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La Pantera Nera sarà meglio della Pantera Rosa, ma...

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Black Panther
Regia: Ryan Coogler
Cast: Chadwick Boseman, Michael B. Jordan, Lupita Nyong'o, Letitia Wright, Martin Freeman, Daniel Kaluuya, Danai Gurira, Sterling K. Brown, Winston Duke, Angela Bassett, Forest Whitaker, Andy Serkis


Marvel goes black. All'alba dell'anno 2018, il Marvel Cinematic Universe So White decide di proporre una pellicola solista dedicata a un supereroe di colore. E, pensate un po', nel 2019 arriverà persino un film solista su una supereroina donna, con un ritardo di due anni rispetto alla non certo innovativa DC Comics.


Oh mio Dio, la Marvel è finalmente entrata nel XXI secolo! Quale sarà la prossima mossa? Un supereroe dichiaratamente gay?
È vero, c'è già stato Deadpool, solo che lui non è omosessuale. Lui è pansessuale.


E poi Deadpool non fa parte del Marvel Cinematic Fucking Universe vero e proprio, bensì del più aperto universo degli X-Men, che era di proprietà della 20th Century Fox. Almeno fino al primo capitolo. Lo scorso dicembre Disney ha comprato pure la 20th Century Fox, giusto per monopolizzare poco il mercato dell'intrattenimento mondiale e soprattutto della manipolazione mentale.
La mossa davvero a sorpresa per il Marvel Cinematic Universe però sarebbe un'altra: quella di fare un bel film.


Nonostante le critiche entusiastiche provenienti soprattutto da Oltreoceano, e pur con tutte le migliori intenzioni con cui mi sono cimentato nella visione, anche Black Panther purtroppo non riesce a essere un bel film. Nemmeno lontanamente. È pur sempre meglio rispetto ad altri cinecomics, ma questo non lo rende in automatico un capolavoro. Al massimo rende solo gli altri cinecomics delle ciofeche ancora peggiori. Cosa c'è che non va in Black Panther?


Partiamo dal protagonista. Black Panther. Un nome che evoca la storica organizzazione rivoluzionaria afroamericana attiva soprattutto sul finire degli anni '60, per un personaggio che di rivoluzionario a ben guardare non ha granché. Nei panni del protagonista T'Challa/Pantera Nera troviamo Chadwick Boseman, attore che segue la stessa linea di recitazione inespressiva dei suoi colleghi bianchi dell'MCU Chris Evans, Chris Hemsworth e Jeremy Renner. Come personaggio inoltre è troppo moscio, troppo buono, troppo buonista.


Per fortuna a compensare ci pensa il villain di turno, che poi a ben vedere non è così villain e anzi, io ho fatto il tifo per lui dal primo all'ultimo momento in cui appare in scena. Anche perché riesce a prendere il potere in maniera democratica, almeno stando a quelle che sono considerate le regole democratiche nello stato del Wakanda, ovvero sconfiggendo T'Challa in un regolare duello. Nel ruolo del cattivone (ma anche no) Erik Killmonger c'è un ottimo Michael B. Jordan, l'attore feticcio del regista Ryan Coogler, con cui ha girato anche Prossima fermata Fruitvale Station e Creed - Nato per combattere, che qui dirige in maniera a tratti spettacolare, con uno stile però piuttosto derivativo, tra riprese roteanti in stile Donnie Darko/Inception e combattimenti liberamenti ispirati a Wachowski e The Raid - Redenzione.
Per quanto sia un personaggio valido, va comunque notato che questo Killmonger non ha lo spessore, né tantomeno la forza punk ad esempio del Joker di Heath Ledger ne Il cavaliere oscuro. Quindi bene, ma non benissimo.


Il personaggio migliore del film comunque non è lui, bensì la sorella iper-tecnologica e simpa del soporifero T'Challa, Shuri, interpretata da una giovane attrice di cui sentiremo parlare ancora a lungo, Letitia Wright, già vista nel sesto e ultimo, nonché migliore, episodio della quarta stagione della serie Black Mirror.

"Giovane attrice di cui sentiremo parlare ancora a lungo... Non è che Pensieri Cannibali me l'ha gufata?"

Ok, quindi in questo film ci sono due personaggi decenti e ciò è già un buon risultato. Tra le note positive va inoltre inserito il contesto afro, che riesce a differenziare la pellicola rispetto agli cinecomics “rivali”. Il film è ambientato in buona parte nel Wakanda, fittizio stato africano con un nome che ricorda nazioni vere come Uganda e Ruanda, ma anche l'urlo d'incoraggiamento dei ragazzini scemi malati della fiction Rai Braccialetti rossi, “Watanka!”, così come soprattutto la canzone di Shakira “Waka Waka (This Time for Marvel)”.


Ah no, scusate, ho sbagliato foto...


Sempre per rimanere in tema musicale, la colonna sonora curata dal rapper Kendrick Lamar non è niente male, sebbene sia sottoutilizzata e sia più godibile come ascolto indipendente dalla pellicola che non all'interno della pellicola stessa. E quindi viva Kendrick e abbasso la Marvel!



I pregi del film si fermano qui e tra le note dolenti va invece segnalata una sceneggiatura banale e prevedibile, con vicende famigliari degne di Beautiful, o di Thor, se proprio vogliamo restare all'interno del poco marvelous universo Marvel. Per colmare la pochezza della trama si inserisce qualche solita battutina e momento pseudo ironico Marvel-style, e soprattutto un sacco di effetti speciali, inseguimenti, botte e sparatorie, il tutto per una durata eccessiva, con la guerra finale che definire estenuante è dir poco. Guerra finale?

"Scusate, ma ci stiamo preparando alla guerra, o stiamo facendo la coreografia del Waka Waka?"

Ebbene sì. Anche questa pellicola si risolve con lo scontro tra il buono e il cattivo (che come detto non è così cattivo, dai) e non scrivo che è uno spoiler perchè tanto lo sapevamo tutti che andava a finire così e se pensate che questa volta il cattivo alla fine possa avere la meglio siete solo degli illusi. Peccato perché le implicazioni politiche e socio-razziali sono presenti giusto molto sullo sfondo e, con un maggior approfondimento, il confronto/scontro tra T'Challa VS Erik Killmonger avrebbe potuto persino portare a una specie di versione cinefumettosa del confronto/scontro ideologico Martin Luther King VS Malcolm X. Così non è.


Black Panther finisce così per essere l'occasione sprecata di realizzare una pellicola che rappresenti una vera rivoluzione all'interno dei cinecomics, o anche solo un passo in avanti, così come erano stati il primo Spider-Man di Sam Raimi e il già citato Il cavaliere oscuro di Christopher Nolan. Un'occasione sprecata tanto quanto Wonder Woman, che non è l'inno femminista da tanti sbandierato, bensì a malapena una leggera variante al femminile del solito cinefumetto supereroistico fracassone e superficiale
Non sarà una wakkata totale, ma questa avventura nel Wakanda resta la solita storiella moralista ricca di buoni sentimenti e valori famigliari rassicuranti, in pieno stile Marvel-Disney. Un film però privo di reali contenuti politici o sociali, come si poteva invece immaginare da alcune entusiastiche opinioni provenienti dagli Usa, indirizzato a un pubblico di ragazzini, privo di tensione, di spunti di riflessione e ricco giusto di tanta azione e di una violenza “rassicurante”, da videogame.
Come prodotto di mero intrattenimento a tratti funziona anche, sebbene io nella mezzora finale mi sia stracciato le palle come e maggiormente che con il più pretenzioso tra i lavori di Terrence Malick o Michael Haneke. Il fatto però che tutti questi film supereroistici, realizzati con lo stampino e che a poche settimane di distanza dall'uscita finiscono nel dimenticatoio sorpassati dal successivo fenomeno al box-office, con sempre maggiore frequenza vengano salutati come dei capolavori e indicati come simboli della nostra epoca mi mette addosso una gran paura. Più di quella che mi possono provocare i (presunti) cattivoni di turno presenti nelle stesse pellicole.
(voto 5,5/10)



Giù le mani dai nostri film

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L'ospite della rubrica sulle uscite cinematografiche di questa settimana non è uno qualunque. È un certo...

Jean-Luc Godard!

Si tratta proprio del vero regista francese?
Ho il sospetto che non lo sia e sia solo un alias dietro al quale si cela il misterioso autore del blog rivelazione Il mondo perfetto.
Chiunque egli sia, scopriamo comunque cos'ha da dire sui film settimanali, insieme come al solito ai commenti miei e del mio blogger rivale Mr. James Ford.


Intro (breve) di Jean-Luc Godard: Frutto di un travaglio interno durato addirittura un quarto d'ora, ecco il mio giudizio critico sui film (ma per alcuni di questi è termine troppo generoso) in uscita.

Deadpool 2
"Oh mio Dio, l'ospite di oggi è Jean-Luc Godard!!!
Hey, un attimo... chi è Jean-Luc Godard?"


Jean-Luc Godard: Ma perchè c'era pure un Deadpool 1 ? La vita non cessa mai di stupirmi. Ancora un supereroe. Tipo anni (ma direi decenni) che non vado a vedere un film su un supereroe. Birdman, ovviamente non conta (oh, sebbene ricordi ancora le due che nelle poltrone dietro chiaccherarono per tutto il film...)
Cannibal Kid: Incredibile ma vero, per una volta sono proprio io, il nemico numero 1 dei cinecomics, a difendere un cinecomics. Ci voleva proprio uno come Jean-Luc Godard per risultare più radical-chic di me, ahahah
Deadpool 1 è uno dei pochi, pochissimi cinefumetti che mi abbiano davvero esaltato e divertito, anche se vabbé quel Capolavoro di Birdman vola ad altezze ben superiori checché ne dica Ford, quindi Deadpool 2 me lo vedrò (spero) con piacere, sperando che l'acquisizione di Disney della 20th Century Fox non abbia reso innocuo e buonista persino un personaggione del genere.
Ford: ci voleva giusto l'unico blogger più radical del Cannibale per non considerare l'hype pazzesco per l'uscita del secondo capitolo del film di supereroi definitivo, Deadpool, che era riuscito a conquistare perfino il mio antagonista. Ovviamente qui in casa Ford siamo in grande fibrillazione per quello che potrebbe essere il titolo della primavera, e non solo della settimana. In Wade we trust. Facci sognare.


Dogman
"Ospita ancora un blogger radical-chic, e ti faccio fare una brutta fine!"

Jean-Luc Godard: Er canaro per noi romani è stato un mito (ovviamente negativo). Come Jack Lametta, Johnny Lo Zingaro e altri tristi figuri. Mi sa che i registi italiani (vedasi Sorrentino con "Loro") stanno prendendo il vizio di fare Cinema con storie ovvie, ma ancorate alla realtà. Berlusca, Er Canaro..a quando una bio su Ford e Cincinnati Kid...:)?
Cannibal Kid: Criminale per criminale, anche un film su noi due in effetti a questo punto ci starebbe bene. Personalmente preferirei che a girarlo ci fosse Paolo Sorrentino, ma in mancanza di altri può andare bene pure Matteo Garrone, un regista secondo me dal potenzialmente notevole, che però finora mi ha convinto parecchio solo in un'occasione (Gomorra), così così con Reality e per niente con Il racconto dei racconti - Tale of Tales.
Ford: ho sempre trovato Garrone un regista dal grande talento un pò troppo soffocato dalla sua voglia di stupire, e rispetto al suo "rivale" Sorrentino non mi pare sia ancora riuscito a trovare una vera e propria dimensione. Che sia la volta buona? Speriamo. Intanto farei fare un giro con l'uomo dei cani a Cannibal l'amante dei gatti.
Ford: ho sempre trovato Garrone un regista dal grande talento un pò troppo soffocato dalla sua voglia di stupire, e rispetto al suo "rivale" Sorrentino non mi pare sia ancora riuscito a trovare una vera e propria dimensione. Che sia la volta buona? Speriamo. Intanto farei fare un giro con l'uomo dei cani a Cannibal l'amante dei gatti.


Giù le mani dalle nostre figlie
"Certo che questo Godard è persino più snob di Cannibal."
"Ed è pure più incontentabile e rompiballe di Mr. Ford."

Jean-Luc Godard: Come dicono a Los Angeles: in quanto a Cinema, in tutti i generi, gli americani se la comandano. Ma non, almeno da vent'anni, nella commedia. Aridatece Adam Sandler, verrebbe da dir(gli).
Cannibal Kid: Come dicono a Los Angeles? Ma Jean-Luc, che ne sai? Tu non sei di Parigi?
Quanto a questo film, considerando che il protagonista è quel wrestler non-attore di John Cena, come tutti i wrestler non-attori idolo di Ford, mi unisco anch'io al grido: aridatece Adam Sandler. O persino Massimo Boldi. Il ruolo del padre che cerca di difendere la figlia dai corteggiatori sembra perfetto più per lui che per Cena.
Ford: non me ne voglia Cena, che sta progressivamente mollando il wrestling per cercare di seguire le orme di The Rock, ma di The Rock ce n'è solo uno. Anche se Giù le mani da mia figlia potrebbe essere un film con me protagonista quando la Fordina sarà in età da potenziali fidanzati.


They
"Ho preso un Uber ma, cazzo, ho trovato Ford come autista, che sfiga."

Jean-Luc Godard: Quando scelgo io un film , di solito poi mi piace o comunque non mi annoia: ecco, They, prevedo, è un'opera sbadigliosa. Da evitare. (tanto qui è tutto MioFratelloèFiglioUnicoFansClub...un biglietto omaggio per They a chi non l'ha capita).
Cannibal Kid: Film che potrebbe essere un gioiellino indie, ma che almeno stando a vedere il trailer probabilmente si rivelerà come dice Godard: un'opera sbadigliosa, o anche fordiosa.
Ford: considerato che ultimamente la sera arrivo massacrato dalle incombenze e mi addormento anche sulle cose che mi piacciono, direi che lascerò They a them, ovvero Jean Luc e Cannibal.


(Interludio di Jean-Luc Godard:): azz...ma quanti film escono ogni giovedì..bei tempi, per il recensore, quando a metà maggio i Cinema erano chiusi..e non c'erano le multi..e ..ma questa è un'altra storia


Parigi a piedi nudi
"Ford, sono pronta a partire con te."
"Ma io a Parigi non ci vengo, è piena di..."
"Stai per dire radical-chic, vero?"

Jean-Luc Godard: La canadese che cerca la zia a Parigi... diceva Rossellini che si può fare un film su qualunque cosa...ma temo che Abel e Gordon non siano nè Rossellini nè Chaplin, a cui paiono strizzare l'occhio. Nuovo Cinema Deja Vu.
Cannibal Kid: Se persino uno come il franco-romanesco Godard non è interessato a questo film parigino, chi sono io per oppormi?
Sì, in genere sono uno strenuo difensore delle francesate, ma questa settimana che torna in scena Deadpool preferisco difendere i supereroi, o meglio gli antieroi.
Ford: da buon antieroe deadpooliano, questa merdina francesizzata la spalmo tutta sul panino della merendina del Cucciolo Eroico.


Famiglia allargata

Jean-Luc Godard: L'ennesima commediola su uno scapolo incallito. Aridatece Alberto Sordi. Ce lo meritavamo.
Cannibal Kid: Commedia francese con la splendida Louise Bourgoin, già vista in Travolti dalla cicogna e L'autre monde? Ritiro quanto detto sopra, viva il cinema francese sempre e comunque!
Ford: strano non sentire qualche battuta trita e ritrita di Cannibal a proposito della tribù dei Ford! Ahahahah! Comunque, vale quanto scritto per il film precedente.

"Cannibal sì che ne capisce di fi...lm."


Abracadabra
"Che fai?"
"Chiamo un Uber."
"Ma sei pazzo? Potresti beccarti Ford alla guida."

Jean-Luc Godard: Un album dei Beatles si doveva chiamare così ma poi scoprirono che un disco con quel titolo già l'avevano fatto e ripiegarono su "Rubber Soul". Per la serie: sbanfo, miei cari, basta con 'ste commedie...
Cannibal Kid: Godard mi snobba il lavoro di un suo promettente collega spagnolo? Non si fa! Abracadabra è il nuovo film di Pablo Berger, il regista di Blancanieves, pellicola muta in B/N che non era deliziosa quanto The Artist di Michel Hazanavicius, ma era comunque decisamente interessante. Spero inoltre che, pronunciando la parola Abracadabra, Ford sparisca all'improvviso da questo post. E magari anche da questo mondo.
Ford: o sei privo di magia, o non hai una rubber abbastanza grande per cancellarmi, Peppa. E non solo sono qui, ma mi trovi perfino d'accordo.


Il codice del babbuino

Jean-Luc Godard: Un film che già so- scommettiamo?- come finirà: i colpevoli non sono gli zingari- sempre vittime- ma qualche italiano strafatto di crack...staremo a vedere. Tra gatti in tangenziali e altro, la periferia della mia bella (nonostante tutto) città è assediata dal cinema...spero la liberino.
Un saluto a tutti e, in conclusione, un consiglio per capire se un figlio è bello: se Anselma Dell'Olio dice che è bello, sceglietene un altro.
Cannibal Kid: Pellicola amatoriale che dal trailer non sembra meritare di essere diffusa manco sul profilo Instagram di quel babbuino di Ford, figuriamoci in sala.
Quanto ad Anselma Dell'Olio, dico solo che è sposata con Giuliano Ferrara, quindi vedete un po' voi se è il caso di fidarsi dei gusti di una persona del genere.
Ford: da buon babbuino, direi che invece di battermi il petto come una scimmia qualsiasi, potrei battere qualche pugno sul grugno di tutta una serie di film ed individui poco raccomandabili. Cannibal su tutti.

"Jean-Luc, Anselma Dell'Olio ti manda i suoi saluti."

Yes We Cannes 2018: premi, film più promettenti e porchet rouge

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E anche quest'anno non sono stato a Cannes. Non ho visto un solo film in Concorso, o fuori Concorso, così come della sezione Un Certain Regard, né tanto meno della Semaine de la Critique. Non sono stato all'amfAR Gala, né mi sono avvicinato a meno di 300 km al Palais des Festivals et des Congrès. Tutti “piccoli” dettagli che comunque non mi impediscono certo di parlare del Festival. Addirittura di farne un resoconto più o meno completo.

Per prima cosa partiamo con i vincitori. Tanto basta fare un copia/incolla da altri siti più competenti di questo e les jeux sont faits.

Festival di Cannes 2018, i vincitori



La Palma d'Oro è stata consegnata dalla presidentessa di giuria Cate Blanchett al giapponese Shopliftters, ma c'è stata (doppia) gloria anche per l'Italia, con il premio alla sceneggiatura andato ad Alice Rohrwacher per Lazzaro felice, ex aequo con l'iraniano Trois Visages, e il prix di miglior attore mascolino portato a casa da Marcello Fonte, che sarà anche un uomo-cane, ma a quanto pare non è certo un attore-cane.

"Miglior attore Marcello Fonte? E chi cacchio è???"

Concorso
Palma d'oro: Shoplifters (Manbiki kazoku) di Hirokazu Kore'eda (Giappone)
Grand Prix Speciale della Giuria: BlacKkKlansman di Spike Lee (Usa)
Prix de la mise en scène: Cold War (Zimna wojna) di Pawel Pawlikowski (Polonia)
Prix du scénario: Lazzaro felice di Alice Rohrwacher (Italia) ex aequo con Trois Visages di Jafar Panahi (Iran)
Prix d'interprétation féminine: Samal Yeslyamova per Ayka di Sergey Dvortsevoy (Kazakistan)
Prix d'interprétation masculine: Marcello Fonte per Dogma di Matteo Garrone (Italia, Francia)
Premio della giuria: Capharnaüm di Nadine Labaki (Libano)
Palma d'oro speciale: Le livre d'image, regia di Jean-Luc Godard (Svizzera)

Un Certain Regard
Premio Un Certain Regard: Gräns di Ali Abbasi
Premio speciale della Giuria: Chuva é cantoria na aldeia dos mortos di João Salaviza e Renée Nader Messora
Miglior regia: Sergei Loznitsa per Donbass
Miglior interpretazione: Victor Polster per Girl
Miglior sceneggiatura: Meryem Benm'Barek per Sofia

Settimana Internazionale della Critica
Gran Premio Settimana Internazionale della Critica: Diamantino di Gabriel Abrantes e Daniel Schmidt
Premio Louis Roederer per la Rivelazione: Félix Maritaud per Sauvage
Premio SACD: Kona fer í stríð di Benedikt Erlingsson
Aide Fondation Gan à la Diffusion: Sir di Rohena Gera
Premio Scoperta Leica Cine del cortometraggio: Ektoras Malo: I Teleftea Mera Tis Chronias di Jacqueline Lentzou
Premio Canal+ del cortometraggio: Un jour de mariage di Elias Belkeddar

Quinzaine des Réalisateurs
Premio Art Cinéma: Climax di Gaspar Noé
Premio Europa Cinema Label: Troppa grazia di Gianni Zanasi
Premio SACD: En liberté! di Pierre Salvadori
Premio Illy per il cortometraggio: Skip Day di Patrick Bresnan e Ivete Lucas

Cinéfondation
Primo premio - El Verano del Léon Eléctrico di Diego Céspedes
Secondo premio - Kalendar di Igor Poplauhin
Terzo premio - Inanimate di Lucia Bulgheroni

Altri premi
Caméra d'or: Girl di Lukas Dhont
Premio Fipresci:
Concorso: Burning di Lee Chang-dong
Un Certain Regard: Girl di Lukas Dhont
Settimana Internazionale della Critica: Egy Nap di Zsofia Szilagy
Premio della Giuria Ecumenica:
L'Œil d'or Jury: La strada dei Samouni di Stefano Savona
Menzione speciale a Libre di Michel Toesca e The Eyes of Orson Welles di Mark Cousins
Queer Palm: Girl di Lukas Dhont
Premio François Chalais:
Dog Palm: L'intero cast canino di Dogman
Gran premio della giuria al pechinese immaginario di Diamantino
Cannes Soundtrack Award: Roman Bilyk, German Osipov e i Zveri per Leto
Trofeo Chopard:
Rivelazione femminile: Elizabeth Debicki
Rivelazione maschile: Joe Alwyn

Premio speciale
Carrosse d'Or - Martin Scorsese


Adesso andiamo con una classifica più personale. I film passati a Cannes che, del tutto a scatola chiusa, mi ispirano di più. Quelli che spero di vedere al più presto, sebbene ahimè lontano dal sole e dal glamour della très chic Costa Azzurra.

