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BlacKkKlansman, la non recensione
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The Haunting of Beverly Hill House 90210
The Haunting of Hill House
(serie TV, stagione 1)
Non ci sono più le famiglie di una volta. Quelle rassicuranti. Quelle che proponevano dai sani principi, dei valori veri. Quelle delle serie TV americane, intendo, mica quelle vere. Quelle famiglie come i Walsh di Beverly Hills 90210.
O quelle famiglie come I Robinson.
O ancora, quelle famiglie come i Camden di Settimo cielo.
Dite che pure quelle non erano poi così perfette?
Dite che il papà dei Robinson in realtà è uno stupratore seriale, accusato da più di 50 donne di violenze sessuali e attualmente è detenuto in carcere?
Dev'essermi sfuggito qualcosa...
E il pater familias dei Camden è stato accusato di pedofilia non da una persona a caso, bensì dalla sua stessa moglie e alla fine ha confessato di aver molestato 3 bambine?
D'altra parte pure i pastori protestanti non devono mica essere da meno rispetto ai preti cattolici, e che cavolo!
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"Mio marito è un pedofilooo! Ma soprattutto: la nostra serie è una merdaaa!" |
Almeno i Walsh di Beverly Hills comunque si salvano, vero?
Alla luce di queste rivelazioni, comincio a rivalutare i Crain, la famiglia a dir poco problematica protagonista di The Haunting of Hill House, nuova serie horror di Netflix. I Crain sono la famiglia in cui nessuno vorrebbe crescere. O meglio, la loro è la casa in cui nessuno vorrebbe crescere. Hill House è infatti l'apoteosi delle case infestate. Case infestate???
Oh, no! Di nuovo una storia di case infestate?
Quante ne abbiamo già viste, di recente sul piccolo schermo, ma soprattutto sul grande, nel corso di decenni di Storia dell'horror? La mia prima reazione all'annuncio dell'arrivo di una serie come The Haunting of Hill House è stata quindi pressappoco questa.
Come i Robinson e i Camden (i Palmer di Twin Peaks non li nomino nemmeno) ben ci insegnano, però, è sempre meglio andare oltre le apparenze. È meglio cercare di aprire le porte che contengono dei segreti spaventosi...
Ok, quest'ultima cosa forse è meglio non farla. Ce lo insegnano Shining e ce lo insegna pure questa serie. Oltre le apparenze è invece bene andare, perché si può scoprire cose del tipo che The Haunting of Hill House non è solo una serie horror. Cioè, è anche quello, ed è pure una delle robe più terrificanti che mi sia capitato di vedere da diversi anni a questa parte. Ok che io me la sono fatta addosso per Paranormal Activity, però quello è uno dei pochi film che mi hanno davvero traumatizzato. Pellicole più serie e applaudite dalla critica che conta non mi hanno fatto lo stesso effetto. Detto questo, The Haunting of Hill House con Paranormal Activity non ha un granché a che fare, per vostra fortuna.
Questa serie Netflix è una creatura che prende ispirazione dal romanzo del 1959 L'incubo di Hill House di Shirley Jackson ed è stata ideata, interamente diretta e parzialmente scritta da Mike Flanagan. Chi è Mike Flanagan?
Mike Flanagan è quello che consideravo uno dei nomi più pompati e sopravvalutati della scena horror odierna. Fino ad ora. Con The Haunting of Hill House finalmente mi ha stupito, pure entusiasmato. Mi ha lasciato senza fiato, a tratti, e in altri tratti con abbastanza fiato soltanto per gridare, questa volta sia al miracolo che dalla paura. Il motivo?
La parte horror è particolarmente terrificante, cosa che per una produzione dell'orrore contemporanea non è già roba da poco, soprattutto quando si va a trattare un tema stra-abusato come quello delle case infestate. Solo che non è solo e non è tanto questo. Il motivo, quello vero?
La grande bellezza di The Haunting of Hill House sta nei Crain. Questa famiglia così devastata, così (apparentemente) psicopatica, piena di casi clinici, così traumatizzata dall'aver vissuto in una casa popolata di fantasmi. Una famiglia tutt'altro che perfetta, composta da:
- Il fratello maggiore Steven (Michiel Huisman), scrittore serioso che – mi si passi il francesismo – è un vero dito nel culo.
- Il fratello minore tossicodipendente Luke (il simil-Jake Gyllenhaal Oliver Jackson-Cohen) che Trainspotting gli fa una sega – pardon di nuovo per il francese –.
- La più grande tra le tre sorelle Shirley (Elizabeth Reaser) che è una tipa precisetta che gestisce un'impresa di pompe funebri alla Six Feet Under, ed è inutile che fate i finti tonti. Ho visto che alle parole “pompe funebri” vi siete toccati.
- La più piccola tra le tre sorelle Nell (Victoria Pedretti), gemella di Luke, che è una ragazza disturbata perseguitata dalla visione di una donna col collo storto e che starebbe bene rinchiusa in una struttura stile manicomio criminale di Baltimora in una cella a fianco di Hannibal Lecter.
- E poi c'è la sorella di mezzo Theo (Kate Siegel, la moglie di Mike Flanagan) che è una lesbica sboccata alcolizzata psicologa sensitiva figa della Madonna, che... niente, è un'idola. Cosa gli vuoi dire di male a quella?
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Kate Siegel è sposata con 'sto qua. Rendiamoci conto... |
Tra l'altro, ognuno dei cinque fratelli, interpretati da piccoli da un gruppetto di attori bimbi decisamente di talento, rappresenta le cinque fasi dell'elaborazione del lutto, come questo sito spiega in maniera interessante.
Ci sono poi i genitori. Lui Hugh Crain (Timothy Hutton) è talmente buono che potrebbe essere in concorso ogni anno per il titolo di padre dell'anno, il mio blogger-rivale Mr. James Ford permettendo. Solo che, una volta cresciuti, i figli fanno fatica a rivolgergli la parola, e quindi il sospetto che pure lui abbia qualche scheletro (o fantasma) nell'armadio c'è...
Lei Olivia (Carla Gugino) è invece una MILF che ogni tanto dà qualche segno di squilibrio, ma vivendo in una casa “tranquilla” come Hill House, chi non li darebbe?
A parte il fatto che questi due hanno quasi più figli dei Camden di Settimo cielo, i Crain sono un'imperfetta famiglia normale, non una di quelle famiglie da Mulino Bianco delle serie TV di una volta. Una normale famiglia piena di problemi e di persone problematiche, con delle ferite aperte che il tempo non è riuscito a rimarginare. Il bello di questa serie horror è che è anche un family drama toccante, che riesce a coinvolgere con l'avvicendarsi delle (dis)avventure dei protagonisti nel corso del tempo. Quasi come se fosse una versione Scary Edition dei Carati, la famiglia protagonista de La meglio gioventù. Insieme ai Crain ci si emoziona, si piange, ci si spaventa e si rimane folgorati da una serie di dialoghi, ma soprattutto di monologhi, che restano dentro. I fantasmi e i mostri che li tormentano sono anche i nostri. Magari (per fortuna) meno evidenti e meno traumatici dei loro, ma che comunque di notte tornano a infestare i nostri sonni. Puntualmente si ripropongono alla nostra porta, persino quando credevamo di averli ormai sconfitti.
Tutto perfetto, or dunque?
Niente è perfetto. Nessuna famiglia lo è. Forse giusto i Walsh di Beverly Hills. E nessuna serie TV lo è. Non lo sono i Crain e non lo è nemmeno questa serie. A voler fare proprio i pignoli, il finale non mi ha convinto al 100%. Un po' troppo allungato e spiegato, ma in particolare non ho capito la scelta di accompagnare la scena conclusiva con una canzone in cui le parti vocali si vanno a sovrapporre alla voce fuoricampo. È una cosa che non si fa. È una regola base del montaggio, o anche solo del comune buonsenso. Se c'è una persona che parla, è bene o non mettere un sottofondo o inserire una base strumentale, non una cantata con le parole che coprono quelle del narratore. Mike Flanagan, hai fatto una serie stupenda, e vai a rovinare tutto proprio all'ultimissimo?
A parte questo, e a parte il fatto che in generale la colonna sonora non brilla particolarmente, particolare non da poco per una serie che ambisce a essere un cult totale come Twin Peaks insegna, e a parte il fatto che alcuni attori adulti del cast non sono fenomenali, su tutti un Michiel Huisman che a me sembra un interprete dalle capacità espressive parecchio limitate e più si sforza di essere espressivo e più fallisce, The Haunting of Hill House è un gioiello che illumina le tenebre di tante, troppe anonime produzioni incentrate sulle case infestate che sembrano costruite tutte uguali, come villette a schiera. Questa serie è così bella da far paura. O fa così paura da essere bella?
(voto 8,5/10)
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Notti magiche, anche se magari non al cinema
L'ospite di oggi della rubrica sulle uscite cinematografiche è un grande appassionato di... serie TV, soprattutto comedy.
Ok, e quindi cosa ci fa in una rubrica sulle uscite cinematografiche?
La sua passione numero 1 saranno anche le produzioni per il piccolo schermo, ma ciò non significa che non ne capisca nulla di cinema. E comunque, se la rubrica è condotta da me e dal mio blogger-rivale Mr. James Ford e di cinema ne scriviamo noi, può farlo chiunque.
In ogni caso, non vi ho ancora detto di chi si tratta. La guest star di oggi è Federico Vascotto, collaboratore dei siti MangaForever e Cabiria Magazine, che vi consiglio di passare a trovare, e con cui qualche tempo fa ho anche collaborato per la realizzazione della rivista online, ormai purtroppo defunta, Ed è subito serial Magazine. E ora, basta! con le intro e andiamo a scoprire cos'ha da dire lui, e cos'abbiamo da dire noi, sui film in arrivo nel weekend.
Notti magiche
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Ford srive i suoi commenti sulla macchina da scrivere, e poi si domanda perchè non glieli fa postare sul suo blog. |
Federico: Innanzitutto permettemi di dire quale onore sia essere stato invitato in queste pagine virtuali... comincerò col ringraziare Cannibal Kid... dalla regia mi dicono che abbiamo i minuti contati come alle premiazioni degli Oscar, quindi come direbbe Carlo Cracco “Veloce!”
Virzì fa un film su tre sceneggiatori spiantati che vorrebbero realizzare il proprio sogno artistico, il tutto sullo sfondo dei mondiali di calcio Italia '90. Paolino a me emoziona sempre coi suoi film, la scrittura in simbiosi con la Archibugi ne La Pazza Gioia mi era piaciuta, il poster sembra “Ovosodo” quasi ad omaggiare i suoi esordi nel cinema... tutto mi fa ben sperare, ma il rischio porcata è dietro l'angolo dati i rimaneggiamenti di sceneggiatore e produzioni subiti. Il risultato saranno notti magiche o notti tragicamente inguardabili?
Cannibal Kid: A mia volta faccio che ringraziare Federico per aver accettato l'ospitata e poi la finisco qui, perché se no Ford si ingelosisce, ahahah!
Pure io ho un buon rapporto con Paolo Virzì, a parte la tremenda recente incursione in terra americana, con Ella & John, uno di quei film sulla senilità buoni giusto per i nonnetti ultracentenari come Mr. Ford. In questo caso però, oltre al ritorno in Italia, si respira pure aria di ritorno ai suoi primi lavori e agli anni '90, il decennio più amato da me e più odiato dal mio rivale, quindi io sto già cantando come un pazzo: “Notti magicheee, inseguendo un Ford!”.
Ford: come purtroppo il mio rivale ed il suo compagno di merende Federico che non mi ha neppure ringraziato e verrà bottigliato, anch'io ho sempre avuto un buon rapporto con Virzì, e considerato che il Mondiale del '90 lo ricordo molto bene, spero che questo film mi faccia rivivere quelle emozioni e atmosfere, e si riveli un gioiellino come Ovosodo o La prima cosa bella. In quel caso, sarei perfino disposto a sotterrare per il momento l'ascia di guerra con Peppa Kid.
Tutti lo sanno
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"Che bello essere tornata a casa, a Casale Monferrato. Ero proprio stufa di stare a Hollywood." "Ma che sei scema?" |
Federico: Ha aperto Cannes 2018, è diretto dal Premio Oscar iraniano Asghar Farhadi e ha come protagonisti la coppia anche nella vita Javier Bardem e Penelope Cruz. Tutti elementi per renderlo un film d'elite e di conseguenza di nicchia e per una ristretta cerchia di appassionati. O forse no? Io ancora non ho deciso.
Cannibal Kid: Sono un radical-chic, tutti lo sanno. Quindi attendo con grande curiosità questa pellicola, che tra l'altro tratta pure uno dei miei argomenti preferiti, quello del ritorno a casa, di recente proposto pure nel pregevole Disobedience. Stranamente poi l'iraniano Asghar Farhadi è un regista che piace pure a Ford... Stranamente mica tanto, visto che lui è il vero re dei radical-chic, tutti lo sanno anche questo.
Ford: Fahradi mi è sempre piaciuto, e di norma è garanzia di grande qualità. In questo caso, però, i protagonisti e la produzione più "globale" non mi fanno sperare bene come in altre occasioni. Spero di essere smentito, ovviamente. Non può essere smentita, invece, la posizione di radical chic di Cannibal.
La scuola serale
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"Ford, le tue opinioni cinematografiche ti hanno appena fatto guadagnare un bel 3!" |
Federico: Commedia all black su un gruppo di adulti costretti a frequentare le scuole serali per ottenere un diploma. A parte che Immaturi e mille altre storie hanno già proposto questo soggetto, non è che se lo condiamo di spirito black siamo fedeli ai tempi che corrono. Siamo solo dimenticabili tra le fila delle fin troppe commedie che si realizzano oggi, in Italia come all'estero.
Cannibal Kid: La scuola serale saprà sì di minchiatina tardo-adolescenziale in stile Immaturi, e quindi già solo per questo è il tipo di commedia che fa al caso mio e che fa irritare Ford. Se a ciò aggiungiamo che la protagonista femminile è Tiffany Haddish, idola dalla comicità esplosiva del recente Il viaggio delle ragazze, potrei aver trovato uno dei miei titoli guilty pleasure dell'anno!
Ford: in questo periodo, e il Bulletin lo dimostra, sto seguendo il Cinema davvero poco, e la mia lista di arretrati si ingigantisce sempre di più. Inutile dire che non faccio certo sforzi a scartare questa commediola apparentemente inutile, un po' come a non considerare le scelte assurde del sempre assurdo Cucciolo Eroico.
Senza lasciare traccia
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"Papà, ma perché dobbiamo vivere in mezzo a un bosco?" "Per seguire l'esempio del mio modello esistenziale: James Ford. Lui e la Fordina sono i nostri nuovi vicini di casa." |
Federico: Un thriller che potrebbe essere innovativo così come piatto e noioso. Ma mi sento di dare fiducia al cast semi-sconosciuto e allo sguardo femminile della regista perché potrebbe essere uno di quei film che stupisce e sorprende e si ricava un posticino fra le piccole perle che ancora il grande schermo sa regalare.
Cannibal Kid: Speravo proprio fosse “uno di quei film che stupisce e sorprende e si ricava un posticino fra le piccole perle che ancora il grande schermo sa regalare” [Federico Vascotto cit.]. E invece l'ho già visto, spinto dal fatto che fosse il nuovo lavoro della regista dello splendido Un gelido inverno, Debra Granik, e purtroppo devo dire che personalmente è una visione che è proceduta un po' noiosetta e alla fine si è chiusa... senza lasciare traccia. Nomen omen.
Ford: Un gelido inverno, qualche anno fa, non solo aveva avuto il merito di lanciare Jennifer Lawrence, ma si era rivelata una di quelle visioni in grado di stupire, o una "piccola perla" per citare anche io Federico. Non l'ho ancora visto, ma sinceramente spero di non trovarmi per nulla d'accordo con Cannibal.
Hunter Killer - Caccia negli abissi
Federico: Un Caccia a ottobre rosso dei giorni nostri, una Guerra Fredda che potrebbe causare la Terza Guerra Mondiale, protagonisti l'oramai fedele al genere Gerard Butler e il trasformista Gary Oldman, al centro un sottomarino in un thriller che promette di essere claustrofobico. Ci sentiremo sul filo dell'alta tensione oppure moriremo asfissiati per la noia? Temo che sarà più la seconda.
Cannibal Kid: Ford probabilmente si sentirà sul filo dell'alta tensione, e pianterà pure qualche gridolino da groupie alla vista di Gerard Butler. Io di certo sprofonderò giù nei più profondi abissi della noia.
Ford: ho visto il trailer sperando di trovarmi di fronte un bell'action fordiano old school. Mi è parso, purtroppo, solo una gran baracconata. Neanche fossi il più radical dei Cannibal.
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"Perfino Ford pensa che il mio film sia una puttanata, anche se per fare il politically correct ha detto baracconata? Comincio a essere sul serio preoccupato." |
Overlord
Federico: J.J.Abrams produce un film. Molti oramai lo odiano e quindi al solo nome divengono istintivamente detrattori. Io tutto il contrario. Seconda Guerra Mondiale. Sicuramente misteri, colpi di scena e giochi con l'attenzione dello spettatore. Nel cast c'è pure Iain De Castecker, ovvero l'adorabile Fitz di Agents of S.H.I.E.L.D. Già così sono curioso di vederlo... se poi Felicity... ehm Keri Russell fa un cameo a sorpresa ciliegina sulla torta!
Cannibal Kid: J.J. Abrams di cose ne produce parecchie. Qualche serie porcatona, o semplicemente evitabile, nel suo curriculum la “vanta” anche. In linea di massima comunque sono più le sue cose che mi piacciono di quelle che mi fanno schifo come un film consigliato da Ford, quindi una possibilità a questo Overlord la potrei anche dare e potrei pure restare positivamente sorpreso.
Ford: ad Abrams sarò per sempre grato per Lost, e continuo a pensare che il vecchio J. J. sia tuttora ancora troppo sottovalutato. Una visione ci potrebbe stare, senza però fare conto su aspettative troppo alte. La delusione, del resto, è sempre dietro l'angolo. O di fronte a noi, se si tratta dell'opinione di un certo Marco Goi.
Il ragazzo più felice del mondo
Federico: Questo film l'ho visto a Venezia e, per quanto un po' ripetitivo e ridondante sul meta-cinema che racconta, è dolcissimo e con un gran bel messaggio di fondo, ovvero quello dello storytelling con cui a GIPI piace giocare anche nei suoi fumetti. Se siete nerd lo adorerete, ma in ogni caso non potrà non strapparvi un pizzico di incredibile scioglievolezza... altrimenti vuol dire che siete pronti per far compagnia alla Regina di Ghiaccio!
Cannibal Kid: Regina di Ghiaccio è il mio secondo nome... intendevo dire: Re di Ghiaccio. Re. Gipi personalmente non lo conosco come fumettista. In compenso avevo visto il suo film d'esordio, L'ultimo terrestre, e mi era decisamente piaciuto. Al punto che si era conquistato un posticino persino nella mia Top 40 dei migliori film del 2011 (http://www.pensiericannibali.com/2012/01/oscar-cannibali-2011.html). Se questa sua opera seconda non è troppo melensa, ruffiana e quindi fordiana, potrebbe conquistarmi di nuovo.
