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I fantastici Emmy Awards 2018 e l'ancor più fantastico red porchet

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Blessed be the Emmy Awards 2018. La fantastica signora Maisel (The Marvelous Mrs. Maisel) a sorpresa è stata la trionfatrice assoluta della serata degli Oscar del piccolo schermo statunitense. Nella categoria comedy ha trionfato portandosi a casa 5 premi, tra cui miglior serie comedy e miglior attrice protagonista con Rachel Brosnahan che, per quanto banale sia da dire, è davvero fantastica!


Come miglior serie drama è stata invece premiata Game of Thrones, con una stagione tutt'altro che eccezionale, ma che a me aveva divertito abbastanza. Di sicuro più di The Handmaid's Tale, la favorita della vigilia nonché grande trionfatrice (meritatamente) nella passata edizione. Con la seconda peggioratissima stagione (meritatamente) non si è portata a casa nessuno dei premi principali e, per quanto mi riguarda, è giusto così.

Oltre che per Mrs. Maisel, sono felice pure per la fenomena Claire Foy di The Crown e a questo punto sono curioso di recuperare Barry, comedy che si è aggiudicata due premi: per il miglior attore protagonista (Bill Hader) e per il miglior attore non protagonista (l'ex Fonzie Henry Winkler).

"Happy Days? No, happy night!"

Trovo piuttosto scandaloso che tra le miniserie abbia trionfato The Assassination of Gianni Versace: American Crime Story, forse la peggiore (insieme a Feud) tra le creature dell'atrimenti adorato Ryan Murphy, però mi fa piacere il premio di miglior attore andato a Darren Criss, uno psyco davvero coi fiocchi.


Qui di seguito potete dare un'occhiata all'elenco dei premi principali, almeno per quanto riguarda le serie e le miniserie TV, tra la varie decine di riconoscimenti che vengono assegnati. Con le mie previsioni della vigilia non c'ho azzeccato molto (appena 8 su 21), ma la cosa non mi dispiace troppo, visto che questi premi mi hanno sorpreso, e in diversi casi in positivo.
Subito dopo poi tranquilli che arriva la parte più interessante dell'intero evento, ovvero il red porchet.


I premi degli Emmy Awards 2018

Miglior serie drammatica
The Americans, distribuita da FX
The Crown, distribuita da Netflix
The Handmaid's Tale, distribuita da Hulu
Stranger Things, distribuita da Netflix
This Is Us, distribuita da NBC
Il Trono di Spade (Game of Thrones), distribuita da HBO
Westworld - Dove tutto è concesso (Westworld), distribuita da HBO

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Stranger Things
Basta che non vinca: Westworld
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: The Handmaid's Tale
Alla fine ha vinto: Game of Thrones


Miglior serie commedia
Atlanta, distribuita da FX
Barry, distribuita da HBO
Black-ish, distribuita da ABC
Curb Your Enthusiasm, distribuita da HBO
La fantastica signora Maisel (The Marvelous Mrs. Maisel), distribuita da Amazon Video
GLOW, distribuita da Netflix
Silicon Valley, distribuita da HBO
Unbreakable Kimmy Schmidt, distribuita da Netflix

Pensieri Cannibali fa il tifo per: The Marvelous Mrs. Maisel
Basta che non vinca: Curb Your Enthusiasm
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Atlanta
Alla fine ha vinto: The Marvelous Mrs. Maisel

Miglior miniserie
L'alienista (The Alienist), distribuita da TNT
American Crime Story - L'assassinio di Gianni Versace, distribuita da FX
Genius: Picasso, distribuita da Nat Geo
Godless, distribuita da Netflix
Patrick Melrose, distribuita da Showtime

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Patrick Melrose
Basta che non vinca: Godless
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: American Crime Story - L'assassinio di Gianni Versace
Alla fine ha vinto: American Crime Story - L'assassinio di Gianni Versace

Miglior attore protagonista in una serie drammatica
Jason Bateman, per aver interpretato Marty Byrde in Ozark
Sterling K. Brown, per aver interpretato Randall Pearson in This Is Us
Ed Harris, per aver interpretato L'Uomo in Nero in Westworld
Matthew Rhys, per aver interpretato Philip Jennings in The Americans
Milo Ventimiglia, per aver interpretato Jack Pearson in This Is Us
Jeffrey Wright, per aver interpretato Bernard Lowe in Westworld

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Sterling K. Brown
Basta che non vinca: Ed Harris
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Sterling K. Brown
Alla fine ha vinto: Matthew Rhys


Miglior attrice protagonista in una serie drammatica
Claire Foy, per aver interpretato la regina Elisabetta II in The Crown
Tatiana Maslany, per aver interpretato Sarah Manning, Helena, Alison Hendrix, Cosima Niehaus, Rachel Duncan, Krystal Goderitch, Elizabeth (Beth) Childs, Jennifer Fitzsimmons, Katja Obinger, Tony Sawicki, Veera Suominen (M.K.), Camilla Torres e un clone senza nome in Orphan Black
Elisabeth Moss, per aver interpretato Difred / June Osborne in The Handmaid's Tale
Sandra Oh, per aver interpretato Eve Polastri in Killing Eve
Keri Russell, per aver interpretato Elizabeth Jennings in The Americans
Evan Rachel Wood, per aver interpretato Dolores Abernathy in Westworld

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Claire Foy
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Elisabeth Moss
Alla fine ha vinto: Claire Foy


Miglior attore protagonista in una serie commedia
Anthony Anderson, per aver interpretato Andre "Dre" Johnson Sr. in Black-ish
Ted Danson, per aver interpretato Michael in The Good Place
Larry David, per aver interpretato Larry David in Curb Your Enthusiasm
Donald Glover, per aver interpretato Earnest "Earn" Marks in Atlanta
Bill Hader, per aver interpretato Barry Berkman / Barry Block in Barry
William H. Macy, per aver interpretato Frank Gallagher in Shameless

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Donald Glover
Basta che non vinca: Larry David
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Donald Glover
Alla fine ha vinto: Bill Hader


Miglior attrice protagonista in una serie commedia
Pamela Adlon, per aver interpretato Sam Fox in Better Things
Rachel Brosnahan, per aver interpretato Miriam "Midge" Maisel in La fantastica signora Maisel
Allison Janney, per aver interpretato Bonnie Plunkett in Mom
Issa Rae, per aver interpretato Issa Dee in Insecure
Tracee Ellis Ross, per aver interpretato Rainbow "Bow" Johnson in Black-ish
Lily Tomlin, per aver interpretato Frankie Bergstein in Grace and Frankie

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Rachel Brosnahan
Basta che non vinca: Lily Tomlin
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Rachel Brosnahan
Alla fine ha vinto: Rachel Brosnahan

Miglior attore protagonista in una miniserie o film TV
Antonio Banderas, per aver interpretato Pablo Picasso in Genius: Picasso
Darren Criss, per aver interpretato Andrew Cunanan in American Crime Story - L'assassinio di Gianni Versace
Benedict Cumberbatch, per aver interpretato Patrick Melrose in Patrick Melrose
Jeff Daniels, per aver interpretato John O. Neill in The Looming Tower
John Legend, per aver interpretato Gesù in Jesus Christ Superstar Live in Concert
Jesse Plemons, per aver interpretato Robert Daly in Black Mirror - USS Callister

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Darren Criss
Basta che non vinca: Antonio Banderas
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Darren Criss
Alla fine ha vinto: Darren Criss

Miglior attrice protagonista in una miniserie o film TV
Jessica Biel, per aver interpretato Cora Tannetti in The Sinner
Laura Dern, per aver interpretato Jennifer Fox in The Tale
Michelle Dockery, per aver interpretato Alice Fletcher in Godless
Edie Falco, per aver interpretato Leslie Abramson in Law & Order True Crime: The Menendez Murders
Regina King, per aver interpretato Latrice Butler in Seven Seconds
Sarah Paulson, per aver interpretato Ally Mayfair-Richards in American Horror Story: Cult

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Regina King
Basta che non vinca: Jessica Biel
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Jessica Biel
Alla fine ha vinto: Regina King


Miglior attore non protagonista in una serie drammatica
Nikolaj Coster-Waldau, per aver interpretato Jaime Lannister ne Il Trono di Spade
Peter Dinklage, per aver interpretato Tyrion Lannister ne Il Trono di Spade
Joseph Fiennes, per aver interpretato Fred Waterford in The Handmaid's Tale
David Harbour, per aver interpretato Jim Hopper in Stranger Things
Mandy Patinkin, per aver interpretato Saul Berenson in Homeland
Matt Smith, per aver interpretato il Principe Filippo, duca di Edimburgo in The Crown

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Matt Smith
Basta che non vinca: Joseph Fiennes
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Peter Dinklage
Alla fine ha vinto: Peter Dinklage


Miglior attrice non protagonista in una serie drammatica
Alexis Bledel, per aver interpretato Emily / Diglen in The Handmaid's Tale
Millie Bobby Brown, per aver interpretato Undici (Eleven) in Stranger Things
Ann Dowd, per aver interpretato Zia Lydia in The Handmaid's Tale
Lena Headey, per aver interpretato Cersei Lannister ne Il Trono di Spade
Vanessa Kirby, per aver interpretato la principessa Margarett in The Crown
Thandie Newton, per aver interpretato Maeve Millay in Westworld
Yvonne Strahovski, per aver interpretato Serena Joy Waterford in The Handmaid's Tale

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Vanessa Kirby
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Yvonne Strahovski
Alla fine ha vinto: Thandie Newton


Miglior attore non protagonista in una serie commedia
Louie Anderson, per aver interpretato Christine Baskets in Baskets
Alec Baldwin, per aver interpretato Donald Trump al Saturday Night Live
Tituss Burgess, per aver interpretato Titus Andromedon in Unbreakable Kimmy Schmidt
Brian Tyree Henry, per aver interpretato Alfred "Paper Boi" Miles in Atlanta
Tony Shalhoub, per aver interpretato Abraham "Abe" Weissman in La fantastica signora Maisel
Kenan Thompson, per aver interpretato vari personaggi al Saturday Night Live
Henry Winkler, per aver interpretato Gene Cousineau in Barry

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Brian Tyree Henry
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Henry Winkler
Alla fine ha vinto: Henry Winkler

Miglior attrice non protagonista in una serie commedia
Zazie Beetz, per aver interpretato Vanessa "Van" Keefer in Atlanta
Alex Borstein, per aver interpretato Susie Myerson in La fantastica signora Maisel
Aidy Bryant, per aver interpretato vari personaggi al Saturday Night Live
Betty Gilpin, per aver interpretato Debbie "Liberty Belle" Eagan in GLOW
Leslie Jones, per aver interpretato vari personaggi al Saturday Night Live
Kate McKinnon, per aver interpretato vari personaggi al Saturday Night Live
Laurie Metcalf, per aver interpretato Jackie Harris in Roseanne
Megan Mullally, per aver interpretato Karen Walker in Will & Grace

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Betty Gilpin
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Betty Gilpin
Alla fine ha vinto: Alex Borstein


Miglior attore non protagonista in una miniserie o film TV
Jeff Daniels, per aver interpretato Frank Griffin in Godless
Brandon Victor Dixon, per aver interpretato Giuda Iscariota in Jesus Christ Superstar Live in Concert
John Leguizamo, per aver interpretato Jacob Vazquez in Waco
Ricky Martin, per aver interpretato Antonio D'Amico in American Crime Story - L'assassinio di Gianni Versace
Édgar Ramírez, per aver interpretato Gianni Versace in American Crime Story - L'assassinio di Gianni Versace
Michael Stuhlbarg, per aver interpretato Richard Clarke in The Looming Tower
Finn Wittrock, per aver interpretato Jeffrey Trail in American Crime Story - L'assassinio di Gianni Versace

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Finn Wittrock
Basta che non vinca: Ricky Martin
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Jeff Daniels
Alla fine ha vinto: Jeff Daniels

Miglior attrice non protagonista in una miniserie o film TV
Sara Bareilles, per aver interpretato Maria Maddalena in Jesus Christ Superstar Live in Concert
Penélope Cruz, per aver interpretato Donatella Versace in American Crime Story - L'assassinio di Gianni Versace
Judith Light, per aver interpretato Marilyn Miglin in American Crime Story - L'assassinio di Gianni Versace
Adina Porter, per aver interpretato Beverly Hope in American Horror Story: Cult
Merritt Wever, per aver interpretato Mary Agnes McNue in Godless
Letitia Wright, per aver interpretato Nish in Black Mirror - Black Museum

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Letitia Wright
Basta che non vinca: Penélope Cruz
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Penélope Cruz
Alla fine ha vinto: Merritt Wever

Miglior regia per una serie drammatica
Jason Bateman, per l'episodio I rintocchi della campana di Ozark
Stephen Daldry, per l'episodio Pater familias di The Crown
The Duffer Brothers, per l'episodio Capitolo nove - La porta di Stranger Things
Jeremy Podeswa, per l'episodio Il drago e il lupo de Il Trono di Spade
Daniel Sackheim, per l'episodio Stanotte improvvisiamo di Ozark
Kari Skogland, per l'episodio Dopo di The Handmaid's Tale
Alan Taylor, per l'episodio Oltre la Barriera de Il Trono di Spade

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Stranger Things
Basta che non vinca: Ozark
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: The Handmaid's Tale
Alla fine ha vinto: The Crown

Miglior regia per una serie commedia
Mark Cendrowski, per l'episodio L'asimmetria della farfalla di The Big Bang Theory
Donald Glover, per l'episodio FUBU di Atlanta
Bill Hader, per l'episodio Chapter One: Make Your Mark di Barry
Mike Judge, per l'episodio Initial Coin Offering di Silicon Valley
Hiro Murai, per l'episodio Teddy Perkins di Atlanta
Jesse Peretz, per l'episodio Pilot di GLOW
Amy Sherman-Palladino, per l'episodio Pilot di The Marvelous Mrs. Maisel

Pensieri Cannibali fa il tifo per: The Marvelous Mrs. Maisel
Basta che non vinca: The Big Bang Theory
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: The Marvelous Mrs. Maisel
Alla fine ha vinto: The Marvelous Mrs. Maisel

Miglior regia per un film TV, miniserie o speciale drammatico
Edward Berger, per Patrick Melrose
Scott Frank, per Godless
David Leveaux e Alex Rudzinski, per Jesus Christ Superstar Live in Concert
Barry Levinson, per Paterno
David Lynch, per Twin Peaks
Ryan Murphy, per l'episodio L'uomo da copertina di American Crime Story - L'assassinio di Gianni Versace
Craig Zisk, per la puntata 9/11 di The Looming Tower

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Twin Peaks
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Twin Peaks
Alla fine ha vinto: American Crime Story - L'assassinio di Gianni Versace

Miglior sceneggiatura per una serie drammatica
Joel Fields e Joe Weisberg, per l'episodio Inizio di The Americans
Peter Morgan, per l'episodio L'uomo del mistero di The Crown
David Benioff e D. B. Weiss, per l'episodio Il drago e il lupo de Il Trono di Spade
Bruce Miller, per l'episodio June di The Handmaid's Tale
Phoebe Waller-Bridge, per l'episodio Nice Face di Killing Eve
The Duffer Brothers, per l'episodio Capitolo nove - La porta di Stranger Things

Pensieri Cannibali fa il tifo per: Killing Eve
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: The Handmaid's Tale
Alla fine ha vinto: The Americans

Miglior sceneggiatura per una serie commedia
Alec Berg, per l'episodio Fifty-One Percent di Silicon Valley
Alec Berg e Bill Hader, per l'episodio Chapter One: Make Your Mark di Barry
Donald Glover, per l'episodio L'uomo alligatore di Atlanta
Stefani Robinson, per l'episodio Il Barbiere di Atlanta
Liz Sarnoff, per l'episodio Chapter Seven: Loud, Fast, and Keep Going di Barry
Amy Sherman-Palladino, per l'episodio Pilot di The Marvelous Mrs. Maisel

Pensieri Cannibali fa il tifo per: The Marvelous Mrs. Maisel
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Atlanta
Alla fine ha vinto: The Marvelous Mrs. Maisel

Miglior sceneggiatura per un film, miniserie o speciale drammatico
William Bridges e Charlie Brooker, per Black Mirror - USS Callister
Scott Frank, per Godless
Mark Frost e David Lynch, per Twin Peaks
Kevin McManus e Matthew McManus, per l'episodio Pulizia di American Vandal
David Nicholls, per Patrick Melrose
Tom Rob Smith, per l'episodio La casa sul lago di American Crime Story - L'assassinio di Gianni Versace

Pensieri Cannibali fa il tifo per: American Vandal
Basta che non vinca: Godless
Secondo Pensieri Cannibali vincerà: Black Mirror
Alla fine ha vinto: Black Mirror


Il red porchet degli Emmy Awards 2018


Blessed be the fruit Award
Yvonne Strahovski


Mamma mia! Che abbondanza Award
Kirsten Dunst


Bastardo fortunato Award
Jesse Plemons


Per non sbagliare colore li ho messi tutti Award
Tiffany Haddish


Ho comprato un garage soltanto per parcheggiare il vestito Award
Joey King


Forza CR7 Award
Louise Roe


Look da novantenne Award
Millie Bobby Brown


Sono stata in spiaggia tutta l'estate e questo è il massimo della mia abbronzatura, maledetto Carlo Conti! Award
Claire Foy


Stavi meglio con l'armatura Award
Gwendoline Christie


Scusate se sono più fashion di voi donne Award
Darren Criss


Scusate se sono più fashion di voi donne Award - Parte II
Sterling K. Brown


Halloween quest'anno è arrivato in anticipo Award
Chris Sullivan


Emmy alle più fighe

10. Mandy Moore


9. Rachel Brosnahan


8. Alison Brie


7. Natalia Dyer


6. Vanessa Kirby


5. Keri Russell


4. Scarlett Johansson


3. Madeline Brewer


2. Sydney Sweeney


1. Emilia Clarke



Gli Incredibili (si fa per dire) film della settimana

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Questa è la settimana degli incredibili.
Parlo del film Pixar in arrivo in sala?
No, veramente mi riferivo al trio che commenterà le pellicole in uscita nei cinema italiani questo weekend apposta per voi.
Il primo è il più incredibile tra tutti, ovvero il sottoscritto Cannibal Kid, autore del qui presente sempre leggendario Pensieri Cannibali, forse il miglior sito che vi possa capitare di trovare in giro per il web. Ho detto forse, poi non accusatemi di essere troppo poco modesto.
Il secondo è il mio blogger rivale Mr. James Ford e anche lui è incredibile. È incredibile che esista gente come lui e che gli venga persino concesso il permesso di tenere un blog.
Il terzo è l'ospite di questa settimana, Pier del sito Pier(ef)fect, un blogger di incredibile talento e versatilità, che sulle sue pagine virtuali passa con disinvoltura dal parlare di cinema, serie TV e musica a discutere di trucchi e prodotti di bellezza. Manco io riesco a spaziare così tanto e con così tanta competenza attraverso argomenti tanto differenti. E lo dico sempre con la massima modestia. Ah, a proposito di modestia: l'ho già detto che sono di nuovo in nomination ai Macchianera Internet Awards?

Terminata questa intro incredibilmente lunga, andiamo a leggere i nostri commenti ai film settimanali senza indugiare oltre.

Gli Incredibili 2
I Ford al completo, pronti per entrare in azione contro il perfido Cannibal Kid. E questa settimana anche contro Pier.


Pier: Intanto fatemi dire che sono rimasto shockato: sono passati 14 anni da Gli incredibili 1! Avevo 15 anni, andavo ancora al liceo, avevo i brufoli. Insomma, troppi brutti ricordi.
Comunque non avendo visto il primo capitolo di questi super eroi impegnati con quotidiane beghe, non credo vedrò questo ritorno, ma non lo escludo del tutto. Non c’è una particolare motivazione, anzi ho sempre avuto buone vibrazioni da questi film di animazione, penso siano ben fatti, hanno ritmo e battute simpatiche ed ho sempre apprezzato (dal poco che ho visto in giro) anche come venga gestita la figura femminile di Elastigirl, mai troppo “fanciulla in pericolo”, ma alla pari col marito.
Penso che se ci portate figli e nipoti a vederlo li tenete buoni per un po’ e non vi annoierete troppo sulla poltrona, io però al momento passo.
Cannibal Kid: Io invece ai tempi del primo Gli Incredibili di anni ne avevo 22 e il film purtroppo l'ho visto. Si è trattata di una delle peggiori esperienze nella storia delle mie frequentazioni delle sale cinematografiche. Sarà che mi sono presentato alla visione del tutto ubriaco dopo una grigliata particolarmente impegnativa e ho cominciato ad avere mal di testa da hangover, fatto sta che ho patito ogni singolo minuto, ogni singolo istante di un film sopravvalutatissimo che mi è sembrato giusto la brutta copia animata di Spy Kids. Comunque Pier, pur non avendolo visto, sembri più preparato in merito rispetto a me e di sicuro anche a quel Pixar-groupie di Ford. Che sia ora per noi di farci finalmente da parte?
Ford: Gli Incredibili è l'esempio della validità della proposta Pixar, l'ho amato da impazzire ai tempi e continuo ora, con i Fordini che si divertono un mondo a vederlo e a contendersi il "ruolo" di Flash. Ovviamente sono in pieno hype e la sala, per il weekend imminente, è già prenotata per tutta la tribù. Spero ovviamente che possa essere un sequel interessante e non una cosa realizzata prettamente con finalità commerciali.


The Nun - La vocazione del male
Taissa Farmiga in versione puttansuora.
Lo dico come complimento, sia ben inteso.

Pier: Intanto volevo ringraziare Goi per avermi costretto a vedere il trailer di un film horror. Gli ho già spedito le parcelle delle mie sedute psicanalitiche. Scherzi a parte, un altro sequel, anzi uno spin off, che pare in America stia avendo successo, ma mi sembra una roba di quelle per cui ti piace vincere facile, d'altronde a chi stanno simpatiche le suore? Fanno paura anche solo all’idea, specie a ritrovarsele in una abbazia in Romania. Comunque complimenti a Taissa Farmiga che fra American Horror Story e questo, deve avere delle giornate piacevolmente serene.
Ovviamente non è il mio genere, a meno che Goi e Ford non mi tengano per mano al cinema. Immagine forse ancora più horror di The Nun.
Cannibal Kid: Io e Ford che ti portiamo al cinema come fossimo una normale famigliola felice? Questo sì che sarebbe un ottimo spunto di partenza per un horror!
Quanto al film, che comunque vedrò perché non posso mica perdermi Taissa Farmiga in versione suora, fa parte della rischiosa saga di The Conjuring. L'evocazione - The Conjuring e The Conjuring - Il caso Enfield erano anche validi, mentre il precedente spin-off Annabelle è una delle cose più brutte e noiose che mi sia capitato di vedere dai tempi in cui facevo le Blog Wars con Ford ed ero obbligato a guardare delle robe allucinanti.
Ford: nonostante sia uscito dalla costola dei due più che discreti Conjuring, questo The Nun mi pare il classico horror da niente buono giusto per spaventare i pusillanimi come Peppa Kid. Potrei vederlo giusto per massacrarlo e sottolineare ancora una volta la mia antipatia per le suore, a meno che non si tratti di comparse di film di un certo tipo. E non parlo di horror.


Una storia senza nome
"Una storia senza nome?"
"Che fantasia! Un po' come Ford nel dare i titoli ai suoi post."
"Beh, non possono mica essere tutti dei titolisti fantasisti come Cannibal..."
"Grazie al cielo!"

Pier: Un film italiano con Micaela Ramazzotti e una storia misteriosa che si avvolge alla scomparsa della Natività di Caravaggio, possono portare a due cose: un giallo interessante con uno sfondo affascinante o una ciofecona di cui ti penti ad aver assistito. Già il fatto che nel trailer si sentano dei siciliani che parlano col classico accento marcato, che, vi giuro, non parlo così, non promette bene; e temo che alla fine sia un film un po’ troppo (inutilmente) incasinato. Aggiungeteci anche che i dialoghi mi danno l’impressione di essere cheappissimi e avrete il risultato. Ma, vi stupirò dicendovi che lo vedrei, per ricredermi e per dare speranza al cinema italiano, ma soprattutto per darvi un voto più realistico rispetto a quello gonfiato che darà Goi per colpa della Ramazzotti.
Cannibal Kid: Pier, non sapevo fossi siciliano. Amunì, picciotto, a saperlo prima potevo tirare fuori tutta una sfilza dei peggiori stereotipi su voi corleones... volevo dire su voi siciliani. Ma hey, sono ancora in tempo per farlo!
Su Micaela Ramazzotti, riconosco che in effetti i film in cui è presente hanno preso tutti dei votoni assurdi, però devo dire che fisicamente non è che mi faccia poi impazzire così tanto. Sarà quindi perché la ritengo davvero un'ottima attrice?
Nonostante la sua presenza, questo Una storia senza nome mi appare fin dal titolo del tutto privo di appeal. Cioè, ma come si fa a intitolare un film così? Non vi siete manco sforzati di trovare un nome, e volete che io stia a sentire la vostra storia?
Considerando che il regista è Roberto Andò, già autore di quella pretenziosa porcheruola di Le confessioni con Toni Servillo, la cosa non mi stupisce manco più di tanto.
Ford: in tempi recenti ho concesso fin troppo al Cinema italiano, con il quale sono solitamente più severo che con Cannibal, dunque direi che per il momento eviterò i pregiudizi e i preconcetti a proposito della sicilianità - neppure io sapevo fossi siculo, Pier - ed una probabile recensione negativa legata ad una visione dimenticabile. E se proprio dovessi aver bisogno di rispolverare la Ramazzotti, tornerei a La prima cosa bella.


Un amore così grande
"Hey amici, mi ricordate perché abbiamo deciso di fare un film?"
"Perché, dopo il mondo della musica, anche quello del cinema aveva bisogno di essere distrutto."
"E poi perché Pensieri Cannibali è da un po' di tempo che non tira fuori una recensione davvero bastarda."

Pier: L’unica cosa così grande che un film con la partecipazione straordinaria de Il Volo mi provoca, è la voglia di prendere la borsa ed andarmene lontano. Nemmeno la presenza di Fioretta Mari può salvarci da questa catastrofe. Se Una storia senza nome poteva avere una minima chance giusto perché voglio credere che il cinema italiano non sia finito in un baratro, questa roba, che sembra un misto fra un libro di Moccia e una puntata di Pomeriggio Cinque, no.
Cannibal Kid: Esce un musicarello lirico che vede tra i protagonisti i tre membri de Il Volo e il Dipartimento della Protezione Civile non ha manco diramato un'allerta nazionale? Non lamentiamoci poi delle tragedie che succedono in questo paese e che con un po' di attenzione si potrebbero scongiurare.
Ford: l'unica cosa così grande che meriterebbe questo film è un uragano di bottigliate. Ma non ho intenzione di sottopormi ad una tortura simile neanche sotto compenso.