Cannes 2018, i film più attesi da Pensieri Cannibali


10. The Man Who Killed Don Quixote

Terry Gilliam c'ha messo tipo 20 anni e c'ha quasi rimesso le penne per portare questo film a compimento e alla sua anteprima mondiale a Cannes 2018. Speriamo ne sia valsa almeno la pena.




9. Dogman

Film di Matteo Garrone già molto pompato, sia in patria che fuori, non so perché ma ho la sensazione che potrei trovarlo parecchio sopravvalutato. Nonostante ciò, o forse proprio per questo, sono curioso di vederlo.




8. BlacKkKlansman

Un film su due agenti infiltrati nel Ku Klux Klan? Tematica esplosiva e potenzialmente pesante, che pare sia stata trattata con toni leggeri e brillanti da Spike Lee. Promette bene.




7. Girl

Film olandese-francese su una ragazza trans che sogna di diventare ballerina. In molti lo hanno indicato come la vera rivelazione di quest'edizione di Cannes e io per una volta mi voglio fidare di questi misteriosi "molti".




6. Cold War

Il nuovo film del polacco Paweł Pawlikowski, già regista del notevole Ida, sembra essere una di quelle opere raffinate, radical-chic, fredde ma non troppo, con tutte le carte in regola per conquistare i miei occhi e il mio cuore.




5. Wildlife

L'opera prima dietro la macchina da presa dell'indie-star Paul Dano, che l'ha pure co-sceneggiato insieme alla sua adorabile compagna Zoe Kazan, con protagonisti Carey Mulligan e Jake Gyllenhaal. È passato piuttosto in sordina nella Settimana Internazionale della Critica, però io sono già pronto a eleggerlo a mio nuovo cult indie personale.




4. Under the Silver Lake

Il regista di quel gioiellino di It Follows, David Robert Mitchell, alle prese con un thriller-noir di cui non si è parlato molto, ma su cui io punto molto.




3. Leto

Non un film su Jared Leto e i suoi Thirty Seconds to Mars, come si potrebbe evincere dal titolo, bensì un film su Viktor Coj e i suoi Kino, la più importante rock band russa degli anni '80. Non li conosco, eppure ho il presentimento che questa pellicola potrebbe farmeli amare quanto Sixto Rodriguez dopo Searching for Sugar Man.




2. Climax

Dritto per dritto dalla sezione Quinzaine des Réalisateurs, il nuovo film firmato da Gaspar Noé, un regista spesso anzi sempre estremo. Quasi quanto il tizio che occupa il primo posto di questa classifica cannibale.




1. The House That Jack Built

C'è gente che ha parlato di capolavoro e c'è gente che ha abbandonato la proiezione schifata. Una reazione migliore al nuovo controverso lavoro del sempre controverso Lars von Trier non poteva esserci. Adoro i film che dividono e sono pronto ad adorare pure questo nuovo più violento che mai film del pazzo regista danese.




Per non farci mancare nulla (a parte l'aver visto anche soltanto mezzo film), ecco anche il red carpet. O meglio il red porchet. O meglio, visto che “siamo” (si fa per dire) in Francia, il prestigioso e super glamour porchet rouge.

Cannes 2018, il porchet rouge

Premio speciale alla più scalza (e rebel rebel)
Kristen Stewart


Gran Premio della Giuria alla coppia più bella
Kristen Stewart e Cate Blanchett
Progetti per il futuro: trovare qualcuno che mi guardi come Kristen Stewart guarda Cate Blanchett


Palma d'horror al peggior look
Lars von Trier


Palma d'Oro alle più fighe

10. Hailey Baldwin


9. Irina Shayk


8. Chiara Fregnagni Ferragni


7. Olga Kurylenko


6. Kendall Jenner


5. Emilia Clarke


4. Jessica Chastain & Friends


3. Léa Seydoux


2. Irina Starshenbaum (del film Leto)


1. Úrsula Corberó (della serie La casa de papel)



Royal Wedding: il fotoromanzo del matrimonio di Harry e Meghan Markle

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Ecco che cosa si sono detti veramente i protagonisti del matrimonio dell'anno.





















The End

Made in Liga

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Made in Italy
Regia: Luciano Ligabue
Cast: Stefano Accorsi, Kasia Smutniak, Fausto Maria Sciarappa, Ettore Nicoletti, Tobia De Angelis


Mai piaciuto Luciano Ligabue. Pensare che ho iniziato ad ascoltare musica proprio quando lui era all'apice del successo e “Buon compleanno Elvis”, il suo album più popolare e rappresentativo, era all'apice della classifica made in Italy dei dischi più venduti per settimane, per mesi interi. Io però all'epoca ero altrove, se non fisicamente con la testa e con le orecchie. Ero Oltremanica con i suoni made in Britpop di Blur & Oasis, ed ero Oltreoceano con la musica made in Seattle di Nirvana & Soundgarden.
Ligabue non me lo sono mai filato più di tanto. Le sue canzoni parlavano di vita nella provincia italiana in cui in teoria mi sarei dovuto ritrovare e invece non le capivo. “Vivo morto o X” ad esempio cosa significa? Mai compreso. “Wonderwall” è una parola senza senso, è una non-parola, eppure quella l'ho sempre capita, o se non l'ho capita a un livello letterale l'ho percepita a un livello emozionale. La musica è una questione di gusti, e se ti piace quella di Ligabue probabilmente non ne hai di molto buoni, però è anche una questione di sensibilità personale. Una cosa ti arriva o non ti arriva. Ti emoziona o non ti emoziona. Sto dicendo una banalità o non sto dicendo una banalità?
Certo che la sto dicendo, ma è così.

Una volta detto questo, Ligabue non mi ha nemmeno mai fatto schifo come, giusto per fare un esempio a caso, Vasco Rossi, l'altro rocker più celebre d'Italia, probabilmente l'unico più noto di lui. E il fatto che questi due siano i massimi rappresentanti, se non altro a livello di massa, del rock in Italia la dice lunga sullo stato del rock in Italia, presente e passato. Alcune canzoni di Ligabue oserei persino dire che mi piacciono, in particolare “Niente paura”, ma anche “Questa è la mia vita” e “Ho perso le parole”.

"Bravo Cannibal che parli bene di me... ehm, più o meno."

Ecco, quest'ultimo brano è presente nella colonna sonora di Radiofreccia, il debutto dietro la macchina da presa del Liga. Sinceramente non ricordo se l'ho mai visto per intero, o se ne ho guardato solo degli spezzoni. In ogni caso non mi era sembrato malvagio. Cosa che invece non posso dire del suo secondo film, Da zero a dieci, davvero tremendo e ricco di banalità. Se dovessi dargli un voto da zero a dieci, sarebbe di sicuro più vicino allo zero che al dieci. Da allora Ligabue si è ritirato dal cinema per dedicarsi esclusivamente alla musica. Vorrei dire per fortuna, non fosse che, fatta eccezione per la sopracitata “Niente paura” usata per lanciare il suo greatest hits, tutti i suoi album degli anni duemila sono stati delle ciofeche notevoli, ancor più dei suoi lavori precedenti che già non mi facevano impazzire.

Questo per arrivare alla nuova pellicola, la sua opera cinematografica numero 3, Made in Italy. E com'è?
Posso fargli un paio di complimenti.
Il primo è che è un film brutto, ma mai quanto il disco da cui è tratto/cui si ispira.
Il secondo è che si sente che è una pellicola genuina, pane & salame, come direbbe il mio blogger rivale Mr. James Ford, che secondo me è un po' il Liga della blogosfera e spero non lo prenda come un complimento, perché non lo è.

Il pregio, per i suoi fan, così come allo stesso tempo il difetto principale di questo lavoro, è il fatto di essere made in Liga al 100%. È qualcosa di così tanto ligabuiano che i suoi detrattori, nel caso si avventurino nella visione, rischiano la morte o il coma, mentre i suoi ammiratori potrebbero rischiare l'overdose.

"Chi non regge il Liga, è meglio si faccia una bella bevuta prima di vedere 'sto film."
"Meglio di no, rischia la ciucca triste."

Made in Italy è la summa del Liga-pensiero. È l'apoteosi del suo stile. È il suo greatest hits cinematografico.

Come protagonista c'è il suo attore feticcio Stefano Accorsi, nella parte dell'uomo che Luciano sarebbe potuto diventare, nel caso non fosse diventato una rockstar.
Rockstar???


Ebbene sì. C'è gente che lo considera una rockstar. Una grande rockstar italiana. D'altra parte c'è gente che si riferisce anche a Gianna Nannini come a una rockstar, e quindi...


C'è poi una Kasia Smutniak piuttosto fuori parte e sottotono rispetto al suo solito.

"No, non sto facendo il gesto della vittoria.
Sto indicando le due palle che mi sono fatta a sentire il disco del Liga per prepararmi alla parte."

Ci sono varie scene che sembrano dei videoclip anni '90. Dei brutti videoclip italiani anni '90, specifichiamo.


C'è una colonna sonora piena zeppa di canzoni di Ligabue, d'altra parte il film è tratto dal suo concept album omonimo, e quindi questa era una cosa (pessima) da tenere già in conto. Peccato, perché invece i brani internazionali usati sono ottimi, ci sono dentro Psychedelic Furs, Waterboys, Simple Minds e This Mortal Coil, e dimostrano che il Liga avrebbe anche dei buoni gusti musicali. Cosa che a sentire i suoi dischi non si direbbe. Diciamo che, senza le sue canzoni, il film ne guadagnerebbe non poco. Non abbastanza comunque da raggiungere la sufficienza, visto che la sceneggiatura è misera e stiracchiata, e a tratti proprio “sbagliata”. A un certo punto Ligabue infila due morti, una dietro l'altra. È una cosa che non si fa. È una regola non scritta della scrittura che bisogna seguire. Due morti troppo ravvicinate, cui si aggiungono il licenziamento e la conseguente depressione del protagonista, sono troppo mazzate ravvicinate in pochi minuti, roba che manco Shonda Rhimes + George R.R. Martin se fanno un'alleanza concepiscono qualcosa di tanto malefico, e soprattutto deprimente.


Nonostante si veda quanto al cantante di (S)Correggio stia a cuore il suo protagonista Riko/Stefano Accorsi e gli altri (abbozzati) personaggi del film, la loro umile ordinaria vita di provincia è rappresentata in maniera troppo stereotipata. Un po' come se una persona normale descrivesse la vita di una rockstar. Ne uscirebbe un racconto probabilmente pieno di luoghi comuni. Lo stesso si può dire di una rockstar, visto che come abbiamo appurato Ligabue è in teoria una rockstar, che scrive di un impiegato dalla vita ben lontana dai riflettori e dalle luci della ribalta. Com'era facile immaginare, ne è venuta fuori una descrizione dell'Italia e degli italiani che è quella che ti può dare un qualunque telegiornale medio.
Pur con tutti i suoi enormi limiti e difetti, non sono comunque riuscito a voler troppo male a questo Made in Italy, così come al Liga in generale. Non mi piace, non mi è mai piaciuto e probabilmente mai mi piacerà, ma nemmeno mi fa troppo schifo. E adesso basta fargli complimenti, che se no poi si monta ancora di più la testa.
(voto 4,5/10)


In chiusura, facciamoci una cantatina, con la mia personale versione cover di quello che con tutta probabilità è il pezzo più celebre di Ligabue.

Certi roiti
(musica: Ligabue, testo: Ligabue e Cannibal Kid)

Certe notti
la macchina è rotta
e dove ti porta
lo decide l'Uber

Certe notti
la strada non conta
e tu manco sai contare
che quello che conta
è che tu la quinta elementare non l'hai finita mai

Certe notti
la radio che passa J-Ax e Fedez
sembra non aver capito un cazzo chi sei

Certe notti somigliano a un tizio
di nome fa Liga
e di cantare non vuol smettere
smettere mai

E si può restare con una sòla
certe notti qui
che se non ti lecchi le dita godi
solo a metà
certi roiti te li fai giusto dopo 10 birre
o se non tieni gli occhi aperti mai
ci vediamo dall'ottico
prima o poi
dopo certi roiti quiii
dopo certi roiti quiiiii
dopo certi roiti quiiiiiii


Solo i film della settimana

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Questa settimana arriva un film molto atteso.
Solo: A Star War Story?
No, veramente mi riferisco a quella francesata di Mektoub, My Love - Canto uno. O almeno io lo attendo parecchio. Oltre a questi due lavori, cos'altro ci attende questa settimana?
Andiamo a scoprirlo con i commenti miei, del mio vecchio (in tutti i sensi) rivale Mr. James Ford e di una blogger molto brava. Una che gestisce un blog soprattutto culinario e gastronomico, ma che scrive di cinema meglio di tanti altri blogger.
Mi riferisco forse anche a me stesso e a Ford?
Comunque se volete farvi venire l'acquolina in bocca potete fare un salto sul suo sito, Dafne's Corner ..."il Gusto", mentre se volete scoprire cos'ha da dirci sui film in uscita nei cinema, basta che proseguiate nella lettura qui sotto.


Mektoub, My Love - Canto uno
"Posso offrirti da bere?"
"Certo, basta che non sia un White Russian. Quello lo bevono solo gli sfigati come Ford."

Mary: I protagonisti di questo film se la spassano per tutto il tempo sotto il sole e io non ho ancora deciso dove andrò in vacanza ad agosto. Ma quanto è ingiusta la vita? Comunque, tornando a noi, devo ammettere che questo film m’intriga, anche perché Kechiche e il suo modo di raccontare le cose, mi piacciono molto. Ho amato “Cous Cous” e “La vita di Adele”, pertanto potrei tranquillamente investire 180 minuti della mia vita per guardare anche questo. Sono curiosa di sapere cosa ne pensano il Cannibale e Mr. Ford, perché pare che le scene hot non manchino e che ci sia anche un protagonista sfigatello, che avrebbe sicuramente bisogno degli insegnamenti di due fratelli maggiori. A buon intenditor, poche parole.
Cannibal Kid: Aspetto questo film da quando è stato presentato all'ultimo Festival di Venezia così come da allora aspetto il ritorno dell'estate. Finalmente arriva anche da noi, sebbene sospetto giusto in 4 o 5 sale in tutta Italia, e la curiosità è altissima. Perché si preannuncia come un film pieno di figa? No, perché è il nuovo lavoro del regista dello splendido La vita di Adele, che sì, era anch'esso un film pieno di figa, ma forse è solo una coincidenza. O forse no.
Ford: adoro Kechiche da sempre, anche da quando i radical come Cannibal neanche lo conoscevano, e ho adorato La vita di Adele e molte sue sequenze. Dunque curiosità a mille per un film che promette di risvegliare l'estate in sala. E per fortuna.


Solo: A Star Wars Story
Un raro scatto di Ford e Cannibal insieme.

Mary: Ad essere sincera non sono mai stata una grandissima fan della saga di Star Wars, però, sono un po’ masochista e le vicende travagliate mi fanno sempre gola e direi che qui, un po’ di travaglio c’è stato, visto che Ron Howard è subentrato alla regia di questo film a riprese praticamente terminate. Pare che non si sia limitato a completare il film ma che abbia rigirato almeno il 70% delle scene già dirette da Lord&Miller. Cazzuto il ragazzo! Comunque il mio è un sì per Ron. Il buon caro, vecchio Ricky Cunningham avrà sempre un posto speciale nel mio cuore.
Cannibal Kid: Nemmeno io sono mai stato un grande fan di Star Wars, proprio come Mary e al contrario di Ford che non a caso considero il mio Darth Vader personale, però la nuova saga con Rey e Finn perfetta per il pubblico di noi ggiovani e soprattutto finti ggiovani mi sta gasando abbastanza. C'è comunque da aggiungere che il precedente spin-off della saga Rogue One mi ha annoiato a morte e quindi questo Solo rischia di essere una gran sòla.
Ford: Han Solo è uno dei miei personaggi preferiti della saga di Star Wars, strafottente e piratesco come piace a me. Non che abbia grossa fiducia in questo spin off, ma spero davvero possa soddisfarmi e fare incazzare un pò Cannibal, che ultimamente è così d'accordo con me da fare addirittura complimenti a qualche mio post.


Montparnasse - Femminile singolare
L'emozionante film straconsigliato da Ford era iniziato da appena 2 minuti...

Mary: Un po’ di leggerezza non fa mai male, se poi tra gli ingredienti ci mettiamo le vie di Parigi e una ragazza che nonostante la sfiga perenne, non si arrende mai e cerca di riprendere in mano la sua vita e portarla verso una nuova direzione, direi che una chance gliela darei. Ecco, un film da vedere con le amiche, magari il mercoledì sera, dopo la lezione di pilates. Cannibale, Mr. Ford, se vi va, potete venire anche voi, sarei curiosa di ascoltare i vostri commenti in diretta ;)
Cannibal Kid: Al contrario degli inviti dell'insistente stalker Ford, quello di Mary lo accetto volentieri. La lezione di pilates magari anche no, ecco, però la serata al cinema a vedere questo probabile secondo gioiellino francese della settimana ci sta.
Ford: cara Mary, facciamo così. Tu porta la tua amichetta Katniss Kid con le tue amiche a pilates e a vedere questa francesata, io vado a crossfit, mi guardo un action e poi vi raggiungo solo per bere.


La terra di Dio
"Come si diverte la gente da queste parti?"
"Visitando siti come Pensieri Cannibali e White Russian."
"Ti ho chiesto come la gente si diverte, non come si annoia."

Mary: Lo posso dire? Il mio primo pensiero è andato subito a “I segreti di Brokeback Mountain”. Comunque, in questo film, ci sono tutti gli ingredienti giusti per catturare l’attenzione dello spettatore e coinvolgerlo emotivamente: amore, passione, speranza, scoperta, ma anche il timore di come vivere e affrontare tutti questi sentimenti. Perché si sa, l’amore porta scompiglio! Insomma, per fare un film che narra l’impegno affettivo-amoroso, nell’epoca del disimpegno e dell’amore virtuale e fast ( o “fast love” citando George Michael), in cui se sei fortunato ti scaricano con un sms, direi che ci vuole molto coraggio. (Cannibale, posso citare anche gli Ex-Otago, o ti sembra troppo? Ahahahahaha!).
Cannibal Kid: Non so se questo film si rivelerà proprio ai livelli di Brokeback Mountain, film che ci tengo a precisare per l'ennesima volta NON è ispirato al rapporto tra me e Ford. La terra di Dio mi sembra più che altro la sbadigliosa versione ambientata nella campagna britannica di quella pellicola. Per proseguire nel brillante gioco delle citazioni musicali iniziato dall'ottima Mary (sto risultando troppo leccaculo?) posso dire che Brokeback era un gran film, tutto il resto è noia.
Ford: mi tocca purtroppo essere di nuovo d'accordo con Cannibal. Brokeback è un gran film che fu reso ancora più grande da due grandi interpretazioni, che potrebbero essere superate soltanto se decidessimo di girare il remake con protagonisti io e il mio rivale. Che so già starà avendo brividi di terrore. In caso, io scelgo la parte di Ennis Del Rio.


Sergio & Sergei - Il professore e il cosmonauta
"Certo che Ford con quel pugno Cannibal questa volta l'ha spedito davvero in alto."