Ford: conosco Gipi solo di fama e non ho ancora visto il suo primo film, ma di certo posso dire che, nel caso di delusione, potrei derubare Katniss Kid dello scettro di regina di ghiaccio e scagliare la furia delle mie bottigliate sull'ennesimo film d'autore ruffiano. Ovviamente, spero di sbagliare. Al contrario del mio rivale, che convinto dal suo ego pensa di non essere avvezzo all'errore. Ahahahahahaha!
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Malanotte: arriva il romanzo d'esordio di Mr Ink
Siamo abituati a leggere i suoi consigli letterari ma ora è arrivato il momento di consigliare un libro scritto da lui. E comunque preciso subito che non sto cercando di rubargli il mestiere. Di chi sto parlando?
Di Michele Del Vecchio, anche noto in rete come Mr Ink del popolare blog sui libri, ma anche sui film e sulle serie TV, Diario di una dipendenza. Di solito recensisce un sacco di romanzi e racconti. Dove trovi il tempo per leggerli tutti, io proprio non lo so. Ed è per questo, solo per questo, che non cercherò di rubargli il lavoro. Fatto sta che, tra una lettura e l'altra, ha trovato pure il tempo per scrivere un romanzo tutto suo. Il titolo?
Malanotte. Lettera aperta a una cara catastrofe.
Il libro si troverà in prevendita a partire dal pomeriggio del 12 novembre in versione cartacea (€ 16,00) e in ebook (€ 5,99). Le prevendite saranno aperte sul sito di Bookabook per cento giorni, dopodiché, alla chiusura della campagna, se il buon Michele avrà raccolto un minimo di 250 lettori, il romanzo verrà ufficialmente pubblicato.
Riassumendo: passate dal sito a partire dal 12 novembre e preordinatelo!
Non siete del tutto convinti?
Per forza. Non vi ho detto di cosa parla. A dirla tutta non lo so di preciso nemmeno io, visto che non l'ho ancora letto, non essendo ancora uscito. In compenso vi propongo qui di seguito la sinossi ufficiale.
Cronometro alla mano per lavarsi i denti, i lacci delle Converse a fare pendant con gli stati d'animo e corde del bucato su cui sventolano i capolavori di Beethoven. Milo Jenkins, sedici anni, è un virtuoso del pianoforte, ha mille nevrosi e il fantasma di un pesce farfalla per migliore amico. I suoi lunghi silenzi e un candore senza età hanno reso sicura la diagnosi: è affetto da una forma di autismo ad alto funzionamento. Un ragazzo speciale, lo definirebbe qualcuno. Se vivi in una città che somiglia alla cupa Eureka, però, non ci sono parole gentili per un orfano di madre con gli occhiali a fondo di bottiglia, la schiena ricurva sotto il peso dei libri e gli incisivi a zappa. La svolta tanto sperata ha la gonna troppo corta e le occhiaie viola di Iris, forestiera bella come un film di Tim Burton. Sulla tela della loro adolescenza, uno schizzo rosso sangue. Sotto una coltre di foglie secche, cadaveri innocenti. Corre, Milo. Ma verso Iris o lontano da lei? Un diario ritrovato, un'eredità improrogabile, due storie parallele che si incontrano seguendo il filo conduttore della musica. Truce e dolce, Malanotte – Lettera aperta a una cara catastrofe è una fiaba splatter dove i baci hanno un retrogusto segreto e tra sogno e delirio, amore e morte, non c'è grado di separazione.
Si tratta in pratica di un romanzo adolescenziale, dalle tinte romantico-dark e con un protagonista che ricorda quello della serie Netflix Atypical. Se ancora non vi è venuta voglia di prenotarlo sul sito, vi propongo un'ultima cosa. In esclusiva (credo) soltanto per Pensieri Cannibali, ecco attraverso le sue stesse parole la playlist con le 5 (belle) canzoni che hanno accompagnato Michele nella scrittura del libro e che fanno da colonna sonora al testo. Buona lettura. E poi passate dal 12 novembre passate da Bookabook a preordinarlo, altrimenti vi mando in casa il Babadook.
🎵 Gary Jules (Tears for Fears) – Mad World 🎵
Traccia uno, capitolo primo. Il protagonista, Milo, si racconta: sedici anni e, intorno a sé, un mondo matto che vorrebbe far passare per matto lui. Perché non ha amici stretti, eccezion fatta per la sua terapista e un pianoforte a mezza coda; abbina i lacci delle Converse agli stati d'animo; evita gli oroscopi alla tivù e crede ciecamente nell'ordine, nelle liste per punti, nei silenzi parlanti. Sfuggono le definizioni, con lui, e le etichette non sempre calzano a pennello. Restano le chiacchiere dei concittadini e gli sfottò senza fantasia di qualche gradasso. Quando l'essere particolari è patologia, quando un tratto della personalità? In città, piuttosto, farebbero meglio a preoccuparsi della vena pazza di una terra tutta nebbie e segreti: un luogo fittizio, ispirato alla Castle Rock dell'amato Stephen King, dove il telegiornale porta notizie funeste e i tappeti di foglie nascondono finché possono la sorte violenta delle giovani vittime.
🎵 Damien Rice – The Blower's Daughter 🎵
Altra traccia, capitolo secondo: Iris Halliwell. Le occhiaie che raccontano di infinite notti insonni, una ciocca di capelli rosa nella criniera bionda, una gonna un po' troppo corta. Il nome, a proposito di canzoni, le è toccato per una mia vecchia fissa per i Goo Goo Dolls. È l'ultima arrivata in città, porta guai: sarà una coincidenza, oppure l'amara verità? Con un dolore segreto in petto e le dita affusolate di una musicista, deve essere giunta lì con il vento di una bellissima canzone di Damien Rice. Se adolescenti con la testa altrove, capita di incontrarsi – anzi, scontrarsi – in un primo giorno di scuola in cui la campanella è già suonata e dell'eleganza signorile di Closer sfortunatamente non c'è traccia alcuna. Parlano di lei una macchia di caffè sul golfino pulito, un numero di telefono scarabocchiato sul palmo della mano, un cinema d'essai in cui ripropongono per pochi eletti un classico del musical hollywoodiano. Presto lo faranno anche i deliri di un sedicenne che non crede di meritarla, né tanto meno di riuscire a guarirla.
🎵 The Smiths – There Is a Light That Never Goes Out 🎵
Certo che sì, tra i due c'è una specie di storia d'amore. Se mi conoscete, però, aspettatevene una di quelle impacciate, tenere, da film indipendente, che trovano il coraggio di svelarsi per quello che sono soltanto a un passo dalla fine.
Certo, c'è il pallino per il rétro – Cantando sotto la pioggia in sala e boschi alla Evil Dead, nessun profilo social, cenni sporadici alla tecnologia – che contribuiscono a collocare i protagonisti in una bolla vaga, sfumata, che nella mia testa esisteva già prima della retromania post Stranger Things. Non possono mancare allora leggere strizzate d'occhio agli anni Ottanta. Non di certo agli Smiths, in cuffia proprio il giorno in cui tutto prende avvio. La band britannica, così, anticipa le affinità fra Milo e Iris. Pianeti a parte che cercano una scusa per frequentarsi e la proverbiale luce alla fine dal tunnel; il coraggio per vivere o morire, con due sole lettere a distinguere le parole amore e morte. Tutto insomma, anche un frontale con un autobus in corsa, purché lo si faccia insieme.
🎵 Pink Floyd – The Wall 🎵
Colonna portante di un capitolo in particolare, con i suoi ritmi marziali e un ritornello diventato da mantra, un inno giovanile (e non solo) che travalica gli anni e le generazioni. L'invito alla ribellione, alla rivolta, che fra le pagine fa letteralmente tremare le mura del St. Regis: scuola cattolica dalle guglie gotiche, colta alla sprovvista dall'avvento del nuovo e del diverso. Le campanelle suonano a morto, le lezioni cominciano con inaudito ritardo. Gli ascensori si apriranno su piani inesistenti. Tremeranno le colonne e, sotto Natale, si incrineranno i mosaici.
🎵 Lana Del Rey – Gods & Monsters 🎵
La sua voce riempiva di malinconia gli anni ruggenti del Grande Gatsby, incantava in Maleficent, spezzava il cuore nella scena conclusiva di Mommy. In lista non poteva mancare la musa Lana Del Rey – insieme alle altrettanto indispensabili Florence e Birdy, purtroppo rimaste fuori dalla cinquina. Bellezza languida e sui generis che, stavolta con un pezzo scoperto grazie ad American Horror Story, porta con sé il fascino e il mistero delle cattive ragazze. Quelle in cui tra te e te non vedi l'ora di imbatterti, benché ti diano appuntamento nelle notti di divinità e mostri di un mito greco.
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Mektoub, My Love: Canto uno - 3 ore di tette e culi: però chiamatelo cinema d'autore, per favore
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Cannibali fantastici - I crimini cinematografici di Grindelford
L'ospite di oggi della rubrica sulle uscite nei cinema è...
Carlo Cerofolini, o anche l'artista precedentemente noto come Nickoftime.
Non avete ancora capito di chi sto parlando?
Si tratta dell'autore de I cinemaniaci, da ormai diversi anni uno dei siti cinematografici più autorevoli della rete, dopo il qui presente Pensieri Cannibali, ma prima del White Russian del mio rivale Mr. James Ford, naturalmente.
Sentiamo un po' la sua voce (virtuale), nei commenti ai film qui sotto.
Animali fantastici - I crimini di Grindelwald
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"Dopo il giovane Papa e il giovane Albus Silente, mi faranno fare anche Ford da giovane?" "Impossibile! Quello non è mai stato giovane." |
Il cinemaniaco: Di solito le seconde puntate di una trilogia sono sempre interlocutorie. Tranne Deep, che nel trailer appare sempre più bollito, il resto promette bene.
Cannibal Kid: Mi secca iniziare subito facendo l'Hermione saputello di turno, però devo correggere il cinemaniaco Carlo un tempo noto come Nickoftime precisando che quella di Animali fantastici non sarà una trilogia. J. K. Rowling ha infatti annunciato che sono previsti 5 film di questa saga, che se no soltanto con 3 non riusciva a diventare più ricca di Paperon de' Paperoni. Dicendo questo sembra che io sia un fan del magico mondo di Harry Potter e affini, e invece non è proprio così. Anzi, sono delle bambinate che ho sempre visto, ma che non mi hanno mai entusiasmato, come invece hanno fatto con quell'eterno maghetto di James Ford.
Ford: la saga di Harry Potter, pur a corrente alterna, mi ha sempre ben intrattenuto, e a sorpresa anche il primo Animali fantastici, la storia delle origini di Ford e Cannibal, non mi aveva fatto crollare secco. Questo secondo capitolo con il sempre più bollito Depp ed il Silente di Jude Law non mi ispira particolarmente, ma del resto ormai ho lo stomaco forte dopo anni passati a collaborare con Cannibal.
Widows - Eredità criminale
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"Hey scusa, hai appena visto un certo Cannibal Kid?" "L'hai mancato per un soffio. E' morto 2 minuti fa sul ring sotto i colpi di Ford." |
Il cinemaniaco: Cosa ci azzecchi il regista di “Hunger” e “10 anni schiavo” con questo thriller al femminile nessuno lo sa, o almeno, noi non lo sappiamo. Lo andremo a vedere solo perché siamo come siamo…
Cannibal Kid: Nuovo film per il mio Steve McQueen preferito. Considerando che i suoi precedenti Shame e 12 anni schiavo (non 10, mi tocca correggere di nuovo il Cinemaniaco, e sto cominciando a prenderci gusto ahahah) mi erano piaciuti parecchio, anche se Hunger decisamente meno, l'attesa per il suo nuovo film dalle mie parti è molto alta. E il fatto che presenti una trama apparentemente distante dai suoi altri lavori non fa che aumentare la curiosità.
Ford: McQueen ci sa fare, i suoi film fino ad ora hanno sempre avuto qualcosa da dire, dunque le aspettative, malgrado la trama insolita per il regista, sono alte. Speriamo solo che non sia una roba troppo fastidiosa in pieno stile Cannibal.
Chesil Beach - Il segreto di una notte
Il cinemaniaco: Che ve lo dico a fare! Dalle nostre parti i film della Ronan si vedono e si consigliano a scatola chiusa…
Cannibal Kid: Questa volta non ho niente da ridire, anzi sottoscrivo ogni parola di Carlo. Non a caso questo film sono già corso a vederlo, senza che manco fosse ancora uscito nelle sale, e qui potete trovare la mia recensione. C'è da aggiungere che non è uno dei film migliori nella splendida carriera della splendida Saoirse, però è comunque una visione imperdibile per tutti noi Ronan fans. Un po' come un film medio con Stallone per tutti gli Stallone fans... ovvero solo Ford. Scusate, mi correggo di nuovo: Stallone non ha mai girato film medi. Solo film pessimi o film atrocemente pessimi.
Ford: la Ronan mi sta simpatica, ma da qui a definirla splendida quando in giro ci sono le Jennifer Lawrence del caso mi pare decisamente troppo. Ad ogni modo, un'occhiata la si può comunque concedere.
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"Ford, che minkia hai detto su di me?" |
Cosa fai a Capodanno?
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"Se dici ancora che White Russian è meglio di Pensieri Cannibali e de I cinemaniaci parte il ceffone, parte!" |
Il cinemaniaco: Uh questa settimana il cinema italiano rischia di scomparire! in compenso, raccontando di tre coppie che si incontrano per scambiarsi i partner quelli di “Cosa fai a Capodanno?” hanno deciso di buttarla in caciara, promuovendo il film su pornohub! Tenendo conto che a interpretarli sono tra gli altri Scamarcio, la Puccini e Alessandro Haber penso si tratti di uno specchietto per le allodole. Chi si aspetta di vederli nudi e avvinghiati rimarrà con un palmo di naso. A quel punto è meglio stare a casa a cliccare su Pornohub!!
Cannibal Kid: Visto che non c'è due senza tre (un po' come non c'è Ford senza Cannibal), mi tocca a malincuore correggere di nuovo il cinemaniaco Carcarlo. Non per fare l'esperto di porno, ma un po' sì, però il celebre sito si chiama Pornhub e non Pornohub. Evidentemente questo cinemaniaco guarda un po' troppi film d'autore e un po' troppo pochi porno. Come Abdellatif Kechiche insegna, una cosa però non esclude per forza l'altra. Quanto al film, è un autorevole candidato all'Oscar... di titolo più odioso dell'anno. E forse di sempre.
Ford: questo mi pare proprio il tipico film italiano che non andrebbe neanche distribuito. Noto, invece, che finalmente Cannibal ha smesso di guardare solo film teen e si è buttato anche sull'intrattenimento per adulti.
Red Zone - 22 miglia di fuoco
Il cinemaniaco: Berg e Wahlberg hanno in comune persino una parte del cognome, figuriamoci se possono smettere di fare film insieme. In questo caso bisognerà verificare il grado di rambizzazione di Wahlberg e capire in che modo è stato metabolizzato il fatto di puntare al mercato orientale oltreché americano. Il rischio è quello di rimanere a metà del guado.
Cannibal Kid: Ai tempi di Friday Night Lights, Peter Berg prometteva bene. Poi ha conosciuto Mark Wahlberg e da lì in poi la sua carriera ha subito una progressiva rambizzazione, o se vogliamo una fordizzazione, che per me fa rima con repulsione. Quasi inutile dire che da questo film girerò a distanza di 22 miglia, e forse più.
Ford: inutile dire che questo potrebbe risultare il film fordiano della settimana e forse del mese. Berg e Wahlberg hanno già lavorato insieme nel discreto Deep Water, nel buon Lone Survivor e nell'ottimo Boston, quindi non posso che ben sperare per questa loro ennesima collaborazione, che spero sia la più fordiana e meno cannibalesca possibile.
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"Non ti piacciono i miei film? E io allora ti sbatto in cella insieme a Cannibal." "Oh no. Quello mi stupra! #MeToo" |
Summer
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"Cos'è 'sta folla sull'autobus? Tutti i taxi e gli Uber sono guidati da Ford???" |
Il cinemaniaco: Qui invece non si scherza. Kirill Serebrennikov, il regista del film, è appena uscito dagli arresti domiciliari o forse lo è ancora. Comunque la storia di una band rock degli anni 80 mi ispira non poco..
Cannibal Kid: Oh, ecco un film che attendo con spasmodica attesa. Come un Ford aspetta un nuovo WrestleMania, o come diavolo si chiama l'evento più importante dell'anno per tutti gli appassionati di wrestling... ovvero solo Ford. Spero che questa pellicola possa avere su di me lo stesso effetto che aveva avuto una manciata di anni fa Searching for Sugar Man: farmi scoprire un grande film e allo stesso tempo pure della grande musica che ancora non conoscevo.
Ford: questo film tra il rock ed i margini della società pare davvero essere una di quelle rare cose in grado di mettere d'accordo perfino me e Cannibal. E a questo punto mi pare anche il nostro Cinemaniaco. Speriamo bene.
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"Oh mio Dio, non riesco a credere alle cose scritte da James Ford. Ma nemmeno a quelle scritte dal cinemaniaco..." |
In guerra
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"Sì, siamo tutti qui protestare contro la rubrica cannibal-fordiana. E' un'unione più innaturale del governo lega-pentastellato." |
Il cinemaniaco: Idem come sopra. Stéphane Brizé è regista di film militanti sempre pronti a occuparsi di precarietà lavorative e di diritti dei lavoratori. Lavorando con lui Vincent Lindon si è guadagnato la fama di attore impegnato. Qui la coppia si riforma e, insomma, le premesse di vedere un buon film ci sono tutte.
Cannibal Kid: Oddio, sento l'odore di pellicola militante perfetta per Ford e a quanto pare anche per il cinemaniaco. Considerando che ancora sto sbadigliando al ricordo del precedente film realizzato dalla coppia Brizé + Lindon, ovvero La legge del mercato, piuttosto che vedermi questa loro nuova collaborazione vado... in guerra.
Ford: La legge del mercato mi aveva colpito molto, ho sempre adorato i film d'autore poco radical e molto militanti, quindi direi che questa battaglia tocca proprio combatterla. Per vincere la guerra contro il Cucciolo Eroico.
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Diversamente vincitore
Non mi sono mai piaciuti i vincitori. Ho sempre fatto il tifo per gli “underdog”. I perdenti nati. Cosa che non significa per forza che siano brocchi, è solo che sono leggermente sfigati. O forse non hanno la cattiveria necessaria per tagliare il traguardo per primi. Bisogna essere un po' cattivi, per vincere.
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Everyone's a winner? Sì, certo. Come no... |
È probabilmente per questo che ho sempre avuto un problema a tifare Juve. Da bambino ho cominciato a tenere per la Juventus perché c'era Roby Baggio, il mio primo idolo sportivo, e, per parafrasare il film argentino premio Oscar Il segreto dei suoi occhi, una persona “può cambiare tutto, faccia, casa, famiglia, fidanzata, religione, Dio, però c'è una cosa che non può cambiare... non può cambiare la propria passione” e inoltre non può cambiare la propria squadra di calcio.
