genere, Diego Abatantuono, Dino Abbrescia travestito da donna, e direttamente dal piccolo schermo Diana Del Bufalo ed Enzo Miccio, interprete che il Cannibale difenderà con le unghie e con i denti ne sono certo, dopotutto è lui il primo sostenitore dello share di Real Time. Puoi baciare lo sposo è la tipica commedia degli equivoci che purtroppo si farà sentire al boxoffice italiano, “altro che Lady Bird, vogliamo vedere una coppia gay che vuole sposarsi e abbattere il bigottismo di un piccolo paesino italiano”. Avanguardia pura.
Cannibal Kid: Ahahah! Mi spiace deluderti, caro Gabriele, ma non sono un fan di Enzo Miccio. Non credo di aver mai visto più di 30 secondi di un suo programma...
Sono invece curioso di vedere Genny Savastano alle prese con una commedia, anche se la presenza dell'odioso Abatantuono credo mi terrà lontano. Ford invece credo non se lo perderà. Ultimamente s'è fissato con le commediole italiane con Ambra Angiolini, quindi zitto zitto si guarderà pure questo.
Ford: sarei curioso di vedere come se la cava Salvatore Esposito in un ruolo diverso da quello del mitico Genny Savastano, ma questa roba mi sa di commediola italiana finto anticonformista ed in realtà piena di stereotipi come ce ne sono a mazzi. Dovessi però recuperarla ed avere una serata da rutto libero, non nego che potrei anche vederla.


Dark Night
"Fermate immediatamente la proiezione di questo film di Nolan, non si può vedere!"

"Ma guarda che non è Dunkirk."

"Ah, ok. Allora come non detto. Scusate per l'interruzione."

Gabriele La Spina: E poi arriva in sala quel film piccolissimo, di cui nessuno aveva mai sentito parlare, portato in pochissime sale da una casa di distribuzione nata da pochi anni. Il terzo film di Tim Sutton, regista di Pavilion (non l’avete mai visto?) e Memphis (e questo?), è di estrema attualità. Ci racconta di un massacro in un cineplex, in quella “notte oscura” e di come ognuna di quelle persone sono arrivate a trovarsi lì. Interpreti sconosciuti, film da vecchio cinema in centro con le poltrone mezze rotte e un tizio che mangia una mela nella fila dietro (cit. I Simpson). Ma non è roba da hipster.
Cannibal Kid: Se non è roba da hipster, allora non mi interessa!
E invece sì che mi interessa. È il film sul massacro di Aurora, quello compiuto in un cinema durante la proiezione de Il cavaliere oscuro - Il ritorno, e potremmo trovarci di fronte a qualcosa di notevole come Elephant e Polytechnique. Sperando che questo Tim Sutton, che ammetto di non conoscere, sia all'altezza di Gus Van Sant e Denis Villeneuve. Una missione ardua quasi quanto quella di Ford di essere al mio livello ahahah!
Ford: non conosco Sutton, ma grazie a Gabriele la curiosità è salita di parecchio, e considerato quanto film come quelli citati da Cannibal abbiano convinto anche me, direi che potrebbe scattare non solo il recupero di questo - ricordo molto bene il triste episodio di cronaca -, ma anche dei due precedenti. Grazie Gabriele, dunque, e abbasso il Cannibale.


La terra buona
"Evvai, abbiamo finito le riprese!"
"Beh, che hai da essere felice? Adesso il film ce lo dobbiamo ancora vedere."

Gabriele La Spina: Questo è il cinema indipendente italiano? Non è una domanda retorica, rispondi tu Cannibale. Premettendo che è un film così nordico che offriranno vino e polenta all’entrata di ogni sala, motivo per cui da me non arriverà probabilmente.
Cannibal Kid: Più che il cinema indipendente italiano, questo mi sembra il cinema noioso italiano. A questo punto sono meglio le commediole tricolori. Questo già dal trailer sembra una rottura di coglioni del decimo livello. La brutta copia nostrana di Terrence Malick, che negli ultimi tempi è diventato la brutta copia di se stesso. La tipica proposta pseudo impegnata che il Ford di una volta avrebbe osannato e che oggi manco più lui troverebbe il coraggio di vedere. Se questo è il cinema indipendente italiano, io non voglio averci niente a che fare.
Ford: con il Cinema italiano io vado sempre con i piedi di piombo, neanche stessi colpendo Cannibal con una finisher di wrestling, ma qui, più che altro, vado a bere molto piuttosto che in sala, o quantomeno prima di affrontare una visione potenzialmente da mattonate nelle parti basse come questa.


Un figlio a tutti i costi
"Quindi per informarci per bene sugli Oscar ci consigliate di visitare Awards Today anziché Pensieri Cannibali?
Ma ne siete proprio sicuri?"

Gabriele La Spina: Se Puoi baciare lo sposo ha urtato la vostra sensibilità, questa ennesima manfrina sul voler essere genitori peggiorerà la situazione. Perché se i matrimoni gay e il rapporto con la tecnologia, sono tra le tematiche più gettonate della new wave della commedia (falsamente intelligente) italiana, la genitorialità è sempre pronta ad accodarsi per ucciderci dalla noia. E qui vediamo Fabio Gravina dirigere sé stesso e Roberta Garzia, la rossa in carriera di Camera Caffè, nei panni di una coppia che cerca a tutti i costi di avere un figlio? Avanguardia pura 2.0.
Cannibal Kid: Voler essere genitori a tutti costi? Cos'è, un film scritto, prodotto, diretto e interpretato da Mr. James Ford nella parte di Padre dell'anno?
“La genitorialità è sempre pronta ad accodarsi per ucciderci dalla noia.” Queste parole direi che non valgono solo per i film, ma anche per i post a tematica genitoriale. Capito Ford? uahahah
Ford: ancora una volta ci troviamo di fronte ad un Cinema italiano di quelli dal potenziale di bottigliate enorme, una roba degna de La forma dell'acqua. Non credo mi cimenterò, mentre a tutti i costi, prima o poi, dovrò portare a forza Cannibal a bere con me. Per poi gettarlo da qualche parte sbronzo e senza un rene.


È arrivato il Broncio
"Chi può avere paura di me, quando in giro a piede libero c'è uno come Ford?"

Gabriele La Spina: Chiudiamo in grande bellezza, con il dozzinale film d’animazione di turno. Questi ultimi titoli stanno tirando il peggio di me caro Cannibale. Quindi il Broncio sarebbe una specie di Grinch-Scrooge che ha con un sortilegio ha cancellato la felicità dal mondo? Storia da libro pop-up per bambini dai 3 anni in su. E poi se un film d’animazione non è Pixar, non ha la mia attenzione.
Cannibal Kid: Non posso che sottoscrivere, caro Gabriele. Questa è una dozzinale bambinata animata fordianata che in casa del mio blogger rivale si trasformerà in un cult istantaneo. Non tra i bambini, ma solo per il padre. Questa settimana sono stato troppo cattivo con te, Ford? Ok, ma non mettere su il Broncio. Intendo letteralmente: non mettere su 'sto schifo di film!
Ford: mi associo a Gabriele. Se non sono Pixar, Dreamworks - quelli buoni -, Ghibli o proposte autoriali come si deve, i film d'animazione possono essere peggiori perfino delle commedie all'italiana. O delle porcate che esalta Cannibal. Ahahahahah!