Un figlio all'improvviso
"Ma guarda quel Ford, ha fatto un altro figlio all'improvviso!"
"Ormai credo ne abbia quasi più di Eddie Murphy."

Pier: Il fatto che Un figlio all’improvviso sia una commedia francese gli fa perdere già diversi punti dal mio punto di vista, ma aggiungeteci che mi sembra un racconto telefonatissimo dove le differenze dei rapporti intergenerazionali vengono gonfiate ed enfatizzate da altre differenze sociali, culturali, personali, in un modo un po’ posticcio. Il risultato è che quel minimo di empatia che potrei provare (sono un animo sensibile io, non come i due compari qui) si perde come si perde la credibilità delle vicende. Una di quelle storie che già dal trailer capisci e sai dove va a parare, in cui ti aspetti l’occhio inumidito che potrebbe anche non arrivare.
Quindi scusate se all’improvviso mi sono ricordato di avere un impegno e non potrò vedere questo film.
Cannibal Kid: C'è da dire che negli ultimi tempi questi francesi stanno sfornando più commedie famigliari di quanti figli sfornino i Ford. Premesso questo, io e il mio blogger rivale stranamente ci troviamo dalla stessa parte della barricata quando si tratta di commedie francesi e quindi è meglio se non ne parli troppo male, caro Pier. Anche perché la protezione della Mafia non basterà a salvarti dalla nostra ira, uahahah!
Ford: le commedie francesi, di solito, riescono a divertirmi, sarà perchè sono l'unico ambito in cui i nostri cugini paiono sfoggiare una certa (auto)ironia. Forse anche Cannibal potrebbe pensare di buttarsi in questo genere. D'altro canto, Pier, mi sa che stavolta ti va perfino peggio che a vedere The Nun con me e Peppa a tenerti per mano!


Lola + Jeremy
"Tesoro, perché mi hai messo le mani sugli occhi? Vuoi farmi una sorpresa romantica?"
"No, è solo che c'è Ford nei paraggi e non è un bello spettacolo."
"E pazienza, tanto peggio dei film che consiglia non può essere..."

Pier: Ancora Francia, ancora commedia, ancora Tre metri sopra il cielo versione rimasticata. Lola e Jeremy sono una coppia, e non paghi di appendere un lucchetto su di un ponte, decidono di pubblicare dei vlog su internet in cui raccontano la loro storia d’amore. Tuttavia, invece di farne un grande business come due tronisti qualsiasi, si lasciano proprio perché Lola crede che Jeremy l’abbia sfruttata per fare questi video. Perché il problema non è sbattere alla mercé di tutti i fatti propri in rete, ma il fatto che non sia stata resa partecipe. Insomma, non vedo tenerezza, non vedo romanticismo, vedo solo la banalità di sapere come va a finire prima che, per fortuna, sia finito. L’aggiunta degli amiconi nerd che si fingono super eroi la trovo anche velatamente imbarazzante. Passo.
Cannibal Kid: Filmetto teen romantico molto social e ad alto tasso di bimbominkiosità dritto dritto dalla Francia? Anche se dal trailer sembra una mezza porcheruola, potrei aver trovato il mio film della settimana, e forse della vita!
Ford: nonostante si tratti di pseudo commedia francese, a questi livelli non arrivo neppure se sono sbronzo marcio. Roba da Cannibal in pieno trend adolescenziale. Evito come la peste e opto per un weekend al mare in Sicilia con Pier come consigliere.


Museo - Folle rapina a Città del Messico
(l'uscita del film è stata spostata al 31 ottobre 2018)
"Non preoccuparti. Solo perché Pier è siciliano, non significa per forza che sia mafioso."
"Anche se è nato a Corleone?"

Pier: A questo punto sembrerò disfattista ma non c’è molto che mi convinca anche di questo film, nonostante l’Orso d’oro per la sceneggiatura. Un po’ storia vera, su una grande rapina ad un museo in Messico, un po’ di finzione e rimaneggiamenti. Anche qui svisceramento più o meno approfondito di rapporti con la propria famiglia e con la propria terra. Non so, non mi dice nulla, penso che possa far un po’ di compagnia, specie per le parti magari più movimentate, può essere interessante conoscere vagamente ciò che è accaduto all’epoca del furto, ma personalmente, piuttosto che spendere due ore della mia vita appresso a questo film, andrei a fare una rapina con Cannibal e Ford.
Cannibal Kid: Ottima idea, Pier. Accettiamo la tua candidatura volentieri. Per le nostre scorribande criminali stile Casa de papel con cui ci manteniamo da vivere, visto che ormai i nostri blog non rendono più come un tempo, io e Ford abbiamo giusto bisogno di un picciotto mafiosetto come te, hahaha. ;)
Ford: concordo anch'io. Del resto, ormai, essere bloggers non rende più nulla, dunque la carriera criminale è l'unica che ci possa garantire una vita da scansafatiche come piace a me e Cannibal. Dunque, nel nome di "un'estate senza fine", dovrai aggiungerti alla versione blogosferiana degli Ex Presidenti.


Jurassic World - Il film distrutto da Pensieri Cannibali

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Jurassic World - Il regno distrutto
Titolo originale: Jurassic World: Fallen Kingdom
Regia: J.A. Bayona
Cast: Chris Pratt, Bryce Dallas Howard, Justice Smith, Daniella Pineda, Rafe Spall, James Cromwell, Toby Jones, Geraldine Chaplin, BD Wong, Isabella Sermon, Jeff Goldblum


A sorpresa il precedente Jurassic World mi era piaciuto parecchio, al punto da aver intitolato il mio post “Jurassic Wow”.
Hey, wow! Sul serio ho fatto una cosa del genere? Dovevo essere ubriaco. Quando ho visto il sequel Jurassic World - Il regno distrutto purtroppo invece ero sobrio. Troppo terribilmente sobrio. Il film non sono quindi riuscito a godermelo per niente. Quando succedono cose del genere mi chiedo se il problema sono io, o sono le persone che considerano questo genere di film “cinema d'intrattenimento”. Sul serio considerate un buon intrattenimento due ore e passa di effetti speciali, inseguimenti, urla e ancora altri inseguimenti senza fine e urla?


Jurassic World fondamentalmente rappresentava un revival del primo Jurassic Park del 1993 con personaggi nuovi e funzionava. Sarà perché erano anni che non facevo più un giro in un parco di dinosauri, ma tornarci si era rivelata un'esperienza piuttosto divertente. Sarà anche che io sono uno che si stufa in fretta di tutte le cose, figuriamoci di quelle giurassiche di nome, però un secondo capitolo che rappresenta una copia del precedente, che di suò già era una copia, non sono riuscito a reggerlo.

I primi minuti si sopportano ancora. Fa piacere ritrovare Bryce Dallas Howard e Chris Pratt, personalmente più Bryce Dallas Howard che Chris Pratt, e i loro battibecchi risultano anche questa volta simpatici.


C'è pure spazio per un paio di nuovi personaggi che promettono bene, un nerd fifone interpretato da Justice Smith, quello della serie The Get Down...


e una tipa coraggiosa e strapatita di dinosauri interpretata dalla latina Daniella Pineda, che qualcuno avrà visto nelle serie The Originals e American Odyssey, pure lei con un look molto nerd perché - hey - si è capito che la produzione punta a portare in sala più nerd possibili? (ATTENZIONE SPOILER: Sono personaggi che promettono bene, peccato non vengano assolutamente sviluppati in maniera decente e quindi finiscano per regalare ben poche soddisfazioni #mainagioia FINE SPOILER).


All'inizio c'è inoltre un ritorno clamoroso, quello di Jeff Goldblum nei panni del cervellone “caosologo” Ian Malcolm già vestiti nei primi due Jurassic Park diretti da Spielberg. (ATTENZIONE SPOILER: Un ritorno deludentissimo, visto che appare giusto all'inizio e poi alla fine del film ed è talmente sprecato che era meglio se non lo facevano tornare proprio. Inoltre ormai sembra più vecchio di un dinosauro. FINE SPOILER)


Terminata la parte introduttiva della durata di giusto 20/30 minuti che lascia sperare piuttosto bene, il resto del film lascia spazio a un sacco di azione della peggior specie, con una sfilza infinita di quelle scene in teoria ad alta tensione in perfetto Jurassic style che ormai hanno rotto e in cui i protagonisti rischiano come di consueto la vita poiché inseguiti da qualche pericoloso dinosauro. Io mi chiedo: questi che amano così tanto i dinosauri, non si rendono conto che il loro amore non è in alcun modo corrisposto, visto che i dinosauri cercano sempre di ucciderli?




Per cercare di ravvivare un po' la situazione, ormai cadaverica più che giurassica, gli autori hanno deciso di inserire un nuovo dinosauro ibrido: l'Indoraptor, un mix tra un T-Rex, un Velociraptor e Marilyn Manson. Ce la faranno Chris Pratt alias l'uomo che sussurrava ai dinosauri e compagni a sopravvivere anche a questa bestia di Satana?
E ce la faranno a sconfiggere pure i soliti cattivoni umani stereotipati di turno, i veri villain della situazione molto più dei poveri innocenti dinosauri? Ma soprattutto, ce ne può fregare ancora qualcosa?

In teoria sì, potrebbe fregarcene qualcosa visto che i personaggi non sono malvagi. Il problema è che sa tutto di già visto e stravisto e per gran parte della sua (eccessiva) durata Jurassic World - Il regno distrutto è l'ennesimo survival-horror per famiglie che fallisce nel suo obiettivo principale, quello che invece al precedente episodio riusciva: intrattenere e divertire. Sentire Justice Smith che all'incontro ravvicinato di un dinosauro grida come una femminuccia la prima volta fa sorridere, la seconda comincia a irritare, la terza infastidisce completamente e alla quarta organizzi una petizione affinché gli sceneggiatori restituiscano il loro intero cachet perché, se la loro idea di divertimento è far gridare Justice Smith tutto il tempo, e lo è, non meritano manco un dollaro.


Dopo due ore e passa di quello che gli sceneggiatori del film considerano il massimo del divertimento concepibile, si potrebbe pensare che il finale sia liberatorio, che regali la soddisfazione di essere arrivati a fine visione sani e salvi. E invece no. Il pessimo finale lascia aperto, apertissimo il portone a un terzo Jurassic World, e sarà letteralmente un Jurassic World. Perché dico questo?

Non ve lo dico e non è per gentilezza, per farvi un favore ed evitarvi degli spoiler nocivi. Non ve lo dico perché voglio che pure voi affrontiate un'esperienza survival come questa e lo scopriate da soli. Vi sfido ad arrivare alla fine vivi.
(voto 4,5/10)



Da zero a letto

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Per celebrare la fine dell'estate 2018, e festeggiare il fatto che di Baby K non sentiremo parlare e soprattutto non la sentiremo cantare almeno fino all'estate prossima, ecco a voi la nuova cover di Pensieri Cannibali.
Dopo Amore e Galbusera di Takagi & Cannibal ft. Giusy Ferrero Rocher, questa è Da zero a letto di Baby K & Cannibal K.

ATTENZIONE SPOILER:è un pochino volgare


Da zero a letto
Testo: Cannibal K
Canta: Baby K


Yo, Baby K
Yo, Cannibal K

Ho perso il conto di quante seghe ti fai
quanti pipponi senza da Pornhub staccarti mai
io cerco il mare mentre tu mi chiedi “Me la dai?”
quest'estate 'ndo vai se la banana non ce l'hai?
Faccio di tutto
lo prendo in bocca e lo succhio (eh)
L'ultimo soffocone in aereo
ma prima una sveltina a Orio al Serio
foto con hashtag #vivaleros
e viva le mammelle mammelle

Porta la mano giù e il tuo pisellino tocca
pensa a un posto pieno di sorca
'o famo anche su una ruota
questa notte è nostra
peccato che trombi veloce come il vento
sei da zero a letto

Porta la mano giù e la mia vagina tocca
sono una gran porca
'o famo anche su una ruota
questa notte è nostra
peccato che trombi veloce come il vento
sei da zero a letto (zero a letto)
da zero a letto (zero a letto)

OOOOO-OH-OH-OH-OH-OH-OH
OH-OH-OH-OH-OH-OH
OH-OH-OH-OH-OH-OH

Maracarfagna, sei del mattino
un cappuccino e mi chiedi un pompino
hola pappone, no soy una puta
solo perché c'ho delle belle mammelle mammelle

Altro porno festino, bordello pure in frigo
quanto so' figa, capisci che dico?
Sarai un aborto di cui non mi pentirò
ma c'ho proprio delle belle mammelle mammelle (rrrraat)

Porto a casa uno straniero
mi sono fatta tutti anche ad Alghero
a letto tu sei proprio uno zero
e io invece c'ho delle belle mammelle mammelle

Porta la mano giù e il tuo pisellino tocca
pensa a un posto pieno di sorca
'o famo anche su una ruota
questa notte è nostra
peccato che trombi veloce come il vento
sei da zero a letto

Porta la mano giù e la mia vagina tocca
sono una gran porca
'o famo anche su una ruota
questa notte è nostra
peccato che trombi veloce come il vento
sei da zero a letto (zero a letto)
da zero a letto (zero a letto)

OOOOO-OH-OH-OH-OH-OH-OH
OH-OH-OH-OH-OH-OH
OH-OH-OH-OH-OH-OH

Salto sulle palle della gente
ma non voglio esser sbattuta come una troietta tra le tante
se fuori c'è qualcuno che una canna si accende
la mia sarà un'estate che non ricorderò per niente

Salto sulle palle della gente
ma non voglio esser sbattuta come una troietta tra le tante
sono una musica che ha proprio rotto le balle
grazie a Dio le canzoni estive non durano per sempre

Viva le mammelle mammelle!

Porta la mano giù e il tuo pisellino tocca
pensa a un posto pieno di sorca
'o famo anche su una ruota
questa notte è nostra
peccato che trombi veloce come il vento
sei da zero a letto

Porta la mano giù e la mia vagina tocca
sono una gran porca
'o famo anche su una ruota
questa notte è nostra
peccato che trombi veloce come il vento
sei da zero a letto (zero a letto)
da zero a letto (zero a letto)

OOOOO-OH-OH-OH-OH-OH-OH
OH-OH-OH-OH-OH-OH
OH-OH-OH-OH-OH-OH





Dogman, il film premiato al Festival di Cane

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Dogman
Regia: Matteo Garrone
Cast: Marcello Fonte, Edoardo Pesce, Francesco Acquaroli, Aniello Arena, Adamo Dionisi, Alida Baldari Calabria

































(voto 8/10)


L'uomo che uccise Don Chisciotte e i blogger che uccisero il cinema

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C'è chi lotta contro i mulini a vento, come Don Chisciotte, e chi come me lotta contro James Ford. A ciascuno il suo.
Anche questa settimana l'eterna lotta tra il Bene (cioè il sottoscritto Cannibal Kid) e il Male (cioè lui) si ripete all'interno della rubrica sulle uscite nei cinema italici. E anche questa settimana c'è un nuovo ospite che prova a mettersi in mezzo alle nostre risse verbali. In questa puntata è il turno di...

Guido Mastroianni, attore e regista teatrale, entertainer e anche autore del blog Guimas Box Office, ultimamente un po' trascurato ahi ahi ahi, ma che vi consiglio di seguire comunque, spronando l'autore a pubblicare di più. Intanto potete sentire la sua voce, o meglio leggere la sua penna, qui su Pensieri Cannibali.


L’UOMO CHE UCCISE DON CHISCIOTTE
"Terry Gilliam c'ha messo vent'anni a girare un film... e allora il PD?"

Guido: Nessun film ha avuto una lavorazione più lunga de L’Uomo che uccise don Chisciotte, cominciata nel lontano 1998 e proseguita con la realizzazione del documentario Lost in La Mancha, in cui il regista Terry Gilliam racconta le peripezie che la produzione ha dovuto fronteggiare. Tantissimi gli attori che si sono alternati sul set in questi 20 anni, da Johnny Depp a Ewan McGregor, passando per Vanessa Paradis (che riesce a fare solo la prova costumi) e John Hurt, ma l’hanno spuntata un ritrovato (e straordinariamente in parte) Jonathan Pryce ed un sempre più prezzemolino Adam Driver. Normale che l’attesa per questo film così sfortunato sia alle stelle, soprattutto per chi, come me, è sempre rimasto affascinato dal cinema visionario di Gilliam. Il trailer promette una scanzonata riflessione sulla necessità di mantenere un pizzico di follia nella nostra vita.
Cannibal Kid: Soltanto quel lumacone di Mr. Ford ci avrebbe messo più tempo a fare un film! Per farsi perdonare di cotanta attesa Terry Gilliam – che poi non è manco colpa sua – dovrà tirare fuori almeno un capolavoro. Per quanto mi riguarda, nel corso della sua carriera ce l'ha fatta in un caso, con lo spettacoloso L'esercito delle 12 scimmie, ma anche i suoi altri lavori bene o male mi sono sempre piaciuti. Persino Tideland, uno dei film più odiati da Ford. Il motivo? Non c'ha capito una cippa.
Ford: ho sempre amato Gilliam dai tempi dei Monty Phyton, e l'ho trovato un personaggio degno di nota anche quando ho avuto modo di conoscerlo qualche anno fa. Fatta eccezione per il terribile Tideland, tutti i suoi film mi hanno sempre conquistato, dunque spero vivamente che questo Don Chisciotte, personaggio perfetto per il regista inglese. renda giustizia all'attesa e non ai radical come Peppa Kid.


BLACKkKLANSMAN
"Guarda, qui c'è il titolo del nostro film."
"E' quasi più assurdo di un titolo a caso di Pensieri Cannibali."

Guido: Ritorna Spike Lee in questa comedy intrisa di humour nero ispirata ad una f****a storia vera (citazione dal trailer). Protagonista anche di questo film il lanciatissimo Adam Driver che, dopo Star Wars, sembra non sbagliare un film. Discriminazione razziale nell’America anni ’70 combattuta a suon di battute al vetriolo da un poliziotto di colore (John David Washington che potrebbe avere la consacrazione definitiva) in combutta con un piedipiatti di colore per uno script che promette benissimo. Sicuramente da vedere per devozione a Spike Lee, ma il film potrebbe riservarci delle belle sorprese.
Cannibal Kid: Adam Driver questa settimana vuole far recitare anche gli altri, oppure ha deciso di comparire in tutti i film? Manco io quanto pubblicavo uno o più di un post al giorno ero tanto impegnato!
Quanto alla pellicola in questione, a parte il fatto che non riesco a pronunciare o a scrivere il suo titolo, penso che possa rivelarsi come uno dei filmoni dell'anno. La sceneggiatura pare sia spettacolare e per me la sceneggiatura, insieme alla colonna sonora, è la cosa più importante di un film. Vabbè ok, insieme anche alla figa e in questo senso speriamo che Laura Harrier non deluda. E che non deluda manco Spike Lee, uno che potrebbe mettere d'accordo sia me, che Ford, che Guido.
Ford: Spike Lee è un altro regista che ha sempre avuto il mio rispetto, non fosse che dopo aver sfornato due filmoni totali come La 25ma ora e Inside man ha finito per perdersi parecchio via. Che questo sia il segno del suo grande ritorno? Lo spero, anche perché mi pare che la sceneggiatura sia potenzialmente una bomba. Speriamo bene, anche se questo potrebbe significare essere d'accordo con Peppa Kid.


RICCHI DI FANTASIA
"Sabrì, lo vedi questo falò?"
"Sì Sergio, sò burina ma mica cieca."
"Bene, l'ha appiccato Cannibal con il libro scritto da Ford."
"Ah, ecco a cosa serve!"

Guido: Ecco la prima commedia italiana della stagione che vede il ritorno di Sergio Castellitto al genere e una ritrovata Sabrina Ferilli che, nonostante quello che dicano i suoi detrattori, è dotata di una certa vis comica che la rende la protagonista ideale di una certa tipologia di cinema nostrano (ricordate Virzì?!). Dite quello che volete, ma a me quest’inedita accoppiata solletica non poco la fantasia. Certo, la trama non è delle più originali, addirittura sembra omaggiare un certo cinema italico degli anni ’70, ma il film potrebbe funzionare anche grazie ad un cast di comprimari che comprende Valeria Fabrizi, Antonio Catania, Gianfranco Gallo e Paolo Calabresi.
Cannibal Kid: Nei confronti sia di Castellitto che della Ferilli ho sempre delle aspettative bassissime. Sarà per questo che, in pratica tutte le volte che ho visto dei loro film, mi hanno sorpreso in positivo. Pure in questo caso la voglia di vedere una commedia con loro due protagonisti che pare ben poco ricca di fantasia non abita di casa, ma ho il presentimento che, se un giorno per caso decidessi di guardarla, potrebbe stupirmi. Cosa che Ford sapeva fare, ma solo in negativo, e negli ultimi tempi manco più quello.
Ford: nei confronti della commedia all'italiana recente sono sempre parecchio dubbioso, e non amo particolarmente nè Castellitto nè la Ferilli. Eppure, considerate le sorprese che sono state alcune produzioni nostrane passate su questi schermi nell'ultimo periodo, potrei perfino decidere di lanciarmi in una scommessa che soltanto qualche mese fa non mi sarei neppure sognato di fare. Staremo a vedere.

GIRL
"Sbrighiamoci a fare la foto, prima che arrivi Cannibal con la calzamaglia che gli ha regalato Patalice e ce la rovini."

Guido: Una sorpresa dal Belgio, Girl racconta la struggente storia di un ragazzo che sogna di diventare una ballerina professionista ma prima deve liberarsi dalla trappola fisica e psicologica a cui il suo corpo da uomo lo costringe. Praticamente The Danish Girl riveduto ed ambientato ai giorni nostri, per un film che potrebbe andare bene ai festival ma che forse faticherà a trovare spazio nelle sale del nostro Paese senza un adeguato sostegno mediatico.
Cannibal Kid: Questo film era stato considerato da molti come la vera rivelazione dell'ultimo Festival di Cannes, ora è stato selezionato come rappresentante del Belgio ai prossimi Oscar e, dopo lo splendido Chiamami col tuo nome e l'un pochino deludente Tuo, Simon, potrebbe essere la conferma del cinema a tematica “queer” come tendenza forte dell'anno. Un'altra ragione per vederlo? Racconta la storia di un ragazzo che sogna di diventare una ballerina. Quindi è la mia storia, vero Ford?
Ford: pensavo che la tua storia fosse quella di un ragazzo che voleva diventare un Coniglione gigante, ma forse la questione "animali" non è stata ancora sdoganata abbastanza. Ad ogni modo, titolo potenzialmente molto interessante che, se si dimostrasse d'Autore e non radical, potrebbe perfino aspirare ad essere una delle sorprese di questa parte finale dell'anno, che necessita di titoli forti almeno quanto Cannibal di gusto cinematografico.


SEI ANCORA QUI - I STILL SEE YOU
"Cazzo, con questo look sembro ancora più dark di Cannibal."

Guido: Un po’ Twilight, un po’ the Conjuring, la domanda che mi pongo è: ma quanti horror adolescenziali vengono realizzati a Hollywood? Trama pasticciata ed effetto déjà-vu sin dalle prime immagini del trailer per un filmetto di serie B che, onestamente, non vedrei neanche se fosse l’ultimo dvd rimasto sulla Terra. Wes Craven, perdonali perché non sanno quello che fanno.
Cannibal Kid: Guido, ma che dici? Di horror adolescenziali non ne vengono più realizzati così tanti, soprattutto da quando al cinema ci vanno solo vecchi e bambini, ovvero la famiglia Ford, mentre noi ggiovani ormai guardiamo solo le robe in streaming. Detto questo, il film sarà una probabile porcatona, che però io mi guarderò di sicuro. Non posso mica perdermi Bella Thorne che fa la finto dark-alternativa, un po' come lo faccio io. Vero Ford? Questa settimana mi sto massacrando già da solo, quindi tu cosa ti inventerai per pigliarmi per il culo?
Ford: posso inventarmi che, per vedere Bella Thorne finto dark-alternativa, potrei anche fare lo sforzo di vedere questa porcatona. Che facciamo, andiamo al Cinema insieme?

"Cazzo, Ford. Sei ancora qui?"


MIO FIGLIO
"Signor Mastroianni, è vero che lei ha partecipato alla rubrica sulle uscite di Ford e Cannibal?"
"Sì, è vero."
"In tal caso, temo che non potremo lasciarla andare senza ulteriori accertamenti."

Guido: Diciamo pure che i francesi e la tensione narrativa non sono mai andati molto d’accordo, quindi fatico a pensare che un thriller girato oltralpe mi faccia restare incollato alla poltrona. Poco e nulla si evince dal trailer (e non sempre questo è un bene), nonostante Guillaume Canet sia uno degli attori più interessanti del cinema francese. Mi ritiro per deliberare.
Cannibal Kid: I francesi sanno fare tutto. D'altra parte hanno inventato il cinema e sono gli attuali campioni del mondo. Per quanto mi riguarda, sanno fare pure i thriller, checché ne dica Guido, che presto riceverà in casa la visita di una pattuglia della Germanderie. E poi vediamo se pensa ancora che i francesi e la tensione non vanno d'accordo, uahahah!
Quanto al film, spero sia un thriller coi fiocchi, e non un drammone paternalistico strappalacrime perfetto per Puff Daddy Ford, o per J-Ax. Ma l'avete sentita la sua nuova paraculissima canzone “Tutto tua madre”? Ford, il testo gliel'ha scritto tu?
Ford: purtroppo no, anche se ovviamente a me piace tantissimo. Ahahahahah! J-Ax a parte, per una volta mi trovo d'accordo con Cannibal, considerato che ricordo diversi thriller francesi molto buoni, che si tratti di titoli più sofisticati come Sulle mie labbra o tamarri come Nido di vespe. Dunque, altro film potenzialmente interessante per una settimana stranamente potenzialmente interessante.