È vero che, tanto per citare pure Cesare Cremonini, "da quando Baggio non gioca più, non è più domenica". Anche perché ormai giocano tutti i giorni, persino il lunedì, quindi i bei tempi in cui la domenica era la giornata Sacra della Serie A sono passati da parecchio.
Pure senza Baggio, mi spiace per voi popolo anti-gobbo, c'è comunque sempre stato gusto - e c'è ancora - a tifare Juve, visto che poi sono arrivati Del Piero, Zidane e adesso c'è Cristiano Ronaldo, soltanto il giocatore più forte del mondo. Quindi chi diavolo me lo fa fare, di cambiare squadra?
Ai tempi di Moggiopoli devo dire che la mia Fede nella Juve è vacillata notevolmente. Da lì in poi il mio interesse per il calcio, già in crisi, ha cominciato a precipitare però, succeda quel che succeda, non si può cambiare squadra di calcio. È una cosa che non si fa. È una cosa che le persone per bene non fanno. E così ho continuato a tenere Juve e ho affrontato con difficoltà il fatto che abbia vinto gli ultimi 7 scudetti di fila. Sono quasi andato in overdose da vittoria. Mi sono allora rifugiato nella Champions League. Lì per me è più piacevole tifare Juve, visto che in Champions la Juve è la squadra dei perdenti. Degli eternamente sconfitti.
Un po' come me ai Macchianera Internet Awards, i premi della Festa della rete che si sono tenuti sabato scorso. Tutta questa lunga premessa calcistica per arrivare qui. Ai Macchianera Awards 2018 Pensieri Cannibali era in corsa con la sua settima nomination, e anche questa volta il bottino è rimasto fermo a zero tituli. Anche quest'anno sono stato battuto. Voglio però vedere il lato positivo.
No, non intendevo dire che voglio vedere Il lato positivo, il film. Cioè sì, è bello, però adesso sto scrivendo 'sta cosa, non c'ho voglio di guardarlo. Voglio vedere il lato positivo delle cose e trovare dentro questa sconfitta una vittoria, una piccola vittoria. Il quinto posto ottenuto quest'anno da Pensieri Cannibali nella categoria di miglior sito cinematografico con 2.988 voti è un risultato di tutto rispetto (cliccate QUI se volete scoprire tutti i risultati completi di tutte le categorie).
Colgo quindi l'occasione per dire a tutti coloro che hanno contribuito a rendermi un diversamente vincitore grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie...
Fate conto che abbia scritto grazie 2.988 volte.
Volete sul serio che lo scriva 2.988 volte?
Allora siete malvagi. E non intendo diversamente malvagi. Voglio dire proprio malvagi, malvagi, malvagi, malvagi, malvagi, malvagi, malvagi, malvagi, malvagi...
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Me felice
Lazzaro felice
Regia: Alice Rohrwacher
Cast: Adriano Tardiolo, Nicoletta Braschi, Natalino Balasso, Alba Rohrwacher, Agnese Graziani, Luca Chikovani, Tommaso Ragno
Negli scorsi giorni ci ha lasciati all'età di 95 anni Stan Lee. Chi è, chi era Stan Lee?
Molti lo conoscono come il fondatore della Marvel. Mmm... veramente non lo è stato. Ha iniziato la sua carriera alla Marvel Comics, fondata in realtà da tale Martin Goodman, come semplice galoppino. Che è un modo antico per dire che faceva lo stagista retribuito poco o male e che sgobbava tanto e bene. Stan Lee poi si è fatto strada diventando il creatore di tutti, o quasi, i supereroi oggi più conosciuti e amati. Tipo... Superman e Batman?
No, quelli veramente non li ha ideati lui. Diciamo che li ha inventati tutti lui, tranne i due più famosi. Allora diciamo come... Deadpool?
No, nemmeno quello l'ha creato lui, sorry. Quindi diciamo che li ha ideati tutti, tranne i due più famosi e quello più divertente.
Scherzi a parte, che lui per primo era un gran mattacchione quindi spero possa apprezzare questo mio elogio funebre non proprio solenne, Stan Lee è stato un genio. Una delle persone che più hanno influenzato la pop culture contemporanea. Il mondo dei fumetti, così come quello cinematografico e televisivo. Nel bene, così come – diciamolo – nel male, visto che tutti questi cinecomics sempre campionissimi d'incasso avrebbero anche leggermente stufato.
A Stan Lee sono grato in particolare per un personaggio. Il supereroe più famoso dell'universo. O se non altro il più famoso dopo Superman e Batman, ovvero Peter Parker alias Spider-Man. È lui il mio supereroe preferito in assoluto?
No, in realtà il mio supereroe preferito è il Joker, e non m'importa che non sia un supereroe. Io i supereroi non li sopporto. Preferisco i supercattivi, bitch!
Peter Parker è l'amichevole nerd di quartiere. È un disadattato che, in seguito al morso di un ragno radioattivo, diventa ancora più disadattato. La peculiarità, e anche uno dei motivi principali del successo del personaggio, è il fatto che, a differenza dell'alieno alienato Clark Kent o del miliardario Bruce "Berluschino" Wayne, Peter è un ragazzino normale e un po' sfigato qualunque. Chiunque può riconoscersi in lui. D'altra parte, a chi non capita tutti i giorni di essere morso da un ragno radioattivo?
Non solo nei fumetti, ma anche al cinema l'Uomo Ragno ha giocato un ruolo fondamentale. Senza nulla togliere a Il cavaliere oscuro, Spider-Man è il cinefumetto più importante dell'epoca moderna. Non ho detto necessariamente il migliore. È stato quello che ha fatto svoltare il genere supereroistico negli ultimi due decenni. Se andiamo con la memoria alla fine degli anni '90, i cinecomics non è che se la stessero passando benissimo. Un motivo in più per amare i 90s!
Batman & Robin ad esempio si era rivelato deludente ai box office ed era stato massacrato dalla critica, Superman non aveva il coraggio di farsi vedere sul grande schermo dagli anni '80 e i Marvel Studios, allora noti come Marvel Films, avevano in curriculum giusto flop come Howard e il destino del mondo. Che, tanto per la cronaca, resta il mio film preferito in assoluto tra quelli prodotti dalla Marvel, ma certo non poteva essere considerato un successo.
Batman & Robin ad esempio si era rivelato deludente ai box office ed era stato massacrato dalla critica, Superman non aveva il coraggio di farsi vedere sul grande schermo dagli anni '80 e i Marvel Studios, allora noti come Marvel Films, avevano in curriculum giusto flop come Howard e il destino del mondo. Che, tanto per la cronaca, resta il mio film preferito in assoluto tra quelli prodotti dalla Marvel, ma certo non poteva essere considerato un successo.
Il primo Spider-Man del 2002, quello diretto da Sam Raimi e interpretato da Tobey Maguire, Kirsten Dunst e James Franco, è stato invece un enorme successo ai botteghini di tutto il mondo ed è stata anche una delle prime pellicole supereroistiche a essere sinceramente applaudite dalla critica. Da lì in poi sarebbero arrivate la trilogia nolaniana di Batman, la serie TV Heroes, gli incassi vertiginosi di Iron Man e The Avengers e tutte le varie altre hit della Marvel, che negli ultimi 10 anni hanno infilato un campione al box office dietro l'altro.
Spider-Man però è arrivato prima. Era il film giusto al momento giusto. Nel 2002 ha rappresentato la maniera migliore per il cinema di massa di elaborare il lutto di quanto successo l'11 settembre 2001. La pellicola sull'Uomo Ragno era sì una commedia action adolescenziale, ma anche il modo per i newyorkesi, per gli americani, per il popolo occidentale in generale di rialzare la testa e battersi per la vittoria del Bene sul Male. Una visione leggera, romantica, con una delle scene di bacio più memorabili nella storia del cinema, e allo stesso tempo se vogliamo pure un film politico.
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"Dai, Kirsten, muoviti a infilarmi la lingua in gola, che mi sta andando il sangue alla testa." "Oh, quanto sei romantico, Spidey! Come posso resisterti?" |
Una pellicola originale, che cambiava il modo stereotipato, superficiale e fracassone di raccontare i supereroi prevalente fino ad allora. Cos'è rimasto oggi di questo Spider-Man?
In apparenza molto, visto che è un titolo scopiazzato a destra e a manca da parecchi titoli usciti in seguito. In pratica ben poco, visto che i cinecomics di oggi finiscono per assomigliarsi tutti e non riescono ad avere la stessa singolarità e la stessa complessità dell'opera girata da Raimi. È per questo che credo che Stan Lee avrebbe apprezzato un lavoro come Lazzaro felice, il film fantasy, fantascientifico e supereroistico più sorprendente dell'anno.
Lazzaro felice parte come una storia neorealista ambientata tra i contadini 'gnurant della campagna laziale in un passato arcaico piuttosto indefinito. Poi partono le note tamarre della hit “Dreams (Will Come Alive)” dei 2 Brothers on the 4th Floor e capisci di essere nel bel mezzo degli anni '90.
Da lì in poi la pellicola procede in una direzione alla Trust (la serie sul rapimento Getty), per poi svoltare nella seconda parte in una strada del tutto imprevista. Lazzaro felice diventa una vicenda dai toni favolistici e persino fumettosi e il suo singolare protagonista può essere visto come una specie di improbabile supereroe. A Stan Lee forse sarebbe piaciuto, perché questo di Alice Rohrwacher è uno dei pochi film usciti negli ultimi anni in grado di provocare un sincero stupore. Un po' quello che dovevano provare i ragazzini negli anni '60 sfogliando le pagine dei fumetti dell'Uomo Ragno. Un po' quello che faceva sentire il primo Spider-Man al cinema nel 2002. Già solo il fatto che un film con Natalino Balasso possa essere bello è motivo di sommo stupore.
O forse no. Forse Stan Lee lo avrebbe detestato. Lo avrebbe trovato noioso, autoriale e pretenzioso, e si sarebbe chiesto: “Dove diavolo sono inseguimenti, sparatorie, botti, esplosioni ed effetti speciali?”. Non lo so se i blockbuster della Marvel stampati in serie degli ultimi anni gli piacessero per davvero, o se comparisse al loro interno soltanto per abitudine e, in gran segreto, lui in realtà si guardava le piccole opere italiane, quelle che puntano sulle idee più che sui grandi budget. Non so nemmeno se Lazzaro felice possa essere considerato davvero un film fantasy o fantascientifico o tantomeno supereroistico. Probabilmente no. So solo che è un film super.
(voto 8+/10)
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A ⭐ Is Born This Way
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Troppa grazia (non sto parlando di me, forse)
Pronti per conoscere un blogger nuovo?
No, non mi riferisco a Mr. James Ford, il mio consueto rivale e consueto co-conduttore di questa rubrica dedicata alle uscite settimanali nei cinema. Quello non viene considerato nuovo manco a Jurassic World.
Amici lettori e amiche lettrici, ecco a voi...
iroNick, l'autore del novello La vita è una compilation, blog in cui parla di musica, ma anche di cinema e di cavoli suoi, con uno stile decisamente... iroNico, come avete fatto a indovinare? Leggete nel pensiero, adesso?
Sentiamo un po' cos'ha da dire riguardo alle pellicole in arrivo in sala e tenetevi pronti, ché questo sta più fuori di me!
Troppa grazia
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"Che faccia! Sembra che tu abbia appena visto la Madonna." "No, meglio ancora: ho appena visto Lady Gaga. E recita pure meglio di me!" |
iroNick: Prima di tutto voglio ringraziare Grazia e Graziella per avermi concesso le grazie di questa rubrica piena di grazia. Quando l'arcangelo Cannibale mi ha annunciato L'Inaspettata Concezione di avere me come ospite, ho pensato avesse sbagliato destinatario. Io, praticamente vergine sulle pietre miliari del Cinema ma di facili entusiasmi per bambinate come Trolls, sto alla Settima Arte come Ford al volante e Goi alla stesura di un articolo con divieto di tette e culi.
Ma come è noto questa rubrica di Ford e Cannibale fa rima con tutto è possibale. Ad esempio su White Russian potreste vederla in un Thursday del futuro, quando i film di oggi verranno trasmessi in chiaro su Rai Movie.
Anche al cinema tutto è possibile. Lo sa bene Alba Rollwafer, Rottermaier, Rossgeller... insomma, quell'Alba dal cognome impossibile che in questa commedia di Gianni Zanasi vede addirittura la Madonna. Dal trailer appare come una visione brillante. Non azzardo celestiale perché è sempre meglio volare terra terra. Cosa ne pensano a pelle le due Grazie? Per facilitare la risposta propongo 3 alternative: a) possibile stato di grazia b) grazioso, dai c) anche no, grazie.
Cannibal Kid: Fossi in iroNick direi grazie al mix di droghe & alcool che ha assunto per scrivere questi commenti. Ancora più deliranti di quanto siano di solito i miei. Per ritornare ai suoi livelli dovrei farmi anch'io, ma ormai comincio ad avere una certa età, anche se mai quanto Nonno Ford, e potrei rischiare l'overdose pure se mischio l'Aspirina con uno Shirley Temple che, tanto per la cronaca, è il cocktail preferito da Ford, altroché White Russian.
Riguardo al film, io sono pronto a rimanere graziato da questa visione, visto che è il nuovo di uno dei miei registi italiani preferiti, Gianni Zanasi. L'ho scoperto soltanto di recente con Non pensarci e La felicità è un sistema complesso, ma già lo adoro. Quanto ad Alba Rossgeller non sempre la sopporto, ma sono sinceramente curioso di vederla alla prova con una prova comedy. Potrebbe essere folgorante quasi quanto iroNick.
Ford: finalmente torna in questa rubrica qualcuno in grado di scrivere commenti folli e deliranti e farli apparire come la cosa più semplice, giusta e quasi magica del mondo. E non sto parlando di Cannibal, o tantomeno di me. Caro Nick, le grazie mi sa che ti graziano poco, se ti costringono a beccarti la Rottweiler, che infastidisce sia me che il Cucciolo Eroico, eppure il film, così a pelle, non dev'essere neppure troppo male. Considerati i miei tempi, però, può essere lo veda tra qualche stagione.
Robin Hood - L'origine della leggenda
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"Ebbrava Katniss Kid che ti eserciti con l'arco." "Ma veramente sono il leggendario Robin Hood..." "Chiii?" |
iroNick: Da squattrinato al verde e con il conto sempre vicino al rosso (due colori, un destino) nutro profonda stima per il leggendario principe dei ladri che ruba alla riccanza di merda in favore di noi poveri senza futuro. Ma, fra le tre leggende lesse qui presenti, l'unico a cui può calzare a pennello questo tripudio di frecce, fuoco e combattimenti è quel wrestler in calzamaglia di Ford.
Cannibal Kid: L'origine della leggenda? Finalmente hanno deciso di fare una pellicola biopic su di me?
Ah no, parla del solito Robin Hood. La voglia di vedermi un nuovo film su di lui dovrei rubarla a Ford, uno che è sempre ricco. Almeno di voglia di vedere porcatone avventurose e/o action che riciclano idee del passato spacciandole per nuove.
Ford: nonostante si tratti apparentemente della tipica fordianata, non ho alcuna voglia di schiaffarmi quest'ennesima rivisitazione di Robin Hood che pare la versione ipertrofica e millennial del mitico cult con Kevin Costner e Morgan Freeman, quello sì davvero giusto per il Saloon. Risparmio volentieri arco e frecciate.
A Private War
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"Il look da pirata l'ho copiato da Mr. Ford, lo ammetto." |
iroNick: Avrei potuto documentarmi su Wikipedia e fingere di sapere vita, miracoli e purtroppo morte dell'inviata di guerra Marie Colvin. Invece sono onesto e al massimo posso dirvi tutto quello che so sulle prime Tre Marie che mi vengono in mente: Maria De Filippi, Maria di Un medico in famiglia, Mary Patti di Non è la Rai. Se anche voi siete impreparati sull'argomento, ecco il biopike con Rosamund Pic. Oppure possiamo prima aspettare il servizio DoReCiakGoi del nostro inviato di cinema in diretta da casa sua. Vista la sua ammirazione per la Pike, non dovrebbe saltare l'appuntamento. A Ford invece potremmo chiedere un ritorno ad un biopost dei suoi, quelli che di solito iniziavano così: Quando Julez mi ha salvato. Quella volta in cui mi sono sbronzato di brutto. Da ragazzo la passione per le meraviglie della Settima Arte...
Ma perché infliggerci un dolore simile che un giorno non ci sarà neanche utile?
Cannibal Kid: Grazie tante iroNick per avermi spoilerato che Marie Colvin è morta. Adesso so già come (presumibilmente) andrà a finire il film. Se alla regia ci fosse uno Shyamalan potrei aspettarmi qualche colpo di scena clamoroso, tipo una resurrezione, e invece alla regia di questo biopic comunque interessante – nonostante il tentativo di goigottaccio da parte di iroNick – c'è l'esordiente Matthew Heineman. Il vero colpo di scena mi sa quindi che l'ha tirato fuori proprio il citato nuovo blogger, con la sua parodia perfetta di Ford. Macché A Private War! iroNick sembra ormai pronto per una Blog War spin-off contro il mio ormai quasi ex rivale.
Ford: una Blog War spin off con Nick posso farla anche volentieri, ma solo se, per contrappasso, Cannibal dovesse intraprenderne una con The Rock, non necessariamente su un ring. I biopic sono sempre interessanti, resta da vedere se questo racconto di morte e guerra sia una di quelle cose retoriche finto alternative o un vero colpo fordiano. Solo il tempo - ritorni al futuro permettendo - potrà dircelo.
Il vizio della speranza
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"Ahahah, questo iroNick mi fa ridere più di Cannibal Kid. Che sia arrivata per lui l'ora di andare in pensione insieme al suo 'amico' Ford?" |
iroNick: Da ragazzino, accanto a titoli spensierati come I Goonies, Tesoro mi si sono ristretti i ragazzi e Howard e il destino del mondo, uno dei miei cult personali era quell'antesignano del #mainagioia di Felipe ha gli occhi azzurri. Per non parlare di Bim Bum Bam che ospitava numerose storie di orfanelli. Oggi, invece, più invecchio meno mi trovo a mio agio con vicende tristi di esistenze disperate. In questo film di De Angelis, già applaudito da Roma fino a Tokyo (Baby K), abbiamo una ragazza sfregiata nel viso e nell'anima che, sotto le grinfie di una pappona, traghetta sul Volturno schiave incinte per la felicità di qualcun altro. Certo, c'è una speranza nel titolo che può far sperare in un lieto fine, ma per sicurezza mando in avanscoperta la madamin di Casale e la sua ciurma di arzille adorate del gruppo WhatsApp "cinemino alle 5 e bomboniere Algida". Io intanto mi riguardo I Goonies.
Cannibal Kid: In questo suo commento iroNick sta ancora facendo il verso a Ford, oppure ci ha volontariamente costretti a tuffarci dentro questo suo amarcord infantile personale costellato di ricordi traumatici, che almeno io credevo di aver rimosso, come Felice ha gli occhi azzurri?