36 sono i nuovi 18

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Tutti i bambini crescono, tranne uno.
Oggi è il mio compleanno. Faccio 36 anni, ma non ditelo troppo in giro. Anche perché tanto non ci crede nessuno. La carta d'identità potrà anche sostenere che ho 18 anni per gamba, ma mentalmente ne ho ancora 18 ebbasta. E pure fisicamente c'è chi mi scambia benissimo per un neo ventenne, o giù di lì. Diciamo che senza barba dimostro tranquillamente 20 anni e, se mi faccio crescere quei due peli che ho, ne posso dimostrare diciamo 21. Qualcuno a questo punto potrà pensare che sono rimasto lo stesso di una volta, solo che non è proprio così. Quando avevo 18 anni ad esempio ne dimostravo 14, quindi in qualche modo anche io, persino io, un pochino sono cresciuto. Per il resto, a ben vedere, molte cose invece non è che siano cambiate più di tanto.



Quando avevo 18 anni ero felice di poter andare a votare per la prima volta, non tanto per poter votare a favore di qualcuno, ma per poter votare contro Berlusconi. Adesso, indovinate un po'? È ancora più un piacere, perché è ancora più necessario votare contro Berlusconi. Sul serio volete tornare indietro al 1994? E poi sarei io quello incapace di crescere e di cambiare?


Quando avevo 18 anni potevo prendermi una cotta adolescenziale senza troppi problemi e a 36 anni ho scoperto che sono ancora benissimo in grado di farlo.

Quando avevo 18 anni aspettavo il weekend per bere e devastarmi come una merda, mentre il resto della settimana tenevo un comportamento e un'alimentazione quasi da cazzo di monaco buddhista, e oggi più o meno è ancora così.

Quando avevo 18 anni abitavo con i miei genitori. Ora vivo ancora con i miei genitori nella casa all'indirizzo seconda stella a destra e poi dritto fino al mattino. Lo so, sono un bamboccione. Un patetico sfigato. Però, che ci volete fare? Per il momento sto bene così. Risparmio sulle spese di avere un posto mio da mantenere, ho due pasti caldi pronti ogni giorno, faccio fondamentalmente quel cavolo che mi pare e poi i miei spesso se ne vanno al mare e mi lasciano la casa tutta per me. E in quel caso posso comportarmi come Macaulay Culkin in Mamma, ho perso l'aereo. Un comportamento molto maturo, certo, da vero 36enne. Da uomo adulto. Inoltre negli ultimi tempi vivere con i propri genitori è tornato di moda, no? Grazie tante, crisi economica, così mi fai sentire meno bamboccione, ma giusto un filo.

Quando avevo 18 anni ero in fissa con una serie tv su un ragazzo patito di cinema aspirante regista (Dawson's Creek) e oggi sono ancora in fissa con una serie tv su un ragazzo patito di cinema aspirante regista (Everything Sucks!).


Quando avevo 18 anni adoravo i film con Reese Witherspoon. Prendiamo Pleasantville... che capolavoro era, Pleasantville?


Oppure Cruel Intentions... che cult era, Cruel Intentions?


Oltre a questi, mi piacevano un po' tutti i suoi film: S.F.W. (grandiosa pellicola grunge!), Election, Freeway – No Exit, era presente con una particina pure in American Psycho e mi era piaciuto persino Paura con Mark Wahlberg, forse il film da cui è cominciata la mia passione per i thrillerini-stalkerini scemi.


E oggi?
Oggi adoro ancora i film con Reese Witherspoon, come il suo ultimo 40 sono i nuovi 20.


40 sono i nuovi 20
Titolo originale: Home Again
Regia: Hallie Meyers-Shyer
Cast: Reese Witherspoon, Pico Alexander, Jon Rudnitsky, Nat Wolff, Lola Flanery, Michael Sheen, Candice Bergen, Lake Bell


Ogni volta che qualcuno dice “Io non credo ai film con Reese Witherspoon”, c'è un ragazzo cannibale che da qualche parte cade a terra morto. Io ai film con Reese Witherspoon ci credo. Sono una parte importante della mia vita. 40 sono i nuovi 20 ad esempio a qualcuno potrà apparire come la classica romcom commerciale americana prodotta in serie e senz'anima. Per me invece è molto di più: è un po' il mio film ideale. Dentro ogni personaggio, dentro ogni parte di questa pellicola si può trovare un pezzetto di me.

C'è qualcosa di me nella protagonista, che pure non è una bambocciona come me, come si potrebbe pensare dal titolo italiano del film. È vero, fa una cosa da me: ha 40 anni, ma si invaghisce di una persona un bel po' più giovane di lei (ma maggiorenne, specifichiamo).


Per il resto però ha due figli, un matrimonio fallito alle spalle ed è una tipa molto matura e responsabile. Ecco, su questi aspetti non è che mi somigli molto. Allo stesso tempo, è una persona che non ha ancora capito cosa vuole dalla vita. Come me. O forse come tutti, a qualunque età.


Reese Witherspoon qui è splendida più che mai ed è una goduria vederla sfoggiare tutto il suo campionario di adorabili faccette. Adorabili, almeno per me. C'è poi chi non le sopporta e a tutti loro auguro di fare la stessa fine di Capitan Uncino. Tic tac, tic tac, tic tac.


Il film però non è la solita romcom costruita unicamente sulla protagonista femminile principale, con una serie di personaggi macchiette che le girano intorno, e che non riesce a parlare di altro che di ammore. È una pellicola piena di amore sì, ma anche e soprattutto per il cinema. Piena. Difficile trovare una simile passione per la Settima Arte persino in lavori all'apparenza più ricercati e autoriali. Il padre della protagonista per esempio era un grande regista. Un genio delle commedie. A chi può essere paragonato? A un Woody Allen, non fosse che oggi il suo nome è bandito.
Non solo. I tre giovani che Reese Witherspoon conosce durante la folle notte del suo 40esimo compleanno sono tutti e tre cineasti: un regista, uno sceneggiatore e un attore. Tre amici che insieme hanno realizzato un corto con cui cercano di sfondare nel duro ambiente hollywoodiano e, in attesa di farlo, si ritrovano a vivere nella dépendance dell'ospitale MILF Reese Witherspoon. Con tutte le conseguenze del caso.


Questo film l'ho sentito talmente mio che, oltre che nei tre cinefili, mi sono ritrovato un pochino persino nella figlia pre-adolescente di Reese, una ragazzina timida e insicura con la passione per la scrittura.


Insomma, c'è così tanto di me qui dentro che mi stupisco di non averlo scritto io. Perché non l'ho scritto io e perché non ho provato ad andare a venderlo a Hollywood, magari stando a casa di Reese Witherspoon nel frattempo?


Più che una solita commedia romantica, 40 sono i nuovi 20 m'è sembrata una commedia esistenziale. Sì, ci sono alcuni risvolti sentimentali, ma non sono predominanti. Senza spoilerare nulla, pure il finale non è il classico happy end romanticoso. È qualcosa di diverso. 40 sono i nuovi 20 mi ha ricordato per certi versi la serie Better Things, la comedy creata da Pamela Adlon e Louis C.K.. Ecco un altro nome, come quello di Woody Allen, che non si può più menzionare. Qual è la colpa, il “reato” di Louis C.K.?
Si è masturbato di fronte a delle tipe. Ok. È un comportamento discutibile, da depravato, però è un reato?
Mi state sul serio dicendo che nel codice penale degli Stati Uniti c'è un paragrafo in cui si dice che masturbarsi di fronte a qualcuno è un crimine?
Se una donna si masturbasse di fronte a me, lo prenderei come un complimento e, se proprio dovesse darmi fastidio (ma perché poi?), me ne andrei via. O al limite mi farei una risata. Perché bisogna sempre prendere tutto così dannatamente sul serio?