LA CASA DEI LIBRI

Guido: Amo leggere, amo le librerie ed amo il cinema spagnolo, così eccentrico e non curante delle regole. Un trailer che intriga dalla sua prima visione per una commedia dolceamara che parla di rivalità, passioni e legami. Il rischio “polpettone-alert” è dietro l’angolo ma La Casa dei Libri potrebbe riservarci delle belle sorprese. Sicuramente piacerà alle attempate frequentatrici delle sale della domenica pomeriggio.
Cannibal Kid: Non sono un topo da libreria come Guido, non amo particolarmente il cinema spagnolo, non quanto quello francese se non altro, e questo mi sembra il classico polpettone da tè delle 5. Io – e credo anche Ford – lasciamo Guido alla visione insieme a qualche attempata signora. E sono stato ancora gentile a dire attempata.
Ford: per quanto non abbia più tempo come prima anch'io amo leggere, la Spagna più della Francia e via discorrendo, ma mi trovo costretto ancora una volta a mettermi dalla parte dell'insolitamente non pusillanime Cannibal per evitare una visione che ha davvero tanto il sapore della merenda delle cinque.

"Signor Mastroianni, benvenuto al nostro tè delle 5."
"Aspettiamo anche Ford e Cannibal? Tanto lo so che alla fine vengono pure loro..."


TUTTI IN PIEDI
"...e mentre quei tre bloggers da strapazzo prendono il tè, noi brindiamo seriamente!"

Guido: Sesso e amore politicamente scorretto per una commedia francese che strizza l’occhio al campione di incassi Quasi Amici. Il protagonista di Tutti in Piedi è un dongiovanni senza scrupoli che non esita a mentire spudoratamente per conquistare una nuova preda. La situazione si complica quando fa credere ad una donna invalida di essere costretto anche lui su una sedia a rotelle. Trailer frizzante e divertente, per un film che cavalca l’onda del successo delle commedie d’oltralpe.
Cannibal Kid: Questa settimana i film mi sembrano stranamente tutti guardabili o quasi. Anche questa particolare commedia francese, che poi ormai così particolare rischia di non essere. Intitolare Tutti in piedi un film con protagonista femminile una donna paraplegica comunque è una scelta decisamente coraggiosa e inaspettata. Un po' come lo sarebbe intitolare “Dì una cosa furba” un film con protagonista Mr. Ford.
Ford: trailer molto divertente che invoglia la visione di una commedia tipicamente francese in senso buono. Niente radicalchicchismi ed una certa comicità sociale intelligente. Strano, in questo senso, che possa attirare l'attenzione del mio finto giovane rivale: un pò come strano è che Guido sia giunto fin qui ancora sopportandoci.


Serial Killer, la nuova spietata rubrica sulle serie TV - Settembre 2018

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C'è una nuova rubrica in città. No, non guardate per le strade del posto in cui abitate. Era solo un modo di dire. Era solo un modo per dire che c'è una nuova rubrica qui su Pensieri Cannibali. Non si era capito? Ok, allora come non detto.

Serial Killer è la nuova rubrica sulle serie TV che ogni mese proverà a fare un (più o meno) veloce punto della situazione su quanto passato sul piccolo schermo da queste parti. Seguendo la scia della rubrica musicale, quindi scopiazzandola un po', ci sarà spazio per i top e i flop mensili, più le serie così così del mese, più qualche rubrichetta per rendere le cose più interessanti. Il tutto tenendo a mente che la stagione televisiva è un po' come il campionato di calcio. Un mese una squadra... pardon, una serie può essere tra i top e un altro mese ritrovarsi tra i flop.

Vi state chiedendo perché la rubrica si chiama proprio Serial Killer?
Perché sarà più spietata possibile nei confronti dei poveri indifesi serial...
Almeno con alcuni. Con altri userò i guanti di velluto. Forse.


Serie Top del mese

The First

Come iniziare la rubrica, se non con una serie che si chiama The First?
Vi viene per caso in mente The First Man, ovvero il nuovo imminente film di Damien Chazelle con Ryan Gosling nei panni di Neil Armstrong, il primo uomo che ha messo piede sulla Luna?
Beh, qui in effetti la storia non è troppo diversa. Solo che questa volta la vicenda è di fiction e immagina un futuro imminente, quasi quanto l'uscita de Il primo uomo nei cinema italiani, in cui l'uomo sta per andare su Marte. A chi spetterà il compito? A Sean Penn, per lo meno se ce la farà.
La storie spaziali non vi gasano più di tanto?
Nemmeno a me, però questa è una serie poco fantascientifica e molto umana. Più incentrata e concentrata sui personaggi che non sulle cazzate sci-fi. Il protagonista interpretato da uno Sean Penn che a 58 anni esibisce un fisicaccio paura da fare invidia a quello di chiunque di qualunque età, o se non altro a un 36enne come me, c'è da dire che non è il massimo della simpatia, e in generale nessuno dei personaggi lo è. Compresa la figlia pittrice tossica in rehab di Sean Penn, interpretata da Anna Jacoby-Heron, giovane attrice lanciata dalla serie teen Finding Carter, nei cui confronti pronto un contrastante sentimento di attrazione-repulsione.


Eppure in qualche modo le loro vicende personali molto terrene, i loro tormenti esistenziali e i loro fantasmi del passato, appassionano più delle vicende spaziali. E la nuova serie di Beau Willimon, già creatore di House of Cards, pur con il suo stile algido fa venire voglia, se non di imbarcarsi per una missione su Marte, di intraprendere un bollente viaggio (almeno) fino alla fine della stagione.


Maniac


La mia reazione dopo i primi 3 episodi di Maniac


La mia reazione dopo il quarto episodio di Maniac


La mia reazione dopo aver visto Jonah Hill dimagrito in Maniac


La mia reazione ogni volta che Emma Stone compare in Maniac


La mia reazione alla fine di Maniac


Vanity Fair

Ci sono serie che uso per addormentarmi. Quelle che seguo senza una grande passione e guardicchio mentre cerco di abbioccarmi. È così – lo confesso – che avevo iniziato Vanity Fair, serie in costume tratta dall'omonima rivista dal romanzo La fiera della vanità, scritto da William Makepeace Thackeray e pubblicato nel 1848. Pensavo fosse una di quelle produzioni made in Britain di qualità ma mediamente noiose perfette per prendere sonno. Invece no. Vanity Fair è una serie brillante, divertente, moderna, o meglio post-moderna. Non siamo ai livelli di un Baz Luhrmann, ma c'è comunque qualche tocco in grado di trasformare una vicenda che sembrerebbe ancorata al passato in una visione decisamente attuale. Merito di una colonna sonora in stile Marie Antoinette non invadente che sa sorprendere al momento e al punto giusto, come quando partono le note di “Material Girl” di Madonna, merito di un tocco ironico ben presente, e merito degli sguardi in camera della folgorante protagonista, Olivia Cooke, vedi rubrichetta sotto.


You

Altra sorpresa del mese. You è una serie che parte come la classica romcom boy meets girl, con l'incontro tra un topo di biblioteca e una topa bionda aspirante scrittrice finto radical-chic, e poi ben presto si trasforma in qualcos'altro. In un thrillerino-stalkerino di quelli che piacciono a me, con un Penn Badgley che fa dimenticare la parte del petulante Dan “sono il nuovo Salinger” Humphrey e si propone qui come un incrocio tra Patrick Bateman di American Psycho e A delle Pretty Little Liars.

Ci sono alcuni elementi parecchio trash e anche piuttosto inverosimili, come la protagonista che scopa e si masturba tranquillamente davanti alla finestra in una casa senza tende a beneficio del suo stalker, ma – hey – questo è pur sempre un thrillerino-stalkerino scemo e quindi certe cose possono – anzi devono – succedere. E così il guilty pleasure dell'autunno è bell'e che servito.


BoJack Horseman

BoJack Horseman è una delle poche certezze della mia vita. Detta così, può suonare come una cosa triste e forse un po' lo è. Così come lo è la vita dei protagonisti della serie. È per questo che mi/ci piace così tanto. BoJack è lo speccho animale in cui ci riflettiamo e che ci fa riflettere sulle nostre esistenze come poche altre produzioni in circolazione, animate o meno. La quinta stagione (che non ho ancora terminato) non delude le aspettative e anche a questo giro ci regala alcuni episodi fenomenali. Il capolavoro di quest'anno è il sesto episodio, una delle pagine più originali ed estreme nella storia della televisione e, se uno si aspetta che da lì in poi la qualità cali, la settima puntata tira subito fuori un'altra genialata e ci dà un'ulteriore conferma di come BoJack Horseman sia probabilmente la serie meglio scritta di sempre. Non solo tra quelle animate.



Serie Così Così del mese

Mayans M.C.

La domanda che in questi giorni si stanno facendo tutti, o almeno tutti i fan di Sons of Anarchy, è: Mayans sì, o Mayans no?
Dopo la puntata pilota, per quanto mi riguarda era un deciso sì, visto che suonava come una piacevole versione cover in chiave latino-americana di Sons of Anarchy e, pur riecheggiando fortemente la serie originale, riusciva a gettare le basi per una produzione del tutto indipendente, con un'atmosfera, sapori e musiche propri. Con i due episodi successivi però l'entusiasmo iniziale è rapidamente scemato, le storie sanno di già visto e già sentito, e soprattutto i personaggi faticano a carburare. Il protagonista EZ, interpretato dal valido J.D. Pardo, ha tutte le carte in regola per diventare la copia latina di Jax, Miguel Galindo (un ottimo Danny Pino) sembra un villain tormentato coi fiocchi e la bella di turno è Sarah Bolger, irlandese che con le atmosfere latine della serie non c'azzecca granché, ma è sempre un bel vedere. Gli ingredienti per una bella corsa ci sono insomma tutti, adesso bisogna solo schiacciare il pedale sull'acceleratore, cosa che al Sam Crow riusciva in maniera magistrale.


Kidding

Una serie diretta da Michel Gondry con protagonista Jim Carrey, che segna la loro reunion dopo lo splendido Se mi lasci ti cancello, e non si trova tra i top del mese? Are you kidding me?


Invece è proprio così. Kidding è una serie stralunata di quelle in perfetto stile Gondry. Eppure qualcosa non funziona. Si potrebbe pensare che il formato di episodi da mezz'oretta l'uno non siano l'ideale per il regista francese, ma Michel Gondry ha dimostrato di essere a suo agio eccome anche con i formati brevi, si vedano i suoi numerosi videoclip e anche spot pubblicitari capolavoro. Cosa c'è allora che non va?

Il personaggio interpretato da Jim Carrey è davvero insopportabile. È il classico tipo troppo buono per essere vero, un incrocio tra Ned Flanders e il conduttore della Melevisione. Non a caso pure lui è la star di una trasmissione per bambini con pupazzi e gente in costume. Alla fine dell'episodio pilota sembra che ci possa essere una sua svolta “cattiva” e invece... niente, nella seconda puntata torna a essere fastidioso come pochi. Se persino il suo figlioletto lo bullizza, cosa dovremmo fare noi telespettatori?


Shameless
"Non hai visto l'ultima puntata di Shameless???"

"Sono in carcere. L'unica cosa che ci fanno vedere qui è Orange Is the New Black. E ogni tanto Prison Break e Oz."

Sempre bello Shameless, eh. È una delle serie cui sono più affezionato e dopo 9 stagioni continuo a seguirla e non sto ancora pensando di abbandonarla. Cosa che per me è un record assoluto. Non credo di aver mai seguito così tante stagioni di una serie sola. C'è però da dire che qualche segnale di cedimento lo sta dando. Eccome. Le vicende di V e Kev ormai sono sempre più inutili, Gay Jesus si sta trasformando in qualcosa di troppo assurdo, Carl in versione G.I. Joe avrebbe anche stufato, Frank ormai è la parodia di se stesso, le vicissitudini lavorative di Deb sono interessanti quanto una puntata di Forum, Lip con le sue vicende da tormentato (ex) alcolizzato resta forse l'unico ancora abbastanza appassionante, mentre persino Fiona/Emmy Rossum, che abbandonerà la serie al termine di questa stagione, comincia a stufare. Più che altro perché si mette ogni volta con un tipo più odioso del precedente. Il suo ultimo boyfriend Ford, interpretato da Richard Flood (nella vita reale marito dell'attrice italiana Gabriella Pession) non lo reggo proprio. È l'ultima stagione di Fiona, volete davvero far finire la sua storyline in compagnia di questo tizio saputello che la tratta come una povera minkiona? Che tristezza.




Serie Flop del mese

American Horror Story: Apocalypse

Con Ryan Murphy le mezze misure non valgono. O fa delle robe noiose che non riesco a reggere, come Feud e la recente sopravvalutata American Crime Story: The Assassination of Gianni Versace, inspiegabilmente premiata agli Emmy Awards 2018, o fa delle robe che adoro con tutto me stesso, come Nip/Tuck, Scream Queens e la nuova Pose. Da che parte si piazza la nona stagione della sua più longeva creatura, American Horror Story?
Purtroppo nella prima. Anzi, non per essere apocalittici, ma rischia di essere nettamente la cosa peggiore che abbia mai fatto nella sua carriera. E sì che nel suo curriculum Murphy “vanta” pure la regia di Mangia prega ama. AHS: Apocalypse è una stronzata apocalittica. Non c'è altro modo di definirla. L'inizio sembra l'incrocio tra un film della saga di Sharknado, uno di quelli peggiori (cioè in pratica tutti tranne il primo), e una pellicola brutta di Roland Emmerich, una di quelle peggiori (cioè in pratica tutte tranne The Day After Tomorrow - L'alba del giorno dopo). Dopodiché si prosegue con una storiella claustrofobica che mette un gruppo di personaggi tra i più ridicoli e idoti mai visti dentro una specie di Grande Fratello post-apocalittico. Va bene il trash, quando diverte, ma quando annoia come in questo caso si scade solo nel ridicolo. Sorry, Ryan Murphy, però questa volta hai toppato, o meglio floppato di brutto.

"Mi stai davvero chiedendo se sono il personaggio più ridicolo nella storia di AHS, e forse della TV tutta?
Ma certo che sì, che domande!"


The Innocents

Prendete Twilight, trasferitelo nella campagna britannica, togliete i vampiri e mettete al loro posto i mutaforme (ma che davero?) e avrete ottenuto The Innocents, una nuova serie teen fantasy che, se solo non si prendesse così dannatamente sul serio, potrebbe anche essere un gustoso guilty pleasure. Invece no. Invece la seriosità del tutto fa affogare la produzione made in Britain nella noia noi poveri innocenti telespettatori che speravamo di vedere una puttanatina fantasy-adolescenziale gradevole.


The Purge

La notte del giudizio era un film che partiva da uno spunto geniale: per una notte all'anno, la gente può uccidere e commettere qualunque crimine voglia restando impunito. Una notte appena all'anno, una specie di versione hardcore di Halloween. Uno degli spunti più geniali che il genere thriller-horror abbia regalato negli ultimi tempi, ammettiamolo. Come tutte le buone idee, anche questa è stata sfruttata e replicata il più possibile, il tutto in un tempo incredibilmente rapido. Dall'uscita del primo The Purge cinematografico nel 2013 a oggi sono arrivati nei cinema due sequel e un prequel e ora in TV una serie.
Ok, idea iniziale geniale, però ora ha rotto il cazzo. Soprattutto quando i protagonisti sono un gruppo di personaggi dal carisma pari a quello del premier Conte, interpretati da un cast di attori di serie C, dove la star di turno è William Baldwin, anche noto come il Baldwin scarso, e sì che già pure gli altri Baldwin a me non è che facciano impazzire. Ci sarebbe proprio bisogno di una notte del giudizio. Anche per fare fuori serie come questa.


Disincanto

Riguardo a Disincanto, la nuova poco incantevole creatura animata del paparino dei Simpsons Matt Groening, non ho bisogno di dire niente. Questo commento pescato su Twitter riflette alla perfezione ciò che penso.




Performer of the Month
Olivia Cooke (Vanity Fair)

Finalmente! In Vanity Fair, a Olivia Cooke finalmente non hanno affidato la parte della malaticcia/sfigata di turno, come in Bates Motel, Quel fantastico peggior anno della mia vita e Ready Player One. Nei panni della scaltra Miss Sharp, Material Girl ante litteram che cerca di farsi strada nell'élite britannica, l'attrice 24enne è un'autentica folgorazione. Well done, girl.


Cotta del mese
Elizabeth Lail (You)

Nella serie You (vedi sopra) chi è la “vittima” delle attenzioni di Penn Badgley?
La bella stalkerata di turno è Elizabeth Lail, già interprete di Anna di Frozen nella serie TV Once Upon a Time. Se fossi uno stalker, penso che pure io sceglierei lei. Già che ci sono, quasi quasi comincio a stalkerarla seguirla su Insta...



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Episodio Top del mese
BoJack Horseman "Churro gratis (Free Churro)" - stagione 5, episodio 6

Devo anche stare a spiegare perché?


Spazio vintage
My So-Called Life

Oltre alle novità del mese, nella rubrica Serial Killer c'è spazio pure per gettare uno sguardo al passato, con una serie “vecchia” che Pensieri Cannibali vi consiglia di recuperare. E da cosa partire se non da un telefilm adolescenziale, specialità di casa di questo blog?
My So-Called Life per altro non è un telefilm adolescenziale qualunque. È un po' il capostipite delle serie teen moderne. Meno superficiale e glamour rispetto a Beverly Hills 90210, The O.C. e Gossip Girl, e meno naïve rispetto a Dawson's Creek, questo sottovalutato gioiellino sopravvissuto appena una stagione e che nel cast vanta Claire Danes e Jared Leto, nella sua depressione adolescenziale molto grunge e tipicamente anni '90 è stato una splendida anticipazione del #mainagioia esistenziale di serie teen come Tredici - 13 Reasons Why ed Everything Sucks, ma se vogliamo anche dei vari Dr. House, Mad Men e BoJack Horseman. Non lo conoscete, non l'avete mai visto?
Recuperate, gente, recuperate.


La musica di settembre 2018 (scusate, non ho trovato titoli migliori e ora è pure ottobre)

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È finito settembre e questo significa che i tormentoni estivi stanno per sparire dalla circolazione, nonostante quest'anno, con le temperature ancora alte, siano più duri a morire del solito. E significa inoltre che i grandi nomi della scena nazionale e internazionale stanno tornando appunto in scena. Cosa non necessariamente troppo positiva, visto che molti artisti affermati ormai sono come i i cinecomics e i blockbusteroni americani: ogni tanto sbucano fuori per battere cassa, ma i loro ultimi lavori sono tutt'altro che fenomenali e originali.

Detto ciò, andiamo a vedere i flop, i top e le rubrichette varie presenti all'interno della rubrica musicale di Pensieri Cannibali dell'ultimo mese.


Flop del mese

5. Avril Lavigne

Ho amato Avril Lavigne fin dal primo istante in cui l'ho vista e l'ho sentita nel video della sua prima hit, “Complicated”. Dopo la malattia di Lyme che l'ha colpita negli ultimi anni e l'ha quasi uccisa, adesso è finalmente tornata con della musica nuova. Ero già pronto a esaltare come se non ci fosse un domani “Head Above Water”, il primo singolo che anticipa il suo sesto omonimo album, da buon fanboy quale sono, o quale ero... peccato che non mi esalti particolarmente. Troppo epico, troppo enfatico, troppo religioso. Capisco che la leggerezza di pezzi come “Girlfriend” era impensabile dopo il tragico periodo che l'ha colpita, però questa ballatona melodrammatica quasi alla Céline Dion non le si addice proprio. Avril, adesso che sei tornata a stare bene fisicamente, torna anche la cazzona che eri, please!




4. Eminem

Come Avril, Eminem è un altro nome di cui mi piange il cuore a parlare male. Con la musica di entrambi ci sono cresciuto e adesso non è per fare il solito nostalgico dei bei tempi andati, però tutti e due purtroppo oggi non riescono a entusiasmarmi come una volta. C'era una tempo in cui Eminem era un vero spasso da sentire, con tutte le sue vocine, i suoi versi, le sue rime bastarde. Dopo il pessimo “Revival” uscito lo scorso anno, il 31 agosto Marshall Mathers ha lanciato a sorpresa come un kamikaze il suo nuovo album “Kamikaze”. Senza ospiti di prestigio come Beyoncé ed Ed Sheeran, questa sembrava la volta buona per recuperare l'urgenza espressiva, la freschezza e la cattiveria del passato. In parte è così, almeno nelle intenzioni, solo che il risultato è un disco privo di pezzi capaci di lasciare un segno. Ritenta, Em, sarai più fortunato.




3. Imagine Dragons

Gli Imagine Dragons adesso si sono messi a scrivere canzoni edificanti e buoniste su commissione per la Disney. E queste sarebbero le rockstar tormentate di oggi?
Ralph Spaccattutto, dagli una bella mano di botte a questi, che ne hanno bisogno.




2. J-Ax

Una volta J-Ax rappava di pippe e poppe. Adesso canta di pappe e poppate.
Indovinate un po' quale delle sue due versioni preferisco?




1. Alessandra Amoroso

Un dubbio esistenziale mi tormenta, anche se mai quanto loro: è più fastidiosa la voce di Giusy Ferreri o quella di Alessandra Amoroso?





Top del mese

9. WSTR

Vi piaceva il pop-punk scanzonato di Sum 41 e blink-182?
Ecco a voi i WSTR, un gruppo inglese che riprende in modo efficace quella “gloriosa” tradizione.



8. Panic! at the Disco

Correva l'anno 2006 e i Panic! At the Disco grazie al singolone "I Write Sins Not Tragedies" erano appena diventati uno dei nomi di punta della scena emo. Una scena tanto criticata ma che ci ha regalato qualche gruppo valido, come i My Chemical Romance e i Paramore, e qualche canzone che non era affatto male come si diceva all'epoca: “Monsoon” dei Tokio Hotel, per esempio.
Da allora tante cose sono cambiate, band come i My Chemical Romance manco esistono più anche se prima o poi credo torneranno, ed è cambiato pure il suono dei Panic! at the Disco, oggi più pop che mai e in grado di tirare fuori una hit molto radiofonica e one nation one station, ma anche molto esaltante, come “High Hopes”.




7. Bring Me the Horizon

Non sono mai stato un metallaro, però c'è un gruppo della scena più o meno metal recente che mi ha sempre gasato: i britannici Bring Me the Horizon. In attesa del loro nuovo album “Amo”, in arrivo a inizio 2019, hanno tirato fuori un singolo che si intitola “Mantra” e che, indovinate un po', è un vero e proprio mantra. Devastante e allo stesso tempo melodico. Perché la potenza è nulla senza controllo.




6. Salmo

Prima di essere un vero italiano, cerca di essere umano”.

Applausi per Salmo, Salmo, Salmo, Salmo, Salmo
applausi applausi 90 minuti di applausi per Salmo




5. Rosalía

Il celebre sito Pitchfork sostiene che la giovane cantante spagnola Rosalía ha dato una svolta moderna al flamenco. Ed è proprio così. Suona attuale e allo stesso tempo classica. Soprattutto, fa musica in spagnolo perfetta per chi odia il reggaeton.




4. Thegiornalisti

Toccatemi tutto, ma non i miei Thegiornalisti.
Ok, saranno anche ruffiani, radiofonici, commerciali e nazional-popolari fin che si vuole, ma un gruppo pop italiano così ce lo sognavamo dai tempi dello scioglimento dei Lùnapop. Una ferita ancora aperta.




3. Anna Calvi

È un peccato che Anna Calvi se ne sia uscita soltanto adesso con “Hunter”, il lynchianissimissimo singolo che dà anche il titolo al suo nuovo bellissimissimo album. Fosse arrivata qualche mese fa, David Lynch le avrebbe di certo regalato un'ospitata al The Bang Bang Bar nella terza stagione di Twin Peaks.




2. Lana Del Rey

Fan di Lana Del Rey, ovvero tutte le persone dotate di buon gusto in ascolto, ho una buona e una cattiva notizia per voi.
Quella cattiva è che il suo nuovo album non dovrebbe uscire prima del 2019.


Quella buona è che ci sono due buone notizie.


La prima è che è uscito il nuovo singolo “Mariners Apartment Complex” ed è un autentico incanto fuori dal tempo alla “Wicked Game” di Chris Isaak come solo lei oggi sa fare.



La seconda è che uscito anche un secondo nuovo singolo, “Venice Bitch”, un delicato trip di 9 minuti di inusitata dolcezza – nonostante il titolo della canzone – con cui trastullarsi fino all'arrivo del 2019.




1. Pale Waves

Più che un gruppo, i Pale Waves sono un sogno a occhi aperti. Almeno per chi ama le band dal look gotico, le atmosfere dark ma con un retrogusto pop, e il sound anni '80. I Pale Waves suonano come i Cure con Cyndi Lauper come cantante, ma con un'identità tutta propria. In altre parole: il loro album di debutto appena pubblicato "My Mind Makes Noises" sembra la versione musicale della prima stagione di Stranger Things.





Sgnacchera del mese
Dua Lipa

Che Dua Lipa sia figa non è certo una breaking news dell'ultim'ora. La novità è che nel nuovo video “Electricity” la popstar britannica di origini albanesi-kosovare sfoggia una inedita capigliatura ossigenata, e ciò crea un dilemma atroce: è meglio mora o bionda?

E ho un mancamento al solo pensiero di vedere una Dua Lipa con i capelli rossi...




Guilty Pleasure del mese
Dynoro & Gigi D'Agostino

Gigi D'Agostino è tornato! Quello del simbolo per eccellenza della musica dance tamarra anni '90 è un ritorno a metà, visto che il suo nuovo successo internazionale è stato realizzato in collaborazione con il dj lituano Dynoro e inoltre non è che sia un pezzo nuovo nuovo, bensì un brano che fonde insieme la canzone del 2012 “In My Mind” di Ivan Gough e Feenixpawl featuring Georgi Kay con “L'amour Toujours”, hit del 1999 dello stesso GG D'Ag. La cosa importante comunque è che la tamarraggine è di nuovo in mezzo a noi!




Movie Soundtrack
Joker


Il film sulle origini del Joker con protagonista Joaquin Phoenix non è ancora uscito, arriverà nei cinema soltanto nel 2019, e non ha nemmeno un trailer ufficiale, ma ha già una colonna sonora fighissima. O, se non altro, è splendida la canzone usata nella prima clip dal set del film rilasciata su Instagram dal regista Todd Phillips: “Laughing”, brano del 1969 dei The Guess Who.



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Serial Music
The First

Da una serie come The First, che racconta della prima missione umana su Marte, ci si aspetterebbero un sacco di scene nello spazio. Invece no. Le scene spaziali comunque non mancano e sono tutte molto terrene. Come il festino organizzato dalla figlia del protagonista Sean Penn sulle splendide note di Perfume Genius.