Mary: Che dire? Sono un po’ invidiosa dell’astronauta rimasto nello spazio per tutto quel tempo. È che certe volte i miei simili (non tutti, fortunatamente) mi fanno venire l’orticaria e spesso e volentieri mi ritrovo a immaginarmi da sola, a vagare per lo spazio o come unica abitante del pianeta “vattelapesca”. Cazzate a parte, mi piacerebbe saperne di più su questa vicenda. Cioè, ma davvero questo povero cristo è rimasto nello spazio per tutto quel tempo perché non c’erano più soldi per farlo tornare sulla Terra?
Cannibal Kid: Una storia che sembrerebbe riecheggiare Gravity e altri claustrofobici film spaziali del genere, ma che invece a vedere il trailer dalle atmosfere cubane sembra una commedia decisamente frizzante. Quasi quasi un'occhiata gliela darei, sognando che a finire lontano da questa Terra sia un certo astronauta Ford.
Ford: film che potrebbe a sorpresa risultare interessante, ma che probabilmente sarà introvabile nelle sale e non solo. Un pò come Cannibal spedito in orbita da un calcio rotante mentre Mary prende il suo posto al timone di questa rubrica.


Stato di ebbrezza
"Siamo dentro a un film che si chiama Stato di ebbrezza e beviamo acqua?"
"Siamo peggio di Ford, siamo. Comunque buono questo piatto consigliato da Mary."

Mary: Per una maniaca del controllo come me, l’idea di ritrovarmi completamente sbronza, chissà dove e soprattutto chissà con chi, mi mette un pochino d’ansia. Ma fortunatamente, in questo film, la sbronza non sono io, ma Maria e se devo dirvela tutta, non m’interessa particolarmente scoprire come se la caverà. Il cast non m’intriga e la trama nemmeno. Faccio passo e non andrei a vederlo nemmeno in stato di ebbrezza, per l’appunto.
Cannibal Kid: A me preoccupa più l'idea di NON essere completamente sbronzo in qualunque momento della mia vita, ahahah. E sotto questo aspetto credo di essere simile a quell'alcolizzato di Ford. Quanto al film, dal trailer sa di classico film italiano tanto urlato e semiamatoriale. Anzi, mi correggo: del tutto amatoriale.
Ford: non commento neppure questo classico filmaccio italiano, ma di nuovo mi tocca sottoscrivere con Cannibal. Se non fossi spesso sbronzo, sarebbe difficile affrontare un sacco di cose.


Parasitic Twin

Mary: Già il titolo, è tutto un programma: gemello parassita! La trama di questo film m’inquieta un pochino, e le protagoniste mi sembrano tutte fuori di testa. Però, io sono coraggiosa e questo thriller gotico, non me lo voglio perdere. Magari, per affrontare con più leggerezza la visione delle scene ad alta tensione, potrei affondare la testa nel cestino dei popcorn e stordirmi con una coca cola! Anzi, Cannibale, Mr. Ford, potremmo andare a vederlo insieme, così, nel momento del bisogno, potrei chiedervi di tenermi la manina!
Cannibal Kid: In questo caso accetto l'invito, ma solo a condizione che la Coca-Cola venga corretta con del rum. O con del Jack, a te la scelta, Mary. Per reggere la visione di quest'altra robetta italiana amatoriale mi sa che ce n'è bisogno.
Ford: per poter vedere una roba simile ho bisogno di una bottiglia di Jack corretta con un pò di Coca-Cola. Se me la fai trovare sulla poltroncina, Mary, sono già in sala.

"Dopo questa immagine ancora sicuri di non voler vedere il nostro film?"

"E dopo questa?"


Hotel Gagarin
"Geniale l'idea di fare uscire questo film in prossimità dell'estate!"

Mary: Sono sempre un po’ scettica davanti a certi film italiani. Spesso li uso un po’ come “tappabuchi”, e li guardo per curiosità o solo quando non ho nulla di meglio da fare. Però, la trama di questo qui mi stuzzica, e poi c’è Battiston e io, per lui, ho un vero e proprio debole. Non chiedetemi il perché, giuro che non saprei cosa rispondervi. Comunque, una chance gliela darei.
Cannibal Kid: Negli ultimi tempi, non chiedete il perché nemmeno a me, ogni tanto difendo il cinema italiano. Questa settimana però no, non c'ho proprio voglia. Hotel Gagarin cosa mi rappresenta? Una specie di versione nostrana di Grand Budapest Hotel?
Ford: tutti ormai sapete come la penso a proposito del Cinema italiano "tappabuchi", come lo definisce Mary. Passo senza nessuna remora.

Rudy Valentino
"Io più vecchie di Ford? Ma non diciamo cavolate!"

Mary: Cioè, non voglio dire, ma Rodolfo Valentino era un mio conterraneo. Era pugliese di Castellaneta, mica pizza e fichi! Mi piace l’idea di aver fatto rivivere questo personaggio, di averlo riportato, in un certo senso, a quelle che erano le sue origini prima che diventasse una star di Hollywood. Un film che, seppur indirettamente, affronta una tematica ancora molto attuale e cioè quella dei giovani che sono costretti a lasciare la propria terra e i propri affetti per inseguire i loro sogni. Rudy ce l’ha fatta, eccome se ce l’ha fatta ed è diventato anche un latin lover! Cannibale, che sogni hai? Oltre a quello di diventare anche tu un latin lover, ovviamente…;)
Cannibal Kid: A parte quello, il mio sogno è quello di sconfiggere Mr. Ford su un ring di wrestling.
Ah no, ho fatto confusione! Quello mi sa che è il suo, di sogno.
Anche in questo caso, nonostante le buone intenzioni che ci possono star dietro, mi sento di bocciare a priori questa pellicola tricolore, che fin dal trailer non promette molto di buono.
Ford: Mary, basta provarci con Cannibal! Non voglio ritrovarmi con te in lacrime dopo che l'avrò sconfitto in un match di wrestling!

La settima onda
"La settima onda significa che prima ce ne sono state altre sei?"

Mary: Mi verrebbe da dire che mi bastano già le mie di crisi esistenziali. Ne fronteggio almeno una al giorno, e a differenza dei protagonisti di questo film, non ho il culo in ammollo nell’acqua del mare e i piedi che affondano nella sabbia! Io passo. Temo che questa settima onda possa travolgermi, e di finire con la testa sott’acqua, non ne ho proprio voglia.
Cannibal Kid: Film del 2014 che esce “finalmente” adesso. La domanda è: perché???
E non intendo perché hanno aspettato tanto, ma parché hanno deciso di farlo uscire.
Ford: con l'estate in arrivo, le uniche onde che voglio vedere sono quelle del mare in vacanza. E non solo sette.

Nobili bugie
"Benvenuti a questo ballo moderno organizzato da Ford."

Mary: A me le bugie non piacciono, perché si sa, hanno le gambe corte e per saperle raccontare e soprattutto ricordare, serve una buona memoria. Detto questo, la trama non m’incuriosisce, mi sembra a un minestrone con troppi ingredienti. Non amo particolarmente il genere e ho paura che potrebbe venirmi voglia di alzarmi dopo i primi 15 minuti.
Cannibal Kid: Sarà perché sono un gran smemorato che nemmeno a me piacciono le bugie?
Quindi evito di fare il Pinocchio della situazione e dico la verità: questo film mi fa schifo e – indovinate un po'? – anche Ford mi fa schifo!
Ford: io sono sempre stato un ottimo bugiardo, ma con l'età ho cercato di migliorarmi e andare dritto al punto. Questa roba mi pare proprio faccia cagare.


A Quiet Place non è niente male, e Pensieri Cannibali muto

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A Quiet Place - Un posto tranquillo
Regia: John Krasinski
Cast: John Krasinski, Emily Blunt, Millicent Simmonds, Noah Jupe, Cade Woodward, mostri































Musica per le mie (e le vostre) orecchie: top e flop di maggio 2018

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Che musica è uscita questo mese?
Che cosa ho ascoltato io?
Che cosa ve ne frega a voi?
Nel caso la risposta anche solo a una di queste tre domande sia un vago: “Massì, un pochino mi interessa, giusto un pochino pochetto”, leggete e soprattutto ascoltate il seguente post della rubrica di Pensieri Cannibali sulla musica del mese di maggio, tra top, flop e qualche rubrica assortita.


Flop

4. Lorenzo Fragola

Perché tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare
Io non so nuotare
Battaglia navale

Per il suo nuovo singolo Lorenzo Fragola ha usato un generatore automatico di frasi fatte e banalità assortite a caso, o si è rivolto all'autore dei testi di Francesco Gabbani?
A pensarci bene, mi sa che sono la stessa cosa...




3. Céline Dion

Va bene il video ironico con Deadpool, ma Céline Dion e i suoi titanici mattonazzi di canzoni strappalacrime stracciapalle per me restano sempre inascoltabili.




2. J-Ax e Fedez

J-Ax e Fedez in passato si sono rivelati tra i miei ascolti “guilty pleasure” preferiti. Non mi vergogno ad ammetterlo. Ok, forse giusto un pochino. Un pochino tanto.


Questo nuovo pezzo “Italiana” che ambisce a essere il tormentone dell'estate 2018 a tutti i costi però è davvero una roba da far sanguinare le orecchie. Tocca riconoscerlo anche a me.




1. GionnyScandal

GionnyScandal è la brutta copia di Fedez. E senza manco la parte migliore di Fedez. J-Ax?
No, la Ferragni.
Scandaloso di nome e di fatto.




Top

5. Jess Glynne

Il nuovo singolo di Jess Glynne “I'll Be There” può risultare o insopportabile, o altrimenti una volta che ti entra in testa non puoi più fare a meno di sentirlo a ripetizione e amarlo. Io al momento mi trovo in quest'ultima fase, ma non è detto che alla fine dell'estate non possa passare alla prima.




4. Ash

Gli Ash sono una delle poche certezze nella mia vita. Tra gruppi che cambiano, che migliorano o spesso peggiorano, loro fondamentalmente restano sempre gli stessi. Con il passare del tempo il loro pop-punk-rock si è un po' addolcito, ma è comunque ancora esaltante, gradevole e bello fresco. Il nuovo album “Islands” non aggiunge granché rispetto a quanto fatto in passato dalla band irlandese, però in un periodo in cui c'è gente che parla di presunto “governo del cambiamento”, io almeno in questo caso preferisco rimanere ancorato al caro vecchio confortevole passato.




3. Janelle Monáe

Cosa succederebbe se Prince fosse ancora vivo, avesse l'ispirazione degli anni '80 e fosse una donna che si autodichiara pansessuale?
Probabilmente tirerebbe fuori un album come “Dirty Computer”, il terzo di Janelle Monáe che, dopo la più che apprezzabile parentesi come attrice in film nominati e/o premiati agli Oscar come Moonlight e Il diritto di contare, ritorna alla musica e lo fa senza deludere. Adesso non so se questo sia un capolavoro come ipotizzato da qualcuno o se sia il suo lavoro migliore, visto che pure i due precedenti erano dei Signori Dischi, però nel dubbio io continuo ad ascoltarlo. Ancora & ancora.




2. Calcutta

Il nuovo album di Calcutta “Evergreen” è un cult istantaneo, almeno per la generazione di 20/30enni indie di oggi. Tra tachipirine, orgasmi, pesto e quant'altro, c'è spazio anche per una canzone dedicata a Dario Hübner, ex calciatore di Cesena, Brescia e Piacenza che da anni nessuno si filava. Solo che Calcutta è così sfigato che Hübner, dopo aver ascoltato il pezzo, anziché onorato si è dichiarato “un po' perplesso.
Un po' come se io dedicassi un post al mio idolo calcistico giovanile, il bulgaro Hristo Stoichkov, e lui rispondesse con un: “Ma chi Cristo è questo Cannibal Kid che osa parlare a vanvera di me?
Calcutta uno di noi.




1. Arctic Monkeys

Era da parecchio tempo che non avevo così tanta curiosità a “scatola chiusa” intorno a un disco. Forse dai tempi di “Kid A” dei Radiohead, e sono passati quasi 20 anni. In una maniera analoga alle teste di radio, le scimmie artiche hanno deciso di non anticipare il loro sesto album “Tranquility Base Hotel & Casino” con alcun singolo (il video di “Four Out of Five” è arrivato soltanto dopo la pubblicazione del disco). I Radiohead almeno avevano utilizzato dei brevi innovativi “clippini” di 30 secondi, che in epoca pre-YouTube erano avanguardia pura.
Il nuovo lavoro degli Arctic Monkeys in effetti non è un disco da singoli, né da singolo ascolto. È un lavoro che va ascoltato dall'inizio fino in fondo, possibilmente staccando dal resto del mondo e senza farlo suonare come un semplice sottofondo. A livello musicale non è un'opera innovativa o rivoluzionaria come “Kid A”, assolutamente no, però a suo modo è un disco estremo e coraggioso. Un abbandono totale del rock'n'roll yeah yeah elettrico in favore di un suono molto intimo, avvolgente, incantato. Un album spiazzante, un vero suicidio commerciale. Una roba che lascerà perplessi molti (ormai ex?) fan della band, quelli che amano il loro animo più rockettaro almeno, e che sarà invece maggiormente apprezzata da chi adora il lato più quieto del leader Alex Turner, già mostrato con i Last Shadow Puppets e nella colonna sonora del film Submarine. Non a caso nelle sue intenzioni iniziali questo doveva essere un disco solista. Al primo ascolto allora si rimane perplessi. Si rimane un po' così...


Con un po' di pazienza, e di fiducia, “Tranquility Base Hotel & Casino” giorno dopo giorno comincia prima ad affascinare e poi riesce a conquistare il cuore. Non è certo un album da pogo, né tantomeno da ascolto usa & getta. Questo, forse, è un disco destinato a restare.




Guilty Pleasure del mese
Young Signorino

Non ho ancora capito se 'sto qua è un genio o è un cretino (credo più la seconda), ma di sicuro è un Young Signorino.





Sgnacchera del mese
Christina Aguilera

Il video che segna il ritorno di Christina Aguilera sulla scena musicale, “Accelerate”, non è soft-porno. È proprio porno-porno. Bene così!
E la canzone?
Ebbene sì, c'è anche una canzone ad accompagnare il video ed è anch'essa figa. Quasi quanto una Christina Aguilera tornata (quasi) ai livelli di gnoccaggine dei tempi di "Genie in a Bottle" e "What a Girl Wants".




Movie Soundtrack
A Quiet Place - Un posto tranquillo

Sarà anche un film quasi interamente giocato sul silenzio, ma la scena più emozionante di A Quiet Place - Un posto tranquilloè l'unica in cui la musica è protagonista. Merito di “Harvest Moon” di Neil Young, suonata nelle cuffiette a beneficio delle orecchie di Emily Blunt e John Krasinski, così come delle nostre. Alla faccia dei mostri.




Serial Music
Tredici - 13 Reasons Why

Non farò spoiler sui nuovi episodi di Tredici, anche perché devo ancora finire di vederli. Mi limito a segnalare la splendida canzone suonata in apertura della prima puntata della seconda stagione. Un gioiellino nascosto della discografia dei New Order, sempre siano lodati: “Love Vigilantes”.




Video del mese
Anne-Marie

Non una semplice canzone, né un videoclip qualunque. “2002” della popstar inglese emergente Anne-Marie è una romcom in miniatura delle durata di 3 minuti e allo stesso tempo un omaggio ai video di fine anni '90/primi anni zero. Adoro.





Revival Moment
KT Tunstall

Ci sono canzoni in grado di “svoltare” anche le peggiori giornate e rimetterti in pace con il mondo. “Other Side of the World”, traccia del 2005 della cantautrice scozzese KT Tunstall, è una di quelle. O almeno con me funziona.




End of Justice - Nessuno è l'ospite di questa settimana

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Questa settimana il nuovo ospite della rubrica sulle uscite cinematografiche è davvero una sorpresa. L'ospite infatti è...

Rullo di tamburi...

Nessuno!
In codesta fallata puntata che state leggendo l'organizzazione ha latitato e così a causa di problemi di varia natura alla fine non siamo riusciti a trovare una guest star in tempo. Cosa succede, or dunque? Si chiude baracca?

No. Succede che la rubrica torna alle sue origini hardcore, ovvero a uno scontro tra il sottoscritto Cannibal Kid e il suo eterno rivale Mr. James Ford, senza nessun altro che si mette di mezzo. Ecco i nostri commenti alle pellicole in arrivo nei cinema italiani in questi giorni.


Lazzaro felice
"Di fronte all'incompetenza di Mr. Ford mi tocca alzare le mani e arrendermi."

Cannibal Kid: Lazzaro è felice, lo saremo anche noi spettatori?
Di sicuro più di quanto io sono felice di co-condurre questa rubrica, questa settimana “orfana” di ospiti, da solo soletto insieme al minaccioso Ford. Ora che non ha nessun altro con cui prendersela, può bullizzare solo me.
Quanto al film comunque sono decisamente fiducioso. Il mio rapporto con Alice Rohrwacher era partito male, con il pretenzioso e noioso Corpo celeste. Le cose erano invece andate molto meglio con il quasi meraviglioso Le meraviglie. E adesso come andrà?
Ford: iniziamo subito male con un film italiano super radical chic. Che sia una settimana troppo Cannibale con il solo Cannibale a farmi compagnia?

Tuo, Simon
"Questa settimana non possiamo che fare il tifo per l'ospite."
"Ma se non c'è nessuno..."
"Sempre meglio tifare per nessuno che per Ford o per Cannibal."

Cannibal Kid: Dopo Chiamami col tuo nome, è in arrivo il secondo cult gay – ma anche cult e basta – dell'anno? Le carte in regole ci sono tutte. Siamo dalle parti di quei teen young adult che spesso e volentieri fanno breccia nel mio cuore, il regista è Greg Berlanti nome noto soprattutto al pubblico telefilmico per aver sceneggiato serie come Dawson's Creek e creato Everwood, e più di recente purtroppo anche porcheruole supereroistiche come Arrow, The Flash e Legends of Tomorrow, e nel cast, oltre a Nick Robinson che in Jurassic World e Noi siamo tutto mi era sembrato un po' imbambolato, c'è anche Katherine Langford di Tredici. In altre parole: quanto potrò adorare questo film io, e quanto potrà odiarlo uno come Ford?
Ford: filmetto probabilmente adolescenziale che probabilmente esalterà Cannibal e che io eviterò come la peste. Eppure, se a qualche produttore venisse la malsana idea, un film a tematica gay sul rapporto tra i due rivali più rivali della blogosfera riscuoterebbe un successo clamoroso.

La truffa dei Logan
"Hey, James Bond, perché sei stato arrestato?"

"Mi hanno sbattuto dentro pur di non farmi partecipare alla rubrica sulle uscite cinematografiche di questa settimana."

Cannibal Kid: Film visto mesi fa. Parecchio gradevole. Per una visione senza troppe pretese ci sta, anche se i film migliori di Steven Soderbergh restano altri. Non mi ha ispirato abbastanza da scrivere una recensione, però mi sento di consigliarlo piuttosto che no. Anche a Ford, che credo potrebbe apprezzarlo pure più di me.
Ford: nonostante i consigli di Peppa Kid ed un trailer che potrebbe rivelarsi fordiano, non ho troppa voglia di affrontare questa visione. Ora che Cannibal si è esposto, però, lo farei soltanto per dimostrare di saperne tirare fuori un post, ovviamente in disaccordo con le sue opinioni.

The Strangers - Prey at Night
"Ti confido un segreto: Ford non capisce un tubo di cinema."
"E da quando è un segreto?"

Cannibal Kid: Del primo ho un vago ricordo. Mi era sembrato decente, ma non memorabile. Ford invece l'aveva detestato, quindi non doveva essere poi così male. La voglia di vedere questo sequel o remake o che ca**o che è comunque è a zero.
Ford: il primo The Strangers era un'inutile stronzata priva di logica. Neanche l'avesse consigliato Cannibal. Figuriamoci il secondo.

End of Justice - Nessuno è innocente
"Ho stampato tutte le stronzate che Cannibal e Ford hanno scritto sui loro blog nel corso degli anni e questa è solo una piccola parte."

Cannibal Kid: Nessuno è innocente e di sicuro non lo è Ford, reo di vari crimini contro il cinema e il buon gusto in generale. Il film in quanto legal non mi attira particolarmente, però potrei tentare una visione per vedere se la prova di Denzel Washington era davvero da nomination agli Oscar e perché dietro la macchina da presa c'è quel Dan Gilroy del cattivissimo Lo sciacallo – Nightcrawler.
Ford: questo film con il Denzellone candidato agli Oscar potrebbe essere la sorpresa della settimana, e spero vivamente sia in grado di far dimenticare a questo vecchio cowboy l'orribile esperienza di tornare a condividere questa rubrica dopo mesi solo con Cannibal. Neanche avessimo riesumato il fuggitivo Manhattan.