Se c'è una cosa che ho imparato nei miei primi 36 anni di vita è che è meglio prendere le cose alla leggera. Un consiglio che dovrei seguire più spesso anche io. È meglio non dare un peso eccessivo a qualunque roba. È meglio restare “scemi”. È meglio rimanere spensierati, immaturi, giovani per sempre. Fino all'ultimo giorno. E allora anche morire sarà una splendida avventura.
(voto 7+/10)


Election is coming

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Breve galleria sulle strategie di comunicazione utilizzate dai partiti e dai candidati per le elezioni italiane 2018 che si tengono domenica 4 marzo.
Nessun giudizio di tipo politico. Anche perché non mi pare che in questa campagna si sia parlato in alcun modo di politica. Sì è parlato anche di Frozen, ma di politica proprio no.




C'è chi punta sulle cinquanta sfumature di... fascio.
Altroché Duce. La loro vera fonte d'ispirazione è Christian Grey.
Loro non eleggono. Loro votano. Forte.



C'è chi non si impegna alla leggera.
Lui firma. Alla grande.


...e punta pure sulla magia. Harry Potter, comincia a tremare!



C'è chi punta tutto su Photoshop...


...e sui valori della famiglia tradizionale.




C'è chi punta sulla scienza...


...e chi sulla fantascienza di Star Wars.




C'è chi punta sulle... ehm... stragi a mano armata?!?
Sul serio?



Chi invece si ispira più al Barbara D'Urso style.



C'è chi punta sui rally...


...e su Ritorno al futuro.

A post shared by Luigi Di Maio (@luigi.di.maio) on


C'è chi punta a entrarvi in casa... o forse a sfondarvi la casa?



C'è chi punta a... boh?
Chi c'ha voglia di leggersi tutta 'sta pappardella?



C'è chi punta a battere le bambine a LEGO, oh yeah!
Facciamoglielo vedere a 'ste nuove generazioni ipertecnologiche come giochiamo noi dell'old school.



C'è chi punta a fare CENTO! CENTO! CENTO! come a Ok, il prezzo è giusto!



C'è chi ha astutamente scelto di non aprire bocca per l'intera campagna elettorale, in modo da evitare di dire cavolate.



E c'è chi... niente, fa già ridere così.




Oscar 2018: chi merita di vincere e chi dovrebbe girare al largo dalle statuette?

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Chi saranno i grandi vincitori agli Oscar 2018?
Onestamente non lo so. E quindi questo post potrebbe già terminare qui. Ma andiamo avanti comunque...

Dopo un'edizione 2017 che definire stupefacente è dire poco, a questo punto tutto può succedere. Anche quest'anno sembra ripetersi la sfida tra un cinema più realistico e d'attualità da una parte e un cinema più sognante e hollywoodiano dall'altra. Nel 2017 Moonlight alla fin fine aveva avuto la meglio su La La Land. Questa notte capiterà la stessa cosa con Tre manifesti a Ebbing, Missouri contro La forma dell'acqua – The Shape of Water. Io credo di sì, ma chissà che pure quest'anno non ci sia qualche colpo di scena clamoroso. A quanto pare Warren Beatty e Faye Dunaway sono di nuovo in agguato.

In attesa di scoprire che cosa capiterà, ecco per quali film farò io il tifo 'sta notte e per quali proprio non farò il tifo, accompagnati dalle mie previsioni (e da qualche emoji 😀) su quali potrebbero essere i vincitori.



MIGLIOR FILM
Chiamami col tuo nome
Lady Bird
La forma dell'acqua – The Shape of Water
Tre Manifesti a Ebbing, Missouri
Scappa – Get Out
L’ora più buia
Il filo nascosto
The Post
Dunkirk

Pensieri Cannibali fa il tifo per: 📞Chiamami col tuo nome 
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Tre manifesti a Ebbing, Missouri ✌
Basta che non vinca: Dunkirk 💩

"Armie, come mai quel braccio fasciato? Timothée, tu per caso c'entri qualcosa?"

MIGLIOR REGIA
Christopher Nolan, Dunkirk
Jordan Peele, Scappa – Get Out
Greta Gerwig, Lady Bird
Paul Thomas Anderson, Il filo nascosto
Guillermo del Toro, The Shape of Water

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Greta Gerwig 💓
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Guillermo del Toro 🎬
Basta che non vinca: Christopher Nolan 😞

"Daje Guillermone! Daje Greta! Non fate vincere Nolan, mi raccomando."


MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA
Timothée Chalemet, Chiamami col tuo nome
Daniel Day-Lewis, Il filo nascosto
Daniel Kaluuya, Scappa – Get Out
Gary Oldman, L'ora più buia
Denzel Washington, Roman J. Israel, Esq.

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Timothée Chalamet 👦🍑
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Gary Oldman 👴
Basta che non vinca: Daniel Day-Lewis


MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA
Sally Hawkins, The Shape of Water
Frances McDormand, Tre manifesti a Ebbing, Missouri
Margot Robbie, I, Tonya
Saoirse Ronan, Lady Bird
Meryl Streep, The Post

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Saoirse Ronan 😍
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Frances McDormand
Basta che non vinca: Meryl Streep 😡


MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA
Willem Dafoe, The Florida Project
Woody Harrelson, Tre manifesti a Ebbing, Missouri
Richard Jenkins, The Shape of Water
Christopher Plummer, Tutti i soldi del mondo
Sam Rockwell, Tre manifesti a Ebbing, Missouri

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Woody Harrelson 👌
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Sam Rockwell 👮
Basta che non vinca: Christopher Plummer 


MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA
Mary J. Blige, Mudbound
Allison Janney, I, Tonya
Lesley Manville, Il filo nascosto
Laurie Metcalf, Lady Bird
Octavia Spencer, The Shape of Water

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Allison Janney
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Allison Janney
Basta che non vinca: Lesley Manville 😠


MIGLIORE SCENEGGIATURA ORIGINALE
The Big Sick
Get Out
Lady Bird
The Shape of Water
Tre Manifesti a Ebbing, Missouri

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Lady Bird 💘
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Tre manifesti a Ebbing, Missouri


MIGLIORE SCENEGGIATURA NON ORIGINALE
Chiamami col tuo nome
The Disaster Artist
Logan
Molly’s Game
Mudbound

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Molly's Game
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: 🕿Chiamami col tuo nome 🍡
Basta che non vinca: Logan 😱


MIGLIOR FILM STRANIERO
Una donna fantastica
L'insulto
Loveless
Corpo e anima
The Square

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Una donna fantastica 👩 (ammetto però che è l'unico dei 5 che ho visto)
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Una donna fantastica


MIGLIOR FILM D’ANIMAZIONE
Baby Boss
The Breadwinner
Coco
Ferdinand
Loving Vincent

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Loving Vincent 💖
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Coco


MIGLIOR FOTOGRAFIA
Blade Runner 2049
L’ora più buia
Dunkirk
Mudbound
The Shape of Water

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Blade Runner 2049
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Blade Runner 2049 
Basta che non vinca: Dunkirk 🚽


MIGLIOR SCENOGRAFIA
La Bella e la Bestia
Blade Runner 2049
L’ora più buia
Dunkirk
The Shape of Water

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Blade Runner 2049
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: La forma dell'acqua 🌊
Basta che non vinca: Dunkirk 💣


MIGLIOR MONTAGGIO
Baby Driver
Dunkirk
I, Tonya
The Shape of Water
Tre Manifesti a Ebbing, Missouri

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Baby Driver 👶🚗
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: La forma dell'acqua 🌊
Basta che non vinca: Dunkirk 💤


MIGLIOR COLONNA SONORA
Dunkirk
Il filo nascosto
The Shape of Water
Star Wars: Gli ultimi Jedi
Tre Manifesti a Ebbing, Missouri

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Jonny Greenwood dei Radiohead per Il filo nascosto 🎹
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Alexandre Desplat per La forma dell'acqua 🎶
Basta che non vinca: Hans Zimmer per Dunkirk 😨

"Sorry Jonny, io stasera farò il tifo per Alexandre Desplat."
"Sei proprio uno stronzo, Thom!"
"Che c'entra? Se mi sono piaciute di più le sue musiche, non lo faccio mica apposta..."