Video del mese
Riccardo Sinigallia

Riccardo Sinigallia è uno dei nostri migliori cantautori e nel video non si vede. Al suo posto ne combina di tutti i colori la rockstar Valerio Mastandrea, in un gran bel video che ha un buon sapore di cinema”. E se lo dice Vincenzo Mollica al TG1, chi sono io per dargli torto?




Spazio vintage
Lucio Battisti

Lo scorso 9 settembre si sono celebrati i 20 anni dalla scomparsa di Lucio Battisti. Io adesso non starò a dire quanto sia stato un genio e quanto sia stato importante per la musica italiana e tutte queste solite banalità che credo non apprezzasse particolarmente. Anche perché Vincenzo Mollica l'ho citato già qui sopra e quindi di frasi da Rai TV per oggi su Pensieri Cannibali se ne sono già sentite abbastanza. Mi limito a far parlare la sua musica.

Ok, questo è il momento in cui schiacciate play sul video qui sotto e la smettete di lamentarvi perché su Pensieri Cannibali non passa mai della buona musica.





Macchianera Internet Awards 2018: un voto che cambia la tua vita, o se non altro la mia

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Ci siamo. Pensieri Cannibali anche quest'anno è in corsa ai Macchianera Internet Awards 2018.
La mia reazione a questa settimana nomination, la quinta nella categoria di Miglior sito cinematografico, è stata più o meno quella che può avere Amy Adams quando viene candidata agli Oscar. Quella di una persona grata e onorata e felice e tutto quanto...


...ma che poi pochi istanti dopo si rende conto che tanto non vincerà.


È con questo spirito pieno di fiducia che vi chiedo il voto, promettendo in cambio di cambiarvi la vita. Se mi votate, giuro che la vostra vita sarà diversa. Avrete infatti perso un paio di minuti della vostra esistenza che avreste potuto usare in maniera molto migliore e più produttiva e che nessuno vi potrà mai ridare indietro. Nemmeno io. Non vi sentite già diversi?

Anche quest'anno la concorrenza nella categoria di Miglior sito cinematografico è parecchio agguerrita. Ci sono i soliti pezzi grossi come MYmovies, Coming Soon, BadTaste, Film TV e i vincitori dello scorso anno, I 400 calci. Mi sorprende che non sia presente un sito come Movieplayer, che pure io consulto quotidianamente, ed è quindi un onore ancora maggiore essere riuscito a entrare in top 10. Quest'anno inoltre ci sono anche alcune novità interessanti come Violetta Rocks, un blog simpatico e ggiovane che quasi quasi, se non fossi in gara, voterei.

Voi però non fatelo. Voi votate Pensieri Cannibali, che ne ha bisogno. Tanto Violetta Rocks ha già 82mila followers su Instagram, quindi non le serve il vostro voto. Io ne ho bisogno. Io!
L'obiettivo di quest'anno è, se non vincere cosa che vedo mooolto difficile, se non altro migliorare la decima posizione del 2017. Ce la facciamo quest'anno a portare Pensieri Cannibali a un onorevole nono posto?
Grazie in anticipo per il vostro caritatevole voto!


Visto che il regolamento dei Macchianera Internet Awards impone che “perché la scheda sia valida è necessario indicare una preferenza in almeno 10 categorie a tua scelta, altrimenti la scheda e TUTTI i voti in essa contenuti saranno automaticamente annullati”, qui di seguito trovate alcuni miei consigli di voto.

1 Miglior sito: Lercio
2 Miglior personaggio: Enrico Mentana
3 Personaggio rivelazione dell'anno: Ludovica Pagani
4 Miglior articolo o post: “Ho preso una decisione” (Enrico Mentana)
5 Miglior community: ItalianSubs
6 Miglior pagina Facebook: Adottare soluzioni punk per sopravvivere
7 Miglior tweeter: Lodovica Comello
8 Miglior creator - videomaker: Le Coliche
9 Miglior instagrammer: Camihawke
10 Miglior canale TV: Netflix
11 Miglior tramissione TV: E poi c'è Cattelan
12 Miglior sito televisivo: Subspedia
13 Miglior radio: Virgin Radio
14 Miglior trasmissione radio: Deejay chiama Italia
16 Miglior sito di news: Vice
17 Miglior battuta: “Se gli Italiani fossero davvero come li hanno descritti i fratelli Vanzina, a quest'ora avremmo al governo la Lega e i 5 Stelle.” (Vincenzo Scalfari per Kotiomkin)
18 Miglior sito di satira: Lercio
19 Miglior sito cinematografico: Pensieri Cannibali
20 Miglior sito musicale: Shades of Pop
21 Miglior sito letterario: Diario di una dipendenza
22 Miglior sito fashion & beauty: The Fashion Fruit
25 Miglior sito per genitori e bambini: The Walking Dad
26 Miglior sito divulgativo: Salvatore Aranzulla
28 Miglior sito LGBT: Zucchero sintattico
29 Miglior sito di viaggi: Poracci in viaggio
31 Miglior brand online: Netflix
33 Miglior disegnatore - vignettista: Zerocalcare
34 Miglior hashtag: #vedaunpolei



Per vostra informazione: la cerimonia di premiazione dei Macchianera Internet Awards 2018 si terrà a Perugia nell’ambito del programma della Festa della Rete la sera del 10 novembre 2018 presso l’Auditorium S. Francesco al Prato, Piazza S. Francesco al Prato, 06123 Perugia (PG).


Che vinca il peggiore!


Rubrica senza autore... senza un solo autore, bensì con tre

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L'illustre rubrica dedicata alle uscite cinematografiche settimanali questa settimana ospita un blogger che ormai è considerabile quasi come un ex blogger. Devo quindi iniziare tirandogli le orecchie e spronandolo a riprendere la scrittura il più presto possibile. Ha lasciato il suo blog fermo dal lontano 2014 ed è una cosa che non si fa. Come abbandonare cuccioli sull'autostrada. La sua assenza dalla blogosfera è talmente prolungata, che può essere considerato più scansafatiche del mio rivale e abituale co-conduttore di questa rubrica, Mr. James Ford in persona. Addirittura.

Adesso che l'ho caricato per bene, posso anche svelare di chi si tratta. Sto parlando di Antonio D'Astoli, autore (o dovrei dire ex autore?) dell'ottimo blog Alan Parker's Ride, in cui c'era un notevole spazio per B-movies, horror, pellicole di nicchia e opere di cui in pochi parlavano, e dove si faceva sempre qualche scoperta sorprendente e preziosa. È per questo che manca ed è per questo che gli chiedo, anzi gli intimo, di tornare ad aggiornarlo.

Detto ciò, cominciamo a rileggerlo qui in questo spazio, con i commenti ai film in arrivo in sala.


Venom
"Stammi lontano, che hai un aspetto, e pure un alito, peggio di quello di Ford!"

Antonio: Il leone delle uscite di questa settimana, in mezzo a tante pecorelle dormienti, anche se credo che quasi sicuramente Ford non sarà tra gli entusiasti dell'ennesino cine-comic. Ma che ci possiamo fare se il Cannibale ed io siamo più di bocca buona e non disdegniamo le opere che piacciono al popolo? Del regista mi fido ciecamente avendo diretto quel gioiellino malcompreso di Zombieland (d'altronde è l'unico che a questo giro ha qualche attinenza col genere horror) e che dire del protagonista Tom Hardy? Per lui sarebbe sufficiente una citazione per poi passare al prossimo film, ma voglio andare oltre e dire che è perfetto per la parte con la sua presenza granitica e quel volto che a tratti sembra dolce e compassionevole e in seguito sembra che ti voglia mangiare vivo, giusto per far capire meglio che ci troviamo di fronte ad una nuova versione di Dr Jekyll e Mr Hyde. Dal mio punto di vista è difficile che Venom possa deludere: effetti speciali di altissimi livelli, location metropolitana di innegabile fascino e carisma travolgente di Hardy. What more? Ah, l'unico dubbio è che un cattivo dei fumetti assunto a protagonista possa poi diventare un pappamolla stile la strega di Maleficent, ma male che vada poi ci si riprende andando a vedere Blob - Il fluido che uccide che tanto alla fine sempre di slime alieno si tratta.
FORD: comincio con il ravvisare che il buon Antonio sia decisamente più sconvolto del Drugo dopo una nottata a White Russian, considerato che io Facebook non l'ho neppure mai avuto e che con i cinecomics e Venom - grandissimo charachter - ho ben più familiarità che Cannibal.
Detto ciò, e nonostante le premesse, ho molte riserve su questo film, che spero nel cuore possa rivelarsi una chicca come i due Deadpool, scorrettezze comprese. Stiamo a vedere. Nel frattempo, potrei sempre mangiare i cervelli del suddetto Antonio e di Peppa Kid, ammesso che ne abbia uno. Ahahahahah!
Cannibal Kid: Comincio smentendo entrambi, così non faccio torti a nessuno. Ad Antonio dico che questo Venom mi ispira ben poco. Okay, sembra un pochino più interessante rispetto a quelle porcate degli Avengers o della Justice League, però credo che il massimo che ci si possa attendere è una specie di versione cinecomics del Gollum, o poco più. Inoltre Tom Hardy è da parecchio che non azzecca più un titolo, sia sul grande che sul piccolo schermo, si vedano (anzi meglio di no) i soporiferi Dunkirk e Taboo.
A Ford invece dico che la sublime ironia di Deadpool mi sembra lontana anni luce e questo Venom temo si prenderà troppo dannatamente sul serio. Un po' come te, Ford.


Opera senza autore
"Antonio, aspettiamo Cannibal e Ford. Quelli non si perdono mai un tè delle cinque."

Antonio: E ora cominciano i problemi, nel senso che avrei bisogno di un Virgilio o al massimo di un suggeritore per dire qualche parolina su questo film di cui non conoscevo l'esistenza fino a qualche momento fa. Non me ne vogliano gli estimatori ma un'opera del genere sul grande schermo la avrei vista al massimo costretto dalla scuola e nel mio caso siamo ben oltre quel periodo. Poi diciamo la verità, i film candidati agli Oscar, a parte rari casi, non li ho mai capiti. Per giunta in questo caso abbiamo troppi elementi del tipo "ti piace vincere facile?": un pittore che si ritrova ostacolato dal regime nazista sia nell'ambito artistico che in quello sentimentale. Il trailer con quel violino incalzante fa di tutto per nascondere la noia della trama. Tanta stima per chi lo considererà la prima scelta questo weekend al cinema.
FORD: il regista, se non ricordo male, è quello del Capolavoro Le vite degli altri, che poi si è perso inesorabilmente per strada. Ho visto il trailer e così a pelle mi è parso una palla mortale, neanche si trattasse di una radicalchiccata finta di quelle che piacciono a Cannibal. Per il momento passo, piuttosto il simbionte alieno.
Cannibal Kid: Film passato piuttosto in sordina all'ultima mostra del Cinema di Venezia, ma di cui ha parlato bene Lisa Costa su In Central Perk, e in genere di lei mi fido. Più che di Ford, se non altro. Certo, il timore che possa essere una palla storica c'è tutto, ma anche la speranza che l'impronunciabile Florian Henckel von Stocacchio sia tornato ai fasti de Le vite degli altri, facendo dimenticare il tragicomico The Tourist.


The Wife - Vivere nell'ombra

Antonio: Breve estratto dal flusso dei miei pensieri dando un'occhiata al film: "Yawn...ma da quando Glenn Close è diventata uguale a Judi Dench?!?...Zzz...questa trama mi pare di averla vista già un migliaio di volte...Zzz...un bel sonnifero che Ford apprezzerà senz'altro...Zzz...e comunque prima decidi di vivere tutta la tua vita nell'ombra e poi ad un tratto ti svegli a rivendicare i tuoi meriti in età avanzata e con un piede nella fossa?!?...Zzz...Cannibale, svegliami quando finisce che non ce la faccio a tenere gli occhi aperti...Zzz...".
FORD: altro titolo che mi pare degno delle migliori ronfate pomeridiane, per quanto Antonio continui a dipingermi come un vecchio noioso amante del Cinema da the delle cinque come il Cucciolo Eroico. Glenn Close non mi avrà.
Cannibal Kid: Antonio giustamente ti dipinge come un vecchio noioso, anzi una vecchia noiosa, cara Mrs. Ford, uahahah!
Questo è il classico film che Meryl Streep e Judi Dench hanno rifiutato e così hanno preso Glenn Close. Per lei si parla già di nomination agli Oscar. Su Pensieri Cannibali si parla invece di una nomination al Valium Award 2018.

"Io non sono uguale a Judi Dench.
Io SONO Judi Dench!"


Smallfoot - Il mio amico delle nevi
I Ford in coro: "Cannibal, vuoi vedere un film con attori in carne e ossa? Ma che sei scemo?"

Antonio: Eccolo, il film di animazione che tutti aspettavamo, in grado di invertire le prospettive eliminando per sempre i nostri pregiudizi e limiti mentali, all'insegna del "volemose bene" che alla fine siamo tutti uguali. Ma tutti chi? Beh ovviamente Yeti ed esseri umani, ma potremmo dire anche Cannibali e Ford, tanto che differenza fa? La presenza di Lorenzo Licitra (vincitore dell'ultima edizione di X-Factor) ci fa rassicurare che pur se dovessimo floppare con il nostro disco, quanto meno ci rimane da giocare la carta del doppiatore in un cartone con relativo strillo sulla locandina. Una seconda possibilità è concessa a tutti dopotutto, no? Comunque lo stile d'animazione alla "Hotel Transylvania" non dispiace affatto, ma tutto il resto grida anonimato da ogni lato (ps. viva le rime!).
FORD: già mi pare di sentire la solita musica di Cannibal che ciancia a proposito di quanto fordiano sia questo film e quanto abbia voglia di vederlo. La verità è che si tratterà della classica robetta d'animazione da weekend che non ha neppure catturato l'attenzione dei Fordini quando siamo stati a vedere il valido - quello sì - Gli incredibili 2. Di sicuro, però, il paragone Ford/Cannibal-Yeti/Umano è molto azzeccato.
Cannibal Kid: Bigfoot + cinema d'animazione? Questo film non è fordiano. Questo è un film scritto basandosi sulla sua autobiografia, diretto, prodotto, animato e doppiato da Mr. James Ford in persona!

The Domestics
Una tipica gita fuori porta dei Ford

Antonio: Oh, un Mad Max dei poveri mi mancava, solo che qui non ci sono deserti e canyons sconfinati in cui darsele di santa ragione con i mezzi più improbabili, ma il solito mondo post-apocalittico con pochi superstiti e riserve dei beni di prima necessità ormai prossime all'esaurimento. Rimangono però le tribù, ma oltre alla tragedia di dover assistere alla fine della Terra, i protagonisti decidono di perseverare e scegliersi un nome da gang che più sfigato non si può: i familiari. Praticamente carne da macello prêt-à-porter. E allora si dia inizio alla mattanza. Ma aspettate, in lontananza intravedo un gruppo ancora più scemo: persone che indossano un lenzuolo e che si fanno chiamare per l'appunto: i lenzuoli tra le cui fila si conta anche la presenza, non a sorpresa, di Mr Ford. Si accettano scommesse su quanto dureranno in questa guerra tra fazioni. Io nel frattempo sto tranquillo e mi unisco a quella che sceglierà il Cannibale.
FORD: Cannibal, forse ho trovato qualcuno a cui potrei darle più volentieri che a te. Sei contento?
Cannibal Kid: Evvai! Questa settimana non mi tocca nemmeno fare il lavoro di dover prendere di mira Ford a tutti i costi. È uno sporco lavoro che qualcuno deve pur fare, e in questa puntata lo sta facendo più che bene Antonio. Sono quindi io che mi unisco alla sua fazione: quella degli Anti-Ford!

L'albero dei frutti selvatici

Antonio: Quasi quasi lo vado a cogliere un frutto da quest'albero. Il titolo mi piace e il trailer, realizzato ad arte, ancora di più con la sua scelta di non mostrare spezzoni in cui parlano i personaggi e lasciare ampio spazio ai paesaggi mozzafiato della Turchia. Ottima mossa per aumentare il mistero e di conseguenza la curiosità dello spettatore. Del regista non ho visto nulla, ma ricordo i titoli dei suoi precedenti lavori, quindi sicuramente si tratta di un pezzo grosso nel settore. Come in The Wife, anche qui la trama verte su uno scrittore che in questo caso tenta di sbarcare il lunario facendo l'insegnante in qualche paesino sperduto. Spero che oltre all'attenzione dedicata agli scorci naturalistici, ci sia qualche intrigo narrativo da azzannare e spolpare per bene. Affascinante senza ombra di dubbio.
FORD: Ceylan è uno dei pezzi grossissimi del Cinema d'autore vero, quello che annoia tanto Cannibal. Inutile dire che potrebbe essere uno dei film più belli dell'anno. Sempre che si resista al ritmo turco e alle tre ore di durata.
Cannibal Kid: Ritmo turco? Tre ore di durata? Presunto cinema d'autore esaltato dal vero radical-chic Ford?
Di Ceylan mi è bastata la prima inguardabile mezz'ora di C'era una volta in Anatolia per mettere una pietra sopra al suo nome. Vade retro forever.

"Vuoi guardare un film di Ceylan??? Vattene subito via da Pensieri Cannibali e tornatene nel tuo White Russian!"


Il bene mio
"Non ho la patente e non ci vedo bene. Per andare in città che facciamo, chiediamo di guidare a Ford?"
"No no, guida pure tu anche bendato. Mi fido di più!"

Antonio: Altra mini sorpresa di questo catalogo settimanale e per di più di matrice italiana. Di scottante attualità visto che parla di un paese colpito da un terremoto e abbandonato da tutti, tranne che da un unico abitante, restio a voler ricominciare la sua vita con il resto dei suoi compaesani. A prima vista sembrerebbe un trattato nostalgico sul campanilismo, con un protagonista che rievoca lievemente una versione moderna del Tom Hanks di Cast Away, solo che qui al posto della palla parlante di Wilson abbiamo un più tragico cumulo di macerie. Invece nella trama emerge poi un elemento di mistero: una presenza che si aggira tra le vie diroccate del paese. Di chi si tratterà: uno spirito, un fantasma o peggio ancora di qualche zombie? Io non ho questo grande desiderio di scoprirlo, ma se volete Cannibale ed io rinchiudiamo Ford in un cinema sigillando per bene le porte per portarvi la soluzione dell'arcano, evitandovi la visione di un film che molto probabilmente sarà bello sulla carta ma deludente nella resa finale.
FORD: caro Antonio, così non fai certo il bene tuo. Caro Cannibal, attento: così ti soffia lo scettro di mio rivale!
Cannibal Kid: Sergio Rubini in versione Tom Hanks de' noantri? No, grazie.
Antonio che diventa il nuovo rivale di Mr. Ford? Sì, grazie, glielo lo cedo volentieri che a me ha proprio stufato.

Papa Francesco - Un uomo di parola

Antonio: Passeggio facendo finta di nulla sperando che i lettori si siano dimenticati della presenza di questo documentario, ma siccome tutti gli occhi sono puntati su di me aspettandosi qualche sorta di commento, mi giro e rivolgo loro un'amichevole: "Pace bene fratelli!". Ah e vi do la mia parola che questo film lo eviterò accuratamente, preferirei piuttosto un incontro ravvicinato con il simbionte di Venom.
Grazie per avermi sopportato durante queste righe e rivolgo un caloroso saluto a Marco per avermi tenuto in considerazione invitandomi a farmi riscoprire la scrittura. A buon rendere.
FORD: caro Antonio, sappi che ho prenotato per te una serie di lezioni private per un percorso di catechesi con il Papa. A buon rendere.
Cannibal Kid: Grazie a te Antonio, per la tua fantastica ospitata, capace di illuminare una settimana altrimenti piena soltanto di film che sono l'esatto opposto del cinema che piace a me, e per le tue ancor più fantastiche frecciatine a Papa James, volevo dire a Papà James - Un blogger di parola. Nel senso che la sua parola va ascoltata, per poi fare esattamente il contrario. E ora andate in pace. Tutti tranne Antonio. Tu rimani in guerra con Ford, mi raccomando. ;)

"Cosa ne penso di Ford? Non fatemi bestemmiare, per favore."



Ma quanto è puttano questo “Love” dei Thegiornalisti, che dura 39 minuti, ma che botta ci dà

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Thegiornalisti “Love”


I Thegiornalisti sono gli 883 di questa generazione. Che poi è la mia, generazione. Tommaso Paradiso, il cantante e leader della band, è un 1983, quindi ha un anno in meno di me, ed è cresciuto con la mia stessa musica. Come dice la sua pagina Wikipedia, perché sì Tommaso Paradiso ha una pagina Wikipedia tutta sua e Wikipedia è la Bibbia della nostra generazione quindi ha sempre ragione, ha dichiarato di essersi approcciato alla musica all'età di 11 anni, nel 1994, dopo aver ascoltato “Definitely Maybe” degli Oasis. Io invece mi sono approcciato alla musica a 13 anni, nel 1995, dopo aver ascoltato “(What's the Story) Morning Glory?” degli Oasis. Vedete i punti di contatto?

Inoltre c'è da dire che a me gli 883 sono sempre stati sul cazzo. Non mi sono mai ritrovato molto nei loro pezzi. Troppo generalisti. Troppo grillini populisti ante litteram. Che poi per carità certe cose che hanno scritto sono anche vere, come “la regola dell'amico non sbaglia mai, se sei amico di una donna non ci combinerai mai niente”, sacrosanta verità, però la voce di Max Pezzali è gradevole quanto quella di una Giusy Ferreri che si è appena infilata una mano in mezzo a una porta e a livello musicale siamo a un incrocio tra la musica da pianobar e le sigle dei cartoni animati. Diciamolo pure: ma che cazzata è "Hanno ucciso l'uomo ragno"? La cosa più tragica è che è pure uno dei loro pezzi migliori.

Se i Thegiornalisti mi piacciono a livelli di fanatismo stile Stan con Eminem e gli 883 manco per sogno, allora perché diavolo li sto paragonando?
Perché in comune hanno una straordinaria capacità di parlare alle masse, di arrivare alla gente, di farsi portavoce di un'intera generazione o quasi. Il gruppo, anzi il duo di Max Pezzali & del fondamentale Mauro Repetto una ventina d'anni fa, così come Tommy & compagni oggi, rappresentano nel bene, o nel male a seconda dei punti di vista, il nazional-popolare. Con i testi che piaccia o meno si conoscono a memoria, si citano nelle conversazioni tra amici e si trascrivono sulla Smemo. Se la Smemo esiste ancora.

C'è un altro paragone che mi sento di fare e anche questo non so quanto possa essere considerato lusinghiero. I testi dei Thegiornalisti fondamentalmente parlano di fregna, di vita di tutti i giorni piena di riferimenti alla pop culture e di vacanze. Le vacanze sono importanti nei loro pezzi. Sono fondamentali. Tommaso Paradiso lo scorso anno ha firmato il 90% dei tormentoni musicali estivi. Gli mancava solo “Despacito”. Che poi secondo me un paio di frasi con il Google Translate le ha scritte pure per il pezzo di Luis Fonsi.
Le sue canzoni, o almeno alcune sue canzoni, sono la colonna sonora delle vacanze. Sono insomma come i cinepanettoni, anche perché – non dimentichiamolo – i cinepanettoni sono nati con il film Sapore di mare, di cui il primo Vacanze di Natale del 1983 rappresentava una specie di versione invernale. Allora riformulo: i Thegiornalisti sono i Vanzina della nuova musica italiana.


Io li metto a confronto con gli 883 e il cinema dei Vanzina. Molta gente li considera un update di Umberto Tozzi e di Antonello Venditti. Tommaso Paradiso cita tra i suoi punti di riferimento Vasco Rossi, perlomeno quello degli anni '80. L'illustre e controverso giornalista musicale Michele Monina, nella sua recensione/invettiva dell'ultimo album dei Thegiornalisti dice che “degli anni Ottanta, ovviamente, Paradiso ha preso solo gli aspetti deteriori, quelli che ahinoi faticano a essere metabolizzati dalla natura, sacchetti di plastica indeteriorabile che imprigionano le zampe delle tastuggini facendole annegare”.
E allora perché mi piacciono tanto?

Perché forse è vero ciò che dice il buon, anzi il cattivo Monina. Se la serie TV Stranger Things ha preso le cose migliori degli anni '80, i Thegiornalisti sono invece andati a riesumare gli elementi più kitsch, come gli arrangiamenti di Venditti e le melodie puttane stile “I Like Chopin” di Gazebo. È vero. È tutto maledettamente vero. Però, esiste un però. Così come Quentin Tarantino riesce a prendere molte sue influenze e passioni discutibili come i B-movies, gli spaghetti western e addirittura la commedia sexy all'italiana con Lino Banfi, e a trasformarle in capolavori, qualcosa del genere lo sanno fare pure i Thegiornalisti. Oh, finalmente un paragone di cui non vergognarsi e che probabilmente qualcuno considererà esagerato. Persino io lo considero tale. I Thegiornalisti, almeno fino ad ora, non hanno ancora nemmeno lontanamente firmato il loro Pulp Fiction. Nemmeno il loro nuovo album “Love” lo è.


Il suo problema, ma più che un suo problema è un suo segno particolare, è che Tommaso Paradiso è uno più da singoli, che da album. Tommy è un hit-maker. Sforna un successo dietro l'altro per sé e – ma che generoso! – anche per gli altri. Riesce a fare cose decenti persino quando collabora con Takagi & Ketra che – ricordiamolo – sono quelli di “Amore e capoeira”.



“Love” procede sulla scia degli album precedenti dei Thegiornalisti. Anche questa volta hanno tirato fuori una raccolta che contiene alcuni singoloni e potenziali singoloni notevoli, ma che nel complesso manca l'obiettivo di essere un intero album di quelli in grado di segnare un decennio, di diventare il manifesto di una generazione di ascoltatori. Detto ciò, ci si può accontentare dei pezzi presi singolarmente. Come “Felicità puttana”, la bomba pop, o meglio il gavettone pop dell'estate 2018.

P.S. Se per caso ve lo state chiedendo, quando sento questa canzone mi comporto più o meno come Matilda De Angelis nel video. Smalto sulle unghie e trucco a parte.