L'arte della fuga
"Chi c'è al telefono."
"Ford."
"E cosa dice?"
"Non lo so. Mica sto a sentire quello quando parla."

Cannibal Kid: L'arte della fuga non è la storia di cosa faccio io quando vedo Ford avvicinarsi, come qualcuno potrebbe immaginare, bensì è una pellicola francese spero abbastanza radical-chic da convincermi a un recupero. Il fatto che sia del 2014 e che in Italia arrivi solo adesso mi fa venire un dubbio: i nostri distributori sono lenti quanto quella vecchia lumaca di Ford, o forse non meritava nemmeno di arrivare nei cinema? E comunque, altro dubbio che mi sorge: in epoca di Netflix e streaming selvaggio, che senso ha fare uscire dei film in 4 sale in croce con 4 anni di ritardo?
Ford: l'unica arte della fuga che mi viene in mente è quella degli illusionisti. Purtroppo già so che questo non sarà il nuovo The Prestige. Così come Cannibal non potrà mai essere il nuovo Ford.

Anna
"Perché ho accettato un invito a casa Ford? Peeerché? Lo sapevo sarebbe andata a finire così..."

Cannibal Kid: Altro film che arriva in ritardo, ma questa volta solo di 3 anni, quindi perché non aspettare un altro po' per proporcelo? O magari aspettare anche tutta la vita...
Ford: comprendo i ripescaggi a distanza di anni quasi meno delle discutibili opinioni del mio rivale Cannibal. Che è tutto dire.

Resina
"Avete ordinato un White Russian??? Io piuttosto mi bevo la resina."

Cannibal Kid: Film italiano su un coro polifonico che potrebbe essere una piccola sorpresa. Oppure potrebbe essere una di quelle pellicole campagnole e/o amatoriali buone giusto per quel bifolco d'un Ford.
Ford: una pellicola italiana in bilico tra potenziale sorpresa e potenziale schifezza? Nessun problema, una scusa in più per una serata fuori a bere godendosi l'estate incombente.

Prigioniero della mia libertà
"Perché mi state arrestando? Non ho fatto niente."
"Perché volevi partecipare in veste di ospite alla rubrica sulle uscite cinematografiche di Ford e Cannibal."
"Ma allora è un gomblotto!"

Cannibal Kid: Storia di un giovane architetto che un giorno viene ingiustamente arrestato. L'inizio di un intrigante legal-thriller?
A vedere il trailer, si direbbe più una roba che fa rimpiangere La telenovela piemontese di Mai dire gol.
Ford: questo dovrebbe essere il titolo di un film sul vecchio Ford che insiste a collaborare con Cannibal. Certo non questa roba.


Il vegetale mi fa volare

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Il vegetale
Regia: Gennaro Nunziante
Cast: Fabio Rovazzi, Paola Calliari, Ninni Bruschetta, Luca Zingaretti, Barbara D'Urso


C'era una ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones, e poi è finito a fare le canzoni con Rovazzi.
Beh, d'altra parte la vita non va mai come ce la aspettiamo.

Ciao ragazzi, mi avete riconosciuto?
Sono Gianni Morandi. Quello di fatti mandare dalla mamma, a prendere il latte.



Non la conoscete?
Se siete molto giovani probabilmente no. Le vostre nonne di sicuro se la ricorderanno. Alzheimer permettendo. In fondo io ero il loro Justin Bieber. La frangetta da chi credete l'abbia copiata, quello?


Se non mi conoscete per le mie famosissime canzoni, può darsi mi conosciate come web celebrity. Si scrive così?
Sui social sono seguito quasi quanto quella neo MILF della Ferragni.


Quasi, ho detto.

In ogni caso, perché sono qui ospite su Pensieri Cannibali?
Perché sono stato chiamato a recensire Il vegetale, il primo film da attore del mio amico Fabio Rovazzi, che grande onore!
Amico... diciamo conoscente, che è meglio. Insieme abbiamo fatto una canzone che è stata un discreto successo la scorsa estate. Si chiama "Volare". Non "Volare" quella bella, quella di Domenico Modugno, che poi il suo vero titolo è "Nel blu dipinto di blu". "Volare" quella brutta. Scommetto che 'sta cagata la conoscete, anche e soprattutto se avete 12 anni o meno.



Diciamolo subito così tolto il dente, tolto il dolore: Il vegetale non è un filmone. È recitato maluccio. Ha una sceneggiatura scritta da Gennaro Nunziante banalotta che unisce una comicità non esattamente innovativa con una storiella dai risvolti sociali pseudo impegnati sulla situazione lavorativa dei giovani d'oggi. La trama sembra quasi quella de Il ragazzo di campagna con Renato Pozzetto, solo ribaltata al contrario: in questo caso abbiamo un ragazzo milanese che se ne va a lavorare in campagna.

"Col trattore in tangenziale, andavo a comandare. Taac."

La regia poi è di stampo televisivo, intendo stile fiction di Canale 5 di quelle in cui recito io tipo L'isola di Pietro, non le robe ricercate che vi guardate voi giovani su Netflix, ed è curata sempre dallo stesso Nunziante, che è quello dei film di Checco Zalone.La differenza principale, e scusate non è una roba da poco, è che il protagonista in questo caso non è Checco Zalone, uno che, piaccia o meno, è a suo modo un fenomeno. Il protagonista è l'esordiente Rovazzi, il mio amichetto, quello con 'sti inguardabili capelli sparati all'indietro, uno che è del tutto inespressivo e quindi nella parte del vegetale ci può stare. Diciamolo sottovoce, così non mi sente, che è anche l'unica parte che può e potrà mai fare. A meno che non prenda lezioni di recitazione per qualcosa come venti o trent'anni e poi magari ne riparliamo.


Comunque come vegetale il ragazzo se la cava, dai, voglio essere buono. Ogni tanto mi piace mangiare la merda, è vero, lo confesso, sono un coprofago, però fondamentalmente sono un tipo buono. Anche perché mica bisogna discriminare le persone in base a ciò che mangiano. Il tizio che mi ha invitato qui su questo blog ad esempio è cannibale, e cavoli suoi. Ci sono poi i vegetariani, i vegani, e c'è anche Il vegetale.


Sarà che a me piace la merda, ma sinceramente da questo film mi aspettavo di peggio. Certo, riesce a far sorridere a malapena giusto in qualche occasione, e senza mai far scoppiare una risata vera e propria. Certo, la presenza della parte romantica è davvero stiracchiata e forzata e si sente la presenza alla produzione dietro di Walt Disney Studios Motion Pictures, visto che la storiella d'amore procede senza manco mezzo riferimento sessuale. 


Eppure nonostante tutti questi limiti come commedia leggera leggera si lascia guardicchiare, scivola via senza infastidire troppo, e non è la schifezza assoluta che era lecito attendersi. Quindi in un certo senso a pensarci bene è un poco deludente, eh.

Ah già, dimenticavo – dannato Alzheimer – che c'è un'apparizione di Barbara D'Urso. Quindi un po' trash questo film riesce a esserlo.


Nel complesso comunque voglio essere incoraggiante nei confronti del mio pseudo amico Rovazzi. Dai, Fabio, uno su mille ce la fa e tu, tra tutti i giovani di talento che ci sono, anche se non sai né cantare né rappare né recitare e in pratica non sai fare un ca', ce l'hai fatta. Stai avendo un buon successo. Non è una cosa da tutti essere così mediocri e fare strada. Io però voglio darti un consiglio. Di canzoni per un po'è meglio se non ne fai più, che stiamo bene senza. Recitare poi basta, anche perché come detto a parte il ragazzo vegetale non so che altri ruoli potresti ottenere. In questo film ho però visto che in campagna te la cavi davvero bene, sei proprio a tuo agio. Col trattore in tangenziale, mio caro Rovazzi, la terra vai a zappare.
Alternativa: un posto nel nuovo governo, magari al ministero dell'Agricoltura, vuoi che non te lo trovino?
(voto 5/10)


The Kissing Booth, una recensione al bacio

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The Kissing Booth
Regia: Vince Marcello
Cast: Joey King, Joel Courtney, Jacob Elordi, Molly Ringwald, Meganne Young, Bianca Bosch, Jessica Sutton


💋Un bacio sulla guancia al film The Kissing Booth. Una romcom adolescenziale che fa tesoro della preziosa scuola del cinema anni '80 di John Hughes. Non a caso nella pellicola compare anche Molly Ringwald, la protagonista della mitica trilogia formata da Sixteen Candles - Un compleanno da ricordare + Breakfast Club + Pretty in Pink che, insieme a quella di Ritorno al futuro, è la trilogia più importante nella storia del cinema. Con buona pace di tutti gli Star Wars e Il Signore degli Anelli vari di questo mondo e di questa galassia.


La pellicola Netflix tratta dall'omonimo romanzo scritto da Beth Reekles guarda quindi al passato, ma è assolutamente moderna e procede su due binari differenti. Uno è quello del triangolo sentimentale da tipica romcom. L'altro binario è quello del “coming of age” al femminile. Non siamo proprio dalle parti di un Lady Bird, oookay, però c'è comunque un minimo di storia della crescita personale della protagonista e viene ben sviluppato il suo passaggio da bambinetta a ragazzina dotata di un suo certo fascino. Stesso percorso compiuto dalla sua interprete, Joey King.


💋Un bacio alla francese a Joey King, che tanto ormai è maggiorenne e quindi si può fare. La sua carriera di attrice è iniziata da giovanissima, ha avuto alcune piccole parti in film come Ramona and Beezus, Crazy, Stupid, Love., Il cavaliere oscuro – Il ritorno e L'evocazione – The Conjuring, e poi ha cominciato a farsi notare come rivelazione dell'indie movie Wish I Was Here di Zach Braff e della serie Fargo – stagione 2. Di recente l'abbiamo inoltre vista anche nel pessimo Independence Day – Rigenerazione e in quella gradevole cacchiata di horrorino che è Wish Upon. Non è proprio una gnocca paurosa, eppure con quella sua faccia da papera (lo dico come complimento, neh) potrebbe diventare la nuova Chloë Grace Moretz. Una tipa da CBCR (Cresci Bene Che Ripasso) che sta crescendo decisamente bene.

"Un bacio a Cannibal... anzi no, visto che ha detto che c'ho la faccia da papera."

💋Un bacio Perugina agli altri due protagonisti del triangolo sentimentale messo in scena da questa pellicola, che tiene a mente di come il triangolo sia un elemento fondamentale non solo di un celebre successo di Renato Zero, bensì anche di vari cult adolescenziali del passato più o meno prossimo, da Beverly Hills 90210 fino ad arrivare a Twilight, passando per Dawson's Creek.


Anche in questo caso c'è l'oggetto del desiderio di turno, il classico figaccione della scuola, il Dylan McKay della situazione, interpretato da Jacob Elordi...


...e poi c'è il tipo più nerdoso, ma non troppo, che viene inevitabilmente “friendzonizzato” ed è qui interpretato da Joel Courtney, giovane attore lanciato dal delizioso Super 8 di J.J. Abrams.

"Certo che questa recensione cannibale è ancora più stupida delle solite."

💋Un bacione a Firenze perché boh, lo dice la canzone di Odoardo Spadaro che bisogna portarlo e l'ha cantata pure Nada, quindi mi sa che bisogna dargli retta.



💋💋Due kiss kiss a Holly Valance, perché è una bella fia, come scriverebbe il Boccaccio. Giusto per rimanere in Toscana.



💋Un bacio di Giuda a tutti quelli che pensano che questa recensione fa schifo. Okay, non sarà un pezzo da Premio Pulitzer, però si sta pur sempre parlando di un filmetto teen, per quanto gradevole e tutto, mica di 2001: Odissea nello spazio. E comunque ho citato persino il Boccaccio, che cacchio volete di più?

"Giuda, passi il bacio, ma adesso che fai: allunghi pure la mano?"

💋Un bacino della buonanotte a chi legge Pensieri Cannibali per conciliare il sonno. Non so se devo prenderla come una cosa positiva o meno, ma se non altro sono felice che vi possa servire in qualche modo. E poi sempre meglio voi di quelli che lo leggono sulla tavoletta del cesso per conciliare la cacca.


💋Infine, un bacio regale come quello tra il principe Harry e Meghan Markle a... Meghan Markle. Così, perché un bacio alla Regina ci sta sempre...
Come? Non è ancora Regina?
E cosa aspettano a incoronarla?
(voto 6,5/10)


Malati di cinema

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Un jurassico blockbusterone americano contro un film francese e la solita vagonata di proposte italiane.
Cosa scegliere di vedere questa settimana nei nostri cinema?
Se volete avere una panoramica approssimativa e del tutto inaffidabile delle uscite del weekend, ascoltate i consigli miei e del mio rivale Ford. In questa puntata accompagnati da un grande, grandissimo appassionato di serie TV, che però sa dire la sua anche in fatto di cinema. D'altra parte se lo facciamo io e James Ford, ci può riuscire chiunque. Di chi sto parlando, comunque? Ora con calma ve lo svelo, or dunque: di Andrea Cinalli, giornalista, scrittore, esperto telefilmico e autore del blog Blog made in China.
A lui, e a noi, la parola.


JURASSIC WORLD – IL REGNO DISTRUTTO
"Cucciolo Eroico, ti ricordavo più giovane... A forza di frequentare Ford ti sei trasformato in un dinosauro, sarà un caso?"

Andrea: Un film sui dinosauri? Un altro? Ma non si erano estinti? Non amo il genere. Il mio unico contatto coi dinosauri è stato Terra Noia… ehm, Nova e non è andato oltre la puntata pilota. Cos’altro c’è da dire sui dinosauri? Niente più di quanto si sia già visto: i soliti ‘argh’, le solite zanne, le solite rincorse. Ma sicuramente qualcosa di interessante può offrirla Chris Pratt, l’attore protagonista. E no, non la sua interpretazione. Ma che pensate, maiali? Mi riferisco ai pettorali scolpiti.
Cannibal Kid: Non è che fossi molto appassionato di Jurassic World, negli anni '90. Sarà che non ho mai avuto la passione per i dinosauri e le cose jurassiche in generale, Ford compreso. Il primo recente Jurassic World però a sorpresa non mi era spiaciuto affatto, o se non altro non mi aveva distrutto le palle dalla noia. Questo sequel non troppo richiesto riuscirà a bissare? Non ci giurerei troppo, ma credo potrei fare uno sforzo. Più per Bryce Dallas Howard che per Chris Pratt, a dirla tutta.
Ford: nel corso degli anni novanta, a sorpresa come Cannibal, non ero un grande fan del brand "Jurassico" inaugurato da Spielberg, eppure il recente Jurassic World mi aveva divertito parecchio. Questo nuovo capitolo, oltre ad apparire una tamarrata degna del Saloon, potrebbe divertire molto anche il Fordino, dunque ben venga, Pratt o Dallas Howard che sia, seppur per diversi motivi.

MALATI DI SESSO
"Progetti per il futuro: mai parlare male di The Rock a un malato di wrestling come Ford."

Andrea: Stavo pensando di esordire con “Oh, interessante.” Poi mi sono accorto che il film è di provenienza italica e munito di tutte le protezioni del caso – non voglio mica beccarmi la malattia dell’italianità vuota e stantia che appesta tanto cinema e serialità nostrani – sono andato a letto col trailer. Nel senso che l’ho visto sul pc accovacciato fra le lenzuola spiegazzate perché i resti di un’antica cena hanno monopolizzato il tavolo della stanza e minacciavano di prendere vita. Mi ha eccitato? Mi ha reso malato di sesso come un simile titolo sembra promettere? No. È più sexy l’alluce scarnificato della vecchietta in ciabatte che incontro sotto casa di tutto il cast, di tutta la confezione registica e di tutto il comparto autoriale (ma perché qualcuno ha scritto questa zozzeria che zozza non è?). Immancabile la canzone americana, di cui, sebbene famosissima, mi sfugge il titolo: un modo tutto italiano per spruzzarsi addosso un po’ di figaggine. Dal momento che i nostri film e le nostre serie perlopiù ne sono privi in senso drammaturgico, allora basta sbatterci sopra un brano degli U2 o dei R.E.M. e sei in pace col lato cool e profondo di te.
Cannibal Kid: I poster scopiazzati da quelli di Nymphomaniac del solo e unico Lars von Trier non sono certo il massimo dell'originalità, considerando che la stessa idea era già venuta qualche annetto fa a quelli di Smetto quando voglio. La canzone usata nel trailer, per sciogliere il dubbio di Andrea, è la più che piacevole “Spirits” degli Strumbellas, che mi pare piaccia anche a Ford. Pure questa però non è un'idea di primo pelo, visto che ad esempio l'aveva già sentita suonare nel trailer de Il sole a mezzanotte, se non ricordo male. Il tema trattato è interessante, ma lo svolgimento rischia di essere tutt'altro che fenomenale o anche solo un minimo imprevedibile. L'unico dubbio che ho è: nella clinica per malati di sesso, i protagonisti incontreranno anche Harvey Weinstein?
Ford: il sesso ci sta sempre, e quando è sfruttato bene in un film per quanto mi riguarda si va alla grande. Peccato che in questo caso si tratti dell'ennesima poracciata italiana dalla quale girerò alla larga neanche fosse un alluce scarnificato di vecchietta. O, per dire, un Cannibal Kid.

TITO E GLI ALIENI
"Papà Ford, facci entrare, siamo i Fordini. E facci vedere un film decente, una volta tanto!"

Andrea: A proposito di italianità… questa di Tito e gli Alieni però è un’italianità che non mi spiace, è un’italianità che almeno a parer mio sembra fresca e genuina e vada coltivata. C’è un’ironia buona, che gioca coi vizi e gli stereotipi, ribaltandoli, facendoli fare il can can e la doppia giravolta, non il sarcasmo spicciolo rubato dai discorsi della nonna su come si fa il brodino e guarda ti sei fatto sulla maglia una macchia a forma di pisello, attento a non scivolare sulle bucce di banana e guarda che zoccola. Ovviamente potrei sbagliarmi, eh. Spero che l’ora e mezza di film non mi sbugiardi. Pena, rapimento da parte degli alieni.
Cannibal Kid: C'è Valerio Mastandrea, e quindi per me è sì. Non che sia l'attore migliore del mondo o anche solo d'Italia, però (quasi) sempre sceglie dei progetti interessanti, o se non altro che a me piacciono parecchio, dai film di Virzì a Perfetti sconosciuti, passando per La felicità è un sistema complesso, Fiore e la serie La linea verticale. Questo Tito e gli alieni inoltre dal trailer si candida a potenziale gioiellino. Basta solo che non si riveli la solita robetta buonista buona per Ford.
Ford: robe italiane giuste ne escono davvero poche, e questo Tito e gli alieni, nonostante il tito(lo) agghiacciante, pare rientrare nella categoria. Lo spero davvero, perchè Mastandrea mi è sempre piaciuto ed i progetti alternativi made in Terra dei cachi, se ben gestiti, non hanno nulla da invidiare a quelli oltreoceano che, come dice a sproposito Cannibal, incenso per partito preso.

L’ATELIER
"Ma chi è questo Andrea Cinalli? Non l'ho mai sentito..."

"Boh! Sarà il solito raccomandato cannibale."

Andrea: E veniamo ai francesi. I francesi non è che filmicamente li frequenti tanto – ma un bel francesino occhi azzurri e boccuccia sottile attendo con ansia di incrociarlo. Da quel poco che la mia percezione cinefila, ma più telefila, ha annusato qui e lì penso che i francesi abbiano buon gusto per l’estetica, siano molto raffinati e spesso questa raffinatezza tracimi in arte. A volte, però, come è accaduto con Les Revenants si chiudono così a riccio nelle loro confezioni filmiche algide e altezzose che non sanno toccare le corde dello spettatore che in sala si predispone a farsi stuzzicare. Un po’ come farsi bello per il proprio maschietto e non venire filati ‘manco di striscio. Va bè, spero che la relazione con L’atelier almeno sia più… proficua.
Cannibal Kid: Io invece del cinema francese, da buon radical-chic terminale quale sono, penso il meglio. Non sempre, eh, però spesso. L'atelier è il nuovo lavoro diretto da Laurent Cantet, il regista del notevole La classe, quindi clamorosamente potrebbe mettere d'accordo in positivo sia me che Ford. E non è mica roba da tutti. Certo non da tutti i francesi, considerando che il mio blogger rivale in genere li detesta.
Ford: in genere detesto i francesi almeno quanto Cannibal Kid, ma Cantet è una piacevolissima eccezione, autore di uno dei miei film d'oltralpe preferiti degli ultimi dieci anni, La classe. Questo L'atelier forse non si adatta altrettanto bene agli argomenti fordiani classici, eppure mi sento di dare fiducia ad uno dei pochi nomi del panorama cinematografico mondiale che, e Andrea sarà testimone, riesce a mettere d'accordo i due rivali numero uno della blogosfera.