MIGLIOR CANZONE
“Mighty River”, Mudbound
“Mystery of Love”, Chiamami col tuo nome
“Remember Me”, Coco
“Stand Up For Something”, Marshall
“This Is Me”, The Greatest Showman

Pensieri Cannibali fa il tifo per:“Mystery of Love” di Sufjan Stevens per Chiamami col tuo nome 🎵
Secondo Pensieri Cannibali vincerà:“This Is Me” 🎪
Basta che non vinca:“Remember Me” 🙀


MIGLIORI EFFETTI VISIVI
Blade Runner 2049
Guardiani della Galassia Vol.2
Kong: Skull Island
Star Wars: Gli ultimi Jedi
The War – Il Pianeta delle Scimmie

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Blade Runner 2049
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Blade Runner 2049 🏆


MIGLIOR SONORO
Baby Driver
Blade Runner 2049
Dunkirk
The Shape of Water
Star Wars: Gli ultimi Jedi

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Baby Driver 👶🚗
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Dunkirk 😖
Basta che non vinca: Dunkirk 😟


MIGLIOR MONTAGGIO SONORO
Baby Driver
Blade Runner 2049
Dunkirk
The Shape of Water
Star Wars: Gli ultimi Jedi

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Baby Driver 👶🚗
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Dunkirk 😭
Basta che non vinca: Dunkirk 😧


MIGLIORI COSTUMI
La Bella e la Bestia
L’ora più buia
Il filo nascosto
The Shape of Water
Vittoria e Abdul

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Il filo nascosto
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Il filo nascosto


MIGLIOR TRUCCO E ACCONCIATURA
L’ora più buia
Vittoria e Abdul
Wonder

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Wonder
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Wonder
Basta che non vinca: Vittoria e Abdul


MIGLIOR DOCUMENTARIO
Abacus
Faces, Places
Icarus
Last Man In Aleppo
Strong Island

Pensieri Cannibali fa il tifo per: nessuno 😑
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Faces, Places


MIGLIOR CORTOMETRAGGIO DOCUMENTARIO
Edith and Eddie
Heaven is a Traffic Jam on the 405
Heron
Knife Skills
Traffic Stop

Pensieri Cannibali fa il tifo per: nessuno 😑
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: boh 😕


MIGLIOR CORTO ANIMATO
Dear Basketball
Garden Party
Lou
Negative Space
Revolting Rhymes

Pensieri Cannibali fa il tifo per: nessuno 😐
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Dear Basketball 🏀


MIGLIOR CORTOMETRAGGIO
DeKalb Elementary
My Nephew Emmett
The Silent Child
The Eleven O’Clock
All of Us

Pensieri Cannibali fa il tifo per: nessuno 😐
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: boh 😕


Oscar 2018: l'anno del Toro e il red porchet

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Ha vinto il mostro!
Volevo quindi fare i complimenti a Salvin... ah no, mi sono sbagliato. Con lui col piffero che mi complimento. Faccio invece le mie migliori congratulazioni a La forma dell'acqua – The Shape of Water, la romantica fiaba che racconta dell'amore tra un mostro anfibio e una donna muta, Elisa, che si è aggiudicato 4 premi Oscar: miglior film, miglior regia, miglior scenografia e miglior colonna sonora (sorry, Jonny Greenwood).



Elisa ha appena mandato un messaggio vocale di ringraziamento in esclusiva per Pensieri Cannibali. Non so bene perché, però non si sente niente e quindi non possiamo pubblicarlo.

"Si sente, questo?"


La 90esima edizione degli Academy Awards non ha visto sorprese clamorose o colpi di scena inaspettati come quello dell'anno scorso. Ciò nonostante, nelle mie previsioni sono comunque riuscito a sbagliare il vincitore del premio più importante, quello di miglior film. Io pensavo infatti che avrebbe trionfato Tre manifesti a Ebbing, Missouri, e invece si è portato a casa “solo” due statuette: miglior attore non protagonista (Sam Rockwell) e miglior attrice protagonista (Frances McDormand). In quest'ultima categoria si sapeva che sarebbe andata così e Frances ha pure fatto un discorso di ringraziamento da standing ovation, però come si fa a non premiare la tenera e cucciolosa Saoirse Ronan? Bisogna avere proprio dei cuori di pietra.


Tre manifesti è stato però battuto sia come miglior film, che per la miglior sceneggiatura originale. Premio che è andato incredibilmente a un horror, Scappa – Get Out, e che rappresenta forse la sorpresa più inaspettata della serata. Ancora peggio è andata a Lady Bird: 0 premi su 5 nomination, ma anche in questo caso si sapeva già.

Parziale soddisfazione per l'Italia e per quello che a mio giudizio era, anzi è il miglior film in gara, ovvero Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino, che su 4 candidature ha portato a casa una statuetta, quella per la miglior sceneggiatura non originale, scritta dallo statunitense James Ivory.

Tra i premi più scandalosi, per quanto mi riguarda, ci sono i ben 3 Oscar regalati al pessimo Dunkirk, e i due a Coco: come miglior film animato merita nettamente di più l'originale Loving Vincent, mentre tra le canzoni “Mystery of Love” di Sufjan Stevens è proprio di un altro pianeta rispetto alla dimenticabile “Remember Me”, che non è la canzone migliore nemmeno all'interno dello stesso Coco, visto che “Un poco loco” un poco la surclassa.

Al di là di queste vergogne! vergogne! vergogne!, non mi pare ci siano stati altri verdetti troppo orripilanti. Sono contento in particolare per Una donna fantastica come miglior straniero (anche se è l'unico della cinquina che ho visto), per Allison Janney di Tonya come miglior attrice non protagonista e per l'Oscar per la miglior fotografia a quella splendida di Blade Runner 2049. Allo stesso tempo però non c'è nemmeno un verdetto che mi abbia davvero entusiasmato o mi abbia fatto esultare.
Ma un premietto a sorpresa dell'ultimo minuto per scambio di busta a Saoirse proprio non glielo vogliamo dare, eh?
Cioè, dai, guardatela. Volete davvero rendere triste questo musetto lasciandola a mani vuote? Ma che persone siete?



Di seguito trovate tutti i vincitori e i risultati delle mie previsioni. Alla fine ne ho azzeccate 16 su 22. Ottime capacità da Nostradamus da parte mia, o premi fin troppo scontati?


I vincitori degli Oscar 2018


MIGLIOR FILM
Chiamami col tuo nome
Lady Bird
La forma dell'acqua – The Shape of Water
Tre Manifesti a Ebbing, Missouri
Scappa – Get Out
L’ora più buia
Il filo nascosto
The Post
Dunkirk

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Chiamami col tuo nome
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Tre manifesti a Ebbing, Missouri
Basta che non vinca: Dunkirk
Alla fine ha vinto: La forma dell'acqua


MIGLIOR REGIA
Christopher Nolan, Dunkirk
Jordan Peele, Scappa – Get Out
Greta Gerwig, Lady Bird
Paul Thomas Anderson, Il filo nascosto
Guillermo del Toro, The Shape of Water

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Greta Gerwig
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Guillermo del Toro
Basta che non vinca: Christopher Nolan
Alla fine ha vinto: Guillermo del Toro


MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA
Timothée Chalemet, Chiamami col tuo nome
Daniel Day-Lewis, Il filo nascosto
Daniel Kaluuya, Scappa – Get Out
Gary Oldman, L'ora più buia
Denzel Washington, Roman J. Israel, Esq.