Il sequel perfetto dell'estiva “Felicità puttana” è “Zero stare sereno”, la colonna sonora ideale per il rientro dalle vacanze. Un tormentone contagioso che purtroppo – almeno per il momento – non è uscito come singolo, anche se sarebbe stata la scelta migliore per questo inizio d'autunno. Al suo posto hanno invece deciso di lanciare “New York”, che comunque con la sua melodia accattivante e un uso dell'orchestra che rimanda a The Verve e Oasis, fa molto Britpop de' noantri. Quindi Itpop e quindi tornano alla mente i Lùnapop.



Oltre ai rimandi agli anni '80 e pure ai 90s, a questo giro Tommaso aggiunge alla sua tavolozza dei colori anche le ballatone pianistiche in stile Coldplay. Pure in questo caso un paragone che non tutti potrebbero trovare dei più positivi, quindi preciso che mi riferisco ai Coldplay migliori, quelli di “The Scientist” e “Fix You”, richiamati in almeno un paio di momenti di questo “Love”. Come nella stupidamente romantica “Questa nostra stupida canzone d'amore”.

P.S. Se per caso vi state chiedendo pure questo, ebbene sì. Quando sento questa canzone mi comporto più o meno come Alessandro Borghi nel video.



Si sente l'ombra della ballad stile Chris Martin (e sul finale pure stile "Tender" dei Blur) anche nel brano di chiusura, che è intitolato “Dr. House” e che sì, si rivolge proprio a quel Dr. House. È una canzone in cui Paradiso si mette a nudo come non mai, e ovviamente lo fa a modo suo, cantando:

Forse cerco solo un padre
l'ho trovato in te
in Fantozzi, in Bud Spencer
in Terence Hill, in Verdone
in De Sica, in Leone
in Morricone e Tarantino
in Totò e Peppino
nell'Orsa Maggiore
nelle sette stelle di Okuto

Dopo aver sentito questo suo elenco di influenze e di riferimenti esistenziali, resta un dubbio: ma con De Sica, Tommaso Paradiso quale De Sica intende?

Il bello, o secondo alcuni il brutto, dei Thegiornalisti è proprio questo. Sono degli hipster radical-chic provenienti dalla scena indie e allo stesso tempo sono una pop-band radiofonica e commerciale. Se si chiamano Thegiornalisti è perché, come spiegano loro stessi e come spiega di nuovo Wikipedia, fanno canzoni che riflettono “la quotidianità il più vicino e obiettivo possibile alla realtà, come fanno, appunto, i giornalisti quando riportano le notizie”. Possono quindi essere considerati la versione odierna del cinema neorealista di De Sica Vittorio e contemporaneamente dei cinepanettoni con De Sica Christian. In pratica sono una contraddizione vivente, proprio come me. Proprio come questa generazione. Sarà per questo che la rappresentano tanto bene?
(voto 7/10)

De Sica Christian si prepara per comparire nel prossimo video dei Thegiornalisti

Gli effetti di Maniac sulla gente, o almeno su di me

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Maniac
(miniserie tv)
Network: Netflix
Creata da: Patrick Somerville
Regia: Cary Joji Fukunaga
Cast: Jonah Hill, Emma Stone, Justin Theroux, Sonoya Mizuno, Sally Field, Gabriel Byrne, Julia Garner, Billy Magnussen, Jemima Kirke, Grace van Patten


Non sono un tipo da binge watching. Lo so che è una cosa fuori moda. Un po' come ascoltare musica rock, e farlo pure con le musicassette nel Walkman. Il vinile è vintage, il vinile è cool. Le musicassette invece sono solo fuori moda. Ed è un po' come essere di sinistra. Il rock e la sinistra sono cose che prima o poi torneranno di moda, probabilmente. Prima o poi tutto torna di moda, persino i Pokemon qualche tempo fa sono tornati di moda. Ho detto i Pokemon, Cristo Santo! Prima o poi tutto viene rivalutato, pure il cinema dei Vanzina...
Quello non è ancora stato rivalutato? Mi pareva di sì.

Io sono cresciuto in quell'epoca ormai lontana in cui i telefilm, perché si chiamavano telefilm mica serie TV, si assaporavano con una, in alcuni casi due, puntate a settimana, per quanto riguarda quelli trasmessi in prima serata, oppure in seconda serata e in quel caso eri costretto o a fare le ore piccole per seguirli o a programmare il videoregistratore. Videoregistratore? In che epoca sono cresciuto? Nel Medioevo?
C'erano poi i telefilm pomeridiani, e in quel caso potevi guardarti un episodio al giorno, da lunedì a venerdì. Cinque puntate alla settimana era la dose massima. Il binge watching non esisteva. Proprio così, giovani lettori. Avete capito bene.


Un giorno, nel 2013, è arrivata House of Cards, con una prima stagione rilasciata dal fantomatico servizio di streaming Netflix tutta in un colpo solo. Qualcuno come me ha pensato: “Che idea del cazzo! Chi se la guarderà mai una stagione intera in un'unica volta? Il bello della serialità è appunto il suo essere seriale. C'è più gusto ad aspettare che ogni puntata esca di settimana in settimana e nel frattempo fantasticare su cosa succederà in quella successiva. E poi la gente dove lo trova il tempo? Non lavora? Non dorme? Non vive?”.

Diciamo che non c'ho preso un granché. Come quella volta a inizio anni duemila in cui avevo una mezza idea di rilevare un Blockbuster. Beh, insomma, non è che si può sempre prevedere il futuro. C'ho mica la palla di cristallo. Fatto sta che Netflix nel giro di una manciata di anni ha cambiato per sempre la fruizione delle serie TV e ora rischia di cambiare persino il modo di distribuire i film.


Tutto questo per dire che Netflix mi ha chiesto di partecipare a un suo esperimento legato a una nuova serie da lanciare, Maniac. O almeno era nuova ai tempi in cui è stato organizzato l'esperimento. Esperimento che consiste nella visione degli episodi della serie in stile Arancia Meccanica.


Il tutto mentre mi friggono il cervello con delle radiazioni con un aggeggio in stile Se mi lasci ti cancello, pardon Eternal Sunshine of the Spotless Mind.




O in stile Atto di forza.


Pardon, immagine sbagliata.



Perché ho accettato di sottopormi a tutto questo?

1) Perché vuoi mica dire di no a Netflix?
2) Perché mi hanno offerto una settimana di accesso al servizio gratuita.
3) Per vedere una serie in anteprima e poter fare il figo sui social dicendo a tutti: “Io l'ho già vista e voi no, gne gne gne gne gneee gneee”. Salvo voi scoprire solo in seguito che c'era l'embargo e quindi non potevo nemmeno parlarne.
4) Mi hanno promesso che alla fine della visione tutti i miei disturbi mentali sarebbero finiti e sarei diventato una persona normale e perfettamente felice.

Ho così cominciato a farmi somministrare... volevo dire a vedere Maniac. La prima puntata è decisamente deprimente. È molto jonahillcentrica. Ammesso e non concesso che questo sia davvero Jonah Hill. Cioè, Jonah Hill non era il simpatico ciccio bomba cannoniere di Suxbad e The Wolf of Wall Street? Chi è questo tipo magrolino e tutto smunto? T'è credo che è tanto depresso. Sparategli un barattolo di Nutella in vena e vedete che si ripiglia subito!

"Jonah, ora che sei anoressico, non è più necessario che ti vesti di nero."

Mi aspettavo un capolavoro, una regia della Madonna firmata da Cary Joji Fukunaga, che è quello che ha diretto la prima stupenda stagione di True Detective, mica quella mezza cagata della seconda, una storia sorprendente e originale, e invece sembra di stare in mezzo a una versione retrò di una puntata non troppo ispirata di Black Mirror. Maniac è infatti ambientata in una specie di mondo distopico, che più che il presente, sembra una versione futuristica del presente, immaginata però negli anni '70/'80. A differenza di Black Mirror, qui le nuove tecnologie presenti sono delle tecnologie obsolete, con dei computeroni a grandezza parete e delle grafiche in stile Nintendo 8 bit. E poi i vari trailer e le varie campagne promozionali promettevano una Emma Stone protagonista, e invece dove cazzo l'avete nascosta Emma Stone? Nel primo episodio si vede a malapena.


Andiamo avanti. Mi somministrano il secondo episodio. Questa volta le cose cominciano ad andare meglio, visto che la puntata è finalmente emmastonecentrica. Anche la sua vicenda però è alquanto deprimente e non è che appassioni in maniera particolare e quindi questo Maniac che doveva essere il capolavoro seriale dell'anno che cosa mi combina, che cosa?


La bingewatchata pazzesca prosegue con una terza puntata che ritorna a essere jonahillcentrica e deprimente come la prima. A pensarci bene, il secondo episodio in fondo non era tanto male. Ridatemi Emmina Stone, per favore! I miei occhi, nonostante la cura Ludovico, diventano improvvisamente supplicanti.


E poi, a trasformarsi all'improvviso è invece la serie. Finalmente il trattamento cui vengono sottoposti i due protagonisti entra nel vivo, proprio come il mio, e nel finale della terza puntata c'è un colpo di scena degno del finale della terza stagione di Lost.


Con il quarto episodio tutto cambia. Maniac si trasforma nella versione geniale e profonda di The Generi. Laddove la serie di Maccio Capatonda spiccava per una manciata di puntata parodie dei generi cinematografici fenomenali ed esilaranti, ma mancava di avere un disegno complessivo soddisfacente, Maniac riesce a scavare nella psicologia dei suoi protagonisti in una maniera tanto folle quanto efficace, tra echi innegabili alle opere di Charlie Kaufman, da Essere John Malkovich a soprattutto Se mi lasci ti cancello, con però l'aggiunta di un tocco molto personale. Con un senso dell'umorismo talmente trash da rasentare il sublime. Con momenti di poesia che squarciano lo sberleffo delle parodie dei generi, dal noir al fantasy, facendo scorrere la visione dal quarto episodio al decimo senza più alcun peso, senza più alcuna resistenza. Maniac fa assumere al binge watching un senso nuovo, diventa uno scavare all'interno della mente umana che scivola senza pause, eliminando i confini che ci sono tra te e i personaggi. Tra tuoi pensieri e i loro. Tra ciò che è vero e ciò che è pura immaginazione. Come cantava Willy Wonka: “Come with me and you'll be, in a world of pure imagination, take a look and you'll see into your imagination, we'll begin with a spin, traveling in the world of my creation, what we'll see will defy explanation”. Bisogna lasciarsi travolgere dalle immagini e abbandonarsi alla fantasia, senza stare a cercare troppe spiegazioni razionali.

Mentre mi lascio andare completamente al binge waching made in Netflix, non riesco più distinguere la realtà dalla fiction. Vedo davvero Jonah Hill dimagrito, oppure è solamente una pubblicità di SlimFast?


Emma Stone è una femme fatale da noir d'altri tempi in Maniac, o è solo un ricordo dalla visione del film Gangster Squad?



Justin Theroux ha davvero divorziato da Jennifer Aniston per scoparsi una creatura della realtà virtuale?


Sonoya Mizuno non era un robot? Com'è che ora l'ex machina con quegli occhialoni 70s è diventata la nuova icona fashion retrò?



Emma Stone e sua sorella Julia Garner hanno davvero delle orecchie da elfo, o è soltanto una mia fantasia sessuale perversa dovuta alla visione prolungata de Il Signore degli Anelli?


Fermi tutti: e se dietro al rapper, anzi al trapper Post Malone si celasse Jonah Hill?



Un post condiviso da Netflix Italia (@netflixit) in data:


O forse Jonah Hill in versione islandese è in realtà il doppiatore ufficiale di Mario Giordano?



Grace Van Patten è troppo figa per essere vera? Di sicuro è troppo figa per stare con Jonah Hill, anche in versione Post Malone.


Maniac è forse il sequel psicopatico di Suxbad che tutti stavamo attendendo?


Questa serie partita maluccio è diventata qualcosa che si avvicina al capolavoro, o sbaglio?



E poi tutto finisce e io sono contento. Come promesso dalla cura Ludovico... intendevo dire dalla cura Netflix. Il binge watching di Maniac ha funzionato! Sono stato curato! Ora mi sento una persona perfettamente integrata nella società italiana attuale. Mi viene voglia di uscire e andare a votare Lega, anche se manco ci sono le elezioni. Mi viene voglia di spargere cuoricini su tutti gli adorabili tweet di Matteuccio Salvini. Mi venisse voglia di usare i congiuntivi come Gigino Di Maio. Ho voglia di andare dal tabaccaio sotto casa e spendere tutti i soldi del mio reddito di cittadinanza in slot machine e gratta e vinci. Mi sento bene. Mi sento ok. Sono una persona normale. Sono una persona sana. Lasciatemi cantare, perché ne sono fiero, sono un italiano, un italiano vero e non sono mai stato tanto felice in vita mia. Grazie Netflix. Grazie binge watching. Grazie Maniac.
(voto 8+/10)

L'esperimento qui raccontato potrebbe non essere mai avvenuto e dichiaro che Netflix non è in alcun modo responsabile per i miei disturbi mentali passati, presenti o futuri. Forse.


Il film con Lady Gaga, più le uscite inutili della settimana

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Questa settimana nei cinema escono così tanti film che farò un'introduzione brevissima alla rubrichissima delle uscitissime settimanali. A commentare le numerossime pellicole in questa puntata insieme a me Cannibal Kid e al solito Mr. James Ford c'è anche...
Valentina Orsini, bravissima autrice del bellissimo e interessantissimo blogghissimo CriticissimaMente. Sentiamo un po' le tantissime cosissime che ha da dire sui seguenti tantissimi filmissimi.

1938 - Diversi
Valentina: 1938-2018, un anniversario di cui avremmo fatto volentieri a meno, ma la storia ci obbliga a ricordare, o meglio, ci dà questa grande opportunità, e il cinema corre sullo stesso binario sfruttando appieno il suo potenziale. Se fossi un’insegnante porterei senz’altro i ragazzi a vedere questo documentario di Giorgio Treves. Fosse solo per ammirare la grandezza di Roberto Herlitzka. Se penso alla mia prima volta al cinema con la scuola… be’. “Come te nessuno mai”, avete presente? Roba che Muccino (Silvio) era un bimbo, e aveva ancora la feppola, e okkupava le skuole. Bei ricordi, tutto sommato.
Ford: ho sempre adorato i documentari, spesso e volentieri portatori di storie e situazioni anche più "oltre" di qualsiasi pellicola. Il timore, in questo senso, è che il prodotto sia un pò troppo didascalico e scolastico, e in tal caso farò il cattivo ragazzo e salterò la lezione per andare a farmi un paio di birre e costringere poi i supersecchioni come Valentina a raccontarmi tutto per bene.
Cannibal Kid: Ho sempre odiato i documentari, ho sempre odiato la scuola, e ho sempre odiato i film che mi hanno fatto vedere a scuola. Pure quelli belli. Se fossi un insegnante credo quindi che non farei mai vedere delle pellicole ai miei studenti. Consiglierei loro di scaricarseli in rete e guardarseli a casa mentre fanno chiodo. E poi venire a scrivere qualche cacchiata su Pensieri Cannibali e fare un salto pure su WhiteRussian per massacrare l'opinione di Ford. Se infine vogliamo scoprire i veri significati del film, meglio che vadano su CriticissimaMente di quella secchiona di Valentina.

A Star Is Born
Valentina: Enniente, mi sa che stavolta mi innamoro di Bradley. Sul serio. Io che l’ho sempre detestato, almeno fino a Pat Solitano de “Il lato positivo”. Sarà quella barba a metà tra il filosofo greco e il naufrago, un po’ Cast Away, un po’ il musicista maledetto… (un po’ zingaro un po’ peones… cit.) saranno pure la bellezza e la voce di Lady Gaga…
Insomma torno al cinema dai tempi di Civil War con questo film.
Ford: ho diversi dubbi anche rispetto a questo film, nonostante Cooper mi stia simpatico dai tempi di Alias e questo suo look tendente al country rievochi un'attitude fordiana che potrebbe indispettire Cannibal. Quello che c'è da sperare, è che non sia la classica ciucciata amorosa a caccia di Oscar.
Cannibal Kid: Tra le mille uscite di questa settimana, l'unica davvero degna di nota. Da fan di Lady Gaga della prima ora, conto molto su questa sua prova senza trucco e senza inganno, in cui la popstar si trasforma in star del cinema, magari da Oscar. Punto molto su questo film, anche se temo l'esordio alla regia del fordiano Bradley Cooper, che spero non si limiti a scimmiottare lo stile classico del suo maestro Clint Eastwood, ma proponga qualcosa di più fresco e personale. Troverà la sua voce, o dovremo accontentarci di quella della Germanotta?

"Mio Dio Bradley, ma chi sono i tuoi stylist? Dolce & Fordana?"

"Ecco Bradley, seguendo i consigli di Chanel Kid va molto meglio."

A-X-L: un’amicizia extraordinaria
Valentina: Fantascienza, un cane robot, un motociclista adolescente sfigato che combatte contro l’America militare affiancato dalla tipa di cui è timidamente innamorato? Scusate ma anche no. Non ce la faccio. Per quanto mi riguarda l’unico che può farmi piacere una roba del genere è zio Steven. Tutto il resto è noia.
Passo.
Ford: se dovessi fare una selezione ogni settimana e portare in sala solo i film che ritengo interessanti, credo che il risultato sarebbe simile a trovare la manciata di recensioni in cui Peppa Kid ha fornito un parere sensato. E di certo, questa roba non rientrerebbe tra i titoli prescelti.
Cannibal Kid: Questa rischia di essere una porcata davvero extraordinaria. Se ho del tempo da perdere, potrei spararmelo per avere un titolo assicurato tra i flop del 2018. Se Ford lo guarda, invece, scommetto che si esalta come un bambino.

Il banchiere anarchico
Valentina: Un potentissimo banchiere festeggia il compleanno nel suo palazzo. Ha un unico ospite che lo interroga sulla sua ascesa nel mondo della finanza (oddio, mi annoia già solo a nominarla: finaaanza). Il tizio ospite del banchiere a un certo punto dice di aver saputo che lui era un anarchico.
"Sono. Non 'ero' un anarchico"è la sua affermazione.
Che dire, l’idea di portare sullo schermo un racconto di Pessoa potrebbe far scattare nell’immediato qualche dubbio circa una troppa presunzione o un invidiabile coraggio. Ho visto il trailer e non mi convince (non c’entra “Valeria medico legale”, giuro), un’impresa simile secondo me si adattava meglio a tempi e spazi teatrali. Di Giulio Base regista ricordo con discreto entusiasmo il film Poliziotti, dopodiché boh. Tipo il nulla.
Ford: film italiano simil-pretenzioso? Giro al largo neanche fosse un teen movie consigliato da Cannibal!
Cannibal Kid: Già solo dal trailer, questo potrebbe essere il più serio pretendente al titolo di peggior film del 2018. Roba da farmi rivalutare persino A-X-L: un'amicizia extraordinaria.

Il complicato mondo di Nathalie
Valentina: Una donna alle prese con una vita che sta andando a picco. Divorzio, problemi con la figlia, e un’invidia di quelle autentiche, che la divorano dentro, ma che paradossalmente rendono amabili certi personaggi.
L’attrice che interpreta Nathalie, Karin Viard, l’ho conosciuta nel film “La famiglia Bélier”, un piccolo gioiellino francese. Quindi a pelle questo titolo mi ispira, mi commuove, persino.
Ford: altro titolo che mi pare una di quelle cose finto d'essai che in realtà sono ciucciate mortali. Lascio andare avanti i più radical Cannibal e Valentina, io valuterò con molta, molta calma.
Cannibal Kid: Pensavo che Valentina avesse deciso di raccontarci la storia della sua vita, invece è solo la trama del film. Meglio per lei.

Imagine
Valentina: Nel 1972, John Lennon e Yoko Ono si muovono tra Regno Unito e Stati Uniti per la registrazione dell'album Imagine.
Il film segue i due protagonisti durante le riprese di Imagine, sia nel Regno Unito che a New York come coproduttori del disco con Phil Spector. Credo che per gli appassionati sia una buona occasione da non perdere. Io per dire, la perdo.
Ford: grande rispetto per il genio di John Lennon. E grande curiosità, come sempre, per i documentari. Ma John e Yoko sono tra gli antesignani dei radical chic, quindi direi che per il momento mi dedicherò drughescamente ad un paio di white russians e una nuova visione de Il grande Lebowski.
Cannibal Kid: Grandi John e Yoko! Ce ne fossero ancora di radical-chic come loro in giro, a spazzare via – pacificamente ma comunque a spazzare via - tutti questi populisti paladini del pane e salame come Di Maio, Salvini e... Ford uahahah

Johnny English colpisce ancora
Valentina: La spia strampalata le cui fattezze ricordano inesorabilmente il nostro ex premier piddino, torna a fare danni e miracoli. L’umorismo inglese nella goffaggine di Johnny English non è il massimo, per quanto mi riguarda, ma lo ritengo un rimedio alla portata di tutti contro la noia e la bruttura di certi giorni no. Non vado al cinema a vedere questi film, quando lo becco in tv però lo vedo volentieri.
Aspe’, mi hanno detto che c’è Emma Thompson! Mi sa che vado. No vabbè. Ok vediamo…
Ford: ho sempre detestato Atkinson e le sue smorfie, così come Johnny English. A questo punto immagino che Cannibal lo esalterà e non vedrà l'ora di vederselo. Per quanto mi riguarda, è tutto suo.
Cannibal Kid: Detesto l'umorismo di Mr. Bean quasi quanto quello di Mr. Ford. Hey, un attimo... quale umorismo?

L’apparizione
Valentina: Jacques è un giornalista di un quotidiano molto diffuso in Francia. Tanto bravo da essere chiamato dal Vaticano, che decide di reclutarlo per un compito speciale: prendere parte alla commissione chiamata a verificare l'autenticità di un'apparizione religiosa in un piccolo villaggio.
Oddio mio! No, vi prego.
Guarda, mi tengo i miracoli di Alessandro Siani.
Che è meglio.
Ford: questo vecchio cowboy e la religione, si sa, sono due cose molto, molto distanti tra loro. Oserei dire più di questo vecchio cowboy ed il suo finto giovane rivale. Passo.
Cannibal Kid: Se mi mettessi a guardare questo film, potrei cominciare ad avere delle visioni mistiche. Tipo Ford che si mette a pregarmi in ginocchio di consigliargli qualche film teen di nuova generazione.

La fuitina sbagliata
Valentina: Hai presente quei titoli che solo a leggerli ti fanno dire: “Grazie ma… no grazie”?
Ecco.
Ford: di sbagliato c'è ben altro. Come distribuire film così.
Cannibal Kid: Hai presente quei titoli che solo a leggerli ti fanno dire: “Ma chi gliel'ha data a questi la licenza di dare titoli? Pensieri Cannibali?”.
Ecco.

La morte legale
Valentina: Un altro documentario in sala, bene!
Qui si racconta le genesi del film di Giuliano Montaldo “Sacco e Vanzetti”, condannati a morte per essere stati degli anarchici (oddio, il banchiere!)
ll 23 agosto del 1927 Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti vengono giustiziati sulla sedia elettrica, diventando martiri di ingiustizia e simbolo di libertà. Nel 1971, Montaldo realizza un film sulla loro incredibile storia. Nel 2017, il film torna in una versione restaurata, nella quale il regista espone le sue motivazioni e l’intero percorso artistico e produttivo.
Io lo vedrei. Ragazzi, scuola, insegnanti… soprattutto voi.
Ford: qui vale lo stesso discorso fatto in apertura. Materia molto interessante, ma rischio altissimo di noia e didascalismo. Meglio, forse, riscoprire il film.
Cannibal Kid: Quando i titoli di cui parlare in questa rubrica li seleziono io, in genere faccio una scrematura levando filmetti inutili e documentari vari che escono in due sale, se no la rubrica non finisce più. Questa settimana però li ha scelti Valentina e quindi ve li beccati tutti. Proprio tutti. E andate pure a vederli al cinema, se avete il coraggio e se li trovate nei cinema.

La strada dei Samouni
Valentina: In una piccola comunità di contadini, la famiglia Samouni, si appresta a celebrare un matrimonio, la prima festa dopo la fine della guerra. Amal, Fouad, i loro fratelli e cugini hanno perso i loro parenti, le loro case. Il quartiere adesso è in fase di ricostruzione, si piantano gli ulivi e si lavora ai campi distrutti dai bombardamenti ma il compito più difficile è un altro: ricostruire le loro memorie (mi piace questo concetto del recuperare la memoria).
E poi ’idea di alternare sequenze di animazione a quelle del documentario mi piace molto. Sì.
Ford: film potenzialmente interessanti, di quelli da due o tre persone in sala che una quindicina d'anni fa mi sarei fiondato a vedere. I tempi, però, sono cambiati, quindi per il momento posso al massimo sperare di incrociarlo per caso e non essere troppo stanco per affrontarlo.
Cannibal Kid: Ford per una volta dice bene. Questi sono film da due o tre persone in sala. Anzi, se diserta pure lui, mi sa che sono da una persona unica: Valentina ahahah.

Quasi nemici - L’importante è avere ragione
Valentina: Quasi nemici, quasi amici… non so voi. Ma io mi sono quasi rotta le…
Eddai. Su.
Ford: hanno realizzato un film sulla rivalità tra me e Cannibal senza pagare uno straccio di royalty!? E' uno scandalo.
Cannibal Kid: Il titolo italiano direi di lasciarlo perdere, visto che l'originale è Le brio. Ora, io non so il francese, ma non credo proprio che significhi “Quasi nemici”. In ogni caso, direi che, a parte A Star Is Born, questa commedia francese è l'unica pellicola settimanale che quasi mi interessa.