DIVA!
"Nella blogosfera c'è una sola e unica grande diva e si chiama... Cannibal Kid!"

Andrea: Mi sembra un’operazione interessante. Un film a metà fra fiction e documentario con una manciata di attrici moderne che provano a ripercorrere i vissuti di Valentina Cortese, che – faccio mea culpa – non sapevo ‘manco chi fosse prima di sentir parlare del film. Il film sembra fatto con le migliori intenzioni… ma riusciranno le attrici di oggi a reinterpretare un volto che, apprendo solo ora – sì, sono vissuto in un pianeta fatto di sole serie televisive U.ES.EI e bei ragazzi –, è scolpito nel cinema italiano. Qua c’è il rischio cagna maledetta… Sarà forse un caso che nel cast ci sia anche Carolina Crescentini?
Cannibal Kid: Avevo sentito parlare di questo Diva! perché era stato premiato con un Nastro d'Argento al miglior docufilm, però non è che mi ispiri troppo. Come operazione sulla carta sembra anche interessante, ma nella pratica a vedere il trailer mi sembra un lavoro ad alto rischio sbadiglioso. Insomma, io ho intenzione di fare la diva di turno che se la tira e questo film lo guarderà soltanto se qualcuno mi pagherà profumatamente per farlo.
Ford: io non credo di avere le movenze, lo stile e la classe di una diva, ma purtroppo ancora una volta questa settimana mi tocca concordare con Peppa Kid rispetto al rischio noia di un'operazione che potrebbe anche rivelarsi interessante. A questo punto manderei in avanscoperta Andrea, in modo che possa sdebitarsi con noi dell'ospitata!

RESPIRI
"In questo film non c'è il mio Ugo Fantozzi? Allora non lo stimo moltissimo."

Andrea: Apparentemente sembra un thriller ben fatto, almeno a stando a quel pochetto che ho visto nel trailer, un pochetto però senza dialoghi… e questo mi dà da pensare. Ho il timore che se gli attori aprissero bocca le atmosfere cupe da thriller si riconvertirebbero in una chiassosa sagra della porchetta con tanto di banda e ‘annunciaziò’ del sindaco. Forse è questa la paura su cui vuole fare leva il film…
Cannibal Kid: Il timore sollevato dall'attento Andrea mi ha fatto mancare il respiro, molto più di quanto non sia riuscito a fare il trailer di questo poco invitante thriller. E mi ha toto il respiro quasi quanto una recensione strampalata uscita dalla mente malata di Mr. Ford.
Ford: non trattenete il respiro nell'attesa che decida di guardare questo film. Tranne Cannibal.

LA TERRA DELL’ABBASTANZA
"Quella che hai in mano è una pistola vera, una pistola a salve, o una pistola sparaminkiate come quella di Ford?"

Andrea: Per la serie ‘spenna il Saviano dalla cacca d’oro’, ecco un altro film legato a Napoli e agli ambienti della mafia. Sì, la prospettiva è diversa. Stavolta è il boss a venire ucciso dagli innocenti e bla bla bla. Però io ho come l’impressione che sia tutta un’enorme operazione commerciale, chiaramente di pregio, che accontenta le tasche dei produttori e le penne dei critichi, che così possono vergare elogi di caratura letteraria sentendosi un po’ Dante e un po’ Manzoni, come piace fare a me coi miei telefilms. Per me, è nì.
Cannibal Kid: Per me, è un no sonoro. La stessa risposta che do di default a qualunque domanda o richiesta di Ford. E per questa settimana, con i poco promettenti filmetti della settimana, direi che è abbastanza.
Ford: io mi dico abbastanza sicuro che eviterò anche questo film come la peste. O come Cannibal.


Tredici ragioni per cui la seconda stagione non è come la prima

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Tredici - 13 Reasons Why
(serie TV, stagione 2)


ATTENZIONE: SONO PRESENTI SPOILER


1

Ciao, sono Cannibal. Cannibal Kid. Esatto. Non smanettate sul… qualsiasi cosa stiate usando per ascoltare. Sono io. In diretta e stereo. Se stai ascoltando queste cassette vuol dire due cose:

A) Probabilmente sono morto.

B) Sei proprio uno sfigato. Cioè, sveglia! Siamo nel 2018. Chi ascolta ancora le cassette? Ormai non vanno più manco i CD. Non per bullizzarti, ma sei più fuori moda di tua nonna. Sei quasi più fuori moda di una serie TV in cui la maggior parte delle canzoni nella colonna sonora provengono dagli anni '80. Anche se c'è da dire che sono una figata: Echo & the Bunnymen, Siouxsie & the Banshees, Jesus & Mary Chain, New Order, Gang of Four, Buzzcocks, Hüsker Dü, X, OMD, Yello, Replacements, Public Image LTD., Tears for Fears & altri. Come diceva Jerry Calà in quegli anni: libidine!

"Mi commuovo sempre ad ascoltare questa cassette. Quelle dei Duran Duran, intendo.
Che bono che era Simon Le Bon e adesso è diventato nonno. Che tristezza!"


In ogni caso, mangia qualcosa e mettiti comodo, perché sto per raccontarti la storia della seconda stagione della serie TV 13 Reasons Why, o Tredici come dite voi italiani. Anzi, più esattamente, le ragioni per cui è differente dalla prima stagione. E allora partiamo dalla prima, che è una delle meno evidenti. La colonna sonora di cui vi stavo parlando: è sempre uno spettacolo nello spettacolo, è sempre molto 80s, ma questa volta è più punk. Merito anche di uno dei nuovi ingressi nel cast: Cyrus, l'amico punkabbestia di Tyler, interpretato da Bryce Cass.



2

L'altra new entry principale nel cast è la cheerleader Chloe, la fidanzata di Bryce Walker, sì, lo stupratore, interpretata dalla carina caruccia Anne Winters.



3

La differenza più evidente comunque è un'altra: c'è il piccolo fatto che Hannah Baker è... morta.
Ok. Non è uno spoiler enorme. Si sapeva già dall'inizio della prima puntata della prima stagione, però fino all'ultimo si poteva sperare (anche se alcuni probabilmente non ci speravano) che in qualche modo sarebbe sopravvissuta al suo suicidio. Nella stagione 2 invece ormai non c'è più alcuna speranza in tal senso. Hannah Baker è morta e sepolta e non tornerà mai più. O forse sì?



4

Hannah Baker c'è ancora. Sorpresa!
Katherine Langford era stata molto apprezzata nella stagione 1, aveva persino ottenuto una nomination ai Golden Globe, cosa che agli interpreti di serie teen capita molto di rado. Volevate per caso non comparisse nella season 2?
Hannah Baker/Katherine Langford risponde presente e non solo nelle scene di flashback. Per aumentare la sua presenza sullo schermo, gli autori hanno pensato (bene?) di inserirla anche sotto forma di... fantasma.




5

Oltre a comparire sotto forma di fantasma/visione che infesta i pensieri di un Clay sempre più ossessionato nei suoi confronti - d'altra parte il primo amore non si scorda mai e in questo caso è più che mai vero - Hannah viene presentata in una maniera differente rispetto alla prima stagione. Là vedevamo la storia dal suo punto di vista. Qua la vediamo dal punto di vista degli altri. E così il suo ritratto che ne esce è un po' più, diciamo, “zoccolesco”.

"Evvai, finalmente c'è una ragazza nel mio letto!"
"Ma sono morta..."
"Va beh, adesso non stiamo a guardare il pelo nell'uovo."

Hannah non era vergine, prima di essere stuprata da Bryce, bensì aveva scopato a sangue per un'intera estate Zach. Dopodiché aveva baciato Justin e Clay. Aveva baciato pure il suo amico Alex, così per gioco e, sempre per gioco, si era fatta pure Jessica (grandissima scena!). Aveva inoltre limonato con Courtney (altra sequenza splendida). Era infine uscita pure di sua spontanea volontà con Marcus e con Bryce, sebbene con questi non c'avesse combinato nulla, almeno di sua spontanea volontà. Insomma, Hannah aveva frequentato metà (o anche più) della scuola e non si era fatta giusto Tony e Ryan, ma solo perché loro due sono gay, e non bisex. Tutto questo nel giro a malapena di un anno, o giù di lì. Non per dire, eh, ma se nel liceo Liberty High si era fatta una certa reputazione, una ragione forse c'era...

"Sono una strafiga e somiglio pure a Rihanna. Com'è che sono l'unica della scuola che Hannah non si è fatta?
Cosa c'è che non va in me???"


6

Oltre a tutte queste frequentazioni, nella seconda stagione veniamo a scoprire che Hannah aveva abbandonato la sua scuola precedente non perché era stata bullizzata, bensì perché era lei stessa una bulla. Una Mean Girl degna di Regina George. Il suo ritratto che ne esce in pratica è vicino a quello fatto da Francesco Bianconi dei Baustelle della protagonista della canzone La guerra è finita: “Era mia amica, era una stronza, aveva sedici anni appena”.

"Si dice stronzilla, mica stronza. Bianconi non l'ha visto Mean Girls?"


7

Una differenza fondamentale è poi quella della narrazione. L'espediente narrativo usato nella prima stagione è uno dei più geniali degli ultimi anni. Piaccia o meno, l'idea delle 13 cassette per ripercorrere i passi che hanno portato Hannah Baker a togliersi la vita è folgorante ed è entrato nell'immaginario collettivo. Prova ne sono le parodie.


Cosa fare a questo punto che le cassette le abbiamo già sentite tutte?
Tirarne fuori altre 13?
Giammai! Gli sceneggiatori, con una mossa molto intelligente, hanno deciso di ribaltare la situazione. Se nella stagione 1 Hannah Baker si concentrava in ogni cassetta su un personaggio differente che aveva in qualche modo contribuito al suo percorso di (auto)distruzione, nella stagione 2 in ogni puntata c'è un personaggio differente che parla di lei.


8

Veniamo qui a un'altra distinzione importante. La storia di Hannah Baker questa volta non è più ricostruita dalla diretta interessata, bensì attraverso un processo: i genitori della ragazza suicida VS la scuola, che secondo loro avrebbe fatto troppo poco per impedire che si arrivasse alla sua morte. Entra così in gioco una componente legal, però non pensate che Tredici si sia trasformata in una serie come Perry Mason o Ally McBeal.

"Ma qualcuno che parla a mio favore e mi fa fare bella figura no, eh, manco per sbaglio?"


9

Tredici non è diventata un legal. Resta sempre una serie teen, eppure in questa stagione c'è un maggiore spazio per i personaggi adulti. Se nella prima restavano quasi sempre sullo sfondo, erano quasi loro i fantasmi della stagione, qui riescono a ritagliarsi qualche bel momento, in particolare il padre di Jessica Davies. Oltre naturalmente alla mamma di Hannah, una sempre più incupita Kate Walsh. Manco quando aveva a che fare con Meredith Grey doveva affrontare tutte 'ste sofferenze...

"Kate, sono la nuova compagna di tuo marito."

"Eh no, basta! Pure qui?
Hannah, comincio a comprendere il tuo gesto..."


10

La prima stagione raccontava una storia che aveva bisogna di essere raccontata. Quella di Hannah Baker, certo, ma anche quella di tutte le persone che gli orbitavano intorno. Se si fosse chiusa lì, sarebbe andata benissimo. Oddio, non proprio benissimo per la povera Hannah, però tanto non è che con la seconda per lei le cose migliorino. Come abbiamo visto, peggiorano pesino. Questi nuovi episodi, tocca quindi ammetterlo, sono abbastanza inutili. Inutili... userei piuttosto la parola “superflui”. Ma d'altra parte cosa sono le serie TV, se non l'arte del superfluo? Sono poche le serie che avrebbero così tanto da dire oltre una sola stagione, od oltre appena una manciata di episodi. Il bello di molti telefilm è proprio quello: allungare il brodo, mostrarci i personaggi in tutte le sfumature possibili, presentare più punti di vista su una stessa vicenda, ricamarci su all'infinito. Se non vi piace questa cosa, probabilmente le serie TV non fanno per voi e dovreste guardarvi solo i film. Come se ormai non si fossero serializzati pure quelli...
La sensazione di futilità che emerge nei primi 12 episodi della stagione comunque sparisce del tutto nella grandiosa, commovente puntata finale, in cui si trova finalmente una chiusura per la storia di Hannah e in cui si apre pure la porta a una terza stagione del tutto differente.
E poi, se 13 Reasons Why - Parte II è inutile, ve lo concedo, cosa dire allora di Westworld 2 con i cazzo di samurai?

"Dannati samurai, devono essere stati loro!"
"Meglio nascondersi da quel bullo di Bryce Walker."


11

La stagione 1 di Tredici in qualche modo anticipava lo scandalo Weinstein e il movimento #MeToo, mentre questa sembra seguire la loro scia, e inoltre aveva generato un mare di preoccupazioni e persino divieti tra i genitori ossessionati dal parental control e tra le mamme pancine. Quei genitori che, anziché parlare con i propri figli e chiedergli come stanno affrontando le loro vite, preferiscono rivolgersi al potere della censura e richiedere di bandire una serie che come poche altre, o forse nessun'altra, ha saputo parlare di temi scomodi come depressione, suicidio, problemi mentali, stupro e bullismo a viso aperto e senza nascondere la testa sotto la sabbia.
Nella seconda stagione questi argomenti sono presenti eccome e qualche scena dura c'è ancora. La gigantesca rissa punk che si scatena nell'episodio 11 è una delle sequenze più potenti osservate quest'anno, sia su piccolo che su grande schermo. Eppure da parte degli autori a tratti sembra aver prevalso un certo timore. Memori delle polemiche scatenate dalla stagione 1, a questo giro si sono presi delle precauzioni maggiori, per pararsi il culo, inserendo all'inizio e alla fine delle puntate dei messaggi con consigli per chiedere aiuto, nel caso si abbia a che fare con delle esperienze simili a quelle mostrate nella serie. Anche dentro gli episodi ogni tanto si ha la sensazione di aver preferito procedere con maggiore cautela, con il freno a mano tirato. Si è persa un po' di spontaneità. Come nel passaggio dal primo mitico Grande Fratello alle edizioni successive. La prima volta è stato fatto tutto in maniera incosciente, in stile punk. La seconda, per quanto a livello di colonna sonora come detto il punk non manchi certo, è invece più costruita, più timorosa. Questo almeno fino all'ultimo episodio, in cui gli autori decidono di togliere il cazzo di freno a mano e ci regalano una delle scene più estreme e dure mai viste in televisione. Alla faccia della serie per ragazzini.



12

Sono cambiato io. Tredici come serie sarà cambiata, ma soprattutto è stato differente il mio approccio a essa. L'anno scorso stavo vivendo un periodo molto difficile e incasinato a livello personale e mentale. I 13 episodi della prima stagione hanno rappresentato prima uno sprofondare nella depressione e nel buio più totali e poi, poco a poco, un viaggio catartico verso la luce. Sono stati quasi 13 sedute di psicoterapia gratuita. Un'esperienza impossibile da replicare, e per fortuna.
La seconda stagione me la sono invece vissuta con molta più serenità. Per quanto anche in questo caso i 13 episodi siano stati tutt'altro che lieti e spensierati, li ho affrontati in maniera più scialla.

E così arriviamo alla ragione numero
13

La rappresentazione della vita liceale è anche questa volta molto spietata. Le tematiche possono sembrare o anche essere vicine a quelle di altre serie adolescenziali del passato. Il suicidio veniva ad esempio affrontato, sebbene in maniera piuttosto sbrigativa, in Beverly Hills 90210, al termine della prima stagione, se non ricordo male, quando Scott (Douglas Emerson), l'amico “sfigato” di David Silver (Brian Austin Green), si toglieva la vita. Per qualche tempo qualcuno sembrava triste per la sua morte, ma poi a breve di lui non gliene fregava più niente a nessuno. Il rapporto tra Clay e Hannah può inoltre ricordare in qualche modo quello in Dawson's Creek tra l'ingenuo Dawson (James Van Der Beek) e la più “navigata” Jen (Michelle Williams), la nave scuola from New York City. E ancora, Clay che accoglie in casa sua Justin sembra una rilettura odierna di quanto fatto dalla famiglia Cohen con Ryan (Ben McKenzie) in The O.C..



Insomma, temi e situazioni non sono poi così distanti da quelli delle serie teen degli scorsi decenni. A cambiare è l'atmosfera. L'alone glamour di telefilm come i citati Beverly Hills 90210 e The O.C., ma anche di quel Gossip Girl che per primo parlava di cyberbullismo 2.0, in Tredici è del tutto assente. Così come l'idealismo naïf di Dawson's Creek. L'aria malsana che si respira in Tredici pare quasi un incrocio tra Elephant di Gus Van Sant e Full Metal Jacket di Stanley Kubrick. La differenza rispetto alla stagione 1 è che questa volta c'è un po' più di speranza. Se allora niente poteva salvare la vita di Hannah, in questa seconda stagione vediamo invece come l'amicizia possa avere un effetto salvifico. Sebbene pure in questo caso venga mostrato pure il suo lato negativo, come nel rapporto malato che si era creato da Bryce e Justin, o nell'amicizia da “branco” del gruppo di sportivi della squadra. In mezzo alle nubi, se non altro, questa volta emerge qualche raggio di sole in più.
(voto alla seconda stagione 7+/10)


Tuo, Simon - Quando fai coming out, ma a nessuno frega niente perché siamo nel 2018

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Tuo, Simon
Titolo originale: Love, Simon
Regia: Greg Berlanti
Cast: Nick Robinson, Katherine Langford, Alexandra Shipp, Jorge Lendeborg Jr., Jennifer Garner, Josh Duhamel, Keiynan Lonsdale, Miles Heizer, Tony Hale


Caro Simon,

ti scrivo perché ho visto il film che racconta la tua storia, che mi è piaciuto anche se alcune cose non mi hanno convinto molto, e devo dire che io sono un po' come te. Sono un ragazzo dalla vita in apparenza più o meno normale, che però nasconde un enorme segreto.
No, io non sono gay. Anche perché, andiamo, siamo nel 2018, ormai non importa più quasi a nessuno se ti piacciono gli uomini, le donne, tutt'e due o nessuno dei due. A parte al "nostro" ministro della Famiglia e Disabilità ma, d'altra parte, se l'hanno messo proprio a quel ministero lì un motivo ci sarà...


No, il mio segreto non riguarda nemmeno i sogni erotici su Harry Potter. Sul serio tu fai pensieri zozzi su Daniel Radcliffe? Posso capire su quel vampiro androgino di Twilight, o sui due tizi di Hunger Games, o persino su Percy Jackson. Però, con tutte le saghe che ci sono, tu ti fai le seghe con Harry Potter?


Ammetto che qualche sogno ambientato a Hogwarts l'ho fatto anch'io. Solo che io ero Voldemort e Harry lo disintegravo con un colpo di bacchetta magica. Dopodiché sposavo Hermione e insieme avevamo tanti piccoli orribili Voldemort pelati.


Il mio segreto non è nemmeno quello di avere un padre che piange per ogni roba come te. Scommetto che ha pianto pure guardando il tuo film, che in teoria è una commedia, un po' come io ho pianto con La La Land, che pure quella in teoria è una commedia musical.


No, il mio segreto non riguarda nemmeno l'avere una sorella ossessivo-compulsiva che ha guardato troppe puntate di Masterchef e non riesce più a distinguere la realtà dalla finzione. Qualcuno glielo dica, a tua sorella, che non è manco in grado di cucinare du spaghi al dente, quindi deve smetterla di comportarsi come se fosse la Benedetta Parodi della Bimbominkia Generation.

"La Parodi io me la cucino a colazione."

E no, il mio segreto non è nemmeno di quello di avere come migliore amica una ragazza morta. Quella Hannah Baker non ha niente di meglio da fare nella sua non-vita che tormentare dei poveri ragazzi con chiari problemici psichici, tra cassette e apparizioni sotto forma di fantasma? Se non è stregoneria la sua, io non so cos'è.

"Hannah, è vero quello che dicono di te alla Liberty High School?"
"Cioè?"
"Che ti sei fatta tutta la scuola."
"No, non tutt... aspè, fammi contare un attimo... okay sì, tutta, è vero."