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Timothée Chalemet
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Gary Oldman
Basta che non vinca: Daniel Day-Lewis
Alla fine ha vinto: Gary Oldman



MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA
Sally Hawkins, The Shape of Water
Frances McDormand, Tre manifesti a Ebbing, Missouri
Margot Robbie, I, Tonya
Saoirse Ronan, Lady Bird
Meryl Streep, The Post

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Saoirse Ronan
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Frances McDormand
Basta che non vinca: Meryl Streep
Alla fine ha vinto: Frances McDormand

"Oh, hi Mark."


MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA
Willem Dafoe, The Florida Project
Woody Harrelson, Tre manifesti a Ebbing, Missouri
Richard Jenkins, The Shape of Water
Christopher Plummer, Tutti i soldi del mondo
Sam Rockwell, Tre manifesti a Ebbing, Missouri

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Woody Harrelson
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Sam Rockwell
Basta che non vinca: Christopher Plummer
Alla fine ha vinto: Sam Rockwell



MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA
Mary J. Blige, Mudbound
Allison Janney, I, Tonya
Lesley Manville, Il filo nascosto
Laurie Metcalf, Lady Bird
Octavia Spencer, The Shape of Water

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Allison Janney
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Allison Janney
Basta che non vinca: Lesley Manville
Alla fine ha vinto: Allison Janney



MIGLIORE SCENEGGIATURA ORIGINALE
The Big Sick
Get Out
Lady Bird
The Shape of Water
Tre Manifesti a Ebbing, Missouri

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Lady Bird
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Tre manifesti a Ebbing, Missouri
Alla fine ha vinto: Scappa - Get Out


MIGLIORE SCENEGGIATURA NON ORIGINALE
Chiamami col tuo nome
The Disaster Artist
Logan
Molly’s Game
Mudbound

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Molly's Game
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Chiamami col tuo nome
Basta che non vinca: Logan
Alla fine ha vinto: Chiamami col tuo nome



MIGLIOR FILM STRANIERO
Una donna fantastica
L'insulto
Loveless
Corpo e anima
The Square

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Una donna fantastica (ammetto però che è l'unico dei 5 che ho visto)
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Una donna fantastica
Alla fine ha vinto: Una donna fantastica


MIGLIOR FILM D’ANIMAZIONE
Baby Boss
The Breadwinner
Coco
Ferdinand
Loving Vincent

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Loving Vincent
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Coco
Alla fine ha vinto: Coco


MIGLIOR FOTOGRAFIA
Blade Runner 2049
L’ora più buia
Dunkirk
Mudbound
The Shape of Water

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Blade Runner 2049
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Blade Runner 2049
Basta che non vinca: Dunkirk
Alla fine ha vinto: Blade Runner 2049


MIGLIOR SCENOGRAFIA
La Bella e la Bestia
Blade Runner 2049
L’ora più buia
Dunkirk
The Shape of Water

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Blade Runner 2049
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: La forma dell'acqua
Basta che non vinca: Dunkirk
Alla fine ha vinto: La forma dell'acqua


MIGLIOR MONTAGGIO
Baby Driver
Dunkirk
I, Tonya
The Shape of Water
Tre Manifesti a Ebbing, Missouri

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Baby Driver
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: La forma dell'acqua
Basta che non vinca: Dunkirk
Alla fine ha vinto: Dunkirk


MIGLIOR COLONNA SONORA
Dunkirk
Il filo nascosto
The Shape of Water
Star Wars: Gli ultimi Jedi
Tre Manifesti a Ebbing, Missouri

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Jonny Greenwood dei Radiohead per Il filo nascosto
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: La forma dell'acqua
Basta che non vinca: Dunkirk
Alla fine ha vinto: La forma dell'acqua


MIGLIOR CANZONE
“Mighty River”, Mudbound
“Mystery of Love”, Chiamami col tuo nome
“Remember Me”, Coco
“Stand Up For Something”, Marshall
“This Is Me”, The Greatest Showman

Pensieri Cannibali fa il tifo per: “Mystery of Love” di Sufjan Stevens per Chiamami col tuo nome
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: “This Is Me”
Basta che non vinca: “Remember Me”
Alla fine ha vinto:"Remember Me" per Coco


MIGLIORI EFFETTI VISIVI
Blade Runner 2049
Guardiani della Galassia Vol.2
Kong: Skull Island
Star Wars: Gli ultimi Jedi
The War – Il Pianeta delle Scimmie

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Blade Runner 2049
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Blade Runner 2049
Alla fine ha vinto: Blade Runner 2049


MIGLIOR SONORO
Baby Driver
Blade Runner 2049
Dunkirk
The Shape of Water
Star Wars: Gli ultimi Jedi

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Baby Driver
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Dunkirk
Basta che non vinca: Dunkirk
Alla fine ha vinto: Dunkirk


MIGLIOR MONTAGGIO SONORO
Baby Driver
Blade Runner 2049
Dunkirk
The Shape of Water
Star Wars: Gli ultimi Jedi

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Baby Driver
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Dunkirk
Basta che non vinca: Dunkirk
Alla fine ha vinto: Dunkirk


MIGLIORI COSTUMI
La Bella e la Bestia
L’ora più buia
Il filo nascosto
The Shape of Water
Vittoria e Abdul

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Il filo nascosto
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Il filo nascosto
Alla fine ha vinto: Il filo nascosto


MIGLIOR TRUCCO E ACCONCIATURA
L’ora più buia
Vittoria e Abdul
Wonder

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Wonder
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Wonder
Basta che non vinca: Vittoria e Abdul
Alla fine ha vinto: L'ora più buia


MIGLIOR DOCUMENTARIO
Abacus
Faces, Places
Icarus
Last Man In Aleppo
Strong Island

Pensieri Cannibali fa il tifo per: nessuno
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Faces, Places
Alla fine ha vinto: Icarus


MIGLIOR CORTOMETRAGGIO DOCUMENTARIO
Edith and Eddie
Heaven is a Traffic Jam on the 405
Heron
Knife Skills
Traffic Stop

Pensieri Cannibali fa il tifo per: nessuno
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: boh
Alla fine ha vinto: Heaven is a Traffic Jam on the 405


MIGLIOR CORTO ANIMATO
Dear Basketball
Garden Party
Lou
Negative Space
Revolting Rhymes

Pensieri Cannibali fa il tifo per: nessuno
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Dear Basketball
Alla fine ha vinto: Dear Basketball


MIGLIOR CORTOMETRAGGIO
DeKalb Elementary
My Nephew Emmett
The Silent Child
The Eleven O’Clock
All of Us

Pensieri Cannibali fa il tifo per: nessuno
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: boh
Alla fine ha vinto: The Silent Child


E ora via al

Red Porchet degli Oscar 2018


La più adorabile
Saoirse Ronan
Si era mica capito dalla prima parte del post che il premio sarebbe andato a lei?



La più ubriaca
Jennifer Lawrence

E chi, se no?


Il più salterino, o forse il più drogato, chi può dirlo?
Ansel Elgort



La più va bene scoraggiare le molestie sessuali, ma così si esagera
Emily Blunt



La più infiocchettata manco fosse Natale (per un regalo comunque più che gradito)
Emma Stone



La più passi Emma Stone, però poi basta con 'sti fiocchi, non è mica Natale
Nicole Kidman



La più how to get away with the look of a murderer
Viola Davis



La più si vede che è un abito di 56 anni fa
Rita Moreno
Fare una colletta per comprarne un altro pareva una brutta cosa?



La più Patrick Swayze, non potevi sussurrarle qualcosa per fermarla?
Whoopi Goldberg



La più nonna di Shrek
Meryl Streep



La più scuoiamo un albero vivo solo per essere alla moda
Haley Bennett



La più simpatica (ma ciò non toglie che sei vestita in maniera inguardabile)
Tiffany Haddish



La più Harvey Weinstein, pensaci tu!
Salma Hayek



La coppia più bella
Timothée Chalamet e Armie Hammer


Ah, come? Non sono una vera coppia?
Allora loro due.