La trama di questo film non fa venire molta speranza, è vero, però secondo la madamin di Casale è assolutamente da vedere. Il precedente di De Angelis Indivisibili non era la storia di me e di Ford come qualcuno potrebbe immaginare, ma era comunque un'ottima pellicola, dotata di una notevole originalità e personalità che non si trovano ovunque. Almeno, non a Casale e di sicuro nemmeno a Lodi. Chissà nella città di iroNick, che non so quale sia? Probabilmente Fantasilandia.
Ford: e dopo un tentativo di Blog War con il vecchio cowboy, Nick ne sfodera subito uno all'indirizzo del finto giovane radical. Non so se il film varrà la pena - francamente non credo -, ma quei ricordi niente male - anche se non so davvero cosa sia Felipe ha gli occhi azzurri - e la voglia di non ammorbarsi con la tristezza invecchiando mi trovano clamorosamente d'accordo.
Black Tide
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"Per il look da radical-chic trasandato mi sono ispirato anch'io a Mr. Ford, lo ammetto." |
iroNick: Un adolescente scompare nel nulla, un detective sbronzo, sporco e cattivo indaga. Sembra un gioco di ruolo tra il Cannibale e Ford, invece è un thriller con Vincent Cassel. Sento odore di déjà-vu, una delle poche cose che so dire in francese insieme a Moi je m'appelle Lolita, L'amour toujours e Voulez-vous coucher avec moi, ma potrebbe anche rivelarsi un chapeaulavor.
Cannibal Kid: Per quanto sia il più radical-chic tra i blogger pseudo cinematografici, almeno secondo Ford, pure io so dire solo queste cose in francese. E di certo non con una pronuncia da perfetto parigino. Come quasi tutti i film transalpini, anche questo ha un non so che che mi intriga. E poi noto che alla regia c'è Érick Zonca, già autore del pregevole La vita sognata degli angeli, pellicola di 20 anni fa che solo noi radical-chic abbiamo visto e quindi sì, forse Ford c'ha ragione a considerarmi radical-chic. Hey, sto dando ragione a Ford? Che mi succede? iroNick ha versato qualcuna delle sue droghe nel mio bicchiere?
Ford: Cannibal che mi da ragione potrebbe già essere abbastanza per chiudere la rubrica per almeno sei mesi e volare a Los Angeles a sbronzarsi con il Drugo a colpi di White Russian.
Morto tra una settimana (o ti ridiamo i soldi)
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"Ford, è arrivato questo regalo per il tuo 150esimo compleanno. Sul biglietto c'era scritto: 'Con affetto, da Cannibal Kid'." |
iroNick: Dark-comedy british miracolosamente non tradotta in Quasi Morto o Come farsi ammazzare e morire contenti. Letta la trama - giovane scrittore fallito e aspirante suicida assolda un killer perché non riesce manco a farsi fuori - stavo quasi per cascarci. Poi ho visto il trailer ed il mio entusiasmo è stato ucciso. Temo uno di quei film dove la stessa gag viene ripetuta fino allo sfinimento, intervallata giusto da quei tempi morti in cui gli inglesi di solito sono piuttosto bravi. Lo si vedrà più in là per evitare di gridare in sala: "Ridatemi i soldi!"
A proposito di soldi, mi rivolgo a te, Goi: qual è il compenso per questa ospitata? Un gettone d'oro di presenza? Un gettone da jukebox? Uno per le giostre, magari? Neanche un misero gettone di quelli che si infilano nei carrelli della spesa? Taccagnibale!
Cannibal Kid: Caro iroNick, forsei avrei dovuto dirtelo prima. Per questa ospitata sei tu che devi pagare me e, se proprio ti avanza qualcosa, anche Ford. A me va bene essere compensato in Goleador o meglio ancora in Dietorelle, ché ci tengo alla linea, mentre lui credo si accontenti di un action figure dell'Uomo Tigre o qualcosa del genere. Vedrai che ne varrà la pena. Dopo questa tua comparsata sui nostri seguitissimi blog, il numero dei tuoi followers potrebbe aumentare a livelli chiaraferragneschi. Potresti perfino guadagnare uno o, se proprio ti va di lusso, addirittura due lettori in più. Passando al film, sarà scontato dirlo, ma manco morto lo guardo.
Ford: non solo manco morto guarderò questo film, ma anche e soprattutto deciderò di pagare un'ospitata almeno fino a quando non verrà pagata un'ospitata anche a me. Ad ogni modo, non fosse altro per un paio di uscite degne di Blog War anti cannibalesca, potrei offrire a Nick una bella bevuta di benvenuto nel circolo dei bloggers che pensano di contare ma che, in realtà, sono quasi degli scappati di casa.
Upgrade
iroNick: Già vedo il panico accartocciare le vecchie facce di Cannibal e Ford mentre cercano il significato di upgrade su Salvatore Aranzulla. Uno che oltre a disimpallarci quella palla di Windows 10 può anche spiegarci che emozione si provi a vincere il Macchianera Internet Awards. Comunque prima che quei due tentino invano di aggiornare i loro Commodore 64, chiarisco che Upgrade è solo l'interessante svolta fanta-cibernetica del creatore di Saw e Insidious, con fiumi di sangue pronti a imbrattare lo schermo. L'Upgrade nostrano invece potrebbe narrare le vite di 3 vecchi blogger che, seguendo il detto aggiornato "Tira più una foto su Instagram che un carro di blog", decidono di chiudere baracca e blogghettini, migrare definitivamente nel regno dei ❤ e postare selfie all'impazzata. Gia ci vedo bene: io, rughe scartavetrate dal filtro Barbara D'Urso per sembrare giovane come nella mia prima ecografia. Fordez, tatuaggi in bella mostra e un Fordino a caso in braccio. Il fighetto CK-One, sguardi alla Donnie Darko e boxer griffati Calvin Klein che sbucano dai pantaloni. E se fosse questo il filmone (horror) della settimana?
Cannibal Kid: Nonostante la sua allergia alle nuove tecnologie, Ford l'upgrade l'ha già fatto: sul suo blog è sempre più latitante, mentre su Instagram posta più foto con le chiappe de fuora di Emily Ratajkowski. In questo senso quello old school mi sa che rimango io, che ancora preferisco il potere delle parole a quello dei selfie. Ora scappo. Vado a guardare il film Upgrade? Anche se sembra una potenziale fordianata clamorosa action-trash-fantascientifica, un'occhiata potrei dargliela. Prima però vado a mettere un ❤ al nuovo post di Emily. Per le splendide parole che scrive sempre nelle didascalie, mica per altro.
Ford: effettivamente Cannibal ha ragione, dato che mi stalkera sull'Instagram senza mai farsi vedere, ma posso pareggiare il conto essendo uno dei pochi esseri umani ancora privi di qualsiasi contatto con Facebook, al contrario suo. Una coppia ben assortita, insomma. E mi pare che il vecchio Nick - che potrebbe perfino essere uno della nostra generazione - non stia neppure male in questa situazione, figurando come pochi altri fino ad ora avevano figurato. Una cosa non da poco.
E poi c'è anche il film: che non mi dice granchè, ma per una visione da pennica sul divano ci può stare senza dubbio.
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First Man - Il primo uomo che ha fatto finta di andare sulla Luna
C'era una volta un bambino di nome Giggino. Anche noto dagli amici e pure dai nemici come Di Maio. Prima di andare a letto, ogni sera chiedeva al suo padrino Beppe di raccontargli una storia della buonanotte. Una storia tratta dal Grande libro delle verità pentastellate.
Uno dei racconti che gli piacevano di più era quello sui vaccini. Secondo questo racconto, i vaccini sono stati inventati da Beatrice Lorenzin per mettere paura ai suoi figli. L'ex ministro della salute minacciava i suoi pargoli dicendo loro che, se non si comportavano bene, avrebbe fatto vaccinare prima loro, poi tutta l'Italia e quindi tutto il mondo.
In questo modo, nessun bambino si sarebbe mai più ammalato e non avrebbe mai più saltato un solo giorno di scuola. Così facendo i bambini avrebbero imparato tutte le false storie raccontate nei libri scolastici. Avrebbero pure imparato a usare i congiuntivi in modo corretto e un giorno si sarebbero persino laureati. Avrebbero ottenuto quel pezzo di carta inutile. O se non altro che non permetterà loro di diventare vicepremier. Basta prendere i vicepremier attuali. Quanti di loro sono laureati?
Lo 0%, ecco quanti. Questa è una statistica affidabile, vera, mica come quelle fantasiose e ancora tutte da dimostrare dell'ISTAT.
Un'altra storia che Giggino amava ascoltare era quella delle scie chimiche. Al riguardo erano sempre circolate parecchie voci. La versione ufficiale presente sul Grande libro delle verità pentastellate è che le scie chimiche sono diffuse da Pollon, divinità greca realmente esistente, come anche Cristina D'Avena potrà testimoniarvi di persona. Il motivo? Pollon distribuisce le scie chimiche per far felici i suoi amici orsi. “Sembra talco ma non è, in realtà è una bella scia. Se la assaggi o la respiri, ti dà subito l'allegria!”.
C'è pure la canzoncina. Avete bisogno di altre prove a supporto di questa tesi?
Il racconto preferito in assoluto da Giggino, oltre a quello sulla scoperta dell'acqua calda, era però quello del primo uomo sbarcato sulla Luna: Matteo Salvini. Sì, avete capito bene. Matteo Salvini. Ed era stato tutto merito suo, di Giggino. Quando venne mollato su Instagram da Elisa Isoardi, il povero Matteo stava davvero male. Pensate che per due giorni non twittò nemmeno una volta. Per tirargli su il morale, Giggino ebbe una delle sue brillanti idee: “Matté, conquistiamo la Luna, così gliela facciamo vedere noi a quei burocrati bruttoni di Bruxelles chi fossero gli incapaci!”.
Salvini gli rispose: “Ok, Giggino, le tue idee sono sempre fantastiche, però hanno sempre un problemino: come fare a realizzarle?”.
Giggino gli consigliò in questo caso di andare a trovare Loredana Bertè: “Ha cantato il successo 'E la Luna bussò', lei saprà di sicuro consigliarti cosa fare.”
Salvini un po' scettico andò a bussare a casa della Bertè, che quando aprì la porta sembrava mezza ubriaca e mezza fatta. Tutto nella norma, quindi. Loredana disse a Matteo che nell'armadio della sua camera da letto era presente un portale che teletrasportava direttamente sulla Luna. Lei non aveva mai provato, perché aveva troppa paura di entrarci, ma era sicura che fosse così. Salvini, anche se era ancora piuttosto diffidente riguardo alle teorie di Di Maio e della Bertè, si fece coraggio ed entrò nell'unico armadio più pieno di vestiti osceni di quelli della pretty little liar Aria Montgomery al mondo e finì... sulla Luna. Era vero! Era tutto vero! Le str... pardon, le storie di Di Maio e della Bertè erano vere, chi l'avrebbe detto?
Fu allora che Matteo Salvini aprì una diretta Instagram per documentare l'impresa e pronunciò le famose parole: “Un piccolo passo per me, un gigantesco balzo nella lotta contro gli extraterrestri extracomunitari per l'umanità”. A questo punto Salvini si mise a cacciare Alien, gli alieni di Independence Day e pure il povero innocuo E.T. a suon di calci rotanti ed è per questo che oggi sulla Luna non sono più presenti forme di vita. Le ha eliminate tutte Salvini, salvando così le coste italiane dallo sbarco degli alieni extracomunitari che minacciavano di immigrare nel nostro paese per cercare di rubarci il prezioso reddito di cittadinanza galattica.
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"Sono come Superman... Un momento, non sono proprio come lui. Quello era un super extraterrestre super extracomunitario." |
Questa è la storia pentastellata del primo uomo sulla Luna. C'è poi un'altra teoria, ritenuta vera da quelle persone che credono alla finzione cinematografica, che sostiene che il primo uomo sulla Luna sia stato un certo Ryan Gosling ed è quella messa in scena da First Man - Il primo uomo, non a caso un film totalmente fantascientifico.
First Man - Il primo uomo
Regia: Damien Chazelle?
Cast: Ryan Gosling, Claire Foy, Kyle Chandler, Jason Clarke, Corey Stoll, Patrick Fugit, Christopher Abbott, Pablo Schreiber, Lukas Haas, Shea Whigham, Olivia Hamilton
Così come quella di Salvini, anche questa storia parte da un cuore spezzato. Quello di Ryan Gosling, reduce dalla fine della storia d'amore con Emma Stone. Ryan Gosling, come tutti sanno, è un pianista e cantante, famoso per aver scritto la canzone “City of 5 Stars”, la Città dei Cinque Stelle, che parla di Roma ed è dedicata alla sindaca: “City of 5 Stars, are you shining just for Virgy?”.
Ryan però volta pagina e si scorda di Emma Stone, sposando... la regina Elisabetta II?!?
Vi sembra una cosa possibile? La regina che sposa un pianista? È un po' come se un principe sposasse un'attrice... è una cosa che nella casa reale inglese non si è mai vista.
Preso da manie di grandezza, Ryan decide inoltre di diventare un astronauta. Il risultato si preannuncia disastroso, come quando Michael Jordan ha deciso di lasciare il basket per giocare a baseball, e invece la NASA non solo gli dà corda, ma lo ingaggia addirittura per guidare la prima missione dell'uomo sulla Luna.
L'unico che sembra rendersi conto dell'assurdità della situazione sembra essere suo figlio. Quando la madre, la regina Elisabetta II gli annuncia: “Tuo padre andrà sulla Luna.” Lui risponde: “Ok... posso andare a giocare fuori?”. Persino un bambino non ci crede che il pianista Ryan Gosling possa andare sul serio sulla Luna, e invece secondo questo film è tutto successo realmente.
La cosa più assurda della pellicola comunque è un'altra. First Man NON è diretto da Steven Spielberg. È prodotto da lui, sembra girato da lui, o da Ron Howard, ma alla regia c'è un altro: Damien Chazelle. Il regista del folgorante Whiplash e del capolavoro assoluto La La Land ha sul serio girato questo film, prevedibile e scontato dal primo all'ultimo istante, ricco di retorica, buoni sentimenti, patriottismo e hollywoodianate assortite, un biopic tradizionale che più tradizionale non si può, in cui i pochi momenti buoni sono non a caso quelli in qualche modo musicali, con una sceneggiatura che sembra una versione leggermente romanzata ma nemmeno troppo di quanto si può leggere dell'evento su Wikipedia e che racconta di un uomo che sarà anche finito sulla Luna e sui libri di Storia, ma è dotato di un appeal cinematografico pari allo zero?
Damien Chazelle non può avere davvero diretto un film così. Andiamo, ma chi è che mette in giro queste assurde fake news?
(voto 5/10)
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November Music - Top e flop di Novembre 2018
Ultimo appuntamento del 2018 con la rubrica musicale mensile di Pensieri Cannibali. Non siate troppo tristi, mi raccomando eh, perché tanto tra fine dicembre e inizio gennaio ci sarà spazio per le classifiche di fine anno, con tutto il meglio e tutto il peggio degli ultimi 12 mesi e dentro ci saranno tante belle e tante brutte cose.
Intanto tuffiamoci nella musica di novembre, tra Top, Flop e qualche solita mini-rubrica.
Flop del mese
#5 Muse
Fan dei Muse (tra cui un tempo c'ero anch'io), ho una notizia buona e una cattiva per voi. Quella buona è che è uscito il loro nuovo album. Quella cattiva è che è di un trash inverosimile, si intitola “Simulation Theory” ma purtroppo no, non è una simulazione. È la drammatica realtà.
Fan dei Muse, ho un'altra notizia buona e un'altra notizia cattiva per voi. Quell'altra buona è che in “Simulation Theory” non tutto è del tutto da buttare. Un paio di pezzi ascoltabili ci sono: “Pressure”, canzone divertente lontana dalla solita epica pesantezza della band, e “Get Up and Fight”, brano pop non a caso prodotto da un abituale collaboratore di Taylor Swift.
Quell'altra notizia cattiva è che il resto della scaletta invece sì, è proprio da buttare. Tra suoni di sintetizzatori che persino negli anni '80 avrebbero considerato eccessivi (“Algorithm”), copie robotiche di “Faith” di George Michael (“Something Human”) e produzioni in cui sia i Muse che i Timbaland si impegnano per dare del loro peggio (“Propaganda”), del gruppo che ai tempi degli esordi sembrava un incrocio da sogno tra Jeff Buckley, Radiohead e Nirvana è rimasto giusto un brutto update. Come ben visualizzato dalla sua copertina, “Simulation Theory” è la versione musicale di Ready Player One. Un pastrocchio senza senso con idee rubate a caso qua e là, soprattutto dagli 80s, ma le muse della vera ispirazione è ormai chiaro che abitano da un'altra parte.
#4 Vasco Rossi
La verità è che il nuovo singolo di Vasco Rossi fa proprio cagà, la la la la la la la, questa non è una novità, eh... già, na na na na na na na.
Hey, mi sono reso conto di avere appena scritto il testo del prossimo singolo di Vasco Rossi in arrivo nel 2019!
#3 Fedez
Dopo J-Ax e il mio blogger rivale Ford, la sindrome da Cat Stevens ha colpito anche il neopapino Fedez. Peccato che nessuno di loro sia Cat Stevens. La canzone dedicata al piccolo Leone, “Prima di ogni cosa” è un elenco di parole smielate, versi da temino di prima elementare e luoghi comuni. In più l'interpretazione di Fedez, né rappata né cantata, è da brividi sì, ma di paura.
Il mio verdetto è...
#2 Andrea Bocelli
Con il nuovo “Sì”, Andrea Bocelli ha fatto la storia. È il primo italiano a piazzarsi al numero 1 nella classifica britannica degli album e il primo italiano a conquistare il primo posto della Billboard chart statunitense dai tempi di Domenico Modugno, che però c'era riuscito tra i singoli con – ovviamente – “Nel blu dipinto di blu”. Da noi Bocelli si è invece dovuto accontentare di un misero sesto posto. Cosa abbiamo imparato da tutto questo? Che per una volta l'Italia ha dimostrato di essere musicalmente più avanti di UK e USA. Non perché un italiano ha conquistato le loro classifiche, ma perché 'sto disco inascoltabile di pop-lirico, che manco la presenza di Dua Lipa riesce a salvare, non ha conquistato le nostre.
#1 Laura Pausini e Biagio Antonacci
Laura Pausini e Biagio Antonacci che uniscono le forze sono l'equivalente musicale del governo lega-pentastellato. Cominciate a temere il peggio. E cominciate a rimpiangere persino Apicella.
Top del mese
#6 Martina Attili
Tra i concorrenti di X Factor Italia 2018, in mezzo ai comunque interessanti BowLand e Anastasio, quella che mi ha colpito di più al momento è Martina Attili con la sua “Cherofobia”. Un pezzo che affronta un problema serio della società contemporanea, di cui ho paura di soffrire anche io: la paura della felicità.