Il mio segreto è un altro: ho dei pessimi gusti in fatto di cinema e di serie TV. Qualcuno direbbe anche di musica, ma non è vero. La situazione è particolarmente seria considerando che ho un sito di spettacolo e intrattenimento piuttosto celebre, Pensieri Cannibali. Non lo conosci?
Infatti ho detto piuttosto celebre. Sebbene sarebbe più corretto dire poco celebre, oppure per nulla celebre. In ogni caso non è un sito di gossip come quello del vostro liceo dove tutti pubblicano gli affari degli altri e sembra un po' una copiatura di Gossip Girl. Certo che, se vi ispirate a Gossip Girl, pure voi in fatto di gusti di serie TV non è che siete messi troppo bene.
Mai quanto me, comunque. Quest'anno una buona parte dei telefilm che più mi sono piaciuti sono stati subito cancellati dalla faccia della Terra. Qualche esempio?
Everything Sucks, Here and Now, Rise e Life Sentence. Tutti sentenziati a pena di morte dopo appena una striminzita stagione. Cosa che mi ha portato a pensare che forse queste serie potrebbero fare davvero schifo e io sono uno dei pochi sfigati incompetenti che le ha seguite e pure apprezzate.
Ci sono poi un sacco di altre serie che guardo con profondo interesse che sono delle schifezze, e quelle sono sicuro lo siano, rinnovate o meno che siano: Famous in Love, Star, The Bold Type e The Royals. Io le adoro, però mi rendo conto che sono delle trashate pazzesche. Alcune delle serie più celebrate dell'anno invece non è che mi facciano impazzire. Il miracolo ad esempio che cacchiata di proporzioni bibliche è?
E le seconde stagioni di – non uccidermi, please! – The Handmaid's Tale e Westworld, ma quanto sono noiose? Io ormai le seguo più che altro per conciliare il sonno la sera. Blessed be the fruit, ma dopo un po' che due palle grandi come cocomeri!

"Blessed be the orange."

Negli ultimi tempi poi la maggior parte dei film che ho visto non mi hanno certo entusiasmato, nemmeno quelli tanto osannati in giro. Mi è invece piaciuta una pellicola massacrata da tutti: A casa tutti bene del discusso Gabriele Muccino. Gli altri film mi hanno convinto di meno. Il tuo Tuo, Simon compreso. Non fraintendermi, è una commedia positiva, d'ispirazione, che riempie il cuore e lo spirito. È una pellicola molto cariiina. Solo che è fin troppo cariiina. Va bene che oggi l'essere omosessuali, e il dichiararsi omosessuali, non sono più questioni difficili come un tempo, lo riconosco anch'io, però qui le cose vanno persino in maniera troppo liscia. Mai, manco in Chiamami col tuo nome, genitori hanno preso il coming out (o meglio il coming out involontario) del figlio in maniera tanto lieta.

"Sono così contento che sei omosessuale.
Posso appiccicare l'adesivo 'Gay a bordo' sulla macchina?"
"Ehm, papà, non per urtare i tuoi sentimenti, ma credo sarebbe un tantino eccessivo."
"Ma sigh, l'ho già comprato."

Inolte il vicepreside del liceo è il vicepreside di liceo più buono che si sia mai visto nella storia dei film e delle serie made in Usa, e io ne ho viste centinaia – ma che dico? – migliaia.

"Devi smetterla di leggere quel Pensieri Cannibali, brutto birbantello, è diseducativo."

E poi il “villain” di turno è anche il personaggio simpa di turno, l'idolesco Martin interpretato da Logan Miller, com'è possibile questa cosa?


Dove sono gli sfottò? Dove sono i bulli? Dov'è il conflitto?
Ok che questa è una commedia, solo che, più che sulla Terra, sembra ambientata sul pianeta Utopia.

Un'ultima cosa, Simon, la devo aggiungere. Il tuo coming out non era nemmeno necessario. Tesoro, sei l'unico al mondo che non si è fatto Hannah Baker, lo sapevamo già tutti che sei supergay.

Tuo, Cannibal
(voto 6,5/10)

"Oh, no! Cannibal Kid mi ha scritto un'altra noiosa e-mail."

"È proprio uno stalker. Come faccio a liberarmi di lui?"

Il cinema delle meraviglie (più o meno)

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Questa settimana l'ospite della rubrica incentrata sulle uscite nei cinema italiani è un ospite che... non abbiamo invitato. Si è autoinvitato, candidandosi di sua spontanea volontà, e soprattutto a suo rischio e pericolo, in uno dei commenti alle scorse puntate. Se volete essere tra i prossimi a partecipare a questa rubrica, quindi, non siate timidi e fatevi avanti nei commenti.

Il temerario di questa settimana è Vincenzo, uno degli autori dell'ottimo blog cinematografico collettivo L'ultimo spettacolo. Cos'altro aggiungere se non consigliarvi di passare a dare un'occhiata al suo/loro sito (senza per questo dover trascurare Pensieri Cannibali, mi raccomando) e consigliarvi di stare alla larga il più possibile dal blog del mio rivale co-conduttore e co-autore di questa rubrica, WhiteRussian di Mr. James Ford?


Intro di Vincenzo: Me lo merito, perché del resto sono l’ultimo arrivato. La peggior settimana cinematografica dell’anno, con le peggiori uscite di sempre. Ragazzi statevene a casa, andate al mare, per i monti, per le campagne, tanto sta settimana non c’è veramente un c***o. Cioè, la settimana scorsa è uscito Jurassic World 37 e pure un film di cui avrei potuto vantare una parente nella crew (Al massimo ribasso)… e invece niente, mi è toccata la peggior settimana del 2018. Me la pagherete “CK & Ford”… che già con quei due nomi sembrate più due stilisti che due cinefili… Ma vabbè vediamo che schifezze film ci propone l’italica distribuzione questa settimana…

Pitch Perfect 3
"Ford è il nostro nuovo costumista... non è giustooo!"

"Guardate invece noi come siamo vestite cool, grazie allo stylist Vincenzo."


Vincenzo: Se volete un incrocio tra La La Land, Sister Act e Spring Breakers (ma senza pseudo-pornografia) questo film fa per voi. Aggiungo soltanto che questa roba qui è arrivata al secondo sequel, come Il padrino o come Il signore degli anelli. E ho detto tutto…
Cannibal Kid: Un incrocio tra La La Land e Spring Breakers? Ma hai appena descritto il mio film ideale!
Di Sister Act invece ne faccio anche a meno. Comunque, nonostante Pitch Perfect 2 non fosse certo fenomenale ed era meno riuscito rispetto al primo simpatico capitolo, alle Barden Bellas voglio sempre bene, e in particolare ad Anna Kendrick e Hailee Steinfeld, quindi questo terzo episodio europeo del loro tour come rinfrescante visione estiva mi sembra l'ideale. Alla faccia di tutti i radical-chic come Ford che, dopo aver gradito il primo film, hanno spernacchiato il sequel. O di quelli come Vincenzo che massacrano le povere belle Bellas a priori.
Ford: benchè La La Land sia stato grandioso, e Spring Breakers assolutamente sottovalutato, non ho mai amato particolarmente Sister Act. Il primo Pitch Perfect, a sorpresa, mi aveva piuttosto divertito, finendo purtroppo per essere demolito nel ricordo da un secondo capitolo pessimo ai livelli di un 50 sfumature. Con questa premessa, la mia voglia di recuperare la versione "Tour europeo" di questo numero tre è pari a molto meno di zero, dunque per l'estate credo mi diletterò con qualche visione tamarra dei miei cari, vecchi action anni ottanta.

Ogni giorno
"Lo sai che Cannibal Kid crede di essere ancora un young adult?"
"OMG! Sono in stato di shock!"

Vincenzo: No vabbè Maria, io esco! Per fortuna da noi la moda di Federico Moccia è passata, e probabilmente il suddetto starà buttando nell’alcool tutti i soldi guadagnati spremendo i portafogli delle quindicenni. Un altro teen movie? Non so cosa ne pensate voi ragazzacci. Quest’anno credevo che avessero già dato abbastanza tra Midnight Sun con Schwarzy Junior e quel floppaccio di Succede…
Cannibal Kid: No vabbè Maria, io questa settimana ho troppe robe da vedere. Con due pellicole teen in un solo colpo potrei andare in overdose. Checché ne dica Vincenzo, questa a me sembra una delle migliori settimane cinematografiche da parecchio tempo a questa parte. Ci vorrebbero film come questo... ogni giorno.
Ford: ogni giorno mi chiedo come cazzo viene in mente ai distributori di propinarci roba di questo tipo. Neanche fossimo tutti come Cannibal.

La stanza delle meraviglie
"Mi sono travestita da Ford, non si capisce?"

Vincenzo: Qui entriamo nell’ambito dell’accettabilità, pur se siamo sempre nella fascia teen (almeno per i protagonisti). C’è il metacinema alla Hugo Cabret, c’è l’adattamento da una graphic novel, che fa molto contemporaneo. E c’è Todd Haynes che ha nei miei confronti una totale apertura di credito dai tempi di I’m Not There. Quindi sapete che vi dico? Non vado a vederlo per non rovinare la stima che ho per il suddetto.
Cannibal Kid: Vincenzo, fai bene a non vederlo. Todd Haynes era un grandissimo regista, almeno fin quando tirava fuori gioielli come Velvet Goldmine, Lontano dal paradiso e il recente Carol, quindi fino a poco tempo fa. Il da te citato e sopravvalutato I'm Not There invece non mi aveva fatto impazzire. Questo poco meraviglioso La stanza delle meraviglie rappresenta nettamente il punto più basso della sua carriera, nonché una delle più grandi delusioni cinematografiche di quest'anno. Per il tuo bene, continua a evitarlo, Vincenzo. Mentre a Ford, per via del suo zuccheroso buonismo infantile, potrebbe persino piacere.
Ford: ho sempre avuto un debole per Todd Haynes, da Velvet Goldmine a I'm not there, anche se, dovendo scegliere una sua pellicola, penso opterei per Lontano dal paradiso. Questo La stanza delle meraviglie mi ispira poco ed ha il sapore di potenziale delusione, ma quando il resto è come i titoli che abbiamo visto poco sopra, mi sa tanto che c'è poco da fare gli schizzinosi.

211 - Rapina in corso
"Ford, tu sei solo chiacchiere e distintivo!"

Vincenzo: Ecco il film che fa per la coppia CK & Ford. A voi che ve piace menarve e fare i bulli. E poi c’è Nicolas Cage, uno che io adoro. Lo adoro come adoro un dito chiuso nella portiera…
Cannibal Kid: Il film che fa per Ford, di sicuro non per me che detesto gli action. Cage invece non lo detesto, ma lo considero un grande attore di talento come considero Ford un giovane blogger di talento.
Ford: questo film sembra una merdaccia pura e fumante, anche per uno come me che adora gli action ignoranti e tamarri. Eppure voglio troppo bene a Nicholas Cage, dunque potrei anche tenerlo buono come guilty pleasure estivo, magari per una serata da sbronza.

Ulysses: A Dark Odyssey
"Una domanda: come sono passata da un gruppo figo come gli Skunk Anansie a fare X Factor e poi 'sto film?"

Vincenzo: Ho già capito. Questo è il The Broken Key di quest’anno. Il film che avevo definito “Il Codice Da Vinci in bagna cauda” (definizione brevettata™ e depositata®). Film italiano, diretto da ??? con protagonisti sconosciuti e alcuni pensionati celebri (Danny Glover, Udo Kier) ingaggiati solo per mettere in bella mostra il nome sulla locandina e attirare così qualche sprovveduto. Ci son cascato già l’anno scorso e stavolta non mi faccio fregare…
Cannibal Kid: Complimenti a Vincenzo per la definizione di The Broken Key. Meno complimenti a lui per esserselo visto. Cioè, mi snobba le gradevoli pellicolette teen per sorbirsi un mattonazzo con pensionati che manco Ford nell'ospizio a cinque stelle in cui sta passando gli ultimi anni della sua vita si sparerebbe?
Questo Ulysses: A Dark Odyssey in ogni caso mi incuriosisce per due ragioni: vedere come se la cava Skin degli Skunk Anansie come attrice e vedere se una trashata del genere è abbastanza una porcheria da finire nella flop 10 dei peggiori film dell'anno.
Ford: mi tengo alla larga da una robaccia epica come questa almeno quanto Cannibal dal buon Cinema. E sono ben felice così. Del resto, in estate si possono passare le serate fuori.

A Quiet Passion

Vincenzo: Dai, questo sulla carta è l’unico che si salva. Biopic su Emily Dickinson, che è quella che diceva “Sono tutto e il contrario di tutto”. Un po’ come Ford che è il contrario di Cannibal e viceversa. Ma non è che poi siete come i poli opposti che si attraggono?
Cannibal Kid: Purtroppo siamo proprio come i poli opposti, infatti è da anni che io e Ford non riusciamo a fare a meno l'uno dell'altro...
Oddio, io ce la farei anche, però lui senza di me si sentirebbe come un cane senza padrone. O come una mosca senza merda. Ecco quest'ultimo paragone credo sia più calzante. :)
A Quiet Passion a me sembra nettamente la visione più noiosa della settimana e quindi posso affermare che Vincenzo si candida a mio nuovo opposto totale al posto del Ford. Anche perché su questo credo che lui sia d'accordo con me: è il classico film che le carampane accompagnano al tè delle 5.
Ford: ma cosa sta succedendo al mondo se mi tocca concordare con Cannibal a proposito di un film che una ventina d'anni fa avrei giudicato il più interessante di questa scialba settimana? Forse questa storia dei poli opposti ci sta facendo diventare come Daniel LaRusso e John Lawrence in Cobra Kai. Diversi, eppure uguali. E ho i brividi al pensiero.

"Mrs. Ford e Miss Cannibal parteciperanno al nostro tè delle 5."
"La mia vagina non sta più nella pelle, ihihih"


Mary e il fiore della strega

Vincenzo: No vabbè ragazzi, non ci sta veramente un c***o sta settimana… potrei mettermi qui a dire che il tizio è il discepolo di Miyazaki e fingere che la cosa possa interessare a qualcuno. La verità è che questa è la settimana peggiore per le uscite cinematografiche dai tempi dell’attacco a Pearl Harbor…
Cannibal Kid: Non credo lo vedrò, ma questo anime nipponico mi sembra già più promettente di molti film d'animazione bambineschi che escono in continuazione. Insomma, a me questa settimana sembra piena di pellicole potenzialmente migliori rispetto a Pearl Harbor. Il film, intendo.
Ford: sono un'altra volta d'accordo con Cannibal!? Vincenzo, ma che combini!? Questa specie di Kiki's Delivery Service mi pare piuttosto interessante, anche se non sarà mai all'altezza dei lavori di Miyazaki. Ma la vera cosa sconvolgente continua ad essere la sintonia con Peppa Kid. Mi starò rammolendo!?

"Qui non c'è bisogno di me. Vincenzo è già stato spazzato via da Ford e Cannibal."


Conclusione di Vincenzo: Oh ragà non può finire così! Mi dovete reinvità (non so perché parlo in romanesco, sono di Torino). Nel frattempo me ne vado qualche giorno in Sardegna, altro che cinema :-D :-D



Le cose che mi piacciono dalla A alla Z

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L’idea alla base di questo post TAG, o se preferite MEME, è semplice: per ogni lettera dell’alfabeto, elencherò qualcosa che mi piace, che mi interessa, che fa parte o ha fatto parte della mia vita per diversi motivi. Un modo per scoprire qualcosina in più su di me.
Un giochino simpatico che ho “rubato” dal blog di Pietro Sabatelli, che a sua volta aveva preso in prestito da un altro blog, e che vi invito a continuare. Se ne avete voglia, vi autorizzo ufficialmente a sgraffignarmelo da sotto il naso.



A– Assolo di piano in “Cornflake Girl” di Tori Amos

Io in genere non amo gli assolo all'interno delle canzoni, che siano di chitarra o quelli di batteria, come capitano a volte tra le rock band più tamarre durante i concerti. Gli assolo di piano presenti in questo brano di Tori Amos invece sono meraviglia allo stato puro.




B– Blog

Se non mi piacessero i blog, perché diavolo ne avrei uno?
E se non piacessero a voi, cosa cavolo ci fate qui in questo momento a leggere il mio, anziché stare fuori all'aria aperta a godervi la vita?
Pensieri Cannibali è nato ormai 10 anni fa, nel 2008, ma la mia esperienza con il mondo dei blog, o dei semi-blog, parte prima su Myspace, dov'era presente anche una sezione in cui condividere i propri pensieri, e su Windows Live Spaces, dov'era nata una prima versione di quello che poi sarebbe diventato il qui presente Pensieri Cannibali.


C– Calcio

Lo sport nazional-popolare per eccellenza. Forse è per questo che non ne parlo molto spesso, non da queste parti, se non altro. Per non perdere l'aura da radical-chic indie alternativo che mi contraddistingue... ehm, forse. Eppure ho sempre amato il calcio, sebbene sia un amore evaporato parecchio con il passare del tempo. Un amore anche non corrisposto. Da ragazzino giocavo a calcio. Prima nella Ronzonese, credo la squadra più scarsa di tutti i tempi e di tutto il mondo. Ci prendevamo qualcosa come 8 o 9 gol a zero a partita. Poi ho fatto anche un'annata al Casale, il team principale della mia cittadina che ha persino vinto uno scudetto nel “leggermente” lontano 1914. Non essendo un fenomeno, finiti i tempi delle medie ho abbandonato la pratica dello sport e mi sono dedicato unicamente a fare il tifo. Per la Juve, tutta “colpa” di Roby Baggio, che ai tempi in cui ho iniziato a seguire il calcio era il mio giocatore preferito. C'è stato un periodo in cui ero parecchio in fissa.

"Evvai, sono stato citato su Pensieri Cannibali!"

Poi è arrivato il ciclone Moggiopoli e la mia “fede” juventina è progressivamente scomparsa. Più mi sono appassionato a cinema e serie TV, meno ho seguito campionato & coppe. O una cosa o l'altra. Ormai ci sono partite tutti i santi giorni a tutte le sante ore e per riuscire a seguire in maniera decente ogni competizione bisogna non avere altri interessi. O non avere un lavoro. O una vita. Adesso guardo più che altro i grandi eventi, come la finale di Champions e soprattutto i Mondiali. Anche se non li vivo con lo stesso entusiasmo di una volta, soprattutto quest'anno che manco c'è l'Italia. Nonostante tutto, comunque, resta sempre il mio sport preferito. Non c'è niente da fare, sono troppo nazional-popolare.


D  Dark Polo Gang

Il gruppo hip hop o rap o trap italiano più popolare del momento. Per alcuni sono degli imbecilli, per altri sono la morte della musica. Per me sono quanto di più vicino c'è al punk e ai Sex Pistols oggi nel nostro paese. E fanculo al politically correct.




E– Estate


Non sono certo la persona più solare del mondo, però l'estate è la mia stagione preferita, non c'è un cazzo da fare.


F– Figa

Questa devo anche stare a spiegarla?


G– Gay

Mi piace la figa e poi subito dico che mi piacciono i gay?
Sono bipolare o schizofrenico?
In realtà è una contraddizione soltanto apparente: non sono gay, ma sono gay-friendly. Chiaro?



H– Hamburger


Non sono mai stato un gran mangione. Di cucina non me n'è mai fregato niente. Non guardo nemmeno Masterchef e affini. Ho però un grande guilty pleasure culinario: il McDonald's. Se devo scegliere un posto ideale in cui mangiare, non ho dubbi.
Il Burger King?
Pure quello ha il suo perché, però preferisco nettamente il Mc. Non ho dubbi nemmeno su questo.


I – Italia

Amoreodio. Spesso mi lamento dell'Italia, come tanti, come tutti nel nostro paese. Però alla fin fine ci sono un sacco di cose dell'Italia e degli italiani, o meglio di una certa Italia e di alcuni italiani, che mi piacciono un sacco.



L– La Sesia

La Sesia, il bisettimanale di Vercelli e provincia, è il primo giornale su cui ho scritto. Nelle vesti di stagista, ho fatto un po' di tutto all'interno della redazione e ho scritto un po' di tutto. Persino gli oroscopi. Me li inventavo, oppure consultavo una palla di cristallo?
Non ho intenzione di svelare questo mistero.


M– MTV

MTV è stata la scuola più importante che ho frequentato.
Tutta la mia cultura e tutti i miei valori principali partono da lì. Cosa che la dice lunga sul mio livello culturale e in generale esistenziale...
Poco importa che oggi MTV non sia più quella di una volta. Quando c'è uno schermo sintonizzato su di Lei, non posso fare a meno di fermarmi a guardarla ipnotizzato.


N– Natalie Portman che cammina nella scena finale di Closer


O – OK Computer

C'è chi è cresciuto con il White Album dei Beatles, chi con The Dark Side of the Moon dei Pink Floyd, chi con Unknown Pleasures dei Joy Division. Chi persino con i dischi di Gigi D'Alessio e son cavoli suoi. La mia pietra miliare musicale assoluta dell'adolescenza è invece stata "OK Computer" dei Radiohead. E un po' lo è ancora oggi.




P– Pizza

Oltre ai panini del McDonald's, il mio altro cibo preferito è la pizza. Lo so, in fatto di cibo ho dei gusti molto banali e comuni. Molto da bambinetto, anche.