Sam Rockwell e Leslie Bibb




Le più fighe

7. Allison Williams



6. Samara Weaving



5. Margot Robbie

"Ciaone!"

4. Zoey Deutch



3. Jennifer Lawrence




2. Saoirse Ronan



1. Eiza González




Wild Wild Lake

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Oggi parliamo di libri.

Hey, cosa?
Pensieri Cannibali si è per caso trasformato in un sito per intellettualoidi?
Cos'è questa storia?

Tranquillizzo subito tutti: oggi parliamo di un libro che non ho letto.

Ah, figuriamoci. L'avevo detto io che quello non sa leggere!

Non l'ho ancora letto, almeno. Ne parlo per fare una marketta.

Una marketta?
Quel Cannibal Kid da quando fa 2 visualizzazioni al giorno è diventato proprio un venduto!
Speriamo almeno che l'abbiano pagato profumatamente.

Non sono nemmeno stato pagato per farla. È il mio collega blogger Mr. James Ford che me l'ha richiesta.

Mr. Ford???
Il suo arcinemico?!?
Io l'ho sempre detto che quei due in realtà sono amici. Anzi, secondo me vanno pure a letto insieme.

Non si tratta però di una marketta a un noioso libro ambientato nel vecchio West scritto da Ford. C'è un limite a tutto. È una marketta, o più che altro lo chiamerei un “endorsement”, nei confronti dell'esordio letterario di sua moglie, nota in rete come JuleZ del blog Giulia Passione, nella vita privata come Giulia, e da adesso nel mondo della narrativa con il nome d'arte di Bianca Ferrari.

Sua moglie?
Ma allora Cannibal cosa rappresenta per Ford?
È il suo amante?
E comunque Bianca Ferrari sembra più un nome d'arte da escort di lusso che da scrittrice... :)

Il libro si chiama Wild Lake (Un cuore per capello) ed è fondamentalmente una storia d'amore. Un boy meets girl di ambientazione ammeregana – in casa Ford sono proprio fissati – che promette di piacere più a me che a Ford.



Volete saperne qualcosa in più?
Ecco la sinossi ufficiale.

J. Lee è nata e cresciuta nel freddo Maine: sembra una ninfa dei boschi con quei suoi capelli rossi, ricci come una criniera e gli occhi verde scuro. Ha un carattere vivace, curioso ed estremamente solare, ma, dietro grandi sorrisi e una spiccata empatia, nasconde un grande dolore, a causa del quale è stata costretta a trasferirsi in Oklahoma.
Nathaniel, invece, non ha mai lasciato Broken Arrow, dove conduce un’esistenza solitaria. Ogni persona cui abbia voluto bene l’ha abbandonato, lasciandogli la convinzione di non valere niente: e come in una profezia che si avvera, fa di tutto per corrispondere all’immagine che ha di sé.
L’incontro tra i due potrebbe essere la cura per le loro sofferenze: cura che passerà dalla forza apparentemente incrollabile di J. Lee, ai tormenti inquieti e alle paure di Nathaniel.
Riusciranno, insieme, a superare le difficoltà e a confessare sentimenti troppo forti per essere soffocati? E cosa succederà quando sarà J. Lee a crollare sotto i colpi implacabili del destino? È possibile, per un amore così giovane, affrontare intemperie e tempeste, rimanendo saldo nei loro cuori?

Wild Lake ha stuzzicato la vostra curiosità?
In tal caso lo potete trovare su Amazon in versione eBook Kindle e, stando a quel che dice Ford quindi non mi fiderei troppo, tra un paio di settimane sarà disponibile anche in formato cartaceo, per quelli come noi della vecchia scuola che i libri li vogliono toccare con mano.

Bianca Ferrari è il nuovo fenomeno letterario del momento?
Si rivelerà una ciofeca come Moccia o Stephenie Meyer?
Possiamo se non altro sperare in un romanzo dalle tinte erotiche in stile Cinquanta sfumature?
Scriverà meglio, e si spera anche molto meglio, del marito Ford?
A noi/voi il piacere di scoprirlo!



Fa tutto schifo, tranne Everything Sucks!

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Everything Sucks
(serie tv, stagione 1)
Network: Netflix
Creata da: Ben York Jones, Michael Mohan
Cast: Jahi Di'Allo Winston, Peyton Kennedy, Patch Darragh, Claudine Mboligikpelani Nako, Rio Mangini, Quinn Liebling, Sydney Sweeney, Elijah Stevenson



Fa tutto schifo. L'amore fa schifo. La politica fa schifo. La vita fa schifo. Io faccio schifo. Questa recensione anche se è appena iniziata fa già schifo forte. I premi Oscar quest'anno hanno fatto schifo o se non altro sono stati noiosi e prevedibili. Persino le serie tv quest'anno fanno abbastanza schifo, si vedano – o meglio non si vedano – quelle delusioni di The Assassination of Gianni Versace: American Crime Story, Altered Carbon e The Alienist. Fa proprio tutto schifo, insomma, tranne Everything Sucks!.

"Ooh! Non vedevo l'ora che inventassero Internet per poter leggere la schifosa recensione cannibale del nostro show!"

Se c'è una serie che mi ha folgorato del tutto, quest'anno ma non solo, è questa. Non poteva essere altrimenti, d'altronde. Everything Sucks! racconta di com'è avere 14 anni nel 1996. Di com'è avere le prime cotte, le prime amicizie e inimicizie profonde, di com'è andare per la prima volta in gita, di com'è scoprire la musica con gli Oasis e Tori Amos, ma allo stesso tempo esaltarsi pure per una canzone pop-dance come “Beautiful Life” degli Ace of Base, perché va bene la musica seria, però siamo pur sempre ragazzini, fateci muovere la testa con un pezzo scemo – ma poi nemmeno così tanto – come questo, per la miseriaccia!

Momento confessione: “Beautiful Life” degli Ace of Base è in assoluto una delle mie canzoni preferite di tutti i tempi. Okay, l'ho detto!




Io avevo 14 anni nel 1996. In una serie così quindi non potevo non ritrovarmi. Una serie così non poteva non piacermi. Soprattutto se a ciò aggiungiamo il fatto che in pratica Everything Sucks! fa un po' con gli anni '90 quello che Stranger Things fa con gli anni '80. Riprende le cose migliori del decennio, scartando via la merda e le cose che facevano schifo, e le rielabora in una maniera nostalgica e retrò, ma allo stesso tempo anche personale e con la consapevolezza di parlare al pubblico di oggi. Non ci troviamo però di fronte a un prodotto dalle tinte fantasy e fantascientifiche come quello. Non siamo più negli 80s, quindi dimenticatevi E.T. e Goonies vari. Qui i riferimenti sono altri. Qui il mood prevalente è quello deprimente-grunge-alternative visto però attraverso un'ottica abbastanza (sebbene non del tutto) comedy. Qui i riferimenti sono ai teen drama tv del periodo, come Freaks and Geeks, Crescere, che fatica!, My So-Called Life, Cinque in famiglia, Bayside School, un pizzico di Beverly Hills 90210 e pure una spruzzata di Daria e Beavis and Butt-head.


Dentro Everything Sucks! c'è soprattutto molto di Dawson's Creek. C'è un protagonista che è un giovane aspirante regista, Luke (Jahi Di'Allo Winston), solo che è meno preso male rispetto a Dawson Leery, è meno logorroico, ragiona di meno e agisce di più.

"Dai, mamma. Non baciarmi, che se no sembro più scemo di Dawson."

INIZIO DEL MOMENTO DAWSON'S CRYING

"Ma perché mi sfottono sempre tutti?"