Renzo Piano: L’architetto della luce
Valentina: Architettura, luce, cinema. Cose così… belle.
"Quando cresci con l'idea che costruire è un'arte, ogni volta ti sembra di assistere a un miracolo, qualcosa di straordinario che non ti lascia più": questa è l'opinione di Renzo Piano, architetto italiano tra i più celebri e prolifici del mondo. A raccontare il suo genio è il cineasta Carlos Saura, che segue Piano nella progettazione e nella realizzazione del Centro Botin a Santander, in Spagna. Il racconto delle varie fasi della costruzione del Centro diventa presto riflessione sul processo creativo e su ciò che hanno in comune l'architettura, il cinema e tutte le altre arti.
Ford: vabene che mi piacciono i documentari, ma cominciamo ad esagerare. Lascio dunque agli studenti di architettura e a chi è talmente radical da fare impallidire perfino il Cucciolo Eroico.
Cannibal Kid: Grazie Valentina per averci proposto tutti questi documentari ed aver fatto così cominciare a odiare il genere persino a Ford. :)

The Predator
Valentina: A pelle direi: Vedi sopra, A.X-L.
Però c’è da premettere che: A dirigere The Predator è Shane Black, regista, sceneggiatore e attore esploso giovanissimo come sceneggiatore grazie ad “Arma letale”, commedia d'azione diventata un cult.
Poi, Black ha scritto le sceneggiature di “L'ultimo boyscout. Missione: sopravvivere” (film che ho davvero apprezzato) e “Spy” prima di esordire nel 2005 alla regia, con “Kiss Kiss Bang Bang” (2005), con protagonista nientepopodimenoche Robert Downey jr.
Una commedia noir, che ha debuttato al Festival di Cannes del 2005 e ha sancito l'inizio di una felice collaborazione tra Black e Downey jr. fino ad Iron Man 3.
Gli eroi di The Predator sono chiamati Loonies (matti, svitati), un gruppo di svalvolati che si sono conosciuti a una terapia di gruppo.
Ci vedrei bene anche Ford e Cannibal… anche io mi ci vedrei, in effetti.
E alla fine salveremo il mondo! Ancora una volta.
Ford: Predator è da sempre un film di culto in casa Ford, e nonostante la presenza di Shane Black - che mi è sempre piaciuto - nutro ben poche speranze per questo reboot che tenta invano di rinverdire i fasti di uno dei mostri cinematografici più originali ed interessanti degli anni ottanta. Probabilmente lo vedrò, ma con aspettative basse e senza troppo pensare a quanto mi esalto ogni volta che passa su questi schermi l'originale.
Cannibal Kid: Il primo Predator è una delle merdacce più clamorose che abbia mai visto in vita mia. Le uniche consolazioni sono che qui almeno non c'è Schwarzenegger e che questo peggio di quello non può essere. Anche se, mai dire mai.

Titanic
"Comandante, cosa ci fa qui? A chi l'ha lasciato il timone?"
"Al mio promettente vice, un certo Schettino. Tanto, cosa vuoi che capiti di male?"


Valentina: Era il 1997. Ho perso il conto sia delle ore passate a vedere il film, una roba interminabile, che degli anni passati da quella volta al cinema.
Quello di Jack e Rose è un film che non ha bisogno di commenti particolari. Rivederlo non cambierà nulla, però ci scommetto tutto quello che ho che molti di noi, compresi Ford e Cannibal, proveranno a dire per l’ennesima volta a Jack di salvarsi le chiappe. E, per l’ennesima volta, lui non lo farà. ___Attenzione spolier!!!___ Schiatterà.
Ma sarà comunque incredibilmente romantico come la prima volta.
Ford: ai tempi avevo molto apprezzato Titanic, e nonostante fossi un adolescente stronzo la storia di Jack e Rose mi colpì parecchio. Non penso di averlo mai più rivisto per intero, ma avrò tempo, credo, anche per questo. Specie nel periodo d'adolescenza della Fordina, sempre che possano piacerle i film "dei vecchi tempi".
Cannibal Kid: Era il 1997. Ford era già più vecchio di Rose da vecchia. Io invece ero ggiovane dentro e fuori all'incirca come adesso. All'epoca il film mi era piaciuto abbastanza (a parte la tediosa parte iniziale), però non mi aveva fatto gridare al capolavoro e da allora non l'ho mai più rivisto. Bello, eh, ma DiCaprio ha fatto di meglio. James Cameron invece solo di peggio.

"Ragazzi, non lasciatemi morire qui. Ho ancora tanti Avatar da offrire al mondo...
Ragazzi! Ragazzi, sto annegando! Ma avete sentito quello che ho detto?"


Zanna Bianca
Valentina: Ispirato al romanzo di Jack London, Zanna Bianca diventa un film d’animazione con la straordinaria voce di Toni Servillo… se penso alla mia visione da ragazzina con il film di Lucio Fulci e i due volti memorabili di Franco Nero e Virna Lisi (musiche di Rustichelli!) ancora mi commuovo. Magari in questa versione il trauma è ammorbidito, magari Cannibal e Ford si eviteranno di piangere come bambini, magari io pure.
O forse no.
Ford: sinceramente la trasposizione in animazione fredda e computerizzata di un classico di questo tipo mi attrae ben poco, voce di Servillo - che ormai è sovraesposto - compresa. Preferisco dare un morso a Cannibal con le mie zanne.
Cannibal Kid: Jack London? Animazione finto adulta in realtà per bimbetti? Checché ne dica, questa è la fordianata suprema della settimana e forse del secolo. Cosa che significa: mettetevi in salvo!


Youtopa

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BREAKING NEWS
Matilda De Angelis ha messo all'asta su Internet la sua verginità.


Scusatemi tanto, ma devo scappare. Devo andare a fare la mia offerta all'asta?
Certo, ma prima ho un'altra cosa da fare. Devo procurarmi un bel malloppo per poter fare un'offerta decente. Solo che al momento, tanto per cambiare, sono al verde e quindi ho bisogno di racimolare soldi in fretta. Come fare?

Potrei mettermi a cucinare cristalli di metanfetamina come Walt White di Breaking Bad, solo che mi sono appena ricordato di non essere un professore di chimica e, anzi, io di chimica al liceo avevo 4. Quando la mia prof di chimica non era troppo impegnata a darmi 3. Oppure a cucinare cristalli di metanfetamina.


Potrei letteralmente andare a dare via il culo, ma questa lasciamola come ultima possibilità, ok?

Potrei invece dare via qualcos'altro di mio che non sia il culo... Cosa possiedo di prezioso?
Ci sarebbe la mia fantastica collezione di CD e di musicassette anni '90, che spazia dai Nirvana alle Spice Girls, ma non credo che oggi come oggi abbiano un gran valore. Sono tutti fissati con la musica in streaming, al limite con i vinili, mentre i CD così come le musicassette poverette non se li fila più nessuno.

Mi sa quindi che mi tocca dare via un'altra parte del mio corpo. Il fegato?
Non lo so. Quest'estate ho bevuto qualche birretta di troppo e non credo sia molto onesto vendere un prodotto chiaramente fallato, spacciandolo per buono. Dai, ho deciso: vendo un rene, che tanto se non ho fatto male i calcoli me ne resta pur sempre uno, e poi i reni sono sempre molto richiesti al mercato. Nero.


DUE MESI DOPO...


Ciao ragazzi. Volevo farvi sapere che sono ancora vivo dopo aver venduto un rene. Anche se non sto troppo bene. A tirarmi su il morale c'è comunque il fatto che ho fatto su 100 mila euri e ora posso offrirli all'asta per la preziosa verginità di Matilda, che scade giusto oggi.


Vediamo un po' come va l'asta. In testa in questo momento c'è una certa Asia A con 90 mila euri offerti. Credo di sapere chi è. Pensavo le piacessero soltanto i ragazzini, gli uomini attempati e gli artisti maledetti, ma evidetemente non riesce a resistere nemmeno alle giovani attrici di talento come la De Angelis. Buon per lei, comunque non c'è problema. La supero offrendo tutti i miei splendenti 100 mila euri ricavati dalla vendita del rene.

Dai che mancano pochi minuti allo scadere dell'asta, pochi secondi e...

NOOOOOOO!

Qualcuno all'ultimo ha offerto 101 mila euri e io non ho 102 mila euri per poter rilanciare. Dannazione, mi ha superato... ma chi è?

Si tratta di un certo Silvio B. Chissà chi è?
Non ne ho proprio idea. Vabbé, vorrà dire che, anche se non è la stessa cosa, mi consolerò guardando il film di finzione liberamente ispirato a questa vicenda che ha come protagonista la stessa Matilda De Angelis e che si chiama...

Youtopia
Regia: Berardo Carboni
Cast: Matilda De Angelis, Alessandro Haber, Donatella Finocchiaro, Federico Rosati, Pamela Villoresi, Lina Bernardi

Finalmente mi guardo questo Youtopia, pellicola massacrata e spernacchiata un po' ovunque e devo dire che, al termine della visione, posso capire il perché. Youtopia è un film che a tratti cerca di spiccare il volo con scatti artistici e autoriali, che però finiscono per risultare non necessari e sul ridicolo andante. Per il resto comunque il regista Berardo Carboni, già autore di Shooting Silvio, non ha un occhio malvagio.

Ci sono ad esempio le discrete parti ambientate nel mondo della realtà virtuale, quello in cui Matilda De Angelis si rifugia per evadere dai problemi della sua vita, realizzate con animazioni che non fanno certo gridare al miracolo, tutt'altro, ma che a me non sono sembrate poi peggiori ad esempio di quelle ben più costose e pompate del sopravvalutato e avatariano Ready Player One di Steven Spielberg, tanto per dire.


A livello di interpretazioni cominciano ad arrivare le note dolenti. Non mi riferisco certo a Matilda, che convince in pieno. Non parlo solo delle scene in cui si esibisce davanti alla web cam senza veli, nonostante quelle da sole valgano la visione dell'intero film. È bello il modo in cui, con grande naturalezza, è riuscita a caratterizzare il suo personaggio. E anche a differenziarlo rispetto ad altre sue interpretazioni. Per quanto quello della ragazza un po' tormentata e problematica sia diventato il personaggio in cui è incasellata, si vedano il suo folgorante debutto Veloce come il vento e la piacevole serie Rai Tutto può succedere, qui lo propone con una sfumatura differente. Più disperata, ma non deprimente. Così come il film. Per quanto regali una visione della vita, e in particolare della sessualità, tutt'altro che positiva, possiede comunque un abbozzo di luce, di speranza che lascia ben sperare anche per il regista Carboni e soprattutto per la protagonista De Angelis.


Meno, molto meno bene gli altri membri del cast. Complice un personaggio così sessuomane e malvagio da apparire (volontariamente?) caricaturesco, Alessandro Haber fa una figura davvero barbina che rischia di affossargli la carriera. E sì che ha lavorato pure con Leonardo Pieraccioni.


Donatella Finocchiaro poi, nella parte della madre di Matilda, una donna che affoga nell'alcol i suoi problemi economici e famigliari, è tragica. Non in senso buono.

"Grazie Cannibal per aver menzionato anche me e non solo Matilda."

C'è anche la novità di non belle speranze Federico Rosati, nel ruolo del farmacista precario che lavora per Haber, che pure lui scade nel tragicomico. Colpa del personaggio? Colpa di dialoghi onestamente bruttini? Colpa della sceneggiatura?


Ecco, la sceneggiatura non è esattamente il massimo della vita, ma spesso nemmeno la vita è il massimo della vita. Non quando ti trovi costretto a mettere all'asta su Internet una parte importante di te. Lì capisci di aver toccato davvero il fondo.


E a proposito di fondo, adesso che siamo arrivati al termine del post vi segnalo che ho aperto un'asta sul dark web per vendere i miei servigi come recensore cinematografico a pagamento. Stranamente non è ancora arrivata alcuna offerta. Manco da Asia A o da Silvio B. Chissà perché?
(voto 6-/10)


Filmazzi senza gloria

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Questa settimana i commenti saranno più stellari che mai. Non ci credete?
Siete uomini e donne di poca Fede. Fate bene comunque a non fidarvi troppo delle mie parole. In questo caso comunque non vi sto mentendo. L'ospite settimanale della rubrica che commenterà le uscite nei cinema settimanali insieme a me e al mio consueto pessimo collega e rivale Mr. James Fordè...
Giorgia Stargirl, la ragazza delle stelle tornata nella Terra dei blog per quest'ospitata, dopo aver lasciato il suo splendido sito Giovane, carina e disoccupata disoccupato per troppo tempo.
Nel frattempo potete comunque leggerla e seguirla sulla fichissima App per smart phone da lei creata, che si chiama TVTips, è un'applicazione che vi consiglia le serie TV in base ai vostri gusti e, oltre ai suggerimenti, è anche un blog di news sui telefilm.
Potete scaricarla QUI e leggere il blog QUI.
Io sicuramente seguirò i consigli di questa App, visto che grazie a Stargirl ho iniziato a seguire La casa de papel - La casa di carta e l'ho adorata, quindi di lei mi fido.

E ora, via agli stellari commenti.

Soldado
"In tre per fermare Ford? Non siamo un po' troppi?"
"No, perché con lui questa settimana ci sono anche Cannibal Kid e Stargirl."
"Mio Dio, allora è meglio se chiamiamo subito i rinforzi."

Stargirl: Il debutto americano di Stefano Sollima in un film duro, violento, maschio e pure un po’ coatto, che racconta la lotta tra la CIA e il narcotraffico sul confine fra Messico e Stati Uniti, battaglia inaspritasi ora che i cartelli hanno iniziato a infiltrare terroristi oltre la frontiera americana.
Benicione del Toro e Josh Brolin (sempre più pacioccone), la fanno da padroni, trasudando testosterone a ogni inquadratura. Avete presente Cannibal e Ford? Ecco, l’opposto.
Ford: il debutto americano di Sollima è stato, a mio parere, buono. Il nostrano Stefano non avrà rinverdito fino in fondo i fasti dello stupendo Sicario di Villeneuve dal quale ha ereditato i main charachters ma ha tirato fuori un solidissimo prodotto di genere. L'ho visto da poco e posso garantire. Per Cannibal, invece, non garantisco neanche per sbaglio.
Cannibal Kid: Sicario è di gran lunga il film di Denis Villeneuve che mi è piaciuto di meno e questo sequel, che di Villeneuve manco vede l'ombra, soprattutto dopo la promozione di Ford mi attira quanto la politica di Trump. In questo caso però potrei seguirla e costruire un muro tra me e la pellicola. Quello tra me e James Ford invece l'ho costruito già da un pezzo.


Pupazzi senza gloria
"Cucciolo Eroico, vediamo di fermare questo famigerato Ford."
"Manco quelli di Soldado sono riusciti ad arrestarlo una volta per tutte per crimini contro il Cinema?"

Stargirl: Pupazzi e umani indagano su una serie di efferati omicidi in quel di Los Angeles.
Detto così sembra serio, ma no, non lo è. A essere sterminati sono infatti i pupazzi della Happytime Gang, show anni Ottanta amatissimo dai bambini. A indagare sul misterioso caso, Sookie St. James di Gilmore Girls (all’anagrafe Melissa McCarthy) e un pupazzo di nome Phil, doppiato in Italia da quel genio di Maccio Capatonda.
Un film irriverente, a tratti demenziale, volgare e senza filtri.
Il mix perfetto che potrebbe o renderlo un capolavoro o ridurlo a un flop pazzesco.
Comunque andrà, io sto con Maccio.
Ford: mai piaciuto Maccio Capatonda, e questo Pupazzi senza gloria mi puzza di potenziale sòla di quelle che piacciono tanto a Cannibal che per fare il figo anti-disneyano dirà che è una figata imperdibile. Lieto di essere smentito, meno di scoprire che anche Giorgia va in visibilio per certi personaggi.
Cannibal Kid: Io sto Maccio e sto con Stargirl. E naturalmente sto contro Ford. Detto ciò, i film con i pupazzi non li sopporto e sono delle bambinate buone giusto per il mio rivale. Per una volta mi attira di più la versione doppiata in italiano piuttosto che quella originale, giusto per Capatonda, ma dubito che darò gloria a 'sta robaccia.


Searching

Stargirl: Quando sua figlia scompare misteriosamente, David Kim decide di cercare indizi per ritrovarla nel laptop della ragazza, dando inizio a una storia ricca di colpi di scena inaspettati, in un thriller già definito dalla critica americana “mozzafiato”.
Ho grandi aspettative per questo film, sia perché adoro John Cho dai tempi di Flash Forward, sia perché trovo molto originale e interessante l’idea di raccontare un film dal punto di vista di un computer e di uno smartphone.
Certo la domanda sorge spontanea: se scomparissero Ford o Cannibal, quanti di voi sarebbe disposti a guardare nei loro laptop? Io no! Ho troppa paura di cosa potrei trovarci dentro…
Ford: cos'è un laptop!? Ahahahahahah! Scherzi a parte, Cho non mi dispiace affatto e un buon thriller è sempre ben accetto da queste parti. Peccato che il sospetto che questo non rientri nel novero è piuttosto concreto. Ma anche in questo caso, sarei ben lieto di essere smentito dalla pellicola.
Cannibal Kid: FlashForward ben presto si rivelava una discreta porcata, nonché la brutta copia di Lost. Che i suggerimenti telefilmici di Stargirl non siano poi così affidabili?
John Cho comunque si è riscattato recentemente con lo splendido indie movie Columbus (recuperatelo, gente, recuperatelo!) e questo promettente thriller spero si riveli davvero mozzafiato. Se così non fosse, potrei mozzare delle dita a qualcuno tipo il mio blogger nemico. Quelle dita che sono sempre impegnate a digitare sul suo laptop...
Ford con un laptop???
Cos'è? Un nuovo inquietante episodio di Black Mirror?

"Pensavo che nel laptop di Ford avrei trovato dei porno e invece... qui ci sono solo delle puntate di WrestleMania. Che pervertito!"


The children act - Il verdetto
"Il mio verdetto? Il blog Giovane, carina e disoccupata deve riaprire i battenti. E WhiteRussian chiudere per sempre."

Stargirl: Che noia che ansia, che ansia che noia. Adoro Stanley Tucci alla follia (indimenticabile ne Il Diavolo veste Prada) ritengo che Emma Thompson sia un’attrice stratosferica, ma decisamente questo film non fa per me. Ha tutte le carte in regola per farmi addormentare o annoiare, quindi grazie, ma no grazie. Però se lo vedete, fatemi sapere com’è!
Ford: ho accumulato talmente tanti titoli in lista in queste ultime settimane di semi-inattività cinematografica da essere arrivato ad operare una selezione dei titoli in uscita. Questo, inesorabilmente, finirà in fondo e forse verrà recuperato con molta, molta calma. La stessa che manifesta Peppa Kid quando si tratta di rispolverare un action anni ottanta.
Cannibal Kid: che noia... e basta. Stanley Tucci ed Emma Thompson mi fanno sbadigliare al solo vederli, la trama pure, Ford anche. Il mio verdetto: lo recupererò insieme a tutti gli action anni '80. Ovvero negli anni '80. Del prossimo secolo.

In viaggio con Adele

Stargirl: Partiamo dal presupposto che appena sento “True Colors” io piango, qualsiasi versione sia, in qualunque contesto venga inserita. In questo film la canzone è presente, per cui già so che piangerò.
Sara Serraiocco (Non è un paese per giovani) è Adele, ragazza problematica, che indossa una tuta rosa da coniglio, gira con una gabbietta (rosa) per gatti con all’interno un gatto immaginario, attacca in giro post-it (il più delle volte rosa) con scritti sopra i suoi pensieri.
Alessandro Haber, che interpreta un attore sull’orlo del fallimento, scopre di essere suo padre e parte con lei per un viaggio on the road nel sud Italia. Conoscendomi, saranno lacrime assicurate.
Per ridere, penserò a Ford o Cannibal con la tuta rosa da coniglio. Per forza.
Ford: la tuta rosa da coniglio potrebbe essere un costume perfetto per Cannibal nel caso in cui dovesse decidere di intraprendere una carriera nel wrestling. Per il resto, questo mi pare il classico film italiano finto indie che potrebbe irritarmi come fece ai tempi Basilicata coast to coast. Fondalmentalmente, ho più riserve di approcciarlo rispetto al tentare la visione di un teen movie suggerito dal finto giovane.
Cannibal Kid: Una ragazza problematica che indossa una tuta da coniglio, gira con una gabbietta per gatti e scrive i suoi pensieri cannibali su dei post-it?
Non so se è la protagonista del mio film ideale, considerata la presenza di Alessandro Haber di recente pessimo in Youtopia, ma di sicuro è la mia ragazza ideale.

"Va bene tutto, ma non chiamatemi Cucciola Eroica, per favore."


Nessuno come noi
"Stai facendo il finto radical-chic per cercare di conquistarmi?"
"Sì, e funziona?"
"Ovviamente no."

Stargirl: La dilagante nostalgia canaglia per gli anni Ottanta torna prepotente nel nuovo film di Volfango De Biasi, tratto dal romanzo di Luca Bianchini.
Un Alessandro Preziosi sempre più impostato e una Sarah Felberbaum sempre più bella, vivono una storia d’amore sdolcinata e prevedibile (un po’ come quella tra Ford e Cannibal) che si incrocia con quella di due adolescenti, in un mix tra commedia romantica e teen drama da fiction Rai.
Colonna sonora e font dei titoli di testa tipicamente anni Ottanta.
Ford: film italiano che tenta di scimmiottare il ritorno alla ribalta degli eighties nelle produzioni oltreoceano? Grazie, ma no grazie.
Cannibal Kid: Commedia romantica, teen drama da fiction Rai, revival degli anni '80?
Guilty pleasure della settimana e forse dell'anno!

Piccoli brividi 2 – I fantasmi di Halloween
"Guidi peggio di FOOOOORD!!!"
"Lo SOOOOOOOOOOOOOO!!!"
"Fatemi scendere subiTOOOOOOOOOOOOOO!!!"

Stargirl: I capelli bianchi incombono, l’età avanza e per quanto io sembri decisamente più giovane di Cannibal e Ford, direi che sono parecchio fuori target per questo film. Beh, lo ero anche per Piccoli Brividi, il primo capitolo della saga (se così si può cambiare).
Lascerò quindi ai più giovani lo spazio per i commenti in merito. Io mi ritiro a fare la maglia, che è meglio.
Ford: cara Giorgia, che tu possa sembrare più giovane di me anche se non ci vediamo da un pò è tutto da vedere, mentre su Cannibal scommetto che non ci sono dubbi. Sarà ormai ridotto come l'Unabomber di Manhunt. Per quanto riguarda il film, invece, penso lo guarderò volentieri, dato che il primo mi aveva a sorpresa garbato molto.
Cannibal Kid: Sequel non richiesto da nessuno di un filmetto che già non è che fosse stato tutto 'sto successone. In sala ci saranno solo James Ford e bambini di non più di... 8 anni. A essere ancora larghi. E poi il finto ggiovane sarei io...




La recensione da darkoni di Dark Hall

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"Sono così dark che mi faccio paura da sola."


Questa mattina mi sono svegliato, e avrei preferito non essermi mai svegliato. Avrei cioè tipo preferito essere come quelli che sono in coma. O come quegli altri che riposano in pace per sempre. Sì giusto, quelli lì... i morti.

Per migliorare – o forse dovrei dire peggiorare? – il mio mood giornaliero adesso mi sento la mia compilation mix che ho fatto inserendo pezzi dei Nirvana e dei Joy Division, con l'aggiunta di un pizzico di My Chemical Romance e di altri gruppi del periodo d'oro dell'emo. Che poi l'emo non è mai morto, vive dentro di noi. Questa playlist l'ho intitolata “Mainajoy”. Lo confesso, dentro c'ho piazzato anche un pezzo di Adele, benché non faccia esattamente il mio genere preferito, però come deprimono le sue canzoni, nessuno mai, quindi ci sta. Bella Adele, thank you per la botta di depression.



Sapete raga cos'altro c'è che può mettermi ancora di più nel mood dark giusto?
Sì, esatto, un bel film darkone. Bello, è ancora tutto da vedere, però dai, almeno dark dev'essere. Il titolo promette bene: Dark Hall.


Dark Hall
Regia: Rodrigo Cortés
Cast: AnnaSophia Robb, Uma Thurman, Victoria Moroles, Isabelle Fuhrman, Taylor Russell, Rosie Day, Rebecca Front, Noah Silver


Dark Hall è quel genere di film che aspettavo da un sacco di tempo. Cioè boh, da tipo da quando Tim Burton ha smesso non si sa bene perché di realizzare pellicole dark per girare delle cagatine Disney. Quelle sì che sono robe deprimenti. Ma l'avete visto il suo Alice in Wonderland?

Dark Hall parte bene. All'inizio sembra tipo Harry Potter meets Twilight. Una roba che detta così qualcuno tra voi vecchi alla lettura storcerà il naso, ma noi giovani depressi d'oggi siamo cresciuti con questa merda. Per quello che poi siamo diventati tanto depressi. Siamo depressi perché non siamo potuti crescere con Kurt Cobain o Ian Curtis, ma con Harry Potter e Bella Swan, ve ne rendete conto?
Compatiteci, anziché bullizzarci definendoci bimbiminkia!


Tornado a Dark Hall, da lì a poco si capisce però che la scuola, anzi il collegio femminile in cui è ambientato questo film con la scuola di magia e di stregoneria di Hogwarts non è che abbia poi così tanto a che vedere. Più che una componente magica, c'è qui una componente paranormale. Uuh, che paura!
Le ragazzine che frequentano – o meglio che sono obbligate dai genitori a frequentare – l'istituto sono delle ragazzine forse messe peggio persino di me, che cioè, è una cosa proprio grave. Sono delle disadattate problematiche depresse, ribelli, violente e con problemi mentali che, più che dentro a un libro di J.K. Rowling, sembra di stare a metà strada tra Ragazze interrotte e Qualcuno volò sul nido del cuculo. Il tutto con una spruzzata di Giovani streghe. Ecco, se c'è un film che Dark Hall mi ha ricordato, almeno nella prima parte, è Giovani streghe, benché le protagoniste non siano streghette, ma solo delle stronzette. Cioè, sono anche vestite uguali.


Chi sono queste ragazzette?
La protagonista principale è AnnaSophia Robb, indimenticabile e commoventissima in Un ponte per Terabithia, che poi è stata anche la giovane Carrie Bradshaw nella sfortunata (e sottovalutata) serie spin-off di Sex and the City, ovvero The Carrie Diaries.


Ho sempre avuto una cotta per lei e qui che in più fa la parte della rebel girl darkona cioè la lovvo troppo e sarei pronto anche a fare un sacrificio per dimostrare il mio amore per lei. No, non togliermi la vita, che pensate? Siete voi mi sa quelli che hanno visto troppe puntate di 13 Reasons Why. Diciamo che sacrificherei un mese di Netflix per provare che la amo sul serio. O magari una settimana, che un mese non so se ce la faccio. Un mese senza Netflix? Lì sì che mi tolgo la vita.

Oltre ad AnnaSophia Robb c'è Isabelle Fuhrman, quella del film Orphan che c'ha una faccia troppo inquietante e dark e infatti mi piace 'na cifra.