Q– Quaderni

Prima di Pensieri Cannibali, e su qualche giornale o sito, il primo posto in cui ho scritto sono stati i... quaderni.
Non ho mai tenuto un diario personale. È troppo una cosa da femmine, dai! Da ragazzino avevo invece dei quaderni, in cui ho cominciato a scrivere i miei primi racconti e romanzi, o bozze di romanzi. Sui quaderni inoltre mi annotavo le varie pellicole in uscita, i dischi e le canzoni che mi piacevano, e poi ogni mese compilavo le classifiche di quelle che preferivo. È così che sono nate le classifiche cannibali.


R– Running

Mi piace correre. Non so bene perché. È una cosa che mi rilassa, in qualche modo. Mi dà concentrazione. Mi permette di pensare, di ascoltare musica, di stare all'aria aperta, di stare in forma o credere di stare in forma.



S – Stare al cinema

Sono il primo favorevole alla diffusione dei film in streaming, legali o piratati che siano. Non posso però negare che stare seduti nel buio di una sala cinematografica resta sempre un'emozione che ha pochi pari.


T– Telefilm Magazine

Dopo aver fatto un'esperienza da stagista presso La Sesia, il giornale bisettimanale di Vercelli e provincia di cui ho parlato alla lettera L, ho scritto per Telefilm Magazine. Scrivere di serie TV per una rivista nazionale che leggevo e amavo da anni? Un sogno che si avverava e che è andato avanti per qualche tempo. Purtroppo, a causa di un passaggio di proprietà sfortunato, i nuovi capi non hanno saputo gestire la rivista, che è stata costretta a chiudere i battenti. Un vero peccato, perché oggi che le serie sono più popolari e seguite che mai potrebbe riscuotere un notevole successo. Se qualcuno ha intenzione di organizzare un revival del magazine, io ci sto!


U– Università

L'università mi è piaciuta talmente tanto che, dopo aver fatto la triennale in Scienze della Comunicazione a Vercelli, ho deciso di fare pure un biennio di specialistica in Comunicazione Multimediale e di Massa a Torino, e poi persino un Master in Management dei Processi Creativi presso la fichissima IULM di Milano. Mi piaceva l'università, oppure non mi piaceva l'idea di lavorare?

Ah, quasi dimenticavo. Ho frequentato anche un master negli Stati Uniti insieme all'oggi premier Giuseppe Conte e a Oscar Giannino. È stato il periodo più bello delle nostre vite.



V– Video degli Aerosmith

La musica degli Aerosmith sì, mi piace abbastanza. C'è comunque una cosa che mi piace molto di più: i loro video. Memorabili quelli con Alicia Silverstone, naturalmente, anche se il mio preferito in assoluto è quello di “Hole in My Soul”.




Z– Zio

Non intendo che mi piacciono gli zii in generale. Senza offesa per nessuno, ma i miei zii ad esempio non sono un granché.
Adoro invece essere zio. Non sono padre, non so se lo sarò mai e non so se potrei mai essere un buon padre, ma come zio credo di non cavarmela male.



Revenge, la vendetta è un peyote che va servito freddo

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Revenge
Regia: Coralie Farget
Cast: Matilda Lutz, Kevin Janssens, Vincent Colombe, Guillaume Bouchède


Oggi qui su Pensieri Cannibali si parla di Revenge.


No, non la serie TV!
Revenge il film.



No, non qualcosa con Madeleine Stowe. Non esistono cose intitolate Revenge che non la vedono coinvolta???



E invece sì! C'è Revenge, film del 2017, quindi dello scorso anno – lo dico per chi avesse perso la cognizione del tempo –, arrivato in rete quest'anno e nei cinema italiani non ancora, che vede come protagonista non Madeleine Stowe, bensì Matilda Lutz in compagnia dei suoi adorabili orecchini a forma di stella.


Ok. Ora che l'ho nominata, facendomi il segno della croce perché solo per il corpo che ha meriterebbe di essere fatta Santa Subito, posso dire che mi è venuta voglia di parlare, più che di Revenge, di Matilda Lutz. Nuovo segno della croce.


Matilda Lutz è un'attrice italiana con padre statunitense e ha cominciato a farsi notare grazie alla serie, o meglio Rai Fiction, Fuoriclasse, che ora mi pento amaramente di essermi perso. Perché me la sono persa, peeerché???
Forse perché era il periodo 2011-2015, erano altri tempi, la mia considerazione delle Rai Fiction era molto bassa e poi l'idea di vedermi una serie con protagonista Luciana Littizzetto non mi entusiasmava più di tanto. Oddio, non mi entusiasma nemmeno adesso.

A lanciarla nel cinema che conta è stato Gabriele Muccino con lo spernacchiato e sottovalutato L'estate addosso. Tutti a criticare Muccino, ma solo per aver lanciato Matilda Lutz merita la nostra eterna gratitudine. Dopodiché la Lutz mea lux ha illuminato persino un horrorino sequel non necessario come The Ring 3 e ora ha dimostrato di essere una Fuoriclasse vera e non solo per fiction con Revenge. Un film che può essere inserito all'interno del filone revenge-rape movie. Ebbene sì, esiste un genere cinematografico del genere, lo dice anche Wikipedia, quindi è vero.


Questa pellicola ha tutte le carte in regola per diventare un classico di questo particolare sottogenere, aiutato dal fatto che è arrivato proprio nel momento storico migliore per un lavoro del genere: l'epoca post-Weinsteniana. L'era del #MeToo Movement. Il suo pregio, e allo stesso tempo il suo limite, è quello. È un buonissimo revenge-rape movie, per quanto un revenge-rape movie possa essere considerato buonissimo, ma è solo un revenge-rape movie. Per quanto ben diretto e per quanto in sceneggiatura presenti qualche idea interessante, come quella del peyote che regala alla vicenda contorni visionari, non riesce a superare i confini di questo sottogenere, così come quelli del survival movie, altro sottogenere in cui può essere infilato.


Comunque adesso basta parlare di Revenge in generale e torniamo a parlare di Matilda Lutz, che qui offre un'interpretazione davvero ottima a livello recitativo e dimostra ottime capacità da bad-ass girl. Cosa che potrebbe portarla a un futuro nei cinecomics. Il film ad esempio è stato pubblicamente applaudito su Twitter da James Gunn, il regista dei Guardiani della Galassia Vol. 1 e Vol. 2.



Sono certo che non è l'unico addetto ai lavori a non essere rimasto indifferente alla performance fisica di Matilda Lutz, impressionante sotto tutti i punti di vista. Da quello della sofferenza fisica che deve aver provato durante le riprese, in maniera analoga a quanto fatto da Leonardo DiCaprio in Revenant - Redivivo, e da un punto di pura bellezza estetica del suo fisico. Di una parte in particolare del suo fisico: il sedere. In alcune scene, il vero grande protagonista del film è lui.


Io non sono mai stato uno da culi. La parte del corpo di una donna che ha sempre attirato maggiormente la mia attenzione sono le tette. Subito dopo gli occhi, si intende, eh, certo certo. Non sono mai stato un grande estimatore dei culi, fino agli ultimi tempi. Di recente ne ho visti due che non possono essere definiti semplici culi, sono dei capolavori.

Il primo è quello di Úrsula Corberó della serie spagnola cult La casa di carta - La casa de papel.


Pensavo che un culo più perfetto di quello non lo avrei mai più visto, e invece Matilda Lutz in Revenge mi ha messo addosso il dubbio.


Non so quale dei due sia migliore, ma so che grazie a loro due non ho mai avuto un'opinione tanto alta nei confronti dei culi. La parola “culo” spesso viene usata con un'accezione negativa (per es. “faccia da culo”, "vaffanculo" o "ma chi te s'incula"), ma evidentemente chi ha inventato queste espressioni non ha mai visto i culi di Úrsula e Matilda. Resto sempre uno da tette, tranquilli boob lovers non vi tradisco, ma d'ora in poi terrò d'occhio anche i sederi con maggiore attenzione.

Pensate che questo post sia maschilista?
E allora vi dico che a dirigere la pellicola c'è una donna, Coralie Farget, che non ha paura di dare al culo di Matilda Lutz il giusto risalto che merita. Per par condicio aggiungo inoltre che in questo film viene mostrato pure un gran culo maschile, quello nudo & sodo del belga Kevin Janssens, tra l'altro più espressivo della sua faccia.


Pensate che con questo post sui culi Pensieri Cannibali stia facendo raggiungere all'Internet un nuovo punto basso a livello cul-turale, o alto, a seconda dei punti di vista?
Forse non avete tutti i torti. Forse potrei parlare d'altro. Di argomenti più profondi, più impegnati. Potrei parlare della questione migranti, ma è una cosa che mi fa ribollire troppo il sangue. Non so perché la questione mi stia tanto a cuore. Sento pronunciare il nome di Matteo Salvini e mi viene voglia di spaccare tutto. Sento parlare di questo individuo come se fosse un eroe, un salvatore della patria, e poi sento parlare di questi migranti come se non fossero individui ma numeri, nella migliore delle occasioni, oppure spazzatura di cui doversi liberare il più presto possibile, e mi viene un gran nervoso.

Scusate quindi se anziché innervosirmi a parlare di Salvini, preferisco parlare di qualcosa di bello, bello come i culi. I culi sono sempre stati storicamente sottovalutati, da me per primo, lo riconosco. E invece meritano tutti i post e le attenzioni del mondo. Soprattutto quello di Matilda Lutz.
(voto al film 7/10
voto all'interpretazione di Matilda Lutz 8/10
voto al sedere di Matilda Lutz 10/10)

Un cinema spericolato

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Questa settimana ho deciso di fare una mossa davvero spericolata. Nella rubrica dedicata alle uscite nelle sale, affronterò non solo il mio solito nemico cinematografico numero 1, ovvero Mr. James Ford di White Russian, ma anche il mio storico nemico musicale numero 1, Blackswan del blog Come un killer sotto il sole. Una delle persone con dei gusti musicali più lontani dai miei in tutto il mondo, si rivelerà lontana da me anche per quanto riguarda i film?
Scopriamolo insieme, leggendo tutti i nostri commenti alle pellicole in arrivo nei cinema italiani.


Una vita spericolata
"Cannibal, siamo Ford e Blackswan. Se non ti arrendi facciamo fuori la tua amata Matilda!"

Blackswan: Niente a che vedere con il documentario del 2015 a firma di John McKenna dedicato alla passione del grande Steve McQueen per le auto da corsa. Questa pellicola, la sesta del regista Marco Ponti, di cui qualcuno si ricorderà per l’ottimo Santa Maradona, è una commedia on the road italianissima, condita con un po’ di noir e qualche sfumatura grottesca. Un film che probabilmente metterà d’accordo sia Cannibal Kid che Ford, il primo attratto dal glamour di attori fighetti e colonna sonora fighetta, il secondo eccitato dal testosterone di armi e macchine rombanti. Per quanto mi riguarda, trattandosi di un film italiano, cinema per il quale non nutro alcuna simpatia, lo comprerò in dvd il prossimo anno alla Feltrinelli, prendendolo dallo scatolone delle offerte a Euro 4.99.
Cannibal Kid: Le pellicole con titoli che si ispirano alle canzoni di Vasco non promettono mai niente di buono, come Albakiara - Il film, che non ho mai visto ma pare sia uno dei film peggiori mai girati e su IMDb vanta la poco invidiabile media del 2.2. Vasco sta alla musica che mi piace come Blackswan sta alla musica che mi piace, o come Mr. Ford al cinema che mi piace. Non ci potrebbe quindi essere niente di più distante da me. Solo che in questo film c'è Matilda De Angelis, la Jennifer Lawrence de' noantri, di recente splendida protagonista del video di “Felicità puttana” dei Thegiornalisti. Ecco, loro sì che mi piacciono e pure Matilda e quindi questa pellicola me la guardo per forza, sperando e pregando che quello alla canzone di Vasco sia giusto un vago riferimento.
Ford: Marco Ponti, escluso Santa Maradona, non penso abbia molto da dire ad un avversario del Cinema italiano come il sottoscritto, nonostante l'arma in più Matilda De Angelis. Probabilmente seguirò l'esempio di Blackswan rispetto al film, anche se devo informarlo che i motori con me c'entrano davvero poco e niente.

Obbligo o verità

Blackswan: Il titolo richiama un giochino molto popolare, che altro non è se non l’innesco per lo sviluppo del più classico dei teen horror americani, con il manifestarsi di una forza oscura ad alzare la posta in gioco e i protagonisti in posa caricaturale, con la bocca a culo di gallina, per manifestare sgomento e terrore. Interpretato da Lucy Hale e Tyler Posey, attoruncoli con un curriculum di puttanate seriali alle spalle, è la classica pellicola che scatena le bottigliate di Ford e la recensione cattivella di Cannibal Kid, che poi, nel buio della sua cameretta, se lo guarda e se lo riguarda, spaventandosi ogni volta come se fosse la prima. Per quanto mi riguarda, passo alla velocità della luce.
Cannibal Kid: La mia recensione magari sarà cattivella, ma non ho nessuna paura ad ammettere la mia verità, ovvero che non vedo l'ora di vedere questo film. Anche perché c'è Lucy Hale, che è stata la protagonista della puttanata seriale più goduriosamente trash degli ultimi anni, Pretty Little Liars, un guilty pleasure fantastico per chiunque non sia un vecchio rancoroso pieno di pregiudizi come Blackswan o Mr. Ford ahahah
Ford: filmetto inutile di quelli che piacciono a Peppa Kid, che arriva nel periodo migliore per questi filmetti inutili, ovvero l'estate. Preferisco pensare a Obbligo e verità come al gioco che, svariati anni fa, permetteva di limonare duro con le ragazze al parchetto. Se poi dovesse passare da queste parti, prevedo bottigliate tonanti.

"Pretty Little Liars non è una puttanata seriale, è un capolavoro della nostra epoca."


Thelma
"Ma che musica consiglia, quel Blackswan? Me sento male."

Blackswan: Thelma. Pensavo fosse un remake del film datato 1991 a firma Ridley Scott. Poi, mi sono accorto che nel titolo mancava l’altra metà del cielo, Louise. Così ho scoperto, invece, che questo film è una recente produzione europea (Norvegia, Francia, Danimarca, Svezia), che con il capolavoro americano c’entra come i classici cavoli a merenda. Thriller sentimentale con velleità paranormali, sarà la gioia cinematografica dell’anno per Cannibal Kid, capace di trovarvi chissà quale recondito significato sfuggito ai più (sceneggiatore e regista compresi). Difficile che Ford ne possa parlare bene; ma se succederà, ho un amico hacker pronto a resettargli il blog.
Cannibal Kid: Film di gran lunga più interessante di qualunque lavoro del sopravvalutatissimo Ridley Scott, forse giusto ad eccezione di Blade Runner, comunque surclassato dal recente Blade Runner 2049. Non sarà uno dei miei film dell'anno soltanto perché era già presente nella Top 20 dei miei preferiti del 2017 (http://www.pensiericannibali.com/2017/12/i-migliori-film-del-2017-la-top-20-di.html). Thelma è un gioiellino proveniente dalla Norvegia davvero originale, strambo ed emozionante. Si astenga chi cerca banalità e prevedibilità come Blackswan. A sorpresa invece a Ford potrebbe piacere, lui che ama la Norvegia e di recente è stato a Oslo. Come testimoniano le sue Instagram stories che pubblica sui social come fosse un teenager.
Ford: ho in rampa di lancio la visione di Thelma da parecchi mesi, se non fosse che tra lavoro e impegni vari finisco ad arrivare alla sera soltanto con la voglia di una puntata di una serie, una bevuta e un bel sonno riparatore. Essendo in uscita, cercherò di recuperarlo nella speranza che possa farmi lo stesso effetto che di recente mi ha fatto Oslo.
Anche se, considerato che è piaciuto a Cannibal, spero in un rinnovarsi della nostra rivalità da Blog Wars.

Sposami, stupido!
"Dopo che ci siamo sposati noi, tocca a voi, Cannibal e Ford."

Blackswan: I francesi, i film li sanno fare, soprattutto quando si misurano con la pochade, la più classica delle commedie degli equivoci. Il film si preannuncia esilarante e tra una risata e l’altra la sceneggiatura affronta anche temi sociali molto attuali, come l’omosessualità e l’integrazione razziale. Si ride e si pensa, dunque, e sarà interessante leggere cosa ne diranno i miei due ospiti, dal momento che Ford solitamente non ride mai e Cannibal Kid ride di più di quanto pensi.
Cannibal Kid: Sorpresa, sorpresa! Io e Blackswan siamo d'accordo su una cosa, anzi due: i francesi e le commedie francesi. Un evento più raro del trovare me & Ford in sintonia, anche perché ultimamente sta ahinoi capitando troppo spesso. Il protagonista di questo Sposami, stupido! è Philippe Lacheau, che mi sembra un po' la versione cinematografica del calciatore Antoine Griezmann e che di recente ho apprezzato in una minchiatina spassosa come Alibi.com, e penso che anche 'sta volta saprà come farmi divertire. Si astengano i musoni alla Mr. Ford.
Ford: ho visto il trailer di questo film poco tempo fa, e mi è parso una cosetta divertente e potenzialmente spassosa come le meglio riuscite dei nostri cugini d'oltralpe, che sicuramente sanno confezionare commedie molto meglio di noi. E dato che non sono un musone come pensano i miei due compari di questa settimana, spero anche di farmi qualche grassa risata.

The Escape

Blackswan: I pipponi drammatici, soprattutto se sono concepiti al di là dell’oceano, non fanno per me; se poi sono interpretati da due attori mono faccia come Gemma Arterton e il giulivo Dominic Cooper, li rifuggo come il passato di verdure e la pera cotta. Una donna, apparentemente felice e devota alla famiglia, molla tutto per cercare se stessa. Questa è l’imperdibile trama di questa imperdibile pellicola. Difficile immaginare cosa ne penseranno Ford e Cannibal Kid. Il primo, che è un burbero dal cuore d’oro, potrebbe essere catturato dal tema dell’abbandono e ricordarsi quando da piccolo divorava ripetutamente Incompreso di Florence Montgomery o passava ore a guardare Bambi di Walt Disney. Per quanto riguarda Cannibal Kid, bisogna tener conto del fatto che Gemma Arterton è una bella figa e che, quindi, potrebbero bastare una mezza tetta o una coscia in bell’evidenza, per influenzarne definitivamente il giudizio.
Cannibal Kid: Credo che Blackswan in questo caso c'abbia preso. Su Ford, che ancora non si è ripreso dal trauma della visione di Bambi. E su di me, che difficilmente potrò resistere a una pellicola con Gemma Arterton. Che tra l'altro non è così monoespressiva e come attrice non se la cava niente male. Ma d'altra parte Blackswan se ne intende di recitazione come se ne intende di musica, uahahah!
Ford: Gemma Arterton potrebbe essere l'unico motivo per vedere questa pellicola, che pare davvero una gran rottura di palle.
E' estate, e per quanto mi riguarda voglio solo film ignoranti, sole e grandi bevute, magari in riva al mare.

"Sono tristissima. Blackswan ha detto che sono mono faccia."
"E chi cazzo è Blackswan?"


Sea Sorrow – Il dolore del mare
"Coraggio, non piangere. Pensa alla prossima settimana, quando Blackswan sarà solo un lontano, brutto ricordo."

Blackswan: Il tema trattato è importante, visto che il film riflette sulla moderna tragedia dei migranti che attraversano il Mediterraneo, e Vanessa Redgrave, straordinaria attrice che alla veneranda età di ottant’anni debutta alla regia, è una garanzia di qualità. Andrò a guardarlo sicuramente, mentre Ford e Cannibal Kid resteranno a casa a disquisire se è più fico Deadpool o Ant-Man. Mangiando pop corn e bevendo Coca Cola, ovviamente.
Cannibal Kid: Blackswan che fa il figo facendo il finto impegnato mi fa sbadigliare quasi quanto un disco consigliato sul suo blog. E comunque non c'è niente da disquisire: Deadpool surclassa nettamente Ant-Man! :)
Ford: Deadpool surclassa decisamente Ant-Man, e per quanto il tema sia importante, l'estate, come scrivevo poco sopra, è la stagione della leggerezza. Quindi, al massimo, rimanderò all'autunno.