FINE DEL MOMENTO DAWSON'S CRYING


Inoltre è un ragazzino di colore, perché comunque siamo nel 2018 e non si possono più fare serie TV con soli protagonisti bianchi come il latte stile Dawson's Creek e Friends. O anche One Tree Hill, una serie incentrata sul basket, in cui però l'unico personaggio di colore più che secondario era proprio di terzo livello.


Se il protagonista maschile è il Dawson di turno, rivisitato e corretto all'epoca moderna, la star femminile è la folgorante Kate interpretata da Peyton Kennedy, che è la Joey Potter di turno. O meglio, fisicamente è un incrocio tra mainajoeypotter e Dustin/Gaten Matarazzo di Stranger Things. E non so se deve prenderlo come un complimento o meno.


A livello di personaggi di Dawson's Creek, Kate ricorda inoltre anche Jack McPhee. Perché?
Beh, guardando la serie lo scoprirete...


Everything Sucks! Ha però il merito di regalare uno spazio splendido anche a un po' tutti gli altri personaggi. La mia preferita – e non poteva essere altrimenti pure in questo caso – è Emaline (Sydney Sweeney), la ragazza più figa ma anche più ribelle della scuola. Quella che vedi passare nei corridoi della scuola tutti i giorni con un look diverso e particolare e di cui non puoi fare a meno di innamorarti. Ogni singolo giorno.


C'è poi Oliver (Elijah Stevenson), il figo della scuola. Quello che vorresti essere, che vorresti diventare. Quello che sembra Leo DiCaprio in Romeo + Juliet. Quello che sembra avere tutto ciò che può desiderare dalla vita, eppure è pure lui perennemente insoddisfatto e alla ricerca di qualcos'altro, qualcosa di più, qualcosa di diverso.


Ci sono gli amici “sfigati” McQuaid e Tyler (Rio Mangini e Quinn Liebling), che poi non sono così sfigati e anzi sono le persone che più vale la pena frequentare in una cittadina che si chiama Boring, ma in cui almeno a vedere la serie è impossibile annoiarsi un solo istante.


Ci sono anche i genitori, che riescono a ritagliarsi un loro spazio e riescono a risultare complessi e incasinati quanto i loro figli, in particolare Ken (Patch Darragh), il padre vedovo di Kate, nonché il preside del liceo.



Ogni episodio è inoltre un gioiellino di scrittura che regala scene cult, canzoni cult, frasi cult. Se proprio vogliamo trovargli un difetto - che se no poi sembro troppo di parte e troppo poco obiettivo - possiamo dire che la durata degli episodi da una ventina di minuti appena è un po' limitante. Per il resto sembra tutto così dannatamente uscito da un mio sogno che credo siano quasi una ventina d'anni che non mi entusiasmavo così tanto nei confronti di un telefilm, come li chiamavamo all'epoca. Everything sucks?
Non esattamente. Dopo aver visto questa serie, everything else sucks!
(voto 9/10)



I giustizieri del cinema

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Chi c'è ospite oggi della rubrica sulle uscite cinematografiche nazionali che conduco insieme a quel desperado di Mr. James Ford?
Un'altra ospite straniera. O più o meno espatriata. O forse cacciata dall'Italia da Salvini, chi può dirlo? Dopo Alessandra Muroni dall'Inghilterra, ecco da Siviglia l'abruzzese Nancy Aiello del blog Volevo aprire un blog (che però dovrebbe aggiornare di più). A lei la parola e muchas gracias per aver scritto un'intro, così io posso anche chiudere qua mis palabras.


Intro di Nancy: Quando Cannibal Kid mi ha invitata a commentare le uscite di questo giovedì insieme ad un altro mostro sacro della blogsfera (Mr. Ford) il mio primo pensiero è stato “omg, ma davvero sti due matti mi vogliono sul loro blog?”. Vi preannuncio quindi che si tratta di un contributo di cui avreste fatto volentieri a meno, ma ora sono qui e mi prendo i miei 15 minuti di gloria! La seconda cosa a cui ho pensato, invece è che sti due simpaticoni mi vogliono davvero male. Per chi non lo sapesse vivo in Spagna e le uscite in sala non coincidono quasi mai...quelle di questo giovedì fanno scendere il latte alle ginocchia; forse sono solo titoli mal tradotti? Vediamo insieme.


Il giustiziere della notte
"Cosa sto facendo?
Sparo cazzate, proprio come Ford."

Nancy: Sarò onesta, questo è il classico film che evito fin dal titolo, sono prevenuta lo so, ma resisterei 5 minuti prima di iniziare a russare. Questione di gusti. Poi scopro che è un remake e i remake sono sempre una pessima idea. E per finire scopro che c’è Willis ed è subito Die Hard. Per me è no.
Ford: da buon tamarro, ho ovviamente visto più di una volta l'originale Il giustiziere della notte, che ai tempi fece da apripista agli action tamarri anni ottanta, e più di recente ispirò cose decisamente meno esaltanti come la saga di Taken. Nonostante Willis, non ho davvero gran voglia di vederlo.
Cannibal Kid: Fin dal fordianissimo titolo, un film da evitare di giorno e di notte. Già l'originale non mi ha mai ispirato, le storie di gente che si fa giustizia da sola mi fanno venire in mente episodi di cronaca recente tutt'altro che lieti e i film di questo tipo non li sopporto, Kill Bill e poche altre eccezioni a parte. Sì, ok, c'è Bruce Willis, uno dei pochi action hero che riesco a tollerare, ma non è abbastanza. Soprattutto negli ultimi tempi. E se manco Ford ha voglia di vederlo, chi cacchio la andrà a vedere 'sta roba e perché hanno avuto l'idea di girare un remake così?


Nico, 1988
"Nancy, vuoi davvero che canti una canzone di Alvaro Soler?
No, dai. Mi rifiuto."

Nancy: Un film su un personaggio musicale potrebbe essere una delle poche cose che mi convincerebbe a spostare il sedere dal divano fino alla poltroncina del cinema. Nico, ovvero Christa Päffgen, è stata musa di Warhol, cantante dei The Velvet Underground, e poi ha girato l’Europa con un tour solista. Davvero, vi serve altro? Ok, allora vi dirò che il film è di una giovane regista italiana che qualche anno fa ci regalò il piacevolissimo (almeno per me) Cosmonauta. Confido in voi chicos, non mi massacrate la Nicchiarelli!
Ford: di norma sono piuttosto refrattario ai tentativi di autorialità italiana, ma questo film mi incuriosice. In fondo, credo che Nico e i Velvet Underground siano una delle poche cose esistenti in grado di mettere d'accordo me, Cannibal e perfino la nostra ospite settimanale in diretta dalla Spagna, con grande invidia del sottoscritto.
Cannibal Kid: Il film assolutamente da vedere della settimana! Le storie di cantanti e musicisti mi esaltano quasi sempre, qui poi si tratta di Nico, che a livello musicale mi è sempre piaciuta parecchio ma di cui a livello personale so pochino e sono molto curioso di scoprirne di più. Quindi ben venga questo film radical-chic e di nicchia-relli.


The Lodgers – Non infrangere le regole
"Fatemi uscire da questa casa!
Tra i Fordini che piangono, e Ford che piange ancora più forte guardando le romcom, non se ne può più."

Nancy: E qui mi tiro proprio indietro e vi risparmio qualsiasi commento/cazzata. Non riesco a vedere i film horror, non posso. Lascio la parola a voi chicos, ho chiuso il trailer prima ancora di arrivare a metà. Potrebbe piacere a Ford, forse?
Ford: nonostante l'ambientazione irish ho come l'impressione che si tratti dell'ennesimo horrorino da niente che non farebbe paura neppure a Nancy o, peggio, a Katniss Kid. Passo senza paura.
Cannibal Kid: Nancy non guarda gli horror per paura, o perché le fanno schifo?
Un mistero destinato a essere più appassionante di questa robetta, che si preannuncia come l'ennesima storiella gotica su una casa più o meno infestata. Ma anche basta!