#5 Hooverphonic
A volte ritornano. Gli Hooverphonic sono un gruppo belga che ha avuto un grande successo nel 2000 con il singolo dalle eleganti sonorità trip-hop “Mad About You”. Sono stati i classici one-hit wonder. A distanza di quasi 20 anni, e dopo una serie di dischi “leggermente” snobbati dal mondo all'infuori del Belgio, adesso sono tornati alla ribalta con una nuova cantante, la 17enne Luka Cruysberghs, vincitrice di un talent show in cui il leader della band era il coach, e con una nuova hit che spacca e che, nonostante il titolo, non è che sia proprio “Romantic”.
#4 Razorlight
C'è un gran bisogno oggi come oggi di gruppi come i Razorlight. Gruppi in grado di tenere alto il buon nome del rock'n'roll in un periodo in cui quasi più nessuno sa fare buona musica rock'n'roll. I Razorlight hanno raggiunto l'apice della popolarità nel 2006 con il loro secondo album omonimo e con il singolo "America", entrambi finiti al numero 1 delle classifiche UK, dopodiché hanno pubblicato un altro album nel 2008 e poi sono spariti nel nulla. A 10 anni di distanza sono tornati con “Olympus Sleeping”, un disco di onesto rock'n'roll fuori moda che non si sta filando nessuno, però voi provate a dargli un ascolto, ok?
#3 The Good, The Bad & The Queen
Tra tutti gli innumerevoli progetti di Damon Albarn, quello con i The Good, The Bad & The Queen era forse quello che mi entusiasmava di meno. Il loro primo album uscito nel 2007 non è che mi avesse entusiasmato più di tanto. A 11 anni di distanza, il supergruppo formato dal cantante dei Blur insieme a Paul Simonon, Simon Tong e Tony Allen ha appena dato alle stampe l'album numero 2, “Merrie Land”, e devo dire che è una vera delizia, quindi adesso mi piacciono pure i The Good, the Bad & the Queen. C'è poco da fare, Damon non sbaglia (quasi) mai un colpo.
#2 Elisa
Con Elisa ho sempre avuto un rapporto complicato. La prima volta che l'ho sentita, con il singolo bjorkiano “Sleeping in Your Hand”, è stato colpo di fulmine, e poi con la morissettiana “Labyrinth” ha conquistato il mio amore e ci siamo sposati. Quando è passata all'italiano con “Luce (tramonti a nord est)” ha vinto Sanremo, ma ha perso il mio cuore. Dopodiché è tornata all'inglese, però ha continuato a entusiasmarmi poco o nulla e in quel periodo posso dire che vivevamo da separati in casa. Quando m'ha tradito con Ligabue amoreggiando sulle note de “Gli ostacoli del cuore” ho detto basta e chiesto il divorzio. Poi s'è messa pure con Giuliano Sangiorgi per “Ti vorrei sollevare” e lì ho perso con lei ogni tipo di contatto. Di recente abbiamo cominciato a risentirci per merito del singolo “No Hero” e a messaggiare con “Da sola/In the Night”, grazie all'intervento di Takagi & Ketra e soprattutto dell'amico Tommaso Paradiso. Con il nuovo album “Diari aperti” abbiamo deciso di riprovarci. Attraverso il singolo “Se piovesse il tuo nome”, scritto dall'altro amico Calcutta, sono tornato a volerle bene, ma è con pezzi come “Vivere tutte le vite” e “Tua per sempre” che sono ritornato ad amarla. Al punto da essere riuscito a perdonarla persino per il suo nuovo tradimento con quel vecchio barboso di Francesco De Gregori.
#1 Salmo
Chi è la più grande rockstar italiana oggi in circolazione?
Dite Vasco Rossi?
Ma che scherzate?
Vi ricordo che siamo nell'anno 2018. La vera rockstar tricolore di oggi è Salmo. Poco importa che tecnicamente sia un rapper.
Salmo s'è andato a prendere la copertina del Rolling Stone, facendo una canzone che prende per il culo il Rolling Stone.
Salmo è uno dei pochi artisti in Italia che hanno le palle di esporsi esplicitamente e pubblicamente contro l'attuale vicepremier: “Se state con Salvini STRAPPATE le mie magliette e BRUCIATE i miei CD”, ha dichiarato sempre a Rolling Stone. Oltre a Salvini, Salmo nel suo nuovo spettacolare album “Playlist” ce n'ha un po' per tutti, dai colleghi rappusi della trap music ai vecchi scureggioni della pop music tipo Biagio Antonacci, ce n'ha per varia gente da Fabio Fazio ad Asia Argento, e ne ha persino per se stesso (“Se dico quello che penso/Non resta neanche un amico/Sono una merda confesso/Se penso a quello che dico” dice in “Perdonami”).
Salmo è talmente grande ed è talmente ovunque che può permettersi di lanciare i suoi video su Netflix e su Pornhub, e di conquistare il primo posto della classifica degli album più venduti in Italia e allo stesso tempo piazzare 9 pezzi nella top 10 dei singoli. A questo giro inoltre ha persino scritto una canzone d'amore, “Il cielo nella stanza”, e una potenziale hit radiofonica, “Sparare alla Luna” con ritornello cantato da Coez. Gran parte del disco inoltre suono in un modo strano per essere un disco hip hop. Ha delle basi che flirtano più che altro con l'elettronica in stile “Army of Me” di Björk e con il rock. Perché Salmo sarà anche un rapper, ma è anche e soprattutto una fottuta rockstar.
Video del mese
Shawn Mendes “Lost in Japan”
Fin dalla prima volta che ho sentito “Lost in Japan” sull'ultimo album di Shawn Mendes mi sono immaginato il video della canzone in stile Lost in Translation. Non sarà un'idea poi così sorprendente, però è bello quando i tuoi sogni si trasformano in realtà. Un plauso inoltre ad Alisha Boe della serie Tredici - 13 Reasons Why, perché riesce nell'impresa di non sfigurare nella parte che fu di Scarlett Johansson.
Sgnacchera del mese
Elettra Lamborghini
It's not porn. It's Elettra Lamborghini.
Guilty Pleasure del mese
Clean Bandit feat. Marina & Luis Fonsi
Ci sono delle commistioni che vengono generalmente considerate sbagliate. Culturalmente inappropriate. Come le pubblicità cinesi di Dolce & Gabbana. O come la pizza-kebab. Io adoro la pizza-kebab. Credo sia tipo il mio cibo preferito nel mondo intero. Batte forse ersino il Big Tasty del McDonald's e il Winner Taco Algida. Anche l'unione tra gli inglesi Clean Bandit, la britannica di origini greche Marina Lambrini Diamandis anche nota con lo pseudonimo di Marina and The Diamonds, e il portoricano Luis Fonsi potrebbe essere considerata innaturale. Eppure funziona e ci regala una delle melodie più malinconiche dell'intera annata. Anche se ho il sospetto che, senza la presenza del cantante di “Despacito”, funzionerebbe ancora meglio.
Movie Soundtrack
BlacKkKlansman
Il nuovo film di Spike Lee BlacKkKlansmanè incazzato, è divertente, è politico. La scena che mi è piaciuta di più è però un momento a parte, che si discosta decisamente dal resto della pellicola. Una sequenza da musical alla La La Land in cui il protagonista si lascia andare, e si innamora, sulle note R&B delle bellissimissima “Too Late to Turn Back Now” di Cornelius Brothers & Sister Rose.
Serial Music
Chilling Adventures of Sabrina
C'ho messo un po' a entrare nel magico mondo di Sabrina, ma alla fine ce l'ho fatta. Che il merito sia per caso anche di una scena di orgia sulle sensuali note di “Criminal” di Fiona Apple?
Spazio Vintage
Spice Girls
Le Spice Girls sono tornate insieme... o quasi. Manca Victoria Beckham, ma ho come il sospetto che la sua assenza, almeno a livello vocale, non sarà di quelle che pesano come un macigno. Nel 2019 saranno in tour per il Regno Unito e chissà se poi non torneranno anche con della nuova musica. Nel frattempo andiamo a risentirci quella vecchia, con un sottovalutato pezzo di una raffinatezza pazzesca, “Too Much”.
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Bohemian Movies
L'ospite di oggi della rubrica sulle uscite cinematografiche è talmente popolare, almeno nel mondo dei blog, che non avrebbe nemmeno bisogno di presentazioni. No, non sto parlando del co-conduttore della rubrica, che è come di consueto Mr. James Ford e che per essere presentato in breve basta che di lui si dica che è un tamarro, è un quasi wrestler, è il mio acerrimo nemico ed è uno zozzone cinematografico. Fine.
La guest-star di questa settimana è Alessandro Bianchi, l'autore del blog Zucchero sintattico. Non avrebbe nemmeno bisogno di presentazioni, però ne ha scritta una lui e quindi ve la leggete! A lui la parola.
Alessandro: Ehi ciao! Ho appena scoperto, spulciando altri articoli di questa rubrica, che questa premessa non serve. Peccato, ero proprio convinto che gli ospiti che hanno scritto prima di me avessero fatto un’introduzione, un cappello, una prefazione per spiegare chi sono. Avrei detto che ho un blog da una decina d’anni, e che di solito parlo di altro, tipo tematiche LGBT+, biscotti e Beyoncé, ma che anche il cinema non mi dispiace. E avrei detto che è un onore essere qua, sulle pagine virtuali di Pensieri Cannibali, che seguo da tempo immemore e che mi ha fatto scoprire serie tv che mai avrei scovato altrimenti. Un caloroso saluto anche a Mr James Ford, avrei aggiunto infine, prima di passare al commento dei film in uscita. E invece niente: la premessa di questo articolo è tutta di Cannibal Kid. Che diva.
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"Oh, finalmente posso accusare anche io qualcuno di plagio! Alessandro, com'è che per il tuo blog mi hai rubato il nome?" |
Bohemian Rhapsody
Alessandro: Se non avete molto tempo per vedere questo film, potreste prendere in considerazione l’idea di recarvi in Malesia. Lì la pellicola è stata tagliata in tutti e ventiquattro i minuti in cui la storia fa riferimento alla sessualità di Freddy Mercury. Un’operazione simpaticissima che avrà l’unica conseguenza di rendere incomprensibile la trama a tutti gli spettatori malesi, i quali avranno tuttavia risparmiato una mezzoretta scarsa da utilizzare per scaricarsi online la versione integrale. Quella della censura malese è solo l’ultima delle polemiche che ruotano attorno a questo film, che viene annunciato da Brian May nel 2010. Otto anni (e cinque cambi di regia) dopo, abbiamo una data di uscita (il 29 novembre), un protagonista (il bravissimo Rami Malek di Mr. Robot) e, finalmente, un regista: Bryan Singer, quello dei Soliti Sospetti e X-Men. Sono abbastanza sicuro che, affrontando tematiche come l’omosessualità, la musica, l’HIV e la vita vera di Freddie Mercury, questo film farà molto discutere. Il mio consiglio: prima di criticarlo, andiamo a vederlo.
Cannibal Kid: Non sono mai stato un fan della musica dei Queen, quindi avrei preferito che in Italia arrivasse la versione della pellicola tagliata da tutte le loro canzoni, ahahah!
Ok, questa battuta non ha fatto ridere nessuno, perché a parte me tutto il mondo Ford compreso ama la musica dei Queen e la prende pure terribilmente sul serio. Pure troppo. A parte il piccolo dettaglio di non essere un loro fan, c'è però da dire che sono un grande appassionato di film biopic musicali, quindi darò un'occhiata e pure un ascolto (magari a volume ridotto) a questa pellicola. L'interpretazione di Rami Malek in particolare dovrebbe valere la pena.
Ford: i Queen sono stati uno dei miei primi amori musicali, e ricordo ancora piuttosto bene quando Freddy Mercury morì ed io approfittai per consolare quella che era la mia cotta dei tempi della seconda media, anche se purtroppo ai tempi ero ancora troppo timido per poter approfittare davvero dello sconforto della signorina in questione. Ad ogni modo, nonostante non abbia grandi aspettative, già so che non mi perderò il biopic di una delle icone più importanti del rock di tutti i tempi, per quanto possa dire Cannibal, che sta alla Musica quasi meno che al Cinema.
Il Grinch
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"Più che il temibile Grinch, sembro giusto il Cucciolo Eroico." |
Alessandro: Torna il personaggio che vuole rubare il Natale a noi che vogliamo soltanto andare in ferie. Diciotto anni dopo l’ultimo adattamento, il Grinch è di nuovo nelle sale, con Yarrow Cheney e Scott Mosier alla regia al posto di Ron Howard, e Benedict Cumberbatch al posto di Jim Carrey (Alessandro Gassmann nella versione italiana). Per chi dice di odiare il Natale (è una fase, ma passa, tranquilli) c’è un’ottima scusa per andare al cinema e farsi un selfie accanto alla locandina.
Cannibal Kid: Piacere Alessandro, io sono il Grinch della blogosfera e odio il Natale. E no, non mi è ancora passata. C'è poi da dire che odio pure i film sul Natale, persino quelli con personaggi che fanno finta di odiare il Natale ma che poi finiscono per diventare vittime del fascino di regali, decorazioni, buoni sentimenti e volemose bene tipicamente fordiani. A parte Nightmare Before Christmas, io giro al largo da tutto ciò aspettando che questo spaventoso clima, sia invernale che natalizio, venga spazzato via. Possibilmente da un ciclone tropicale.
Ford: io a Natale mi diverto sempre, tra mangiate e bevute e tutti insieme appassionatamente, ma il Grinch non mi ha mai fatto impazzire, a prescindere dalla sua incarnazione. Per me la pellicola delle Feste resta Una poltrona per due, e anche quest'anno resterò fedele alla tradizione.
Se son rose
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"Te la cavi a giocare a tennis, quanto Ford a fare wrestling." "Quindi mi stai facendo un complimento, Leonardo?" "Non esattamente... AHAHAH!" |
Alessandro: Faccio coming out: sono toscano e non sopporto Leonardo Pieraccioni. Ebbene sì. So che fuori dalla mia regione gira la voce secondo cui tutti i toscani amino alla follia Benigni, Pieraccioni e Renzi, ma non è così. Vi dirò di più: siamo in molti a trasgredire a questo luogo comune. In particolare, io sono Pieraccionofobo: credo non mi piaccia niente di quello che ha fatto, forse solo il Ciclone, ma solo perché l’ho visto da piccolo e non me lo ricordo.
Cannibal Kid: Faccio coming out: sono un blogger di cinema e non sopporto Mr. James Ford. So che c'è questo luogo comune che tutti noi blogger cinematografici ci amiamo e ci supportiamo a vicenda, invece no. Io boicotto White Russian fin dal maledetto giorno in cui ci sono finito sopra per sbaglio. Quel bischero di Pieraccioni invece non lo boicotto perché il suo film d'esordio, il brillante I laureati, mi era piaciuto e poi da allora in poi i suoi lavori si sono fatti talmente inconsistenti che si boicottano da soli.
Ford: faccio coming out: non ho mai sopportato Pieraccioni, ancora meno il suo amichetto Ceccherini e ancora meno Cannibal Kid. Ovviamente boicotterò questo film molto felicemente.
Ride
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"Ma chi me l'ha fatto fare di diventare regista? Chissà cosa si inventeranno ora quei due blogger cinematografici da strapazzo pur di criticare il mio film..." |
Alessandro: Ho letto molto sul primo lungometraggio da regista di Mastandrea, che adoro come attore e adoro come personaggio televisivo, quindi spero di amarlo anche da regista. Ho letto che parla di una donna a cui muore il marito sul lavoro, e non riesce a piangere, come vorrebbero tutti. Ho letto che hanno allagato una stanza per creare una tempesta all’interno di una casa. Ho letto che la signora del piano di sotto si è risentita, e non poco. Il pallino di Mastandrea per le morti sul lavoro non è nuovo: già qualche anno fa aveva girato un corto, Trevirgolaottantasette, con Elio Germano, sempre sullo stesso tema. Stavolta pare però che ci sia un’inversione del punto di vista: la storia che viene raccontata non è quella della vittima, ma quella della sua compagna (interpretata da Chiara Martegiani), quella, cioè, di chi resta in vita. Ed è proprio “a chi resta” che il film è dedicato.
Cannibal Kid: Pure io adoro Mastandrea come attore. Non che lo consideri un fenomeno della recitazione, però quasi tutti i film (e pure le serie TV, si veda l'ottima e sottovalutata La linea verticale) in cui compare sono ben al di sopra del resto delle produzioni italiane. E pure internazionali, diciamolo. Nonostante il tema affrontato rischi di essere più pesante di un post qualunque di James Ford che annega nei ricordi del suo passato, sono sicuro che la corsa su questo Ride varrà la pena di essere affrontata. Anche solo per scoprire un valido nuovo regista, o per realizzare che è meglio se Vastandrea faccia unicamente l'attore e basta.
Ford: Mastandrea mi piace, è un tipo tra l'outsider e la sorpresa. E questo film, che tratta una tematica importante, potrebbe essere uno dei più interessanti della settimana. Senza considerare che il trailer mi ha alquanto sfiziato.
Un giorno all'improvviso
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Anna Foglietta ha appena fatto la cazzata di visitare il blog White Russian. E di leggerlo pure. |
Alessandro: A me Anna Foglietta piace proprio e trovo che sia un’attrice bravissima. Diciamo che questo suo Un giorno all’improvviso non è esattamente il mio genere (una madre single, dolce e problematica si prende cura e si fa prendere cura dal figlio diciassettenne che sogna di diventare un calciatore professionista) ma piuttosto che andare a vedere il film di Pieraccioni sono disposto a fare un’eccezione. Il regista si chiama Ciro D’Emilio che qui dirige il suo primo lungometraggio, in maniera sicuramente migliore di come avrebbe fatto Pieraccioni.
Cannibal Kid: Applausi ad Alessandro e al suo odio viscerale nei confronti di Pieraccioni. Ricorda me i primi tempi in cui mi sono imbattuto in Ford e non facevo altro che criticarlo. A pensarci bene, non ho ancora smesso di farlo. Quindi tranquillo Alessandro, è una fase che non passa.
Anche a me inoltre Anna Foglietta piace, ma non abbastanza da vedermi un film sull'amore genitoriale che pare perfetto per quell'eterno candidato al titolo di “father of the year” di Ford.
Ford: il Cinema italiano, e Cannibal in questi anni l'ha imparato bene soprattutto in questa rubrica, dai tempi d'oro di Fellini e soci non rientra nelle mie priorità a meno di casi eccezionali. Nonostante la trama piuttosto fordiana, questo film non mi pare appartenga a quei casi. Cannibal, invece, resta un caso umano.
Tre volti
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"Jafar, ma i tre volti del tuo film sono quelli di Cannibal, Ford e Alessandro? In tal caso, mi sa che hanno fatto bene ad arrestarti." |
Alessandro: Abbandonata la gialla autovettura del precedente Taxi Teheran, Jafar Panahi si mette al volante di un fuoristrada 4x4 e continua a macinare chilometri e pellicola. Anche se non potrebbe, perché una sentenza gli impedisce di viaggiare, rilasciare interviste, scrivere, produrre e dirigere film. Questo Tre volti è probabilmente il titolo più interessante della settimana cinematografica, sia per tutto il contorno di cui abbiamo appena dato qualche accenno, sia per la trama che si intreccia profondamente con gli elementi culturali della società iraniana.