Toglimi un dubbio

Blackswan: Film francese (adoro il cinema francese) e attori di alto profilo, Toglimi Un Dubbio è una commedia che racconta di un uomo deciso a ritrovare il proprio padre biologico. Si ride, ci si commuove e si investiga sulla propria identità e i propri affetti. Un film, quindi, dalle mille sfaccettature, che assolutamente non mi perderò. Anzi, porterò a vederlo anche Cannibal Kid e Ford, perché adoro vedere la gente che si addormenta al cinema e a fine pellicola, con la bavetta alla bocca, strabuzza gli occhi ed esclama “Bello, eh?!”.
Cannibal Kid: Certo che questo Blackswan se la canta e se la suona da solo, tirandosela più di una figa francese radical-chic di quelle che piacciono a me. Deve avergli dato alla testa l'ascolto di troppi dischi country e di musica “americana”, genere che in Italia ascoltano giusto lui, Ford e qualche pensionato che ha smarrito i vinili di Claudio Villa.
Quanto al film, non mi sembra uno dei titoli migliori che il cinema d'Oltralpe abbia da offrire, ma comunque anch'io adoro il cinema francese e quindi potrei persino tenere botta con gli occhi aperti fino alla fine. Per Ford invece non garantisco.
Ford: gli occhi aperti fino alla fine dovrei riuscire a tenerli, alla peggio mi infilerò le cuffie e ascolterò un paio di pezzi country di quelli che ascoltiamo solo io, Blackswan e qualche pensionato che ha smarrito i vinili di Claudio Villa.

"Sono felicissima. Blackswan verrà a vedere il nostro film."
"Ma chi cazzo è questo Blackswan?"


Dei
"Dai, che con questo selfie su Instagram prendo più cuoricini di Ford con i suoi finti scatti da Oslo, in realtà postati da Lodi."

Blackswan: Uno dei weekend con la programmazione più sfigata dell’anno, si conclude con un altro film italiano, Dei, per la regia di Cosimo Terlizzi. Film di formazione che racconta la storia di un adolescente pugliese che dalla campagna scappa verso la rutilante e tentacolare Bari. Immagino sia l’ennesima pellicola nazionale che promette tanto e mantiene pochissimo e, quindi, dubito che andrò a guardarlo: sono film che mi producono lo stesso abbiocco che viene a Cannibal Kid durante la visione di una pellicola di Kim Ki Duk in lingua originale e sottotitolata in bulgaro. E a tal proposito: vi ringrazio per l’ospitata e la simpatia, ma la prossima volta, mi raccomando, solo film russi o iraniani. Se no, non mi diverto.
Cannibal Kid: Il rischio che sia uno di quei film che promettono tanto e mantengono pochissimo in effetti è alto, però questo Dei è una pellicola adolescenziale italiana su cui mi sento di puntare abbastanza. Tanto, mal che vada, più noioso di un film di Kim Ki-duk o di un disco di Bruce Springsteen non può essere.
Ford: dai film adolescenziali finto impegnati italiani mi tengo alla larga. Vado ad ascoltarmi un pò di rock anni ottanta tamarro con una birra gelata ed il pensiero di una spiaggia di L. A., e senza muso.

A casa Muccino tutti bene, ma non benissimo

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A casa tutti bene
Regia: Gabriele Muccino
Cast: Stefano Accorsi, Carolina Crescentini, Elena Cucci, Tea Falco, Pierfrancesco Favino, Claudia Gerini, Massimo Ghini, Sabrina Impacciatore, Gianfelice Imparato, Ivano Marescotti, Giulia Michelini, Sandra Milo, Giampaolo Morelli, Renato Raimondi, Stefania Sandrelli, Valeria Solarino, Gianmarco Tognazzi, Elisa Visari


Gabriele Muccino is back in Italy!

Aò, ma come sto a parlà? Gabriele Muccino è finalmente tornato in Italia dopo aver fatto il figo, o cercato di fare il figo a Hollywood, li mortacci sua. Per qualche tempo gli è anche andata bene, a sto fijo de na... ma non benissimo. Ha girato il film peggiore e più ruffiano della sua intera carriera, e forse dell'intera storia del mondo, ovvero La ricerca della felicità, con cui ha ottenuto un grande successo di pubblico, il plauso della critica e pure una nomination agli Oscar per l'interpretazione del principe de Tor Vergata... volevo dire de Bel-Air. Poi con Sette anime la gente ha cominciato a rendersi conto che i film ammericani di Muccino erano delle gran fregnacce e la fortuna ha cominciato a voltargli le spalle.

Con la coda tra le gambe, e qualche chiletto addosso di più perché negli Usa è impossibile non ingrassare, Gabriele ha cominciato timidamente a rimettere i piedi sul suolo italiano. O meglio, un solo piede. Prima con L'estate addosso, produzione made in Italy che però è stata girata in gran parte tra San Francisco e New Orleans, e quindi il ritorno del figliol prodigo si poteva definire parziale. A casa tutti bene segna invece il suo totale comeback...

Comeback? Aò, la devo smettere de vo' fa l'ammericano-mericano-mericano come Muccino un tempo. A casa tutti bene è un ritorno alle origini. Alle atmosfere del suo film più celebre e celebrato, L'ultimo bacio. È una muccinata coi fiocchi!


A vedere la prima parte non si direbbe. Sembrerebbe un Muccino più dolce, più docile, più domato dalla lezione del cinema politically correct a stelle e strisce. Un Muccino dai toni misurati, quasi British, what the fuck? Scusate, translation: e che cazzo?
A metà visione però la pellicola esplode con una deflagrazione e da lì si riconosce il Muccino de 'na vorta, quello più urlante. Quello più DRAMA!


Fuck yeah!
Intendevo dire: cazzo sì!

Nella seconda parte il film si trasforma in una Muccinata totale, una di quelle che una volta era tanto bravo a cucinare, prima di trasferirsi a Hollywood e cucinare all'americana, anziché all'italiana. Invece di provare a scimmiottare i registi e lo stile d'Oltreoceano, qui Gabriele torna a metterci se stesso. Ha girato un lavoro molto personale, piaccia o meno. Questo è un film che parla di tornare a casa, proprio come ha fatto lui. E parla di problemi famigliari. Chissà da dove ha preso ispirazione?





Tra una prima parte leggera come i suoi primi lavori, Ecco fatto e Come te nessuno mai, e una seconda più intensa e corale, come L'ultimo bacio e Ricordati di me, Muccino rielabora insomma il suo cinema, il suo migliore cinema, e lo propone in una veste leggermente rinnovata, più consapevole dei propri mezzi. Un ritorno al passato gradito, che dimostra come cambiare aria per un po' possa far bene, ma "there's no place like home" [Dorothy cit.].



Adesso, dato che da poco è finito l'anno scolastico, è l'ora delle pagelle. A casa tutti bene presenta un cast all-star, anzi diciamo di tutte-stelle visto che sono tutte italiane. E allora diamo un voto a ognuno di loro, come fa La Gazzetta dello Sport (e qualsiasi altro giornale sportivo) con i calciatori, visto che, oltre che periodo di pagelle scolastiche, è pure periodo di Mondiali.


Stefano Accorsi: voto 7+


Nella parte del 40enne scrittore tormentato in fuga da una vita ordinaria è semplicemente perfetto. Sembra la versione cresciuta dell'Alex interpretato in Jack frusciante è uscito dal gruppo. Se fossi una tipa a un tipo così gli spalancherei subito le gambe davanti, proprio come fa Elena Cucci nel film. Eterno Peter Pan.


Carolina Crescentini: voto 7

La parte della nevrotica sclerata iper-gelosa le calza a pennello. Spero per lei di no, ma è destinata a diventare la nuova Margherita Buy. Nevrotica.


Elena Cucci: voto 7+

Prima d'ora non la conoscevo. Sarà perché nel curriculum “vantava” cose come Un medico in famiglia, Centovetrine e il film Mister Felicità di e con Alessandro Siani. Dai che con il film di Muccino e in versione bionda ha svoltato. Rivelazione.


Tea Falco: s.v.

Appare giusto in una breve scena di ambientazione parigina e poi non si vede più. Per fortuna. Se si attivano i sottotitoli quando parla, comunque, non è così male. Incomprensibile.


Pierfrancesco Favino: voto 6-

Sinceramente quest'anno ho apprezzato di più Favino al Festival di Sanremo. E io quest'anno Sanremo non l'ho praticamente visto. Sarà anche un attore decente, ma non è certo il fuoriclasse che si dice in giro, proprio come Messi. Sopravvalutato. Molto.


Claudia Gerini: voto 4

Non so perché, ma non ce la faccio a sopportare la Gerini. E pensare che ai tempi dei suoi esordi cinematografici con Carletto Verdone, in Viaggi di nozze e soprattutto Sono pazzo di Iris Blond, mi piaceva parecchio. Adesso però, che sia qui o in Suburra - La serie o persino nell'inspiegabilmente osannato Ammore e malavita, la trova davvero pessima. Scandalosa.


Massimo Ghini: voto 5

Il suo è forse il ruolo più complicato della pellicola. Un uomo malato di Alzheimer che ogni due secondi si scorda le cose (peggio di me!). Difficile non trasformare un personaggio simile in una macchietta ridicola e diciamo che Massimo Ghini non riesce nell'impresa. Non all'altezza.


Sabrina Impacciatore: voto 6,5

Sabrina Impacciatore sarebbe un'attrice davvero niente male. Peccato che, a parte Muccino e pochi altri, se la filino in pochi. Per me è un po' la nostra Juliette Lewis. Sottovalutata. Molto.


Ivano Marescotti: voto 6,5

Il suo personaggio tira fuori le battute più divertenti. Adesso non sto a ripeterle, fate meglio a recuperarvi il film che non è così male come credete. Spassoso.


Giulia Michelini: voto 8

Tutti a dire di quanto Giulia Michelini fosse brava in Rosy Abate e io a domandarmi: “Qualcuno che recita bene in una fiction Mediaset? Certo, come no?”. E invece questa è brava sul serio. A un certo punto il suo personaggio sclera e in una scena si divora tutti gli altri attori dell'intero ricchissimo e prestigiosissimo cast. Come si dice nel basket: è lei l'MVP della partita. Fenomena.


Sandra Milo: voto 5

Dal ritorno sulle scene, se non altro in un film visto da più di 2 persone, della diva anni '60 che lavorava con Federico Fellini mi aspettavo di più. Il suo invece è il personaggio più anonimo e incapace di lasciare il segno. Colpa sua, o della sceneggiatura? Rifatta... volevo dire, da rifare.


Giampaolo Morelli: voto 4
"Voto 4, oh yeah!"

Attore che non capisco. Non capisco proprio quando parla. Peggio di Tea Falco. Incomprensibile - Parte II.


Stefania Sandrelli: voto 5,5

Ha la rassicurante parte della madre che ha una parola buona per tutti. Peccato che in un DRAMA mucciniano come questo un personaggio e un'interpretazione così miti finiscano per rimanere inevitabilmente in disparte. Sottoutilizzata.


Valeria Solarino: voto 6

Attrice che non mi ha mai fatto impazzire, ma che qui tutto sommato riesce a sfangarla nelle non troppe scene che Muccino le concede. Caparbia.


Gianmarco Tognazzi: voto 7,5

Fantastico nel ruolo della pecora nera della famiglia. E pure al piano non se la cava niente male e riesce a far cantare tutti, regalando con i suoi pezzi molto nazional-popolari un tocco emotivo in più al film. Mattattore.


Elisa Visari: voto 6,5

L'altra rivelazione del film. La giovane interprete della figlia di Favino e Solarino ha una recitazione ancora acerba, ma è caruccia e di lei è probabile che sentiremo parlare ancora. Muccino ha già trovato la nuova Matilda Lutz, l'ormai quasi star hollywoodiana da lui lanciata con il precedente sottovalutato L'estate addosso? Da tenere d'occhio.


Allenatore Gabriele Muccino: voto 7

L'aria di casa fa bene all'allenatore locale, che riesce a tenere unito un gruppo ricco di "primedonne". E con primedonne intendo soprattutto Accorsi e Favino, più che le donne del cast. Da alcuni dei suoi giocatori riesce a ottenere il massimo, da altri meno, ma tutto sommato non era impresa facile trasformare in una squadra vera un elenco di nomi celebri del genere. Inoltre riesce a tenere il ritmo di gara alto per tutti i 90 minuti (e forse pure qualcuno in più) della durata della partita e ci regala qualche bella inquadratura, che ci ricorda perché Hollywood a un certo punto si era invaghita del suo stile. Rinato. E pure dimagrito.

(voto al film A casa tutti bene 7/10)


Obbligo o verità, il Final Destination della Snapchat Generation

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Obbligo o verità?





Uh, che bello!
Ho sempre desiderato prendere parte a questo giochino, solo che in Italia non ho mai trovato nessuno che lo facesse.
Pensavo esistesse solo all'interno dei film adolescenziali americani.



Apprezzo il tuo entusiasmo, però chissenefrega!
Obbligo o verità?




Facciamo verità, dai.





Preferiresti farti Lucy Hale o Violett Beane?





"Chissà chi sceglierà?"
"Che tensione!"


L'eterno dilemma: mora oppure bionda?
Da una parte c'è la tipa impegnata socialmente, un po' secchiona e nerd ma non troppo, “girlfriend material”, ideale per fare una storia seria, magari pure per sposartela e farla diventare la madre dei tuoi figli.
Dall'altra la bionda superficiale e sempre pronta a fare baldoria, un po' zoccola anche – diciamolo pure – ideale per l'avventura di una notte. Chi scegliere? Capisco che Tyler Posey nel film Obbligo o verità possa trovarsi in difficoltà a decidere...

Violett Beane non la conosco molto. Il suo curriculum vitae su IMDb dice è comparsa in The Leftovers, solo che lì non me la ricordo. Ha inoltre fatto da guest-star nella nuova serie medical The Resident, dove però aveva la parte di una malata terminale e quindi non è che fosse molto sexy. Nel film Obbligo o verità invece non è niente male.


Lucy Hale invece la conosco eccome. Ho cominciato a seguirla in Privileged, una di quelle serie teen trash che solo io e delle persone con dei seri disturbi psichiatrici possono guardare e che infatti era stata cancellata dopo appena una stagione e io ancora la rimpiango. Dopodiché è diventata una delle protagoniste di Pretty Little Liars, altra serie teen trash, questa volta però di enorme successo, che si è trascinata per 7 stagioni sempre più assurde, ma sempre più o meno peccaminosamente goduriose... ok, usiamo l'espressione “guilty pleasure” che suona meglio. Quest'anno è stata la protagonista di un'altra serie, Life Sentence, un po' meno teen trash ma comunque abbastanza teen trash da piacermi e da essere cancellata immediatamente dai palinsesti e della faccia della Terra. In altre parole: sono anni che ho una cotta per Lucy Hale e quindi scelgo lei.

"Ma perché attiro sempre l'attenzione dei maniaci?"


Ok.
C'andava tanto?
Non potevi dirmi subito la tua risposta, invece di farmi tutto 'sto spiegone?
Comunque, ho un'altra domanda per te: obbligo o verità?


Ancora?
Questa volta scelgo obbligo, tanto per cambiare.




Ti obbligo a scrivere una recensione del film Obbligo o verità.





Eh no, dai. Stavo per uscire di casa. Lavoro già tutto il giorno al computer e adesso avevo voglia di svagarmi un po', di stare lontano dalla maledetta tecnologia.




Non puoi.
Ormai sei obbligato.




Cosa succede se non continuo il gioco?





Succede che muori.





Ah, così?
Non è che mi viene prima un'influenza o un mancamento?
Muoio subito sul colpo?



Esatto.





In tal caso credo che...
continuerò a giocare.
Anche perché se muoio non posso manco uscire.
Vedo allora di scrivere 'sta recensione, ma faccio una cosa veloce, anche perché mica stiamo a parlare di Quarto potere.


Obbligo o verità
Titolo originale: Truth or Dare
Regia: Jeff Wadlow
Cast: Lucy Hale, Violett Beane, Tyler Posey, Nolan Gerard Funk, Hayden Szeto, Landon Liboiron, Sam Lerner, Aurora Perrineau


Obbligo o verità è uno di quegli horrorini scemi, ma tutto sommato guardabili e pienamente godibili, che appartengono al sottogenere dei “survival”. Non quei survival noiosi in stile The Walking Dead in cui un gruppo di persone deve sopravvivere a un'apocalisse zombie, o qualcosa di questo tipo. Che poi voi nella vita di tutti i giorni l'avete mai vista un'apocalisse zombie?
Tralasciando il discorso della verosimiglianza di certe storie – voi però almeno non venitemi a dire che 13 Reasons Why o La casa de papel sono inverosimili – qui ci troviamo di fronte a una storia survival di tipo differente. È quel tipo di situazione in cui un gruppo di amici, o pseudo-amici, si ficcano in un qualche guaio e dopo cominciano a morire uno dietro l'altro. È quel genere di storie che penso sia partito con Linea mortale del 1990, non ricordo casi precedenti. Quello con Kiefer Sutherland, Kevin Bacon, William Baldwin, Oliver Platt e Julia Roberts di cui di recente è stato fatto anche il remake Flatliners - Linea mortale, in cui un gruppo di studenti di medicina si sottopone a delle esperienze al confine tra la vita e la morte. Un giochino pericoloso, proprio come Obbligo o verità, durante il quale ogni personaggio affronta le proprie paure e i propri problemi, proprio come in Obbligo o verità. Quindi è una scopiazzatura clamorosa!

"Hanno riportato in vita un film su dei tipi che riportano in vita delle persone. Solo io lo trovo ironico?"

Un filone che poi è proseguito con So cosa hai fatto, la pelllicola con Jennifer Love Hewitt, Sarah Michelle Gellar, Freddie Prinze Jr. e Ryan Phillippe che tirano sotto un tipo in macchina da ubriachi, nascondono il cadavere e poi un anno dopo cominciano a essere perseguitati.


"Sì, l'estate scorsa ho fatto la zoccola a Riccione, e allora?"

Un filone che in seguito ha raggiunto il suo picco con il franchise di Final Destination partito nel 2000, che in pratica altro non è che un susseguirsi di ragazzi perseguitati dalla falce nera e di sequenze infinite di morti ammazzati. Divertente, vero?

"Moriremo tutti!"
"Ti va bene che il nostro film è del 2000, se no venivi arrestato subito per terrorismo."

Il motivo del (relativo) successo di queste pellicole va da ricercarsi soprattutto nell'odiosità dei personaggi, cosa che vale anche per The Walking Dead e per tutti i survival horror in generale. Più i protagonisti sono insopportabili e più li vuoi vedere morire e quindi questo genere di storie rappresenta il guilty pleasure più trucido e di conseguenza divertente in cui ci si può imbattere, soprattutto per una visione estiva senza troppi pensieri. Tranne quelli di morte & distruzione.

Obbligo o verità non rappresenta niente di più né niente di meno rispetto ai titoli citati. È solo un suo aggiornamento, un upgrade all'epoca di Snapchat, con le facce dei ragazzi che partecipano all'innocuo (più o meno) giochino obbligo o verità in Messico che sembrano uscite da un filtro dell'applicazione, mentre in The Ring apparivano sfocate nelle foto e nei video.


Ecco, The Ring. Altro titolo a cui questo Obbligo o verità deve molto. Anche quello è un film in cui si succedono varie morti a catena. Entrambi i lavori inoltre hanno una seconda parte incentrata sull'indagine, in cui i protagonisti cercano di fare luce sull'oscuro mistero andando a scavare nel passato e cercando in tal modo di salvare le piume. Ce la faranno?

Questo non te lo dico perché, anche se tu mi stai facendo partecipare a questo giochino potenzialmente mortale, io non sono meschino come te e non mi va di spoilerarti un film che non sarà certo fondamentale e non fa paura manco per sbaglio, ma in una serata estiva fa il suo porco dovere d'intrattenimento. Inoltre ha addosso una notevole dose di cattiveria e la sceneggiatura, per quanto per niente originale, è ben orchestrata, con ogni personaggio che va incontro ad almeno una sfida di obbligo o verità perfetta per lui/lei. Per chi non può fare a meno di questi horrorini survival, si tratta davvero di una visione... d'obbligo.
(voto 6+/10)


Bene, mi hai convinto a guardarlo.
Devo però chiederti ancora una cosa: obbligo o verità?




Di nuovo???
Ma che ti si è incantato il disco?




Devi scegliere, altrimenti muori!





Va bene, io scelgo, però poi tocca anche a te giocare.





Ok, ok, mi sembra giusto.





Scelgo verità.





Allora...
Dimmi un po'...
Mi sa che ho finito le domande...
Aspetta, me n'è venuta una!
Ti è piaciuto il film Obbligo o verità?

Sì, mi è piaciuto abbastanza.
Non è un capolavoro, però è uno dei pochi film e/o telefilm recenti che non mi hanno annoiato, quindi direi che è andata più che bene.
Pensavo che la mia recensione fosse abbastanza chiara in proposito.
Adesso è il mio turno: obbligo o verità?


Sono uno coraggioso, io.
Scelgo obbligo!




Ti obbligo a levarti dai coglioni.





Oh, no.
Mi hai fregato!
Possibile che a quei pirla dei personaggi del film non sia venuto in mente di fare una cosa del genere?
Perché i protagonisti degli horror sono sempre così stupidi?




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