Ricomincio da noi
"Mangiamoci un bel piattazzo di pasta italiana, alla faccia della spagnola Nancy e della sua paella."

Nancy: Ed eccoci al primo di una lunga seria di film dai titoli diabetici. Un film sulla terza età, o meglio, sulla rinascita di una donna durante la terza età grazie al ricongiungimento con la sorella. Una di quelle cose di cui avremmo fatto volentieri a meno, e sono certa che Cannibal dall’alto dei suoi 18 anni la penserà come. Forse siamo semplicemente troppo giovani caro mio. Ford, mandiamo te al cinema?
Ford: cara Nancy, se vuoi andare incontro al destino amaro del finto giovane Cannibal e rischiare un paio di mosse di wrestling sei sulla strada buona. E dato che non avete rispetto per i più anziani, in sala a vedere questa roba spedisco voi due.
Cannibal Kid: Così si fa, Nancy. Al diavolo, anzi all'ospizio, il vecchio Ford e i suoi soporiferi film di e per nonnini!


Anche senza di te
"Mi sto sposando, e non con la Mastronardi? Qui c'è qualcosa che non va."

Nancy: Un titolo che auto recensisce il film: sì, anche senza di te, andavamo avanti benissimo. E invece no, ci tocca sorbire l’ennesima commedia d’amore con un improbabile Vaporidis (davvero recita ancora?) e la Catania. Che bello vivere in Spagna, tutta vostra sta commedia Ford e Cannibal!
Ford: secondo me film come questo sono un ottimo motivo per espatriare. Oltre alla presenza di Cannibal sulla Penisola. Ahahahahah!
Cannibal Kid: La gran parte dei film in uscita questa settimana in effetti fanno venire voglia di espatriare. Considerando però che in Spagna hanno fatto un remake di Tre metri sopra il cielo, Tres metros sobre el cielo, forse però Nancy avrebbe dovuto scegliere un altro paese in cui andare, uahahah!


Vengo anch’io
"Poteva andare peggio di un film girato insieme?"
"Sì, poteva guidare Ford."

Nancy: Quello che urleranno Ford e Cannibal dopo aver visto il film di Bonelli! No, torniamo un attimo seri, anche se suona ossimorico, visto che stiamo per parlare di una commedia di due comici di Zelig. A me il trailer ha strappato più di una risata, sono certa che dissentirete, eppure io gli darei una possibilità.
Ford: no, io no. Evidentemente la settimana post-Oscar è stata sacrificata sull'altare delle uscite inutili. Senza contare che i film con i comici di Zelig e affini li ho sempre sopportati meno di Peppa Kid. Che è tutto dire.
Cannibal Kid: Comici di Zelig? Perché, come Vaporidis, esistono ancora? E gli fanno pure fare dei film? Lo siento, Nancy, pero esta película es pura mierda.


Nome di donna
"Ma a chi sarà venuto in mente un titolo del genere per il film? A Ford?"

"Mmm... mi sa che l'ha scelto Cannibal. Quello per i titoli di merda ha un vero talento."

Nancy: Non me ne voglia Marco Tullio Giordana, ma questo titolo non si può sentire! La Capotondi per anni l’ho adorata, poi però me la sono ritrovata sulla tv spagnola in un film di quelli che piazza Antena 3 dopo pranzo, che per la cronaca sono come i film tedeschi che spara la Rai nei dopo pranzi estivi..lì ho capito che forse forse non era sta grande attrice. Gli diamo una possibilità per la tematica?
Ford: vorrò sempre bene a Giordana per La meglio gioventù, ma onestamente comincio a fare fatica a fronteggiare questo bombardamento di potenziali schifezze italiane. Quasi quasi pianifico una vacanza a scrocco in Spagna da Nancy portandomi dietro l'intero clan dei Ford.
Cannibal Kid: Secondo film della settimana da vedere. Almeno per me. Tematica più che mai attuale, quella delle molestie sul lavoro, un regista che non seguo dal capolavoro La meglio gioventù (sul serio è piaciuto pure a te Ford? Sono sotto shock!) ma che ho voglia di riscoprire, e un'attrice muy bonita che ha dimostrato di saper recitare persino al fianco di Vaporidis, e non è da tutti. Sì, il titolo sembra quello di una nuova rivista diretta da Alfonso Signorini, però mi sembra anche una delle pellicole italiane più promettenti di quest'ultimo spento periodo.
Nancy, se per un po' ci levi dalle scatole e dall'Italia Ford siamo solo contenti. Ti avverto però che devi possedere almeno un hotel per ospitare tutto il suo clan, visto che quello ha qualcosa come 14 figli, almeno così mi pare l'ultima volta che ho provato a contarli.


Eterno Femminile
"Dopo la visita a Mr. Cannibal e a Mr. Ford, Nancy dev'essere passata a trovare Mr. Ink."

Nancy: Un film messicano, e il Messico, Oscar docet, vince a mani bassi da un bel po’ di anni e lo fa perché lo merita. E chi sono io per contraddire l’Academy?? Nessuno! Eterno Femminile (tradotto, ovviamente, a cazzum) racconta la storia di Rosario Castellanos, una delle più grandi scrittrici messicane dello scorso secolo, e a me ha convinto già così e non sono ironica. Confido in Ford perché so già che per Cannibal è un no secco.
Ford: confidi bene, Nancy. Questa potrebbe essere la sorpresa della settimana, sempre sperando che non si riveli una schifezza sopravvalutata come La forma dell'acqua, che da queste parti ha preso una forma davvero meno piacevole. In ogni caso, qui il beneficio del dubbio ci sta.
Cannibal Kid: Ford di recente pare più anti-messicano di Trump, visto che è in pratica l'unico al mondo ad aver parlato male de La forma dell'acqua. Quanto a me, no lo se. Potrebbe essere un film interessante, ma il rischio noia è dietro l'angolo.


Benvenuti a casa mia
"Benvenuti a casa mia, cari Ford. Hey, ma quanti cazzo siete???"

Nancy: Ma è davvero necessario infilare il benvenuti ovunque? No spiegatemi, davvero. Sorvoliamo per un attimo sul discutibile adattamento del titolo e soffermiamoci sulla commedia dei cugini. Vale la pena vederla? Beh, il regista è lo stesso di Non sposate le mie figlie, uno dei film con cui ho più riso negli ultimi anni; anche il protagonista è lo stesso, un volto noto in Francia e non solo, il bravissimo Christian Clavier; e poi si parla di accoglienza e di rom, e che fate, vi perdete un film che potrebbe far incazzare Salvini? Potrei quasi tornare, è una giusta causa.
Ford: Non sposate le mie figlie mi aveva divertito di brutto e mi era parsa una di quelle proposte francesci non radical che apprezzo molto. Poi, se si può ironizzare alla facciazza di certe facce che girano in Italia - e non sto ovviamente parlando degli immigrati, ma di chi li vorrebbe buttare a mare -, il gioco è fatto.
Cannibal Kid: Benvenuta in questa rubrica, cara Nancy. Vedi, un benvenuto non si nega a nessuno. :)
Nemmeno a questo film. Io ho una passione inspiegabile e irrefrenabile per le commedie francesi. Di recente sono riuscito ad apprezzare persino una porcata come Alibi.com, quindi benvenuti a 'sti filmoni!


Chiusura di Nancy: Che dire, grazie per questi 15 minuti di gloria, felicissima di essere stata vostra ospite. Ora vi aspetto sulla Costa del sol, però venite in settimane diverse che non sono pronta ad affrontare un Cannibal vs Ford fuori dal web!


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