Cannibal Kid: Di Jafar Panahi non ho ancora guardato alcun lavoro e sono curioso di farlo. Per vedere se di lui si parla solo per via del boicottaggio subito, o perché il suo cinema merita per davvero. Quando sono in vena di farmi una sana serata da radical-chic in stile fordiano, dai che vado di bel film impegnato iraniano.
Ford: Panahi è un grandissimo, e i suoi film sempre interessanti e profondi. Questo Tre volti potrebbe essere la sorpresa cinematografica della settimana, e forse una di quelle del mese. Alla facciazza dei finti radical come il Cucciolo Eroico.
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Halloween: Ci sono cose più spaventose di Michael Myers
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Serial Killer: La quasi vecchia rubrica sulle serie TV - Novembre/Dicembre 2018
Ultimo appuntamento dell'anno con la rubrica mensile sulle serie TV di Pensieri Cannibali. Mensile... ok, è arrivata un po' in ritardo e quindi per questa volta è diventata bimestrale. Non fateci però troppo l'abitudine. Nel 2019 questa rubrica giungerà puntuale a fine mese come un reddito di cittadinanza...
Non v'è ancora arrivato?
Va beh, diamogli tempo a questo governo. Non sono ancora riusciti a rovinare del tutto il nostro paese, ma vedrete che ce la faranno. Mi sento fiducioso. Così come ho dato fiducia ad alcune serie TV nelle ultime settimane. Fiducia ripagata da alcune, meno da altre. Scopriamo insieme quali.
E attenzione perché in fondo al post c'è spazio anche per l'intervento di una guest star: Federico Vascotto che, dopo l'ospitata nella rubrica sulle uscite cinematografiche, c'ha preso gusto ed è tornato qui su Pensieri Cannibali. Un blog dove le sorprese non finiscono mai...
Ehm... per questo mese però sono finite qua.
E attenzione perché in fondo al post c'è spazio anche per l'intervento di una guest star: Federico Vascotto che, dopo l'ospitata nella rubrica sulle uscite cinematografiche, c'ha preso gusto ed è tornato qui su Pensieri Cannibali. Un blog dove le sorprese non finiscono mai...
Ehm... per questo mese però sono finite qua.
Serie Top del mese bimestre
L'amica geniale
Ho un nuovo modello esistenziale. Da grande voglio diventare come lei.
L'amica geniale non è la classica fiction Rai cui erano abituate le nostre nonne negli anni '50. Anche perché forse non esistevano ancora. Si tratta di una co-produzione internazionale Rai/HBO/Paolo Sorrentino diretta da Saverio Costanzo – grazie Demo, grazie Demo – con una colonna sonora firmata da Max Richter che è l'autore delle musiche di Valzer con Bashir e della serie The Leftovers e quindi stica, e vede come protagoniste delle prime puntate due baby attrici molto brave: la mini-Sophia Loren Ludovica Nasti e la simil-vergine suicida Elisa Del Genio.
Anche se per un giudizio completo aspetterei di vedere prima tutti e 8 gli episodi di cui è composta, per il momento non è davvero niente male. Una sorpresa. Soprattutto considerando che io pensavo che L'amica geniale fosse uno spin-off di Friends dedicato a Phoebe Buffay (Lisa Kudrow), la friend autrice di canzoni geniali come Gatto rognoso.
Io comunque non guardo L'amica geniale come tutti voi comuni spettatori mortali Rai. Io guardo My Brilliant Friend!
Chilling Adventures of Sabrina
Alla faccia del binge-watching, c'ho messo quasi un mese per completare la visione di Le terrificanti avventure di Sabrina. Inizialmente si era rivelata una delusione pazzesca, poi a un certo punto è scattata la magia. Sono rimasto vittima di un incantesimo e ho cominciato a farmi coinvolgere da questa avventure che non saranno proprio terrificanti, ma sanno farsi appassionanti. Mai sottovalutare il potere della stregoneria.
Il quinto episodio incentrato su un demone che entra nei sogni di protagonisti mi ha ricordato un po' Nightmare e un po' qualche puntata di Buffy l'ammazzavampiri. Rispetto a quest'ultima Sabrina difetta in ironia, tende a prendersi e a prendere tutto troppo sul serio. È una tipa pesantona, diciamolo. Poco a poco si comincia però a entrare nel suo mondo e, dopo averla vista sgozzare un'altra strega come se stesse tagliando una fetta dalla sua torta di compleanno, mi sono innamorato di lei 💘. E ho realizzato che questa non è per niente una bambinata o una serie buonista.
Chilling Adventures of Sabrina non sarà particolarmente horror e terrorizzante, ma con gli ultimi episodi fa intravedere tutto il suo potenziale dark, che potrebbe esplodere definitivamente con una stagione 2 in arrivo ad aprile che si preannuncia una bomba e che aspetto già con ansia. Con calma, con i suoi tempi, Sabrina si è trasformata da delusione a folgorazione. Sia lodato Satana!
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"Ho appena ucciso la mia prima strega." "Brava! Sono fiero di te." |
Chilling Adventures of Sabrina non sarà particolarmente horror e terrorizzante, ma con gli ultimi episodi fa intravedere tutto il suo potenziale dark, che potrebbe esplodere definitivamente con una stagione 2 in arrivo ad aprile che si preannuncia una bomba e che aspetto già con ansia. Con calma, con i suoi tempi, Sabrina si è trasformata da delusione a folgorazione. Sia lodato Satana!
Serie così così del mese bimestre
Homecoming
Giudizio impopolare del mese, anzi del bimestre: Homecoming non è che mi abbia fatto impazzire. Lo so che ne parla bene chiunque. La critica che conta, così come lo spettatore che di solito guarda il Grande fratello. Tutti pazzi per Homecoming, o tutti pazzi e basta?
Homecoming è una serie che ha come protagonista la superstar Julia Roberts. All'inizio mi stava sulle balle, la vedevo come un'icona delle romcom più commerciali. Da Erin Brockovich in poi ho però cominciato a rivalutarla parecchio e in alcuni lavori recenti come I segreti di Osage County le ho addirittura riservato applausi a scena aperta. Come un pazzo. Quindi forse il matto sono io, non quelli che hanno adorato Homecoming. Tutto questo per dire che qui la Juliona Roberts, per quanto la sfanghi con professionalità, non mi è sembrata troppo in parte. Mi è parsa spaesata. Lo so che è proprio il suo personaggio a esserlo, però credo abbia esagerato, con tutto 'sto spaesamento. Sono stato chiaro, o sto dando sempre di più l'impressione del povero pazzo?
Più della Roberts, mi ha invece convinto parecchio Stephan James, attore classe 1993 che vedremo anche in Se la strada potesse parlare, il nuovo lavoro diretto dal regista di Moonlight Barry Jenkins, e di cui credo sentiremo ancora parlare parecchio.
La serie è diretta da Sam Esmail, che è quello di Mr. Robot, e si vede. Nel bene, come nel male. Nel bene, perché all'inzio intriga. Nel male, perché dopo un po' comincia a dare l'impressione di essere troppo pretenzioso. Esmail sembra girare in maniera pazzesca, ma in realtà si limita a copiare Hitchcock, Xavier Dolan (con il formato video che si allarga come in Mommy ma senza lo stesso effetto emotivo) e persino se stesso, visto che la scelta dei caratteri di testa e molte riprese sono uguali identiche a quelle di Mr. Robot e quindi avrebbero anche stufato.
Sì, va bene, ma di cosa parla?
Homecoming racconta una vicenda cospirazionista sul piano segreto da parte di un'organizzazione governativa. Dietro ai tentativi di far riprendere i soldati dallo stress post traumatico della guerra ci sarebbe altro... Lo spunto è anche intrigante, però via via la serie procede come una versione più cerebrale e meno fantasiosa di Maniac e ha finito per infastidirmi, più che travolgermi. Di certo non è riuscita a farmi impazzire come sono impazziti tutti gli altri che l'hanno vista. O forse il pazzo sono io?
Beat
Beat è strana. Lanciata come la serie sulla scena techno berlinese, in realtà presto assume più che altro i contorni di un thriller tradizionale. Il protagonista, conosciuto da tutti come Beat, lavora come PR di un locale di musica elettronica in quel di Berlino e un giorno viene ingaggiato per lavorare sotto copertura dai servizi segreti europei. Un tossico che sembra uscito da Trainspotting nei servizi segreti?
Sembra una figata pazzesca e all'inizio questa serie tedesca promette grandi cose, solo che poi l'euforia iniziale svanisce, lasciando ben presto un mal di testa da hangover. Bene, ma non benissimo.
Serie flop del mese bimestre
Baby
Ammazza, che poracciata!
P.S. Niente male comunque la colonna sonora e le due pischelle protagoniste: Benedetta Porcaroli e la versione figa di Arisa, Alice Pagani.
Tell Me a Story
Il pregio e allo stesso tempo il difetto principale di Tell Me A Story è quello che mentre la guardi non sai davvero dove voglia andare a parare. La serie è la nuova creatura di Kevin Williamson, l'autore di serie come Dawson's Creek, The Vampire Diaries e The Following nonché lo sceneggiatore di Scream. Uno che ha un gran talento a creare personaggi e situazioni accattivanti e infatti questa serie si lascia guardare. Il motivo principale per cui continuo a seguirla è per capire dove voglia arrivare. Probabilmente da nessuna parte. Lo spunto molto intrigante, e basato sulla serie messicana Érase una vez, è quello di prendere fiabe celebri come quelle de I tre porcellini, Hänsel e Gretel e Cappuccetto Rosso, raccontandole come se fossero un thriller moderno ambientato nell'odierna New York. Il risultato non è proprio dei più convincenti, eppure vado avanti a guardarla, sperando che prima o poi tutto assuma un senso e si trasformi in qualcosa di geniale. Cosa che non credo avverrà mai, ma la speranza è l'ultima a morire.
Episodio Top del mese bimestre
Riverdale, stagione 3 episodio 4, “The Midnight Club”
Proprio quando lo davi per spacciato, ecco che Riverdale ti sorprende con un ottimo episodio. La terza stagione della serie teen resta una trashata senza senso clamorosa, in cui non si capisce se è più assurda la storia del gioco di ruolo G&G, la copia psicopatica di D&D, o la vicenda personale di Archie Andrews. All'improvviso è però sbucata una puntata ambientata negli anni '80 che omaggia Breakfast Club e altri cult del periodo e con il suo revival nostalgico alla Stranger Things vince facile. Troppo tardi ormai per girare l'intera stagione negli 80s?
P.S. Per una volta applausi al solitamente pessimo KJ Apa, che nella puntata ha letteralmente vestito i panni di suo padre, nella serie interpretato da Luke Perry alias Dylan McKay di Beverly Hills 90210.
Performer of the Month Two-Months
Patricia Arquette (Escape at Dannemora)
Non ho ancora capito di preciso se mi piace o no Escape at Dannemora, miniserie con Benicio Del Toro e Paul Dano diretta da Ben Stiller che racconta la vera storia di una fuga da un carcere. Quel che è certo è che va presa in seria considerazione, soprattutto in chiave Emmy/Golden Globe 2019, l'interpretazione di un'imbruttita e quasi irriconoscibile Patricia Arquette. Dimenticate la femme fatale di Una vita al massimo di Tony Scott e Strade perdute di David Lynch. Qui è in versione Charlize Theron sì, ma quella di Monster, e veste i panni di una dipendente della prigione che è piuttosto insopportabile, ma in cui ogni tanto si intravedono lampi di innocenza quasi infantile che la rendono uno dei personaggi più sfaccettati visti sul piccolo schermo di recente.
Cotta del mese bimestre
Maria Bopp (Call Me Bruna)
Call Me Bruna è una serie che racconta di una tipa di buona famiglia che un giorno decide di fare un favore all'umanità e dedicarsi alla prostituzione. No, non è Baby. Questa è una serie brasiliana molto più esplicita in cui a colpire è soprattutto la protagonista. Per le sue incredibili doti recitative?
No. Cioè, se la cava anche, ma Maria Bopp impressiona soprattutto a livello fisico.
Spazio vintage
Roswell
Tra le serie che arriveranno nel 2019 c'è Roswell, New Mexico. Si tratterà di un reboot della serie Roswell trasmessa negli Usa tra il 1999 e il 2002. Visto che la nuova versione a occhio dal trailer non è che prometta molto bene, il consiglio è quello di recuperarsi l'originale. Un teen drama dai contorni fantascientifici che, non per fare i nostalgici revivalisti a tutti i costi, era decisamente meglio rispetto alle varie serie più o meno fantasy e più o meno misteriose in circolazione oggi. Merito di uno riuscito mix tra storielle adolescenziali ma non sceme e intrighi sci-fi alla X-Files, e merito di un cast di giovani promettenti, tra cui presenziavano tra gli altri Shiri Appleby successiva protagonista di UnREAL, Katherine Heigl futura star di Grey's Anatomy e di alcune romcom, Nick Wechsler poi visto in Revenge ed Emilie De Ravin in seguito recuperata da Lost e Once Upon a Time. E poi la sigla sulle note di “Here With Me” di Dido è ancora oggi tutta da cantare a squarciagola.
Il (doppio) consiglio di Federico Vascotto
Il consiglio drama: Press
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"Che onore scrivere per il The Herald! Quasi quanto farlo per Pensieri Cannibali..." |
Serie inglese sulla rivalità-concorrenza fra due giornali fittizi ma dai nomi conosciuti, Post e Herald, che si danno battaglia sulle notizie di prima pagina e hanno due linee editoriali molto diverse fra loro. Una riflessione, sobria ma irriverente, cinica ma non fredda, di cosa vuol dire fare i giornalisti oggi, tra inserzioni pubblicitarie, editori, influencer ecc. con cui aver a che fare. Press provoca un tuffo al cuore all'ottimismo donchisciottesco di The Newsroom, la serie HBO di Aaron Sorkin, ma allo stesso tempo offre uno sguardo tutto british e meno naif della lotta continua che anche chi vi sta scrivendo affronta ogni giorno per cercare di distinguersi e, soprattutto, per scrivere qualcosa di utile per voi che leggete. In onda su BBC, si spera arrivi presto da noi (magari su Netlix come la “cugina” di palinsesto Bodyguard).
Il consiglio comedy: Single Parents
Family comedy alternativa ma non troppo, perfettamente nei canoni ABC dove va in onda (arriva questo mese su Fox di Sky). Un gruppo di genitori single, come da titolo, si fa forza a vicenda per affrontare le sfide quotidiane che la propria situazione comporta e che solo altri genitori single possono capire. Ognuno ha ovviamente le sue peculiarità e caratteristiche, un bel cast che spicca soprattutto in quello dei bambini protagonisti, che fanno brillare per contraltare anche gli interpreti adulti. Con un gran cuore ma anche spassosa, riflessiva ma non troppo didascalica, vi farà passare una mezzora di svago intelligente nei momenti di bisogno... magari per allontanarsi dai parenti serpenti che avete a casa per le Feste.
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Non ci resta che non andare al cinema
Questa settimana esce uno dei film più osannati dell'anno. Il Leone d'oro all'ultima Mostra del Cinema di Venezia. Uno dei probabili protagonisti dei prossimi Oscar. Uno dei possibili titoli presenti ai Cannibal Awards 2018. È quindi ora di correre nei cinema?
Sì, forse. Altrimenti sappiate che tanto Roma a breve arriva su Netflix. Chi arriva subito in questo spazio settimanale dedicato ai film in uscita co-condotto da me il sottroscritto Cannibal Kid e dal mio insopportabile rivale Mr. James Fordè invece... La firma cangiante, guest star di turno questa settimana, noto per essere l'autore dell'ormai storico e leggendario blog... La firma cangiante. Indovinato!
ATTENZIONE SPOILER: il suo vero nome è Dario.
ROMA
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"Ao', annamo ad ammazzà el sor Forde!" "Ma guarda che questo film è ambientato in Messico, mica a Roma." "Allora andale, vamos a matar al señor Ford!" |
La firma cangiante: Dopo anni di onorata (?) carriera questa rubrica cogestita dal Ford e dal Cannibale arriva come prevedibile a raschiare il fondo del barile, e così... eccomi qui! Da dove si comincia? Ah sì... Roma di Alfonsino Cuarón. Beh, per alcuni contano le dimensioni, per me conta il nome del regista (per fortuna il titolo del film per me conta meno). Cuarón potrebbe non deludere, cast pressoché sconosciuto per una vicenda ambientata in un periodo non semplice per la popolazione messicana. Si, perché no? Potrebbe interessarmi, i presupposti per un buon film ci sono tutti. Tra l'altro il progetto che sta dietro al film Roma (quartiere di Città del Messico) rientra in uno scambio culturale Messico/Italia; a breve Sorrentino dirigerà Largo Messico, la storia di un homeless costretto a bivaccare sulle panche dell'omonima piazzetta di Roma. Bravi ragazzi, viva l'incrocio delle culture e delle idee! (che comunque non sempre porta buoni frutti, vedi questa rubrica ad esempio).
Cannibal Kid: Cuarón, nun fa' lo stupido stasera. E nemmeno tu, caro Dario... volevo dire Firma cangiante. Questa rubrica non porterà buoni frutti, questa settimana ad esempio ahahah, ma di solito sì. Più che altro per merito mio. Non certo di un Mr. Ford che ormai è più attapirato di una canzone di Adele. La pellicola Roma ha tutti i presupposti per essere maggica e per conquistarsi un posto d'onore in una classifica di fine anno. Sarà quella dei migliori film, o quella dei film più sopravvalutati?
Largo Messico di Sorrentino io comunque me lo vedrei volentieri!
Ford: Cuaron è un regista da sempre interessante, questa pellicola ha avuto un'ottima accoglienza e i presupposti perchè rappresenti uno degli ultimi acuti di un pessimo anno cinematografico - neanche l'avesse organizzato Cannibal - ci sono tutti. Speriamo dunque di non restare troppo delusi.
Nel frattempo caro Firma posso dirti che il fondo del barile era già stato raschiato in principio quando ho iniziato a collaborare con Peppa Kid. Ahahahahahh!
COLETTE
La firma cangiante: Mi sarebbe sempre piaciuto fare il direttore del casting e provare a sostituire Keira Knightley con Rin Tin Tin per vedere di quanto (e non "se", badate bene) sarei riuscito a migliorare la qualità del film. Poi mi han detto che Rinty purtroppo è morto. Rex allora? Niente, pare che anche lui non se la passi troppo bene. Una sagoma di cartone di Rantanplan? Mi hanno detto di sì, con quella concorriamo all'Oscar nella categoria miglior attrice protagonista (la sagoma). Colette? Grazie, come se avessi accettato.
Cannibal Kid: Vedo che La firma ha la stessa considerazione di Keira Knightley che io ho di Sylvester Stallone. O di qualunque altro attorucolo esaltato da Ford. Fosse soltanto per la sua agghiacciante performance in The Dangerous Method gli darei anche ragione. Solo che Keira, pur non avendomi mai convinto al 100%, è pure capace di interpretazioni e di film se non altro dignitosi. Sarà questo il caso di Colette?
Bau bau!
Ehm... una voce nella mia testa mi dice di no.