Poi c'è Victoria Moroles, che è una tipa che mi dicono si sia vista in Teen Wolf ma io non lo so perché quella serie l'ho abbandonata perché non era abbastanza dark per me, e qui c'ha il ruolo della più dura e pura tra le ragazzine spiritate della scuola.


Quindi c'è Taylor Russell, che nel suo curriculum vanta serie come Falling Skies e Lost in Space e quindi mi sa che da vantarsi c'ha ben poco.


E infine c'è la rossa Rosie Day che non so chi sia o cosa abbia fatto, però è rossa e quindi per va bene anche solo così.


La direttrice del collegio/manicomio/comunità/rehab in cui queste povere sfigate vengono internate è invece interpretata da Uma Thurman, e lei credo non abbia bisogno di presentazioni. Dico solo che qui non è che offra esattamente una delle interpretazioni migliori della sua carriera. Anzi, sembra a suo agio quanto io in un locale che suona musica reggaeton. Perché – ebbene sì – esistono anche quei locali. E poi siamo noi darkoni a far paura...

"Beh, d'altra parte non si può mica girare solo film con Quentin Tarantino...
e meno male, visto che l'ultima volta che l'ho fatto a momenti ci rimettevo le penne."

Dicevo che Dark Hall parte bene. Ha una bella atmosfera da filmettino stronzettino teen misterioso degli anni '90 e quindi ero già quasi convinto di aver trovato un mio nuovo cult personale totale, quand'ecco che nella seconda metà il film svacca di brutto e, più che sprofondare nelle tenebre, sprofonda nel ridicolo. Colpa di una regia piena di ralenty patetici ad opera di tale Rodrigo Cortés, uno che con un nome così sembra più indicato per fare musica reggaeton che non per diventare il nuovo Tim Burton. E colpa di una sceneggiatura che, come spesso accade in pellicole di questo genere, man mano che i misteri vengono dissipati e vengono fornite delle risposte, il fascino del film fa ciaone e si finisce nel penoso.

Adesso comunque non voglio essere troppo cattivo nei confronti di un film così dark, molto dark, pure troppo dark persino per me. Anche se finisce per essere la classica occasione sprecata, a tratti gli ho voluto bene e qualche gioia è riuscita a regalarmela. All'interno della mia vita all'insegna del #mainagioia, anche le gioie più piccole non si buttano via di certo. E ora basta. Vado ad affogare i miei dispiaceri.

No, ma che avete capito?
Non mi vado ad affogare. Affogo i miei dispiaceri nel gelato al cioccolato. Extra dark, naturalmente.
(voto 6/10)


7 film sconosciuti in uscita a El Royale... o più probabilmente in Italia

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Sei un fan di Pensieri Cannibali?
Non lo sei?
Non importa. Puoi sempre fingerti tale, in modo da partecipare a questa rubrica. È quanto credo abbia fatto Tiziana Lunardi, ragazza di Venezia che, manifestando il suo apprezzamento nei confronti di codesto blog, si è guadagnata di diritto un'ospitata nella rubrica dedicata alle uscite cinematografiche.
Sentiamo allora cos'ha da dire a proposito dei film in arrivo in questi giorni in Italia, insieme ai miei commenti e insieme anche a quelli non necessari ma comunque presenti per fare numero del mio blogger rivale e co-conduttore di questo spazio Mr. James Ford.


Disobedience
"Io non avrei mai il coraggio di spacciarmi per fan di Pensieri Cannibali."
"Bleah, che schifo. Manco io."

Tiziana: Conturbante come lo sguardo di Rachel Weisz e dolce come il sorriso di Rachel McAdams, mia beniamina dai tempi di Mean girls, questo film è un connubio di repressione, ribellione e sensualità. La comunità ebraica ortodossa di Londra altro non è che un’allegoria, l’allegoria dell’ipocrisia e del puritanesimo che ancora oggi possiamo trovare nel nostro vicino di casa, quando prendiamo un treno o quando facciamo la spesa. Un capolavoro assicurato.
Cannibal Kid: Un film in cui Rachel Weisz e Rachel McAdams si fanno?
Ovviamente l'ho già visto e ovviamente l'ho già adorato. Qui c'è la mia recensione.
Correte a leggerla, ma soprattutto correte a vedere il film. E non osate disobbedirmi. Altrimenti fate la fine di Mr. Ford. Ovvero una brutta fine.
Ford: questo film ha già fatto il giro del web per una scena in particolare che potrebbe essere una delle sequenze dell'anno. Non l'ho ancora visto, ma per quella vale tutto.


Halloween
Ford travestito per Halloween?
No. Ford in un giorno dell'anno qualsiasi.

Tiziana: Da vera fanatica del genere horror ho già acquistato i biglietti per una maratona che trasmetteranno in un cinemino vicino casa, dove proietteranno all’inizio il primo film della saga, ovvero “Halloween-La notte delle streghe” (1978) e successivamente questo (brutta mossa). La realtà è che quasi quasi ci andrò più per riguardare il capolavoro di John Carpenter che per la curiosità di vedere l’opera di David Gordon Green e anzi, con molta probabilità uscirò dalla sala pensando: “ne avevamo davvero bisogno?”
Cannibal Kid: Dell'Halloween originale ho un ricordo piuttosto lontano e vago. Se non ricordo male, cosa possibile visto che la mia memoria funziona bene tanto quanto i gusti cinematografici del mio blogger rivale di cui in questo momento non ricordo il nome, mi era piaciuto decisamente, anche se non lo considero tra i miei horror preferiti in assoluto. Dopo i vari sequel, remake e anche i reboot a opera di Rob Zombie, che non ricordo con troppo piacere, questo nuovo capitolo del franchise, che dovrebbe essere un sequel diretto del primo, non mi ispira un granché, ma un'occhiata è probabile che gliela butti comunque.
Ford: il primo Halloween è un capostipite dell'horror, una chicca dello slasher movie che ancora oggi impartisce lezioni a raffica al genere. Non penso ci fosse bisogno di questo sequel, ma la curiosità c'è, e la possibilità di una possibilità anche. Nonostante il periodo da poco avvezzo alla sala.


Euforia
"Sai che Ford e Cannibal si spacciano per espertoni di Cinema?"
"AHAHAH, non riesco a smettere di ridere."

Tiziana: Per carità, lungi da me il voler essere cinica, ma in tutta onestà mi sembra una storia un attimo trita e ritrita, con quel velo di politicamente corretto e perbenismo che ultimamente dilaga nelle produzioni italiane. Però c’è Riccardo Scamarcio, quindi a posto così.
Cannibal Kid: Poco fa ho visto un film intitolato Euphoria e, nonostante la presenza di Eva Green e Alicia Vikander, non è che mi avesse fatto diventare proprio euforico. Figuriamoci questo dove non ci sono manco Eva Green e Alicia Vikander, ma Scamarcio e la Golino (qui in versione regista). Va beh, se non altro c'è pure il sempre valido Mastandrea. Che però non è la Green né tantomeno la Vikander.
Ford: in questo periodo fatico a vedere qualsiasi film tenendo la visione senza penniche. Figuriamoci una roba italiana di questo genere. Neanche fosse un titolo pseudo indie autoriale consigliato dal mio rivale.


Uno di famiglia
"Vi prego, ospitatemi nella vostra bellissima rubrica. Non vedo l'ora!"

Tiziana: Non mi ritengo certamente una fan delle commedie italiane, ma questa non promette affatto male. Dopo i primi sei secondi di trailer avevo già accennato un sorriso, che si è trasformato in un sorriso vero e proprio man mano che continuavo la visione. La trama mi sembra più originale e “intelligente” del solito (stiamo pur sempre parlando di una commediola italiana) e Lucia Ocone appare davvero perfetta nel ruolo.
Cannibal Kid: Non ero un grande fan delle commedie italiane e, per carità, non lo sono nemmeno tutt'ora. Eppure negli ultimi tempi diversi titoli appartenenti a questo filone hanno saputo intrattenermi con piacere. Chissà se ce la farà pure questo Uno di famiglia? Probabile che pure Ford se lo recuperi visto che negli ultimi tempi è diventato il più insospettabile promotore delle commedie italiane.
Ford: negli ultimi tempi, più che delle commedie italiane, sono diventato promotore del sonno da divano. Quindi la domanda è: riuscirà questo film a tenermi sveglio? Più di Cannibal è sicuro.


7 sconosciuti al El Royale
"Perché sto mezzo nudo sotto la pioggia?
Per far contento Ford, innanzitutto, ma anche per omaggiare i Take That nel video di 'Back for Good'."

Tiziana: Premettendo che fatico a trovare un senso alla carriera da attrice della Johnson dato che credo non abbia mai cambiato espressione dal suo primo provino, l’impressione che mi ha dato questo film è stata che alla base c’è del potenziale: quel tocco di Agatha Christie, una location interessante, citazioni tarantiniane, una buona colonna sonora e, non meno importante, Chris Hemsworth. Resta solo da sperare che il regista Drew Goddard sia riuscito a giocarsi bene questi elementi, perché è risaputo che per gli americani il confine tra filmone e trashata è molto molto labile.
Cannibal Kid: Drew Goddard dopo l'ottimo esordio con il sorprendente Quella casa nel bosco potrebbe sorprendere di nuovo?
Spero proprio che questo suo nuovo lavoro non sia il solito thriller-noir che cerca di copiare Tarantino e i Coen, ma qualcosa di originale e personale. Se c'è riuscito ribaltando i cliché degli horror, non vedo perché non ci possa riuscire pure ora. E in più realizzare una missione da brividi: riuscire a convincere per la seconda volta di fila sia me che Ford. Brrr.
Ford: Goddard, ai tempi di Quella casa nel bosco, era riuscito nell'impresa certo non semplice di portare dallo stesso lato della barricata i due rivali più ex rivali della blogosfera. Che questo film possa significare doppietta? Nonostante mi lasci molto perplesso l'idea, non mi dispiacerebbe. Segno di tempi che cambiano?


Up & Down - Un film normale
Alcune persone normali.
E poi c'è Paolo Ruffini.

Tiziana: Sicuramente una bellissima iniziativa, andrebbe certamente guardato per avvicinarsi ad un mondo che troppo spesso ignoriamo. Anche se Paolo Ruffini, mamma mia che fastidioso...
Cannibal Kid: Tiziana è stata troppo buona nel definire Paolo Ruffini soltanto come fastidioso. Per persone come lui, o come Ford, giusto per fare un esempio a caso, ci sarebbe da usare ben altri termini. Ma non lo farò, se no Google mette il mio sito nella lista nera e lo fa sparire dal motore di ricerca.
Ford: un film normale? Più che altro, un film da evitare. Tiziana, forse è il caso di rivalutare questo buonismo da Cucciolo Eroico!


Angel Face
"Adesso faccio una cosa che fa sempre anche Ford con sua figlia: ti insegno a truccarti."
"Sì, mamma, ma non da wrestler o da membro dei Kiss, s'il vous plaît."

Tiziana: Qui so già che piangerò copiosamente. I rapporti madre-figlia, il momento in cui ci si rende conto per la prima volta che i genitori non sempre sono eroi, la disillusione di un figlio che per natura ha sempre idealizzato la famiglia, sono argomenti ancora troppo poco trattati, ma sempre di grande impatto psicologico. Basti pensare a “Mommy” di Xavier Dolan, un capolavoro assoluto difficile da eguagliare. Nonostante ciò, il trailer ha suscitato in me altissime aspettative. Vedremo.
P.S. Marion ti amo follemente.
Cannibal Kid: Pure io amo follemente Marion, pure io ho altissime aspettative e pure io so già piangerò copiosamente... ok, quest'ultima cosa forse era meglio se non la dicevo per non sminuire la mia mascolinità. Dite che ormai è troppo tardi?
P.S. Sono quasi sicuro che pure Ford saprà apprezzarlo, visto che lui nel rapporto tra madre-figlia ci sguazza anche nella vita privata... ehm, volevo dire nel rapporto padre-figli. :)
Ford: Marion e rapporti genitoriali, le premesse ci sono tutte. Il fatto che sia atteso da Tiziana e Cannibal, però, gioca contro. Chi vincerà? Spero il Cinema, perchè in questo periodo ne ho davvero bisogno.


La musica di ottobre 2018: i Top, i Flop e qualche altra cosa

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Ci risiamo. Nuovo mese, nuova puntata della rubrica sulla musica del mese, e naturalmente anche nuova... musica. Ecco chi sono i bocciati, chi sono i promossi, e chi si è ritagliato uno spazio in qualcuna delle varie rubrichette all'interno della rubrica.


Flop del mese

6. Greta Van Fleet

I Greta Van Fleet sono i nuovi Led Zeppelin?
No. I Greta Van Fleet suonano come un gruppo di ragazzini che si diverte a fare le cover dei Led Zeppelin, tirando fuori dei brani (più o meno) loro e (più o meno) nuovi. Il risultato finale?
I Greta Van Fleet sono la brutta copia for dummies dei Led Zeppelin. E già gli originali a me non è che abbiano mai fatto impazzire. Anzi, considero i Led Zeppelin il gruppo più sopravvalutato nella Storia della Musica, giusto dopo i Queen. E dopo aver detto queste cose, odiatemi e insultatemi pure.




5. Gué Pequeno

Ora che Gué Pequeno si è messo a campionare “Oro” di Mango vuol dire che è alla frutta,
la sua canzone è proprio come questa mia rima: una cosa davvero brutta.




4. Michael Bublé

Negli scorsi giorni Michael Bublé ha annunciato il suo ritiro dalla scena musicale. Il motivo? Il cantante ha parlato di come il cancro del figlio, che comunque ora è guarito, gli abbia cambiato la vita e abbia cambiato anche le sue priorità. Sembra che Bublé abbia dichiarato: “Questa è la mia ultima intervista, mi ritiro dalla musica, ho fatto il disco perfetto e ora posso lasciare quando sono ancora al top”. Sul fatto che avesse fatto il disco perfetto avevo qualche dubbio, ma mi sentivo di appoggiare in pieno la sua scelta.
Poche ore dopo, il suo manager ha smentito tutto. Michael Bublé non si ritira più e a quanto pare ci dovremo sorbire le sue canzoni moscie e interpretate senza il minimo trasporto emotivo, come il nuovo anonimo singolo “Love You Anymore”, da qui ad ancora molti Natali a venire.




3. Eros Ramazzotti

Eros Ramazzotti è tornato con un nuovo singolo e, se non lo inserivo tra i flop, si offendeva.
Scusate la marketta, però ho dovuto metterlo per fargli un favore personale.




2. 500Tony

I detrattori della musica trap sostenevano che persino un bambino di 9 anni fosse in grado di scrivere un brano trap. Beh, a quanto pare avevano... ragione.
500Tony è un rapper-trapper di 9 anni che sta impazzando su YouTube e che con la sua invettiva anti-scuola e il suo atteggiarsi da futuro boss del quartiere appare più che altro come una (involontaria) parodia del genere. Il suo successo è la dimostrazione di come la trap abbia raggiunto il suo picco commerciale anche in Italia. Cosa che allo stesso tempo significa che ormai è una moda destinata ad avviarsi verso la sua lenta e inesorabile fine. Ringraziate 500Tony per il favore.




1. Irama

Soggettivamente: Irama mi sta sulle palle.
Oggettivamente: la sua musica fa schifo e i testi delle sue canzoni sembrano scritti da un bimbominkia di 9 anni incazzato con il mondo perché lo considerano tutti un somaro, mentre lui si considera un genio incompreso.
L'unico dubbio che ho è: ma chi è che glieli scrive, 'sti testi?

A) Lui stesso
B) 500Tony
C) Federico Moccia
D) Luigi Di Maio





Top del mese

7. Subsonica

Dopo le parentesi soliste dal buon potenziale ma non del tutto riuscite di Samuel e Boosta, i Subsonici sono tornati insieme e hanno tirato fuori un dischetto valido, intitolato "8", un modo poco fantasioso per ricordarci che è il loro ottavo album. Gli anni sono passati anche per loro e – non potrebbe essere altrimenti – oggi non sono più le nuove promesse della musica italiana. "8" non contiene niente per cui strapparsi i capelli – anche perché a una certa età cominciano a farsi più radi quindi meglio non strapparli – eppure la proposta della band di Torino in bilico tra pop, rock ed elettronica suona ancora fresca e valida abbastanza da farsi sentire con piacere.




6. Richard Ashcroft

Nessuno si fila più Richard Ashcroft, l'ex leader dei The Verve, quelli dell'inno “Bittersweet Symphony”. Così come i Subsonica, anche lui ormai non è più un giovanotto e non è più la “next best thing” musicale. Pure lui però non suona affatto bollito e anzi se n'è ritornato in splendida forma con il suo quinto album solista “Natural Rebel”, che all'interno contiene un paio di ballatone come “That's How Strong” e “We All Bleed” belle quasi (e ho detto quasi) quanto “The Drugs Don't Work”, e qualche altro brano più ritmato alla Rolling Stones, come il singolo “Born to Be Strangers”. Per la serie: non è facile, ma si può uscire vivi dagli anni '90.




5. Neneh Cherry

Il tuffo in mezzo ai reduci degli anni '90 prosegue con Neneh Cherry, quella della hit “7 Seconds” cantata con Youssou N'Dour. Il suo nuovo pregevole album “Broken Politics” se ne frega di apparire attuale o di inseguire le mode del momento, e ripesca suoni trip-hop e drum'n'bass che rimandano proprio ai... 90s, giusto. Il tutto per fortuna senza suonare come un revival nostalgico stile programma di Carlo Conti.




4. Smashing Pumpkins

Il revival degli anni '90 continua, ma vi assicuro che questo non è un programma di Carlo Conti. Ma solo perché lui di solito si limita al revival degli anni '70 e '80. Dopo anni di delusioni e progetti al confine tra il brutto e l'inascoltabile, gli Smashing Pumpkins sono tornati alla formazione originale quasi al completo – Billy Corgan, Jimmy Chamberlin e James Iha, manca solo D'arcy – e, in attesa del nuovo album "Shiny and Oh So Bright Vol. 1 / LP: No Past. No Future. No Sun", in arrivo il prossimo 16 novembre, hanno tirato fuori un singolo ispirato e con il suono giusto: “Silvery Sometimes (Ghosts)”, con tanto di video perfetto per Halloween. Speriamo sia la volta buona...




3. Måneskin

Dopo alcune vecchie (ma poi non così vecchie) glorie del passato, ecco il gruppo che piaccia o meno rappresenta il presente e – chissà? – magari anche il futuro della musica italiana. Usciti da un secondo posto dall'edizione 2017 di X Factor, i Måneskin hanno appena sfornato il loro album d'esordio “Il ballo della vita”. Un lavoro acerbo, incerto se prendere la direzione della canzone italiana o di quella in inglese, in bilico tra pop, rock, glam e oserei dire raggamuffin. Ci sono ballate in stile Afterhours come il singolo “Torna a casa”, bassi rubati ai White Stripes (“Fear for Nobody”) e c'è persino un pezzo quasi rap-trap (“Immortale”). La cosa più apprezzabile è che, pur nella varietà delle influenze, i Måneskin hanno un suono loro, subito riconoscibile anche per via della voce così particolare del cantante, cosa che non si può poi dire di così tante band, esordienti o meno. Un suono loro, un look loro e pure un linguaggio e un immaginario tutti loro. In molti pezzi ad esempio parlano di questa fantomatica Marlena, ma io non ho mica ancora capito chi cazzo sia.




2. Sigrid

La bomba pop del mese, forse dell'anno. L'ha sganciata Sigrid, ragazzetta norvegese classe 1996 e suona proprio come un sucker punch, un colpo inaspettato, ma piacevole.




1. Black Honey

Il sound dei Black Honey riecheggia i Garbage, i Blondie, Lana Del Rey, ma pure la colonna sonora di Pulp Fiction. Se volete scoprire qualcosa in più sul gruppo rivelazione in arrivo direttamente da Brighton, in Inghilterra (una delle città che più amo al mondo) e sul loro ottimo omonimo album di debutto, vi rimando all'interessante e divertente recensione di IroNick, autore del nuovissimo blog La vita è una compilation che vi consiglio di seguire. Se volete cominciare ad ascoltarli, premete intanto play sul video qui sotto.





Video del mese
Charli XCX & Troye Sivan

Visto che questo mese la rubrica è dominata dal revival degli anni '90, facciamo che fare un salto proprio nel "1999" grazie al titanico video di Charli XCX & Troye Sivan. Vediamo se riuscite a cogliere tutti i riferimenti al decennio presenti al suo interno.




Sgnacchera del mese
Rita Ora

Rita Ora è sexy anche quando fa la popò. Almeno credo. Se poi, come nel nuovo video di “Let Me Love You”, si impegna pure per fare la sexy, è la fine.




Miglior costume di Halloween 2018
Rita Ora

Secondo premio di fila per Rita Ora, ché se lo merita. Questa volta per il migliore costume di Halloween 2018 visto finOra. La popstar ha deciso di travestirsi da... Post Malone, con tanto di tatuaggi sulla faccia proprio come il rapper-trapper statunitense.



Un post condiviso da RITA ORA (@ritaora) in data:


Guilty pleasure del mese
Il Pagante

Il Pagante sono la versione musicale di un cinepanettone dei Vanzina. Ancora più dei Thegiornalisti. E il loro nuovo singolo-presa per il culo “Radical Chic” sfiora il genio.




Serial Music
Élite

La serie TV spagnolo-adolescenziale di Netflix Élite al suo interno propone una muy hermosa colonna sonora con l'élite appunto della musica spagnola contemporanea, dalla hit “Malamente” di Rosalía al romanticismo caliente di “Mar el poder del mar” di Facto Delafe y Las Flores Azules. Il tutto senza farsi mancare un tocco internazionale, con gruppi come gli scozzesi Chvrches.






Movie Soundtrack
A Star Is Born

Il film A Star Is Born non l'ho ancora visto, ma la sua colonna sonora è lo stesso la soundtrack del mese.
Anche se devo confessare che io continuo a preferire la Lady Gaga puttanpop di pezzi come “Bad Romance” e “P p p poker face, p p p poker face”.




Spazio vintage
John Lennon

Non so se vi ho mai detto, e soprattutto non so se ve ne può fregar di meno, qual è il mio Beatle preferito. Ora sto per rivelarlo.
Il mio Beatle preferito è... rullo di tamburi di Ringo Starr...

John Lennon.
John Lennon è il mio Beatle preferito, non Ringo Starr che ha solo gentilmente offerto il rullo di tamburi. Con tutto il rispetto possibile, ma Ringo è stato fondamentale ai Beatles quanto Mauro Repetto agli 883, e giusto una testa di cactus come Marge Simpson può ritenerlo il suo favorito.


Negli ultimi tempi si è tornato a parlare di John Lennon perché è in preparazione un film sulla sua storia con Yoko Ono, e inoltre perché nei cinema è stata nuovamente proposta la pellicola “Imagine”. Per l'occasione è stato anche ristampato in una versione arricchita di contenuti extra l'omonimo album. Sto quindi per proporvi la canzone “Imagine”?
Giammai. Sarebbe una scelta troppo scontata. Vi propongo invece un altro brano presente nell'album, “Gimme Some Truth”, una delle mie canzoni preferite del mio Beatle preferito.




Serial Killer, la nuova (anche se ormai non più così tanto) rubrica sulle serie TV - Ottobre 2018

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Seconda puntata della rubrica mensile di Pensieri Cannibali dedicata alle serie TV. La prima ha ottenuto un successo pazzesco. Ha fatto registrare tipo milioni di telespettatori, o forse migliaia, o forse decine, o forse due o tre, a dirla tutta. In ogni caso, andiamo a vedere quali sono i telefilm (sì, a me piace chiamarli ancora così) che mi hanno convinto di più e quali di meno nelle ultime settimane. Senza dimenticare qualche mini-rubrica all'interno della rubrica.


Serie top del mese

Élite

Da quando in qua gli spagnoli si sono messi a fare serie TV adolescenziali?
Beh, gli iberici possono vantare un glorioso passato con questo genere, basti pensare a Paso adelante...


Ok, scusate. Come non detto.
Gli iberici comunque ora possono vantare un glorioso presente con questo genere, grazie a Élite. Andandola ad analizzare da vicino, non è che presenti poi niente di nuovo. Élite è però una rielaborazione in caliente chiave spagnola e soprattutto all'ennesima potenza di tutto l'immaginario dei teen drama del piccolo e del grande schermo americano degli ultimi decenni.

In Élite per esempio non c'è un solo triangolo sentimentale, come in Beverly Hills 90210, Dawson's Creek, Twilight, True Blood o nella canzone di Renato Zero. In Élite si possono contare (almeno) tre appassionanti e passionali triangoli sentimentali.

Un

Dos

Tres
Ole, ole, ole!


Altro esempio, in Élite non c'è una sola coppia tormentata e “impossibile”, come in Titanic o Romeo e Giulietta. Anche in questo caso ce ne sono (almeno) tre.

Un

Dos

Tres
Ole, ole, ole!


C'è poi una scommessa sessuale in stile Cruel Intentions...

C'è un protagonista maschile che somiglia a Enrique Iglesias ma è moscio come Dawson Leery...
"Guardate che mi metto a piangere proprio come Dawson."

Ci sono i conflitti tra classi sociali in stile Gossip Girl e The O.C....

C'è una ragazza malata sulla scia dei “malattia movies” come Colpa delle stelle che vanno di moda nell'ultimo periodo...


C'è un caso thriller macabro in stile 13 Reasons Why, Riverdale e Pretty Little Liars, altro trend immancabile delle serie adolescenziali degli ultimi anni...


C'è insomma tutto l'immaginario teen americano degli ultimi decenni, riversato all'interno di una serie sola. Spagnola. E guapísima.


The Romanoffs

The Romanoffs rischia di essere la serie TV più sorprendente dell'anno. Non ho detto necessariamente la più bella, ho detto la più sorprendente.
Da una serie con un titolo del genere, uno si aspettarebbe una serie in costume ambientata nella Russia a cavallo tra il 1600 e i primi del Novecento. Essendo una serie statunitense, si potrebbe pensare al limite a un'ambientazione statunitense. Invece no. Il primo episodio è ambientato... nella Francia di oggi. Proprio così.
Se andiamo poi a vedere chi c'è dietro a questa serie, notiamo il nome di Matthew Weiner, il creatore di Mad Men, uno dei miei cult assoluti di sempre. A questo punto ci si potrebbe aspettare qualcosa di simile a Mad Men. Invece no. Siamo più dalle parti di una commedia di Woody Allen, qualcosa in stile Midnight in Paris.