Ford: per me la Knightley vale solo in ruoli come quello di qualche anno fa in Domino, quando è più action, maschiaccia e cazzuta. Per il resto, di Colette mi frega relativamente poco, mentre resto in attesa, ovviamente, di Creed 2.
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"Ma quando al mondo esiste gente come Ford, perché La firma cangiante se la prende con gente come me?" |
LA CASA DELLE BAMBOLE - GHOSTLAND
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Un'immagine di Francesca Michielin nel film Ghostland. Come? Non è Francesca Michielin???" |
La firma cangiante: No, no. Paura, l'horror in sala no! Questo poi già dal titolo evoca case e bambole, argomenti troppo perturbanti per me, no, no. A meno che per "bambole" non si intenda altro, il Kid qui potrebbe venirmi in aiuto? Kid, di che tipo di "bambole" si parla qui? Ah, non sono quelle "bambole"? Ok, allora niente cinema, si va da Ford a farsi una birra. L'horror in sala non fa per me, già a casa frequento poco il genere. Figuriamoci!
Cannibal Kid: Ancora una storia di case infestate? E questa volta addirittura da delle minacciose bambole?
Uh, che paura!
Sarei tentato di liquidare il tutto con uno sbadiglio, ma dopo The Haunting of Hill House potrei concedere un'altra opportunità a questo sottogenere dell'horror sottosviluppato, ma che può ancora riservare sorprese. Ford, tu invece puoi continuare a pettinare le bambole. Ah no, scusa. Tu le chiami “action figures”.
Ford: effettivamente, dopo Hill House una possibilità si potrebbe dare anche a questo, anche se ho come l'impressione che si potrebbe rivelare una cannibalata buona giusto a spaventare qualche pusillanime come il mio co-conduttore, e non sto parlando ovviamente di Firma, che è ovviamente invitato a farsi una birra - ma anche due o tre - a casa Ford. Senza bambole.
IL CASTELLO DI VETRO
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"Ogni volta che penso a White Russian mi viene da piangere. 😭" |
La firma cangiante: Questo è un film che mi da l'impressione di poter crollare su sé stesso con facilità, come un castello di carte, anzi di vetro. La famiglia disfunzionale (lasciamole a Wes Anderson), il padre sui generis, il ritorno all'infanzia... rischioso. Però Woody Harrelson mi ispira molta simpatia, tutte quelle chiome rosse nelle immagini promozionali anche (ah, le chiome rosse!), c'è pure la Watts che è decisamente meglio della Knightley (e anche di Rin Tin Tin), magari me ne pentirò ma io una possibilità gliela darei.
Cannibal Kid: Film che ho visto circa un anno fa e che ora quando nessuno se lo aspettava raggiunge finalmente le sale italiane. Pur non essendo qualcosa di indimenticabile, infatti non è che lo ricordi benissimo, mi era sembrata una visione niente male, impreziosita da un ottimo cast in cui oltre a Woody Harrelson svetta anche il premio Oscar Brie Larson. È una pellicola che mi sento di consigliare persino a quell'adoratore del brutto cinema che risponde al nome di James Ford, visto che racconta una storia simile al suo adorato Captain Fantastic. Non raggiunge lo stesso livello, ma se non altro è decisamente superiore al recente noioso e sopravvalutato Senza lasciare traccia.
Ford: Woody Harrelson e Naomi Watts più famiglia disfunzionale? Una possibilità ci sta tutta, considerato anche che tra queste pagine portiamo avanti da anni una delle famiglie più disfunzionali della blogosfera, formata ovviamente da me, Cannibal e dall'ospite di turno. Tra l'altro, come Naomi Watts il buon Cannibal lo vedo proprio bene.
ALPHA: UN'AMICIZIA FORTE COME LA VITA
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Il vecchio lupo Ford e il Cucciolo Eroico: un'inimicizia forte come la vita |
La firma cangiante: Mi sarebbe sempre piaciuto fare il direttore del casting e provare a sostituire un qualsiasi animale con Keira Knightley per vedere di quanto (e non "se", badate bene) sarei riuscito a peggiorare la qualità del film. Purtroppo tutti preferiscono i vari quadrupedi alla cara Keira (nome molto diffuso tra i cani tra l'altro) e non me lo lascerebbero fare. Peccato. Il binomio uomo/animale su grande schermo è per me motivo sufficiente per comprare birra e patatine e starmene a casa tranquillo sul mio divano nuovo.
Cannibal Kid: Alessandro Bianchi la settimana scorsa ha massacrato Pieraccioni. La firma in questa puntata sta distruggendo la povera Keira, che in effetti un nome un po' da cane ce l'ha... Forse dovrei trovarmi anch'io un nuovo nemico, visto che le battute su Mr. Ford ormai sono più scontate di quelle sui carabinieri. L'autore di questa porcheria buonista che racconta dell'amicizia tra un ragazzo e un lupo ai tempi del Paleolitico potrebbe essere un valido candidato.
Non ho fatto battute su Ford e il Paleolitico?
Hey, mi sa che sono già oltre la nostra rivalità, un po' come lui è oltre il buongusto e la pubblica decenza.
Ford: ho incrociato per caso il trailer di questa roba buonista che trovo strano Cannibal non abbia scritto a caso che mi esalterà, e ho immediatamente pensato al divano, la birra, le patatine e una bella serata di wrestling. In barba ai cani maledetti.
NON CI RESTA CHE VINCERE
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"Tra poco iniziano le classifiche di fine anno di Pensieri Cannibali!" "Evvai! Peccato solo che poi partiranno pure le classifiche fordiane." |
La firma cangiante: Mah, un canovaccio già visto che rischia di cadere nel ricattatorio o peggio ancora nel pietismo. In linea di massima sono progetti nelle intenzioni anche lodevoli questi che coinvolgono i disabili, quando ben realizzati tanto di cappello, ma direi che me lo tengo al massimo per un futuro passaggio televisivo. Mi farò dire da Kid e Ford se ne vale la pena, leggerò le loro rece e i loro consigli e mi regolerò di conseguenza facendo il contrario. Sperando che siano concordi tra loro altrimenti non saprò cosa fare. Non ci avevo pensato. Userò la monetina.
Cannibal Kid: Un film spagnolo sui disabili che promette di essere meglio di quello recente di quel ruffiano di Ruffini, ma non è che ci vada molto. È un po' come battersi contro Ford: si vince facile in qualunque circostanza. Tranne che su un ring di wrestling. Lì mi sa che me le prenderei di brutto.
Ford: qui si vince facile. Basta evitare la visione neanche si trattasse del più radical dei film consigliato da Cannibal. Tutto in discesa.
SANTIAGO, ITALIA
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"Che bel panorama! Anche se, certo, mai quanto quello offerto da Casale Monferrato." |
La firma cangiante: Settimana di uscite buone come ripasso di storia e geografia. Lo zio Nanni può piacere e può non piacere, indubbiamente del rispetto lo merita. Questa uscita mi dà l'idea di potersi ritagliare un discreto spazio di interesse. Quasi, quasi...
Cannibal Kid: Di Nanni Moretti non ho mai guardato i film cult anni '70 e '80. Non ancora, almeno. Gli altri, da Caro diario in poi, li ho visti tutti e mi sono piaciuti tutti. Non me ne voglia, però questo suo documentario sul ruolo dell'ambasciata italiana nel Cile degli anni '70 mi interessa quasi meno dei racconti di Ford su come sia passato dall'essere un ribelle tormentato e maledetto a un padre di famiglia borghese e radical-chic.
Ford: sono sempre stato molto sensibile all'argomento Golpe in Cile, e potenzialmente questo documentario firmato dal magari poco simpatico ma sicuramente valido Moretti potrebbe essere un altro pezzo interessante da aggiungere a quel puzzle drammatico. Spero proprio di riuscire a recuperarlo.
LA PRIMA PIETRA
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"Cannibal Kid, ma ormai non sei un po' troppo grande per volerti iscrivere alle scuole elementari?" |
La firma cangiante: Commedia italiana, scontro di civiltà, c'è Guzzanti ma ho paura che in un progetto come questo ne uscirà un po' ridimensionato e imbavagliato. Non so, io a vederlo non ci vado, e mi giocherei quasi quasi 1 a 10 che non ci andranno nemmeno Ford e il Kid. Poi Ford non ci andrà e amen, il Kid invece non ci andrà ma dirà di esserci andato per fregarmi i soldi della giocata. E mi giocherei quasi quasi 10 a 1 che finirà proprio così. In ogni caso la prima pietra non sarò io a scagliarla.
Cannibal Kid: La storia di una complicata recita di Natale in una scuola elementare. Promette di essere una vicenda più tormentata dell'adolescenza tormentata di Ford ed è per questo motivo che sono già corso al cinema a vederlo in anteprima. Quindi cara Firma Cangiante, sgancia i soldi!
No, non è vero. Il film non l'ho visto e manco ho intenzione di farlo. Va beh, ho capito. Questa settimana è meglio risparmiare i soldi che non ho vinto dalla Firma, stare lontano dai cinema e aspettare che Roma esca su Netflix.
Ford: di Guzzanti ho tanti ricordi piacevoli, ma in questo caso non mi dispiace quasi per nulla dare forfait e godermi qualche altra serata dedicandomi al gioco più fordiano degli ultimi anni, Red Dead Redemption 2, da vero cowboy e in barba a Cannibal e a tutti i finti teen.
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La Samsung prima di ogni cosa
Dopo Amore e Galbusera di Takagi & Ketra feat. Giusy Ferreri e Da zero a letto di Baby K, a grande richiesta di zero persone arriva una nuova cover-parodia di Pensieri Cannibali. Questa volta è il turno di Fedez. E che nessuno si offendaz.
ATTENZIONE: questo pezzo contiene volgarità assortite e ogni riferimento a cose o a persone realmente esistenti è puramente casuale. Fedez, ricorda che, nonostante ciò che troverai scritto, io comunque ti voglio un po' di bene.
La Samsung prima di ogni cosa
Titolo per il mercato tedesco: Samsung über alles
Testo: Cannibal Kid
Canta (si fa per dire): Fedez
anche se tutti sanno che le suonava ai figli alè
Ci saranno canzoni di cui andare fiero
altre come questa meno
ma la verità
è che devo fare la rima trallalà
e che sono solamente un bambino
che ti vergognerai di chiamar papà
Perché questo pezzo mi fa venire la nausea
perché ci son scritte delle rime a caso
il culo consumato come quello di un vecchio trans
Eee tutti i fatti miei sbandierati in piazza
eee esser sposato con una web star non è che mi piaccia
tutto ora mi fa venir voglia di buttarmi sotto un tram
tua madre che si fa i selfie su Instagram
Il primo bacio, il primo giorno di sega, il primo “papà chissenefrega”
Il primo amore, il primo film dell'orrore, il primo padre che ti scoccia
ed è la prima volta anche per me, che cerco di sfruttare te per far pubblicità
perché la Samsung viene
prima di ogni cosa
prima di ogni cosa
E ho preso appunti copiando dal mio compagno di banco Di Maio
ho un manuale di istruzioni da lui scritto dove ogni congiuntivo è sbagliato
e tu sei a un onorevole secondo posto in questa vita che mi sembra vuota
perché ricorda che la Samsung viene
prima di ogni cosa
prima di ogni cosa
Un caso clinico mancato
solo un povero disadattato
che non si è mai goduto i soldi che la vita gli ha dato
poi è arrivata la Samsung e tutto si è fermato
vorrei insegnarti tutto quello che da Di Maio avessi imparato
Perché questo pezzo mi fa venire la nausea
perché ci son scritte delle rime a caso
il culo consumato come quello di un vecchio trans
Eee tutti i fatti miei sbandierati in piazza
eee esser sposato con una web star non è che mi piaccia
menomale che Huawei è boicottata da Donald Trump
mentre tua madre continua a farsi i selfie su Instagram
Il primo bacio, il primo finanziamento, il primo licenziamento
Il primo amore, il primo film dell'orrore, il primo padre che ti scoccia
ed è la prima volta anche per me, che cerco di sfruttare te per far pubblicità
perché la Samsung viene sempre
prima di ogni cosa
prima di ogni cosa
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Hot Summer Nights - Le caldi notti dello spacciatore Timothée
Hot Summer Nights
Regia: Elijah Bynum
Cast: Timothée Chalamet, Alex Roe, Maika Monroe, Thomas Jane, Emory Cohen, Maia Mitchell, William Fichtner
Ci sono degli elementi che in un buon film cult che si rispetti non devono proprio mancare. Quali?
👉 Ad esempio un protagonista timido e insicuro, un tipo che si sente sempre fuori posto e non è mai a suo agio da nessuna parte. Un tipo in cui riconoscersi, insomma, che a un tratto viene coinvolto in una storia più grande di lui. Come ne I Goonies. Ed è quanto capita anche in Hot Summer Nights, dove Daniel è un ragazzino dalla vita tranquilla e noiosa che, dopo la morte del padre, viene spedito a passare l'estate dalla zia in una località marittima. Qui si troverà a diventare prima un piccolo pusher, e poi un grande spacciatore. Una specie di vicenda alla Breaking Bad in versione teen, in pratica.
👉 Male non fa la presenza come protagonista dell'attore più cool del momento, in questo caso Timothée Chalamet, l'attore lanciato da Luca Guadagnino in Chiamami col tuo nome, con cui ha guadagnato la nomination agli Oscar di quest'anno, e si è segnalato anche in Lady Bird. Presto inoltre lo vedremo pure nella nuova versione di Piccole donne diretta da Greta Gerwig e in Beautiful Boy, con cui alla tenera età di 22 anni rischia di ottenere la sua seconda candidatura agli Academy Awards di fila. Sticazzi.
👉 Per un buon cult come si deve non può poi mancare un personaggio figo, così figo che, se il Daniel interpretato da Timothée Chalamet rappresenta più o meno ciò che sei, l'Hunter Strawberry interpretato da Alex Roe in Hot Summer Nights rappresenta invece ciò che vorresti essere. Ciò che vorresti diventare, un giorno. Un tipo sicuro di sé, di quelli che vengono coinvolti nelle risse e nelle risse non sono quelli che se le prendono, ma quelli che le botte le danno.
👉 Non guasta poi avere un'ambientazione libidinosa ah yeah. In questo caso l'estate del 1991 a Cape Cod, località vacanziera in Massachusetts, che sembra uscita dritta da un video dei Vampire Weekend.
👉 Un film cult DEVE inoltre avere una colonna sonora cult. Hot Summer Nights in tal senso non delude. Nella sua soundtrack svettano pezzi di David Bowie (“Space Oddity”), Mott the Hoople (“All the Young Dudes”), Roxette (“Fading Like a Flower”), Zombies (“This Will Be Our Year”), Suicide (“Surrender”), quella tamarrata paninara di “Tarzan Boy” dei Baltimora e l'esaltante “Your Love” dei The Outfield.
Pezzi del passato che sono per lo più già noti, ma che qui vengono messi in risalto a dovere, con l'effetto di farli sembrare come delle canzoni che si sentono per la prima volta nella vita. Un po' come capitava in Noi siamo infinito a Emma Watson con “Heroes” di David Bowie.
👉 Non può quindi proprio mancare la ragazza più bella del mondo. O almeno, quella che per la durata del film è la ragazza più bella del mondo. La Lux Lisbon della situazione. In Hot Summer Nights un “compito” affidato e assolto splendidamente da Maika Monroe, la splendida bionda di It Follows e The Guest. E anche di quella schifezza di Independence Day: Rigenerazione, ma quest'ultimo è molto meglio se facciamo finta che non l'abbia mai girato, oookay?
👉 Ciliegina sulla torta, un buon film cult, o almeno un buon film cult adolescenziale, dev'essere in grado di farti sentire come un sedicenne mentre lo guardi. Indipendentemente dal fatto che tu abbia davvero 16 anni, o non li abbia più da un pezzo. Deve farti sentire eccitato, entusiasta e incuriosito come se ti trovassi di fronte alla prima pellicola della tua vita, cartoni animati esclusi. La prima in grado di esaltarti per davvero.
Questi sono gli elementi che trasformano un film normale in un film cult. Hot Summer Night non rappresenta niente di nuovo, ricorda un po' Adventureland, un po' Il giardino delle vergini suicide e un po' altre decine di altre pellicole più o meno teen, però è scritto e girato in maniera molto sentita dal promettente esordiente Elijah Bynum e al suo interno contiene tutti gli ingredienti perfetti per renderlo un cult, o se non altro un mio cult personale. Un film cannibale come si deve.
(voto 8/10)
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Un piccolo favore: ecco quali film NON vedere questa settimana
Un pezzo di storia del web cinematografico è oggi ospite di questa rubrica sulle uscite del weekend. Insieme alla leggenda dell'Internet Cannibal Kid alias il modesto sottoscritto, e alla peggiore sciagura capitata al mondo dei computer dal Millennium Bug, ovvero il mio rivale Mr. James Ford, la guest star settimanale è Obsidian M del blog The Obsidian Mirror, in attività fin dal 2011. Un sito vecchio quasi quanto Pensieri Cannibali, ma neanche lontanamente anziano quanto l'anziano Ford. A lui la parola.
Obsidian: Concedetemi due parole introduttive per ringraziare i miei ospiti di questo inaspettato invito a partecipare alla loro esclusiva rubrica di anticipazioni cinematografiche. Grazie mille! Ecco fatto. Erano giusto due parole. Me la sarei potuta cavare anche con una ma, ve ne sarete accorti, sono uno a cui piace complicare le cose. Da qualche parte qui attorno dovrebbe esserci anche un link al mio blog per cui non serve dire altro e vengo subito al tema di oggi: “Sette validi motivi per non andare al cinema”.
Un piccolo favore
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"Devo fidarmi a berlo?" "Hai paura che ti abbia avvelenato il cocktail?" "No, ho paura che sia un White Russian." |
Obsidian: Vi faccio subito un piccolo favore: provo a indovinare la trama del film senza averlo visto, che tanto ne ho visti altri cento tutti uguali. È la mia maniera di salvarvi tutti quanti dal pantano dei luoghi comuni, filo conduttore di questo cinepanettone travestito da film. Allora… ci sono due tizie fighe, una delle due faceva Twilight (ma non ho capito bene quale e comunque non c’entra niente) l’altra è una vlogger (poteva banalmente essere una blogger, ma il regista è troppo avanti), e l’altra scompare (nel senso che un attimo prima c’era e poi… puff). No, non avete contato male. Sono io che ho fatto casino: le tizie sono solo due. Ad ogni modo la tizia che non è scomparsa si getta alla ricerca dell’amica con l’aiuto del marito di quest’ultima. Oddio come l’ho detto male! Insomma, avete già capito che, praticamente da qui in avanti, i due iniziano gradualmente a sbattersene i coglioni dell’amica/moglie scomparsa e partono a trombare come dannati… Beh, magari iniziano con qualche bacetto, non dico di no, ma alla fine vedrete che si tromba.
Cannibal Kid: Vedo che Obsidian in quanto a deliri non è da meno rispetto a me in un giorno qualunque, o a Ford dopo che ha bevuto mezzo sorso di White Russian analcolico. Se la trama è davvero così, io sono attirato parecchio da questo film. E non solo dalle sue due protagoniste. Inoltre, sosteniamo le pellicole che parlano dei colleghi, vlogger o blogger che siano. A meno che non si tratti di Mr. Ford e nei suoi confronti l'unica cosa da fare è il boicottaggio.