Si prosegue poi nella visione del secondo episodio, immaginando magari qualcosa sulla scia del primo, e invece no anche in questo caso. Nella seconda puntata ci sono ambientazioni, personaggi e attori differenti e la vicenda sembra un incrocio tra un cinepanettone vacanziero dei Vanzina e un noir alla Hitchcock/Polanski.


The Romanoffs è una serie antologica in stile Black Mirror in cui ognuna delle 8 puntate è un film di un'oretta e mezza indipendente dell'altra, accomunate giusto dal fatto che parlano di alcune persone che sono, o credono di essere, discendenti della famiglia reale russa.
Un paio di cose in comune con Mad Men in questa imprevedibile serie comunque si possono trovare: la visione non proprio positiva del matrimonio e il fatto che anche qui i protagonisti fumano come delle ciminiere. Alla faccia del politically correct di quasi tutte le altre serie, persino quelle più apparentemente trasgressive come quelle HBO o innovative come quelle Netflix, dove le sigarette sono spesso bandite. L'eroina no, ma le sigarette sì.


The Haunting of Hill House

The Haunting of Hill House è una serie così bella da far male. È per questo che non sono ancora riuscito a finirla. Il finale del quinto episodio mi ha sconvolto a tal punto che ho deciso di prendermi un attimo di pausa, evitare il binge watching selvaggio e tirare un poco il fiato, in attesa di una seconda parte di stagione che si preannuncia altrettanto intensa, e forse ancor di più.
Il fatto non è tanto che mi abbia fatto paura... anche se – lo ammetto – un po' di strizza addosso me l'ha messa. Un po' tanta, come non capitava da tempo con un prodotto horror. Il bello di Hill House comunque è che non è solo una storia di paura, una storia di fantasmi, una storia di case infestate. E meno male, visto che io di classiche storie sulle case infestate ne avevo abbastanza. Come e più di The Romanoffs, anche la serie creata, scritta e diretta da Mike Flanagan sa sorprendere, con un episodio più bello dell'altro. Innanzitutto perché i precedenti lavori di Mike Flanagan, come Oculus - Il riflesso del male, Somnia e Il terrore del silenzio, non è che mi avessero convinto più di tanto. E poi perché Hill House è soprattutto la storia di una famiglia, tra presente e passato. La storia di una famiglia (più o meno) sopravvissuta all'esperienza di una casa infestata che sa unire una componente horror particolarmente riuscita con una componente esistenziale da family drama altrettanto, e forse ancora più riuscita. Il risultato è spaventosamente buono. Pure troppo. Roba da restarci traumatizzati.

"Non dirlo a nessuno, ma Cannibal Kid se l'è fatta sotto guardando la nostra serie."
"Va beh, non è che ci vada tanto. Quello è un fifone, lo sanno tutti."


American Vandal

La prima stagione di American Vandal è stata una stagione del cazzo. No, non in senso negativo. Nel senso letterale del termine. Il primo ciclo di episodi della sorprendente serie mockumentary di Netflix raccontava di un bulletto liceale che veniva accusato di aver imbrattato le auto dei professori della sua scuola con dei disegni fallici.
La seconda stagione di American Vandal è invece una stagione di merda. Anche in questo caso, intendo in senso letterale. Al centro delle nuove puntate c'è infatti il caso di una scuola privata, dove un giorno qualcuno organizza una specie di attentato terroristico, provocando la diarrea di tutti i suoi compagni. Chi sarà stato?
Certo, manca l'effetto sorpresa della stagione 1, ma il mistero è anche questa volta avvincente ed esilarante allo stesso tempo, presenta colpi di scena degni di Shyamalan e pure un senso dell'umorismo da teen comedy americana in stile American Pie, echi di Bowling a Columbine in versione comica, più un presunto colpevole che sembra un incrocio tra LeBron James e Willy, il principe di Bel-Air. Una stagione merdosamente convincente. E pazienza se Netflix non l'ha rinnovata per una terza stagione, in cui chissà cos'altro si sarebbero potuti inventare...



A Million Little Things

Avete voglia di farvi un sano pianto? Una puntata alla settimana di This Is Us non vi basta più? Ecco allora la nuova serie che fa per voi. Si può dire che A Million Little Things segua la scia di This Is Us, e così in effetti un po' lo è. Anche in questo caso si parte da uno spunto drammatico, per dare vita a un family drama che alterna umorismo e momenti leggeri ad altri più intensi e strappalacrime. Anche se, va detto, questo non è tanto un family drama. È più che altro un friendship drama, visto che i protagonisti sono legati tra loro da un rapporto di amicizia, non di parentela. I personaggi non è che siano proprio delle persone facili da amare, ma nelle loro imperfezioni, nel loro male di vivere inspiegabile eppure presente, io ci sguazzo alla grande e, complice un'ottima colonna sonora, a ogni puntata riesco a emozionarmi pure. Piagnoni e musoni di tutto il mondo, non perdetevela!



New Amsterdam

Per essere uno che non ama particolarmente il genere medical, devo dire che di serie medical ne guardo fin troppe. Al momento sto seguendo The Resident e The Good Doctor, sebbene per mancanza di tempo le abbia messe provvisoriamente in stand-by, e sono pure riuscito a iniziare New Amsterdam. Che trovo pure piuttosto coinvolgente. È il solito medical drama che alterna casi umani, casi curiosi a casi da soap opera, non troppo distante da Grey's Anatomy, ma con una novità. Rispetto al trend degli ultimi tempi con protagonisti dei dottori egotomani e scontrosi come il Dr. House, qui il protagonista principale interpretato dall'ottimo Ryan Eggold (visto in tutt'altri panni come uno dei membri del Ku Klux Klan nel BlacKkKlansman di Spike Lee) è un dottore utopistico che sembra davvero avere a cuore i suoi pazienti e l'ospedale (il New Amsterdam di New York) di cui viene messo a capo. Una persona davvero buona. Un anti-House persino troppo buono per essere vero, ma una volta tanto mi va di tifare per i buoni. Tanto per cambiare.

"Dr. House chiii???"


Serie così così del mese

Chilling Adventures of Sabrina

Una serie teen dark arrivata giusto in tempo per Halloween?
Troppo bello per essere vero, e infatti...
Per quanto mi riguarda, il primo episodio di Chilling Adventures of Sabrina si è rivelata una delusione pazzesca. Più che una serie adolescenziale, mi sembra una serie infantile. Una visione perfetta per chi è cresciuto a pane e Harry Potter, meno per me. Il problema non è il fatto che sia qualcosa di radicalmente differente rispetto a Sabrina, vita da strega. Una sitcom anni '90 del genere oggi sarebbe stata improponibile. È però un peccato che in questa nuova Sabrina non ci sia manco un briciolo di umorismo, o almeno a me non è pervenuto.


La componente magica è poi da fantasyno moscio di oggi, la protagonista interpretata dall'ex figlia di Don Draper in Mad Men Kiernan Shipka è troppo politically correct, troppo perfettina e troppo buonista per risultare simpatica e il suo fidanzatino è di un moscio incredibile. Salvo giusto la bella sigla iniziale e una buona cura estetica di ambientazioni e costumi. Nel complesso, per il momento mi ha ricordato un incrocio tra Piccoli brividi e Una serie di sfortunati eventi, e non è un complimento. Spero però che le cose con gli episodi successivi migliorino. Così, per magia.

"Io intanto sfilo sul red carpet. Anzi sul black catpet."


Big Mouth

La stagione 1 di Big Mouth è una delle cose più divertenti che io abbia mai visto. È subito diventata una delle mie serie animate preferite di tutti i tempi. Ero già pronto a trastullarmi con la seconda stagione come fanno i protagonisti con i loro pistolini, e invece...
Big Mouth è sempre una visione gradevole, simpatica e tutto, però personalmente non sto provando lo stesso entusiasmo dei bei tempi andati, di quel lontano 2017 in cui mi faceva sbellicare dalle risate. Colpa mia e del fatto che mi stufo in fretta delle cose, persino quelle che mi piacciono di più, o colpa delle serie?

"Stavo cercando 'big boobs' su Google e sono finito su Pensieri Cannibali. Sarà un caso?"


Serie flop del mese

Charmed

Adesso dirò una cosa parecchio impopolare. Streghe per me era... una cagata pazzesca. Capisco che quando si parla del passato si tende a mitizzarlo, però la serie andata in onda negli Usa tra il 1998 e il 2006 era davvero una vaccata. Fondamentalmente si trattava di una soap opera travestita da serie fantasy. I suoi episodi migliori potevano sembrare giusto una brutta copia dei peggiori episodi peggiori di Buffy l'ammazzavampiri, mentre gli episodi peggiori... beh, quelli erano solo tremendi e basta. Qualcosa che si salvava c'era, ad esempio il perfido personaggio interpretato da un luciferino Julian McMahon, ma in generale era una di quelle serie, come Settimo cielo, che si seguivano soltanto per vedere quanto a fondo potessero scendere.


Non sono quindi rimasto particolarmente sconvolto dal fatto che il reboot della serie, il nuovo Charmed versione 2018, sia una robetta mediocre. È un aggiornamento ai tempi del #MeToo Movement e di Camila Cabello dello show originale, con un cast multietnico e una delle tre sorelle che è lesbica. Nel complesso in ogni caso non mi sembra meglio, ma nemmeno particolarmente peggio, rispetto all'originale di qualche anno fa.

"Su questo Libro delle Ombre ci stanno scritte ancora più stronzate che su Pensieri Cannibali!"


Manifest

Era da un po' di tempo, diciamo da qualche mese, che non usciva un nuovo pretendente al titolo di “nuovo Lost”, ed ecco che è arrivato. Manifest parte da uno spunto parecchio intrigante e parecchio lostiano. Un aereo partito dalla Giamaica atterra a New York City e il volo sembra andato bene. A parte un piccolo dettaglio: è arrivato a destinazione 5 anni dopo la partenza. Manco Trenitalia aveva mai accumulato un ritardo simile. Se però per il resto del mondo sono passati 5 anni, per i passeggeri del volo sono passate appena poche ore. Non sono invecchiati di un giorno, o meglio sì, sono invecchiati giusto di un giorno solo. Cosa che significa che la moglie del protagonista maschile nel corso dei 5 anni in cui credeva che il marito fosse morto si è fatta cani e porci, e che il promesso sposo della protagonista femminile nel frattempo si è sposato con la sua migliore amica. Raccontata così sembrerebbe una visione piuttosto promettente e – c'è da riconoscerlo – Manifest si lascia seguire. Peccato che sia una serie per niente originale, scritta male, con personaggi uno più fastidioso dell'altro e attori tutt'altro che fenomenali. Dico solo che c'è Josh Dallas, già insopportabile Principe Azzurro di Once Upon a Time. Inoltre, proprio come capitato ad esempio in Under the Dome, l'ottimo spunto iniziale presto svacca in maniera assurda. Fatemi scendere da questo aereo, prima che perda anch'io 5 anni della mia vita.
Hey, un momento... ma Lost di anni non ce ne ha fatti perdere 6, grazie a quel suo finale osceno?

"Tranquillo, figliolo, tra cinque minuti siamo arrivati..."
"...o forse tra 5 anni?"


Camping

Matteo Salvini a parte, esiste qualcosa peggiore di una serie comedy che non fa ridere?
Di Camping, nuova creatura televisiva dell'ideatrice di Girls Lena Dunham ispirata all'omonima serie britannica, tra una Jennifer Garner troppo precisetta per essere vera e un David Tennant troppo ridicolo per essere comico, salvo giusto Juliette Lewis, una delle attrici più sottovalutate di tutti i tempi. Per il resto questo Camping è proprio come il campeggio vero e proprio: un'esperienza che è meglio non fare.



Guilty pleasure del mese
L'allieva

Alessandra Mastronardi è tornata nei panni di Alice Allevi, la più grande portasfiga dai tempi de La signora in giallo. Intorno a lei le persone continuano a morire, in una Roma dove avvengono più omicidi che a Twin Peaks. Sarà colpa della Raggi? I casi light crime, molto light e poco crime, non sono però particolarmente intriganti. L'allieva la si guarda per seguire le (dis)avventure amorose della protagonista, in questa stagione impegnata in quello che si preannuncia come un nuovo triangolo sentimentale. E, soprattutto, la si guarda per gli irresistibili battibecchi tra la Mastronardi e Lino Guanciale, i Sandra e Raimondo della nuova generazione.


Cotta del mese
Ester Expósito (Élite)

¡Madre de dios, que chica!



Episodio Top del mese
The Haunting of Hill House, "La donna dal collo storto (The Bent-Neck Lady)", stagione 1 episodio 5

Era forse dai tempi della prima apparizione di BOB in Twin Peaks e dalla prima volta che ho visto Shining che non rimanevo così shockato da qualcosa.

La mia reazione al finale del quinto episodio di Hill House


Performer of the Month
Inès Melab (The Romanoffs)

Tra le sorprese del primo episodio di The Romanoffs c'è Inès Melab, attrice francese classe 1993 che sembra la versione musulmana di Penélope Cruz e di cui credo sentiremo parlare molto a lungo. Nella puntata riesce a rubare la scena, e pure l'uomo, a una come Louise Bourgoin. Non è mica roba da tutti.


Personaggio scult del mese
Archie Andrews (Riverdale)

Che Archie Andrews fosse un pirla si poteva cominciare a sospettarlo nella stagione 1 di Riverdale. Se ne aveva poi la conferma nella seconda stagione, quando si schierava in favore del boss mafiosetto locale contro suo padre, che ricordo è Dylan McKay di Beverly Hills 90210, e come puoi metterti contro Dylan McKay, soprattutto se è tuo padre?
Con la stagione 3 il personaggio interpretato da KJ Apa supera però ogni limite. Dopo un processo degno di una puntata di Forum, si dichiara colpevole di un omicidio di cui non è colpevole e, anziché finire il liceo con i suoi compagni e bombarsi la sua fidanzata strafiga Veronica (Camila Mendes), preferisce farsi un tatuaggio dei Serpents (cui non appartiene nemmeno) e farsi rinchiudere in un centro di detenzione giovanile. Dove, nel giro di un paio di giorni, diventa il leader dei detenuti, organizza una partita di football sullo stile di Quella sporca ultima meta e partecipa a un fight club a beneficio dei secondini e del direttore della prigione. E ora sta già progettando un'evasione in stile Prison Break. Evasione?!? Ma se è lui che è voluto andare in galera! Questo è scemo forte.
Sta diventando tutto troppo assurdo persino per una serie inverosimile come Riverdale.


Spazio vintage
That '70s Show

Non sono mai stato un grande fan delle sitcom, ma ce n'è una che ho sempre adorato e che invece in Italia è sempre stata considerata poco o nulla: That '70s Show. Una specie di Happy Days ambientato negli anni '70, e trasmesso negli Usa tra il 1998 e il 2006, con un super cast guidato da Topher Grace, dalle star (e futuri sposi) Ashton Kutcher e Mila Kunis, da Danny Masterson, Wilmer Valderrama e da Laura Prepon (poi in Orange Is the New Black). Esilarante, strafumata e psichedelica. Meriterebbe un reboot più di Streghe e Sabrina.


Quello che non uccide... ti rende uno spettatore più forte

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Weekend lungo di Halloween, weekend da paura.
Una volta tanto, sono tanti i film promettenti in arrivo nei cinema italiani. E non solo horror. Anzi, di horror ne arriva solo uno e un altro ve lo offre questa rubrica: Mr. James Ford, il mio blogger nemico che come al solito co-conduce con me questa rubrica sulle pellicole in uscita in sala. E l'ospite?
Questa settimana è Marcello Papaleo, autore dell'ottimo sito cinematografico 1filmalgiorno. Sito che non aggiorna da un po' di tempo – e quindi scatta la doverosa tiratina d'orecchie – ma in compenso dopo qualche mese di assenza è tornato a scrivere sul web apposta per noi. Ecco cos'ha da dire sui film settimanali.


First Man - Il primo uomo
"Il vero motivo per cui ho deciso di andare sulla Luna?
Sfuggire alle botte di Ford dopo che gli ho confessato che Pensieri Cannibali è il mio blog preferito."


Marcello: Il ritorno di Chazelle dopo La La Land (che ho amato e canticchiato) è una storia che cerca forse di allontanarsi dalla rutilante musica del film che l’ha preceduto. Lo andrò a vedere, nonostante Gosling (che a me continua a non convincere e vedo sempre nei panni del giovane Hercules). La storia del primo uomo sulla luna, nonostante ciò che pensino i complottisti, è un punto altissimo della nostra storia.
Cannibal Kid: Anche io ho amato La La Land, ma per rispetto nei confronti dell'opera ho preferito non canticchiare le sue canzoni. Spero non l'abbia fatto nemmeno Ford. Non so quale sia la sua voce, ma se è direttamente proporzionale ai suoi pareri cinematografici, allora dev'essere più fastidiosa di quella di Giusy Ferreri in calore. Quanto a First Man, confesso di temerlo molto. La storia – vera o presunta – del primo uomo sulla Luna sarà anche un punto altissimo della nostra Storia, ma temo che per Damien Chazelle e Ryan Gosling possa rappresentare un passo indietro nella loro carriera. Un po' perché le storie degli astronauti per me di solito non sono poi così spaziali, e poi soprattutto perché più in alto di La La Land è impossibile andare.
Ford: La La Land è stato senza dubbio uno dei filmoni dello scorso anno, e Chazelle e Gosling una coppia ormai rodata. Eppure nutro parecchi dubbi rispetto a questo First Man neanche fosse un titolo consigliato con fervore da Cannibal: la vicenda è affascinante ma ad altissimo rischio retorica, l'assenza dell'elemento musicale dei precedenti lavori del regista potrebbe risultare un "trauma", l'operazione pare più una strizzata d'occhio all'Academy.
Poi, ben lieto di essere smentito. Tranne che da Cannibal.

Millennium - Quello che non uccide
"L'ispirazione per il mio nuovo look? No, né Noomi Rapace né Rooney Mara, bensì James Ford."

Marcello: I Reboot o remake o come diamine vogliono chiamarli a me hanno sempre fatto l’effetto che sono finito per ignorarli completamente. Riuscita la regina Elisabetta della famosa serie a farmi cambiare idea? Dubito.
Cannibal Kid: Ho seguito le vicende di Lisbeth Salander e della saga svedese di Millennium con un buon interesse iniziale ai tempi del primo Uomini che odiano le donne, diventato poi calante con i sequel e con il poco necessario remake ammeregano. Sono però piuttosto curioso di vedere questa nuova incarnazione del personaggio. Dopo le ottime Noomi Rapace e Rooney Mara, è il turno di una delle migliori attrici oggi in circolazione: Claire Foy, questa settimana nei cinema anche come moglie di Ryan Gosling in First Man. Due parti con cui farà dimenticare la Regina Elisabetta interpretata in The Crown?
Ford: la saga di Millennium mi ha sempre attratto, così come il personaggio di Lisbeth Salander, passato attraverso la trilogia nordica - interessante ma poco incisiva - ed il forse non necessario ma bellissimo Uomini che odiano le donne di Fincher. La Rapace e la Mara hanno reso in modo diverso un personaggio già cult, riuscirà nell'impresa Claire Foy? Personalmente spero di sì, razionalmente i dubbi sono tanti quanti quelli nutriti per First Man.

La diseducazione di Cameron Post
Gli effetti di La La Land sulla gente

Marcello: Il film perfetto col quale invitare al cinema Giovanardi. Cameron Post è una ragazza omosessuale cresciuta da una zia convinta che questa sia una malattia. E quindi una volta scopertala la manda in un istituto rieducativo diretto da Maria De Filippi. Insomma potrebbe interessarmi.
Cannibal Kid: E se, in mezzo alle uscite più pompate, il vero filmone della settimana fosse questo? Atmosfera da Sundance, una storia potente, un ottimo cast di ggiovani star. Per La diseducazione di Cameron Post prevedo un'educata promozione nel mio Post. E prevedo anche che il Post di Ford farà... schifo. Se solo ne facesse ancora di Post veri, anziché limitarsi ai suoi striminziti bulletins.
Ford: questo è il tipico titolo in bilico. Potrebbe rivelarsi una chicca stile Sundance fordiana oppure un'inutile e pretenziosa supercazzola radical pronta per essere esaltata da Cannibal. Non so voi, ma io preferirei senza dubbio si rivelasse la prima.

Hell Fest
L'ingresso di Casa Ford.
O almeno così è come mi piace immaginarlo.

Marcello: Oh ragazzi io ve lo dico, l’horror, a parte qualche episodio alto proprio non mi avvince. E questo film ambientato in un parco giochi horror a me ha ricordato i ragazzi che finivano nel paese dei balocchi. Sarò malato io. Che non si fa per non vedere un film che non ti attira, si tirano fuori pure citazioni colte.
Cannibal Kid: Io con l'horror ho un rapporto complicato. Come genere in sé mi piace, ma la maggior parte degli horror che guardo si rivelano o delle porcherie clamorose, o comunque delle mezze delusioni. Per questo Hell Fest le aspettative non sono altissime, ma un'occhiatina credo gliela darò comunque, che non si sa mai.
Ford: sempre amato l'horror - lo testimonia la collaborazione degli ultimi anni con Cannibal - e sempre stato un fan del genere, pur consapevole del fatto che, spesso e volentieri, produca schifezze atomiche. Speriamo non sia questo il caso.

Lo Schiaccianoci e i Quattro Regni
Un raro scatto di Mr. Ford insieme a Katniss Kid.
E non era manco Halloween.

Marcello: Una giovane ragazza viene trasportata in un mondo magico, dove incontra soldati fatti di pan di zenzero e un esercito di topi. Sembra la storia di Virginia Raggi ma è la trama del nuovo film fantastico che rivisita un classico della letteratura. Credo passerò.
Cannibal Kid: Ecco la disneyata buonista per fare contenti i Ford di turno. Io lo vedrei solo se ci fosse veramente la Raggi, nei cui confronti nutro un'insospettabile attrazione. Sessuale, non politica.
Ford: alla visione del trailer sono stato colto dal desiderio di vomitare. Tipica cartoonata buonista da weekend al multisala che snobbo volentieri e senza pensieri.

Il mistero della casa del tempo
"Un incantesimo per trasformare Ford in una persona che ne capisce di cinema?
Non ci credo che possa funzionare."

Marcello: Il nuovo film di Eli Roth ha dalla sua almeno tre cose che mi porteranno a vederlo: 1. Jack Black. 2. Cate Blanchett. 3. Lo vuole vedere mio figlio Enea e quindi. Lo vedrò e mi lascerò conquistare come un bimbetto.
Cannibal Kid: Tra Marcello che ha un figlio e Ford che ne ha – se non ho perso il conto – credo 12, io sono ben felice di non averne. Perché odio i bambini? Ma no, ma che dite? È solo che in genere odio i loro gusti cinematografici. E in questo film l'unico mistero presente mi pare: perché uno come Eli Roth ha ceduto a girare una bambinata simile? Soltanto per amore dei soldi?
Ford: fortunatamente i Fordini sono entrati nel trip del "periodo The Rock", e dunque non vedono l'ora di vedere e rivedere Jumanji o A testa alta, ed io sono felice di accontentarli. Credo dunque eviterò per tempo questo mistero della casa del tempo, attendendo il momento in cui potrò mostrare ai piccoli Ford l'intera saga di Rocky.

Il presidente
"La prima cosa che farò da Presidente?
Concedere l'estradizione di Ford al Regno Cannibale."

Marcello: Ricardo Darin ha una presenza scenica superiore a quella di molti presidenti, il film di Mitre è molto “attuale”. Un presidente del popolo che i suoi colleghi credono di poter manovrare senza troppi problemi. No, non è basato sulla storia del premier Conte, quello i fili li ha davvero. Lo potrei vedere perché il Sud America su di me ha sempre un ascendente importante.
Cannibal Kid: I film politici sulla carta non mi attirano per niente. Devo però riconoscere che la politica – per quanto la odi – sia uno degli argomenti maggiormente in grado di farmi incazzare e discutere. Quindi una bella discussione incazzosa con Ford, su questo film o su qualsiasi altra cosa, credo potrebbe farmi bene.
Ford: Darin grande spessore, film potenzialmente interessante in una settimana che, inspiegabilmente, pare dare una scossa alla noia accumulata negli ultimi mesi. Speriamo solo che non sia un fuoco di paglia.

Museo - Folle rapina a Città del Messico
"Vuoi andare a visitare un museo? Ma che sei impazzito???"
"Veramente voglio rapinarlo."
"Aaah, ok. Allora fai pure."

Marcello: Basato su una storia vera, due studenti rubarono oltre un centinaio di opere dal museo di antropologia di Città del Messico, ha vinto premi a Berlino e vanta uno degli attori latini che più amo: Gael Garcia Bernal. Nsomma, anche stavolta Vuelvo al Sur!
Cannibal Kid: Va bene Ricardo Darin, va ancora meglio Gael Garcia Bernal, però, caro Marcello, se adesso la tua passione per il Sud America sfocia anche in una lode della musica reggaeton, qui abbiamo un serio problema.
Ford: ma questo titolo non era già dato in uscita il mese scorso!? Cannibal si sarà fatto un white russian di troppo prima di buttare giù i commenti alle uscite, o la distribuzione nostrana lavora senza capo ne coda proprio come il signor Goi?

Ti presento Sofia

Marcello: Lo vedrò, per motivi vari. Sono un papà single, come De Luigi confido di incontrare prima o poi una gnocca come Micaela Ramazzotti, ma a differenza del nostro le direi subito: bella de Marcello tuo, sai quei puzzle di Yokai Watch che ci sono per casa? Non sono evidenti manifestazioni della mia infantilità latente, appartengono ad un ometto che mi piacerebbe farti incontrare davanti ad una pizza ed un film coi Minions! Bananaaaaa
Cannibal Kid: Come mi hanno fatto notare di recente, quando in un film c'è Micaela Ramazzotti, tendo a esaltarlo oltre ogni misura. E pensare che a me la Ramazzotti non è che entusiasmi poi così tanto. Di solito la considero brava soprattutto a scegliere i film giusti. Ma questo non mi sembra proprio il caso.
Ford: devo ammettere che mi ha interessato più la storia personale di Marcello che non la trama di questo film, che sinceramente appare inutile. Donne, intanto, perchè non vi siete ancora messe a fare la fila per contendervelo?

"Interessante questo Pensieri Cannibali. Oltre a leggere delle recensioni fantastiche, si possono anche conoscere dei papà single!"

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