Ford: quando ho visto il trailer di questo film mi sono venuti in mente immediatamente i thriller da sabato sera su Italia Uno che trasmettono tensione sono a Katniss Kid e quei filmacci anni novanta che vorrebbero essere pruriginosi ma sono solo fuori tempo massimo. Un piccolo favore che potrei farmi se dovessi decidere di guardarlo sarebbe senz'altro quello di bere molto White Russian molto alcolico.
Macchine mortali
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"Perché ho il naso coperto? Per non sentire la puzza di stronzate fordiane, ecco perché." |
Obsidian: Cosa succede se le città hanno delle ruote e possono spostarsi per il mondo? Vi prego, no. Non lo voglio nemmeno sapere. Non bastavano queste dannate automobili a dannarmi l’esistenza nel mio quotidiano tragitto casa-lavoro-casa? Servivano proprio altri mezzi di trasporto, questa volta grandi come metropoli, a intasare le nostre strade? Beh, forse la trama non sarà proprio così come l’ho dipinta, ma siamo di fronte a un fantasy, ragazzi, quindi corriamo a sospendere la nostra incredulità e aspettiamoci di tutto, anche le città semoventi. Ma dove sono finiti gli elfi pasticcioni e le damigelle in pericolo? Si direbbe che negli ultimi anni, complice la mia distrazione, il genere si sia evoluto parecchio, e non necessariamente in meglio. O più probabilmente chi ha scritto il romanzo che ha generato tutto questo (tale Philip Reeve, ndr) è un puro megalomane. Un brivido mi scorre lungo la schiena mentre leggo che “Macchine Mortali” in origine è un ciclo (e te pareva) di sette romanzi! State quindi in campana e, se decidete di correre tutti al cinema, avrete presto tanti altri bei sequel.
Cannibal Kid: Se le città hanno delle ruote e possono spostarsi per il mondo, io prego soltanto una cosa, che al volante non ci sia Mr. Ford. Uno che, come tutti sanno, pure lui stesso, è un disastro sulle 4 ruote (e non solo sulle 4 ruote). Ford al volante, pericolo costante. Così com'è un pericolo costante ogni filmetto fantasy dalla trama distopica e assurda. A meno che non sia interpretato da Jennifer Lawrence.
Ford: nonostante l'entusiasmo provocato dal trailer di questo film in Julez, ho il dubbio enorme che si tratti dell'ennesima robetta fantasy teen che a suon di proclami da locandina spera di portare in sala quanti più spettatori da weekend possibili a prescindere da quanti sequel siano previsti o da quanto l'eroina di tutti i mondi immaginabili, la già citata Katniss Kid, possa invocare in suo soccorso Jennifer Lawrence. Me ne terrò ben alla larga. Dal film, non da Jennifer Lawrence.
Il testimone invisibile
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"Pensavo che le opinioni di Pensieri Cannibali fossero deliranti. Ora che ho fatto un salto su The Obsidian Mirror però ho cambiato idea..." |
Obsidian: Ci sono due modi per usare quei dieci euro che avete in tasca: 1) consegnarli alla cassiera di un cinema dove proiettano “Il testimone invisibile” oppure 2) usarli per pulirvi il naso. Se avete scelto la prima opzione, beh, allora vi siete persi una buona occasione per liberarvi dal muco in eccesso, cosa che la rigidità dell’inverno rende particolarmente fastidiosa (per voi) e disgustosa (per chi vi stava seduto accanto al cinema).
Ma perché farsi dei problemi? Se avete masochisticamente deciso di assistere all’ennesimo “legal drama” della vostra vita sarete certamente crollati di schianto dopo un minuto e non vi sarete accorti di nulla. Quella strana sensazione di appiciccaticcio sulla guancia, quando le luci in sala vi inviteranno a proseguire il vostro riposo a casa vostra, vi insegnerà a considerare meglio il valore del denaro.
Cannibal Kid: Nonostante le avvertenze di Obsidian, questo thriller con Riccardo Scamarcio e la sempre più splendida e brava Miriam Leone potrebbe essere la sorpresa della settimana. Non sono sicuro che valga 10 euro, anche perché io sono avaro economicamente quasi quanto Ford è avaro di parole buone nei confronti del bel cinema, però una visione gratuita più o meno legale sponsorizzata dal generoso web credo ci possa stare.
Ford: stranamente in questo caso mi trovo più d'accordo con la visione di Cannibal che non con quella di Obsidian. Il testimone invisibile, per quanto all'apparenza "troppo italiano", potrebbe inaspettatamente rivelarsi quantomeno una cosa discretamente guardabile con una Miriam Leone decisamente guardabile. Posso solo sperare di non trovarmi troppo d'accordo con il mio rivale, quanto piuttosto con l'economo Obsidian.
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"Ford e Cannibal d'accordo su una donna? Che onore, era dai tempi in cui Jennifer Lawrence era una giovane star promettente che non succedeva!" |
Lontano da qui
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"È inutile che ti sforzi. Non sarai mai intelligente e cinematograficamente preparato quanto il solo e unico Cucciolo Eroico." "Grazie, signora maestra. Lei si che sa come incoraggiare i suoi alunni." |
Obsidian: Una storia di speranza e disperazione, che nasce dalla disillusione dell'età adulta. Ecco, questo è un film che potrei anche decidere di guardarmi, a dispetto di quanto dichiarato nella premessa. Chi più di me può infatti dirsi disilluso, che neanche faccio più l’albero di Natale che poi altrimenti ce l’ho in mezzo alle balle per un mese...? Magari non al cinema, visto che ormai raramente mi prendo la briga di vestirmi, mettermi le scarpe e affrontare l’inferno del multisala, ma guardarmelo un giorno in streaming su qualche piattaforma magari sì. Rimane un margine d’incertezza dovuto al fatto che la protagonista pare sia una maestra d’asilo, un particolare che evoca la presenza di bambini urlanti come Goonies.
Cannibal Kid: Faccio una confessione a sorpresa e spero che suo fratello Jake possa un giorno perdonarmi: io Maggie Gyllenhaal proprio non la sopporto. E l'idea di assisterla in una pellicola ad alto tasso buonista in cui fa la maestrina mi attira quanto una lezione di cinema tenuta da quel professorino so-tutto-io di Mr. Ford. Io giro lontano da lui e da questo film.
Ford: io cerco sempre di fare il possibile per stare lontano da Cannibal, ma ancora dopo anni di lotte, insulti e battaglie lui continua a tornare settimana dopo settimana. Sto valutando seriamente la possibilità di pagare The Rock per trasformarlo nel nuovo albero di natale di casa Obsidian, senza che si disturbi troppo a rimetterlo in cantina una volta finite le festività.
La donna elettrica
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"Il mio modello di riferimento? Katniss Kid, naturalmente." |
Obsidian: Una donna lotta contro un'industria locale che sta compromettendo la vita degli abitanti. Ma l'arrivo di un bimbo orfano metterà in discussione tutte le sue battaglie… Quale miglior cocktail si può ottenere mescolando a cazzo tanti buoni sentimenti? Film con un sottobosco ambientalista ne hanno già fatti migliaia, specie da quando i primi reattori nucleari del mondo reale hanno iniziato a dare tanti meravigliosi spunti ai produttori hollywoodiani… e quest’ennesimo tentativo arriva con decenni di ritardo, fingendo di ignorare che al grande pubblico oggi non serve altro che Facebook per indignarsi. Ho il sospetto che gli orfanelli siano stati aggiunti alla ricetta all’ultimo, come quando assaggi la minestra e ti accorgi che manca di sale.
Cannibal Kid: Pellicola islandese ecologista che dalla tematica potrebbe sembrare una mazzata mortale. Quasi quanto le politiche ambientali di Donald Trump nei confronti del mondo. O l'opinione di Ford su un teen movie da me adorato. Invece pare che sia un “feel good movie” più leggero di quanto possa sembrare ed è notizia delle ultime ore che Jodie Foster ne realizzerà un remake americano. Ci troviamo quindi al cospetto di un piccolo grande film rivelazione da tenere d'occhio?
Ford: un film che è una scommessa. Da un lato potrebbe rivelarsi la finta roba d'autore radical in realtà super buonista come molte di quelle che piacciono al Cucciolo Eroico, dall'altro una di quelle pellicole profonde ma anche divertenti tipiche di alcune proposte Sundance e di quasi tutte quelle fordiane. Personalmente, spero rientri nella seconda categoria.
Verso un altrove
Obsidian: Una rapina in banca che finisce male, uno dei banditi che finisce in galera, gli altri banditi che non finiscono da nessuna parte perché il complice sfigato decide eroicamente di tacere. Dove l’ho già sentita questa storia? Forse succederà qualcosa di originale nel secondo tempo? Il bandito esce di galera e si trova di fronte, guarda un po’, a un mondo che gli chiude tutte le porte. Tutto sembra destinato a finire nel peggiore dei modi finché arriva una donna e… via che si tromba. In poche parole il secondo tempo di “Verso un altrove” è perfettamente intercambiabile con il secondo tempo di “Un piccolo favore”, il film che ha aperto questa piccola rassegna settimanale; i due sceneggiatori si sono inventati un pippone iniziale diverso, anche se entrambi egualmente privi di originalità, per arrivare al climax che lo spettatore medio attende con più ansia, quello che esplode sotto le lenzuola.
Cannibal Kid: Questi tentativi da parte di Obsidian di scoraggiare gli spettatori in realtà su di me sortiscono esattamente l'effetto opposto. Se Un piccolo favore ero già convinto di guardarlo, il blogger ospite questa settimana è riuscito a farmi venire una certa curiosità persino nei confronti di questo altrimenti poco promettente lavoro italiano. Meno male che non è guest star ogni settimana, se no mi farebbe venire voglia di vedermi tutti i film in uscita!
Ford: Cinema italiano, luoghi comuni e tentativi mal riusciti di risultare accattivanti. Pare quasi peggio della peggiore delle recensioni da groupie del Cannibale. Vado verso un altrove che, più che una delle sale in cui verrà proiettato, sarà un locale dove servano dei gran bei white russian.
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Person of the Year 2018 – I personaggi dell'anno
La stagione dei premi può cominciare anche qui su Pensieri Cannibali. I Cannibal Awards 2018 hanno ufficialmente il via quest'oggi. Considerando che è il 17 dicembre, quest'anno non ho iniziato nemmeno troppo presto, concedemetelo. La partenza tocca alla classifica delle persone dell'anno. 10 personaggi (a dire il vero qualcuno in più) che a mio avviso hanno segnato in maniera importante gli ultimi 12 mesi. Andiamo a scoprire chi sono.
#10 Il bambino con la maglia rossa
Ci sono bambini odiosi e ci sono bambini che ti fanno ben sperare nei confronti del futuro dell'umanità. È il caso quest'ultimo de “Il bambino con la maglia rossa”. No, non è il protagonista del sequel de Il bambino con il pigiama a righe, anche se potrebbe benissimo esserlo, visto che pure in questo caso si tratta di una storia di Resistenza. Mi riferisco allo studente in disparte nella foto scattata a Matteo Salvini in compagnia di un gruppo di bimbi in occasione della sua partecipazione al programma di Rai 3 Alla lavagna. Per fortuna che c'è qualcuno che si oppone fin dalla tenera età all'odierno preoccupante salvinismo imperante.
#9 Marcello Fonte
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"Ma che minchia sono i Cannibal Awards?" |
L'interprete di una delle performance attoriali più sorprendenti dell'anno, ma non solo. In un'epoca di divi costruiti, che si comportano da mega celebrità solo perché hanno mille follower su Instagram o sono comparsi per 5 secondi in un reality show, Marcello Fonte ha stupito anche per la genuinità con cui è apparso al Festival di Cannes, dove per Dogman ha vinto il premio per la migliore interpretazione maschile. E poi è pure scrittore. Ha appena pubblicato il libro biografico Notti stellate, in cui racconta il percorso che l'ha portato dalla discarica all'acclamazione internazionale di Cannes, degli European Film Awards e pure di Pensieri Cannibali.
#8 Tiffany Haddish
Ogni tanto compare in scena un comico che con la sua carica travolge tutto e tutti. Mi vengono in mente Eddie Murphy, Jim Carrey, Ben Stiller, Zach Galifianakis, Louis C.K., Amy Schumer... Non sempre il loro umorismo dura e anzi ben presto rischia di venire a noia, però se non altro per qualche tempo sono irresistibili. L'idola comica di quest'anno per quanto mi riguarda è Tiffany Haddish, un uragano di humour folle e scorretto che si abbatte su Il viaggio delle ragazze, rendendola una delle commedie più divertenti viste di recente. Fenomena.
#7 Noah Centineo
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"La foto di me con un cucciolo? Cannibal Kid non sa proprio più cosa inventarsi per aumentare le visite sul suo blog ahahah!" |
Noah Centineo è il James Dean della Netflix Generation.
Mmm... okay. Paragone forse un tantinello impegnativo. Diciamo allora che è il Luke Perry della Netflix Generation, così va meglio?
Mmm... okay. Paragone forse un tantinello impegnativo. Diciamo allora che è il Luke Perry della Netflix Generation, così va meglio?
Apparso fuori dal nulla, nel giro di poche settimane si è segnalato non in una bensì in due commedie adolescenziali prodotte appunto da Netflix che l'hanno trasformato nel nuovo idolo delle teenagers: Tutte le volte che ho scritto ti amo e Sierra Burgess è una sfigata. Gli manca solo un altro titolo per completare il suo triplete e poi potrebbe ambire al ruolo di Molly Ringwald della Netflix Generation. E chissà, se affina le sue doti recitative e trova il suo Martin Scorsese, un giorno potrebbe trasformarsi persino nel Leonardo DiCaprio della Netflix Generation.
#6 Ludovica Nasti e Gaia Girace
La cosa più geniale della miniserie TV Rai/HBO L'amica geniale è proprio... l'amica geniale. Quello di Raffaella Cerullo detta Lila è uno dei personaggi più folgoranti visti quest'anno sul piccolo schermo, e non solo. Una tipa ribelle, fuori dagli schemi, contro tutto e contro tutti. Persino contro gli stereotipi del classico personaggio ribelle. Una tipa imprevedibile portata in scena con maestria da due giovani attrici non professioniste esordienti. Una è la 14enne Gaia Girace nella versione Lila ragazzina/adolescente.
L'altra è Ludovica Nasti nella versione Lila bambina.
Ad appena 11 anni, Ludovica Nasti ha già sconfitto la leucemia e oggi è una delle giovani attrici italiane più richieste e lanciate, al punto che c'è chi parla di lei addirittura come della nuova Sophia Loren. Io che a 36 anni tiro a malapena avanti un blogghino di cinema e intrattenimento dovrei provare un senso d'inferiorità nei confronti di questa piccola grande star, e invece mi fa solo provare un senso di notevole fiducia nelle nuove generazioni. Un po' come “Il bambino con la maglia rossa”.
#5 Salmo e Sfera Ebbasta
Il 2018 è l'anno in cui il rap è diventato definitivamente anche in Italia il genere più ascoltato e venduto, almeno tra i ggiovani. Un rapper (Anastasio) ha pure vinto X Factor. Giusto l'immutabile Festival di Sanremo non si è reso conto di questa cosa ed è rimasto ancora ancorato ai “vecchi scureggioni della pop music”. I due king del rap nostrano quest'anno sono stati senza dubbio Salmo e Sfera Ebbasta. Due modi del tutto opposti di intendere la musica hip-hop: più old school, alternative, politico e rockettaro Salmo, più trap, fighetto, modaiolo e commerciale Sfera. Due rapper opposti anche per i testi, per il look e per la maniera di vivere la fama.
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"Io ho un look molto più sobrio di Sfera, non si vede?" |
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"Oh mio Dio, Salmo, questa volta mi hai proprio superato." |
Entrambi comunque sono uno specchio, un black mirror interessante della società contemporanea, entrambi sono autori quest'anno di album degni di nota (Playlist per Salmo e Rockstar per Sfera Ebbasta) ed entrambi sono capaci di convivere all'interno dello stesso pezzo, il capolavoro rap italiano dell'anno, “Cabriolet”.
#4 Paola Egonu
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"Chissenefrega del Mondiale perso. L'importante è essere presente nei Cannibal Awards, evvai!" |
La campionessa di volley Paola Egonu è una donna, è dichiaratamente lesbica, è intelligente, ha un sacco di talento, è di colore ed è italiana. Praticamente è l'incarnazione di ogni incubo salviniano in una persona sola. Già solo per questo le voglio bene. E poi anche perché è riuscita a farmi sentire un senso di appartenenza tricolore che non provavo più forse dai Mondiali di calcio del 2006. Alè.
#3 Alessandro Borghi
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"Mi avete fermato solo perché siete invidiosi che io sono tra le Person of the Year e voi no? Ma che davero?" |
Stefano Cucchi l'hanno ammazzato, ma Alessandro Borghi l'ha riportato in vita. Magari è un semplice caso che la svolta nel processo-bis sulla sua morte sia avvenuta proprio poche settimane dopo l'arrivo del film Sulla mia pelle su Netflix e nelle sale. O forse il cinema è ancora un'arma potente, capace di smuovere le coscienze, avere un impatto sulla società e cambiarla. Potere di un film e soprattutto di una grande interpretazione come quella di Alessandro Borghi. A Hollywood a certi attori glie danno l'Oscar per molto meno, glie danno.
#2 Timothée Chalamet
Se ripenso ad alcuni dei film che più mi sono piaciuti quest'anno, c'è un volto che ricorre spesso. Un nome nuovo, e anche piuttosto difficile da pronunciare, che ricorre spesso. Quello di Timothée Chalamet. Un giovane attore sbucato fuori dal nulla, visto in Chiamami col tuo nome, Lady Bird e Hot Summer Nights, che il prossimo anno sarà anche nella nuova versione cinematografica di Piccole donne e in Beautiful Boy, pellicola con cui rischia all'età di appena 22 anni di avere già la sua nomination ai premi Oscar numero 2. Chiamatelo quindi con il suo nome. Timothée?
No, il presente e il futuro del cinema.
#1 Lady Gaga
A movie star is born, bitches!
Dopo aver conquistato le classifiche musicali, essere diventata la più grande popstar del mondo, aver collezionato qualche flop che rischiava di farla diventare una stella cadente, Lady Gaga si è data alla recitazione e ha vinto un Golden Globe per la sua vampiresca partecipazione alla serie TV American Horror Story. Un premio in quel caso piuttosto generoso, ammettiamolo. Adesso per la sua performance attoriale, vocale e fisica, con un look finalmente al naturale, in A Star Is Born punta dritta all'Oscar. E in questo caso se lo meriterebbe anche, ammettiamo pure questo. Intanto comincia a portarsi a casa questo prestigiosissimo riconoscimento di Person of the Year qui su Pensieri Cannibali. Gaga oh-la-la!
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"Che onore essere la Person of the Year 2018 di Pensieri Cannibali." |
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"Adesso però basta con 'ste stronzate di premi minori e sganciatemi l'Oscar!" |
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